#fabrizio moro headcanon
Explore tagged Tumblr posts
themetamorosnsquadtwins · 6 years ago
Text
Sneak Peek ch 9 - The First Love: Lust
Siccome sto passando davvero un tempo spropositatamente lungo sui mezzi (penso di averci passato più di dodici ore totali in questi giorni) mi diletto a comporre il capitolo nove. 
Angst ne abbiamo? 
Odiava che fosse successo. Odiava che nella rabbia e nella paura avesse fatto uscire dalla sua bocca parole che altrimenti non avrebbe mai pronunciato. Parole cattive, parole che ferivano e che aveva rivolto alle persone che più amava al mondo, lanciandogli addosso accuse che avrebbe dovuto rivolgere a se stesso ma che, non avendo la forza di sostenere sulle sue spalle sottili e deboli mentre era già messo in ginocchio dalla vita a nemmeno vent'anni, aveva scaricato addosso a loro, cercando un sollievo che non aveva trovato perché al peso delle stesse si era sostituito quello dei sensi di colpa, macigni ancora più appuntiti e pesanti da portare che l’avevano schiacciato, lasciandolo a testa china e con i palmi affondati nella terra arida del suo futuro, di cui non rimaneva nulla se non la secca e brulla certezza di una sua prematura e meritata dipartita.
18 notes · View notes
erule · 5 years ago
Text
- "Ci dobbiamo vedere".
- "Non ce la faccio più".
- "Non ce la fai più senza di me?"
- "Anche".
Tumblr media
98 notes · View notes
mydemonicas · 5 years ago
Text
Lu sole, lu mare, lu vientu
Tumblr media
43 notes · View notes
themetamorosnsquadtwins · 6 years ago
Photo
Qualcuno me l’ha chiesto? No. Lo farò uguale? Sì. Molto alla veloce, ma sapete che vi amo
Quando tutto fa più male
A volte fa male
E non qualcosa di specifico, un dolore che puoi individuare e di cui puoi prenderti cura, no. A volte fa male tutto.
Tutto vuol dire proprio tutto. Fa male la solitudine che ti porti dentro e le ferite che non hai ancora finito di rimarginare nonostante siano passati anni. Fa male una parola detta per sbaglio, quel “è finita” che ti rimbomba ancora nelle orecchie, fantasma di una voce che fa troppo male risentire ma che ascolti comunque perché il dolore è meglio del vuoto. Ma anche il vuoto fa male e con lui tutte le mancanze, tutte le cose sbagliate, sassolini che pensavi di esserti tolto dalle scarpe anni fa ma che ancora sono lì a pungerti la carne. Fa male il ricordo di un’infanzia salata di lacrime e dal sapore ferroso di sangue, fa male l’ombra di uno schiaffo sul tuo viso che adesso è quello di un uomo. E fa male essere umano, si, anche quello fa male.
Fa tutto male, più male del solito.
Quando ti alzi così, con le ossa che scricchiolano quanto la tua anima mentre ti metti in piedi e ti stiracchi con un gemito sofferente, lo sai già cosa ti aspetta : una giornata di merda.
Alzarti poi, è una parolona: è l’alba, ma tu sei già sveglio e cosa puoi fare se non recuperare cartine e tabacco e andare a metterti seduto in balcone, al tavolino malconcio che non vede un cambio dall’anteguerra, per rollarti una sigaretta
Mentre metti il tabacco sulla cartina, senti il peso della stanchezza sulle palpebre e sotto agli occhi, dove puoi quasi sentire le occhiaie fare da loro solito ornamento al tuo viso, più nere e gonfie che mai
Quando ti infili la sigaretta in bocca e la accendi, aspiri profondamente, sperando che la nicotina faccia effetto, anestetizzando quel dolore sordo che ti attanaglia il petto e la gola
Ma il fumo, invece di farlo tornare giù, nello stomaco, dove puoi farlo a pezzi e digerirlo, ci fa amicizia e la sensazione di oppressione che senti ti comprime anche i polmoni e pensi, mentre quel peso aumenta, che non c’è modo per te di respirare bene quel giorno
Lo fai come una vecchia locomotiva, sbuffando fuori il fumo insieme ai tuoi respiri rotti, ogni tanto tossicchiando appena, il cielo che si colora di sfumature rosate
Bellissima, l’alba, bellissima, ma i suoi colori gentili e luce dolce e soffusa non riescono a smorzare l’oscurità che senti dentro, e guardarla ti fa solo venire le lacrime agli occhi
Piangi. Piangi perché il cielo azzurro ti ricorda i suoi occhi, perché le strisce rosate ti ricordano le sue labbra e la luce i suoi capelli. Piangi perché ti manca, perché ti senti solo, e non c’è nessuno lì per consolarti.
Piangi perché le lacrime ti ricordano tutte quelle che hai versato, fin da quando eri troppo piccolo per capire, troppo spaventato per reagire al dolore fisico e troppo incosciente per capire quello esistenziale
Lo capisci, adesso. Capisci quegli artigli che ti scavano dentro, e il tuo desiderio insano di strapparti la pelle di dosso per controllare che dentro tu sia ancora umano, e non un mostro. Farlo vedere anche agli altri, magari. A chi non capisce che sei, dopotutto, solo un uomo e niente di più. Capisci la sensazione che ti chiude la gola, fatta di lacrime e di parole represse che vorresti solo vomitare fuori per cercare di sputare quel veleno che ti scorre nelle vene e nel cervello lontano da te. Capisci le tue mani che tremano e i tuoi occhi che piangono e capisci che oggi si, oggi fa tutto più male.
E quello che capisci, in quell’attimo estremo di fragile solitudine in cui sei più umano e dolorante che mai, è che vorresti solo avere vicino Fabrizio.
Tua madre ha fatto la sua parte. Decine e decine di volte, quando non eri che un bambino, e lei ti asciugava le lacrime dalle guance con le dita, tenendo il tuo viso tra le mani con la delicatezza di chi potrebbe star reggendo un intero mondo. Ti sorrideva e ti baciava la fronte e non aveva che parole di conforto per te, nonostante non ne avesse nemmeno per se stessa.
Tuo fratello, anche lui ha fatto la sua parte. Quando eravate ragazzi e non più bambini e sentivi il peso di una responsabilità troppo grande sulle tue spalle troppo piccole e lui, sebbene ignaro di cosa ti turbasse, ti abbracciava
Tua sorella l’ha fatta, quando ti baciava la guancia con dolcezza dicendoti “sei il fratello migliore del mondo”
Marco, Marco ha fatto tutta una sua parte, in tante occasioni, così tante che non sai nominarle tutte ma sei solo grato di averlo accanto, lui come tutti gli altri
E poi Fabrizio. Fabrizio ti ha accolto in un momento in cui non stavi bene, ma proprio per niente. Un momento in cui tutto faceva piu male sempre, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Ogni respiro era sofferenza eppure lui ti ha ridato un po’ di aria fresca dal primo momento in cui l’hai visto
Ogni sua risata, ogni suo sorriso, ogni abbraccio, ogni tocco, ogni parola. Tutto ciò che ti ha regalato è stato un balsamo per le tue ferite, ossigeno per i tuoi polmoni e cura per tutto quel dolore
Cercavi di essere forte per tutti e con tutti, ma con lui sapevi che non era necessario.
