#foto di scena
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omarfor-orchestra · 2 years ago
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Comunque secondo me loro non mettono niente perché hanno letto il contratto per 3 ore con l'avvocato affianco e c'è scritto che non possono. Alessandro e Claudia ormai vedono solo lo stipendio e firmano
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fiorellosupremacy · 11 months ago
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Nella spasmodica attesa della scena con NicoMau truccato da Luca Marinelli in noi siamo leggenda
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untuffonelpassato · 9 days ago
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Io non la penso come nessuno, difatti mi tengo tutti ben distanti da me, non mi occorre chi la pensa come gli altri per sentirsi meno solo.
Quest’applicazione ha lo stesso concetto di Threads, Instagram e snapchat.
Più ti fai vedere, più sei provocante, più attiri il marcio umano che ha contribuito alla rovina di tanti ragazzi, i quali pensavano di poter diventare chissà chi, per via dei seguaci, per la marea di “attenzioni passeggere” che ad alcuni bastano per sentirsi apprezzati, dunque dal nulla più totale, ma non è tanto questo, il fatto è che quando chiudi il telefono tu non esisti più, ognuno ha la sua vita, di merda o bella che sia, ha la sua, quindi appena hai un momento no, crolli, e capisci che non sei mai stato in pace con te stesso/a.
Metti da parte le tipelle che provocano con le loro foto in intimo, quelli che a loro volta commentano per puro sfizio personale, poiché passeranno successivamente a commentare da una tipa all’altra, togli anche i tipelli che postano foto delle proprie vene o del loro fisico scolpito, o ancor di più togli chi scambia questo tipo di social per uno psicologo astratto…dimmi, che cosa rimarrebbe?
Tu qui come su qualsiasi altro social, sei il nulla, come lo sono io, come lo è chi sta leggendo.
Dunque chi siete al di fuori di tutta questa messa in scena?
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anchesetuttinoino · 4 months ago
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Guardate le foto delle manifestazioni "anti-razziste", come le chiamano i media, andate in scena nel Regno Unito: non c'è una sola Union Jack.
Ci sono solo due categorie di persone: chi non si riconosce nella nazione e chi non riconosce il concetto stesso di nazione.
Non finirà bene.
Matteo Brandi
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benzedrina · 5 months ago
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Una volta su vinted una tizia mi chiese le misure precise di un paio di levis, le mandai le misure, lei mi mi rispose con una foto in mutande e poi "secondo te mi stanno?", dissi grazie per la foto e risposi "si, penso di sì". Mi comprò i jeans a prezzo pieno, mi lasciò 5 stelle e non mi fece sapere se effettivamente le andassero bene.
Recentemente invece ho trattato per una polo diadora (mi sa), la tizia mi rifiuta l'offerta, le scrivo "dai ho deciso a 32 anni di mettermi le polo, vienimi incontro", mi mandò una risata e mi fece la mia stessa offerta. Aperto il pacco ho trovato una bustina di orsetti gommosi e un biglietto con scritto "grazie, sei stato simpatico". Lascio la recensione, lei mi contatta e mi chiede una foto in polo. Mando la foto con un po' di viso che non si sa mai, nessuna risposta.
Vinted è un posto random, un po' come quando racconto quello che mi succede. Eventi randomici che vanno per strade diverse. A volte penso alla teoria di Past Lives in cui nelle vite passate ci siamo trovati e forse amati, e a questo susseguirsi di vite in cui ci si trova continuamente. È un bel concetto, un po' estraneo alla nostra cultura ma a modo suo magico. Poi ripenso a un concetto mio che ho visto e sentito molte volte, cioè quella sensazione, quando c'è molta chimica, che se fosse stato un tempo e un momento diverso, ma all'interno di questa stessa vita, avremmo avuto una relazione (l'amore può nascere comunque). Non saprei come definirlo, non sono delle sliding doors, non è una nostalgia per qualcosa che non hai vissuto, non è neanche immaginare una vita che non hai e non avrai, è proprio un sentire questa cosa e andare avanti lo stesso perché questa comunque è una vita, e se non stiamo insieme è perché è andata così. Una volta ho provato a spiegarlo e mi hanno risposto che sono cinico, boh, io mi sentivo superficiale. Intorno a me molti pensano a come sarebbe andata, a come andrebbe, a un sacco di scenari diversi, a impersonare sé stessi in altre situazioni e io ripenso alla scena in cui Zalone dice "ma mang sta mozzarell" (sole a catinelle probabilmente), che è un po' un mantra di vita.
