#frasi dal web
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Impalpabili volteggiano nell'aria profumando di Primavera..cadute distrattamente da chissà dove, smarrite nel tempo..
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Se so cos’è l’amore, è grazie a te.
Herman Hesse
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A 37 GRADI SI LAMENTANO TUTTI...
A 90° NO!
MA COM'È STA COSA?
-Dal Web-
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Una sera un anziano capo Cherokee raccontò al nipote la battaglia che avviene dentro di noi.
Gli disse la battaglia è tra due lupi che vivono dentro di noi.
Uno è infelicità,paura preoccupazione gelosia dispiacere autocommiserazione, rancore senso di inferiorità .
L'altro è felicità, amore,speranza serenità,gentilezza ,
generosità, sincerità, compassione
...il piccolo ci pensò un minuto e chiese " quale lupo vince"?
L' anziano Cherokee rispose semplicemente " quello a cui dai da mangiare"
Detto indiano.
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I sentimenti sono tanti, ma sono sempre più rare le persone e le situazioni che li fanno accendere.
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La bellezza nasce con te💙
@lovepills-sonoconsigliperte
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CIABATTE VOLANTI
Sono un quasi ciquantenne, dico oplà quando mi alzo dal divano e ho un'idiosincrasia: tra le abitudini dei miei coetanei che meno sopporto c'è il vanto per la severità di genitori che facevano rispettare le regole a suon di sberle.
Questa tendenza si manifesta sui social network ogni volta che il tema della discussione è la presunta mollezza dei giovani di oggi.
Si parla di giovani schifiltosi di fronte a diverse categorie di cibo?
Spuntano frasi come "mia padre quando rifiutavo la minestra mi dava una sberla", "mi sculacciavano ogni volta che provavo a non mangiare i broccoli". Ma soprattutto vedo dappertutto un famigerato mito dei bei tempi andati (si fa per dire), e cioè la madre che lancia una ciabatta.
La ciabatta volante che chiudeva ogni discussione, indicata come simbolo di un'era inspiegabilmente rimpianta in cui le regole venivano fatte rispettare con la forza, è un tormentone del web, un cliché, il tema di innumerevoli meme. Ovviamente il corollario è: "Io sì che sono una persona cresciuta bene, con valori sani, mica come questi giovani corrotti. Ed è stato grazie alle ciabatte volanti".
Ecco, di fronte a tutto questo voglio solo dire che picchiare i figli è una cosa orribile. Fa schifo e basta.
Io ve la buco questa nostalgia acritica dei bei tempi andati, che tanto belli non erano, in cui le ciabatte volavano. [L'Ideota]
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C’era una volta una gara di ranocchi. L’obiettivo era arrivare in cima a una grande torre. Si radunò molta gente per assistervi e fare il tifo per loro. Cominciò la gara. In realtà, la gente probabilmente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima, e tutto quello che si ascoltava erano frasi tipo: “Che pena!! Non ce la faranno mai!”
I ranocchi cominciarono a desistere, tranne uno che continuava a cercare di raggiungere la cima e la gente continuava: “… Che pena !!! Non ce la faranno mai!…” E i ranocchi si stavano dando per vinti tranne il solito ranocchio testardo che continuava ad insistere.
Alla fine, tutti desistettero tranne quel ranocchio che, solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine la cima. Gli altri volevano sapere come avesse fatto.
Uno degli altri ranocchi si avvicinò per chiedergli come avesse fatto a concludere la prova. E scoprirono che… era sordo!
Non ascoltare le persone con la pessima abitudine di essere negative… derubano le migliori speranze del tuo cuore! Ricorda sempre il potere che hanno le parole che ascolti o leggi. Per cui, preoccupati di essere sempre positivo!
(dal web) ******************** Once upon a time there was a frog race. The goal was to get to the top of a large tower. Many people gathered to watch and cheer them on. The race began. In reality, people probably didn't believe it was possible for the frogs to reach the top, and all they heard were phrases like: “How sad!! They will never make it!”
The frogs began to give up, except for one who continued to try to reach the top and the people continued: "... How sad!!! They will never make it!..." And the frogs were giving up except the usual stubborn frog who continued to insist.
In the end, everyone gave up except that frog who, alone and with great effort, finally reached the top. The others wanted to know how he did it.