Gli hai permesso di vedere quel male che ti porti dentro e che ogni tanto fa più male ed è troppo, troppo da sopportare.
Fabrizio ti ha aggiustato. Forse non bene, forse non del tutto, in modo un po’ precario e instabile, ma da quando c’è, stai meglio.
Ti ha aiutato a superare una rottura dal quale sei uscito così a pezzi che non sapevi da che parte incominciare a ricostruirti e si, forse ancora qualche scheggia è persa nella tua anima e quando si sposta taglia e ferisce, ma non sei più solo cocci
Sei intero, più o meno
E quando faceva male, tutto più male, come oggi, ti attirava a se e ti lasciava poggiare la testa nell’angolo tra il suo collo e la sua spalla e lì, anche se per poco, trovavi un po’ di pace
Faceva sempre male, ma un po’ meno.
Ne faceva di meno quando il tuo respiro si infrangeva sulla sua pelle, e sentivi il suo profumo fresco e dolce avvolgerti come le sue braccia. Ne faceva meno mentre le sue dita ti accarezzavano la schiena, vestita o nuda che fosse, e ne faceva di meno quando le sue labbra si posavano tra i tuoi ricci e ci lasciavano baci leggeri prima di venire a sussurrare al tuo orecchio parole che tieni e terrai sempre e solo per te, ma che non dimenticherai mai
Vorresti averlo lì con te
Vorresti ritrovare quell’angolo ancora una volta, poggiarvi la testa insieme al tuo dolore, e lasciare che tutto ciò che rende Fabrizio “Bizio” lo porti via da te
Ti manca, ti manca come l’aria che manca ora ai tuoi polmoni e ti chiedi se stia ancora dormendo, e anche se è probabile di sì prendi il telefono e gli mandi un messaggio a cui non ricevi risposta
Lo chiami.
Ti dispiace per lui, per il sonno già esiguo che gli stai facendo perdere, ma lo chiami
Lo chiami perché ne hai bisogno. Perché ti serve la sua voce, perché ti manca la sua presenza, perché la sua assenza fa più male del male che senti, e il vuoto che avevi al tuo fianco nel letto quella mattina era più pesante dei pesi che ti porti dentro.
Lo chiami perché gli devi dire, gli devi dire quanto stai male perché possa capirlo e l’angolo che hai tra il tuo collo e la tua spalla lo usi per sorreggere il telefono così che quando senti un assonnato “Ermal?” ti illudi che siano le sue labbra a parlarti nell’orecchio
“Bizio” rispondi, con la voce rotta e probabilmente quello lo mette subito in allarme
“Stai bene?” Ti chiede.
Stupido, stupido Fabrizio. Ti viene da ridere al pensiero che eravate estranei, un tempo, e che ora si preoccupi per te così sinceramente, con quell’affetto strabordante e quell’amore che non ti capaciti di come possa dare tutto a te a impregnare quelle parole ricolme di vaga angoscia
E ridi, ridi quasi istericamente, tra le lacrime
“No” dici semplicemente e dici la verità perché sai che a lui puoi dirla, che capirà, perché a volte anche a lui fa tutto più male e ha bisogno di te e va bene, va bene così.
C’è un attimo di silenzio a quella parola e poi “dove sei?”
Scuoti il capo. Ah, Fabrizio. Cosa faresti senza di lui.
“Roma” dici, tirando su con il naso “In albergo”
Procedi a dargli il nome del posto su sua richiesta e lui si, ti dice che lo conosce e poi aggiunge “Arrivo”
Chiudi la chiamata insieme ai tuoi occhi dopo aver mormorato un ok e sospiri, l’aria che sembra già un pochino meno rarefatta
Tra poco, potrai poggiare la testa nell’angolo tra il suo collo e la sua spalla e allora, allora farà tutto meno male.
Tumblr media
frasi che ispirano a scrivere fanfic metamoro
84 notes · View notes
s0ftjake · 6 years ago
Text
Tumblr media
36 notes · View notes
giotanner · 6 years ago
Text
Tumblr media Tumblr media
Milan Cathedral - MetaMoro
115 notes · View notes
astradelta-undomiel · 5 years ago
Text
Consigli per qualcuno con tanta, troppa ispirazione ma che si lascia bloccare dal fatto che non scrive oneshot, moments et similia da oltre un anno?
So che può sembrare stupido e persino... insensato, ma non appena ho una nuova idea penso "e se non ne fossi all'altezza?" e la lascio ad invecchiare in un angolo della mia mente...
9 notes · View notes
volevodirtj · 6 years ago
Text
Autobus!AU - parte uno
Dopo millenni sono finalmente tornata con un nuovo chilometrico headcanon a punti! Ci stavo rimuginando su da almeno due mesi, solo che la mia idea ha subito numerose trasformazioni e alla fine il mio cervello, a causa dei molteplici autobus presi nelle ultime settimane, ha partorito questo.
Breve contestualizzazione: Ermal studia lingue a Roma e, abitando piuttosto lontano dall’università, è costretto a muoversi con i mezzi pubblici. In un’ordinaria mattina di ottobre, a causa del suo coinquilino Marco, perde l’autobus ed è costretto ad aspettare il successivo. È così che il destino gli fa incontrare Fabrizio, che cerca di racimolare soldi mitigando da un lavoro all’altro e, di tanto in tanto, esibendosi in qualche locale notturno. Il resto è storia.
