Tumgik
#fine polemiche
sauolasa · 2 years
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Europa, nel fine settimana torna l'ora solare tra dubbi e polemiche
Pressing in Europa di chi chiede l’adozione dell’ora legale tutto l’anno, specie in questo momento di crisi energetica
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kon-igi · 10 months
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CARI AMICI UOMINI
Dopo avere letto una pletora di articoli di giornale polemichetti e frignosetti sull'argomento, mi permetto, in quanto tesserato da 50 anni presso il Patriarcato, di raccontarvi come andrà a finire.
Intanto due o tre considerazioni sulle donne.
Le donne non devono essere 'conquistate'... Le donne hanno voglia di trombare tanto quanto voi, quindi se non le state trombando significa che non vi vogliono trombare. Punto.
Non dovete convincerle, non le dovete ammansire o ammaliare, non stanno facendo 'le difficili'... non vi vogliono trombare per una serie di motivi che voi non capite o che magari non hanno voglia di spiegarvi, anche perché magari ci sono donne stronze (o stanche o a cui girano i coglioni per fatti loro) che non hanno voglia di dare spiegazioni.
Non vi hanno fatto perdere tempo facendovela annusare.
Magari è successo l'esatto contrario, perché loro si aspettavano un uomo più interessante, perdendo così tempo prezioso nel credervi migliori di quanto non siate poi risultati.
Nessuno deve niente a nessuna. E viceversa.
Impacchettate le vostre palle blu e segatevi a casa. Ri-punto.
Ho incontrato parecchi omuncoli tambleri con le palle e l'orgoglio feriti che, frignanti per le aspettative tradite, sentivano di dover in qualche modo pareggiare i conti...
Mi piacerebbe insultarvi in modo colorito e fantasioso ma credo che il vostro specchio ogni mattina stia facendo un lavoro migliore del mio.
E vi svelo un segreto, a voi che vi sentite demascolinizzati da tutte queste donne disinibite, rompicoglioni e pretestuose con le loro lotte femministe.
Le donne sono disinibite?
Scopatevi una bambola gonfiabile ascoltando in loop l'mp3 di vostra mamma che vi dice che voi valete.
Le donne sono pretestuose e rompicoglioni con le loro lotte?
Credo che 10.000 anni di patriarcato abbia conferito loro questo diritto e se a volte alcune polemiche possono sembrare davvero pretestuosamente costruite, pazienza... ci sta che per i primi tempi qualcha uomo possa pagare le colpe dei propri padri, dei propri nonni, dei propri bisnonni, di tutti i parenti defunti dal principio alla fine sino ad arrivare a quel coglione di Agamennone. Si difenderà e sarà riabilitato, lusso poco concesso all'altro 50% dell'umanità.
Se la vostra virilità è così fragile da sentirsi minacciata dalla normalità, allora si merita di essere distrutta senza rimorso alcuno.
Prima ci fate pace con questa consapevolezza, prima smetterete di lagnarvi e accetterete questa nuova normalità, più giusta perché restituisce allle donne il diritto negato da sempre di sentirsi intere.
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arreton · 2 months
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Un'altra cosa che ho conosciuto da quando mi sono spostata qua in provincia di Bergamo è la generosità vera e propria. Ne avevo parlato brevemente in un vecchio post, ma credo che meriti un post a parte.
I padroni di casa dove sono in affitto sono credo le persone più gentili e discrete che io abbia mai conosciuto: persone modeste sebbene benestanti, comprensive, gentili, di una educazione impressionante; generosamente mi regalano le uova delle loro galline (ed io le mangerei ad ogni pasto perché sono credo le uova più buone che io abbia mai assaggiato), mi dicono sempre che se ho bisogno di qualcosa posso scendere e venire a bussare, fino a ieri "se hai bisogno di qualcosa, non comprare, dimmi a me ché io ho molte cose qua". E che siano delle persone generose lo ha dimostrato anche il fatto che qualche anno fa hanno ospitato una famiglia ucraina in fuga dalla guerra. Sono i primi estranei che piuttosto che mettermi davanti problemi irrisolvibili da risolvere mi danno invece delle soluzioni. Tutta la mia vita, fino ad ora, è stata costellata da problemi irrisolvibili: ogni chiacchiera pure la più innocua era formata da dei problemi, da delle polemiche inutili a problemi irrisolvibili, di qualsiasi tipo; stessa identica cosa nella mia famiglia ed io che cercavo di risolverli e alla fine riuscivo solo a piangere la notte e ad ingozzarmi di giorno e spesso di nascosto per alleviare l'angoscia. Questi signori, invece, ci parli un attimo ed è tutto semplice, facile e soprattutto già risolto: il problema non si è posto proprio. La loro discrezione poi è disarmante: mai conosciute delle persone così discrete nei miei confronti e così rispettose dei miei spazi pure se questo è un loro spazio. Da due mesi che sono qua non si sono mai sognati di venirmi a bussare, nemmeno per dirmi delle cose belle: se io scendo loro qualche fetta di dolce la signora mi ridà il piatto lasciandomelo sulle scale; mi fanno trovare il pellet sulle scale, pellet tra l'altro acquistato da loro per noi sebbene non abbiano la stufa a pellet ma quella a legna; non solo mi regalano le piantine di peperoncino, ma anche queste me le lasciano fuori dalla porta per non disturbarmi; hanno la copia del contratto da farmi firmare e non mi chiamano ma aspettano di vedermi uscire. Nella mia famiglia invece è sempre stato il contrario: mai avuto la mia privacy, le mie cose erano anche contro la mia volontà, le cose di tutti a meno che non me le nascondevo; chi mi apriva armadi e cassetti, non potevo nemmeno chiudermi in camera perché si lamentavano e non mi riferisco ai miei, ma agli altri parenti coi quali i miei avevano instaurato un rapporto morboso; non potevo scappare da loro, dovevo starci per forza e soprattutto fare finta di starci bene. Per non parlare della presunta generosità di parenti lontani e vicine di casa: ogni gesto "generoso" significava l'aver contratto un debito con degli strozzini: la volta successiva tu per loro dovevi esserci per forza pena il rinfacciarti quello che avevano fatto per te, maledirti e probabilmente pure toglierti il saluto. Poi il parlare è sempre stato denigratorio: credo che una cosa che accomuna tutti i poveracci che campano di merda perché non tengono soldi ma spendono più di quello che potrebbero permettersi, è l'essere arroganti. Ecco, in sicilia e poi in campania erano tutti arroganti e fondamentalmente gente di merda; in sicilia peggio che in campania dove invece ho conosciuto qualche essere umano ancora leggermente piacevole. Per non parlare poi della tranquillità della gente che lavora in questa zona: nei supermercati, nei negozi, oltre ad essere gentili, sono pure tranquilli (tranne qualche rara eccezione): cassiere sedute che se ne sbattono se la gente si accumula (d'altronde loro che ci possono fare), chiacchierano e non si scompongo e hanno sempre da regalarti un sorriso gentile. Un sacco di estranei, da quando sono in questa zona, mi hanno regalato un sorriso gratuito ed un saluto, entrambi fatti con una bella espressione calorosa e gentile sul volto, come se fossero veramente contenti di salutarti e di vederti.
Se continua così credo che potrebbe pure passarmi la repulsione per il genere umano, ricordarmi che almeno a grandi linee stiamo messi male, ma poi qualche rara eccezione la si incontra.
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petello993 · 9 months
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Citta Alta Bergamo
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Ogni anno a fine estate si vuole creare uno " spettacolo " per attirare turisti e cittadini a visitarla, ogni anno sempre sotto polemiche ...
Quest'anno si è creata una piramide che poi si è coperta con migliaia di piantine e fiori:
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Come ho detto il tutto ha avuto i favori e i contrari tra il pubblico ma, tutto questo ha portato a questo:
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Bene, dopo aver speso milioni per allestire e gestire " l'opera " i risultati li avete visti e la soluzione piu semplice per il comune è:
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Complimenti a tutti ! Altri miloni da buttare...
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ideeperscrittori · 10 months
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DESTRA: LA STRATEGIA DEL SOVRADOSAGGIO
Ho capito la tecnica dell'attuale destra per fronteggiare le polemiche.
La strategia più semplice, in teoria, è questa: evitare dichiarazioni razziste, omobitransfobiche, machiste o discriminatorie verso categorie fragili.
Ma stranamente l'hanno scartata.
Hanno scelto l'esatto opposto: il sovradosaggio.
Per capire come funziona il sovradosaggio, facciamo un passo indietro.
In una situazione che non è ancora fuori controllo, il quadro è abbastanza semplice. Un personaggio di destra dice qualcosa di abominevole e questa dichiarazione produce polemiche, shitstorm sui social, petizioni, richieste di dimissioni, persino manifestazioni in piazza. Alla fine i giornali titolano: "È bufera su X".
Il giorno dopo è tutto dimenticato, ma almeno è successo qualcosa.
Con l'avvento del sovradosaggio strategico, lo scenario è più complesso. Un noto esponente della destra dice una di quelle cose assurde che fanno imbestialire le persone dotate di un minimo di umanità. Scoppia una polemica. Anche tu vuoi dire o fare qualcosa, ma proprio in quel momento un altro destrorso ne spara una ancora più grossa. Tutti si concentrano su questa nuova imbarazzante sparata e si accingono a intervenire, ma spuntano altre dodici dichiarazioni atroci, tre saluti romani e tre notizie riguardanti la complicità con l'Ndrangheta.
Il fuoco della rappresaglia social a questo punto è frammentato.
Ogni evento inqualificabile è colpito debolmente da una minuscola parte delle proteste. L'opposizione si disperde in mille rivoli fino a spegnersi di fronte alla potenza soverchiante di questa melma devastatrice. E alla fine certe robe sono percepite come "normali". Diventano un'abitudine che non fa notizia e tanta gente si dice: "Massì, è la solita cosa già vista".