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libriaco · 4 months ago
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I battuti
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Scrive l'autore nella sua prefazione:
If any city in American deserves the title of home of the Beat Generation, it is San Francisco. Although New York can rightly boast to be the birthplace of the Beats, the literary group came to maturity and national prominence in this most beautiful city by the bay. In the 1950s San Francisco was a magnet attracting inventive writers, artists, and thinkers during the conservative postwar years. Intellectual freedom blossomed with the publication and trial of “Howl” and by the 1960s, San Francisco was the destination of choice for a new generation of radical innovators.
La foto di copertina, di Larry Keenan, scattata davanti al City Lights Bookstore, è del 1965 e comparve anche sulla copertina del numero tre del City Lights Journal che uscì con data 1° gennaio 1966. Lawrence (aka Lorenzo) Ferlinghetti voleva documentare la scena Beat di San Francisco con lo stesso spirito delle classiche foto degli artisti e scrittori bohémien di Parigi agli inizi del '900. I Beat: fila in basso da sinistra a destra: Robert LaVigne, Shig Murao, Larry Fagin, Leland Meyezove (sdraiato), Lew Welch, Peter Orlovsky. Seconda fila: David Meltzer, Michael McClure, Allen Ginsberg, Daniel Langton, Steve (?), Richard Brautigan, Gary Goodrow (a metà). Dietro: Stella Levy e Lawrence Ferlinghetti che col suo ombrello della casa editrice City Lights Books protegge tutto il gruppo.
B. Morgan, The beat generation in San Francisco. A literary tour, San Francisco, City Lights Books, 2003
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bicheco · 3 months ago
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L'essere umano
Immagino questa scena:
Freud torna in vita e qualcuno gli spiega che al giorno d'oggi esistono persone le quali acquistano foto di piedi femminili al costo di dieci euro l'una.
Freud prima chiede a quanto corrisponda un euro rispetto alla valuta del suo tempo, e poi si suicida.
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yama-bato · 1 year ago
Photo
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Adolphe Appia, (1862-1928)
Bozzetto di Appia per la scena del secondo atto di Orfeo e Euridice al Festspielhaus di Hellerau. Foto Frédéric Boissonnas, Ginevra 1912.
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francescosatanassi · 6 months ago
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PROPRIO PER QUESTO
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E così a Forlì ci aspettano altri cinque anni di disagio. Mi sono chiesto come abbiano fatto i forlivesi a dimenticare tutti i danni fatti da questa amministrazione, poi ho ampliato lo sguardo e ho capito che non è proprio così, non hanno dimenticato le ordinanze repressive, la militarizzazione del centro, le multe per colpire i migranti, l'atteggiamento razzista, sessista e fascista che hanno avvolto la città per cinque lunghi anni, ma hanno ri-votato Zattini proprio per questo. In fondo, siamo il Paese che sostiene e finanzia un genocidio, dove chi lotta per il proprio futuro viene pestato a sangue e chi glorifica la X° MAS prende mezzo milione di voti. Piaccia o non piaccia, siamo il Paese che ha inventato il fascismo e che ha scelto di non liberarsene.
