#forze di sicurezza Piemonte
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Alessandria: La Polizia di Stato intensifica i controlli grazie al Reparto Prevenzione Crimine Piemonte.
Servizi straordinari in città e provincia per garantire sicurezza e prevenzione.
Servizi straordinari in città e provincia per garantire sicurezza e prevenzione. La Polizia di Stato di Alessandria, con il supporto del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte, sta potenziando il controllo del territorio con servizi straordinari mirati, sia nel centro cittadino che nei sobborghi e in altri centri della provincia. Questa iniziativa fa parte di un piano più ampio volto a rafforzare…
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Ancora pioggia e neve, resta chiusa la strada della Valsesia
AGI – Rimane molto complessa la situazione della viabilità per l’alta Valsesia, in Piemonte, dove da quasi una settimana l’instabilità del versante roccioso minaccia la sicurezza della sp 299. Per questa ragione la strada è tuttora interrotta all’altezza di Piode con collegamenti a singhiozzo, garantiti solo ai mezzi di soccorso, delle Forze dell’ordine, e ai mezzi per i servizi essenziali. Una…
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Iran, il mese del boia: almeno 27 impiccagioni solo a gennaio di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia Sedici colpevoli di omicidio, uno di stupro, sei di reati di droga. E quattro prigionieri politici. È questo il dettaglio di un mese terribile, segnato da continue esecuzioni capitali in Iran: almeno 27. Se verrà mantenuto questo ritmo, di quasi un’esecuzione al giorno, il totale del 2021 finirà per essere superiore a quello, già enorme, di almeno 256 esecuzioni registrato nel 2020. Dieci dei 27 prigionieri impiccati appartenevano alla minoranza baluci, che vive nell’omonima provincia del Sistan Balucistan. Erano baluci un terzo dei 49 prigionieri messi a morte dal 1° dicembre 2020. Per uno di loro, Javid Dehghan, c’era stato anche un appello delle Nazioni Unite affinché l’esecuzione venisse sospesa, dopo la denuncia che l’uomo era stato torturato affinché confessasse l’uccisione di un agente delle forze di sicurezza. Altre quattro esecuzioni di baluci sono in programma nei prossimi giorni. Un’altra esecuzione che ha suscitato proteste internazionali è stata quella, avvenuta il 25 gennaio, del wrestler Mehdi Ali Hosseini, il secondo praticante di questa disciplina sportiva messo a morte dopo Navid Afkari, impiccato lo scorso agosto. Resta ancora incerta la sorte di Ahmadreza Djalali, il ricercatore di passaporto svedese e iraniano che ha anche trascorso alcuni anni in Italia presso l’Università del Piemonte Orientale. Da oltre due mesi, esattamente dal 24 novembre, lo scienziato condannato a morte per la falsa accusa di spionaggio si trova in isolamento e, secondo quanto comunicato dalle autorità giudiziarie all’avvocata, l’esecuzione potrebbe essere imminente.
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La Confederazione USB viste le ipotesi di ulteriori riaperture di fabbriche e imprese sostenuta con forza da associazioni Confindustria Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e vista disponibilità ad accettate tale ipotesi da parte di alcune forze politiche al Governo, chiede un incontro urgente per rappresentare la propria totale contrarietà a tale ipotesi.
La salvaguardia della salute di lavoratori e cittadini non può essere ulteriormente messa in pericolo per meri calcoli economici per di più assolutamente sbagliati e miopi perché è ormai evidente a tutti che una ripresa del contagio, che inevitabilmente avverrebbe, produrrebbe anche un ulteriore e più lungo stop delle attività produttive.
USB annuncia iniziative di protesta e sciopero in assenza di immediato confronto e in presenza riapertura aziende.
Ma qual è la situazione dei controlli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro in condizioni “normali” cioè non in presenza di una emergenza pandemica come quella attuale?
Secondo il rapporto dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) per il 2019, in materia di salute e sicurezza sui posti di lavoro ben 15.859 aziende sulle 18.446 controllate sono risultate irregolari. L’86%! Praticamente quasi tutte.
Questo significa che già in condizioni “normali” i “prenditori” se ne fregano della sicurezza e della salute dei dipendenti. Perché? Perché costa. A volte poco, a volte tremendamente. L’aspiratore per le fibre che svolazzano nell’aria? Costa. Mascherine e tute da cambiare ogni due e tre? Costano. La formazione dei dipendenti? Costa. E così via. L’86% di aziende valuta questi costi come superflui e semplicemente non spende. È la nostra salute a essere superflua. Per loro.
L’arroganza con cui la Confindustria sta chiedendo la riapertura delle fabbriche mentre tutti gli indicatori sanitari sostengano che sia troppo presto, conferma come occorra battersi con ogni mezzo affinché non si torni alla normalità, perché già la normalità, come abbiamo visto, era il problema.
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Qui sotto potete leggere le “raccomandazioni” dell’Istituto Superiore della Sanità su come si dovrebbe vivere, per evitare al massimo il contagio, sia nelle abitazioni che nei posti di lavoro. Il consiglio è di leggerlo e chiedersi: ma nel mio posto di lavoro, viene rispettata almeno una di queste raccomandazioni?
Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità
file:///C:/Users/Sergio/AppData/Local/Temp/Rapporto%20ISS%20COVID-19%20n.%205_2020%20Aria%20indoor-1.pdf
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Tutti gli hub vaccinali del Piemonte per ricevere la terza dose di vaccino per le categorie con l’obbligo (personale sanitario, scolastico docente e non, forze dell’ordine)
A partire dalla giornata di oggi, mercoledì 1 dicembre, in Piemonte, tutti gli operatori sanitari, socio-assistenziali, il personale scolastico docente e non docente, le forze dell’ordine, comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico potranno recarsi in uno degli hub del Piemonte per poter ricevere la terza dose del vaccino contro il coronavirus covid 19, al completamento … Leggi... Per il contenuto completo visitate il sito https://ift.tt/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page https://ift.tt/3d4wPI4 via Adriano Montanaro - Alessandria
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21a Adunata degli Uomini di Mondo in nome del Corsaro Nero Sfilata con canti, balli e premio UdM dell'anno a Beppe Ghisolfi
CUNEO - Ritorna, in concomitanza della Fiera del Marrone, anche la 21a Adunata Nazionale degli Uomini di Mondo, annullata lo scorso anno a causa della pandemia. L'Associazione, nata nel 1998 prendendo spunto da una frase pronunciata dall'attore napoletano Antonio de Curtis in arte Totò in numerosi suoi film: "Sono un uomo di mondo, ho fatto il militare a Cuneo", riunisce tutte le persone che anche per un solo giorno hanno prestato servizio militare o civile nella nostra Provincia. Sono più di 15.000 i tesserati, a cominciare dalla figlia di Totò, Lilliana de Curtis, fino al Presidente Mattarella, capo delle Forze Armate, venuto in missione sul nostro territorio tre anni fa. L'associazione, presieduta da Danilo Paparelli insieme a Domenico Giraudo, Antonio Santullo, Ezio Cavallo, Alessandro Gardelli e Francesca Quaranta, è stata molto attiva negli anni, proponendo non solo l'adunata stessa ma tanti altri momenti collaterali che hanno vivacizzato la vita cittadina. In questa edizione si andrà a celebrare un altro storico personaggio che abbia le caratteristiche per essere denominato Uomo di Mondo a tutti gli effetti, com'è stato fatto in precedenza per altri celebri militari, da Giuseppe Garibaldi a Napoleone, da Annibale a Cherles de Batz de Castelmore conte d'Artagnan, che hanno avuto relazioni con la nostra città o provincia. Quest'anno il comitato scientifico composto dal Direttivo stesso e coadiuvato da Flavio Russo e Roberto Marengo, ha lavorato a lungo per individuare una personalità nota che possa fregiarsi dell'ambito titolo di Uomo di Mondo e sì è concentrata in un settore militare finora inusuale tra i tesserati, quello della Marina militare e s'è scoperto che il Conte Lascaris di Ventimiglia è proprio uno di questi. Alla metà dei Seicento, terminata la terribile Guerra dei Trent'anni, il Ducato dei Savoia, consolidato il suo ruolo militare e politico con la Pace di Cherasco del 1631, era riuscito finalmente a raggiungere quello sbocco sul mare che, per secoli, gli era stato impedito dai tenaci Signori di Tenda. Un'abile rete strategica fu tessuta, tra le altre, dalla famiglia Lascaris, di nobilissima stirpe bizantina, venuta in possesso, per via di matrimoni, del castello di Vernante e del porto fortificato di Ventimiglia: in pratica, i due capi della strada di Tenda. Nel suo albero parentale furono coinvolti anche i feudatari del Palazzasso nel Comune di Caraglio. Proprio al Palazzasso ancora si narra di un antico parente che avrebbe praticato la guerra da corsaro; attività per altro autorizzata dagli stati dominanti, durante la plurisecolare partita marittima tra francesi, spagnoli e britannici. Tanto è vero che persino i Duca di Genova Andrea Doria corse i mari contro i Turchi, fino alla battaglia di Lepanto. La famiglia Lascaris accumulò, per terra e per mare, tante ricchezze da assumere un ruolo di primo piano presso la Corte di Torino, là dove eresse il fastoso palazzo che attualmente ospita il Consiglio Regionale del Piemonte. Conoscendo la pur incredibile capacità di movimento di uomini e merci nel XVII, appare del tutto lecita l'ipotesi di contatti diretti tra Ventimiglia e Caraglio al fine di consolidare rapporti familiari, politici ed economici. La visione un po' smagata del passato propria del nostro tempo, ci dice che Emilio Salgari si sia ispirato a un vero Lascaris di Ventimiglia per ideare il Capitano che ancora ci emoziona sotto il nome di Corsaro Nero; così come di immaginare che quel tragico eroe abbia pur visitato i suoi parenti di Caraglio. E' pertanto con le ragioni della mente, ma soprattutto del cuore, che s'è proclamiamo il Corsaro Nero "Uomo di Mondo 2021". L'adunata prevista per Domenica 17 ottobre col tradizionale appuntamento alle ore 10.00 in Piazzetta Totò di fianco al Teatro Toselli, si avvarrà di questo personaggio straordinario che attraverso le sue avventure ha fatto sognare intere generazioni di lettori. Accompagnati dalla Fanfara Buccaresi e anche da una consistente delegazione di Bersaglieri, col tradizionale folclore del gruppo I Melannurca di Torino percorrerà Via Roma per giungere in Piazza ex Foro Boario, dove non mancheranno le sorprese e nuovi gadget per chi vorrà partecipare all'iniziativa. Qui avverrà la cerimonia di consegna della targa "Uomo di Mondo dell'anno" giunto alla 5a edizione. Verrà insignito il banchiere Beppe Ghisolfi, personaggio conosciuto in tutte le sedi importanti della Terra, dal Vaticano, alla Casa Bianca, dal Quirinale al Parlamento Europeo. Quest'anno non ci sarà il tradizionale spettacolo del sabato precedente l'Adunata al Teatro Toselli che verrà comunque recuperato nei mesi a venire, mentre un altro importante evento dedicato alla città e in modo particolare agli alpini della Caserma Vian si svolgerà nelle settimane successive. In ogni momento delle manifestazioni si raccomanda di osservare con scrupolo tutte le procedure di sicurezza previste per combattere la pandemia da Covid-19, con mascherine e distanziamento.