One of the other frogs approached him to ask him how he managed to finish the test. And they discovered that… he was deaf!
Don't listen to people with the bad habit of being negative... they rob your heart's best hopes! Always remember the power that words have listen or read. So, make sure you always stay positive!
(from the web)
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Ci sente spesso molto lontani dal nostro centro. La vita spesso col suo vivere lo sposta continuamente. E' un po' come essere su di una barca che poggia su di un ipotetico mare e accade spesso di sentirci in balia di qualcosa di più grande che può all'improvviso mutare i nostri destini, scombinarli, talvolta migliorarli, ma altre volte può pure distruggerci, scombinarci, dissestarci, farci uscire dal nostro centro. Ci troviamo ad osservare, a controllare, ad ascoltare tutto quello che accade attorno a noi. Una scuola di pensiero ci difende, o perlomeno sembra farlo, assumendo il controllo di noi stessi con un riflesso logico, non complicato, del tutto razionale. La mente, guai se non ci fosse per tanti versi, viene metabolizzata dal nostro cuore. Funzioniamo come un sistema di allarme che difende la nostra banca centrale. Siamo così arroccati in questo nostro congegno di difesa proprio perché avvertiamo pericolo. Ci permettiamo degli ambiti in cui scegliere con cui comunicare ed estromettiamo altri. Vorremmo conoscere qualcuno e troviamo le porte chiuse. Altre volte ci accorgiamo che siamo incuriositi da chi è troppo popolare e quindi è per noi inarrivabile. Troviamo dei muri, spesso invalicabili. Vivere dovrebbe essere semplice ed invece diventa molto complicato. Quando la tecnologia non era così affermata, stranamente, tutto era molto più naturale, molto più ricco di espressività, molto più diretto nel suo applicarsi nei contatti umani di ogni giorno. Oggi il nostro centro è il nostro cellulare. La totalità ne ha almeno uno che tiene sempre nelle mani. E' il nostro totem e non possiamo prescindere da esso. In qualunque momento possiamo raggiungere chi vogliamo. Come potremmo immaginare che le persone soffrano di solitudine? Come potremmo immaginare le relazioni affettive siano così spesso non durature? Eppure mai come in questo tempo siamo così infelici, o perlomeno andiamo ad intermittenze di periodi buoni che alterniamo ad altri meno buoni. Siamo nell'epoca dei grandi ipotetici scrittori. Le librerie sono troppo piene di libri. Ma siamo pure nell'epoca dei grandi imitatori, di coloro che per rappresentare loro stessi scelgono poeti, filosofi, testi di canzoni, frasi prese al rinfusa dal web. In pochi portano loro stessi e sono ammirevoli, coraggiosi; si mettono in gioco continuamente, anche col rischio di essere giudicati. Alcuni vivono su isole in cui sono lasciati a loro stessi ed anche se sono tra noi, è come se non esistessero: eppure sono così belli! I grandi numeri sono lontani da quella popolarità che cercano e che pensiamo che sia così importante. Essere nei piccoli numeri ha una grande qualità. Un quadro di un bravissimo autore non è stato ancora recensito ed ogni giorno, senza esporre, continua a dipingere nuove opere. Gli basta creare e non vuole commercializzare. Gli basta quella sua rara bellezza creativa!
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"La vanità è così radicata nel cuore dell'uomo, che ciascuno di noi vuole essere ammirato, perfino me che scrivo queste parole, e voi che le leggete"
Blaise Pascal
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🇺🇸 BIDEN DELIRA DURANTE IL DISCORSO E LO STAFF GLI SPEGNE IL MICROFONO
Nonostante ci abbia ormai abituati a gaffe di ogni genere, il Presidente USA Joe Biden ha sconcertato tutti durante la sua conferenza stampa ad Hanoi in Vietnam. Visibilmente stanco e disorientato, ha prima dichiarato di voler “andare a letto”, poi ha chiamato “Terzo mondo” l’emisfero Sud e infine è stato bruscamente interrotto dal suo staff mentre pronunciava frasi confuse e quasi senza senso. (Fonte: Byoblu)
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Giorgio Bianchi
E continuano a sostenere che è Biden a comandare in USA
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Io sono fatta così.
Un giorno rido e l'altro piango.
Non sono sempre affettuosa, non abbraccio le persone senza motivo, non dico frasi sdolcinate, mi incazzo per nulla. Non mi faccio sentire ogni minuto.