  Nonostante la corsa olimpionica dall’androne del palazzo fino alla pensilina della fermata, Ermal arriva giusto in tempo per vedere l’autobus ripartire e sfilargli davanti, senza che lui possa fare niente per fermarlo
In quel preciso istante il suo cervello sta già formulando improperi in tutte le lingue e i dialetti da lui conosciuti, oltre che un piano infallibile per vendicarsi di Marco, il suo sventurato coinquilino
“Io ho lezione alle nove, tu alle undici. Ergo, in bagno ci vado prima io”
Peccato che quella mattina Marco, dopo aver passato la nottata insonne, aveva deciso che necessitava di una lunga doccia fredda e aveva tenuto occupato il bagno per mezz’ora
E a poco erano serviti i pugni sulla porta e le velate minacce di morte: non era comunque riuscito a prepararsi, a mangiare quel tanto che bastava per non svenire in aula, a ritrovare l’abbonamento – che chissà come era finito in mezzo ai libri – e a non perdere il bus
Così adesso, seduto su una panchina con le braccia incrociate al petto e con uno sguardo omicida dipinto in volto, è costretto a prendere la corsa successiva. Sarebbe riuscito comunque ad arrivare in tempo, ma avrebbe dovuto rinunciare al solito caffè in compagnia di Dino e probabilmente sarebbe crollato dopo nemmeno la prima ora
Sono due le cose che Ermal odia di più in assoluto: arrivare in ritardo e rinunciare al caffè, soprattutto quando lo aspettano due ore di linguistica. E lui è in ritardo – almeno rispetto ai suoi standard – e non assume caffeina da più di dodici ore
La giornata è decisamente iniziata con il verso sbagliato e non può che finire col peggiorare
L’autobus arriva venti minuti più tardi, mentre Ermal sta scrivendo un messaggio a Dino e sta pensando ad un metodo per rasare il ciuffo di Marco senza essere scoperto
Perlomeno non è eccessivamente affollato e ci sono dei posti a sedere. Si fionda su quello più vicino, proprio di fronte ad un ragazzo intento ad ascoltare musica ad alto volume. È talmente forte che riesce a sentirla pure lui e questo lo scazza ancora di più
In realtà non è nemmeno troppo fastidioso, ma la giornata è appena iniziata e a lui già girano le palle, quindi gli urterebbe anche il ronzare di una mosca
Prima che possa scoppiargli un mal di testa atroce, decide di dirgliene quattro chiedergli gentilmente di moderare il volume, il tanto che basta per non ostentare i suoi gusti musicali a chiunque si trovi nel raggio di pochi passi
Ma quando si volta in sua direzione la sua bocca non riesce a produrre nessuna frase di senso compiuto, rimanendo semiaperta e conferendogli un’espressione a dir poco ridicola. Perché il ragazzo di fronte a lui è innegabilmente bello, tanto da fargli perdere ogni funzione cognitiva
Avrà qualche anno in più di lui, i capelli castani e gli occhi scuri, tra i più belli che avesse mai visto. Il naso è all’insù, contornato da una leggera spruzzata di lentiggini, e le labbra carnose e screpolate, che normalmente avrebbe considerato orrende ma che su di lui stavano d’incanto. Inoltre non può fare a meno di notare le braccia ricoperte da tatuaggi.
Ermal.exe non risponde
Non riesce a staccargli gli occhi di dosso. Sembrava essere stato scolpito dal più abile degli scultori. L’avrebbe volentieri fissato per ore ed ore, studiando ogni singolo particolare
Vabbè dai, possiamo anche dire che si è preso una bella sbandata per un perfetto sconosciuto
Manco nei romanzi rosa o nelle soap opera più scadenti
“Aò regazzì, che te sei ‘ncantato?”
Ermal è talmente andato che nemmeno si è accorto che il tipo si è tolto un auricolare e lo sta guardando abbastanza confuso. Probabilmente l’avrà anche scambiato per un pazzo o un maniaco
È stato beccato in pieno e non può camuffarlo in alcun modo. Infatti nemmeno si è premunito di abbassare o distogliere lo sguardo. Il suo unico intento è quello di non arrossire, almeno per mantenere un minimo di decenza
E la prima figura di merda della giornata è stata fatta
Non gli ci vuole molto per mettere su l’espressione più strafottente che conosca e fare sfoggio della sua tagliente ironia, l’arma più valida ed efficace che possegga. Anche perché l’unica cosa che può fare è buttarla sul ridere
“Scusa, ma è colpa tua. Ti hanno mai detto che sei tremendamente bono?”
Tanto la sua dignità l’ha già mandata a puttane un minuto fa, non ha niente da perdere
Il ragazzo sembra apprezzare il suo tentativo di battuta, perché ridacchia imbarazzato e si copre gli occhi con una mano
Ermal.exe è completamente fuso
“Pe’ caso ce stai a provà co’ mme?”
Ma no, cosa te lo fa pensare?
“È così che attacco bottone. Di solito funziona”
ErMarpione mode on
No davvero, ci manca solo che ammicchi
“Sono Ermal, comunque”
“Io so’ Fabrizio”
Ermal nota adesso che si era sfilato un auricolare, quindi si allunga per afferrarlo e se lo porta all’orecchio destro. Almeno così avrebbero avuto un argomento di conversazione – perché un’altra cosa che odia sono i lunghi silenzi imbarazzanti – ed è troppo curioso di sapere cosa stia ascoltando
Quando riconosce la canzone si illumina, ma cerca in ogni modo di non far uscire il fanboy che è in lui. Fabrizio l’ha ovviamente notato e il sorriso gli si allarga un po’ di più
“Non mi dire, anche a te piacciono i Radiohead?”
Tempo due secondi e già stanno discutendo di generi musicali, artisti e concerti vari. Ermal è a dir poco entusiasta: lui ama la musica, ma non riesce mai a parlarne con i suoi coetanei, perché, oltre ad essere terribilmente ignoranti in materia, hanno dei gusti alquanto discutibili e lontani anni luce da quelli che sono i suoi
Scopre inoltre che nel tempo libero Fabrizio suona e scrive canzoni, proprio come lui
Non solo è bellissimo, ma è anche un musicista. Ermal è a tanto così dal chiedergli di sposarlo
“Un giorno di questi devi farmi ascoltare qualcosa di tuo”
“Un giorno di questi? È il tuo modo pe’ chiederme ‘n appuntamento?”
“Forse”
“Ce sto, ma solo se me fai ascoltare pure qualcosa di tuo”
Questi due sono ormai dentro ad una bolla, potrebbero continuare a chiacchierare fino a che non si faccia sera. Tornano alla realtà solo nel momento in cui Ermal si accorge di essere arrivato alla fermata e finalmente ricollega i puntini: ha lezione all’università, è in ritardo e se non vuole arrivare fino al capolinea forse è il caso che si affretti a scendere
Ermal scatta in piedi, già pronto a correre a perdifiato fino alla sua aula pur di trovare un posto decente, ma Fabrizio lo ferma poggiandogli una mano sul braccio
“Ci vediamo domani mattina, Ricciole’?”