FINE
[L'Ideota]
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omarfor-orchestra · 5 months
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ma bisexual erasure dove, quando esiste letteralmente un personaggio bisessuale nella seconda stagione? piuttosto state cancellando lui voi e cosa ha rappresentato nella s2. ma lo dite che volete solo vedere scopare manuel e simone ignorando completamente la sua, di storyline? fate i capricci da mesi e continuate con ste poracciate di proteste su twitter ancora a febbraio. mi sembra tutto un pochino patetico.
Allora prima di tutto raga non voglio polemiche sul mio profilo perché sono cose in cui non ho voglia di entrare. Se leggi il "manifesto" c'è scritto tutto, comunque anche a Mimmo hanno dato l'ambiguità di "ah boh non so mica se l'ho amata Dalila", ci fosse mai un personaggio a cui fanno dire "sì, sono bisessuale", e a me se permetti un po' gira il cazzo
Basta farti un giro sul mio profilo per vedere che shippo felicemente anche Mimmo e Simone, se voglio vedere quei due scopare solo per il gusto di farlo mi guardo NuovoOlimpo e Marefuori, che sono indubbiamente scritti meglio
E fine della discussione per favore, se dovete farlo fatelo su Twitter e non qui. Io mi sono limitata a rebloggare una notizia per l'amor del Cielo
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crocodilesareboring · 5 months
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Tra l'altro, sacrosanta l'attenzione di Ghali sulla Palestina e sul genocidio, per carità, ma io tutti sti consensi sul far finire l'invasione ucraina mica li ricordo. Polemiche senza fine su Zelensky a Sanremo - che infatti non ci andò, sulla canzone di Tananai, sulle rose gialle e blu, non guardavo nemmeno Sanremo eppure erano arrivati perfino a me. A voler pensare male sembra che ci siano morti di serie A e di serie B.
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colonna-durruti · 1 year
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Umberto Eco:
“Ratzinger non è un grande filosofo, né un grande teologo, anche se generalmente viene rappresentato come tale. Le sue polemiche, la sua lotta contro il relativismo sono, a mio avviso, semplicemente molto grossolane, e nemmeno uno studente della scuola dell’obbligo le formulerebbe come lui. La sua formazione filosofica è estremamente debole. In sei mesi, potrei organizzare io stesso un seminario sul tema del relativismo. Si può stare certi che alla fine presenterei almeno venti posizioni filosofiche differenti. Metterle tutte insieme come fa papa Benedetto XVI, come se fossero una posizione unitaria, è estremamente naif”
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curiositasmundi · 2 months
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[...]
«Penso sia molto bello che una parte della gioventù prenda a cuore i problemi gravi del mondo. Fanno bene a sperare per il futuro», commenta Carlo Rovelli, fisico e saggista, che dopo aver insegnato in Italia e negli Stati Uniti oggi è professore ordinario di fisica teorica all’Università di Aix-Marseille in Francia. Spiega di non avere basi per sapere se il movimento di contestazione che sta prendendo forma sarà unitario e duraturo, né per sostenere o contraddire chi dice che potremmo essere di fronte ai semi di un “nuovo Sessantotto”: «La storia non si ripete. Penso che nessuno possa già sapere come evolveranno le cose». Ma crede che il movimento a supporto del popolo palestinese si stia allargando velocemente in tutti i paesi occidentali «a causa della flagrante contraddizione fra le notizie che arrivano a tutti su quanto accade in Palestina e il racconto dei principali media. In Palestina c'è un massacro in corso, e questo è ovviamente intollerabile per la generosità di molti giovani, che sono immuni, per fortuna, alla pelosità e all'ipocrisia di chi pensa che in fondo vada bene così». 
Secondo il professore nel mondo contemporaneo c’è tanta violenza: «una minoranza, a cui apparteniamo, non esita a massacrare per difendere il proprio dominio e i propri privilegi. Il colmo dell'ironia è che usiamo la parola "democrazia" per giustificare il dominio armato di una minoranza ricca sul resto del mondo: il 10 per cento dell'umanità controlla il 90 per cento della ricchezza del pianeta. Il mondo si sta ribellando e andiamo verso un conflitto globale, in più in piena crisi ecologica. E pensiamo solo a vincere, invece che a cercare soluzioni. Spero che i giovani sappiano spingere a cambiare rotta», aggiunge Rovelli, con la speranza che la voce dei giovani non rimanga inascoltata perché «prendere posizione è importante: il massacro in corso in Palestina è insopportabile. La gente muore di fame, a pochi chilometri da uno stato ricco che li massacra con le bombe». 
Il fisico, conosciuto per le sue posizioni a favore della pace, già durante il Concertone del Primo Maggio 2023 aveva esortato pubblicamente i giovani ad agire. A prendere in considerazione i problemi che mettono a rischio il pianeta, come la crisi climatica, le disuguaglianze crescenti e soprattutto la tensione del mondo che si prepara alla guerra: «La guerra che cresce è la cosa più importante da fermare. Invece di collaborare, i paesi si aizzano uno contro l’altro, come galletti in un pollaio. […] Il mondo non è dei signori della guerra il mondo è vostro. E voi il mondo potete cambiarlo, insieme. […] Le cose del mondo che ci piacciono sono state costruite da ragazzi, giovani che hanno saputo sognare un mondo migliore. Immaginatelo, costruitelo», aveva detto dal palco di Roma, a conclusione di un discorso in grado di scatenare non poche polemiche.  
«Le accuse di antisemitismo sono ciniche e completamente infondate. Questi stessi giovani scenderebbero egualmente in piazza per difendere la popolazione ebraica massacrata.  Anzi, lo farebbero con ancora più furore. Ma è peggio di così: perché brandire la stupida accusa di antisemitismo è soffiare sul fuoco del razzismo: razzismo è leggere tutto in termini di razza, invece che nei termini di chi muore sotto le bombe e chi dà l’ordine di sganciarle. Chi continua a parlare di antisemitismo non sa liberarsi dal suo implicito razzismo», aggiunge oggi. A difesa dei movimenti studenteschi che lottano affinché la guerra a Gaza abbia fine, a sostegno della popolazione palestinese che stanno prendendo sempre più spazio nelle università: «Penso che l'entrata della polizia negli atenei sia un grande insegnamento per i giovani - conclude- insegna loro a diffidare delle istituzioni. A capire che qualche volta il potere non è per loro. È contro di loro, contro la loro sincerità, contro chi muore sotto le bombe». 
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abr · 3 months
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La realtà è che il nostro Paese sembra non credere più a nulla, soprattutto a se stesso. Quando leggo le polemiche pro o contro Salvini e chi lo sostiene (sulle Grandi Opere tipo Ponte sullo Stretto ma non solo, ndr) penso al 13 agosto 1898. Quel giorno a Iselle di Trasquera, un paesino sopra Domodossola, brillarono le prime mine per il traforo del Sempione.
(A) quel progetto non ci credeva quasi nessuno salvo chi aveva pensato, progettato, finanziato e voluto un’opera tanto colossale. Si chiamavano Alfred Brandt e Karl Brandau, gli ingegneri che dai due versanti avevano dato il via a un progetto incredibile per quei tempi (...): un tunnel di quasi 20 chilometri (...) che rimase per 76 anni il record del mondo, superata solo negli anni ’80 (...).
Furono impegnati (...) decine di migliaia di operai (...), minatori sardi e toscani, contadini (...), disoccupati, analfabeti e tanti ragazzi. Solo nelle trincee del Carso ritroveremo fianco a fianco uomini così diversi (...). “Rimarranno schiacciati dal peso di oltre 3.500 metri di roccia sovrastante, saranno strappati via dalle correnti calde del sottosuolo e comunque non si può lavorare a 55 gradi!”. Rileggendo i giornali del tempo tutto sembrava impossibile e invece, neppure sette anni dopo, tutto era compiuto.
Alla fine i calcoli manuali dello scavo (...) risultarono perfetti: le due gallerie si ritrovarono esattamente a metà strada, dopo 10 chilometri di buio, con uno scartamento di soli sette centimetri e, su circa 15.000 operai impegnati nei lavori, ne morirono solo 42, un niente rispetto ai 200 del traforo del Gottardo di anni prima. (S)i corse sempre ai ripari organizzando migliori condizioni di vita degli operai che ogni giorno avevano abiti puliti, toilette e aspiratori per ridurre la temperatura (...). Nacque anche un paese, Balmalonesca, per ospitare migliaia di operai e le loro famiglie (...) con case, osterie, la scuola, una chiesa (...).
Scrivo questo pezzo da Dubai, dove trent’anni fa c’era solo sabbia e oggi (si staglia) il grattacielo più alto del mondo. È indigesto agli ecologisti e opera faraonica e inutile? Sta di fatto che l’anno scorso la città più visitata al mondo da turisti non è stata più Parigi ma proprio Dubai (...).
Ormai Europa e Asia sono connessi sul Bosforo senza problemi, così come decine di isole nel mondo. Anche considerando solo i ponti a campata unica (...) costruire il ponte sullo Stretto tra Calabria e Sicilia é nell'ordine delle cose e non ditemi che in Turchia, in Giappone o in Cina non ci siano tsunami e terremoti! (...).
via https://www.ilsussidiario.net/news/ponte-sullo-stretto-il-monito-del-vecchio-sempione-ai-sabotatori-che-ignorano-la-nostra-storia/2686470/
Sempre provinciali siamo stati, ma oggi più di ieri: più sono sinistri ecoambientalisti che si credono moderni, più regressivi ignoranti tutto sentimient' pregiudizi e blablabla impauriti a bocc'aperta diventano. In sintesi, dei Tozzi.
