#festività piemontesi
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Parcheggi Gratuiti e Chiusura degli Uffici Comunali per la Festa di S. Evasio a Casale Monferrato
Il 12 novembre sospeso il pagamento della sosta e uffici comunali chiusi in onore del patrono cittadino
Il 12 novembre sospeso il pagamento della sosta e uffici comunali chiusi in onore del patrono cittadino Parcheggi Gratuiti e Chiusura degli Uffici a Casale Monferrato per la Festa di S. Evasio Il 12 novembre 2024 a Casale Monferrato si celebrerà la festività di S. Evasio, patrono della città. Come da tradizione, in questa giornata sarà sospeso il pagamento della sosta nelle aree blu, offrendo…
#Alessandria e dintorni#Alessandria today#Amministrazione comunale#Anselmo Villata#aree sosta gratuite#Casale Monferrato#celebrazioni patronali#centro storico Casale#chiusura uffici#commercio cittadino#Comune di Casale Monferrato#comune e cittadini#economia cittadina#eventi comunali#festa di S. Evasio#festività locali#festività novembre#festività piemontesi#gestione traffico#Google News#iniziative locali#italianewsmedia.com#Mobilità sostenibile.#Mobilità Urbana#orari uffici comunali#parcheggi blu#parcheggi Casale Monferrato#parcheggi gratuiti#parcheggi zona blu#patrono di Casale Monferrato
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Oggi, sabato 9 dicembre si è svolto un evento straordinario in Piazza San Pietro: durante una suggestiva cerimonia è stato acceso l'albero di Natale donato dal Comune di Macra e dalla Regione Piemonte al Vaticano e a Papa Francesco. Questo maestoso albero rappresenta molto più di una decorazione festiva; è un simbolo di speranza e sostenibilità proveniente dalla piccola comunità della Valle Maira. GUARDA LE FOTO La delegazione piemontese, guidata dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e dall'assessore all'agricoltura, Marco Protopapa, accompagnati dal sindaco di Macra, Valerio Carsetti, e dal presidente della Provincia di Cuneo, Luca Robaldo, insieme a numerosi cittadini della Valle Maira, ha partecipato all'udienza papale in Sala Paolo VI, rendendo questo momento ancora più significativo. Il presidente Cirio ha espresso la sua emozione e gratitudine, sottolineando l'eccezionalità di questo dono. Ha evidenziato il lungo viaggio iniziato otto anni fa, quando il Comune di Macra ha formulato la richiesta al Vaticano. Questo gesto segna la prima volta in cui l'albero di Piazza San Pietro proviene dal Piemonte, un messaggio di speranza e pace mondiale oltre che un'opportunità per valorizzare le montagne locali e le comunità che le abitano, ispirate dalla sostenibilità e dall'amore per il proprio territorio. Il sindaco di Macra, Valerio Carsetti, ha ribadito l'importanza di attirare l'attenzione sui piccoli borghi di montagna, considerandoli fondamentali per il loro rilancio. Queste comunità sono vere e proprie oasi di sostenibilità e custodi delle terre alte, meritevoli di essere riconosciute e apprezzate. Anche il presidente della Provincia di Cuneo, Luca Robaldo, ha sottolineato il valore di questa iniziativa, da un piccolo comune di montagna fino a Piazza San Pietro. Ha evidenziato l'aspetto della sostenibilità, richiamando l'enciclica del Santo Padre e lodando le aziende piemontesi impegnate nella cura dei boschi. Questo imponente albero, alto quasi 30 metri, è giunto a Roma grazie a un eccezionale trasporto. È stato addobbato con luci e una speciale "tela" composta da oltre 7.000 stelle alpine coltivate e essiccate, offerte da un vivaista locale, regalando l'effetto magico di una nevicata. Dopo le festività, l'albero sarà donato a un'associazione produttrice di giocattoli in legno per bambini bisognosi. Questo gesto simbolico non solo aggiunge un tocco di festa a Piazza San Pietro, ma porta con sé un messaggio di speranza, sostenibilità e solidarietà, proveniente da una comunità di appena 48 abitanti, dimostrando che anche dai luoghi più piccoli possono scaturire gesti di grande importanza per il mondo intero.