“Certo, a domani”
Inutile dire che questo è solo la prima serie di molti altri “ci vediamo domani”. Da questo momento, infatti, Ermal prende abitualmente l’autobus delle otto e un quarto col solo scopo di vedere Fabrizio almeno una volta al giorno. Egli, d’altro canto, gli occupa sempre il posto di fronte o, se è già occupato, gli cede con molta galanteria il suo
E quelle semplici chiacchierate si trasformano ben presto in molto altro: una colazione e una sigaretta smezzata in una fredda mattinata di novembre, una pausa pranzo passata insieme quando Ermal ha lezione al pomeriggio, interi weekend trascorsi a casa di Fabrizio ad ascoltare musica e strimpellare la chitarra. Senza dimenticare che, quando può, Fabrizio lo accompagna fino al campus universitario e si ferma con lui fino a che non cominciano le lezioni
“Avete la mia benedizione” aveva sentenziato Marco la sera in cui finalmente il suo coinquilino gli aveva presentato Fabrizio. Ermal l’aveva invitato a cena senza dirgli nulla, quindi era rimasto un attimino scioccato quando era rientrato a casa e aveva visto in cucina i due flirtare palesemente battibeccare come una vecchia coppia sposata e scambiarsi sguardi languidi. Subito aveva sentito il bisogno di ritirarsi nella sua camera, sentendosi di troppo, e di ripresentarsi solo una manciata di minuti più tardi
Marco ha capito da subito quanto Fabrizio sia importante per Ermal, l’ha capito da tutte le accurate descrizioni che gli fornisce e dal sorriso che mette su quando lo nomina – e quel sorriso ce l’ha solo quando parla di sua mamma e dei suoi fratellini
E insomma, è piuttosto palese che si sia preso una bella cotta, peccato che Ermal sia terribilmente cocciuto e, piuttosto che ammettere una cosa del genere, preferirebbe nuotare in acque infestate dai piranha
Ha provato anche ad affrontare l’argomento con lui, ma il suo coinquilino gli è letteralmente scoppiato a ridere in faccia
Va bene, non può negare che Fabrizio sia splendido e che gli provoca non pochi scompensi. Ed è vero anche che in pochissimi mesi abbia assunto un ruolo fondamentale nella sua vita. E sì, ama passare quanto più tempo possibile in sua compagnia e, quando non riescono a vedersi, sente un pochino la sua mancanza. E la sua voce lo fa impazzire, potrebbe ascoltarlo cantare per giorni interi senza mai stancarsi
Ma da qui a dire che si è innamorato che ne vuole, sebbene tutti quelli che conosce sostengano il contrario
E ne rimane fermamente convinto fino ad una fredda mattina di metà gennaio
Ermal ha un importante esame e, nonostante abbia studiato per tutte le vacanze di Natale, è più in ansia del solito. Sente di non essere abbastanza pronto e teme di dimenticare anche quelle poche cose che ha memorizzato
Si è svegliato con una fastidiosa sensazione di nausea e non ha nemmeno fatto colazione. Adesso se ne sta pentendo perché non solo si sente debole come uno straccio, ma il suo stomaco ha anche iniziato a brontolare. Una volta arrivato all’università avrebbe bevuto come minimo tre caffè
Fabrizio si è accorto che ha qualcosa che non va, l’ha capito quando era salito sull’autobus senza degnarsi di salutarlo e tenendo gli occhi fissi su quelle che sembravano pagine e pagine di appunti e schemi
“Non so un cazzo, Fabrì” esordisce Ermal, dopo aver passato gli ultimi cinque minuti a ripetere sottovoce lo stesso argomento a mo’ di cantilena
“Dai, mo’ non esse’ tragico. A me sembra che le cose le sai”
“Non sono tragico, sono realista. Non so davvero un cazzo”
E Fabrizio cerca di tranquillizzarlo, ma le sue parole sono completamente inutili. Ermal non lo sta minimamente ascoltando ed è tornato a concentrarsi su quei fogli
Quindi si sporge verso di lui, e gli appoggia una mano sulla coscia, col tentativo di rasserenarlo un po’
Quando Ermal se ne accorge, deve autoimporsi di mantenere un certo contegno e di pensare soltanto ai suoi appunti. Ripassare non è mai stata un’impresa così ardua
Senonché il pollice di Fabrizio inizia a tracciare dei cerchi concentrici sulla sua coscia ed è allora che Ermal compie un errore fatale: incrociare lo sguardo dell’altro
Nello stesso momento il cuore prende a battergli furiosamente nella cassa toracica e cerca di convincersi che no, questo non vuol dire che si sta innamorando
Poi Fabrizio gli sorride in un modo così puro ed adorabile e all’improvviso si sente mancare la terra sotto i piedi (in realtà sta seduto, ma dettagli). Non può fare a meno di ricambiare
E sì, forse si è un attimino perso in quegli occhi nocciola, perché ci mette un po’ a realizzare di essere arrivato
“Io… dovrei andare” bisbiglia Ermal, rompendo quell’attimo magico e deciso a mettere quanta più distanza fra loro, perché è fin troppo confuso
Così confuso che di primo acchito nemmeno si accorge che Fabrizio – che è molto meno stupido di Ermal e figuriamoci se lo fa scappare via proprio adesso! – è sceso con lui e gli ha poggiato una mano sulla spalla per fermarlo
 “Ti posso offrire una colazione? Me pari ‘n cadavere, non puoi affrontà l’esame in ‘ste condizioni”
“Ma non mi sembra il caso. E poi tu devi andare a lavoro…”
“Non ti preoccupà pe’ mme. Avverto che faccio ‘n po’ tardi. E poi te c’hai bisogno d’aiuto ed è a questo che servono gli amici, no?”
Sì sì, Fabrì, proprio amici siete
Venti minuti e due muffin al cioccolato dopo, Ermal si sente decisamente più carico e l’ansia opprimente sembra essere svanita quasi del tutto. E il merito è da attribuire solo a Fabrizio: quel ragazzo gli fa davvero tanto bene
Fabrizio si è anche offerto di aiutarlo a ripetere qualcosa – o meglio, di ascoltarlo mentre ripete, perché le sue conoscenze di inglese sono alquanto limitate
E infatti lascia che Ermal parli a ruota libera mentre lui rimane imbambolato, annuendo di tanto in tanto. Quell’insieme di suoni sono indecifrabili, ma di una cosa è certo: Ermal che parla in inglese è il sesso
“Guarda, non ho capito una mazza, ma secondo me farai un figurone”
“Grazie mille, Fabrì. Davvero. Senza di te, a quest’ora sarei già svenuto dalla fame”
“Ma figurati, Ricciole’, pe’ così poco!”
Senza pensarci troppo, Ermal allunga la mano verso quella di Fabrizio e gliel’afferra. Stretta che Fabrizio ricambia immediatamente, facendo intrecciare le loro dita
A questo punto, se avessimo a che fare con due persone normali, scatterebbe in automatico il bacio. Purtroppo, i nostri due eroi sono tutto fuorché normali, quindi niente. Si limitano solo a sorridersi come dei beoti
“Merda, si è fatto tardi!” esclama Ermal dopo quelli che sembrano secoli, controllando l’orario sul cellulare e scattando in piedi
Recupera tutti i fogli e li infila alla rinfusa nello zaino, mentre anche Fabrizio si alza e lo aiuta
“Chiamami appena finisci, va bene?”