Peccato che i piagnina senza lumi né speranze dilaghino attualmente anche oltre il divide con gli ignoranti a sinistra. In ritardo ma l'han vinta finalmente, la battaglia per l'egemonia culturale: non è questione di contenuti ma di metodo, han reso la mentalità e l'approccio della maggioranza silenziosa che lavora, negativa passiva aggressiva come la loro. Al più fanno i "benaltristi", altro diversivo classico sinistro. Non per caso i figli (=speranza di futuro migliore) non li fa più nessuno.
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jabeur · 3 months
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certe emozioni di certi momenti non potrei mai spiegarle........ scudetto del milan '11 e poi dopo 11 anni finalmente di nuovo lo scudetto suggellato con quella vittoria 3-0 contro il sassuolo e il gol di kessié che poi sapevamo se ne sarebbe andato in maniera infelice ma che era stato un giocatore chiave in quegli anni fino al '22 e quindi la fine di un'era... e prima ancora a luglio '21 ripensare a gigio che bacia la maglia nel '17 dopo juve milan persa tra le polemiche allo stadium... l'ultima partita di paolo a san siro nel maggio '09... il 3-0 ai cugini a gennaio '16... il 5-0 all'atalanta a dicembre '19 che è stata un po' l'inizio di una rinascista... il gol di locatelli in quella pazzesca milan sassuolo '16 rimontata dall'1-3 per vincerla 4-3... e poi 20 giorni dopo il gol della vittoria sempre di loca contro la juve... kakà che si affaccia alla finestra mostrando la maglia del milan a gennaio '09... il gol di cutrone al 104' nel derby di coppa italia nel '17... la vittoria in 9 contro 11 a bologna a gennaio sempre '17 con gol all'89' di pasalic... leao che nel '20 segna il gol più veloce della serie a... could go on and on... you just had to be there
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hebeandersen · 5 months
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Di base il problema del televoto è solo uno: è aperto da subito. Ci credo che così, ogni anno, ci sono polemiche, andrebbe messo come all'Eurovision alla fine delle esibizioni.
Cioè, il televoto da casa è SACRO, va solo sistemato.
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deadlyneko-chan · 7 months
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Non preoccuparti, ci sono io qui per te
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CAPITOLO 1 - Parte II
Il giorno dopo che il due gargoyle si sono ripresi del sono hanno notato subito due cose: la prima l'ora, ed infatti hanno visto che era praticamente quasi ora di pranzo, e la seconda il silenzio, cosa strana visto l'orologio interno del loro padrone. Per sicurezza hanno fatto un controllo veloce nel laboratorio principale, vuoto, hanno controllato subito dopo o meglio dire ascoltato fuori dalla porta chiusa del laboratorio privato, anche vuoto e silenzioso, per finire sono volati verso la camera del loro padre e dalla quale potevano sentire il russare tornate del loro padrone. Hanno sussurrato tra di loro per qualche minuti se svegliare il loro padrone ora o svegliarlo dopo aver preparato il pranzo, il bagno e dei nuovi abiti puliti insieme ad un’armatura questa anche pulita e lucidata. Dopo qualche altro minuto hanno deciso di preparare tutto prima di svegliarlo, ma soprattutto hanno bisogno di una bella tazza del tè preferito del loro padrone, prima di svegliarlo. Così velocemente sono volati in cucina a preparare il pranzo e nel mentre hanno anche preparato un po' di tè, poi sono andati ha preparare la tavola, subito sono volati a preparare un altro bagno con altri tipi di piante e hanno posizionato gli abiti puliti con l’armatura. Ora che tutto è stato fatto e sistemato sono volati entrambi nella stanza del loro padrone, sono riusciti a posare la tazza di tè sul comò senza svegliarlo, ma il profumo e il rumore della tazza che tocca il legno lo hanno svegliato. Intontito il loro padrone gli ha avvolti entrambi nelle sue viti, dopo alcune rassicurazioni dal duo e un sorso o due del suo tè, sono stati liberati e entrambi sono volati fuori dalla stanza. Il tempo di finire il suo tè di vestirsi con una delle sue vestaglie preferite e subito dopo è andato nella sala pranzo, con la tavola già imbandita e i suoi servitori nei loro solito posti, hanno mangiato tutti e tre insieme. Alla fine del pasto il Barone è andato a farsi il bagno, mentre i Huginn e Muninn sistemavano la cucina e la sala pranzo. Quando il Barone ha finito di fare il suo bagno e si è sistemato, si è spostato nel suo laboratorio principale per iniziare i primi preparativi, cioè quelli semplici, basilari, facili e rapidi da fare, senza alcun tipo di errore. Però avrebbe dovuto aspettare l'arrivo dei suoi servitori per passare alle parti un po' più complesse e dove aveva bisogno di aiuto, per finire sarebbe passato alle parti più complesse e delicate. E sono i passaggi che se non fatti bene possono rovinare il lavoro della sua vita… o almeno una parte… Proprio quando il Barone è arrivato alle parti dove ha bisogno dei suoi due servitori, i quali si sono presentati giusto in tempo, insieme hanno continuato i preparativi fini ad arrivare a quelli più delicati e per ovvie ragioni i due gargoyle si sono appoggiati sulle spalle del loro padrone in attesa di ordini. Non appena finì gli ultimi preparativi, lasciando sul balcone la piccola ampolla contenete la sostanza che avrebbe attivato il mutageno, si è guardato un’ultima volta intorno e ha controllato con i suoi servitori che tutti i preparativi fossero spuntati dalla lista. Sicuro che tutto sia fatto perfettamente, lasciando i suoi servitori a preparare la cena è andato consiglio dei capi yōkai, composto da tre gigantesche teste di pietra, ma come in ogni singolo volta che si è presentato non gli credevano.
Draxum: La minaccia umana si sta avvicinando. Se non agiamo immediatamente la Città Nascosta rischia di sparire.
Consiglio yōkai: Siamo stufi delle tue continue polemiche Draxum! Secondo la profezia gli esseri umani non sono nostri nemici.
Draxum: Ma è prevista la distruzione degli yōkai! Ci hanno già costretto a vivere sotto terra, se mi permetteste di cambiare il….
Consigliere yōkai 2: NO! I tuoi esperimenti sono un’offesa alla nostra vera natura. Ti ordino di porci un freno immediatamente!
Consigliere yōkai 3: Ecco cosa succede quando permetti ad un guerriero di giocare con l'alchimia.
Draxum: Sciocchi!
Offeso e con il suo orgoglio da guerriero alchimista ferito, se ne va sotto lo sguardo costante dei tre consiglieri e anche di un altro paio di occhi nascosti nell'ombra a sua insaputa, ma prima di dire o fare qualcosa di cui forse potrebbe pentirsi.
Consigliere yōkai 1: Non possiamo più fidarci di lui. Agente 64. Tienilo d'occhio è pericoloso. Uhh… Vuoi un ossetto? Ohh… il nostro cucciolotto.
Non appena il Barono Draxum ha lasciato la stanza hanno fatto uscire allo scoperto il loro agente 64, noto anche come Mayhem, per mandarlo dietro il guerriero alchimista e fermare ogni esperimento, ma prima di lasciarlo andare gli hanno dato un osso che ha preso teletrasportandosi subito dopo dietro il suo obbiettivo. Fuori dalla stanza o dalla caverna del consiglio, ancora alterato dalle parole dei tre antichi yōkai, con passo deciso come la sua determinazione ha continuato a camminare verso il suo laboratorio.
Draxum: Buffoni. Vorrà dire che fermerò da solo gli esseri umani, a partire da ora!
Aprì i portoni del suo laboratorio con abbastanza forza da farli sbattere contro le pareti, spaventano nel mentre i suoi servitori che alla sola aura e dallo sguardo del loro padrone hanno tenuto la bocca sigillata, senza tante cerimonie e senza nemmeno una parola Muninn e Huginn si sono sposati sulle spalle del loro padrone. Il tutto mentre Draxum si avvicinava al bancone dove aveva lasciato la piccola ampolla.
Draxum: Adesso gli farò vedere! Quando tutti gli yōkai potranno risalire in superficie senza preoccuparsi di doversi nascondere sarà allora che capiranno che avevo ragione. Voi due! Andate a liberare gli insetti. Non aspetteremo più.
Huginn e Muninn: Subito capo!
Il duo è volato velocemente verso una porta, che hanno aperto, e dalla quale è uscito uno sciame di insetti. A lavoro completato sono tornati velocemente dal Barone, che in quel momento stava inserendo gli ultimi sei dati prima di poter aggiungere il composto finale, ma proprio quando ha finito di inserire i dati e si è allungato a prendere l'ampolla Mayhem è apparso. La sua comparsa improvvisa ha fermato per alcuni secondi il trio, proprio quando Draxum si è ripreso dalla sorpresa gli ha lanciato contro una dei suoi rampicanti, l'agente è riuscito ad evitarlo per un pelo e in effetti il rampicante gli ha tagliato solo una piccola ciocca di pelo. È scomparso di nuovo riapparendo vicino all’ampolla che ha preso ed è scomparso di nuovo prima di essere attaccato di nuovo.
Draxum: NOOOO! HUGINN! MUNINN! ANDATE SUBITO A CERCARE QUELLE GAURDIE E MANDATELI DIETRO A QUEL MALEDETTO AGENTE!
Huginn e Muninn: Subito capo!