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EDIZIONE DEL 7 MAGGIO 2021
LE 25 PROPOSTE DI FDI PER IL RILANCIO DELL'ITALIA
MELONI: UNA MOZIONE CON BATTAGLIE STORICHE DI FDI E DEL CENTRODESTRA PER CONSENTIRE UN RIEQUILIBRIO DELLE POLITICHE DEL GOVERNO DRAGHI
LEGGI IL TESTO DELLA MOZIONE
IN SENATO BOCCIATO L'EMENDAMENTO DI FDI SUL COPRIFUOCO
Vergognoso! Al Senato bocciato emendamento di Fratelli d’Italia al decreto Covid per posticipare almeno alle ore 24 il coprifuoco. Ancora una volta la maggioranza in Parlamento sostiene le misure liberticide e anticostituzionali del Governo. Fratelli d’Italia non si piegherà mai a questa pericolosa deriva autoritaria che colpisce senza motivo le attività produttive e i cittadini.
PARTE LA COMMISSIONE D'INCHIESTA SU AFFIDI E CASE FAMIGLIA
MELONI: UNA VITTORIA DI FDI, GIU' LE MANI DAI BAMBINI
"Dopo 9 mesi di rinvii e ritardi finalmente la Commissione d’inchiesta sul sistema degli affidi illeciti e le case famiglia potrà finalmente costituirsi e iniziare a lavorare. È una vittoria di Fratelli d’Italia e di tutti coloro che si battono per conoscere la verità e fare chiarezza, cambiare radicalmente il sistema e impedire che lo scandalo di Bibbiano possa ripetersi altrove sulla pelle di minori e famiglie. Giù le mani dai bambini: siamo stati i primi a dirlo e continueremo a farlo in Parlamento e in ogni sede".
FDI PRESENTA ESPOSTO A MINISTRO CARTABIA PER AFFIDI IN PIEMONTE
MELONI: SAREBBE INACCETTABILE ASSISTERE A UNA NUOVA BIBBIANO
"La conferenza stampa che abbiamo organizzato oggi alla Camera dei Deputati conferma l'impegno di FdI nella tutela dei minori e nel volere fare chiarezza sul sistema degli affidi illeciti e delle case famiglia. Per questo abbiamo presentato un esposto per chiedere alla Ministro della Giustizia Marta Cartabia di accertare la verità sulla vicenda degli affidi in Piemonte. Una regione dove sono state riscontrate delle gravi opacità in merito al sistema degli affidi dei minori che, come dimostrato dalla commissione d'inchiesta regionale, ha evidenziato degli illeciti in un'alta percentuale di casi, con minori che hanno subito un ingiusto allontanamento dai propri genitori". Lo dichiara Maria Teresa Bellucci, capogruppo Fratelli d'Italia in commissione Infanzia e Adolescenza al termine della conferenza stampa relativa alla presentazione dell'esposto di FdI sul sistema degli affidi in Piemonte. "L'avvio dei lavori della Commissione Parlamentare d'inchiesta sugli affidi e le case famiglia è solo il primo passo verso la verità su delle vicende che, da nord a sud, coinvolgono centinaia di famiglie in cerca di verità e ascolto", conclude.
FDI ADERISCE ALLA RACCOLTA FONDI PER AIUTARE IL FIGLIO DI LUANA
Il post su Facebook di Giorgia Meloni: "Come Fratelli d'Italia aderiamo volentieri alla raccolta fondi lanciata dal Comune di Montemurlo per aiutare il figlio di Luana, mamma 22enne scomparsa in seguito a un incidente sul lavoro. Se altri volessero dare una mano a questo bambino ecco i riferimenti per la donazione. Iban IT11 U030 6937 9791 0000 0004 565 Banca Intesa San Paolo-Filiale di Montemurlo via Scarpettini. Causale: «Donazione per Luana»".
BIGNAMI: SENTENZA DEL TAR ORDINA A SPERANZA DI CONSEGNARCI VERBALI TASK FORCE, GLI ITALIANI HANNO IL DIRITTO DI SAPERE LA VERITA’
"La Sentenza del TAR del Lazio con cui si ordina al Ministro Speranza di consegnarmi i verbali della task force è importantissima. Da un lato chiarisce come il Ministero della Salute continui a nascondere illegittimamente documenti fondamentali alla faccia della trasparenza tanto decantata anche nel suo libro. Ma soprattutto è fondamentale il contenuto di quei verbali che, come ha detto nelle sue difese il Ministero, hanno portato alla dichiarazione dello stato di emergenza del 31 gennaio 2020 determinando tutte le scelte relative alla gestione della pandemia. E' una battaglia che abbiamo condotto nell'interesse degli italiani che hanno il diritto di sapere tutta la verità, contrariamente a quello che vuole Speranza. In quei verbali c'è il motivo della sua reticenza. E abbiamo più di un sospetto su quali ne siano le ragioni". Lo dichiara il deputato di Fratelli d'Italia Galeazzo Bignami.
LEGGI L'ARTICOLO DE IL GIORNALE.IT
PER IL FINANCIAL TIMES GIORGIA MELONI E' L'ASTRO NASCENTE DELLA POLITICA ITALIANA
LEGGI L'ARTICOLO DE IL SECOLO D'ITALIA
LIBIA, FDI CHIEDE AL GOVERNO DI RIFERIRE IN PARLAMENTO
MELONI: L'ITALIA NON DEVE PIEGARE LA TESTA
Le parole del presidente di FdI: "Fratelli d'Italia chiede al Governo di riferire immediatamente in Parlamento su quanto accaduto ai danni di tre pescherecci italiani. Seguiamo con apprensione l'evolversi della situazione e siamo vicini al comandante dell'Aliseo Giuseppe Giacalone, rimasto ferito ad un braccio per i colpi d'arma da fuoco sparati da una motovedetta della Guardia costiera libica. Chiediamo che si faccia sentire forte e autorevole la voce del Governo Draghi e del Ministro degli Esteri. L'Italia non deve piegare la testa".
IL CONCERTONE DEL 1 MAGGIO È STATO UN PRETESTO PER BATTAGLIE IDEOLOGICHE CHE NON C'ENTRANO NULLA CON IL LAVORO
Le parole di Giorgia Meloni in un'intervista al Messaggero: "Per l’ennesima volta il Concertone è stato un pretesto per battaglie ideologiche, come il ddl Zan, che non c’entrano nulla con il lavoro e i diritti dei lavoratori. Il tutto sulla tv pubblica e a spese degli italiani. In questo contesto c’è chi usa quel palco per farsi pubblicità e confezionarsi un megaspot, utile per ad affermarsi ulteriormente nei circuiti che contano. Se c’è qualcuno che è penalizzato in Rai, e in particolare su Rai3, non è certo la sinistra e i suoi sostenitori – cantanti e artisti del Concertone compresi – ma l’opposizione al governo".
LEGGI L'INTERVISTA DE IL MESSAGGERO
GRAZIE A FDI LA DIFESA DELLA LIBERTA' RELIGIOSA TRA I CRITERI PER EROGARE I FONDI DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
"Grande vittoria di Fratelli d'Italia: approvata in commissione Esteri alla Camera la risoluzione presentata dal nostro capogruppo Delmastro che impegna il Governo ad inserire il rispetto della libertà religiosa e delle minoranze cristiane tra i criteri che il ministero degli Esteri deve tenere in considerazione per erogare gli aiuti e i fondi della cooperazione internazionale". Lo annuncia Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia. "La persecuzione dei cristiani -aggiunge- è il più grande genocidio in atto nel mondo, sono milioni i fedeli che ogni giorno rischiano la vita in ragione della propria fede e in alcuni Stati si tratta di una vera emergenza. Grazie a Fratelli d'Italia la nostra Nazione potrà essere all'avanguardia in Europa nella difesa della libertà religiosa. Un risultato di cui siamo fieri e orgogliosi".