[foto: la scena più imbarazzante e irrispettosa andata in scena negli ultimi mesi, mentre dalla piazza urlavamo per chiedere un incontro, mai avvenuto, tra Comune e alluvionatx, al piano superiore, sindaco e vice, regalavano piadine alla premier. Guardate le loro facce]
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fioredialabastro · 6 months ago
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1, 45 🌹
Buongiorno 🌹 grazie per avermi posto queste domande! ✨
1. Libro preferito? 📚
Risposta molto difficile da dare, ma questo è un gioco, perciò alla fine ho fatto la mia scelta: la saga di "Piccole Donne" di Louisa May Alcott, pubblicata dal 1868 al 1886 in quattro volumi: "Piccole donne", "Piccole donne crescono", "Piccoli uomini", "I ragazzi di Jo".
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La storia è semplice, i personaggi sono ben sviluppati ed è tutto lineare: nessun colpo di scena, conflitto tra buoni e cattivi, né avventura. Intriso di moralità americana, è un inno alla bellezza del quotidiano e un invito a rendere il mondo un posto migliore attraverso i nostri doni e le nostre scelte, ma anche un vero e proprio manifesto femminista, che utilizza le vicende di una normale famiglia per fornire un esempio concreto di società paritaria, giusta, in cui uomini e donne crescono insieme e lavorano in squadra per raggiungere un fine comune, più nobile, oltre il genere e il ceto di appartenenza: la felicità e la libertà di trovare la propria strada, rimanendo sempre fedeli a sé stessi.
Obiettivamente parlando, a parte la trama e i valori morali che amo e condivido, dal punto di vista dello spessore psicologico dei personaggi sono stati scritti libri più avvincenti, con elementi chiaroscuri, tormenti, mille sfaccettature. Perché allora ho scelto quest'opera?
Perché, al di là dei punti di forza e debolezza sopradescritti, mai nella mia vita da lettrice mi era capitato di trovare il mio alter ego letterario, finché non mi sono imbattuta in Jo March. A parte alcune differenze nell'aspetto fisico, infatti, nell'anima siamo praticamente identiche. Ricordo che man mano che leggevo inviavo le foto delle parti in cui lei era emotivamente coinvolta al mio migliore amico, il quale, senza che lo condizionassi, confermava ogni nostra somiglianza e aveva i brividi, come me. In generale, anche familiari e amici più cari si sono trovati sulla stessa linea di pensiero. Sono quindi legata a quest'opera ad un livello molto più profondo degli altri e non è qualcosa che capita così soventemente. Credo sia un fatto straordinario. ✨
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45. Quale personaggio Disney pensi di essere? 🏰
Quando ero bambina pensavo di essere Ariel, ma ora che sono una donna adulta credo di essere un'unione di Belle e Mulan.
Come Belle, amo leggere e sognare, rimango fedele a me stessa senza scendere a compromessi, anche a costo di rimanere sola; sono gentile, dolce, sorridente e generosa con tutti ma apro il mio cuore solo a pochi eletti; inoltre, vado sempre oltre l'apparenza delle situazioni e delle persone, risultando "troppo buona" agli occhi degli altri, anche se, a mio avviso, avere l'intelligenza emotiva e l'empatia elevate è una grande ricchezza. 🌹
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Come Mulan, ho un forte senso del dovere, tanto da essere molto severa con me stessa; sono goffa e imbranata, ma anche determinata, coraggiosa e pronta a combattere per i miei obiettivi e valori, più con i fatti che con le parole. Ancora non so se il mio riflesso sia uguale a me, credo sia un interrogativo da porsi ogni giorno, dinanzi alle scelte grandi e piccole. Infine, "Il fiore che sboccia nelle avversità è il più raro e bello di tutti" è uno dei miei incoraggiamenti preferiti, perché mi ci sono sempre ritrovata. 🌸
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mezzopieno-news · 10 months ago
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NASCE LA BANCA DATI CHE SALVA I DIALETTI ITALIANI
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Per non perdere i dialetti, un tesoro nazionale ancora radicato in Italia ma a rischio di estinzione, è nata la più grande banca dati digitale dedicata allo studio, alla documentazione e alla ricerca sui dialetti e le lingue minoritarie parlate nelle regioni del Nord Italia.