Sono volati velocemente e in direzioni diverse per trovare prima i due guardiani, Huginn lì ha trovato fuori a parlare tra di loro e con i loro cani giganti, gli ha raccontato velocemente tutto quello che è successo e ha descritto l’intruso, fornendogli poi la ciocca di pelo per farla annusare ai loro cani. Non ci vuole molto tempo che le due guardie iniziassero l’inseguimento per tutta la Città Nascosta, che è durata praticamente per tutta la notte, al mattino l'inseguimento si è spostato in superfice. I due scagnozzi di Draxum si sono dovuti camuffare, ma hanno continuato a inseguire la creatura simile ad un cane e quest'ultima ha continuato a correre tra le gambe dei pedoni, conquisti che si lamentavano e urlavano il loro fastidio. Ad un certo punto fa cedere delle bandierine sul marcia piede per rallentare i due scagnozzi, ed è riuscito nel suo intento i due “uomini" hanno di fatti rallentato per passare in punta di piedi per non pestarle. Cosa di cui Mayhem ne ha profittato continuando a correre persino tra un fattorino e un venditore, per poi correre lungo un vicolo e incontra un muro, non appena si volta per uscire dal vicolo vede i due “uomini” avvicinarsi minacciosamente. Gli saltano addosso, ma Mayhem svanisce pochi secondi prima e riappare al di fuori del vicolo, è ricomincia a corre per le strade di New York.
~ SUPERFICE ~
Finalmente la notte cala e accanto ad un edificio dove si sta svolgendo una festa tra gente poco raccomandata, nel palazzo dietro e al di sopra, proprio in cima alla guglia del tetto fanno la loro comparsa quattro figure nascoste nell'ombra. All'improvviso tutte e quattro le figure saltano giù atterrando su di una sporgenza dell'edificio. Una delle figure alza un bastone e spara un cavo ad una trave di metallo dall'altra parte dell'edificio dove si stava svolgendo la festa, poi attacca l’estremità del cavo alla parete vicino a lui, mentre la figura più grosso dei quattro tira fuori un walkie talkie.
Maschio sconosciuto: Sottomarino giallo, campo libero?
Sottomarino giallo: Affermativo, Rover rossa.
Maschio sconosciuto: Ricevuto. Forza ragazzi, ci siamo.
Tutte e quattro le figure fissano i morsetti al cavo e subito dopo si lanciano, o meglio si lasciando scivolare, fino ad arrivare proprio sulla festa dell'uomo ricco. Il Leader alza la mano come segnale, il gruppo continua a scivolare oltre la festa avvicinandosi ad un altro edificio, questo con una piscina sopra, e proprio in quel momento il Leader da il segnale al resto del gruppo per sganciare i morsetti. Tutti saltano dal cavo e giù verso la piscina, rivelando quattro tartarughe mutanti di specie diverse, ognuno in una posa diversa e gridando una parola ciascuno nel processo.
Leo: Ca-
Mikey: wa-
Donnie: bun-
Raph: ga!
Tutti: Tuffo a bomba!
La forza del loro tuffo è tale da riuscire a far sollevare l'acqua, formando così un enorme getto d'acqua, il tutto con April che li riprende con il suo cellulare, mentre urla trionfante, ed ovviamente viene infondata dell’enorme getto d'acqua. Nel mentre i ragazzi, che si trovano in piedi nella piscina ormai vuota, che ballano e gridando di gioia.
April: Woohoo!
Mikey: Per fare grandi cose devi essere un grande.
Donnie: Vediamo la velocità e l'angolo di entrata. Sì, è vero! Siamo stati grandi.
April: Siete stati fantastici! Datemi il cinque! O anzi il tre.
Raph: Non ce l'avremmo mai fatta senza la nostra April.
Leo: E senza le chiavi del tetto.
Mikey: Adesso andiamo a fare due tiri a canestro?
April: Io ci sto. Datemi un secondo! Pavimento bagnato e piscina vuota. Abbiamo finito. Donnie mi dai uno strappo?
Donnie: Non c'è problema.
Subito dopo che April ha sistemato i due cartelli ed è saltata sul guscio, che si è aperto immediatamente per fornire un sedile e un manubrio, non appena si è sistemata i rotori iniziano a girare e sollevano sia lei che Donnie. Il duo inizia ad allontanarsi dal tetto, seguiti subito dopo dagli altri tre o almeno prima che Leo si bloccasse all'improvviso sul posto. Rimesse dritto, fermo e rigido come una statua, il primo a notate la sua assenza è stato Mikey che ovviamente si è girato per vedere cosa ha stava facendo. Ma non appena noto che suo fratello se ne stava fermo immobile si preoccupò, infondo Leo sta sempre in movimento almeno   un dito o una mano o il piede che batte per terra per il fastidio, ma mai fermo così. Senza dire nulla è tornato al fianco di Leo, mentre continuava a chiamarlo, ma non appena si fermò davanti inizio veramente a preoccuparsi. Poteva vedere ogni singolo muscolo teso al punto da tremare, il sudore che gli imbrattava ogni parte del corpo, l'assenza di fiato e poteva vedere le vene del collo gonfiarsi, non appena ha appoggiato la mano sul suo collo riesca sentire il suo cuore battere all'impazzata. Riesce a sentire la rigidità dei muscoli e il tremore, ed anche se si stava bagnando la mano del sudore di suo fratello non gli importa, in quel momento è solo preoccupato per suo fratello. Ad un certo punto sente una mano posarsi sulla spalla e girando leggermente la testa di lato per guardare chi è, si è lasciato scappare un sospiro di sollievo, e il proprietario della suddetta mano è Donnie con April al suo fianco, con Raph subito dietro di loro e tutti guardavano con preoccupazione il cursore. Ha spiegato la situazione dal suo punto di vista e subito dopo Donnie lo ha spostato di lato mentre si abbassava i suoi occhiali, ha avviato la scansione che è durata per pochi secondi, alla fine non ottenne alcuna risposta sodisfacente a parte i respiri brevi e il cuore che gli batteva come se stesse correndo una maratona. Per ogni evenienza a chiesto a Raph di aiutarlo ad abbassarsi a terra, con gli occhi sempre abbassati sono rimasti per alcuni secondi così aspettando che il loro fratello si riprendesse, nemmeno un minuto dopo il cursore ha aperto gli occhi e si è guardato intorno confuso.
Leo: Cos'è successo? Perché sono per terra?
Donnie: Hai avuto una specie di attacco di . . . ansia . . . O almeno credo che lo fosse. Come ti senti?
Leo: < Confuso, stanco, disorientato, e… e senti questa strana sensazione! Inoltre il mio sesto senso mi sta avertendo che sta per succedere qualcosa… > Sto bene. Un po' assetato in verità.
Mikey: Ci credo che hai sete! Non so quanti litri di sudore ai sudato!
Leo: Ora ho voglia di farmi una doccia.
Raph: Allora torniamo alla tana e andremo domani a fare qualche tiro.
Alle parole di Raph ha sentito una strana sensazione prevederlo e non è per nulla piacevole! È come se qualcuno mi stesse trattenendo e che mi chiedesse semplicemente con questa sensazione sempre più urgente di restare, per cosa non lo sa ma. . . La sola idea di tornare alla tana gli fece tendere di nuovo i muscoli.
Leo: No! Non è niente! Sto bene!
Raph: Leo questo non è niente!
Leo: Sto bene Raph!
Donnie: Per questa volta mi trovo d’accordo con Raph, quello non era niente Nardo. . .
Leo: So che mi hai scansionato. Dimmi i risultati.
Donnie: . . . Era tutto normale. . . A parte la mancanza di respiro e il tuo battito cardiaco aumentato. . . È tutto apposto. Ma. . .
Leo: Visto! Tutto apposto! Sto bene!
Donnie: Ma preferirei farti un paio di test e esami per ogni evenienza.
Leo: Dai ragazzi sto bene.
April: Non lo so Leo. . . È stato brutto…
Mikey: Dai fratello possiamo sempre riprendere domani. Torniamo alla tana, guardiamoci qualche film con qualche snack e ci rilassiamo.
Leo: NO! Vi prego ragazzi.
Donnie: Leo… cosa c’è che non va?
Leo: . . . N-Non so nemmeno come spiegarlo . . . Inoltre non mi credereste nemmeno.
Si allontana dal gruppo e si mette seduto sul bordo del tetto mentre si guarda intorno con sempre la stessa sensazione che qualcuno o qualcosa lo stesse trattenendo e aveva anche il sospetto che prima o poi questa sensazione lo avrebbe sicuramente portata da qualche parte, non crede in queste cose ma per questa volta proverà a credere in queste cose soprannaturali. . . Infondo nemmeno lui e i suoi fratelli sono soprannaturali, quindi può credere che c'è qualcosa di magico o qualcos’altro che lo sta guidando da qualche parte. Non si accorge dei suoi caratteri e sorella che lo guardano con preoccupazione, ma prima che Raph entrasse in azione e a parlare con Leo viene battuto sul tempo da Donnie, che si avvicina e si siede con il suo gemello.
Donnie: Puoi provare a spiegarmi? Ti prometto che terrò la mia mente il più aperta possibile.
Leo: * È . . . È come se qualcosa mi stesse trattenendo… Non so cosa, ma quando dite di voler tornare alla tana questa sensazione diventa più forte. . . E non è molto piacevole. Ma se stiamo fuori questa sensazione sta tranquilla per ora, ma ho anche il presentimento che succedere qualcosa stasera di molto importante. So che è da pazzi, ma D . . . Se mi riportate alla tana uscirò non appena posso da solo. *
Hanno parlato ancora per alcuni minuti prima che Donnie si allontanare dl fianco di Leo, con una mano appoggiata sulla sua spalla e lasciandolo lì mentre risolveva la questione, si è avvicinato al gruppo e ha spiegato come meglio poteva la situazione. Non molto tempo dopo il gruppo ha deciso di continuare a stare fuori, ma Leo doveva stare sotto l’occhio vigile di Donnie e April per ogni evenienza, ma se risuccedeva allora sarebbero tornati alla tana. April risale sul guscio di Donnie e il suo con Leo nel loro campo visivo saltano al tetto successivo, con Mikey al suo fianco e Raph subito dietro di loro, ma mentre salta vede la creatura simile a un cane che trema e piagnucola in un cantiere edile lì vicino. Anche se va sbattere la faccia contro l'edificio è prima che scivoli giù dal muro si aggrappa alla sporgenza e si tira su fino alla sporgenza del tetto.