LEGGI L'INTERVISTA DE INTERRIS.IT
FESTA DELLA MAMMA: SOSTENERE LA MATERNITA' PER FESTEGGIARE DAVVERO
AIUTA LA TUA VOCE. NON COSTA NIENTE
Dopo una pandemia terribile e con una crisi economica che sta devastando l'Italia ora non è più tempo d'improvvisare. Ora ci vogliono azioni concrete per far ripartire l'Italia, riaprendo in sicurezza tutte le attività troppo a lungo chiuse e, così salvare il nostro presente e il futuro dei nostri figli. Noi abbiamo idee, proposte e soluzioni. Ma non sono solo le nostre, sono quelle che condividiamo insieme a voi che ogni giorno a casa, sul posto di lavoro, con i vostri figli, affrontate tutte le difficoltà che, troppo spesso, lo Stato (questo Governo) non conosce né capisce. Fratelli d'Italia dà voce ai problemi e alle esigenze degli italiani ma, per farlo, abbiamo bisogno anche di te. Nella tua dichiarazione dei redditi destina il 2X1000 a Fratelli d’Italia, darai più forza alle nostre battaglie. Nella tua dichiarazione dei redditi scrivi C12 e firma.
Attenzione: i soldi del 2x1000 li avresti versati comunque come tasse. Non ti chiediamo di spendere soldi in più, ti chiediamo di investire parte delle tasse per salvare l'Italia.
DA CAMERA E SENATO
LOLLOBRIGIDA: DRAGHI VENGA IN AULA PER CHIARIRE SU RUSSIA, COPASIR E VACCINI
“Fratelli d’Italia chiede ancora una volta che il presidente Draghi venga in Aula per chiarire sui rapporti con la Russia, dopo gli arresti di un diplomatico e di un militare per scambio di informazioni sensibili. Un fatto che ha visto crescere la conflittualità internazionale, soprattutto a causa dell’espulsione di due diplomatici italiani, e che potrebbe incidere anche sulla campagna vaccinale. FDI pretende si faccia piena luce su questo soprattutto per capire se è in atto una guerra geopolitica sulle autorizzazioni e sull’efficacia dei diversi vaccini. Vicende che si inseriscono in un contesto in cui il Copasir appare menomato dalle dimissioni di due membri e dal mancato riconoscimento della presidenza di questo organo di controllo all’opposizione. Richieste che meritano risposte. Il silenzio del governo appare davvero incomprensibile”. Lo ha dichiarato intervenendo in Aula il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.
APPROVATO ODG FDI CONTRO NUTRISCORE
Vittoria! Approvato alla Camera l'Odg di Fratelli d’Italia che impegna il governo ad attivare in sede europea tutti gli strumenti utili per contrastare l’adozione del Nutri-Score, il sistema di etichettatura a semaforo che penalizza i prodotti di alcune Nazioni, come l’Italia, per favorire quelli di altri Paesi. Difendiamo le nostre eccellenze.
COVID, ALLARME COSTI FISSI. DA FDI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER AIUTARE LE AZIENDE CHIUSE PER DECRETO
"La nostra proposta per ridurre i costi fissi è stata presentata da FdI già 7 mesi fa, l'abbiamo difesa e finalmente da giugno è a disposizione di tutte le forze politiche al governo. Bisogna ridurre le spese per le aziende che sono state chiuse per legge. Noi cerchiamo di mantenerle vive, sono risorse ben spese in modo strutturale e duraturo". Lo dichiara il deputato FdI Roberto Zucconi, durante una conferenza stampa promossa dal partito. "Sono risorse ben spese - ribadisce - che non hanno un forte carico per lo Stato e rappresentano una innovazione, una alternativa a vari ristori e decreti che non hanno ancora risolto niente, come abbiamo visto dalle manifestazioni fatte nelle settimane precedenti".
CIRIANI: FAR RIPARTIRE ORA ITALIA. BASTA COPRIFUOCO
"La necessità vera e urgente è quella di far ripartire l'Italia ora e si può fare solo se si toglie il coprifuoco. E' stato bocciato in Senato il nostro emendamento che prevedeva lo spostamento alle 23 o alle 24 e se non è una chiusura ideologica questa ditemi voi cos'è. Non si può dire di prenotare le vacanze se in questo momento si prevede ancora il coprifuoco alle 2 2 di sera fino a fine luglio. Siamo a maggio e se vogliamo ridare fiducia a imprenditori, famiglie e risparmiatori bisogna dar loro la possibilità di spendere. I soldi del Pnrr, su un'economia morta o moribonda, funzionano poco". Così il capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato, Luca Ciriani, in un'intervista a Il Dubbio.
LEGGI L'ARTICOLO DE IL DUBBIO
DE BERTOLDI: EMENDAMENTO SOSPENSIONE TERMINI PROFESSIONISTI È CONQUISTA DI CIVILTÀ
"È una conquista di civiltà, che allinea finalmente i liberi professionisti ai dipendenti, dando loro la possibilità di anteporre il diritto alla salute agli obblighi lavorativi, qualora si ammalassero di Covid-19. Vinta la battaglia sull'emendamento, adesso bisogna continuare a lottare per far approvare il disegno di legge, a mia prima firma e sempre trasversale, sul differimento delle scadenze per la malattia grave, o l'infortunio del professionista, fermo in Commissione Giustizia per problemi di copertura finanziaria. Un altro 'miracolo', per difendere i liberi professionisti, deve essere realizzato". A dirlo il senatore di Fratelli d'Italia, Andrea de Bertoldi.
LEGGI IL COMUNICATO STAMPA
BALBONI: BOCCIATO EMENDAMENTO FDI SU COPRIFUOCO. GRAZIE ASTENSIONI VINCE SPERANZA
"Fratelli d'Italia ha chiesto con un proprio emendamento che il coprifuoco venisse esteso alle 24 in zona gialla e bianca. Se gli astenuti avessero votato a favore il nostro emendamento sarebbe stato ampiamente approvato. Una proposta chiara e di assoluto buon senso e siamo rammaricati del voto di astensione di coloro che a parole dicono di essere d'accordo con noi, ma poi al momento del voto sia astengono allineandosi al ministro Speranza. Siamo una opposizione propositiva e respingiamo al mittente le polemiche di chi ci accusa di limitarci soltanto a protestare". Lo dichiara il senatore di Fratelli d'Italia Alberto Balboni, vice presidente della commissione Giustizia.
CALANDRINI: ALTRO CHE SOSTEGNI SERVONO RIAPERTURE
“Il dl Sostegni non sostiene e non ristora nulla e rinvia la ripresa ai prossimi decreti. Mentre le imprese sono stremate, il decreto pensa di risarcirle con il 5 per cento delle perdite di un intero anno. Queste oggi chiedono di riaprire e non altre elemosine. Di questo passo serviranno tanti altri decreti Sostegni e tanti altri scostamenti. Per Fratelli d’Italia non c’è miglior sostegno che consentire le riaperture, in sicurezza, con protocolli rigidi, ma non più rinviabili. Il governo se ne assuma la responsabilità altrimenti qualcuno si assuma la responsabilità delle chiusure delle attività che stanno morendo". Lo dichiara il senatore di Fratelli d'Italia, Nicola Calandrini, capogruppo in Commissione Bilancio.
DAL PARLAMENTO EUROPEO
FIDANZA: GLI ANNI DI PIOMBO NON FINISCONO MAI, LA SINISTRA ODIA ANCORA RAMELLI
Il 29 Aprile scorso ricorreva il quarantaseiesimo anniversario della tragica morte di Sergio Ramelli, studente diciottenne del Fronte della Gioventù assassinato a Milano da un commando di Avanguardia Operaia che lo aspettava sotto casa per sfondargli il cranio a colpi di chiave inglese. Un delitto spietato contro un ragazzo inerme, che i suoi assassini nemmeno conoscevano, al termine di un calvario che costrinse Sergio a lasciare l’Istituto tecnico Molinari dopo essere stato perseguitato per aver scritto un tema sulle Brigate Rosse. Provoca ribrezzo leggere il corsivo che Gianni Barbacetto ha scritto ieri sul Fatto quotidiano.
LEGGI L'ARTICOLO DI LIBERO
PROCACCINI: GREEN PASS STRUMENTO NECESSARIO MA NO ABUSI E STRUMENTALIZZAZIONI
“Il certificato per la libera circolazione dei cittadini della Ue deve essere solo uno strumento provvisorio di cui non si dovrà abusare, ma servirà ad aiutare il settore turistico ed evitare forme scorrette di dumping commerciale, come gli accordi bilaterali. Abbiamo anche chiesto che il nome sia cambiato da Certificato digitale verde, che falsamente e strumentalmente ricorda la difesa dell'ambiente, in Certificato Ue Covid 19. Non un atto simbolico, ma un messaggio forte e chiaro: al termine della pandemia non vogliamo neppure sentirlo nominare”. E' quanto ha affermato l'europarlamentare di FdI-ECR, Nicola Procaccini, nel suo intervento durante la Plenaria al Parlamento europeo.
LEGGI L'ARTICOLO DE LA VOCE DEL PATRIOTA
STANCANELLI: FARE LUCE SU AGGRESSIONE LIBICA A PESCHERECCI ITALIANI
In merito all’episodio dell’aggressione libica ai danni dei pescherecci di Mazara del Vallo, con il ferimento del comandante dell’“Aliseo”, l’europarlamentare siciliano Raffaele Stancanelli (FdI- ECR) dichiara: “L’aggressione ai pescherecci di Mazara del Vallo ed in particolare all’”Aliseo” con il ferimento del suo comandante Giuseppe Giacalone da parte delle motovedette libiche, è di una gravità inaudita! Come europarlamentare siciliano e membro della Commissione Pesca che ogni giorno si batte in seno alle istituzioni dell’Ue per salvaguardare l’attività dei nostri pescherecci, condanno l’episodio violento che rischia di vanificare i nostri sforzi”.
