#gaelico
Explore tagged Tumblr posts
Text
Archivio 2024
Rassegna Stampa Novembre 2024
0 notes
Text
não se preocupe, esse é um dos poucos hábito ruins que eu não possuo. --- beber, fumar, se apaixonar, todos os vícios lhe eram atrativos, mas tirando quando estava muito além da sua coerencia ele geralmente não esperava compaixão de qualquer lugar ou pessoas. porém, dada as circunstâncias, talvez ele tivesse que inovar. os cadetes sequer podiam receber cartas ou comunicações, imaginava que não havia um serviço de reabastecimento de bebidas e drogas. a adrenalina tinha consumido grande parte do alcool em seu sistema, não havia nem de longe a quantidade de cigarros em sua mala necessários para sobreviver a um ano ali dentro, o que restava apenas o último. o seu pecado favorito. e, como se o destino sorrisse em sua direção, a novata lhe respondeu. era bonita de se olhar e parecia não ter sido alertada para ficar longe de si, o que, para todos os efeitos, era uma grande sorte ( era a a primeira vez desde que tinha sido deserdado que usava o termo) para ele e muito azar o dela.
encarou a mão estendida com um sorriso sujo nos lábios. ele alcançou os dedos dela, brincando com eles em um gesto que nem um pouco se assemelhava a um aperto de mãos. --- sou do ano que você quiser que eu seja, milsean --- o tom de voz galante era fácil, natural, e geralmente era seguido de um tapa. --- sou hyle. --- deixou de fora o sobrenome de propósito, não tinha noção se ele significava tanto ali quanto na corte, mas não queria arriscar. --- e você é?
Avery caminha pelo pátio da academia, envolta de conflitos. De repente, um dragão surge nos céus, interrompendo sua marcha. Paralisa na hora, mas não por medo. Seu coração acelera, não devido à ameaça iminente, mas pela raiva fervente. Se fosse o dragão de Mason... No entanto, ela suspira, tentando acalmar a tempestade dentro de si, e observa as majestosas criaturas rompendo o ar. A brisa acaricia sua pele enquanto os dragões se manifestam em toda a sua magnitude, dominando o céu límpido com suas asas imponentes. Eram seres de uma beleza brutal, uma dualidade que não passa despercebida.
Uma voz desconhecida a tira de seu transe. Avery direciona um olhar indeferente para o interlocutor e responde com frieza. — Não espere compaixão desse lugar. —Ela conhecia a crueldade dos dragões, uma lição que aprendeu da pior maneira. Não tinha ilusões sobre a natureza dessas criaturas.
Ele estende a mão em uma tentativa de cumprimento. Avery, mantendo sua postura distante, observa a mão estendida por um momento antes de decidir ignorar o gesto. A presença dos dragões ainda pairava no ar, e ela não tinha tempo para formalidades sociais naquele momento tenso. — Avery. Você é do primeiro ano?
17 notes
·
View notes
Text

Storia Di Musica #344 - The Pogues, Poguetry In Motion, 1986
Nel 1976 la rivista Sounds (che era una delle tre meravigliose riviste musicali inglesi, con il Melody Maker e il New Musical Express, e dalle cui ceneri nascerà Kerrang!) onora il cantante della band di oggi con un titolo, Face Of The Year, a quel viso grottesco, sdentato, che nascondeva un genio tanto bizzarro quanto straordinario. Shane MacGowan è un irlandese nato nel Kent, nel 1957, ed è un giovane punk scorbutico e ribelle quando fonda, a 19 anni nel 1976, la sua prima band: i Nipple Erectors, con due suoi amici, Shane Bradley e Adrian Thrills (che guarda caso farà più tardi il giornalista per il NME). Visto il nome (e questa sua verve creativa lo avrà anche per il gruppo che lo farà diventare un personaggio), lo abbreviano in Nips, il trio incide un paio di singolo e un disco, Only At The End Of The Beginning (1980) che non si ricorda nessuno. La band si scioglie, ma lui è deciso a continuare. Abbandona la ferocia del rock punk e si dedica ad una riscoperta del folk, del rockabilly, del country, a cui però non disdegna di arricchire caustici testi. Nel 1983 forma una nuova band, che all'inizio suona in piccoli pub o come buskers band nelle strade principali. Dopo un