Una raccolta di migliaia di registrazioni audio in 18 dialetti e lingue minoritarie, registrata dalle persone comuni, nelle scuole e attraverso il sistema del crowdsourcing che incoraggia la partecipazione attiva dei residenti nei territori. Il progetto “AlpiLinK – Lingue Alpine in contatto” coinvolge cinque università italiane: Torino, Valle d’Aosta, Verona, Trento e Bolzano.
Sono 201mila le registrazioni raccolte nel primo mese, dal 31 dicembre 2023, grazie al contributo di 1731 persone. L’obiettivo è dare un contributo significativo alla conoscenza dei dialetti e sperimentare un nuovo modello partecipativo di ricerca che si basa sul coinvolgimento dal basso. “Tutte le persone che parlano un dialetto possono infatti contribuire direttamente alla ricerca attraverso il sito di AlpiLinK partecipando in pochi minuti all’audio-sondaggio dedicato in cui viene proposto all’utente di utilizzare il proprio dialetto o la propria lingua per descrivere cosa accade in una scena o per tradurre le frasi o parole indicate”. Le varietà linguistiche interessate dal progetto sono friulano, veneto, trentino, ladino, lombardo, piemontese, francoprovenzale, occitano, walser, cimbro, mòcheno, sappadino, saurano, timavese, tirolese, resiano, tedesco e sloveno della Val Canale. I dati raccolti sono elaborati e catalogati da 26 ricercatori degli atenei coinvolti nel progetto e resi accessibili in modo gratuito online.
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Fonte: AlpiLink; foto di Ron Lach
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bangtanitalianchannel · 8 months ago
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[TRAD ITA] 240411 TWEET DI BTS OFFICIAL:
"<HOPE ON THE STREET> Foto Ufficiali EP.5
j-hope è andato a New York per incontrare un ballerino di hip-hop di prima generazione!🙋‍♂️
Andiamo insieme sulla scena 'Hip-hop'!
📺 EP.5 ORA su @PrimeVideo & @tvingdotcom
#HOPE_ON_THE_STREET #jhope"
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©Giuls)
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anchesetuttinoino · 4 months ago
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Confermando che l'arrampicata sugli specchi può essere considerata disciplina olimpica, nelle ultime ore il CIO, Comitato Olimpico Internazionale, ha fatto rimuovere dai social migliaia di foto e video della cerimonia di apertura (che avevano suscitato reazioni tutt'altro che favorevoli, specie sul Grande Puffo arcobaleno) appellandosi alla mai banale "difesa del copyright".
Tra i profili colpiti (e ammoniti con tanto di ramanzina sull'importanza del diritto d'autore) ci sono ovviamente i nostri ma, colpo di scena, i video integrali dello spettacolo messo in scena sulla Senna sono spariti anche dai canali ufficiali del CIO! Dunque, a meno che il Comitato Olimpico Internazionale non abbia i diritti sulle immagini della cerimonia d'apertura delle Olimpiadi (cosa che è evidentemente inverosimile), l'obiettivo di tutta questa manovra è quello di cercare (goffamente) di rimuovere un evento dalla memoria collettiva di tutta l'umanità.
Tantissimi hanno capito da un pezzo che ci troviamo nell'era della post-verità, l'era in cui il potere ambisce a controllare non soltanto il presente e il futuro ma anche il passato. Quello che è meno chiaro, e che val la pena sottolineare, è che con dei cialtroni del genere al potere questa fase storica non è tragica ma tragicomica. E merita la medaglia d'oro soltanto in una disciplina: lo squallore.
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wolfman75 · 7 months ago
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Richard Ramirez, all'anagrafe Ricardo Leyva Muñoz Ramírez (El Paso, 29 febbraio 1960 – Greenbae, 7 giugno 2013), è stato un serial killer statunitense.
Soprannominato dai media "Night Stalker", il cacciatore della notte, uccise almeno 16 persone dal 10 aprile 1984 al 24 agosto 1985.