LEGGI L'ARTICOLO DE LA VOCE DEL PATRIOTA
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DOMANDA PER APRIRE UN DIBATTITO TRA COLLEGHI CHIEDENDO SE VOLETE CHE I CENTRI ESTETICI RIAPRANO O SE E' MEGLIO CHE CHIUDIAMO TUTTI . . . PARRUCCHIERI COMPRESI ?? METTETE MI PIACE SE VOLETE CHE RIAPRANO I CENTRI ESTETICI METTETE GRRR SE VOLETE CHE CHIUDIAMO TUTTI
Perché nelle zone rosse chiudono i centri estetici ma lavorano i parrucchieri?
Il Dpcm firmato da Giuseppe Conte impone, nelle zone rosse, la chiusura dei centri estetici mentre possono continuare a lavorare sia i barbieri che i parrucchieri. Come mai questa disparità di trattamento, verso due attività che erogano servizi di cura della persona?
E’ stato sottoposto il quesito all'indomani della firma di Giuseppe Conte sul nuovo Dpcm perchè resta un dubbio in merito a uno dei provvedimenti adottati nelle zone rosse. Queste aree sono quelle caratterizzate da uno scenario preoccupante dal punto di vista dei contagi, che rischiano di far collassare le strutture sanitarie. Per correre ai ripari si è deciso quindi di adottare misure particolarmente restrittive rispetto ad altre regioni del Paese, compresa la chiusura di alcune attività commerciali. Una delle poche modifiche apportate alla bozza del Dpcm, rispetto alla versione definitiva, è stata quella riguardante i servizi alla persona. Sembrava che sia parrucchieri che estetisti dovessero chiudere nelle zone rosse, poi invece il Governo ha deciso di "salvare" soltanto i primi, obbligando comunque i secondi a chiudere fino al 3 dicembre. Resteranno invece aperti entrambi nelle zone arancioni e gialle. Quindi mentre i parrucchieri possono continuare a lavorare è stato imposto ai centri estetici di abbassare la serranda.
Perché questa scelta?
Leggendo il Dpcm del 3 novembre emerge un'anomalia: parrucchieri e barbieri potranno continuare la loro attività mentre è stato imposto lo stop ai centri estetici.
Come mai questa differenziazione?
Non è nota la ragione di questa distinzione, se non una possibile analogia con quanto fatto dalla Germania. Il Governo ha parlato spesso negli ultimi giorni di un'ispirazione tedesca della propria azione, può darsi che venga da lì questa distinzione. Oggettivamente non c'è nessuna ratio nella distinzione che il Dpcm ha introdotto nelle zone rosse tra parrucchieri e filiera dell'estetica. Ci sono un po' di buoni argomenti per sostenere che non c'è alcuna razionalità. Questa è una filiera nella quale di fatto non ci sono assembramenti, lavora su appuntamento. Non solo: da circa una decina di anni è una filiera che applica protocolli di legge molto severi sulle disposizioni di carattere sanitario. Quindi onestamente se ci sono dei luoghi dove è proprio impossibile contrarre il virus è proprio da un parrucchiere o in un salone di bellezza, oggettivamente.
Si tratta quindi di valutazioni politiche?
Al di là della questione dell'emulazione politica c'è anche la questione antropologica: l'acconciatore è vicino all'esperienza di tutti, maschi e femmine di ogni età. Riguarda più persone.
Deve essere stato un lavoro di contrattazione: è talmente privo di senso dal punto di vista della razionalità socio sanitaria che forse è frutto di uno scontro di forze in cui alla fine si è tirata la linea un po' dove era più facile. I parrucchieri sono più diffusi territorialmente, è tipico anche dei piccoli borghi. Facendo una battuta: è una discriminazione sessista, perché dai parrucchieri ci andiamo anche noi maschietti, dagli estetisti forse più le donne.
I centri estetici hanno avuto difficoltà ad applicare i protocolli di sicurezza?
La difficoltà è stata quella di introdurre a proprie spese ulteriori presidi sanitari. Però devo dire che era una filiera già molto avanti. È stata la filiera (tutta quella dell'estetica-benessere) in cui è stata fatta meno fatica a definire il nostro contributo alle linee guide del Governo, perché è una filiera già molto attenta a queste cose. Il rischio è l'emergere dell'abusivismo: più teniamo chiusi soggetti corretti formalmente disciplinati di questa filiera più emergono soggetti abusivi che non applicano le disposizioni sanitarie. Tolgo lavoro a chi il Covid non me lo fa prendere e dò lavoro a chi non solo evade, ma mi fa pure prendere il Covid, detto molto in soldoni.
In occasione del precedente lockdown c'era stato un adeguato sostegno economico da parte del Governo?
Si puo’ parlare di buona volontà politica, che è stata dimostrata nel primo lockdown: il Governo i soldi sul piatto li ha messi. Però non è più possibile accettare che il Governo indennizzi alla stessa maniera zone rosse e non rosse. Imprese che subiscono danni di misure diverse vanno indennizzati in maniera diversa. Poi, anche in caso di buona volontà del Governo, i soldi son sempre pochi.
Ci si sta muovendo per uniformare la situazione di parrucchieri ed estetisti?
La Regione non può arrogarsi il diritto di aprire attività che sarebbero chiuse per decreto. Il responsabile della divisione economica di CNA nazionale ci diceva che in Commissione Bilancio hanno avuto modo di esternare le problematiche dell'artigianato, questa tra le altre: ovviamente sono talmente tanti i temi che la maggior parte passano in secondo piano alla fine. Tra l'altro i parrucchieri aperti possono erogare il servizio solo ad abitanti del proprio Comune quindi è logico che i parrucchieri di comuni di dimensioni ridotte vedono la loro attività ridursi praticamente a zero. A rigor di logica era quasi più logico chiudere tutte le attività della filiera.
E‘ positivo che a differenza del primo lockdown il Governo abbia riconosciuto che almeno i parrucchieri non costituiscono filiera a rischio, ma sono anzi essenziali per la cura della persona. Però bisognerebbe che il Governo consentisse l'apertura anche dei centri estetici.
Burlo Gianmichele
Direttore Tecnico Specializzato Estetica & Parrucchiere
Commissario Tecnico Regione Piemonte EDL Settore Estetica & Benessere ( determina Regione Piemonte n.286 del 16-5-2016 )
Docente & Consulente Esterno a contratto
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3 nov 2020 15:16
MA TOTI E FONTANA NON VOLEVANO PIÙ AUTONOMIA? – NELLA SECONDA ONDATA STIAMO ASSISTENDO AL PIÙ CLASSICO SCARICABARILE, CON LE REGIONI CHE PRIMA VOLEVANO DECIDERE TUTTO E ORA INVECE VOGLIONO CHE SIA IL GOVERNO A FARE LE SCELTE IMPOPOLARI – ANCHE CONTE VUOLE SCARICARE TUTTO SU SPERANZA E I SUOI SCIENZIATI. MA GLI ITALIANI NON SONO SCEMI, E IN QUESTO PERIODO VORREBBERO UN LEADER CHE SI PRENDE LE PROPRIE RESPONSABILITÀ, ANCHE DRAMMATICHE (TIPO ANGELA MERKEL)
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Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
(…) In questa seconda ondata (…) si sta assistendo ad una gigantesca corsa per trincerarsi dentro i confini angusti della indecisione. Soprattutto di non apparire autori o fautori delle misure più impopolari. Si tratta, insomma, del più classico scaricabarile. Un gioco al quale si sono iscritti per primi i governatori e a seguire diversi esponenti della maggioranza, del governo e dell' opposizione. Partendo da qualche segretario di partito, passando per alcuni ministri e arrivando al premier.
Colpisce allora che i presidenti delle Regioni, senza distinzione di colore politico e di geografia, siano passati in due mesi dal "decidiamo noi" al "decidete voi". Trasferendo al governo l' onere esclusivo di assumere le scelte più dolorose. «Dateci autonomia, decidiamo noi cosa riaprire», tuonava l' 8 maggio scorso il ligure Giovanni Toti. «Non ho firmato l' accordo con il governo», avvertiva il campano Vincenzo De Luca il 12 maggio.
«Con più autonomia, avremmo affrontato meglio l' emergenza», scandiva il lombardo Attilio Fontana il 29 giugno. E ora? Tutto il contrario. La scelta - ad ascoltarli - spetta all' esecutivo nazionale. È evidente che nello stato confusionale di questa classe dirigente, la protesta dei cittadini e soprattutto la loro paura si trasforma in uno spauracchio per la politica. Il timore di perdere consensi, di calare nell' indice di popolarità sovrasta la semplice e doverosa necessità di governare.
Alcuni dei presidenti regionali hanno sfilato in alcuni recenti cortei insieme ai manifestanti. Davvero un paradosso. E una poderosa opera di deresponsabilizzazione. Il tutto, poi, si amplifica con la nuova versione del Titolo V della Costituzione. Quella riforma fu un gigantesco cedimento alla demagogia federalista che ha attraversato l' Italia tra gli anni '90 e quelli iniziali del secolo in corso.
Ma ora, in maniera palmare, offre ai processi decisionali e istituzionali tutti i suoi enormi limiti. Ai quali il Parlamento dovrebbe rapidamente porre rimedio. Il comportamento incoerente dei governatori impone un ritorno alla centralizzazione di talune competenze a loro affidate. Se non altro per evitare l' anarchia dell' esitazione cui stiamo assistendo.
La deresponsabilizzazione, però, è solo una faccia della stessa medaglia. L' altra è il deficit di leadership. Che sta certamente travolgendo le autorità locali e investe anche quelle nazionali.