po' di fiducia, decidono di provarci professionalmente: MacGowan alla voce, Jem Finer al banjo e altri strumenti a corda, Spider Stacey al tin whistle, il flauto irlandese, Andrew Ranken alla batteria e James Fearnley, polistrumentista. Per mantenere quella verve di cui sopra, chiama il gruppo in gaelico irlandese, Pogue Ma Hone, e con questo nome pubblicano un singolo nel 1984, The Dark Streets Of London / The Band Played Waltzing Mathilda, lanciato su scala nazionale. Ma lo scandalo avviene quando si scopre che quel nome vuol dire "Baciami Il Culo", tanto che si vira meno maliziosamente su The Pogues. Si aggiunge la bassista Rocky "Cait" O'Riordan, e con questa formazione pubblicano il primo disco, Red Roses For Me (1984), che è una versione graffiante e velenosa della musica popolare irlandese e scozzese. La critica più ortodossa ne è sconvolta (famoso il commento di un critico "sembrano un branco di ubriachi di un pub irlandese lasciati liberi in studio") ma quel suono grezzo, ma che ha radici antichi, la voce impastata e le immagini sognanti di MacGowan iniziano ad avere successo. Se ne accorge Elvis Costello, che chiamato prima come produttore per un singolo, si accorge che la band da il meglio di sè senza nessuna "sovraproduzione" e si convince a produrre il primo, storico album dei Pogues: il titolo Rum Sodomy & The Lesh (del 1985, frase che è attribuita a Winston Churchill in ricordo della sua esperienza nella Marina) fu scelto da Andrew Ranken "come il riassunto della nostra vita come band". In copertina La Zattera della Medusa di Theodore Géricault, con il fotomontaggio dei volti dei nostri sulla zattera. Il disco è un successo, il gruppo diventa un caso mediatico e la loro fama di personaggi bizzarri ai cui concerti può succedere di tutto inizia a spandersi ovunque. Costello è ancora con loro in Studio per un nuovo disco, e iniziano a scrivere molte cose. In queste sessioni nasce l'Ep di oggi, che doveva essere l'embrione del disco futuro ma successivi disguidi e screzi tra band e produttore lasciarono questi brani (e un altro, in seguito leggendario) pubblicati come EP.
Poguetry In Motion è un Ep di 4 brani, quattro gioielli Pogues che racchiudono la loro anima gioiosa e decadente, tra melanconia e sprazzi di euforia. London Girl è un rockabilly frizzante, ma sono gli altri tre brani davvero notevoli: Body Of An American è diventata famosa ultimamente per la presenza, quasi fissa, nella serie Tv The Wire della canzone durante i funerali dei poliziotti. Tra l'altro è storica una interpretazione di questo brano durante un Saturday Night Live del 1990, giorno di San Patrizio: MacGowan, visibilmente alticcio, con una sigaretta tra le labbra ne canta una versione strascicata e assurda. Planxty Noel Hill è "dedicata" al cantante di folk irlandese Noel Hill, che fu uno dei più critici contro il loro "celtic folk rock", definendolo una sorta di aborto della musica tradizionale. Ma la canzone più famosa, e in seguito loro classico, è Rainy Night In Soho: deliziosa, dolente e ideal-tipo delle loro future ballate dolorose, fu pubblicata in due versioni, una con un intermezzo di oboe e l'altra di tromba, più famosa.
In quelle sessioni con Costello, si registrò anche un altro brano, il più famoso dei Pogues: Fairytale Of New York fu registrata con O'Riodan come seconda voce, ma fu riscritta e re-registrata molte volte fino alla versione definitiva con Kirsty MacColl che appare nel loro disco successivo, If I Should Fall From Grace With God, che li consacra al successo internazionale. Un personaggio e una band che hanno lasciato un piccolo ma profondo segno, come dimostra il collettivo affetto che la morte precoce di MacGowan, nel Novembre del 2023, ha suscitato in tutto il mondo della musica.
14 notes
·
View notes
Text

Halloween, effetto dell' emigrazione irlandese negli U.S.A.
Come molti ormai sanno, l'origine della festa di Halloween e la sua denominazione proviene dall'irlanda e dall'irlandese Samhuinn o Samhain (sow-in), dal gaelico, fine dell'estate.