Sono alle volte acida e molto str@nza se mi si ferisce e mi capita alle volte che odio tutti e vi ho sui c@gli@ni.
Eppure ogni parola che dico è piena di significato, ogni piccola cosa per me ha un senso e sono quel tipo di donna che nella sua follia o si ama o si odia.
Perchè tutto ciò che faccio, lo faccio con il cuore per chi merita e non lo faccio per tutti...
~(web)~
Art. dal web
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Jenny Holzer e la Word Art
Jenny Holzer, artista annoverata tra le 100 persone più influenti del 2024 per la rivista Time, è una importante esponente dell’arte neo-concettuale e pubblica.
Appartiene al ramo femminista di una generazione di artisti e artiste emersa intorno al 1980, alla ricerca di nuovi modi espressivi e narrativi.
Tra le sue opere più suggestive si ricordano la gigantesca scritta luminosa a Times Square Protect Me From What I Want e la scritta monumentale sopra il famoso casino Caesar’s Palace di Las Vegas, Money Creates Taste.
L’obiettivo principale del suo lavoro è la trasmissione di parole e idee negli spazi pubblici.
La sua arte è politica e tratta temi come violenza, oppressione, sessismo, potere, guerra e morte, provando a fare luce su vicende e argomenti che si vogliono silenziare o oscurare.
È stata un’esponente del Colab, Collaborative Projects, gruppo artistico nato alla fine degli anni Settanta, che propugnava una forma di attivismo culturale collettivo.
Le parole sono alla base dei suoi atti creativi. I suoi testi brevi sono presentati su tabelloni elettronici, stampati su poster e magliette, incisi su panchine di pietra, pavimenti di marmo e sarcofagi di granito, fusi in targhe di bronzo o d’argento. Le sue scritte sono state proiettate su facciate di edifici, versanti montuosi e superfici acquee.
Nata a Gallipolis, Ohio, il 29 luglio 1950, ha studiato arte alla Duke University di Durham, poi pittura, incisione e disegno all’Università di Chicago prima di laurearsi alla Ohio University. Trasferitasi a New York nel 1976, si è unita al programma di studi indipendenti del Whitney Museum. Lì ha iniziato a lavorare con le parole e il linguaggio, rendendoli parte delle sue opere.
La sua prima opera narrativa è stata Truism (1977-79), brevi enunciati su quotidianità, potere, guerra, giustizia, rapporti umani, stampati su fogli distribuiti e affissi in forma anonima per la città in un contesto di disordine finanziario e degrado. Gli anni di Reagan che seguirono hanno dato origine a un lavoro critico e analitico rivolto al potere istituzionale.
Ha iniziato a inserire i suoi testi su cartelli elettronici all’inizio degli anni Ottanta, che spesso scorrevano troppo velocemente, creando un sovraccarico sensoriale.
Nel giugno del 1980 ha partecipato, col Colab, al Times Square Show, maestosa mostra collettiva a cielo aperto della durata di un’intero mese. Un vero e proprio forum per lo scambio di idee e un catalizzatore per esplorare nuove direzioni politico-artistiche.
Le sue opere e i suoi progetti sono stati esposti in sedi prestigiose di tutto il mondo come il Guggenheim, il MoMA e il Whitney di New York; il Centre Pompidou di Parigi; l’Oslo Museum of Contemporary Art e la Neue Nationalgalerie di Berlino.
Nel 1990 ha rappresentato gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia e vinto il Leone d’Oro per l’installazione Mother and Child.
Tre anni dopo, ha pubblicato la discussa serie Lustmord, per denunciare stupri e omicidi durante la guerra in Bosnia.
Dal 2010 il suo lavoro si è concentrato sui documenti governativi riguardanti l’Iraq e il Medio Oriente. Una grande opera al LED ha presentato estratti dei verbali degli interrogatori dei soldati americani accusati di aver commesso violazioni dei diritti umani e crimini di guerra durante la guerra in Iraq.
Insignita di numerosi premi internazionali, nel 1996 ha ricevuto il premio Crystal del World Economic Forum, nel 2000 il Berlin Prize Fellowship, il National Art Awards nel 2011 e l’Innovator Awards nel 2022.
Nel 1995 ha realizzato il suo primo progetto interattivo per il web, rendendo modificabili alcuni dei suoi più noti Truism.