Raph: OH! Ehi! Ehi ragazzi guardare. Quel cucciolo si è perso.
Salta giù dal tetto, seguito dal resto del gruppo, è attesa pesantemente dietro a Mayhem spaventandolo, infatti arruffa tutto il pelo pronto a teletrasporto in ogni momento e a ricominciare a correre.
Raph: Aww… ciao piccolino, cosa ci fai qui?
Tutti: Ahaha. . .
Raph: Che c'è? I cuccioli mi amano. Ci so fare con gli animali.
Ma subito dopo le sue parole Mayhem gli ringhia contro e gli salta sul viso artigliandolo, subito dopo salta tra le braccia di April, alla quale inizia a leccare il viso.
April: Aww… mi sta bagnando più lui che voi con il tuffo a bomba.
Mikey: Ha un aspetto davvero strano. Che cosa può essere?
Donnie: Beh! Potrebbe essere un San Bernardo post-atomico.
Donnie tocca la piccola ampolla di vetro legata al collare, intorno al collo di Mayhem, ma all’improvviso sentono uno scherno arrabbiato provenire da dietro di loro e notano due figure all’unico ingresso del cantiere edile, tutti sussultano nel vedere i due uomini e così tutte le tartaruga si nascondono dietro ad April prima di attuare il piano H. Raph, Leo e Mikey escono da dietro April e da qui inizia tutto, i due cattivi si smascherato con i loro cani e subito dopo inizia lo scontro, seguita poi dalla loro sconfitta e con la cattura di Mayhem… ma per tutto il tempo, anche se gli altri si sono dimenticati dell'episodio di Leo sul tetto. Leo non l'ha fatto e infatti ogni secondo, minuto e ora non sente altro, anzi più il tempo passa più sente la tensione nel suo petto aumentare e tirarlo da qualche parte.
~ DIMENSIONE ATTUALE ~
Bip!
Bip! Bip!
Bip! Bip! Bip!
. . . : Shh! Ho capito! Sono sveglia!
Voce maschile: SIGILLA! SPEGNI QUELLA DANATA SVEGLIA! ED ESCI VELOCEMENTE DA QUESTA CASA! NON VOGLIO VEDERETI NÉ OGGI NÉ DOMANI! E NON VOGLIO NEMMENO SENTIRTI!
Sigilla: < Lo faccio di già! Ogni singolo giorno da quando ho memoria! >
Ho lasciato uscire un sospiro mentre mi alzavo dal letto e rifacendolo il più rapidamente possibile, proprio quando sono uscita dalla mia stanza ho sentito il rumore della doccia che si avvia dalla stanza di papà. Ne ho subito approfitta scendendo il più velocemente possibile le scale, senza rompermi qualche osso, sono corsa in cucina e mi sono preparata una tazza di cereali e latte caldo, con un bicchiere di tè alla menata piperita. Per velocizzarmi ho dovuto iniziare ad ingozzarmi, mentre speravo di non strozzarmi, non appena ho finito di mangiare e bere il mio tè ho sentito la doccia spegnersi.
Sigilla: < Di già? Di solito ci mette più tempo! >
Ho messo tutto nella lavastoviglie e sono corsa di nuovo su per le scale e in camera, proprio quando mi chiudevo la porta a chiave ho sentito i passi di papa scendere girare e scendere le scale, ho lasciato uscire u altro sospiro.
Sigilla: < È stata una chiamata ravvicinata. Lo so che stai cercando di vedermi così puoi urlarmi contro tutto quello che vuoi! E solo perché domani è il mio compleanno . . . e anche il giorno in cui la mamma è morta per darmi alla luce. Non è colpa mia! >
Con rabbia e disprezzo mi sono tolta il pigiama e mi sono infilata nella mia doccia, mi sono presa il mio tempo non sono di fretta come i soliti giorni scolastici, oggi a quanto pare alle prime due ore manca la docente di storia.
Sigilla: < Io non ho fretta per ora stronzo, tu invece devi andare al lavoro! Inizio orribile, ma letamante sta migliorando questa giornata. Spero tanto che migliori ancora di più nel mentre. >
Non so per quanto sono rimasta sotto il getto della doccia, ma ho sentito la porta di ingresso aprirsi e chiudersi, ho spento l'acqua e mi sono avvicinata alla finestra e ho visto l’uomo salire in nella sua auto partendo subito dopo.
Sigilla: Vorrei tanto che fossi l'uomo che mamma ha amato per tutta la sua vita con te. Non rendi giustizia ai video che ho visto di voi due insieme.
Proprio in quel momento ho sentito le lacrime farsi strada ho chiusi rapidamente gli occhi, mentre prendo dei bei respiri profondi, lentamente la tristezza e le lacrime sono sparite ma come sempre il peso della solitudine è rimasto nel centro del mio petto. Anche se ormai mi sono abituata a questo peso, come mi sono abituata alle urla e a gli oggetti che mi vengono lanciati contro anche se non mi colpiscono mai, sono abituata a non avere cose come trucchi o vestiti alla moda con accessori. Però non ho niente di tutto questo, ho solo un pc, che ha fatto e sta facendo del suo meglio per non lasciarmi senza i miei videogiochi online gratis, un cellulare che è allo stesso posto del mio povero pc e anche le cuffie per entrambi sono quasi al limite. Con quel poco che mi da papà e solo quello che serve per potermi prendere un panino o una fetta di pizza dopo la scuola e per cena, ma ci vuole tempo e molta pazienza per riuscire a accumulare abbastanza denaro per prendermi un nuovo pc e poi un cellulare, le cuffie possono aspettare. Mi sono asciugata, patinata e legata i capelli in una treccia disordinata, prima di vestirmi con dei jeans con una maglietta blu e una felpa nera, mi sono messa un paio di calzini lunghi neri e delle scarpe da ginnastica anche nere con le suole bianche.
Sigilla: < Se non mi sbrigo perdo l'autobus e non voglio che la scuola chiami mio padre oggi. >
Ho preso lo zaino e il cellulare, con le sue cuffie, alla porta di ingresso mi sono messa il giubbotto e con lo zaino in spalla e il cellulare in tasca sono uscita. Mi sono assicurata di chiudere la porta a chiave prima di allontanarmi e incamminarmi verso la ferma del bus, infondo vivere in un borghetto nascosto e poco conosciuto della Toscana, non offriva molti servizi pubblici. Stanno migliorando, infatti del uno che passa alle sei del mattino e alle dieci di sera, adesso ne abbiamo due che passano la mattina e due la sera. Questo mi ha aiuta molto a stare il più lontano possibile da mio padre e da quella maledetta casa. Dopo cinque minuti di camminata sono arrivata alla fermata, con la panchina coperta, quando ho visto la panchina vuota mi ci sono seduta e ho tirato fuori il cellulare con le cuffie. In pochi secondi ho avviato la mia playlist su Youtube e ho iniziato ad ascoltare canzone dopo canzone, ad un brano AMV sulla serie Rise of the Teenage Mutant Ninja Turtles è al primo posto delle mie serie preferite sul fandom delle tartarughe ninja, lo stesso per il film, non so più quante volte avrò guardato la serie e il film. Ed ho anche letto tutte le fanfiction possibili, soprattutto quelle romantiche di Leo con il lettore, anche quelle di Donnie e lettore non mi dispiacciono… ogni tanto leggo anche quelle di Raph e quelle di Mikey, ma i miei preferiti sono Leo al primo posto e Donnie al secondo. Però adoro anche tutti i film d'azione, animazioni, horror, thriller, fantascienza, fantasy, guerra… e potrei continuare all’infinito, non vado matta per le commedie e per comici, ma se ci sono solo quelli allora posso guardarli anche se con fatica. Non appena il video è finito ho guardato l'ora.
Sigilla: < Tra cinque minuti dovrebbe arrivare l'autobus. >
Proprio quando ho messo via il cellulare, mentre stava iniziando la canzone successiva, ho sentito ogni singolo muscolo irrigidirsi fino al punto di tremare e rendendo impossibile ai miei polmoni di espandersi del tutto, quello che riesco a prendere sono brevi respiri e veloci. Pochi secondi dopo ho sentito il sudore ricoprire ogni singolo parte del corpo, anche se sono sicura che non sia un attacco di febbre improvvisa e non può essere per via del caldo tanto che siamo quasi a fine novembre. Mi sono sentita cadere di lato e per fortuna sono caduta sempre sulla panchina, non so per quanto tempo sono rimasta in questo modo, ma com'è arrivato è sparito. Anche se sono di nuovo in grado di regola in qualcosa di normale il respiro, sento ogni singolo muscolo dolorante e tremate per tutto il calvario, sono rimasta distesa sulla panchina per lasciare che i muscoli si riprendano. Sicura di non svenire o cadere, mi sono rimessa seduta, ho preso lentamente il cellulare e ho guardato l’ora.