Le popolazioni celtiche consideravano il 31 ottobre come la fine della stagione della vita (l'estate) e l'inizio di quella della morte (l'inverno), credendo che in quel giorno, il velo tra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottigliasse, permettendo il transito degli spiriti dall'aldilà al mondo reale.
I celti usavano intagliare delle rape mettendoci dentro un fuoco per guidare gli spiriti dei proprio famigliari presso le proprie case, mentre, all'esterno, indossavano maschere e pelli di animale per spaventare quelli maligni.
La diaspora irlandese fece diffondere la tradizione di Samhain negli states a metà del 1800, tradizione che venne trasformata in chiave moderna e commercializzata dagli americani esportandola in tutto il mondo.
Foto Gianluca Cettineo I muri di Erin
2 notes
·
View notes
Text
3 notes
·
View notes
Text
Allora per me dipende dal sentimento, personalmente da italiano a me verrebbe naturale dire 'Usa la tua lingua oggi!' perché è più in linea con qualcosa che diremmo a Roma - un'alternativa è 'Usiamo la nostra lingua oggi' che è il plurale neutrale, come a coinvolgere un po' tutti.
Almeno se ho capito di che stiamo parlando, il mio francese è buono ma il mio gaelico gallese un po' meno.
Beth yw 'Use Your Language Day' yn Gymraeg? Diwrnod Defnyddia Dy Iaith? Efallai rhy anffurfiol, ond cyflythreniad hyfryd, ta beth.
#non so manco sicuro che se dice gaelico gallese onestamente#che ce vogliamo fa amici miei#in alternativa 'parla come magni oggi'#molto romano lmao#use your language day
174 notes
·
View notes
Text
Unreal Unearth di Hozier
Forse è la maledizione di Hozier quella di non poter risultare credibile lontano da un immaginario di romanticismo ottocentesco, terriccio umido e cattedrali gotiche. E forse è proprio per questa ragione che il suo terzo album, a discapito del secondo passato abbastanza inosservato, attira già dalla copertina i suoi fedeli ascoltatori a digiuno da quasi 10 anni del distillato di decandentismo irripetibile che fu il suo album di esordio.

Unreal Unearth è un ritorno alle origini ben bilanciato, messo su senza la nostalgia che costringe ad essere la copia della copia di sé stessi e il giusto coraggio di spingersi in un territorio nuovo. Le ben 16 tracce – che musicalmente si presentano come un misto tra il più classico folk-rock, una sottile linea jazz e il ritmo dei canti tradizionali irlandesi, in perfetto stile Hozier – prima di venire alla luce hanno dovuto sfidare il mostro della densità di contenuto che le aveva bloccate nell’hard disk del cantante per qualche anno: troppo macchinose per una canzone, al massimo un’opera teatrale ha dichiarato ad Entertainment Weekly. Poi è arrivato il coraggio di metterci al mondo un album, l’idea di disporle secondo i cerchi dell’inferno dantesco, nonostante il Liffey irlandese venga citato più spesso dell’Acheronte e il gaelico più del volgare, sovrapponendo il giusto e lo sbagliato, il rigore e la mancanza di senso, come in un sogno artistico in cui tutto è concesso.
Questo album è Hozier più di ogni altro lavoro abbia fatto uscire negli ultimi 10 anni. Una pecca? Nell’intensità e nella foga di essere se stesso il caro Hozier tende a mangiarsi le parole: glielo perdoniamo?
il-pipistrello
#hozier#unreal unearth#blog musica#music blog#tumblr ita#tumblr italia#blogger italiani#pensieri e parole#irish
2 notes
·
View notes
Note
mods desculpa se for uma pergunta besta, mas os changeling falam alguma lingua que descende dos fae? tipo, gaelico ou algo semelhante?