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Unc, 40% dei piemontesi taglierà le spese per pranzi natalizi
Le prossime feste natalizie a tavola saranno forzatamente più sobrie per il 40% dei piemontesi. E’ quanto sostiene l’avvocato Patrizia Polliotto, presidente del comitato regionale dell’Unione Nazionale Consumatori (Unc), autrice di uno studio sui consumi previsti per le prossime festività. “Aumenta – spiega il legale – il numero di coloro che, provati da un triennio complesso con innanzi i…
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Torino, con Frida Kahlo il 2 novembre si celebra la commemorazione messicana di “El dia de los Muertos”
Torino, con Frida Kahlo il 2 novembre si celebra la commemorazione messicana di “El dia de los Muertos”. Mese importante quello di novembre per l’esposizione dedicata alla pittrice messicana Frida Kahlo in corso a Torino al Museo Storico Nazionale d’Artiglieria presso l’antico Mastio della Cittadella. Si comincerà il 2 novembre con l’iniziativa dedicata alla celebrazione del giorno dei defunti, festività molto sentita in Messico, con un biglietto ridotto. Dopo pochi giorni, a Torino arriverà l’ambasciatore del Messico, Carlos Garcia de Alba, per visitare l’esposizione e poi inizieranno le visite delle scolaresche piemontesi delle secondarie di primo e secondo grado. Si parte dunque con un biglietto di soli 8 euro, rispetto al consueto ticket da 12, per vivere l’esperienza culturale, folcloristica e religiosa che ogni anno si ripete a Città del Messico e nella casa museo di Frida, in occasione della celebre e iconica festività di El dia de los Muertos, riconosciuta Patrimonio mondiale immateriale dall’Unesco (2008). La festa El día de los Muertos, che si tiene in genere tra il 28 ottobre e il 2 novembre, commemora i defunti per tipo di morte: il 28 ottobre alcune comunità celebrano i morti per incidente e suicidio, il 31 ottobre è uso rendere omaggio ai bambini, mentre i primi due giorni di novembre sono invece dedicati agli altri scomparsi. La festa viene celebrata con musica, fiori variopinti, bevande e cibi tradizionali dai colori vivi, combinati a numerose rappresentazioni caricaturali della morte. Casa Azul ogni 2 novembre diventa luogo di pellegrinaggio e meta di ritrovo per messicani e turisti che rendono omaggio alla amata artista, anche con doni di vario genere, in una delle giornate più coinvolgenti, emozionanti e vivaci della cultura messicana. A Torino i visitatori dell’esposizione avranno la stessa possibilità: festeggiare la donna e l’artista scomparsa 68 anni fa, ma mai dimenticata, grazie alla particolare iniziativa che consentirà ai visitatori di Frida Kahlo - Il Caos Dentro, di essere coinvolti in una allegra e suggestiva visione delle opere e cimeli dedicati all’artista messicana. Anche l’Ambasciatore del Messico, Carlos Garcia de Alba, accompagnato dal console Onorario di Torino, Alessandra Giani, giungerà in città per visitare la mostra. L’appuntamento, al quale dovrebbero partecipare anche i vertici del Ministero della Difesa e della società Difesa Servizi, che cura e gestice il patrimonio culturale militare, è previsto nella seconda settimana di novembre. Sarà poi il turno delle scolaresche che, dal 10 novembre sino a dicembre, inizieranno le visite guidate all’esposizione. Gli studenti delle scuole secondarie, di primo e secondo grado, potranno apprezzare da vicino l’ecletticità culturale di Frida Kahlo che, nonostante le difficoltà fisiche di una vita ostacolata da un grave incidente, ha saputo reagire e lanciare un messaggio mondiale imponente attraverso l’arte, i suoi scritti e la sua gioia di vivere. La mostra è realizzata con il patrocinio di Regione Piemonte; Comune di Torino; Ambasciata del Messico in Italia; CCIAA di Torino; Consolato del Messico a Torino; Consolato del Messico a Milano; Camera di Commercio italiana in Messico, in collaborazione con il Museo Storico Nazionale d’Artiglieria di Torino, Difesa Servizi. La mostra sarà aperta dal lunedì al venerdì ore 9:30 -19:30 e sabato, domenica e festivi ore 9:30 - 21:00. Info, prenotazioni e costi biglietti: https://mostrafridakahlo.it/... Read the full article
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Ciao! Ho delle domande personali, se posso chiederti. Sei molto simpatica e ho voglia di scoprire di più su di te! Vivi ancora con la tua famiglia e nello stesso paese, o ti sei trasferita? Da quale regione italiana vieni? E la tua famiglia vive da sempre in quella regione? Ci sono delle tradizioni particolari della tua regione, o modi diversi per festeggiare le festività? È più importante per te la tua identità regionale o quella italiana? Non intendo impicciarmi! Grazie!