Sigilla: < Tra un minuto dovrebbe arrivare il bus. . . Sono rimasta in quello stato per un pochino. . . Non voglio andare a scuola, ma non voglio nemmeno restare a casa e vedere papà. Quindi scuola sia. >
Il bus alla fine è arrivato, con due minuti di ritardo, sono salita facendo vedere l'abbonamento al controllore e ho preso il mio solito posto in prima fila, vicino al finestrino. Mi sono lasciata cadere sul sedile e appoggiando la fronte sullo zaino, che ho messo in grembo, e sono rimasta così per tutto il viaggio fino alla fermata della mia scuola. Per tutto il viaggio non ho avuto nessun’altro episodio del genere, anche se mi sono tenuta pronta per ogni evenienza, ma più il tempo passava più sentivo una strana come di un gancio o di una corda legata direttamente al mio petto e che tirava leggermente, anche se non è una sensazione dolorosa, fastidiosa o insistente, sta semplicemente lì e in continua tensione. Alla mia fermata sono scesa, stando attenta agli scalini, infondo i muscoli delle gambe sono ancora leggermente indolenziti. Mi sono sposta verso il cortile dell’ingresso della scuola, dove ho trovato la maggior parte dei miei compagni di classe a chiacchierare fino al suono della campanella. Io, con il mio meraviglioso stile di vita, non ho alcun amico che parli con me o altro, a parte quelli con i quali faccio gruppo sui giochi di squadra online, ma ovviamente ciò provato a farmi degli amici ogni anno. . . Finiscono sempre o non iniziano proprio, non ho vestiti alla moda di conseguenza le ragazze ben vestite mi prendono in giro o mi stanno alla larga, non faccio sport tanto che mio padre paga solo la retta scolastica e solo il necessario per la scuola il resto può andare al diavolo. Per lui sono solo un'assassina, l'assassina dell'amore della sua vita, di conseguenza non ho alcun diritto, è stato e lo è tuttora in grado di avvelenare la mente di tutti i membri della sua famiglia e anche quella di mamma. Quindi niente parole dolci, incoraggiamenti, sostegno, comprensione, aiuto di alcun tipo da nessuno . . . Penso anche che la maggior parte dei miei cugini più giovani sappiano della mia esistenza. . . Tutto quello che ricevo è l'essere ignorata, parole orribili, prese in giro . . . Ormai ho imparato ad apprezzare la solitudine, il tenere il cellulare sempre in modalità non disturbare, le molte email sconosciute . . . Sono brava a stare sotto i radar o almeno quelli della mia famiglia, forse ho delle buone basi per diventare una spia e sinceramente non mi dispiace l'idea, infondo l'idea di sparire e iniziare una nuova vita da zero non è male, inoltre per il governo o qualunque agenzia non avrebbe alcun tipo di difficoltà o spendere per farmi sparire.
Sigilla: < E la giornata era iniziata così bene… >
Ho sospirato e mi sono incamminava verso la porta di ingresso, che ho aperto, e ho continuato a camminare fino alla mia classe, che per fortuna stava al piano terra. Mentre salutava i bidelli e i professori lungo il percorso. Raggiunta la mia classe sono entrata e ho preso il mio posto, seconda fila sul lato destro della classe, il posto perfetto per non attirare l'attenzione. Anche se ogni tanto mi ritrovo a stare sotto i riflettori, infondo sono la studentessa preferita di tutti i professori e professoresse, inoltre essere anche una delle più breve della classe non aiuta.
Sigilla: < Non avendo amici ho tutto il tempo del mondo per studiare e per i compiti. Inoltre il dover passare la maggior parte del tempo fuori. . . da sola . . . aiuta anche. Mi sarò anche abituata a starmene da sola ma mi piacerebbe avere qualcuno nella mia vita. >
Ho chiuso Youtube e messo il cellulare in modalità non disturbare la campanella ha suonato, non molto tempo dopo ho visto i miei compagni riversarsi in classe, gridandosi e spingendosi l'un l’altro. Come sempre li ho ignorati e ho sistemato le cose necessarie per la prima lezione, cioè algebra, non è la mia materia preferite e non sono una genia come Donnie ma non sono nemmeno stupida. Comunque la lezione è iniziata non appena il professore è entrato, seguito subito dopo dall'appello, e la lezione come la mia giornata tipo o ruotine è finalmente iniziata. Infondo la scuola è uno dei pochi posti dove posso rilassarmi e lasciar cadere la guardia veramente, qui non ho la costante paura di dovermi nascondere o chiudermi in camera a chiave. . . Così da evitare le urla costanti di papà e i sui sguardi pieni di disgusto e odio . . . E poi ascoltare, prendere gli appunti, fare domande e persino le interrogazioni mi tengono sana di mente. Però il mio posto e momento preferito, di ogni singolo giorno, la biblioteca e il suo giardino privato o meglio dire dimenticato quasi da tutti tranne io, la bibliotecaria e il giardiniere. Ormai sono una socia onoraria! Infondo ci vado ogni singolo giorno dopo scuola e ci rimango fino all'orario di chiusura, anche durante il fine settimana passo tutto il giorno lì fino alla chiusura, che essendo in un piccolo borghetto di solito chiude verso le 23.00 in punto e il resto lo passo nel giardino privato. Quindi posso starmene tranquilla e al calduccio fino alle 23.00 e il resto lo passo nel giardino della biblioteca, ovviamente nei periodi più freddi mi porto dietro una coperta e grazia a un pergolato in legno con le panchine e un tavolo di legno, che mi protegge dalla pioggia e dalla grandine. La giornata scolastica è volata via, con la sensazione nel petto si è fatto sempre più forte, quando anche l'ultima campanella è suonata ho guardato la stragrande dei miei compagni lanciarsi fuori dalla classe e infilarsi nella marea degli altri studenti. Cosa che mi rifiuto di fare, odio essere spinta e soprattutto sulle scale, invece come faccio ogni giorno aspetto che si svuotino le classi e i corridoi, lo stesso la scuola e il cortile. La strada per andare verso la biblioteca è abbastanza sgombra e posso camminare tranquillamente fino all'edificio, sono venti minuti a piedi dalla scuola alla biblioteca, molto utile per tenermi un pochino in forma. Sei minuti dopo e il rumore di pochi altri pochi studenti mi sono alzata, con lo zaino in spalla, mi sono diretta verso l'uscita salutando i professori e i bidelli che incrociavo. In tre minuti sono già fuori dalla scuola e nel cortile, che grazie ai pochi gruppi ancora presi in chiacchiere, che ho superato in un minuto e fuori dal cancello principale mi sono incamminata per la biblioteca. Ovviamente con le cuffie di nuovo alle orecchie e la musica a palla, con la mia playlist preferita, i venti minuti di camminata sono volati. Soprattutto con la mia immaginazione che vola, fantasticando con vari personaggi di vari fandom, fino a quando non ho sentito un altro AMV con le clip del film di Rise of the Teenager Mutant Ninja Turtles e in questo la mia mente è volata a fantasticare su di Leo. La parte che adoro di più sul fantasticare, a parte le scene vietate ai minorenni, ma la fantasia che adoro di più è un momento di pace e tranquillità in cima al ponte di Brooklyn, io seduta con la testa di Leo appoggiata sulle mie gambe che si rilassava… adoro questa fantasia… soprattutto perché la immagino dopo gli eventi del film. Sono entrata nella biblioteca e sono andata direttamente al mio solito posto, mentre passavo davanti alla postazione di lavoro della bibliotecaria l’ho salutata, non appena ho preso posto mi sono sistemata per studiare e fare i compiti. Alcune ore di studio, con alcune pause per bere una cioccolata calda e qualche spuntino offerte sempre dalla bibliotecaria con alcune chiacchiere, finiti i compiti e lo studio mi sono messa ad aiutare la bibliotecaria a sistemare i libri e a inserire alcuni dati sul computer.
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questouomono · 2 years
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Questo uomo no, #128 - Quello che “Pasolini era contro l’aborto”
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Puntualmente, più o meno bilanciando malafede e ignoranza, la propaganda antiabortista tira fuori l’argomento che sarebbe secondo loro uno dei più decisivi e dirimenti: “anche Pasolini era contro l’aborto”, frase a effetto che secondo questa propaganda dovrebbe mettere a tacere la questione, dando ragione a chi vuole vietare l’aborto sempre e comunque. Purtroppo, come vedremo, questo argomento dimostra solo il punto di partenza di questo tipo di propaganda: ignoranza, malafede, oppure entrambe contemporaneamente.
Non c’è niente di misterioso, basta conoscere la storia e leggersi i documenti originali, facili da trovare per chiunque frequenti quei luoghi pubblici e gratuiti che sono le biblioteche e le emeroteche. Io mi limito a riportare quello che è scritto lì, a raccontare quello che è successo nella realtà, non nella propaganda. Il 1975, anno del famoso articolo di Pasolini, comincia con il clima del dibattito pubblico riguardo l’aborto già molto caldo, alimentato da polemiche pubbliche già cominciate da almeno cinque anni; qualcosa va raccontato, come premessa doverosa, per capire forza e limiti della “opinione” di Pasolini. 
Raccogliendo istanze e spinte già ben visibili da anni, nell’aprile ‘70 nasce il Movimento di liberazione della donna (MLD), legato la partito radicale, che nel suo documento istitutivo recita al punto 2, come obiettivo, “la liberalizzazione e legalizzazione dell’aborto, senza distinzione di stato civile e di stato di necessità medica, nonché la creazione di apposite struttura sanitarie che  possano fare dell’aborto legalizzato una effettiva facoltà alla portata di quante scelgano di usufruirne”. Dopo un anno di lavori, alla fine del febbraio ‘71 il congresso nazionale del MLD annuncia un disegno di legge a iniziativa popolare per depenalizzare l’aborto, che era ancora un reato secondo il codice penale fascista in vigore. A marzo la Corte Costituzionale, con una sentenza, dichiara illegittima la propaganda anticoncezionale, un’altra misura prevista dal codice penale fascista; Elvira Banotti pubblica un’inchiesta sull’aborto clandestino (La sfida femminile), un libro-denuncia che racconta la diffusione capillare delle pratiche di aborto clandestino (ferro da calza o stampella e decotto di prezzemolo) tra tutti i ceti sociali. Il 5 aprile ‘71 “Le Nouvel Observateur” - anche in Francia l’aborto è reato - pubblica un manifesto, Je me suis fait avorter, firmato da 343 donne che confessano di aver abortito; tra le altre, Simone De Beauvoir, Marguerite Duras, Catherine Deneuve. Due settimane dopo lo fa anche “Stern”, con un analogo manifesto firmato da 375 donne. Nell’estate del ‘71 il MLD organizza una manifestazione a Roma in Piazza Navona; la militante radicale Matilde Maciocia racconta pubblicamente di aver abortito a vent’anni, già madre di una figlia, mentre il marito era ancora studente universitario.