La procedura, infatti, che oggi il governo adotterà per varare i provvedimenti più severi, denuncia una carenza. Una insufficienza di guida. Il presidente del Consiglio, contrario fin dall' inizio, a disposizioni meno indulgenti rispetto a quelle in vigore, assumerà delle linee guida comunque non particolarmente rigide.
E scaricherà sui numeri degli scienziati (questo è sicuramente un aspetto positivo dopo il rigurgito negazionista di cui anche le forze di minoranza si sono fatte portavoce) e sul ministro della Salute, Roberto Speranza, il peso delle scelte più gravose per i cittadini.
Se domani alcune Regioni, infatti, dovranno far fronte ad un nuovo lockdown la responsabilità - o la colpa - ricadrà esclusivamente sul titolare della Salute. Speranza avrà il compito solitario di stabilire se la Lombardia o il Piemonte o la Calabria dovranno "chiudere" o meno. Un lavoro ingrato. Si tratta, per il capo del governo, di un grande trasferimento di autorità ma anche di una rinuncia all' esercizio della leadership. Il ruolo del ministro senza dubbio crescerà.
(…) Nella scorsa primavera Conte indubbiamente ha visto crescere il suo consenso nell' opinione pubblica. È accaduto perché dinanzi ad una emergenza si è esposto in prima persona. Come si dice, ci ha messo la faccia. Ha esercitato la sua leadership e gli italiani hanno risposto positivamente.
Adesso, la rincorsa al gradimento ha subito una specie di mutazione genetica. Ha miscelato l' interesse generale con quello personale. La popolarità, in questo modo, diventa fine a se stessa. Ma soprattutto si basa su un calcolo errato. I cittadini, spaventati e impoveriti da questa crisi, chiedono in primo luogo certezze dai propri governanti. Non accettano indecisioni, perché amplificano il loro smarrimento.
Reclamano un leader che dia sicurezza. Che si assuma la responsabilità delle scelte. Anche di quelle più impopolari. Perché capiscono che anche la politica sale sulla loro stessa barca. Del resto è quel che hanno fatto Angela Merkel in Germania e Emmanuel Macron in Francia. Non si sono nascosti.
(…)
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Le tariffe dei parcheggi a Sabaudia dall'8 giugno
Sabaudia Modulo-abbonamento-Sabaudia-2019Download FAQ-PARCHEGGIDownload DICHIARAZIONE-SOSTITUTIVA-DI-CERTIFICAZIONE-PER-RESIDENTI-1Download DICHIARAZIONE-SOSTITUTIVA-DI-CERTIFICAZIONE-PER-NON-RESIDENTIDownload DICHIARAZIONE-SOSTITUTIVA-DI-CERTIFICAZIONE-PER-LAVORATORIDownload BOLLETTINO-DI-VERSAMENTODownload Da lunedì 8 giugno, e fino all’8 dicembre, sono in vigore a Sabaudia le nuovetariffe per il pagamento dei parcheggi nelle aree di sosta appositamente individuate, così come previsto dalla delibera di Giunta comunale. A fornire il quadro generale è stata l’Amministrazione comunale. La tariffa resta invariata a 1 euro l’ora per la sosta delle autovetture nel centro urbano e sul lungomare, sia nei giorni feriali che in quelli festivi; 50 centesimi per la mezz’ora. Il biglietto per la sosta dei camper è di 1,50 euro l’ora. Il ticket giornaliero per il lungomare è di 8 euro, con possibilità di acquisto di un biglietto settimanale per non residenti al costo di 35 euro. Sono previste diverse modalità di abbonamento (che andrà esposto sui veicoli in sosta): - abbonamento annuo per una targa per residenti nel Comune di Sabaudia che hanno già autocertificato e/o documentato l’avvenuto pagamento personale o quale componente di nucleo familiare della Tari per l’anno 2018 ed annualità pregresse oppure a quanti vorranno richiedere ex novo l’abbonamento con gli stessi presupposti: 30 euro. - abbonamento annuo per una targa per residenti nel Comune di Sabaudia: 50 euro. - abbonamento annuo per una targa da riservare ai non residenti ma iscritti al ruolo Tari. che hanno già autocertificato e/o documentato l’avvenuto pagamento personale o quale componente di nucleo familiare della Tari per l’anno 2018 ed annualità pregresse oppure a quanti vorranno richiedere ex novo l’abbonamento con gli stessi presupposti: 90 euro. - abbonamento annuo per una targa per non residenti ma iscritto a ruolo Tari: 150 euro. - abbonamenti mensili per i non residenti per ogni targa: 90 euro. - abbonamento quindicinale non residenti per ogni targa: 65 euro. - abbonamento annuo altri Enti pubblici e/o Forze Armate e/o associazioni di categoria previa formalizzazione di apposito atto di intesa: 50 euro. - abbonamento annuo per lavoratori occupati in attività con sede nella zona A del Comune di Sabaudia che potranno parcheggiare solo nella zona A: 50 euro. - abbonamento annuo per lavoratori occupati in attività con sede nella zona B del Comune di Sabaudia che potranno parcheggiare solo nella zona B: 50 euro. “Considerate l’emergenza epidemiologica da Covid-19 e le gravissime ripercussioni socio-economiche sulle fasce più deboli della popolazione - spiegano dal Comune -, la Giunta, nell’ambito del progetto ‘Sabaudia Solidale’, ha deliberato un sussidio economico pari all’importo dovuto per l’abbonamento a quelle famiglie e/o singoli che, già appositamente valutati dai Servizi Sociali, hanno dimostrato di trovarsi in una situazione di disagio economico. Nella fattispecie, tutti coloro che hanno avuto diritto a pacchi spesa e buoni spesa o sono risultati idonei per il contributo regionale straordinario per i canoni di locazione (diverso da quello ordinario che ogni anno la Regione Lazio eroga) avranno diritto all’abbonamento gratuito per una automobile: basterà recarsi presso il Centro Saudia e dare il proprio nominativo, gli addetti effettueranno il controllo in base alle liste ricevute dal Comune di Sabaudia. Dal 3 giugno è attivo il servizio per il rilascio degli abbonamenti presso gli uffici della ditta S.I.S. (Segnaletica Industriale Stradale) sita in via Carlo Alberto 95, al Centro Saudia. Gli uffici resteranno aperti dal lunedì al sabato dalle ore 8:30 alle ore 16.30. “Si precisa - prosegue l’Amministrazione - che gli abbonamenti potranno essere rilasciati solo dopo l’avvenuto pagamento delle somme dovute – da effettuarsi con versamento su conto corrente postale n.13790068 o in alternativa Iban IT84I0760103000000013790068 intestato a S.I.S. Segnaletica Industriale Stradale S.r.l. riportando nella causale la tipologia di abbonamento, il Comune e la targa dell'autovettura per cui ottenere l’abbonamento – e presentazione della documentazione e delle autocertificazioni (laddove necessarie) scaricabili dalla home page del sito istituzionale del Comune di Sabaudia”. In considerazione dell’emergenza sanitaria in atto e le prescrizioni adottate a tutela della sicurezza pubblica, la documentazione ed il versamento potranno essere trasmessi anche all’indirizzo mail: [email protected] e Pec: [email protected] in modo da evitare il più possibile assembramenti presso il locale. La ditta si occuperà poi di trasmettere formale comunicazione (mail e Pec) con la quale avvertirà dell’avvenuta predisposizione dell’abbonamento. Solo da quel momento l’utente potrà recarsi presso gli uffici di Via Carlo Alberto 95 per ritirare l’abbonamento. Dal Comune hanno ricordato che tutti coloro che nel 2019 hanno acquistato un abbonamento non dovranno ripresentare l'autocertificazione/documentazione Tari che è necessaria unicamente per chi intende acquistare un abbonamento ex novo o per coloro che non hanno certificato la Tari nel 2019 e che ora intendono acquistare l’abbonamento a tariffazione ridotta. Tutti i dettagli e i documenti sono reperibili e scaricabili dalla home page del sito istituzionale del Comune di Sabaudia al link https://bit.ly/2UcpNrP. “È opportuno precisare, infine - conclude l’Amministrazione-, che la decisione di posticipare all’8 dicembre il termine di validità della sosta a pagamento, è relativa unicamente all’esigenza di garantire il rispetto del contratto in essere tra il Comune e la ditta S.I.S., il quale stabilisce in sei mesi il periodo di validità delle strisce blu". Le zone A e B individuate negli abbonamenti corrispondono a: Zona A – Lungomare Pontino e adiacenze, dalle ore 07:00 alle ore 19:00, valida sia la sosta oraria che gli abbonamenti senza limite di orario: Strada Lungomare dalla strada di accesso Via della Lavorazione zona Bufalara Km. 20+900 al Km.36+280 Torre Paola; Area antistante la caserma Piave (Marina Militare); Via Principe di Piemonte dal Ponte Giovanni XXIII fino all’incrocio con via Conte Rosso; area a parcheggio su Via Caporal A. Tortini prospiciente l’ingresso della Caserma CO.MA.CA. (con validità solo nei giorni di sabato, domenica e festivi). Zona B – Centro Urbano, dalle ore 07:00 alle ore 24:00 - Piazza Mafalda di Savoia (valida sia la sosta oraria, che gli abbonamenti senza limite di orario); - Area ex Brigantino (valida sia la sosta oraria, che gli abbonamenti senza limite di orario); - Piazza Circe (valida sia la sosta oraria, che gli abbonamenti per la 1^ ora di sosta); - Corso Vittorio Emanuele II (valida sia la sosta oraria, che gli abbonamenti per la 1^ ora di sosta); - Via Duca della Vittoria (zona15), (valida sia la sosta oraria, che gli abbonamenti per la 1^ ora di sosta); - Corso Vittorio Emanuele III (valida sia la sosta oraria, che gli abbonamenti per la 1^ ora di sosta); - Via Carlo Alberto (valida sia la sosta oraria, che gli abbonamenti per la 1^ ora di sosta); - Piazza Oberdan (valida sia la sosta oraria, che gli abbonamenti per la 1^ ora di sosta). Read the full article
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Sicurezza e Polfer: le precisazioni di Rolando (Lega) sulle dichiarazioni del PD di Alessandria
Alessandro Rolando critica le affermazioni del Partito Democratico sulla sicurezza e sul Governo, sottolineando il potenziamento della Polfer e la questione dei taser per la Polizia Municipale.