Il 31 agosto 1985 è stato catturato ed affidato nelle mani della giustizia. È stato condannato nel 1989 alla camera a gas per 41 crimini, tra cui 16 omicidi. La sua esecuzione doveva avvenire tramite gas letale nell'estate 2006, ma la Corte suprema nel 2007 ha accolto l'ultimo appello di Ramirez, facendo slittare l'esecuzione in data da designarsi, esecuzione mai avvenuta vista la prematura morte dell'assassino. Anche Ramirez ha trascorso gli anni in prigione, come John Wayne Gacy, dipingendo quadri.
Julian e Mercedes Ramirez ebbero cinque figli, e il quinto nato fu Richard Ramirez. La madre era cattolica, e suo padre un ex poliziotto in seguito passato a lavorare come operaio sull'autostrada di Santa Fe. Il padre di Richard credeva fermamente nelle punizioni corporali come metodo educativo. Era molto legato alla sorella Ruth Ramirez.
Ramirez potrebbe essere stato influenzato verso l'assassinio da suo cugino, Mike, un veterano della Guerra del Vietnam che spesso si vantava con lui di aver ucciso e torturato decine di nemici, mostrandogli anche delle foto Polaroid delle vittime. Queste includevano immagini di svariate teste decapitate di donne vietnamite, con le quali in altre foto Mike praticava del sesso orale. Ramirez era presente la notte in cui Mike sparò alla moglie, uccidendola. Richard aveva 13 anni all'epoca.
Il 10 aprile 1984 qualcosa fece scattare nella mente di Ramirez voglia di uccidere e di intraprendere una lunga mattanza che lo vede come protagonista fino al 31 agosto 1985, giorno della sua cattura. Nell'hotel dove lavorava vide una bambina con il fratello più piccolo che piangeva perché aveva perso una banconota. Ramirez attirò la bambina nel seminterrato facendole credere di aver visto la banconota, la violentò, la uccise e appese i suoi vestiti su un tubo di aerazione. Il caso non fu preso in considerazione ma, dopo l'arresto di Ramirez, nel 2009 gli investigatori attribuirono l'assalto come responsabilità di Ramirez, portando il numero delle vittime a 16.
Il 28 giugno 1984 Ramirez decise di intraprendere la furia omicida nuovamente e di spostarsi a Glassell Park, una zona a nord di Los Angeles. Forzò una porta e fece così spaventare Jennie Wincow, una anziana donna. La assalì, la torturò, la uccise e scappò di fretta. A causa della poca risonanza mediatica questo caso fu poco preso in considerazione e, ancora oggi, sono in corso accertamenti dalla parte della polizia per cercare di attribuire questo delitto atroce a Ramirez.
Il 20 febbraio 1985 Ramirez attaccò due donne in età avanzata nella loro casa a Telegraph Hill nella contea di Los Angeles, pugnalandole a morte.
Il 17 marzo 1985, Ramirez attaccò la ventiduenne Maria Hernandez fuori dalla sua abitazione, sparandole prima di entrare nella casa della ragazza. Dentro trovò Dayle Okazaki, 34 anni, che Ramirez uccise immediatamente. La Hernandez invece sopravvisse. Il proiettile sparatole da Ramirez era rimbalzato sopra le chiavi di casa che la ragazza aveva istintivamente portato al petto per proteggersi dal colpo.
Dopo circa un'ora dall'omicidio della Okazaki, Ramirez colpì nuovamente all'interno del Monterey Park. Sulla scena del delitto fu ritrovato un cappellino da baseball con il logo degli AC/DC.
Assalì la trentenne Tsai-Lian Yu, trascinandola fuori dalla sua auto e sparandole due colpi di arma da fuoco prima di fuggire. La ragazza venne ritrovata ancora in vita da un poliziotto, ma spirò poco prima dell'arrivo dell'ambulanza. I due omicidi ebbero una grossa risonanza nei media locali, scatenando il panico tra i residenti delle zone colpite.