“Sarai il primo a cui comunicherò il voto”
Fabrizio se lo abbraccia tutto e gli dà un bacio, che inizialmente avrebbe dovuto essere sulla guancia ma, siccome Ermal si era leggermente voltato verso di lui, finisce per poggiare le labbra sull’angolo della bocca
Error 404, Ermal.exe doesn’t work
È il primo a sciogliere l’abbraccio, imbarazzato fino alla cima dei capelli
“Ci sentiamo dopo, Bizio” gli dice in tono fin troppo soft e si allontana prima che l’altro possa vedere che le sue gote si sono graziosamente colorate di porpora
Okay, forse si è davvero innamorato di Fabrizio
  E fine! Almeno per il momento…
Non so, avrei una mezza idea per un continuo, ma non vi assicuro niente (già per scrivere questo ci ho messo due settimane). Fatemi sapere se può interessarvi.
90 notes · View notes
haipresoilcuoredistriscio · 6 years ago
Text
Un anno dopo
Era stato impossibile per lui non ripensare all’anno precedente.
Esattamente 365 giorni prima si trovava a Milano, seduto davanti al piano con in testa tanti pensieri. Qualche lacrima ancora bagnata sulla guancia e in testa confusione, tanta confusione. Quello era stato il suo primo Natale da solo dopo tanti anni e quella che era una ferita ancora fresca era tornata a fargli male. Non un male fisico ma quell’idea di soffocamento che ti viene al petto quando ti accorgi che niente sarà come prima, che non si può tornare indietro.
La sua confusione era formata da pensieri di tutti i tipi; c’erano quelli che aveva appena finito di provare a mettere nero su bianco, “cazzo da soli fa male” pensava, e proprio a causa di quella ferita si sentiva solo, più solo che mai.
Poi c’erano quei pensieri che tengono compagnia quando si è all’inizio di un percorso: la speranza che però cerchi di nascondere in fondo al cuore perchè sai che non dovresti sperare, che sperare porta alle aspettative e che spesso queste aspettative causano delusioni. Eppure in queste occasioni non si riesce a fare altro se non sperare che il percorso si sviluppi al meglio, che vada tutto bene e, perchè no, che porti anche qualche sorpresa.
Così aveva passato la sua vigilia, cercando di mettere in ordine quello che era il suo cervello e che non ne voleva sapere di stare zitto un attimo, neanche con un po’ di vino in  corpo. Parole su parole, immagini, ricordi, speranze, sogni: un groviglio di elementi che gli stavano causando solo un gran mal di testa.
Oggi, proprio un anno dopo, a stento riusciva a riconoscere la sua vita. Quelle speranze, quei sogni non erano che una piccolissima parte di quello che era stato effettivamente il suo 2018. O almeno, il cast era lo stesso bene o male ma tutto era cambiato.
In casa sua, nella sua Bari quest’anno avrebbe festeggiato il natale, con la sua famiglia. O meglio, più che festeggiare avrebbero mangiato e passato una serata tutti insieme come non succedeva da tempo. Non erano soliti festeggiare il Natale e sicuramente per loro era più importante il Capodanno. Era quello lì il giorno in  cui si sarebbero scambiati i regali e si sarebbero augurati "Gëzuar Krishtlindjet!” ma a lui non importava molto di quale giorno si dovesse festeggiare. L’importante era che era con la sua famiglia, il suo mare e di lì a pochi giorni lo avrebbe raggiunto anche il romano.
Avrebbe passato le vacanze con le persone a cui teneva di più.
Ecco quanto erano cambiate le cose in un anno.
(...)
Quella giornata era stata a dir poco magica e ancora non era finita. Lui e Fabrizio avevano festeggiato assieme alla sua famiglia a pranzo, si erano scambiati i regali e avevano pranzato tutti insieme.
Il romano, terrorizzato dal dover fare buona impressione aveva comprato un regalo a ognuno compresa la piccola Miria che aveva apprezzato particolarmente quella decisione. Quella tastierina che le era stata regalata l’aveva aperta subito dopo esseri fiondata tra le braccia di Fabrizio per ringraziarlo. Ora avrebbe potuto creare delle canzoni stupende proprio come suo zio.
Rinald ci aveva provato negli anni a insegnarle a disegnare ma, dopo alcuni tentativi dove, non solo erano stati maltrattati colori e tempere, ma aveva preferito disegnare sulla faccia della mamma piuttosto che sui fogli, avevano notato che se la cavava molto meglio con il canto e allora lo zio più piccolo si era dovuto arrendere all’evidenza.
(...)
Quando il pomeriggio arrivò, i due ,dopo aver salutato, si diressero sul luogo dell’evento.
La piazza era gremita di persone e passandoci affianco, dal finestrino potè notare alcuni palloncini gialli e blu che lo fecero sorridere e portare a stringere la mano del compagno seduto accanto a lui. Quello lo guardò curioso e Ermal semplicemente alzò le spalle per poi poggiare la testa sulla sua.
Che strano il destino, pensò, esattamente l’anno prima erano assieme a un evento ma non insieme.Si erano trovati là quasi per caso e sicuramente la felicità nel vedersi era tanta ma mai avrebbero immaginato che Fabrizio l’anno successivo avrebbe accettato di partecipare solo per un motivo. Lo stesso motivo che aveva cercato di proteggere in tutti i modi a Sanremo, che era stato il suo traduttore a Lisbona, che aveva guardato con occhi fieri mentre  calcava il palco di Assago, lo stesso che aveva reso completa una delle serate più belle della sua vita, il concerto allo stadio Olimpico.
In un anno era cambiato tutto: quel  rapporto che, all’inizio inaspettatamente ma poi consapevolmente era diventato la loro costante in questi mesi, la spalla su cui piangere, la mano per rialzarsi, quello su cui poter fare affidamento.
Ermal venne risvegliato dai suoi pensieri con l’arrivo della macchina a destinazione.
Sarebbe stato troppo emotivo su quel palco, lo sapeva, ma non gli interessava più di tanto perchè aveva faticato per arrivare dove era quel giorno, aveva sofferto ma ora stava bene, molto bene.
Durante le prove ognuno provò le sue canzoni. Salì sul palco dopo Annalisa, Fabrizio aveva già provato e quando alla fine delle prove tornò nel backstage notò le facce deluse di qualcuno. D’altronde li capiva, erano entrambi lì, i vincitori di  Sanremo, perchè non potevano cantare la loro canzone, quella canzone che aveva dato tanta speranza e tanto coraggio a molti ragazzi che li seguivano e che avevano dimostrato tutto il loro amore per entrambi.
Però la scaletta non prevedeva la loro canzone perchè gli artisti dovevano esibirsi singolarmente. E infatti appena scese dal palco notò Fabrizio che gesticolava con la stessa Panicucci. Si avvicinò a lui e riuscì a capire che stava tentando di convincerla a cantare la loro canzone.
