#feff19
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wisphunt · 7 years ago
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Have some angry Takumi.
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fareastfilm · 8 years ago
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FEFF19 Audience Awards:
1) CLOSE-KNIT by Ogigami Naoko (Japan. 2017)
2) SPLIT by Choi Kook-hee (South Korea, 2016)
3) CANOLA by Chang (South Korea, 2016)
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highendlow · 8 years ago
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Feff faces: me and mr Derek Tsang, hk director and actor #feff19 #fefffaces #derektsang #fareastfilmfestival #me #saturday #weekend #amazingtime #fefftimeisthebesttime #udine #hongkong #highendlowdotcom (at Teatro Nuovo Giovanni da Udine)
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hjamesp · 8 years ago
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#feff19 #hirugao #uetoaya #ayaueto #takumisaito #saitohtakumi #saitotakumi #uetoaya #ayaueto
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nonleggerlo · 8 years ago
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@fareastfilm #FEFF19
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dariotommaseo · 8 years ago
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ESPOSIZIONE FOTOGRAFICA SUL VIETNAM PER CHI AMA IL VIENTAM, LA FOTOGRAFIA, O ENTRAMBI!
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oubliettemagazine · 8 years ago
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Siamo giunti a metà FEFF19, martedì è il giorno in cui si consegna il Gelso d’oro alla leggenda omaggiata quest’anno: trattasi di Feng Xiaogang, incensato da scroscianti applausi, in concorso col capitolo più recente della sua nutrita filmografia che Oubliette Magazine web media partner dell’evento di certo non poteva trascurare. #feff #feff2017 #fareastfilmfestival #fengxiaogang #movie #film #cinema #madamebovary #udine
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fareastfilm · 8 years ago
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Un’intervista a...
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...Kim Tae-yun, regista di “New Trial”.
Il suo film si basa su una storia realmente accaduta circa 15 anni fa nei pressi di Seul. Ha avuto occasione di conoscere le persone a cui si è ispirato per i personaggi del film?
Prima di iniziare a girare il film ho incontrato più volte i protagonisti di questo caso giudiziario. Anzi, con l’uomo da cui è tratto il personaggio di Joon-young, l’avvocato che difende il ragazzo ingiustamente accusato, ho instaurato un vero e proprio rapporto di amicizia e ci siamo visti più volte anche sul set.  
Lei ha girato il film quando il processo che sta al centro di questo film era ancora in corso. Perché non ha voluto aspettare che l’iter legale si concludesse?
L’ho fatto perché ho sentito l’urgenza di raccontare questa storia che ha richiamato così tanta attenzione nella Corea del Sud. Certamente sarebbe stato più facile aspettare l’esito del processo, ma io ero già convinto dell’innocenza del ragazzo nonostante fosse stato condannato a una pena detentiva di 10 anni.
Nel film sono presenti attori importanti tra cui spicca il divo del cinema e della televisione Jung Woo. In che modo ha scelto il suo cast?
La scelta del cast è sempre un’operazione difficile. Io, però, sono stato fortunato perché, vista la risonanza che ha avuto l’episodio che avevo deciso di raccontare, non è stato complicato incontrare il favore degli attori. Quando, infatti, ho fatto loro la proposta di partecipare a questo progetto hanno accettato con entusiasmo.
Con questo film lei denuncia come lo Stato a volte non sia in grado di proteggere i propri cittadini. Cosa possono fare le persone comuni per avere giustizia?
Con questo film il mio obiettivo era proprio quello di mettere in luce l’ingiustizia che a volte si crea per colpa dei governi, quando dovrebbero essere proprio questi a difendere i cittadini. Credo che si tratti di un problema globale e che questo accada in tutto il mondo. L’unica arma in mano alle persone comuni sono gli scherzi che a volte gioca il destino. In “New Trial”, ad esempio, è proprio il governo che richiede un risarcimento ai danni del ragazzo e solo così entra in scena l’avvocato che riuscirà a provare l’innocenza del giovane.  
Genny Cabas e Gloria Costante, Festival Web Editorial Staff
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fareastfilm · 8 years ago
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A picture from the movie “Shock Wave” by Herman Yau.