Ciao, ti ringrazio per il complimento! Risponderò ad alcune domande, ad altre non mi sembra necessario rispondere qui… se vuoi, puoi sempre contattarmi sul mio blog privato.La mia famiglia attuale nasce praticamente dall’incontro di due regioni, Piemonte e Lombardia, per cui sono cresciuta con influssi di entrambe le aree, anche se forse quelli lombardi sono sempre stati più forti. Diciamo che le differenze tra le due si trovano soprattutto nel cibo, cioè nei piatti tipici regionali, e nel dialetto (anche se nella mia città si parla un dialetto molto più simile al lombardo che al piemontese, nonostante si trovi in Piemonte. In generale, ci sentiamo un po’ più lombardi che piemontesi).Per esempio, solitamente i piemontesi a Natale a pranzo mangiano ravioli in brodo di cappone o gallina mentre in Lombardia non è sempre così (o almeno questo è quello che mi è sempre stato raccontato: solitamente i ravioli in brodo noi li mangiamo la sera di Natale, e credo che ormai ogni famiglia segua delle tradizioni “proprie”… credo siano poche quelle che restano fedeli alle tradizioni regionali - forse sono più comuni al Sud, dove le tradizioni sono ancora molto radicate, ma penso dipenda da diversi fattori).Credo che sia l’identità regionale, ma ancor prima quella cittadina (o della provincia), e quella italiana siano in generale molto importanti per tutti i cittadini italiani (o almeno per la stragrande maggioranza di essi). Comunque, io mi sento sia italiana, che piemontese/lombarda, che abitante della mia città in egual misura.
Ciao!
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21 SET 2019 12:06
PANSA IS BACK! IL PRIMO ARTICOLO DEL GIORNALISTA PER IL “CORRIERE” DI CAIRO: “SONO ARRIVATO A VIA SOLFERINO IL 1° LUGLIO DEL 1973. OTTONE ERA ALLE PRESE CON LA POSSIBILE USCITA DI MONTANELLI. UNA PARTE DELLA REDAZIONE PREMEVA PERCHÉ VENISSE CACCIATO. LA PENSAVO ANCH'IO COSÌ, RITENENDOLO UN FASCISTA. IL MIO GIUDIZIO CAMBIÒ SOLTANTO QUANDO LE BR GLI SPARARONO NELLE GAMBE. CONFESSO CHE DI MONTANELLI MI IMPORTAVA POCO. DA GIOVANE CAZZONE PENSAVO CHE I MIEI ARTICOLI AVREBBERO FATTO DIMENTICARE I SUOI…”
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Giampaolo Pansa per il “Corriere della sera”
Sono arrivato al «Corriere della Sera» il 1° luglio del 1973 lasciando una gabbia di matti. La gabbia era il «Messaggero» di Roma, diretto da Alessandro Perrone. Lui aveva un cugino primo, Ferdinando, padrone di una quota del giornale. I due cugini non andavano d' accordo e litigavano tutti i giorni, dalla mattina alla sera. Per di più, alla redazione non piacevano i nuovi arrivati.
Capeggiati da Giorgio Fattori, era una microscopica squadra, ci stavo anch' io con un incarico per niente adatto al sottoscritto: il redattore capo. Infine i giornalisti di via del Tritone ci accolsero tappezzando il corridoio con i manifesti pubblicitari di una casa vinicola: «Arrivano i piemontesi!». Forse era un omaggio al nuovo direttore amministrativo, giovane e bravissimo, Gigi Guastamacchia che aveva un solo difetto: era di Cuneo o di quelle parti. Che cosa ho trovato al «Corriere»? Prima di tutto l'ombra di un padrone strapotente: Eugenio Cefis, il re indiscusso della Montedison, che però non si faceva mai vedere in Solferino.