Não é besta não, fadinha! A gente adora essas perguntas de lore. O idioma dos feéricos é conhecido como Língua Antiga, e ele faz parte da grade de ensino de Wülfhere na primeira e segunda séries. Nem todo changeling é fluente, mas todos aprendem o suficiente pra ler e escrever na língua. Nós imaginamos sendo uma língua céltica como o gaélico escocês ou o galês, caso você queira fanficar. O idioma oficial de Aldanrae é conhecido como Língua Comum, e esse todo o mundo no reino fala, mas os changelings e plebeus tem um dialeto com maior influência feérica. Dá pra pensar na diferença de dialetos como se fosse o inglês americano e o inglês britânico, é exatamente o mesmo idioma e todo o mundo se entende, mesmo usando gírias e expressões diferentes.
1 note
·
View note
Text



22 OTTOBRE 1975 ; IL MILAN IN SERIA DIFFICOLTÀ AL ST.MEL’S PARK DI ATHLONE
Le tre foto che ho voluto postare ci raccontano del calcio di una volta e di quando nella Coppa Uefa 1975-76 il piccolo Athlone Town bloccò il Milan sullo 0-0. Albertosi,Anquilletti,Maldera,Turone,Bet,Scala,Gorin,Benetti,Calloni,Bigon,Vincenzi sembravano chiamati ad un facile impegno nella repubblica d’Irlanda quel 22 ottobre del 1975. Un’ottima squadra quella rossonera senza Rivera e con Benetti capitano che il sorteggio mise di fronte ai nerazzurri dell’Athlone Town,una squadra di dilettanti di una piccola cittadina irlandese di 15.000 abitanti a circa 130 chilometri da Dublino. Il calciatori irlandesi erano tutti dilettanti al duecento per cento e il calcio di quelle terre era, allora come oggi,molto meno popolare del rugby e di sport gaelici come l’hurling e il calcio gaelico ; pur tuttavia quel 22 ottobre ad Athlone si presentarono nel piccolo stadio ben 10.000 persone,in pratica quasi tutti gli abitanti della cittadina. Gli irlandesi giocarono con il coltello fra i denti e il Milan non uscì sconfitto solo perché Albertosi paro’ un rigore al bomber irlandese Minnock che nella vita faceva l’allevatore. Al ritorno il Milan vinse facilmente per 3-0 ma la partita di andata ancora ben se la ricordano gli sportivi della cittadina irlandese situata sulle sponde del fiume Shannon quando i nerazzurri del piccolo Athlone Town riuscrono a bloccare sul pareggio il grande Milan.
0 notes
Text

🏰 DUNROBIN CASTLE AND GARDENS
Dunrobin Castle è una residenza signorile nel Sutherland, contea delle Highlands scozzesi. È la sede della contessa di Sutherland e del Clan Sutherland*.
Le sue origini risalgono al Medioevo, ma la maggior parte della costruzione attuale è opera di Sir Charles Barry, l'architetto del Palazzo di Westminster a Londra, che ha notevolmente ampliato l'edificio nel 1845. È stata realizzata in stile rinascimento francese. Alcune parti dell'edificio originale sono visibili dal cortile interno.
Ci sono 189 camere all'interno della casa, diventando così la più grande residenza nel nord Highlands. La maggior parte degli interni di Barry è stato distrutto dal fuoco nel 1915. Esternamente, il castello ha elementi ispirati al lavoro dell'architetto francese Eugène Viollet-le-Duc, come ad esempio il tetto piramidale sopra l'ingresso principale. L'influenza francese si estende nei giardini. Questi sono stati completati nel 1850, prendendo ispirazione dai giardini di Versailles.
Dal 1973 la casa e i giardini sono aperti al pubblico, con alloggi privati conservati per l'uso della famiglia Sutherland.
#arte #architettura #storia
*CLAN SCOZZESE=aggregazione famigliare.
Un clan scozzese è un'aggregazione di persone alla base della società scozzese tradizionale la quale era organizzata in clan, in base a legami di parentela. Il termine deriva dal gaelico scozzese clann, "bambino", che sottolinea il senso di legame familiare.
Il clan e il suo capo, clan chief, sono riconosciuti dalla legge scozzese e gestiti tramite il Lord Lyon King of Arms, una istituzione con poteri regolatori e amministrativi e che funge da autorità in questioni di araldica scozzese e di stemmi.
Ogni clan ha un'area geografica di origine, inizialmente controllata da un chief (capo) e caratterizzata da un castello o maniero.