Il 27 marzo Ramirez sparò a Vincent Zazzara, 64 anni, e a sua moglie Maxine, 44. Il corpo della signora Zazzara fu violentato e mutilato con diverse coltellate e le venne incisa la lettera T sul seno sinistro, mentre le furono cavati anche gli occhi. I cadaveri di Vincent e Maxine furono scoperti nella loro abitazione di Whittier dal figlio della coppia, Peter. L'autopsia determinò che le varie mutilazioni erano avvenute post-morte. Ramirez lasciò delle impronte di scarpe da ginnastica marca Avia sul luogo del delitto, che la polizia fotografò ed archiviò. All'epoca questi erano gli unici indizi in possesso della polizia. I proiettili trovati sulla scena del crimine furono confrontati con quelli rinvenuti durante i precedenti omicidi, e gli agenti capirono di trovarsi di fronte ad un assassino seriale. Gli omicidi erano infatti opera della stessa persona.
Due mesi dopo l'uccisione degli Zazzara, Ramirez attaccò una coppia di cinesi: Harold Wu, 66 anni, e sua moglie, Jean Wu, 63. L'uomo venne ucciso con un colpo di pistola alla testa, mentre la donna venne picchiata, legata, e ripetutamente violentata. Per ragioni sconosciute, Ramirez decise di lasciarla in vita. Gli impulsi omicidi di Ramirez si facevano di giorno in giorno più violenti. Lasciava dietro di sé sempre più indizi, e fu in questo periodo che venne soprannominato "The Night Stalker" dai mass media. Le vittime sopravvissute descrivevano il killer come un uomo alto di etnia ispanica con lunghi e ricci capelli neri, il viso scarno e allungato e la dentatura in pessime condizioni.
Il 29 maggio 1985 Ramirez assaltò Malvial Keller, 83 anni, e la sorella disabile di lei, Blanche Wolfe, 80 anni, picchiandole entrambe con un martello. Ramirez cercò anche di violentare la Keller, senza però riuscirvi. Utilizzando un rossetto disegnò un pentacolo sulla parete della stanza da letto e su una coscia dell'anziana donna. Blanche sopravvisse all'attacco. Il giorno seguente, Carol Kyle, 41 anni, fu legata, picchiata e sodomizzata da Ramirez, mentre il figlioletto undicenne della donna era stato rinchiuso nell'armadio dal killer.
Durante giugno e luglio, altre tre donne furono uccise. Due ebbero la gola tagliata, una picchiata a morte, tutte e tre furono assalite nelle loro case. Il 26 giugno Ramirez rapì di notte prelevandola dalla sua stanza la piccola Anastasia Hronas, una bambina di 6 anni; dopo averla ripetutamente violentata la lasciò libera abbandonandola nei pressi di un benzinaio.
Il 5 luglio Whitney Bennett, 16 anni, e Linda Fortuna, 63, furono attaccate da Ramirez, ma riuscirono entrambe a sopravvivere. Il 20 luglio Ramirez colpì addirittura due volte nello stesso giorno. A Sun Valley sparò, uccidendolo, a un uomo di 32 anni, Chitat Assawahem, mentre la moglie Sakima, 29 anni, fu picchiata e costretta ad un rapporto orale. Ramirez sodomizzò anche il figlioletto di 8 anni della coppia davanti agli occhi della madre. Più tardi lo stesso giorno assalì una coppia a Glendale, Maxson Kneiding, 66 anni, e sua moglie Lela, anche lei 66 anni; entrambi furono uccisi e i cadaveri mutilati.
Il 6 agosto Ramirez sparò sia a Christopher Petersen, 38, sia alla moglie di lui, Virginia, 27. Miracolosamente, sopravvissero entrambi. L'8 agosto seguente, Ramirez colpì a Diamond Bar, uccidendo Ahmed Zia, 35 anni, e poi violentò la moglie dell'uomo, Suu Kyi, 28 anni.