Ma lui e la sua banda se ne occupavano eccome! Una volta arrivato al «Corriere», Cefis si trovò alle prese con un problema non da poco: lasciare Piero Ottone alla direzione oppure sostituirlo? Una parte dei cefisti era per la cacciata di Ottone. Costoro erano superstiziosi e gli faceva orrore la scarpa ortopedica che Piero portava da ragazzo dopo aver fatto la poliomielite. Ringhiavano: «Omo segnà da Dio, cento passi indrio». Un uomo segnato da Dio va tenuto lontano cento passi. Ma i cefisti non avevano tra le mani un altro direttore per il «Corriere» e Piero rimase al suo posto.
Ottone era il direttore ideale per il giornalone di via Solferino. Prima di tutto era un signore paziente. Il suo vero nome era Pier Leone Mignanego e sapeva trattare tutti con una grande signorilità. Era di sinistra, di centro o di destra? Non l' ho mai compreso e del resto non me lo sono mai chiesto. Allora certe etichette non avevano l' importanza che hanno oggi. In Italia comandava un solo partito, la Democrazia Cristiana, mentre l' unico oppositore, il Partito comunista, doveva accontentarsi di qualche lembo dell' Emilia e della Toscana.
Quando arrivai in via Solferino, Ottone era alle prese con un problema gigantesco: la possibile uscita di Indro Montanelli intenzionato a fondare un giornale tutto suo. Una parte della redazione del «Corriere» premeva perché Indro venisse cacciato. La pensavo anch'io così, ritenendo Indro un fascista o giù di lì. Confesso che il mio giudizio cambiò soltanto quando le Brigate rosse spararono nelle gambe a Montanelli in piazza Cavour a Milano, mentre si recava a piedi alla redazione del giornale che aveva creato.
Confesso che di Montanelli mi importava poco. Da giovane cazzone pensavo che i miei articoli avrebbero fatto dimenticare i suoi. Per me era molto più importante che fosse rimasto al «Corriere» un signore che di nome faceva Franco Di Bella. Chi era costui? Non conosco quale fosse il suo incarico contrattuale, ma compresi subito che se il giornale usciva senza errori, perfetto, sempre in palla era merito di Franco. Quando arrivai in Solferino, volle subito capire che tipo ero, se mi piaceva scrivere o se appartenevo alla plebe degli sfaticati. Ogni mattina mi consegnava una notizia di agenzia e mi ordinava: «Fammi un fogliettone per la prima pagina».
Nel faticone Pansa aveva trovato il tipo giusto. Credo di aver scritto per lui una quarantina di pezzi sempre comparsi in prima pagina. E fu così che i lettori del «Corrierone» cominciarono a conoscere la mia firma.
In seguito Di Bella divenne il protagonista di un episodio che nella mia vita non ho più dimenticato. Era l' inizio del novembre 1975. La mattina del due, la festività dei morti, stavo in una casa di campagna che avevo costruito nell'Oltrepò Pavese, nel paese di Calvignano. La casa esiste ancora, ma da un pezzo l'ho regalata ai miei nipoti. La mattina del 2 novembre 1975, qualcuno bussò alla nostra porta. Andò ad aprire Lidia, la mia prima moglie, e si trovò di fronte una coppia che non conosceva: Franco Di Bella e una ragazza bella e spigliata.
La coppia entrò in casa e si presentò. Ad accoglierla fu mio figlio Alessandro che allora aveva tredici anni ed era un tipo molto sveglio, del genere carogna. Quando comprese di avere di fronte uno dei capi del «Corriere» che mi chiamava spesso anche a casa, gli disse: «Ma lei lo sa che questa notte hanno ammazzato Pasolini?».
Di Bella ringhiò: «Che cosa mi stai dicendo?». Sempre più spavaldo, Alessandro continuò: «Le dico quello che tutti i giornali radio stanno ripetendo da stamane...». Di Bella rantolò: «Datemi un telefono». Chiamò via Solferino e si imbattè in Gaspare Barbiellini Amidei, il capo della cultura. Gaspare gli disse, gelido: «Rimani pure dove sei, ho già pensato a tutto io».