1 note
·
View note
Text
Whisky Tomintoul Tlath
Whisky Tomintoul Tlath Orzo Maltato Torbato dallo Speyside Tlàth, pronunciato “T-lah” che significa delicato e morbido in gaelico, è il risultato di una selezione molto attenta di singole botti. Tomintoul Tlath è un whisky single malt dello Speyside, composto da whisky di varie età, maturati in botti di rovere americano ex-bourbon di altissima qualità, tutti selezionati a mano dal Master…
0 notes
Text
Enya

Enya è la cantante irlandese che ha riscosso più successo nel mondo, nonostante abbia vissuto una vita lontana dai riflettori e non abbia mai fatto un tour.
Ha inciso otto album in studio e due raccolte, l’ultimo disco è Dark Sky Island, risalente al 2015.
Ottanta milioni di copie vendute e numerosi i riconoscimenti e i premi ricevuti, tra cui quattro Grammy Awards, sette World Music Awards, due Japanese Gran Prix Awards, due IRMA Awards, un premio Echo, due lauree honoris causa e una nomination al Premio Oscar e al Golden Globe.
Enya è una approssimazione fonetica derivata dalla pronuncia in lingua gaelica del vero nome di Eithne Pádraigín Ní Bhraonáin, che corrisponde all’inglese Enya Patricia O’ Brennan.
Il gaelico è la prima lingua di questa formidabile compositrice, nata a Gweedore, nella regione del Donegal, nel Nord Ovest dell’Irlanda, il 17 maggio 1961, in una famiglia di musicisti.
Con la sua musica, sospesa tra mitologia celtica e New Age, dalla sonorità eterea, a tratti onirica, scelta come accompagnamento musicale a numerosi film di successo è riuscita a esportare nel mondo la cultura, i misteri, la magia della tradizione popolare fatta di miti arcaici e sacralità.
Ha iniziato a cantare insieme ai tre fratelli nella band di famiglia, i Clannad, una delle istituzioni del folk irlandese, nel 1982 ha lasciato il gruppo e iniziato la sua carriera insieme al produttore e manager Nicky Ryan e a sua moglie Roma Ryan, scrittrice e paroliera, che le scrive i testi in diverse lingue.
I suoi primi lavori sono state le musiche per il film The frog prince e la colonna sonora di The Celts documentario della BBC.
A partire da Watermark del 1988, hit internazionale che ha venduto dieci milioni di copie, diventando un classico della musica contemporanea, si è evidenziato il suo stile costituito da numerose sperimentazioni sulla voce.
La fama internazionale è arrivata anche grazie al suo stile così diverso e innovativo da portare una ventata New Age a tutta l’industria musicale. Le sonorità tipiche della sua terra le hanno aperto la strada verso un successo senza precedenti rendendola una delle donne più ricche nel mondo della musica.
Molte sue canzoni sono state utilizzate per film e pubblicità d’ogni sorta.
Nonostante avesse rifiutato di comporre la colonna sonora del colossal Titanic le musiche somigliano talmente a quelle che produce lei che, spesso, le sono state attribuite.
La canzone Only Time, contenuta nell’album A Day Without Rain, dopo l’11 settembre 2001, è stata utilizzata come sottofondo in molti servizi radio e televisivi diventando la colonna sonora dei tristi giorni dell’attentato. Anche se all’inizio ne era contrariata, Enya ne ha poi pubblicata una versione speciale per raccogliere fondi per le famiglie delle vittime che ha riscosso un tale successo da farla entrare per la prima nella Top 10 della Billboard Hot 100 e ottenere l’importante premio Echo.
Nello stesso anno è uscito anche May It Be per la colonna sonora del primo film della saga Il Signore degli Anelli, che le ha portato una nomination all’Oscar.
Alla fine del 2009 la cantante è stata nominata Artista New Age del decennio dalla Billboard.
Nel 2015 è uscito il suo ultimo album Dark Sky Island, che contiene, come di consueto, brani in diverse lingue, tra cui l’inglese, il latino e il loxian, linguaggio fittizio creato da Roma Ryan nel 2005, ispirato dai linguaggi tolkeniani usati da Enya nei brani contenuti nella colonna sonora del film La Compagnia dell’Anello, e utilizzata per la prima volta in due brani del suo album Amarantine.