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fareastfilm · 8 years ago
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The Sole 24 ORE journal talks about the enchanting Diva Aya Ueto at Far East Film Festival’s nineteen edition.
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fareastfilm · 8 years ago
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24/4/2017 The most beautiful Japanese couple: the enchanting Aya Ueto and the handsome Prince Charming Takumi Saitoh at Far East Film Festival for the world premier of their newest film together “Hirugao: love affairs in the Afternoon”.
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fareastfilm · 8 years ago
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An interview with...
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...Miura Daisuke, director of City of Betrayal!
What message did you want to deliver through this movie?
My main goal was to portray betrayal in an authentic way. I don’t think that the way betrayal is shown in TV series reflects realistically how things happen in real life. I don’t believe that people betray their partners simply to be cruel but that there are many other feelings in play.
How could the main characters meet even though they are so different from each other?
Their relationship is based on a very simple element: everything starts because Yuichi and Tomoko, unlike ordinary people, have nothing to do during the lunch break. He has no occupation and she is a housewife, so they start spending time together.
It seems that the only authentic relationship in the movie is the one between the main characters. Do you agree?
It might seem like this on the surface, but actually, even their relationship is not authentic because they do not have a love story. They only stay together because they each need a partner to be idle with. They have a peculiar relationship based on ambiguity.
In the movie, many scenes are dominated by pauses and silence. Why?
Silence is a key element in the movie, used to highlight the general atmosphere. Between the characters there is always something that remains untold, hidden, so there was no need for words. That is the reason why there are many scenes without anyone talking.
What does this movie mean in your career?
The City of Betrayal is different from my past movies, which are heavy on comedy, but it shares the same purpose: searching for the real nature of human beings and finding out how people behave when they are hiding themselves.  
Genny Cabas, Festival Web Editorial Staff
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fareastfilm · 8 years ago
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An interview with...
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...Giddens Ko, director of the movie “Mon Mon Mon Monsters” together with the actress Eugenie Liu.
Have you ever thought to a different ending for “Mon Mon Mon Monsters”?
Actually, in the first draft I thought to end the movie with the boy killing everybody, but then I rewrote it again and again until I realized that I had to send a message that goes beyond the personal revenge of the main character.
In your movie young people are incredibly evil, especially when they torture old people. What can you say about that?
The students I portrayed in my movie are not giving explanations for the horrible things they do. They are 17-18 year-old kids that just behave like that without questioning the nature of their actions, and usually they end up emulating the negative behaviour of people around them because they find it funny.
Did you prefer writing the screenplay or directing the movie?
I don’t think I’m a director... honestly, I prefer writing. They are two interesting challenges, but when you shoot a movie, you have to work and to collaborate with many other people, I mean, it is stimulating but also stressful.
How was your acting experience?
(Eugenie Liu) It was my first experience and I have to say that I’m very happy for this wonderful opportunity. Playing a “monster” wasn’t simply, but when the director proposed  me such a role I didn’t hesitate because it was my first one, so I decided to try this new experience.  Each day I had four hours of makeup session and I had to wear huge contact lens which didn’t allow me to see well, so that I relied on the other senses! I can say that I acted in a non-traditional way, I didn’t see the actors directly in their eyes since I couldn’t see properly so...I really just got into the role of the monster! And I had a great time.
Gloria Costante - Festival Web Editorial Staff
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fareastfilm · 8 years ago
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Un’intervista a...
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...Yamashita Nobuhiro (regista di “My Uncle”), Matsuda Ryuhei (attore di “My Uncle”) e Sutou Yasushi  (produttore e sceneggiatore di “My Uncle”).
Yamashita Nobuhiro, questa non è la prima volta che Lei lavora con dei bambini. Come è stata questa esperienza rispetto a quella di “A gentle breeze in the village”?