È utile ricordare che Pier Paolo Pasolini, un acquisto recente del «Corriere», era il numero uno delle stelle reclutate da via Solferino. Una donna l'aveva trovato morto alle 6.30 di quella domenica 2 novembre all' Idroscalo di Ostia. Purtroppo i testimoni del risvolto famigliare di quella tragedia sono scomparsi tutti: morto Franco Di Bella, morto mio figlio Alessandro, morta Lidia la mia prima moglie. Soltanto io sono ancora qui. E a volte mi domando che cosa ci faccio in questo mondo. Ma devo riconoscere che ritornare al «Corriere» mi mette di buonumore.
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L’8 dicembre, in occasione della festività dell’Immacolata, sarà presentato il progetto ideato dalla direzione del Forte di Gavi e all’Associazione Coordinamento Donne nel Mondo.
Il progetto è importante per rafforzare le sinergie di territorio.
Sarà allestita l’esposizione di Scatole di latta, in concomitanza con la rassegna Dolci terre di Novi. Alcuni elementi di collezioni private saranno esposti al Forte di Gavi.
Nella ex cappella del Basso forte del Forte di Gavi saranno esposte una selezione di scatole di biscotti/dolci/caramelle del XX secolo provenienti da collezioni private.
Contestualmente si organizzerà una lezione su illustrazione, materiale ed evoluzione del messaggio pubblicitario invitando professionisti del settore.
La visita all’esposizione, compresa la lezione, viene veicolata da Gran Tour.
Sarà presentato anche il bando di concorso realizzato in sinergia tra Forte di Gavi e Politecnico di Torino, per l’elaborazione del logo del Forte.
Unitamente a ciò, la restauratrice Anna Rosa Nicola esporrà, nella stessa sede, una riproduzione di una confetteria di fine 800 realizzata per il Forte, rappresentazioni di antiche botteghe di confetterie, sempre con tema Scatole di latta.
Non mancheranno lectiones magistrales tenute da Titti Garelli e Nadia Berta, in un ambiente suggestivo, riempito di fascino dalla presenza del grande musicista Lova e dal suo liuto.
Oltre alle collezioni private piemontesi si potrà ammirare l’ambientazione ricreata di un antico caffè di Anna Rosa Nicola.
Questa occasione sarà un viaggio nel Piemonte attraverso il ricordo, l’illustrazione e la musica.
A corredo delle festività natalizie, saranno anche allestiti l’albero di Natale e il presepe di Arquata.
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Coronavirus, chiuse le scuole piemontesi di ogni ordine e grado per una settimana
Dopo l’annuncio della chiusura di tutti gli atenei, arriva la conferma che tutte le scuole piemontesi di ogni ordine e grado rimarranno chiuse per una settimana fino al 2 marzo. Molti studenti prolungheranno di 4 giorni il loro riposo per la festività di Carnevale. Per ora i casi accertati di contagio da coronavirus sono 6 … Leggi tutto L'articolo Coronavirus, chiuse le scuole... Per il contenuto completo visitate il sito https://ift.tt/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page https://ift.tt/2SSxQJY via Adriano Montanaro - Alessandria
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Per Natale, 1.185 milioni di euro di prodotti agroalimentari sulle tavole del Piemonte
Spenderanno circa 1.185milioni di euro le famiglie piemontesi per acquistare prodotti alimentari e bevande da mettere in tavola nelle prossime festività di Natale e fine anno. Pane, pasta, carni, salumi, formaggi, verdure, ortaggi, frutta e, soprattutto, dolci e vini, distillati e bevande, tutti prodotti dell’immenso “giacimento” della food economy del Piemonte che, in particolare sotto …... Per il contenuto completo visitate il sito https://ift.tt/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page https://ift.tt/36R07Vz via Adriano Montanaro - Alessandria
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Approfitta degli ultimi giorni delle festività natalizie per acquistare i vini del territorio.
Un’ottima occasione per conoscere i produttori, arricchire la tua personale Cantina o fare un regalo sempre gradito!
Giacomo Vico è un esponente di spicco della viticoltura del Roero.
Varcando il cancello della Cantina dettagli apparentemente lontani dall’ambito vinicolo raccontano parte del passato della famiglia.
Oltre alle Cantine storiche del 1800, a etichette e documenti d’archivio, testimoni di un’affermazione commerciale che a inizio Novecento raggiunse Francia e Argentina, fanno bella mostra auto d’epoca ed una produzione vinicola capace di soddisfare l’enoturista più esigente.
