#fashion illustra
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veraleroi · 2 years ago
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Kiki and Bouba
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fashionbooksmilano · 23 days ago
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Archivio Tessile
230 tessuti nella pratica degli stilisti
Stefanella Sposito - Foto Gianni Pucci
Ikon, Milano 2020, quarta edizione aggiornata, 384 pagine,, 20x30cm, ISBN 978888 962 8294
euro 39,00
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Il tessuto, uno dei materiali necessari e insostituibili alla nostra sopravvivenza, è il fondamento di un abito, con le sue peculiarità di gusto, stile, prezzo, estetica, ergonomia, funzionalità e resistenza. Nella complessità del fashion è importante considerare la sinergia che il tessuto deve creare in ambito estetico, psicologico, produttivo e commerciale. Il libro ne propone oltre 200 tipologie, utili al suo riconoscimento e alle qualità che lo accompagnano. Da quello più semplice e lineare, la tela, per arrivare a quelli più complessi ed elaborati, l'uso da parte degli stilisti nell'ambito della moda contemporanea è descritto dalle migliaia di immagini di Gianni Pucci, tratte direttamente dai ricchi reportage delle sfilate di pret à porter e haute couture. La scelta di queste foto illustra i possibili impieghi, secondo le più recenti proposte degli stilisti e riflette le potenzialità espressive del tessuto, declinato nelle sue molteplici varianti, come utile campionario in movimento sulle passerelle di tutto il mondo.
18/12/24
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trendingimages-060612 · 6 months ago
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Embrace nature's elegance with our "Botanical Goddess Women's Printed WhitenT-Shirt." This captivating design features an intricate illustration of a goddess intertwined with botanical elements like flowers, vines, and leaves. Her flowing hair, made of delicate plants, and serene expression symbolize the deep connection between women and nature. Crafted with soft, high-quality fabric, this T-shirt offers both comfort and style. Perfect for nature lovers and those who appreciate artistic, nature-inspired fashion. Stand out with this unique, eye-catching design that celebrates the beauty and strength of women.
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nightguide · 3 months ago
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Mindhunter Spotlight Presents: Ruby Donahue:- time to get shit started, Ruby: Are you the evil sorority sister who's come back from the grave to punish us for our cute but reckless destruction of perfectly good pillows?!?!
LIVE AT RED ONE STADIUM
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abigailsfmp · 8 months ago
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silviascorcella · 1 year ago
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Giuliana Mancinelli Bonafaccia: Dihedra e Fine, la bellezza è purezza
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Ogni nuova collezione nata dalla bravura preziosa di Giuliana Mancinelli Bonafaccia è una nuova occasione di esplorazione di quella peculiare suggestione in cui la poesia della ricerca si allaccia alla concretezza. Le sue sono opere di fashion jewelry pregiate nella sostanza orafa artigiana, e felicemente riconoscibili nell’apparenza d’ispirazione al contempo potentemente essenziale, eppur profondamente sofisticata: creazioni che mostrano la bellezza con un gesto ribelle di semplificazione meticolosa, che plasmano la forma con un gesto di design che è un progetto sempre rinnovato di sinfonia tra funzione decorativa ed estetica stilosa.
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Quella di Giuliana Mancinelli Bonafaccia è un’intenzione creativa che, nel caso delle collezioni più recenti, si aggancia ancor più forte al desiderio di purezza: che non è il minimalismo spoglio, bensì è la consapevolezza di concedere alla geometria l’autorevolezza affascinante di portare in superficie i suoi significati più autentici, concentrandoli in una manciata di creazioni dal gusto pulito perfettamente contemporaneo, squisitamente personale, immancabilmente originale.
Architettura e natura: ecco il binomio alla base dell’indole creativa di Giuliana Mancinelli Bonafaccia, che guida alla collezione ultima, ribattezzata Dihendra: un nome che a scomporlo nei suoi strati linguistici svela l’appartenenza al lessico della geometria, esattamente come accade per il simbolo che, in qualità di logo del brand, da icona rappresentativa del mondo di Giuliana Mancinelli Bonafaccia diviene anche fil-rouge della collezione. Ovvero: l’icosaedro.
La vedete, dunque, quella che a un primo sguardo sembra una borchia, un bullone plasmato nella materia preziosa, e che si sposta lungo le linee di orecchini, anelli, bracciali e pendenti, per andarsi ad incastonare in punti sempre diversi?