Yamashita Nobuhiro: “Sono state due situazioni completamente diverse. In “A gentle breeze in the village” avevo scelto attori non professionisti perché avevo bisogno di bambini che si comportassero come tali. In “My Uncle”, invece, Yukio è, nonostante la sua età, il personaggio più maturo del film e quindi avevo bisogno di un bambino con esperienza nel mondo del cinema perché potesse essere all’altezza di questa sfida. Onishi Riku è proprio un grande talento e sono sicuro che davanti a sé avrà una grande carriera.”
Matsuda Ryuhei, come è stato per lei lavorare con Onishi Riku, il giovane attore che appunto interpreta Yukio?
Matsuda Ryuhei: “È stato molto piacevole e divertente. Devo ammettere che mi ha davvero colpito il modo in cui riusciva ad entrare subito nel personaggio non appena arrivava in scena. Aveva una concentrazione incredibile e ciò è davvero sorprendente considerando che è solo un bambino.”
Nel film c’è un chiaro riferimento a Pearl Harbor. Come mai questa scelta?
Sutou Yasushi: “Il riferimento a Pearl Harbor ci ha permesso di portare alla luce la vera identità delle Hawaii: ormai oggi vengono viste solo come una meta turistica, ma non dobbiamo dimenticarci che hanno alle spalle un passato difficile. Inoltre, uno dei temi più cari a Kita Morio, l’autore del romanzo da cui è stato tratto il film, è quello dell’emigrazione dei giapponesi nel mondo e quindi attraverso le Hawaii e il loro passato siamo riusciti a portare alla luce questo legame tra il Giappone e gli Stati Uniti, proprio come ha fatto Kita Morio nelle sue opere.”
Quali sono state le maggiori difficoltà nel realizzare questo film?
Yamashita Nobuhiro: “La sfida più grande per me è stato adattare un romanzo pubblicato nel 1972 a un film contemporaneo ambientato nel presente. Quello che ho cercato di fare è stato quindi raccontare la storia come se accadesse ai giorni d’oggi conservando una patina nostalgica per aver evocato un racconto di 45 anni fa”.
Matsuda Ryuhei: “Ammetto che per il mio ruolo ho subito sentito una forte ansia da prestazione perché dietro all’interpretazione di questo personaggio si nascondono diverse difficoltà. La prima è rappresentata dal fatto che la storia non comprende grandi avvenimenti e quindi era importante mettere in scena questa storia semplice senza però banalizzarla.”
Sutou Yasushi: “Per me la difficoltà più grande nello scrivere la sceneggiatura è nata da una mia ferma convinzione, ovvero che le parole non siano l’unico strumento a disposizione per indurre la risata. Quindi ho voluto lasciare molto spazio al linguaggio non verbale, agli sguardi, ai movimenti… In questo ho tratto ispirazione da “Mio zio” di Jacques Tati e da “Buon giorno” di Yasujiro Ozu”.
Genny Cabas e Gloria Costante, Festival Web Editorial Staff
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highendlow · 8 years ago
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Sun! #sun #sunnyday #finally #me #fareastfilmfestival #outsidethefeff #feff19 #picoftheday #april #spring #saturday #girl #weekend #highendlowdotcom (at Teatro Nuovo Giovanni da Udine)
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fareastfilm · 8 years ago
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An interview with...
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...Kobayasi Syoutarou, regista di “Hamon: Yakuza Boogie”.
What inspired you for this film?
The film is based on the fifth book of the best-selling series by Kurokawa Hiroyuki, which was written almost 10 years ago. The story has been very popular in Japan and that was a good starting point. My movie differs from Kurokawa’s story at some point, due to elements which I developed myself.
Are you satisfied with your movie?
Yes, absolutely. Even though my aim is to shoot a film which can be considered a masterpiece, I don’t think I am already there with Hamon: Yakuza Boogie, but I’m making progress and working very hard.
What do you think of today’s Japanese cinema?
Recently, Japanese directors are shooting movies exclusively aimed to the Japanese audience. Therefore, even though budgets are limited, directors can still succeed in the country if the preferences of the Japanese audience are taken into account. Hard work and solid competences are also essential to succeed in the arduous challenge represented by the shooting of a movie.
Genny Cabas e Matteo di Franza, Festival Web Editorial Staff
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