La degustazione
La degustazione avviene nell’elegante ed apposita sala, preceduta dalla visita alle Cantine durante la quale si introduce l’Azienda ed il territorio.
Tra i vini che valgono il viaggio: Roero DOCG Riserva “Giacomo”, la più personale interpretazione di un vitigno e del suo territorio e Nebbiolo d’Alba DOC Valmaggiore, lievemente speziato con sentori di liquirizia e cioccolato.
Tipologie di degustazione
Si prediligono piccoli gruppi per un massimo di 25 persone.
Durata della visita: 1h 30 minuti. Lingue parlate: inglese e francese.
Tre vini classici – € 10,00 Arneis o Favorita – Nebbiolo o Barbera – Birbet
I nostri cru – € 25,00 (minimo 3 persone) Chardonnay – Barbera Superiore – Nebbiolo d’Alba Valmaggiore – Roero Patarrone
Ulteriori tipologie di degustazione su richiesta.
Le degustazioni comprendono: visita ai locali più rappresentativi della cantina: sala di vinificazione, bottaia, cantina invecchiamento, vigneti (nella bella stagione).
In accompagnamento: pane, grissini, formaggi e salumi piemontesi, oppure a scelta, da frutta di stagione e dolci a pasta secca.
Pranzo il Cantina
Su prenotazione è possibile richiedere per un minimo di 5 persone il pranzo in cantina con menù stagionale e costi da concordare.
Perché prenotare?
Cantine Aperte è un’iniziativa molto amata da tutti i curiosi ed appassionati di vino. Per questo motivo riscuote sempre grande successo.
Considerata l’alta affluenza alla manifestazione, consigliamo di prenotare con almeno un giorno di anticipo.
Con la prenotazione, la cantina riuscirà a gestire al meglio la tua accoglienza ed eviterai di incappare nel rischio di non poter essere ricevuto.
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Approfitta degli ultimi giorni delle festività natalizie per acquistare i vini del territorio.
Un’ottima occasione per conoscere i produttori, arricchire la tua personale Cantina o fare un regalo sempre gradito!
L’Azienda a conduzione familiare, conta 6 ettari di vigneto con una produzione annua di circa 8.000 bottiglie.
In Cantina incontrerai Piero Bianco, enologo, sua moglie Nuccia e il figlio Paolo, laureato in viticoltura e enologia.
Ti parleranno della filosofia aziendale: la lotta ragionata, un sistema agricolo a basso impatto ambientale affiancato da operazioni per la produzione di un vino buono e originale.
La degustazione
La degustazione guidata è condotta direttamente dal Piero e Paolo, nell’accogliente sala degustazione e su richiesta tra i filari.
Valgono il viaggio della visita le tre tipologie di Barbera: Bruma Basse, La Salterina e Lovetta, perchè prodotte da vigneti di sessanta-settant’anni e raccontano tutta la storia dell’azienda.
Tipologie di degustazione
Si prediligono piccoli gruppi per un massimo di 20 persone.
Degustazione Completa – € 10,00 (durata 2h)
La degustazione si articola in tre momenti e luoghi differenti: vigna, cantina, sala. In degustazione: Rosato, Spumante, due etichette di Barbera d’Asti.
Degustazione “Tutto in Cantina” – € 7,00 (durata 1h30m)
Passeggiata in vigna e degustazione in Cantina di Barbera d’Asti “Lovetta”, Monferrato Rosso e assaggio di Nizza DOCG direttamente da tonneau.
I vini saranno accompagnati da pane, grissini, assaggi di formaggi, salumi locali e specialità piemontesi.
Perché prenotare?
Cantine Aperte è un’iniziativa molto amata da tutti i curiosi ed appassionati di vino. Per questo motivo riscuote sempre grande successo.
Considerata l’alta affluenza alla manifestazione, consigliamo di prenotare con almeno un giorno di anticipo.
Con la prenotazione, la cantina riuscirà a gestire al meglio la tua accoglienza ed eviterai di incappare nel rischio di non poter essere ricevuto.
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Approfitta della festività dell’Immacolata per visitare le Cantine del Territorio.
Incontra il produttore, degusta ottimi vini e scegli quali regalare a Natale!