Alessandro Rolando critica le affermazioni del Partito Democratico sulla sicurezza e sul Governo, sottolineando il potenziamento della Polfer e la questione dei taser per la Polizia Municipale. Le dichiarazioni di Alessandro Rolando.A poche ore dalla mezzanotte del 25 dicembre, il segretario cittadino del PD di Alessandria ha definito il Governo come un “governo delle chiacchiere” in tema di…
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🔵🚑🔴 CORONAVIRUS Alla luce del Protocollo d'Intesa tra le parti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro al tempo del COVID19, riteniamo utile attivare subito un tavolo regionale con le forze sociali ed economiche e gli enti preposti al controllo (Ispettorato del Lavoro, Spresal) per monitorare la situazione anche in Piemonte. Il confronto a livello nazionale tra governo e parti sociali è stato utile e necessario, tanto che riteniamo debba avere un’appendice a livello locale. Le informazioni che abbiamo ci dicono che molte aziende stanno facendo tutto il possibile e il necessario; alcune sono più in difficoltà e chiedono accompagnamento. Dall'altra parte, abbiamo visto che i lavoratori hanno manifestato in questi giorni timori e preoccupazioni. Ricordiamo che il nuovo Protocollo firmato da CGIL, CISL e UIL, Confindustria e Confapi raccomanda che il lavoro amministrativo delle aziende sia svolto da casa o sospeso in caso di impossibilità dell'azienda di adempiere alle misure di sicurezza e che la parte produttiva sia condotta nel rispetto delle distanze di sicurezza tra le persone. Gli impegni e le richieste sulla sicurezza e sulla protezione che arrivano dal Governo vanno riportati sul territorio: a questo serve il tavolo che chiediamo al Presidente della Regione, affinché gli sforzi siano coordinati ed efficaci, tradotti rispetto alla specificità di bisogni delle realtà produttive piemontesi. Paolo Furia, Segretario Regionale PD Piemonte Mimmo Ravetti, Capogruppo PD in Regione Piemonte Enzo La Volta, Responsabile Lavoro PD Piemonte (presso Asti) https://www.instagram.com/p/B9uWpogoocK/?igshid=9rqln3hnyp7e
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No al deposito nucleare nazionale. Né qui, né altrove | Global Project
È arrivato il via libera, con il nulla osta del ministero dello Sviluppo e del ministero dell'Ambiente, alla Sogin (la società statale incaricata dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi) per la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) e del progetto preliminare. Con questo passo, atteso da anni, si va verso la realizzazione del deposito dei rifiuti radioattivi che permetterà di conservare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività. In seguito il comunicato di No Deposito Nucleare.
In data 5 gennaio la Sogin, Società dello Stato Italiano responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti, ha reso pubblica la carta dei siti potenzialmente idonei a ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani. Stiamo parlando di circa 78.000 m3 di rifiuti radioattivi a bassa attività la cui radioattività decadrà nell’arco di 300 anni e di 17.000 m3 di rifiuti radioattivi ad alta attività la cui radioattività decadrà dopo 100.000 anni. Con questa scelta il Governo italiano ha deciso di imboccare la strada profondamente sbagliata dell’individuazione di un unico sito da trasformare nella pattumiera dei rifiuti radioattivi italiani.
Una scelta folle che farebbe dell’Italia l’unico paese al mondo che decide la gestione combinata dei rifiuti ad alta e bassa intensità.
Una scelta folle considerato che si tratterebbe comunque di una scelta temporanea e che i rifiuti radioattivi ad alta attività dovranno essere nuovamente ricollocati in altro sito idoneo.
Sarebbe stato di gran lunga preferibile decidere di percorrere la strada della definitiva e completa messa in sicurezza dei siti esistenti laddove possibile, evitando la nuclearizzazione a vita di una nuova comunità ed evitando che decine di migliaia di m3 di rifiuti radioattivi debbano essere movimentati per il paese con grandissimi rischi per la popolazione.
È vergognoso che questa decisione venga presa nel mezzo di una pandemia globale a dimostrazione del fatto che il processo di coinvolgimento delle comunità locali di cui il Governo parla non sia nient'altro che una farsa. La verità è che il Governo ha paura della rivolta delle comunità locali e vuole imporre dall’alto questo scempio.Fra i 67 siti definiti potenzialmente idonei ve ne sono 12 classificati dal governo come “molto buoni” e inseriti in classe A1.
Cinque di questi dodici siti sono stati individuati nel territorio della provincia di Alessandria e per la precisione nei Comuni di Alessandria, Castelletto Monferrato, Quargnento, Fubine, Oviglio, Bosco Marengo, Frugarolo e Novi Ligure. A questi cinque siti ne va aggiunto un altro nei comuni di Sezzadio e Castelnuovo Bormida inserito in classe A2.
Poteva un territorio profondamente segnato dalle scelte folli di una classe politica vergognosa farsi mancare l’ennesima schifezza?
Eternit, Acna, Ecolibarna, Solvay, Terzo Valico e centinaia di cave non sono bastate a rendere la vita della nostra comunità compromessa in termini di disastri ambientali e sanitari?
Evidentemente no per le forze politiche che governano questo paese e per le forze di opposizione che hanno storicamente sostenuto la follia dell’impresa nucleare.Crediamo che l’unica cosa possibile da fare per le donne e gli uomini che hanno a cuore il proprio territorio e vogliano difendere la loro salute e quella dei loro figli sia di organizzare la resistenza a questo folle progetto. Bisogna battersi con forza per impedire che la nostra provincia diventi la pattumiera nucleare d’Italia e per costringere Comuni, Provincia e Regione a schierarsi con forza contro questa follia. La nostra non sarà mai la battaglia in difesa del nostro orticello e siamo intenzionati a camminare fianco a fianco con qualsiasi comunità locale d’Italia decida di ribellarsi a questo processo. Dal Piemonte alla Sicilia, passando per Toscana, Lazio, Sardegna, Basilicata e Puglia deve alzarsi un unico grande grido.
Per far partire la mobilitazione invitiamo tutte le cittadine e i cittadini di Alessandria, Castelletto Monferrato, Quargnento, Fubine, Oviglio, Bosco Marengo, Frugarolo, Novi Ligure, Sezzadio, Castelnuovo Bormida e quelli di tutti gli altri Comuni della provincia a partecipare ad una prima grande assemblea pubblica che si terrà venerdì 15 gennaio alle ore 17,30 presso il Laboratorio Sociale di via Piave 63 ad Alessandria nel pieno rispetto delle normative anti Covid.
«No al deposito nucleare nazionale.
Né qui, né altrove».
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Ogni 6 minuti c’è un furto in un negozio o in una bottega artigiana: costo per gli operatori di 3,3 miliardi l’anno
Sebbene da qualche anno questo reato sia in calo, la frequenza con la quale viene compiuto fa, comunque, rabbrividire: 1 ogni 6 minuti; 10 ogni ora e 246 ogni giorno. Stiamo parlando dei furti nei negozi e nelle botteghe artigiane che - stando alle denunce effettuate complessivamente in Italia dai titolari di queste attività - hanno sfiorato le 90 mila unità nel corso del 2017, ultimo anno in cui i dati sono disponibili. Un costo economico per gli operatori commerciali stimato attorno a 3,3 miliardi di euro all’anno. #gallery-3 { margin: auto; } #gallery-3 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 33%; } #gallery-3 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-3 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */
A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA. Il confronto con gli ultimi anni, tuttavia, è confortante. Rispetto al 2014, anno in cui si è toccato il picco di quasi 106.500 denunce, la contrazione a livello nazionale è stata del 15,6 per cento, con punte di riduzione che oscillano tra il 23 e il 25 per cento in Veneto, in Piemonte, in Calabria e in Sardegna. Tra tutte le regioni d’Italia, nel quadriennio 2014-2017 solo la Campania ha visto aumentare le denunce (+2,7 per cento).
Segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo: “Questa decisa contrazione avvenuta a livello nazionale è riconducibile sia all’azione di prevenzione praticata dalla polizia e dai carabinieri, sia agli ingenti investimenti realizzati in questi ultimi anni dai negozianti e dagli artigiani nei sistemi di videosorveglianza e nei servizi forniti dagli istituti di vigilanza. Tuttavia, non è da escludere che questi dati siano in parte condizionati anche dal rifiuto di molti negozianti di denunciare i furti subiti. Non sono pochi, infatti, i titolari di piccoli negozi che - dopo aver subito l’ennesimo taccheggio o la solita scorribanda - sono stati presi dallo sconforto e hanno deciso di non rivolgersi più alle forze dell’ordine”. Un problema, quello della sicurezza, che coinvolge, loro malgrado, migliaia e migliaia di attività commerciali e artigiane. Dichiara il segretario della CGIA Renato Mason: “I settori maggiormente a rischio taccheggio sono, ad esempio, le profumerie, i negozi di alimentari, di abbigliamento - in particolar modo quello sportivo - e di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Nel mirino dei furti con destrezza, invece, finiscono prevalentemente i gioiellieri e gli orologiai, mentre gli autoriparatori e gli esercizi pubblici - come i bar, i ristoranti e le sale giochi - sono quasi sempre vittime di furti con scasso”. Oltre al grab and run (prendi e scappa), i metodi più utilizzati dai malintenzionati per sottrarre la merce esposta negli scaffali sono la rottura di etichette/placche antitaccheggio e l’uso di borse schermate. Molti operatori, inoltre, sottolineano che sempre più spesso sono vittime di micro-bande, composte da 2-3 persone, spesso specializzate e ben attrezzate, con strumenti per staccare le etichette antitaccheggio, jammer (ovvero disturbatori di frequenze) e magazzini dove conservare la refurtiva. Se rapportiamo il numero di furti denunciati dagli operatori commerciali e artigianali ogni 100 mila abitanti, emerge che nel 2017 la regione più “colpita” è stata l’Emilia Romagna (233,8). Seguono la Toscana (215,4), la Liguria (207), la Lombardia (201,6) e il Piemonte (166,2). In coda a questa particolare graduatoria scorgiamo il Molise (70,3), la Calabria (57) e la Basilicata (36,3). Il dato medio nazionale è stato pari a 148,6. Ancorché il numero di botteghe e negozi svaligiati in rapporto agli abitanti sia concentrato in particolar modo al Centro-Nord, la situazione si capovolge quando analizziamo la percentuale di furti in cui i responsabili non vengono consegnati all’Autorità giudiziaria. Nel 2017, infatti, è stata la Campania la regione dove la quota di delitti di cui non si è scoperto l’autore nel corso dell’anno è risultata superiore a tutte le altre (86,2 per cento). Seguono la Puglia (81,3 per cento) e la Calabria (80,6 per cento). Le aree più “virtuose”, invece, sono state la Sardegna (67,7 per cento), la Valle d’Aosta (67,2 per cento) e il Trentino Alto Adige (66,2 per cento). La media nazionale si è attestata al 76 per cento.
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Strade insicure. È strage di pedoni: 45 morti solo nel mese di gennaio
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/strade-insicure-e-strage-di-pedoni-45-morti-solo-nel-mese-di-gennaio/
Strade insicure. È strage di pedoni: 45 morti solo nel mese di gennaio
Strade insicure. È strage di pedoni: 45 morti solo nel mese di gennaio
L’Asaps, Associazione Sostenitori e Amici Polizia Stradale, ha presentato il nuovo “Osservatorio Pedoni” che si aggiunge agli altri 18 (pirateria, contromano, stragi delle notti del fine settimana, incidenti con bambini, sbirri pikkiati ecc.), con gli incidenti rilevati dalle Forze di Polizia e dalle Polizie Locali per dare un quadro il più possibile preciso della situazione della sicurezza sulle strade nel suo evolversi. È lo sforzo messo in campo dall’associazione, pur con i suoi limitati mezzi, che permetterà mensilmente di avere un costante aggiornamento sui sinistri che vedono coinvolti i pedoni, gli utenti più deboli sulla strada. Dal 1° al 31 gennaio sono morti in Italia 45 persone, 26 uomini e 19 donne. 31 erano cittadini italiani, 14 stranieri. I più giovani sono due 21enni tedeschi, tra i sette deceduti nel tragico incidente di Lutago (Bolzano) in valle Aurina ad inizio gennaio, provocato da un guidatore ubriaco. Il più anziano è risultato essere un 89enne di Roma. Questi i dati raccolti tra i referenti di Asaps sul territorio nazionale e dai mass-media, e sono ovviamente parziali (anche se indicativi), in quanto i dati che verranno poi ufficializzati da Aci-Istat terranno conto dei decessi avvenuti entro trenta giorni dall’incidente. Spaventosi i dati sulle condizioni del conducente del veicolo che (in numerosi casi) ha investito i 45 pedoni poi deceduti: 11 sono morti perché l’autista è stato sorpreso in stato di ebbrezza alcolica, in due casi era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, in sei l’investitore è fuggito dopo il fatto, in un caso quest’ultimo era un neo-patentato. LE REGIONI IN CUI SI MUORE DI PIÙ La regione in cui si è avuto il più alto numero di pedoni deceduti è il Lazio 10, di cui 4 a Roma città, poi la Provincia Autonoma di Bolzano 7, Marche e Toscana 4, Veneto ed Emilia Romagna 3, Sardegna, Piemonte e Puglia 2, un unico decesso in Lombardia, Molise, Liguria, Calabria, Umbria, Sicilia, Basilicata e Campania. I veicoli investitori si distinguono in: 38 autovetture, 2 autocarri, 1 autobus urbano. In due casi di pirateria, al momento, non si conosce il tipo di veicolo coinvolto. Sui 45 pedoni che hanno perso la vita, uno non risulta ancora identificato compiutamente, (il caso è avvenuto a San Severo, Foggias, e si tratta probabilmente di uno straniero) mentre gli ultra 65enni sono ben 19, per confermare che le persone più anziane sono quelle più a rischio. Gli incidenti plurimortali a gennaio con il coinvolgimento di pedoni sono stati 4. Oltre a quello di Lutago con 7 giovani vittime, si sono registrati il duplice omicidio stradale a Senigallia (AN) con le due donne travolte appena uscite dalla discoteca, e altri due sinistri con due coppie di anziani nel Lazio ad Aprilia e a Santa Marinella, tragedie che solo nel 2019 avevano già visto la morte di ben 24 coppie di anziani morti insieme. ASAPS: RIFLETTERE E MODIFICARE I COMPORTAMENTI “Con il nuovo Osservatorio vogliamo rilanciare il tema della tutela dei pedoni sulle strade. Serve una maggiore consapevolezza di quello che accade e comunicarlo mensilmente – afferma Giordano Biserni, Presidente ASAPS – può portare l’opinione pubblica a riflettere e a modificare i propri comportamenti, ad esempio sul rispetto dei pedoni sulle strisce pedonali, che in Europa sono rispettati in maniera assoluta, mentre in Italia abbiamo un enorme numero di investimenti proprio nel luogo più sicuro per il Codice della Strada”. “45 morti – ha aggiunto – a cui si dovranno aggiungere altri speriamo pochi, perché ad oggi ci risultano almeno una trentina di casi in cui il pedone sia stato ricoverato in codice rosso ancora in prognosi riservata, rappresentano la scomparsa a gennaio simile ad un intero condominio a 5 piani. È vero che nel 2018 (quelli del 2019 non sono ancora disponibili) i dati ACI-Istat davano un numero ben più elevato di pedoni morti sulla strada (78 decessi) ma quelli di gennaio 2020 comunque ci allarmano, specialmente per i 19 casi causati da ubriachi, drogati e pirati stradali sui 45 poveri pedoni morti. E non siamo in grado di dire oggi, quanti morti siano stati provocati dalla distrazione da cellulare, il vero “virus stradale” che potrebbe avere un unico vaccino”. “Quello – spiega ancora Biserni – della sospensione immediata della patente alla prima violazione, norma ferma in Parlamento. Chiediamo ancora con più forza un innalzamento del numero di controlli su strada, come in effetti è avvenuto nella seconda parte del mese di gennaio, con processi rapidi e rispondenti alla norma sull’omicidio stradale introdotto nel 2016, ma che inizia a presentare falle che vanno subito chiuse dal Parlamento che vive nuovamente una fase di stallo sulla riforma del Codice della strada. Dall’altra parte vengono segnalati casi in cui lo stesso pedone distratto dall’uso del cellulare mette a repentaglio la propria incolumità e anche su questo servono campagne di sensibilizzazione da parte delle Istituzioni.”