Inizia anche, molto complessa, la discussione tra i collettivi femministi. Spicca l’analisi di Carla Lonzi e del gruppo Rivolta Femminile che non vede nella legge una reale soluzione, perché se non cambia il carattere patriarcale e repressivo dello Stato, una legge che regoli l’aborto non farà che ratificare la colonizzazione dei corpi delle donne dalla parte dell’uomo. La vera libertà non sarà mai la legalizzazione dell’aborto ma lo sganciamento della sessualità femminile dalla riproduzione. Così in Sessualità femminile e aborto del luglio ‘71:
“Per il piacere di chi sono rimasta incinta? Per il piacere di chi sto abortendo?” Questo interrogativo contiene i germi della nostra liberazione: formulandolo, le donne abbandonano l’identificazione con l’uomo e trovano la forza di rompere un’omertà che è il coronamento della colonizzazione.
Nella eventuale legge che legalizza l’aborto Lonzi vede sostanzialmente la conferma di quella sessualità autoritaria e riproduttiva che è l’inizio di ogni oppressione sessista. La liberazione sarà il godimento sessuale autonomo e non riproduttivo.
Questo, come tanti altri, è uno dei punti di complessità del fronte femminista italiano, che si divide su questioni essenziali e non più trascurabili dal grande pubblico, anche se gli vengono tacitate e nascoste. Non può essere contenuta, invece, l’eco del “processo di Bobigny” che travolge l’Italia come già successo in Francia. Nel febbraio ‘73 Michèle Chevalier e Gisèle Halimi, protagoniste di quella vicenda, sono ospitate in un dibattito tenuto all’università di Roma organizzato da “Il Manifesto” e dal Movimento femminista romano (MFR); il giorno dopo il quotidiano pubblica una lettera aperta scritta da Luciana Castellina con un titolo che è, proverbialmente, tutto un programma: L’incapacità di affrontare la questione femminile è una spia dei limiti storici del movimento operaio. Manco a dirlo, pochi giorni dopo anche l’Italia ha il suo Bobigny, cioè il processo a Gigliola Pierobon. Il tribunale condanna Pierobon per l’aborto ma dichiara estinto il reato; durante il processo Alma Sabatini, esponente del MFR, si autodenuncia per il reato di aborto, insieme a molte altre donne arrivate a Padova che denunciano anche lo Stato per strage e la Chiesa di complicità in quella strage.
Il dibattito pubblico non può essere più controllato, l’aborto è un tema costante di discussione pur nella drammaticità politica di quegli anni, Nel ‘73 esce Dalla parte delle bambine di Elena Gianini Belotti, nel ‘74 Noi e il nostro corpo, il testo del Boston Women’s Health Collective che è il primo testo in Italia di educazione sessuale femminile. Nascono immediatamente numerosi gruppi di self help femminili in tutta Italia, nel settembre ‘73 è già nato il Centro d’Informazione sulla Sterilizzazione e l’Aborto (CISA) per iniziativa, tra le altre, di Emma Bonino; questo centro organizza voli per Londra e l’Olanda per ottenere un aborto sicuro ed economico. Il CISA porta in Italia la pratica del “metodo Karman”, meno invasivo e doloroso del “classico” raschiamento. Il primo ginecologo che lo pratica, Giorgio Conciani a Firenze, viene arrestato il 10 gennaio 1975, e saranno arrestati anche esponenti del partito radicale: Spadaccia, Bonino, Faccio. Il 12 gennaio cinquemila donne scendono in piazza a Firenze protestando al grido “Fuori le donne che hanno abortito, dentro Fanfani [Democrazia Cristiana] e tutto il suo partito”. Altra posizione rilevante è quella delle donne del Collettivo di Via Cherubini (Milano) che elabora e pubblica un documento intitolato Noi sull’aborto facciamo un lavoro politico diverso, nel quale l’aborto legale è chiaramente definito “una risposta violenta e mortifera al problema della gravidanza” e nel quale si stigmatizza la presenza maschile nelle manifestazioni, i quali chiedono l’aborto libero “su un corpo che non è il loro”.
Bene, è in questo clima incandescente da anni e complesso di posizioni ben distinte anche tra i femminismi italiani che Pasolini si esprime, in tre articoli, due sul “Corriere della Sera” e uno su “Paese Sera”. Il 19 gennaio 1975 sul “Corriere della Sera” esce Sono contro l’aborto, articolo ancora oggi interessante (grazie soprattutto al fatto che nel frattempo i passi avanti sono stati davvero pochi) e che contiene questo passo:
La mia opinione estremamente ragionevole è questa: anziché lottare contro una società che condanna l'aborto repressivamente, sul piano dell'aborto, bisogna lottare contro tale società sul piano della causa dell'aborto, cioè sul piano del coito. Si tratta - è chiaro - di due lotte 'ritardate': ma almeno quella 'sul piano del coito' ha il merito, oltre che di una maggiore logicità e di un maggiore rigore, anche quello di un'infinitamente maggiore potenzialità di implicazioni. C'è da lottare, prima di tutto contro la 'falsa tolleranza' del nuovo potere totalitario dei consumi, distinguendosene con tutta l'indignazione del caso; e poi c'è da imporre alla retroguardia, ancora clerico-fascista, tutta una serie di liberalizzazioni 'reali' riguardanti appunto il coito (e dunque i suoi effetti): anticoncezionali, pillole, tecniche amatorie diverse, una moderna moralità dell'onore sessuale, ecc. Basterebbe che tutto ciò fosse democraticamente diffuso dalla stampa e soprattutto dalla televisione, e il problema dell'aborto verrebbe in sostanza vanificato, pur restando, come dev'essere, una colpa e quindi un problema di coscienza.
Pasolini si professa cattolico e quindi contro l’aborto, e identifica chiaramente questa posizione come “un problema di coscienza”; ma questo problema e questo credo non gli impediscono certo di centrare il problema sociale, quello di una mentalità retrograda “clerico-fascista” - quindi perfettamente identificata nella Chiesa e nelle ideologie di destra - che ha investito nel sesso tutto un arsenale di moralismi i quali, impedendo una serena vita sessuale a chiunque, di fatto è la causa degli aborti, che quindi sono un effetto di quella mentalità “clerico-fascista”. E questo già basterebbe a chiarire l’ipocrisia e la malafede di chi sintetizza la sua posizione con “Pasolini è contro l’aborto”.
La polemica però è solo all’inizio. Il 25 gennaio 1975, su “Paese Sera”, Pasolini fa uscire un altro articolo, scritto come una lettera al direttore, nel quale risponde a qualche critica che gli è arrivata per l’articolo precedente; anzi, vere e proprie accuse. Ecco un passaggio molto chiaro, e molto tristemente attuale:
Il suo collaboratore Nello Ponente altro non fa che pronunciare nei miei riguardi tale condanna: egli mi accusa di fronte a una «comunità» - la «comunità» degli intellettuali di sinistra e dei lavoratori - e mi accusa per un «reato di opinione». La mia opinione, nel caso specifico, è che considero l'«aborto» una colpa. Ma non moralmente, questo non può essere nemmeno discusso. Moralmente non condanno nessuna donna che ricorra all'aborto, e nessun uomo che sia d'accordo su questo. Ne faccio e ne ho fatto una questione non morale ma giuridica. La questione morale riguarda solo gli «attori»: è una questione tra chi abortisce, tra chi aiuta ad abortire, tra chi è d'accordo con l'abortire e la propria coscienza. Dove io non vorrei certo entrare. [...] Non c'è nessuna buona ragione pratica che giustifichi la soppressione di un essere umano, sia pure nei primi stadi della sua evoluzione. Io so che in nessun altro fenomeno dell'esistenza c'è un'altrettanto furibonda, totale, essenziale volontà di vita che nel feto. La sua ansia di attuare la propria potenzialità, ripercorrendo fulmineamente la storia del genere umano, ha qualcosa di irresistibile e perciò di assoluto e di gioioso. Anche se poi nasce un imbecille.
Anche in questo caso la posizione di Pasolini mi pare un pochino più complessa di “è contro l’aborto”. Pochi giorni dopo, il 30 gennaio 1975, sul “Corriere della Sera” Pasolini ritorna sull’argomento rispondendo a Moravia che lo accusava di varie cose. Riportiamo questo solo stralcio:
Tu dici che la lotta per la prevenzione dell'aborto che io suggerisco come primaria, è vecchia, in quanto son vecchi gli «anticoncezionali» ed è vecchia l'idea delle tecniche amatorie diverse (e magari è vecchia la castità). Ma io non ponevo l'accento sui mezzi, bensì sulla diffusione della conoscenza di tali mezzi, e soprattutto sulla loro accettazione morale. Per noi - uomini privilegiati - è facile accettare l'uso scientifico degli anticoncezionali e soprattutto è facile accettare moralmente tutte le più diverse e perverse tecniche amatorie. Ma per le masse piccolo-borghesi e popolari (benché già «consumistiche») ancora no. Ecco perché io incitavo i radicali (con cui è avvenuto tutto il mio discorso, che solo appunto visto come un colloquio con essi acquista il suo pieno senso) a lottare per la diffusione della conoscenza dei mezzi di un «amore non procreante», visto (dicevo) che procreare è oggi un delitto ecologico. 