Giacomo Vico è un esponente di spicco della viticoltura del Roero.
Varcando il cancello della Cantina dettagli apparentemente lontani dall’ambito vinicolo raccontano parte del passato della famiglia.
Oltre alle Cantine storiche del 1800, a etichette e documenti d’archivio, testimoni di un’affermazione commerciale che a inizio Novecento raggiunse Francia e Argentina, fanno bella mostra auto d’epoca ed una produzione vinicola capace di soddisfare l’enoturista più esigente.
La degustazione
La degustazione avviene nell’elegante ed apposita sala, preceduta dalla visita alle Cantine durante la quale si introduce l’Azienda ed il territorio.
Tra i vini che valgono il viaggio: Roero DOCG Riserva “Giacomo”, la più personale interpretazione di un vitigno e del suo territorio e Nebbiolo d’Alba DOC Valmaggiore, lievemente speziato con sentori di liquirizia e cioccolato.
Tipologie di degustazione
Si prediligono piccoli gruppi per un massimo di 25 persone.
Durata della visita: 1h 30 minuti. Lingue parlate: inglese e francese.
Tre vini classici – € 10,00 Arneis o Favorita – Nebbiolo o Barbera – Birbet
I nostri cru – € 25,00 (minimo 3 persone) Chardonnay – Barbera Superiore – Nebbiolo d’Alba Valmaggiore – Roero Patarrone
Ulteriori tipologie di degustazione su richiesta.
Le degustazioni comprendono: visita ai locali più rappresentativi della cantina: sala di vinificazione, bottaia, cantina invecchiamento, vigneti (nella bella stagione).
In accompagnamento: pane, grissini, formaggi e salumi piemontesi, oppure a scelta, da frutta di stagione e dolci a pasta secca.
Pranzo il Cantina
Su prenotazione è possibile richiedere per un minimo di 5 persone il pranzo in cantina con menù stagionale e costi da concordare.
Perché prenotare?
Cantine Aperte è un’iniziativa molto amata da tutti i curiosi ed appassionati di vino. Per questo motivo riscuote sempre grande successo.
Considerata l’alta affluenza alla manifestazione, consigliamo di prenotare con almeno un giorno di anticipo.
Con la prenotazione, la cantina riuscirà a gestire al meglio la tua accoglienza ed eviterai di incappare nel rischio di non poter essere ricevuto.
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Approfitta della festività dell’Immacolata per visitare le Cantine del Territorio.
Incontra il produttore, degusta ottimi vini e scegli quali regalare a Natale!
L’Azienda a conduzione familiare, conta 6 ettari di vigneto con una produzione annua di circa 8.000 bottiglie.
In Cantina incontrerai Piero Bianco, enologo, sua moglie Nuccia e il figlio Paolo, laureato in viticoltura e enologia.
Ti parleranno della filosofia aziendale: la lotta ragionata, un sistema agricolo a basso impatto ambientale affiancato da operazioni per la produzione di un vino buono e originale.
La degustazione
La degustazione guidata è condotta direttamente dal Piero e Paolo, nell’accogliente sala degustazione e su richiesta tra i filari.
Valgono il viaggio della visita le tre tipologie di Barbera: Bruma Basse, La Salterina e Lovetta, perchè prodotte da vigneti di sessanta-settant’anni e raccontano tutta la storia dell’azienda.
Tipologie di degustazione
Si prediligono piccoli gruppi per un massimo di 20 persone.
Degustazione Completa – € 10,00 (durata 2h)
La degustazione si articola in tre momenti e luoghi differenti: vigna, cantina, sala. In degustazione: Rosato, Spumante, due etichette di Barbera d’Asti.
Degustazione “Tutto in Cantina” – € 7,00 (durata 1h30m)
Passeggiata in vigna e degustazione in Cantina di Barbera d’Asti “Lovetta”, Monferrato Rosso e assaggio di Nizza DOCG direttamente da tonneau.
I vini saranno accompagnati da pane, grissini, assaggi di formaggi, salumi locali e specialità piemontesi.
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Cantine Aperte è un’iniziativa molto amata da tutti i curiosi ed appassionati di vino. Per questo motivo riscuote sempre grande successo.
Considerata l’alta affluenza alla manifestazione, consigliamo di prenotare con almeno un giorno di anticipo.
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