Enya è un approccio alla musica, alla vocalità, alle tecniche di registrazione. Un’esperienza sensoriale e al contempo “astratta”, che pare scaturire da una dimensione insondabile, fuori dal tempo, dove il fascino ancestrale del folk celtico e la solennità della musica sacra si sposano a un sound elettronico moderno. È un genere musicale a sé, una di quelle geniali invenzioni destinate a rimanere un unicum. Arcana incantatrice, ha impersonato un viaggio onirico e celestiale, eppure sensuale come un rito primitivo, racchiuso in una scintillante scorza hi-tech. Le sue partiture combinano l’austerità della musica classica con il melodismo immediato del pop, le suggestioni della musica sacra e medievale con stratificazioni sonore degne degli inizi dell’elettronica. Il suo contralto angelico, sapientemente corroborato in studio grazie alla tecnica di multivocals, per una sola canzone registra e sovrappone fino a cento voci, raggiungendo il risultato di un coro polifonico degno dei più solenni canti gregoriani.
Schiva e molto riservata, vive arroccata nel suo castello, un vero castello, evitando il contatto con i media e nascondendo la sua privacy.
Enya è una protagonista unica e inconfondibile della musica contemporanea.
0 notes
Text
Entry #2: “In un giorno di pioggia” - Modena City Ramblers
L'Irlanda, il gaelico, il vento glaciale che mi sferzava coltellate in pieno viso e sulle mani, il fiume che tagliava la città in due, i murales colorati sui muri vicini al Temple Bar;
Sono solo alcuni di tutti quei piccoli particolari che mi hanno fatto innamorare di Dublino e che ho ritrovato in una canzone. Nella voce del cantante ho sentito lo stesso amore che provo io per quel paese dal clima imprevedibile, a tratti tetro, ma che è stato casa, anche se per poco tempo.
0 notes
Text
Sergio Borsato - “Tiocfaidh ar là”
Il nuovo singolo estratto dall’ultimo disco di inediti del cantautore veneto

Tiocfaidh ar là è una frase in gaelico che significa "verrà il nostro giorno", riferendosi al giorno in cui l'Irlanda sarà nuovamente unita e libera dall'ingerenza britannica. È diventato lo slogan non ufficiale del movimento repubblicano irlandese.
La frase è stata per la prima volta pronunciata da Bobby Sands, membro della PIRA che fu il primo di dieci detenuti repubblicani a morire durante lo sciopero della fame del 1981 nel Carcere di Maze, nella località di Long Kesh.
Con queste premesse il cantautore veneto continua a dar voce al suo nuovo disco di inediti dal titolo “Liberi e Forti” uscito lo scorso 17 marzo firmato dalla direzione artistica di Massimo Priviero e il featuring del chitarrista Riki Anelli, registrato dall’ingegnere del suono Francesco Matano presso lo Studio Musica per il Cervello.
«La Vita è come una nuvola, arriva, precipita, si dissolve, evapora e ritorna, in un continuo divenire» Sergio Borsato
Dicono del disco:
«Sergio Borsato sposa a pieno un concetto roots e americano di pensare al folk e alla sua narrazione. La parola si fa melodica dentro ampie aperture (anche in minore) e questo per cullare la storia, quella degli uomini, delle loro guerre…Culla di memoria, un atto resistente per la canzone d’autore di oggi… soprattutto di oggi…» BravOnLine
«Un disco di grande folk che all’America deve tutto ma anche un disco di bellissimi ricami melodici di quel suono roots acustico che va vissuto più che ascoltato». ExitWell
«Un disco impegnato, impegnativo, morbidissimo nella quiete delle sue melodie di grandi route americane, origine prima che arriva alla mente sin da un primo ascolto personale». MeiWeb