Ecco, la sua origine ha per l’appunto a che fare con l’icosaedro: parola complessa, che rievoca il suono antico della lingua greca che gli ha dato il nome tecnico. Ma anche un significato che dal pratico sfuma nel mistico, ad opera soprattutto di Platone, il quale l’ha inserito tra i cinque poliedri regolari, figure che nella loro simmetria perfetta sono gli elementi fondanti della geometria, ma anche della natura del mondo di cui siamo parte integrante. Per indagare più nel profondo bisogna leggere il dialogo intitolato “Tmeo”, l’opera scritta in cui Platone illustra l’opera di generazione dell’universo da parte del Demiurgo che assume i cinque poliedri in virtù delle loro proprietà associandoli ai cinque elementi della natura: «alla terra diamo la figura cubica, perché delle quattro specie la terra è la più immobile, e dei corpi il più plasmabile […] e poi all’acqua la forma meno mobile delle altre (icosaedro), al fuoco la più mobile (tetraedro), e all’aria l’intermedia (ottaedro): e così il corpo più piccolo al fuoco, il più grande all’acqua, e l’intermedio all’aria […] Restava una quinta combinazione e il Demiurgo se ne giovò per decorare l’universo (dodecaedro)» Perfette sono le figure geometriche dei poliedri regolari, perfetta è la natura: ecco il principio di totale, perfetta armonia che li unisce.
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Nel cuore di Dihendra c’è un elemento essenziale di tutto questo, ovvero l’angolo diedro: concetto tecnico ben comprensibile a chi l’architettura e le sue discipline tecniche le pratica con saggezza, ma per noi tutti ci basti immaginarlo come l’estensione del concetto di angolo nello spazio. Ed in effetti, come fosse un gioco di affinità, i gioielli della collezione sembrano essere l’estensione nello spazio del concetto di bellezza espressa nella purezza geometrica e nella fattura preziosa dei dettagli: linee asciutte che abitano lo spazio intorno al corpo costruendo forme tridimensionali, così nascono gli orecchini chandelier, e quelli curvilinei che si appigliano a uncino, le maxi-creole impreziosite da perle e cristalli, i cuff che si arrampicano grintosi sul bordo dell’orecchio.
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E ancora: i bracciali a forma di scudo, i pendenti e gli anelli che sembrano sospesi sulle dita, tutti realizzati in ottone placcato oro 18kt, rodio e rutenio ultrablack La ricerca di purezza s’impreziosisce nella linea Fine: sembra quasi fluttuare e brillare nell’aria la sfera che pende dalla collana e dagli orecchino sottili, che culmina sull’anello sottile affianco alle fedine preziose. Creazioni plasmate in oro  9kt, 14kt e 18kt e arricchite dai bagliori della lavorazione a diamantatura fatta a mano.
E mentre lo stesso Platone, nel Timeo, a proposito dei suoi poliedri conferma che è inutile impiegare tempo a cercarne altri perché "non accorderemo a nessuno che vi siano corpi visibili più belli di questi”: Giuliana Mancinelli Bonafaccia restituisce un simile valore di unicità alla bellezza, sostituendo l’inutilità del tempo scandito dalla stagionalità alla buona pratica della rivisitazione dei pezzi migliori natai dalla buona creatività.
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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sjaanie · 1 year ago
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jorgiedelaigle · 2 years ago
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stephanieanneillustration · 6 years ago
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Taking more inspiration from Carnaval
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fashionbooksmilano · 11 months ago
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Archivio Tessile
230 Tessuti nella pratica degli stilisti
Stefanella Sposito
Immagini di Gianni Pucci
Ikon Editrice, 2013 Quinta edizione 2022, 383 pagine, 23,5x24,5cm, ISBN 978-8889628294
euro 39,00
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Il tessuto, uno dei materiali necessari e insostituibili alla nostra sopravvivenza, è il fondamento di un abito, con le sue peculiarità di gusto, stile, prezzo, estetica, ergonomia, funzionalità e resistenza. Nella complessità del fashion è importante considerare la sinergia che il tessuto deve creare in ambito estetico, psicologico, produttivo e commerciale. Il libro ne propone oltre 200 tipologie, utili al suo riconoscimento e alle qualità che lo accompagnano. Da quello più semplice e lineare, la tela, per arrivare a quelli più complessi ed elaborati, l'uso da parte degli stilisti nell'ambito della moda contemporanea è descritto dalle migliaia di immagini di Gianni Pucci, tratte direttamente dai ricchi reportage delle sfilate di pret à porter e haute couture. La scelta di queste foto illustra i possibili impieghi, secondo le più recenti proposte degli stilisti e riflette le potenzialità espressive del tessuto, declinato nelle sue molteplici varianti, come utile campionario in movimento sulle passerelle di tutto il mondo.