Successivamente Ramirez lasciò la zona di Los Angeles, e il 17 agosto, uccise un uomo di 66 anni a San Francisco, picchiando e sparando anche alla moglie dell'uomo. La donna riuscì a sopravvivere e fu in grado di identificare il suo assalitore dagli identikit preparati dalla polizia. Sulla scena del crimine, Ramirez utilizzò un rossetto per disegnare un pentacolo e scrivere le parole "Jack the Knife" sul muro della stanza da letto, poi, dopo aver rubato del cibo dal frigorifero, vomitò sul pavimento in cucina e si masturbò sul tappeto del salotto.
La svolta decisiva nel caso ebbe luogo il 24 agosto 1985, Ramirez viaggiò per cinquanta miglia dal sud di Los Angeles a Mission Viejo, ed irruppe nell'appartamento di Bill Carns, 29 anni, e della fidanzata, Inez Erickson, 27. Ramirez sparò in testa a Carns e violentò Erickson. La costrinse ad inneggiare a Satana e poco dopo, la forzò ad un rapporto orale. Poi la legò e se ne andò. Erickson riuscì a strisciare fino alla finestra e a scorgere l'auto di Ramirez, una Toyota station wagon di colore arancio. Fu inoltre in grado di dare una descrizione dettagliata del criminale alla polizia. Un adolescente identificò l'auto della quale aveva sentito parlare al notiziario, e si segnò la targa del veicolo. L'auto rubata venne rinvenuta il 28 agosto, e la polizia riuscì ad ottenere le impronte digitali dell'assassino prelevandole dal finestrino di una portiera dell'auto. Le impronte si rivelarono quelle del già schedato Richard Muñoz Ramirez, descritto come un venticinquenne ispanico con una lunga serie di precedenti per stupro e spaccio di droga.
Due giorni dopo, la sua foto segnaletica venne trasmessa in televisione e stampata sui principali quotidiani della California. Ramirez fu riconosciuto, circondato e quasi linciato da una folla di passanti a East Los Angeles mentre stava cercando di rubare un'auto. Gli agenti accorsi sul posto dovettero disperdere la folla per impedire che i cittadini inferociti uccidessero Ramirez.
L'udienza preliminare per il caso iniziò il 22 luglio 1988, e si concluse il 20 settembre 1989 con Ramirez ritenuto colpevole di 13 omicidi, 5 tentati omicidi, 11 violenze sessuali, e 14 furti con scasso.
Durante la fase penale del processo, il 7 novembre 1989, Ramirez fu condannato a 19 pene di morte. Il processo di Richard Ramirez fu uno dei più lunghi e complessi procedimenti giudiziari della storia americana. Più di 100 testimoni furono chiamati a deporre durante i dibattimenti, e mentre alcuni faticavano a ricordare precisamente avvenimenti accaduti quattro anni prima, altri si dissero sicuri che l'assassino fosse proprio Richard Ramirez, il quale si presentò in aula con un pentacolo tatuato sul palmo di una mano esclamando "Ave Satana!".
Il 3 agosto 1988 il Los Angeles Times riportò la notizia che alcune guardie carcerarie avevano raccontato di aver sentito Ramirez che diceva di voler sparare al procuratore distrettuale in aula, con una pistola che intendeva contrabbandare in tribunale di nascosto.
Di conseguenza, venne installato un metal detector all'entrata dell'aula e furono disposti severi controlli. Il 14 agosto il processo fu interrotto perché uno dei giurati, tale Phyllis Singletary, non si presentò in aula. Più tardi quello stesso giorno la donna venne rinvenuta cadavere nel suo appartamento, uccisa da un colpo di arma da fuoco. La giuria rimase terrorizzata dall'evento; nessuno sapeva se Ramirez aveva avuto indirettamente qualcosa a che fare con l'omicidio, orchestrando il tutto dalla sua cella. In realtà Ramirez non era responsabile della morte della Singletary: la donna era stata uccisa dal suo fidanzato, che in seguito si suicidò.