«La memoria è tutto. Nella memoria c'è la traccia del nostro vivere quotidiano, della nostra storia... e la canzone d'autore alla memoria deve tanta sua tradizione, alla storia così come a quel certo modo partigiano di mantenere in vita tutto questo». SevenNews
Sergio Borsato nasce in Svizzera nel 1962. Figlio di immigrati veneti, trascorre la sua infanzia in parte con i nonni paterni, a Cartigliano - un ridente paesino della campagna veneta alle porte di Bassano del Grappa situato sulle sponde del fiume Brenta - e in una piccola cittadina svizzera vicino a Zurigo. A 6 anni inizia a suonare l'armonica a bocca e a 10 il padre gli regala la prima chitarra, una sei corde spesso a cinque... Pink Floyd, Eagles, America, Crosby e gli italiani De Andrè, Bubola, De Gregori, Guccini, Bertoli, Vasco lo accompagnano. Inizia a scrivere la prime canzoni nel 1978, all'età di 16 anni. A 18 anni inizia a frequentare circoli filologici locali e, a Bassano del Grappa, conosce e frequenta il poeta scomparso Gino Pistorello con il quale inizia un interscambio di idee linguistiche e culturali. Prende coscienza che il Veneto è una lingua di trasferimento e di appartenenza e inizia a scrivere le prime canzoni in coiné Veneta. Collabora con vari gruppi musicali locali e nel 1986-87 si avvicina a gruppi che perseguono finalità autonomiste e indipendentiste ed è in questo ambiente che nascono le prime idee musicali. Borsato riesce comunque a destare l'attenzione degli addetti ai lavori. Nel 1999 inizia il suo primo tour musicale che lo porta in 15 città, pubblicando in seguito l'album "live tour 1999". Nel 2001 con la nuova casa di produzione musicale indipendente Daigo Music Italia srl dà vita al primo grande progetto discografico "La strada bianca". La scelta dei musicisti ricade su nomi di maggior prestigio nazionale ed internazionale quali Andrea Braido alle chitarre (Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Mina, Celentano, etc), Massimo Varini, alle chitarre (Nek, Laura Pausini, etc), Davide Ragazzoni alla batteria (Branduardi), Stefano Olivato al basso (Patty Pravo), oltre ad una serie di musicisti molto bravi tra i quali Marco Fanton (chitarre) e Alessandro Chiarelli (violino). Nel 2003 Sony Music Italia, ascoltato l'album, avvicina l'artista e decide di distribuirlo in tutta Italia e all'estero con un contratto in esclusiva: Germania, Svizzera, Francia, Stati Uniti, etc. L'album, che desta molto interesse anche da parte della stampa internazionale, viene recensito tra l'altro su America Oggi, il piú importante quotidiano americano dedicato agli italiani all'estero, oltre che su varie testate nazionali. Rai 2, nel settembre 2004, lo vuole come ospite al Follia Rotolante Tour, nella tappa di Lido degli Estensi. Il primo singolo dell'album "La strada bianca" viene programmato da numerose emittenti radiofoniche italiane. Nel 2008 è fra gli autori “Freedom” programma di Rai 2 interamente dedicato alla musica, in onda in seconda serata. Nel 2022, dopo circa 15 anni di pausa, Borsato ritorna con un nuovo singolo, “La bambina di Kiev”, mentre il 2023 è iniziato con la pubblicazione di “BIRKENAU - Unter dem blau”, di “Liberi e forti” title track del nuovo album uscito lo scorso 17 marzo e di “Tiocfaidh ar là” in diffusione radiofonica dal 9 giugno 2023.
Etichetta: Multiforce
Facebook: https://www.facebook.com/sergio.borsato/
Instagram: https://www.instagram.com/sergioborsatoofficial/
Sito Web: www.sergioborsato.com
l’altoparlante - comunicazione musicale
www.laltoparlante.it
0 notes
Text
L’hurling è senza dubbio uno degli sport più popolari in Irlanda. Le sue origini celtiche e il suo carattere esclusivamente ‘irish’ lo rendono motivo di orgoglio per gli abitanti dell’isola.