Questi tre scritti sono letti anche da Carla Lonzi, alla quale, più che giustamente, non va giù che le femministe siano nominate solo nel primo articolo - andate a leggere per credere - come parte di quelle persone “radicali” impegnate a riflettere su altro. Non le va giù perché non è vero: Pasolini in questo si conferma un uomo e un cattolico del suo tempo. Per quanto intelligente e lucido e in anticipo sui suoi contemporanei, sui femminismi è largamente disinformato. Infatti Carla Lonzi, già dopo il primo articolo di Pasolini, manda al “Corriere della Sera” una copia del suo Sessualità femminile e aborto scritto anni prima, e che contiene tutti gli argomenti di Pasolini; ma il giornale la ignora. Lei allora scriverà direttamente a lui, facendogli notare che il problema del patriarcato lo aveva già ben sviscerato Rivolta Femminile, indicando la liberalizzazione dell’aborto come l’ennesimo atto del patriarcato, necessario alla sua sopravvivenza. Ma Pasolini non le risponde. “Il fratello continua ad arrivare prima della sorella a farsi ascoltare”, chioserà Lonzi in quei giorni.
Quindi ancora oggi in tema di di aborto, con tutto il suo essere uomo e cattolico, il contributo di Pasolini, a distanza di tanti anni, continua a essere molto prezioso perché complesso: la sua posizione di uomo e di cattolico non gli impediva di distinguere la causa dall’effetto, e di inquadrare l’aborto come un dramma personale conseguenza di una serie di gravi mancanze sociali, e ben si guardava dal condannare moralmente chiunque ne fosse coinvolto, al di là delle proprie convinzioni. 
Invece, sinceramente, credo che Pasolini ne capisse per esempio più di calcio che di femminismi. Malgrado avesse tempo e modo per informarsi e praticare entrambi, sul calcio ha scritto di più e più sensatamente. Gli va dato atto di una grande onestà intellettuale: con quel “noi privilegiati” detto in faccia a Moravia non si è mai professato fuori dalle dinamiche patriarcali.
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crazy-so-na-sega · 10 months
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La cosiddetta Carriera Alias
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La Carriera Alias è stata di recente introdotta in alcune scuole della penisola, ma in modo surrettizio e strumentale, creando divisioni, imbarazzi e polemiche senza fine. Tutte cose di cui la scuola non ha alcun bisogno, arrivando sino al punto di imporla agli studenti, a volte minorenni e facilmente manipolabili da parte di adulti senza scrupoli.
Si tratta in sintesi della possibilità data allo studente con “dubbi di genere” o “in transizione” di scegliersi il proprio nome di elezione, all’interno del plesso scolastico frequentato, in sostituzione di quello legale e legittimo. Il quale viene giudicato non più consono con il proprio rivendicato (o sbandierato) “orientamento sessuale”.
Così lo studente Mario Rossi, di anni 16, potrebbe decidere autonomamente il prossimo anno di farsi chiamare Jessica da compagni, docenti, preside e personale amministrativo della scuola. E guai a coloro che non volessero ottemperare e desiderassero continuare a seguire la carta di identità: sarebbero come minimo giudicati moralisti, legalisti e antiquati, e se il ministero non interviene presto, rischierebbero una sanzione.
Ora, i fautori della scuola aperta e libera, senza regole (che non siano le loro), chiedono e auspicano sanzioni e multe per una coraggiosa docente dell’istituto comprensivo Vivaldi di Ostia che, sul proprio profilo Facebook ha, con la libertà che la Costituzione offre a tutti i cittadini, criticato la deriva della Carriera Alias e dell’identità di genere.
La docente, come riporta il quotidiano Repubblica, ha osato criticare il cambiamento di nome, in «Uno dei primissimi istituti comprensivi d’Italia dove è stata attivata la carriera alias», come avrebbe dichiarato la preside Federica Alessandra Inches. La quale, allertata da alcuni genitori che hanno scoperto il post, ha difeso la Carriera Alias, assicurando di aver «immediatamente condannato» il post social dell’insegnante.
Ma cosa diceva dunque il post all’origine delle polemiche? Una libera opinione che inizia così: «Pare, sembra, che a dodici anni ormai gli stessi [studenti], considerati dal ministero dell’Istruzione come dei bimbi dell’asilo, siano abbastanza grandi da poter esercitare il loro diritto di cambiare sesso».
Riflessione assolutamente legittima e perfino banale, a meno che al Vivaldi di Ostia non ritengano davvero che a 12 anni sia possibile “orientarsi” sessualmente come meglio si crede e obbligare gli adulti a seguire i propri dubbi di adolescenti. E dopo “pericolosissimi” emoticon e smile che ridono, la docente parla di «tutta quella roba sull’identità di genere, quella m…a lì».
Non ci piace la scurrilità e certi termini andrebbero evitati sempre, ma ci sembra inaccettabile la presa di posizione della preside che avrebbe detto, visibilmente scioccata dal post: «Sono senza parole, chiederò assolutamente spiegazioni alla docente». Ipotizzando perfino «un richiamo scritto o una sanzione».
Ma per cosa? Per il turpiloquio o per lesa maestà Gender? Neppure sulla propria pagina Facebook si può criticare ciò che andrebbe criticato – e vietato – in primis dal Ministero dell’Istruzione e del Merito?
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sotto silenzio cambiano il mondo. E riga.
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gcorvetti · 1 year
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Il vaso di Pandora.
La settimana scorsa a Milano c'è stato una specie di concerto organizzato da Fedez, Silvestrin è uno attento ad eventi del genere perché è il suo campo e nonostante non gli piaccia lo guarda per cronaca, un pò come Sanremo. Durante l'evento ha fatto diversi tweet di critica forte dove è stato sia attaccato che lodato per la sua sincerità contro un evento da bimbiminkia forzando la mano sul fatto che la musica non è quella e che non c'è speranza per l'Italiano medio di comprendere e andare avanti sul campo. Nei giorni a seguire è stato intervistato da alcuni giornali per, diciamo, chiarire la sua posizione e anche perché quando ci sono polemiche i giornali si sfregano le mani, nelle interviste ha ribadito la sua posizione e rimarcato il fatto che la musica nello stivale è più o meno morta. Mi associo a lui non perché la penso al 100% come lui ma perché penso che abbia ragione su questa cosa, forse è un pò troppo duro e magari non vede che comunque ci sono persone che vanno oltre la trap e la musica commerciale, ma anche oltre alle varie nostalgie e non tutti dicono che non c'è più buona musica, sicuramente chi lo segue ha già una visione diversa; fatto sta che in qualche modo e probabilmente anche per lasso di tempo breve ha aperto il vaso di Pandora o detto che il Re è nudo, fate voi, alzando un pò il polverone che stantio grava sul mondo della musica in Italia. Quello che ha fatto sicuramente lo ha portato un attimino in auge e quelli che non lo cagavano magari si sono incuriositi e hanno guardato alcune sue live, è ogni giorno su twitch e posta video su youtube continuamente, ma oltre al suo ritorno penso che abbia messo la pulce nell'orecchio degli addetti ai lavori, radio e tv in testa, almeno lo spero così magari qualcosa cambia. Nel mio piccolo sono sempre in movimento, quello che facevo ieri non lo faccio domani, sempre in uno stato di incubazione che mi tiene nell'ombra, non sono come molti colleghi attivissimo sui social e non mi interessa avere consensi dai social perché sono effimeri, oggi hai 35540 like domani zero, non sono un content creator come molti che postano video quasi ogni giorno per mostrarsi quanto bravi sono, non sono neanche così bravo faccio il mio e spesso non piace neanche a me. La musica è parte di me da quando avevo 10 anni, ma anche prima adoravo ascoltare i brani dalla radio o dal mangiadischi, da quando poi ho iniziato a suonare nella mia prima band è scattato in me un meccanismo che negli anni è cambiato, se a 16 anni volevo diventare famoso a 20 non lo volevo più, a 23 volevo solo creare e proporre dal vivo i nostri lavori (ero in una band a mio giudizio eccezionale che poi si sciolse come neve al sole che è quasi normale nell'ambiente), quando poi sono andato via da Catania ho iniziato a cercare qualcosa che non sapevo neanche io cosa, non una band, non altri musicisti, ma alla fine era quello che si proponeva continuamente, avendo sempre suonato con altre persone non avevo il concetto di suonare da solo. Il tempo passava e le opportunità diminuivano, le mie idee cambiavano continuamente e il numero di quelli con cui potevo fare comunella si assottigliava, poi l'esperienza a Londra mi ha dato tantissimo, arrivato qua dopo una ricerca sterile di musicisti mi sono reso conto che era meglio intraprendere un percorso solitario, inizia la fase one-man band che è tutt'ora sul binario morto ma pronta a ripartire. Negli ultimi anni, dal lock down, ho ripreso a studiare, ricercare e sperimentare, adesso sono in fase brainstorming, butto giù tutto quello che mi passa per la testa e quando sarà il momento metto tutto online. Posso definirmi senza esagerare un outsider, fuori da tutti i giochi e da tutte le nicchie, anche se sicuramente qualcuno mi ci infilerà, ma mi sento più libero che mai di potermi esprimere al meglio con forme diverse e non cadendo su magri stili ripetitivi.
Posto un video di Enrico che legge una delle interviste che gli hanno fatto in uno dei giornali, video troppo divertente, è anche autoironico e questo è lodevole.
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