Ci teneva Fabrizio, più volte gli aveva ribadito quanto quella collaborazione fosse stata importante per lui che era riuscito a ritrovare l’ispirazione; inoltre si commuoveva a vedere tanti ragazzi profondamente legati a un tema così importante in parte anche grazie a loro.
Si inserì anche lui facendo notare che molti ragazzi si aspettavano di vederli salire sul palco, insieme e che, la canzone avendo vinto Sanremo non poteva proprio mancare.
(...)
Ormai l’atmosfera del Capodanno era presente in tutta la piazza; il calore del pubblico era più forte che mai, alcuni artisti si erano già esibiti e presto sarebbe toccato a loro.
Sì, loro perchè alla fine erano riusciti a convincere Federica a cantare Non mi avete fatto niente.
L’ansia iniziò a farsi sentire: era da Settembre che non cantavano quella canzone e Ermal voleva che l’esibizione fosse perfetta, per i fan e per loro, per avere la certezza che le cose non erano cambiate, che non si sarebbero dimenticati di questo splendido anno.
Erano le 11, Fabrizio era sul palco a finire il suo medley e Ermal lo guardava orgoglioso: aveva una strana energia quella sera che gli faceva scaldare il cuore.
Venne accolto sul palco con un boato del pubblico e un sorriso luminoso del suo romano. Prese un respiro e iniziò a cantare. Quanto gli era mancata quella canzone e quell’energia che essa aveva la capacità di scaturire.
“Braccia senza nomi , facce senza mani “ si perse a vedere quello che stava facendo il più grande accanto a lui. Aveva appena raccolto un ramoscello di una pianta che aveva riconosciuto subito ed Ermal era sbiancato tanto da invertire le parole della canzone: cosa voleva fare Fabrizio?
Il moro si avvicinò a lui con il ramoscello in mano che portò in alto, sopra le loro teste.
Il cuore del più piccolo perse un battito  e le sue guance si tinsero di rosso
"perchè la nostra vita non è un punto di vista…” Fabrizio si sporse verso di lui e lasciò un sonoro bacio sulla sua guancia. Ermal rispose con un sorriso timido scuotendo la testa in dissenso: si era perso una battuta della canzone e di certo non era la miglior performance che avessero fatto; ma cosa più importante aveva paura che le guance, che in quel momento sentiva andare a fuoco, si notassero fin troppo alla tv. Possibile che Fabrizio fosse riuscito a farlo arrossire davanti a tutta l’ltalia? Si girò verso di lui e si accorse che quello aveva continuato a cantare come se nulla fosse successo anche se sul volto aveva un sorriso sagace. *
“La felicità volava.. come vola via una bolla” conclusero la canzone abbracciati come era successo nelle numerose esibizioni; dall’occhio di Ermal scese una lacrima ma si sa che se è l’occhio destro a piangere si piange di felicità, o forse era il sinistro, poco importava: quello che sapeva era che quella lacrima era dovuta a tutti i ricordi belli che quella canzone gli aveva permesso di avere. Doveva molto a quella canzone e a quella collaborazione e cantarla nella sua Bari l’ultimo giorno di quello che era stato un anno grandioso lo aveva reso emotivo.
Alla fine anche dell’esibizione di Ermal, Fabrizio gli venne incontro ridendo. “Ricciolè me insegni come si scaricano i vidio? Penso guarderò la tua faccia terrorizzata per sempre!” Il più piccolo si sporse verso di lui abbraccindolo e sussurrandogli un “Certo che sei proprio stronzo, che figura di merda”
Vennero richiamati sul palco a pochi minuti dalla mezzanotte. Avrebbero aspettato il 2019 tutti insieme su quel palco che quella sera aveva regalato molte emozioni
Federica fece partire il conto alla rovescia e Ermal si voltò per guardare Fabrizio accanto a lui
55: Gli fissò le labbra e sbuffò rumorosamente consapevole che non avrebbe potuto baciarlo, non subito almeno
40: Fabrizio lo guardò e sorrise, anche lui avrebbe voluto baciarlo proprio come nei film
25: ermal sentì Fabrizio attirare la sua attenzione con una spallata e portare il braccio dietro la schiena del più giovane
15: Ermal portò le mani dietro di lui e Fabrizio fece incrociare le loro dita rassicurato dal fatto che coperti dalle loro schiene nessuno li avrebbe visti
10: Ermal aveva capito che quel gesto voleva dire comprensione, anche il più grande desiderava essere da un’altra parte e avere la possibilità di baciarlo liberamente allo scoccare della mezzanotte ma avrebbero dovuto farsi bastare un abbraccio
5,4,3,2,1 Buon anno!!! Il più grande avvolse Ermal con le braccia sussurrandogli gli auguri nell’orecchio. Non si interessarono particolarmente a chi avevano intorno, già che non potevano baciarsi cercarono di godersi al meglio quell’abbraccio. Ermal pocciò la frote sulla sua spalla e alcune lacrime caddero sulla giacca stranamente elegante di Fabrizio ma questo non embrò accorgersene.
Quando si staccarono si avvicinarono verso gli altri cantanti per augurarsi buon anno e il piccolo, girandosi verso il romano notò quanto brillava anche a causa di alcuni coriandoli che gli erano rimasti incastrati in quei ciuffi ribelli. Notò anche un’ombra sul volto del compagno che solo un occhio attento avrebbe notato ma cercò di non dare peso alla cosa.
Scesi dal palco Ermal lanciò un’occhiata al compagno sperando che lo capisse e si direse verso il loro camerino. Beh non era solo loro perchè erano con altri due cantanti ma non gli importava molto, avrebbero aspettato.
Quando Fabrizio aprì la porta Ermal si precipitò tra le sue braccia e posò le labbra sulle sue. Finalmente dopo una lunga serata poteva baciarlo.
“Facciamo i particolari noi, non ci piace il clichè del bacio di mezzanotte, preferiamo quello di mezzanotte e un quarto.” Disse il più piccolo staccandosi dalle sue labbra. Il più grande sorrise e lo strinse a se.
"Allora?” domandò Fabrizio. “ Allora che?” “ A ricciolè ho una camicia addosso non un impermeabbile, me ne accorgo se mi piangi sulla spalla.” Ermal spalancò gli occhi, allora se n’era accorto sul palco ma aveva fatto finta di niente. Proprio non voleva rovinare quella serata con le sue paranoie eppure sapeva che Fabrizio voleva delle spiegazioni.