14/02/24
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articjake · 7 years ago
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🐍🐍🐍
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dfsono · 8 years ago
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VALENTINO / 2015
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bookcoversalt · 6 years ago
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Any thoughts on the cover of Everless?
So i guess it’s time to talk about Billelis, the man responsible for all of these:
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Homeboy is a freelance digital artist and a HOT COMMODITY in the ya/ fantasy sphere right now; a quick browse of his instagram shows a STRONG visual brand of skulls/bones, metallics, dense, intricate baroque-type detailing, florals/bugs, and religious iconography.
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whispers fucking superb, you funky little goth.
His work is staggeringly cool, if of a fairly specific range, and it’s not hard to see why publishing has No Chill about it. It’s a kind of highly-executed middle ground with the drama and realism of photography but the #aesthetic and the high level of visual control of illustration, something technologically new enough to feel Fresh and Cool.
 But knowing how good he is (and what his comfort zones clearly are) makes an interesting case study of his various covers re: how art direction + design + illustration all come together, and how an excellent illustration (or illustrator) does not necessarily a great cover make.
the King of Scars cover stands out as an obvious triumph, but my favorite from his portfolio is actually Pride:
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I adore this cover, and I think it’s a fantastic case study of art direction, design, and illustration all working together perfectly to create an attention-grabbing, relevant, and conceptually sound cover. I don’t remember if i read this on the authors twitter or in some blog post back when it came out, but it’s based on those old tin ceilings:
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Which is a cool idea that speaks to the idea of antique wealth/ Fancy Old Ass Houses (and possibly to something region-specific that I’m not informed enough to speak to?), which is arguably the bedrock of any pride and prejudice retelling. The ornate, old-fashioned detailing and cameo-style portraits are gorgeous and create a really striking contrast to the bright blue, organically textured, modern, messy-but-still-feminine type that effectively communicates the contemporary setting and creates a strong hierarchy without detracting from how pretty the whole design is. Everything is working together, and none of the elements could be extracted without diminishing what the design is communicating about the book.
Contrast to pretty much every one of his Object Covers.
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I don’t hate the cover of Ash Princess or anything, and i’ve talked pretty at length about what makes object covers work or not work in the past, but rather than a cohesive, clever design, you have super basic text overly relying on a pretty but meaningless illustration that isn’t integrated with anything else except some heavyhanded textures. This stuff is just like. There. The illustration is executed at a very high craft level, but it’s not really telling me anything except HEY YOU KNOW THE 192734628 OTHER BLAND, NEEDLESSLY GRITTY YA FANTASIES OF THE PAST THREE YEARS, WELL THIS IS THE SAME DANG THING >:)
(Which..... knowing the gist of Ash Princess, is perhaps the only thing there was to communicate. Whatever. It worked for them. eye roll emoji.)
And again, none of that is the artist’s fault-- illustrators in this scenario are more or less told Exactly What To Draw and art-directed through the process, and generally the designer does the type and some additional editing/ compositing. And sometimes the art directors are like “we’re going to elegantly communicate the cultural influences of a book to represent the tone, characters, themes, and setting” and sometimes art directors are like “SLAP A CROWN ON THAT BITCH IT WORKED FOR RED QUEEN.”
(I’VE SAID IT BEFORE BUT NOBODY ACTUALLY GETS WHY RED QUEEN WORKED AS A COVER AND IT WAS BECAUSE THE DETAILS WERE REALLY SPARSE AND VISUALLY WELL-BALANCED AND SUGGESTED THE THEMES AND CONFLICTS IN THE BOOK! QUIT STICKING MEANINGLESS OVERRENDERED CROWNS ON EVERYTHING I SWEAR TO GOD.)
But as those object covers go, I actually do like the Everless cover.
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It too relies almost entirely on its illustration, but the type having dimension of its own and sitting on top in a thoughtful way at least creates a lockup effect that does make the cover feel like one “thing” as opposed to AN OBJECT plus AN TEXT. And the hourglass itself is interesting! I really like the idea of, if we must do an object cover, that it be something more abstract and thematically relevant that incorporates multiple ideas (here opulence as well as the passage of time as well as the idea of being trapped in the manor that’s key to the pitch) rather than THERE IS A CROWN IN THE BOOK SO,,,,,,,,,, CROWN O N T HE C O V ER,,,,,,,
They also really let Billelis’ great work shine in the intricate details he’s so good at, rather than drenching them in added texture and ~ special effects. And the 3/4s cropping of the bottom part of the hourglass is crucial-- it adds a vertical asymmetry/ almost imbalance that’s much more visually interesting than the full thing would have been.