L’Asaps, Associazione Sostenitori e Amici Polizia Stradale, ha presentato il nuovo “Osservatorio Pedoni” che si aggiunge agli altri 18 (pirateria, contromano, stragi delle notti del fine settimana, incidenti con bambini, sbirri pikkiati ecc.), con gli incidenti rilevati dalle Forze di Polizia e dalle Polizie Locali per dare un quadro il più possibile preciso della situazione della sicurezza sulle strade nel suo evolversi. È lo sforzo messo in campo dall’associazione, pur con i suoi limitati mezzi, che permetterà mensilmente di avere un costante aggiornamento sui sinistri che vedono coinvolti i pedoni, gli utenti più deboli sulla strada. Dal 1° al 31 gennaio sono morti in Italia 45 persone, 26 uomini e 19 donne. 31 erano cittadini italiani, 14 stranieri. I più giovani sono due 21enni tedeschi, tra i sette deceduti nel tragico incidente di Lutago (Bolzano) in valle Aurina ad inizio gennaio, provocato da un guidatore ubriaco. Il più anziano è risultato essere un 89enne di Roma. Questi i dati raccolti tra i referenti di Asaps sul territorio nazionale e dai mass-media, e sono ovviamente parziali (anche se indicativi), in quanto i dati che verranno poi ufficializzati da Aci-Istat terranno conto dei decessi avvenuti entro trenta giorni dall’incidente. Spaventosi i dati sulle condizioni del conducente del veicolo che (in numerosi casi) ha investito i 45 pedoni poi deceduti: 11 sono morti perché l’autista è stato sorpreso in stato di ebbrezza alcolica, in due casi era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, in sei l’investitore è fuggito dopo il fatto, in un caso quest’ultimo era un neo-patentato. LE REGIONI IN CUI SI MUORE DI PIÙ La regione in cui si è avuto il più alto numero di pedoni deceduti è il Lazio 10, di cui 4 a Roma città, poi la Provincia Autonoma di Bolzano 7, Marche e Toscana 4, Veneto ed Emilia Romagna 3, Sardegna, Piemonte e Puglia 2, un unico decesso in Lombardia, Molise, Liguria, Calabria, Umbria, Sicilia, Basilicata e Campania. I veicoli investitori si distinguono in: 38 autovetture, 2 autocarri, 1 autobus urbano. In due casi di pirateria, al momento, non si conosce il tipo di veicolo coinvolto. Sui 45 pedoni che hanno perso la vita, uno non risulta ancora identificato compiutamente, (il caso è avvenuto a San Severo, Foggias, e si tratta probabilmente di uno straniero) mentre gli ultra 65enni sono ben 19, per confermare che le persone più anziane sono quelle più a rischio. Gli incidenti plurimortali a gennaio con il coinvolgimento di pedoni sono stati 4. Oltre a quello di Lutago con 7 giovani vittime, si sono registrati il duplice omicidio stradale a Senigallia (AN) con le due donne travolte appena uscite dalla discoteca, e altri due sinistri con due coppie di anziani nel Lazio ad Aprilia e a Santa Marinella, tragedie che solo nel 2019 avevano già visto la morte di ben 24 coppie di anziani morti insieme. ASAPS: RIFLETTERE E MODIFICARE I COMPORTAMENTI “Con il nuovo Osservatorio vogliamo rilanciare il tema della tutela dei pedoni sulle strade. Serve una maggiore consapevolezza di quello che accade e comunicarlo mensilmente – afferma Giordano Biserni, Presidente ASAPS – può portare l’opinione pubblica a riflettere e a modificare i propri comportamenti, ad esempio sul rispetto dei pedoni sulle strisce pedonali, che in Europa sono rispettati in maniera assoluta, mentre in Italia abbiamo un enorme numero di investimenti proprio nel luogo più sicuro per il Codice della Strada”. “45 morti – ha aggiunto – a cui si dovranno aggiungere altri speriamo pochi, perché ad oggi ci risultano almeno una trentina di casi in cui il pedone sia stato ricoverato in codice rosso ancora in prognosi riservata, rappresentano la scomparsa a gennaio simile ad un intero condominio a 5 piani. È vero che nel 2018 (quelli del 2019 non sono ancora disponibili) i dati ACI-Istat davano un numero ben più elevato di pedoni morti sulla strada (78 decessi) ma quelli di gennaio 2020 comunque ci allarmano, specialmente per i 19 casi causati da ubriachi, drogati e pirati stradali sui 45 poveri pedoni morti. E non siamo in grado di dire oggi, quanti morti siano stati provocati dalla distrazione da cellulare, il vero “virus stradale” che potrebbe avere un unico vaccino”. “Quello – spiega ancora Biserni – della sospensione immediata della patente alla prima violazione, norma ferma in Parlamento. Chiediamo ancora con più forza un innalzamento del numero di controlli su strada, come in effetti è avvenuto nella seconda parte del mese di gennaio, con processi rapidi e rispondenti alla norma sull’omicidio stradale introdotto nel 2016, ma che inizia a presentare falle che vanno subito chiuse dal Parlamento che vive nuovamente una fase di stallo sulla riforma del Codice della strada. Dall’altra parte vengono segnalati casi in cui lo stesso pedone distratto dall’uso del cellulare mette a repentaglio la propria incolumità e anche su questo servono campagne di sensibilizzazione da parte delle Istituzioni.”
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SAN BENEDETTO – Il presidente Giovanni Chiarini ha convocato il Consiglio comunale per sabato 23 marzo alle ore 9. Ben 23 i punti all’ordine del giorno. Si evidenziano:
Le interrogazioni dei consiglieri Capriotti (sulle spese sostenute per il concerto di Capodanno), Gabrielli ed altri (sul mercatino natalizio in piazza del Redentore), l’interpellanza dello stesso Capriotti sulle attività in corso di realizzazione al Centro sportivo “Eleonora”.
Il resoconto sull’assemblea della CIIP spa del 25 gennaio scorso nel corso della quale è stato approvato il bilancio di previsione per il 2019 che evidenzia un risultato positivo netto di quasi 9 milioni e contempla investimenti per oltre 16 milioni.
Una serie di deliberazioni riguardante le entrate comunali. Per quanto riguarda l’IMU, sono confermate tutte le aliquote vigenti, peraltro ferme dal 2013, con l’unica variazione dell’aliquota agevolata del 7,9 per mille che viene riservata ai beni non produttivi di reddito fondiario.
Per quanto concerne la TARI, come noto le tariffe variano in funzione del costo del servizio di smaltimento dei rifiuti che deve interamente essere coperto dagli introiti del tributo. A seguito delle note vicende relative al conferimento fuori Provincia dei rifiuti, San Benedetto nel 2018 ha registrato un maggior costo di 229.000 euro ma si recuperano 276.000 euro quale frutto degli accertamenti effettuati dall’ufficio su chi non ha pagato in passato. A seguito di queste variazioni, la tariffa diminuisce del 3,5% circa per le attività commerciali mentre per le utenze domestiche la variazione è positiva o negativa in base alla superficie tassata e al numero degli occupanti l’abitazione. In generale, l’aumento non supera l’1,60% (è il caso di un appartamento di 100 metri quadrati occupato da 4 persone) mentre chi abita da solo in un appartamento da 120 metri quadrati vedrà ridursi la TARI dello 0,15% .
Per quanto concerne l’addizionale IRPEF, si conferma l’aliquota dello 0,80% ferma dal 2011, e l’esenzione totale, già stabilita nel 2015, per la TASI.
L’approvazione del regolamento per la definizione agevolata delle controversie tributarie in attuazione della legge di stabilità 2019 che dà la possibilità ai Comuni di definire in modo bonario le controversie attive al 28 ottobre 2018 consentendo di pagare una percentuale dell’importo dovuto in relazione al grado di giudizio in cui si trova la causa, senza interessi e senza sanzioni.
La modifica al regolamento per l’applicazione dell’imposta di soggiorno per completare la manovra sulle tariffe deliberata dalla Giunta nelle settimane precedenti (con un passaggio dell’imposta minima da 0,5 a 1 euro): si amplia il periodo di vigenza del tributo (che da quest’anno si pagherà dal 1° giugno al 15 settembre) e si aumentano da 6 a 7 i giorni di soggiorno per i quali va pagata la tassa.
La modifica al regolamento per l’imposta unica comunale – IUC per attuare quanto previsto dalla legge di stabilità che consente di destinare agli uffici tributi (personale e beni strumentali) il 5% sui maggiori incassi IMU e TARI riscossi. Inoltre si dà attuazione ad una disposizione che consente ai comuni come San Benedetto, che gestiscono il contenzioso tributario senza ricorrere a professionisti esterni, di introitare e destinare al personale preposto a rappresentare l’Ente in giudizio le somme che la controparte deve versare in caso di soccombenza.
La modifica al regolamento per il ravvedimento operoso per precisare l’importo della sanzione applicabile per omessa presentazione di denuncia relativa ai tributi per i quali si chiede il ravvedimento.
La proposta di delibera di approvazione del bilancio 2019 indica un movimento complessivo di circa 122 milioni di euro per il 2019 che scendono a 120 milioni nel 2020 e a 115 nel 2021. Tra le principali voci di entrata, il Fondo di Solidarietà comunale (somme trasferite dallo Stato) per 1,5 milioni, 2,1 milioni dalla lotta all’evasione tributaria per il triennio 2019/2021, l’incremento del 50% dell’imposta sulla pubblicità e dei diritti sulle pubbliche affissioni (che in realtà va a confermare le tariffe esistenti da anni, dopo che una sentenza ha cassato gli aumenti del 50% applicati dal 2012 da molti Comuni sulla base della legge), 600mila euro dall’imposta di soggiorno così come modificata dalle delibere precedenti, 1,5 milioni dai parcheggi a pagamento così come modificati da una delibera di Giunta di qualche giorno fa che fissa ad esempio a 1 euro la tariffa oraria anche per le zone turistiche durante l’estate. Per quanto riguarda le uscite, è prevista nel 2019 l’accensione di mutui per 600.000 euro per la manutenzione delle strade, di 2,8 milioni per il completamento della riqualificazione del lungomare nord, di 1.780.000 euro per la riqualificazione del polo scolastico di zona nord (nel 2021). Si incrementa annualmente il fondo crediti di dubbia esigibilità che sale da 3,4 milioni nel 2019 a 4 milioni di euro nel 2021, il fondo per il rischio derivante da contenziosi giudiziari sale a 800mila euro.
Il programma delle attività e il bilancio dell’istituzione musicale “Vivaldi”.
L’autorizzazione a richiedere alla Cassa Depositi e Prestiti, anziché alla tesoreria comunale, l’anticipazione di liquidità per poco più di 2 milioni per il pagamento delle forniture di beni e servizi perché il tasso di interesse è nettamente più vantaggioso.
La nomina del collegio dei revisori dei conti per il triennio 2019/2022, estratti a sorte in Prefettura come prevede la legge. Si tratta di Marcello Testa, Gianfranco Diotalevi e Sandro Lucchetti che assumerà il ruolo di presidente.
Un ordine del giorno di Pellei per impegnare l’Amministrazione a sostenere la richiesta di legittimità costituzionale del decreto Salvini in materia di sicurezza, le mozioni dei consiglieri Curzi (una per dare una destinazione pubblica alla sottostazione elettrica di via Piemonte in via di dismissione e una per censurare il comportamento dei parlamentari locali sulla crisi occupazionale del Piceno), Marzonetti (per istituire un cimitero per animali d’affezione), Falco ed altri (sulla soppressione del servizio di risposte algologiche), Pignotti (per chiedere il potenziamento delle Forze dell’ordine in città e l’armamento della polizia locale).
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