“Non è niente davvero” “ Nun dire scemenze ora mi spieghi anche perchè ho iniziato a pensare che me volessi lascià pecchè magari avevi trovato su tuitter quarcosa che diceva che se lasci qualcuno il primo dell’anno porta fortuna o ste stronzate che leggi e vuoi provare assolutamente” “ Ma che dici io non faccio stronzate leggendo articoli su twitter”  “ A nun me prende in giro, te ricordo che ‘na volta avevi letto che con tanti cuscini si dorme meglio e la mattina avevo rischiato de soffocare perchè mi ero trovato un cuscino sulla faccia oltre al fatto che co’n altro hai rotto la lampada”
Okay va bene a volte leggo cose e voglio provare per vedere se funzionano ma stavolta non c’entra” rispose il riccio ridendo al ricordo di quella notte caotica in mezzo ai cuscini” “ Menomale ma allora che c’avevi?”
“Ma non lo so che mi è preso è che ho paura, non so come spiegarlo, tipo l’aware¹, però è diverso perchè lì rappresenta una sensazione invece la mia è proprio paura
“Ermal parla come mangi, come buono proposito per quest’anno prova a un farmi uscì di testa con parole che non capisco che già quando ti ci metti con tutti questi laikks e fanfision qua nun ce sto a capì niente. Che dici ci provi a parlà in italiano?”  Ermal rise alla faccia confusa di Fabrizio e ricominciò il discorso.
“Questo 2018 è stato bellissimo e ho paura che il 2019 cambi tutto. In questo momento sono felice ma felice davvero e so che la felicità non dura per sempre e ho paura che questo nuovo anno cambi tutto. Cioè il 2018 è stato il mio anno, il nostro anno, perchè dovrei festeggiare la sua fine se preferirei rimanere in quell’anno che ci ha potato molto?” Disse nascondendo la sua testa tra il mento e il collo del compagno. Gli accadeva spesso di aprirsi con il romano eppure ogni volta si vergognava di tutti quei pensieri che sputava fuori così improvvisamente.
L’altro gli accarezzò la guancia e fece incontrare i loro occhi
“E, guardami, siamo nel 2019 già e io sto ancora qui. Potranno succedere un migliaio di cose ma io sto qui e non me ne vado, ho intenzione di recuperare tutti gli anni che abbiamo perso non conoscendoci prima. C’ero ieri, ci sono oggi e ci sarò domani, in un modo o nell’altro tutti i Domani ci sarò.” Fece scontrare le loro labbra trasmettendo nel bacio tutto quello che aveva appena detto, lo pensava davvero, lo aveva appena trovato e non voleva perderlo. E Ermal si sentì meglio, come sempre fabrizio era in grado di trovare le parole giuste per calmarlo. Si strinse a lui con tutta la forza che aveva e chiuse gli occhi, si sentiva protetto in quell’abbraccio.
Il telefono di Fabrizio squillò e interruppe il loro abbraccio. Quello si sedette sul divanetto presente nel camerino e prese il telefono, quando Ermal notò il sorriso del più grande capì da chi arrivava la chiamata e fece per uscire per lasciarlo parlare in pace con i suoi bambini ma la voce del moro lo fece voltare “ Viè qua” disse, battendo le mani sulle sue gambe e il più piccolo si avvicinò a lui mentre l’altro accettava la videochiamata.
Seduto sulle sue gambe con una mano intorno al suo collo sorrise nel vedere i bambini che si stropicciavano gli occhi ma che non smettevano di sorridere
“ Ancora svegli state? Auguri piccoli miei” “Volevamo farti gli auguri ma la mamma ha detto di aspettare un po’” rispose Libero, “Auguri papà! Hai visto che sono rimasta sveglia come i grandi” si intromise la più piccola e la voce di Libero che rivelava che in realtà Anita era stata svegliata da poco fece ridere entrambi. “Uffa Lì sei un guastafeste anche in questo anno nuovo, che noioso” “ Anì dai, non importa giuriamo di tenere il segreto per noi e non rivelarlo a nessuno: tutti penseranno che stai sveglia fino a tardi come i grandi, vero Fabbrì?” Rispose Ermal per rassicurare la più piccola dei Mobrici.
“Ora che è un nuovo anno potete tornare a Sanremo insieme no?” domandò la bimba con il fratello che le dava manforte, erano stati proprio bravi il papà e il suo amico riccio che poi avevano imparato a conoscere meglio e ad apprezzare. Sarebbe stato bello rivederli ancora su quel palco insieme.
I due interessati negarono “ Bimbi se vado a Sanremo non riesco a passare molto tempo con voi, non mi sembra una buona idea” provò a convincerli Fabrizio e quella frase generò negli occhi dei piccoli Mobrici un velo di tristezza che li fece subito cambiare idea, il loro papà lo volevano a casa. “Vabbè però promettete che farete un Sanremo solo per noi qui a casa?” “ Lo giuro” rispose il riccio portandosi la mano sul cuore; avrebbe fatto di tutto per veder sorridere quei due bambini che tanto somigliavano al suo romano e ai quali voleva un bene dell’anima.
Fabrizio poi li convinse ad andare a dormire e promise loro che si sarebbero visti l’indomani. “ papà ma domani-oggi o domani-domani?” domandò Libero che non voleva ammetterlo ma al quale il suo papà mancava tanto. Fabrizio sapeva che sarebbe stato stanco morto, che praticamente non avrebbe avuto tempo di dormire quella notte ma aveva promesso loro che avrebbero feseggiato comunque il primo dell’anno insieme e nonostante le 5 lunghe ore di viaggio che lo aspettavano in tarda mattinata l’indomani sarebbe stato dai suoi bambini.
(...)
Fabrizio si era già allontanato quando Ermal, uscito dal camerino vide arrivare Silvia. La abbracciò augurandole buon anno e vide Fabrizio guardarlo con occhi di fuoco ai quali rispose con un sorriso e mandandogli un bacio.
Nonostante tutto in quell'abbraccio stava ancora bene o forse di nuovo bene, si sentiva sicuro e, consapevole di tutto quello che era successo tra di loro e di quello che avevano passato quell'anno, le sussurrò all'orecchio sorridendo “Nankurunaisa²”, l’ultima parola che le aveva detto quando si erano lasciati. Si sistemerà tutto. e così sembrava essere stato. I due avevano raggiunto un bel equilibrio, lei sembrava serena e lui stava bene. Sì quel 2018 sembrava aver sistemato tutto e mai se lo sarebbe dimenticato.
*: l'idea del vischio l'ho trovata su twitter ma non ricordo da chi, se è vostra ditemelo che vi do i crediti perché è una cosa carinissima che ho voluto usare.
¹ Aware (giapponese)= la sensazione dolceamara che si ha quando si sta vivendo un bel momento, periodo
² Nankurunaisa (giapponese)= con il tempo si sistema tutto
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Ieri è stata una giornata un po' strana e l'unica gioia è stata la notizia dei metamoro insieme a capodanno. Ho deciso quindi di staccare la testa ed è uscita questa cosa un po' lunga e sconclusionato.