I don’t really want to talk about any of the other covers in depth because they’re..... mostly mediocre, design-wise (again, with the exception of King of Scars, my life, my love) and I’ll start to sound repetitive, but some of them are better than others. I adore Billelis’ work in and of itself and i just want him to be happy and run free in a field of golden skulls; I’m glad he’s got a steady stream of work but boy YA could stand to utilize him better.
I also want to posit that his relatively EXTREME niche popularity points to a lack of highly skilled 3D illustrators, or at least ones willing to do work in this sphere-- I don’t know enough about that area to really know what the deal is, but I can’t help but feel like there’s clearly room here for more artists who do similar work at a similar high quality.
And i do mean high quality, because there are definitely books out there with Similar but Noticeably Worse aesthetics, hi Three Dark Crowns and company:
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Like..... I don’t know enough about 3d sculpting to tell you mechanically why 3DCs’ graphics all have that unfortunately common plasticky and fake look of mediocre renders, but they do! Billelis’ work is just executed at a more sophisticated level, and i’m certain there are other people like him out there that publishing just...... has yet to discover, and I hope they do.
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abigailsfmp · 9 months ago
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Starting the designing process
Illustrator research
As per usual, the best way for me to find different ways of illustration experimentation is to use pinterest. I like being able to see how styles can be used in different ways to create a certain look.
I think for this project. I either need a style that will show my designs clearly but in a way thats wacky and extravagant, or i need something neat and very simple that can show all the little details clearly.
Some things in particular that i would like to try would be collage, realism and ink illustration.
Using ink for this project would work and link really nice to this because i feel The Phantom of the Opera is quite romantic but also chaotic. Using different coloured ink and having them leak into eachother on a page and the ways they can be thrown around a page to create an image is very chaotic but, if used right, can show emotion.
I haven't really tried collage before which is why its something id like to try out. Thinking about layering to create texture with different images or fabrics, having blocky colours but using them in a way that works intrigues me.
For realism, i think this would work best with face illustrations. For these designs, I think having a very realistic looking face with an inky, messy mask over the top, not fully covering the image underneath, but enough so its obvious could look really cool.
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colorfulservice-blog · 8 years ago
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christmas tree 
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filmpenance · 6 years ago
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Day 18, 2019 - Mannequin
Mannequin – 1987 – Michael Gottlieb
(Trashy Tuesday)
“Two things I love to do is fight and kiss boys!” – Hollywood Montrose
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Yup.  Mannequin.
Let me just say, when you get right down to it, the reason I would recommend that people see Mannequin is Hollywood Montrose – the queer window dresser played by Meshach Taylor.
In fact, I would like to rename the movie Hollywood Montrose has to Deal with the Limited People at his Job, Saves the Day and Remains Fabulous while Doing So.
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So shit that happens that isn’t Hollywood:
Kim Cattrall plays Emmy a reincarnated Egyptian princess[i] whose spirit comes alive inside a late 1980’s mannequin. I mean, if you were a princess from ancient Egypt I think we’d each want to bloom like a majestic lotus in the stock room of a run-down Philadelphia department store. It’s were all the best things happen.
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Like Andrew McCarthy. He plays a down on his luck window dresser / sculptor / ARTISTE! Jonathan Switcher who just needs his a break. We all know how cut-throat the world of window displays can be – the real opportunities to show your vision are few and far between. He gets that chance when Claire Timkin of Prince & Company department store hires him.
They’ve been losing business to Illustra, the department store across the street.
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But now Jonathan is there, and his muse Emmy is there and they make great window displays and Illustra guy is mad, and gets mole James Spader to try and thwart Jonathan, but Jonathan will not be thwarted because 80’s fashion, Egyptian magic and HOLLYWOOD MONTROSE!
I love Hollywood.
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Why? Because he’s black and gay and he’s un-fucking-apologetic about it. Because Jonathan treats him like a co-worker. Because he’s flamboyant and amazing at his job. This in the midst of a super-homophobic time is a revelation.
All that and he holds back a throng of bad guys with a hose.
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Sure, does he shriek? Yes. But it doesn’t matter because that’s just another amazing uncloseted thing about him. He’s magnificent. Meshach Taylor made him a real, reliable good person.
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Do I recommend Mannequin? No.
Am I praying someone has made a super-cut of the film with only Hollywood’s scenes? FUCK YES!
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Mannequin Trailer: https://youtu.be/OTfhUj4LZVE
Roger Ebert’s cut-throat review (R. Ebert): https://www.rogerebert.com/reviews/mannequin-1987
[i] So we get some heavy appropriation, right off the top.
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