Kilkenny è la contea più titolata del paese e il successo di questa disciplina nella cittadina a sud-est dell’Irlanda è innegabile. Proprio nel centro della graziosa città medievale, a Canal Square, è stata eretta nel maggio 2016 come omaggio allo sport gaelico per eccellenza, una scultura in pietra calcarea dell’artista irlandese Barry Wrafter raffigurante tre giocatori in lotta per il possesso della palla. Il fiume Nore e il suggestivo Kilkenny Castle presenti sullo sfondo, sono il valore aggiunto per questa scultura che sta diventando un'attrazione a tutto gli effetti. 🇮🇪🚶♂️🏑
© Irish tales from Rome
3 notes
·
View notes
Text
Lago Maggiore Folk Fest 2023 a Baveno

Dal 16 al 18 giugno a Villa Fedora di Baveno, sul Lago Maggiore, si terrà il Lago Maggiore Folk Fest 2023, davvero imperdibile per gli amanti della musica folk e celtica. Venerdì 16 alle 20.30 la serata d’apertura della kermesse accoglierà il grande ritorno sulle rive del Lago Maggiore di Davide Van De Sfroos che, dopo la pubblicazione in doppio vinile e digitale di Davide Van De Sfroos – Live 2022, torna in concerto con “Live Estate 2023”, una serie di appuntamenti per l’Italia e la Svizzera. Ci sarà una scaletta ripensata per questo tour, prodotto e organizzato da MyNina, dove, oltre ai successi e ad alcuni brani del disco Maader Folk, si aggiungono canzoni che mancavano da parecchio tempo nel repertorio live del cantautore. Sul palco ci saranno anche i musicisti Angapiemage Galiano Persico (violino, mandolino, tamburello, cori), Daniele Caldarini (tastiere, chitarra acustica), Paolo Cazzaniga (chitarra elettrica e acustica, cori), Silvio Centamore (batteria, percussioni), Andrea Cusmano (trombone, plettri, chitarra, flauti dritti, fisarmonica, tastiere, cori) e Matteo Luraghi (basso). Van De Sfroos verrà preceduto dai Gadan, gruppo che comprende 4 musicisti esperti e già largamente conosciuti nella scena irish-rock italiana, ricchi di anni di frequentazioni dei maggiori festival europei e americani di folk tradizionale e contaminato. Ad esibirsi sulle note musicali ci sarà il corpo di ballo Gens d’Ys, che fin dal 1993 è sinonimo di danza irlandese in Italia, con all’attivo 34 sedi in 30 città italiane e gode da anni del patrocinio dell’Ambasciata Irlandese in Italia, di diversi Ministeri succedutisi negli anni e, dal 2011, di quello dell’Ente Nazionale del Turismo Irlandese, di cui è Testimonial Ufficiale. Sabato 17 giugno alle 20.30 ci sarà il cantautore Lorenzo Monguzzi con il gruppo Folkmiseria con un’esibizione tra musica e spettacolo che, prendendo spunto da una passione per il dialetto adatta alcune tra le canzoni più conosciute del panorama musicale rock americano, oltre alla presenza di musiche e brani inediti. Il concerto sarà preceduto dall’esibizione degli Ogam, formazione marchigiana con all’attivo due produzioni discografiche Li Ma To (1993) dedicata al percorso del grande gesuita maceratese Matteo Ricci e Il regno della Sibilla (2001) ispirata alle leggende dei Monti Sibillini. Domenica 18 giugno alle 11.30 ci sarà la musica dei Talamh, un progetto che unisce tutta l’esperienza sui palchi internazionali di Caterina Delphine Sangineto (voce e arpa) e Davide Bonacina (chitarra, tin whistle), punto di riferimento del circuito irlandese italiano, con uno dei giovani astri nascenti italiani del violino Irish, Joan Gatti. Il repertorio si snoda da ballate dell’Isola Smeraldo fino a set strumentali, dalle suggestioni dell’arpa fino al suono del gaelico scozzese. Dalle 14 si aprirà il Balfolk Afternoon e sul palco si alterneranno i Ponente Folk Legacy, nati nell’autunno del 2018 dall’incontro di 3 musicisti liguri da anni impegnati nell’ambito della musica folk e tradizionali, i Tribot, che racchiude al suo interno l’esperienza che i suoi componenti hanno accumulato nel mondo del folk e balfolk, e il Jason O’Rourke Trio, del maestro suonatore di concertina di Belfast che torna in Italia per presentare l’ottavo album The Sunny Slide of the Latch, con dieci tracce ispirate allo stile tradizionale irlandese. A chiusura dell’edizione 2023 del Lago Maggiore Folk Fest ci saranno i Bards From Yesterday gruppo che si conferma come una delle band più preparate della scena italiana, ideatori di uno spettacolo unico portato su più di 400 palchi di club e festival internazionali. Read the full article
0 notes