L’approdo più recente della sua ricerca artistica è costituito dalle proiezioni allo xeno, presentate per la prima volta a Firenze nel 1996. In queste opere le frasi luminose formano lunghi testi che scorrono sulle superfici urbane, assumendo inediti connotati di grande suggestione visiva.
Nel 2018, un estratto dell’opera Inflammatory Essays (1979-1982) è stato stampato su una carta cucita sul retro del vestito che la cantautrice neozelandese Lorde ha indossato ai Grammy. Il testo diceva: “Rallegrati! I nostri tempi sono intollerabili. Coraggio, perché il peggio è un presagio del meglio. Solo circostanze terribili possono accelerare il rovesciamento degli oppressori. I vecchi e i corrotti devono essere distrutti prima che i giusti possano trionfare. La contraddizione sarà accentuata. La resa dei conti sarà accelerata dalla messa in scena dei disordini seminali. L’apocalisse fiorirà”.
Fino alla fine di settembre 2024, al Guggenheim Museum è possibile visitare la sua personale Light Line, rivisitazione della storica opera d’arte del 1989 installata nello stesso museo. L’insegna LED, che lampeggia mentre cambia colore, carattere ed effetti speciali, era stata. ai tempi, la più lunga del mondo (163 metri) ed è considerata un capolavoro della word art.
Nel corso degli anni, il suo linguaggio è cambiato seguendo il corso del tempo e della storia, facendosi più politico, più cupo, più intenso e in altri casi più intimo e personale. Da I Cannot Breath, a Destroy Superabundance fino a I Smell You On My Skin.
La sua arte, provocatoria, di forte impatto e altamente comunicativa, l’ha resa una delle artiste più importanti della post-modernità.
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Chiara Ferragni senza sorriso: «Giorno per giorno. Un po' meglio di ieri». Cosa ha rivelato su Instagram «Giorno per giorno. Un po' meglio di ieri». Chiara Ferragni con un post pubblicato sul suo profilo Instagram inverte la rotta tracciata e confermata a Che tempo che Fa annunciando la volontà di raccontare «up and down» e di vivere ogni giorno con maggiore consapevolezza e serenità, senza nascondersi dietro a finti sorrisi. Pandoro-gate, guai giudiziari, le crociate con il Codacons, l'odio social e la crisi matrimoniale con Fedez. Oggi Chiara vuole voltare pagina. L'imprenditrice digitale ha infatti pubblicato una serie di foto, sul suo account social, dove si ritrae da sola (in alcune si mostra riflessiva e pensierosa in altre invece è sorridente). Numerosi sono stati i commenti dei follower a corredo del post Instagram che Chiara Ferragni ha pubblicato su Instagram. Chiara Ferragni e la foto Mentre Fedez rievoca l'amore e la passione per la musica, Chiara Ferragni nel periodo più delicato della sua vita, dopo mesi di mezze parole e frasi sibilline, sta cercando di guadagnarsi nuovamente la fiducia dei suoi follower. Poche ore fa, l'imprenditrice digitale con un messaggio ermetico ha cercato di spiegare a parole la sua voglia di andare avanti. «Giorno per giorno». Sono queste le parole che Chiara ha scritto a corredo del post Instagram. I fan e le persone a lei care naturalmente non hanno potuto fare a meno di mostrare il loro sostegno anche sul web. «Side by side», ha commentato la sorella Valentina Ferragni. «Si legge nei tuoi occhi che stai passando un brutto periodo ma devi essere forte perché hai due bimbi che meritano altri occhi da guardare», ha commentato l'ex gieffino Ciro Petrone. E lei ha risposto con un cuore celeste. «Chiara starai di nuovo bene», ha commentato una fan. E l'imprenditrice digitale: «Lo spero davvero». Poco dopo è arrivata una curiosità di un follower di Chiara Ferragni. «Ora che rispondi di più lo fai perché sei cambiata davvero oppure è una tattica?». L'imprenditrice digitale non ci ha pensato due volte a rispondere: «Ho spesso risposto in dm ed anche qui nei commenti. Ora cercherò di farlo anche di più», con l'aggiunta di un cuore. Dal commento social, Chiara Ferragni non si è mostrata infastitida. Anzi. Quale sarà la sua prossima mossa?
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