All'epoca del processo, Ramirez aveva numerose fan che gli scrivevano appassionate lettere d'amore in carcere. A partire dal 1985, la giornalista freelance Doreen Lioy gli scrisse circa 75 lettere durante la sua incarcerazione. Nel 1988 Ramirez le propose di sposarlo, e il 3 ottobre 1996 la coppia si sposò nel carcere di San Quintino. La Lioy ha ripetutamente affermato che si sarebbe suicidata il giorno in cui Ramirez fosse stato giustiziato.
Richard Ramirez è morto per insufficienza epatica nel giugno 2013 all'età di 53 anni, mentre era detenuto nel Carcere di San Quintino.
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quellostrano-1980 · 19 days ago
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Peter Fonda indossò la giacca di Capitan America e guidò il suo chopper per una settimana in giro per Los Angeles prima di iniziare le riprese di "Easy Rider" (1969), per dare loro un aspetto rodato e per abituarsi a guidare la moto dal design radicale. La bandiera americana sul retro della giacca e sul serbatoio della moto lo fecero fermare più volte dalla polizia. Fonda ebbe l'idea per questo film dopo aver visto una foto di lui e Bruce Dern sulle loro motociclette. Coinvolse Dennis Hopper (che all'epoca stava progettando di abbandonare il mondo della recitazione e diventare insegnante) quando gli promise che avrebbe potuto dirigere il film. Hopper e Fonda non scrissero una sceneggiatura completa per il film e ne inventarono la maggior parte man mano che andavano avanti. Non assunsero una troupe, ma raccolsero hippy nelle comunità sparse per il paese e usarono amici e passanti per tenere le telecamere, ed erano ubriachi e fatti per la maggior parte del tempo. Per il famoso monologo che Fonda fa al cimitero mentre è sotto l'effetto dell'acido, Hopper, il regista, chiese a Peter di parlare alla statua come se stesse parlando con sua madre, morta suicida quando Peter aveva dieci anni. Peter non voleva farlo, perché non aveva mai affrontato i suoi sentimenti per sua madre. Ma Hopper insistette, motivo per cui si sente Peter chiamare la statua "Madre", e afferma di amarla e odiarla allo stesso tempo, il che esprime le sue emozioni contrastanti. Questa scena convinse Bob Dylan a consentire l'uso della sua canzone "It's Alright Ma" in una delle scene finali, che contiene testi che fanno riferimento al suicidio. Peter disse a Dylan, "Ho bisogno di sentire quelle parole", e lui acconsentì al suo utilizzo. In un'intervista con Daily Camera, Fonda ha descritto la reazione del padre Henry al film: "L'ho fatto venire a vedere un primo montaggio. Abbiamo dovuto far uscire Dennis dalla stanza per farlo durare meno di quattro ore. Mio padre lo ha guardato e poi sono andato a casa sua il giorno dopo. Era molto serio. Ha detto: 'Guarda figliolo, so che hai tutte le uova in questo paniere e sono preoccupato, perché il film è inaccessibile per noi, non vediamo dove stai andando e perché? Semplicemente non penso che molte persone lo capiranno.'" (IMDb)
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Fonte: il chiosco dei riders
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will80sbyers · 1 year ago
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comunque non è vero che Manuel non ci pensa a Simone perché la scena in cui lo vediamo dopo che parlano e prima che Manuel guardi la foto della bambina lui stava pensando a Simone ci scommetto, solo che non ha capito la gravità della sua situazione... e questa cosa con Nina e la bambina è una cosa che vuole fare più perché lui non lo ha mai avuto un padre e si sente responsabile per loro, si sente in colpa perché è lui l'unico motivo per cui Nina ha perso l'occasione di stare con sua figlia dopo l'incidente!! Mi danno fastidio tutte queste persone che lo criticano senza cercare di capire come ragiona, in più sta vivendo con omofobia interiorizzata e pensa che Simone starebbe meglio senza di lui, non vuole illuderlo perché non sa se riesce a superare questo terrore che ha di stargli troppo vicino e fargli ancora del male senza volerlo
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