Grazie a @romanticasemiva che sopporta le mie paranoie e ha betato questa bullet point (?)💖
Se siete arrivati fino alla fine vi ringrazio, ditemi cosa ne pensate💛💙
48 notes · View notes
themetamorosnsquadtwins · 5 years ago
Link
Chapters: 1/1 Fandom: Eurovision Song Contest RPF, Festival di Sanremo RPF Rating: Not Rated Warnings: Creator Chose Not To Use Archive Warnings Relationships: Ermal Meta/Fabrizio Moro, Ermal Meta & Fabrizio Moro Characters: Ermal Meta, Fabrizio Moro Additional Tags: Alternate Universe - Dystopia, Dystopia, Distopia, AU, alternative universe, Magic, Alternate Universe - Magic, Oneshot, non so cosa sto facendo, il setting mi è venuto così, Unspecified Setting, War, fantasia portami via, Love, Hurt/Comfort, Healing, angst ma non troppo, sono piccoli per questo mondo, ho mandato in guerra i miei figli, ditemi voi cosa sto a fa Summary:
“Ti avevo chiesto di non farlo” “Lo so” “Ti avevo chiesto di restare in casa!” “Lo so!” “Ti avevo chiesto di rimanere al sicuro! Perché, perché non puoi mai-” Le sue parole vennero interrotte improvvisamente dalla mano altrui che rapidamente si era posata sulla sua bocca per zittirlo, mentre il suo braccio era corso a intrecciarsi al proprio per tirarlo dietro a un angolo annerito e semidistrutto di una costruzione che sembrava stare in piedi per miracolo, forata com’era dagli attacchi ricevuti, via cielo e via terra. Una groviera, pensò guardandola, come tutta la città ormai. Sarebbe stato quasi divertente immaginare di vivere su un’enorme forma di formaggio. Se non fossero stati in guerra, lo sarebbe certamente stato.
Una oneshot che magari un giorno espanderò, ma per ora prendetela così, con un po' di distopia e un po' di magia a condire il tutto.
13 notes · View notes
erule · 5 years ago
Text
Tumblr media
"E avevi quel raggio di sole che t'incideva un po' di luce sul viso, una cicatrice felice, come uno spicchio di riso o il ricordo di una frase che avevo sottolineato in un libro tanti anni fa. Ce l'ho ancora sulla punta della lingua: la felicità si vede".
39 notes · View notes
a---fire---inside · 6 years ago
Note
Ma sono l'unica a cui "Quando ti stringo forte" sembra un sacco rivolta ad Ermal? Soprattutto le frasi "la vita ci è cambiata veramente, come è giusto che sia. I grandi cambiamenti fanno sempre un po' paura" e "cambia la distanza mentre passa il tempo". Poi va beh al "quando ti stringo forte" non posso fare altro che pensare ai loro abbracci. Ovviamente è solo una mia opinione e un mio pensiero non dico che debba essere per forza così, prima che inizino come al solito gli insulti di chi la 1/2
2/2 pensa diversamente ahaha. Mi piacerebbe, se ti va, sapere la tua opinione in merito perchè le tue analisi mi piacciono sempre veramente tanto. Ovviamente se non ti va di rispondere o dire cosa ne pensi sei liberissima di non farlo e ti ringrazio comunque😘 
Tumblr media
Mi hai scritto questa ask in modo molto carino, non posso fare altro che ringraziarti tanto e risponderti :)
Però prima voglio ricordare a tutti che, come hai detto anche tu, stiamo parlando di opinioni, che sono personali, soggettive. Specialmente sulle canzoni, nelle quali da sempre le persone vedono cose diverse che li fanno identificare in esse. In quanto soggettive le opinioni possono essere anche assurde e sbagliate, ma siccome in questo caso parliamo di canzoni e di rapporti umani positivi, che non vanno a offendere nessuno e non fanno male a nessuno, e sono espresse su una piattaforma in cui gli interessati non ci sono, non voglio imporre nulla ma pretendo rispetto. Ignoratemi, bloccatemi se non siete d’accordo, ma evitate di portare tutto questo su tw. Siate matur*. Prendete tutto questo come headcanon/fanon, perchè questo vuole essere.
Scusa l’interruzione Anon, torniamo ad argomenti più interessanti. 
Tipo che vedo Ermal in varie canzoni, anche e soprattutto non nel senso della ship, ed è una cosa che mi ha colpito subito e che mi ha fatto pensare a quanto profondo sia il loro rapporto, quanto grande sia la stima e l’affetto che Fabrizio sente per lui, che considera un fratello, non solo un fratello minore da proteggere ma un Fratello di anima, un’anima affine. Proprio Fabrizio ha detto che Ermal gli ha ridato l’ispirazione in un periodo in cui non ne aveva, proprio Fabrizio ha parlato della luce di Ermal, della sua forza da combattente, proprio Fabrizio ha detto che Ermal è uno dei pochi a cui si sente davvero legato e l’ha chiamato amico intenso, come se amico e basta non fosse abbastanza, proprio Fabrizio ha dichiarato pubblicamente, ad Assisi, che Ermal sarebbe stata la prima persona a cui avrebbe fatto ascoltare i suoi brani nuovi, proprio Fabrizio ha recentemente definito il loro legame indissolubile. 
Tutto questo per me ha un grandissimo valore e lo vedo riflesso in piccole cose in vari brani.
Per quanto riguarda Quando Ti Stringo Forte e non solo, so bene che Fabrizio ha dichiarato che le canzoni d’amore che ha scritto sono per i suoi bimbi ed è una cosa bellissima, ma penso anche che (IPOTETICAMENTE PARLANDO) le canzoni abbiano diverse chiavi di lettura, e che possano essere ‘applicate’ in altri modi, e che nel caso di questa ed altre alcuni dettagli si possano vedere dedicati non ad un/a bimbo/a ma ad una persona adulta, per così dire.
Ascoltando Quando Ti Stringo Forte è inevitabile pensare ai loro abbracci, al modo che Fabrizio ha di stringere Ermal a sé, a tutte le volte in cui sono rimasti così, avvinghiati l’uno all’altro, isolati dal resto del mondo, nella loro bolla. “E mi sembra che la vita sia bellissima quanto ti stringo forte” fa proprio pensare a loro. Anche “la vita ci è cambiata veramente, come è giusto che sia. I grandi cambiamenti fanno sempre un po’ paura" e “cambia la distanza mentre passa il tempo”…che mi fanno pensare ad un rapporto che è cambiato in modo inaspettato e che mi ricordano un po’, come tematiche, Un’Altra Volta Da Rischiare (“Sono quello che non ti aspettavi Ma che forse in fondo ci speravi” e “In fondo è tutto da scoprire”) che è un po’ tutta incentrata sul salto nel vuoto che è l’amore.
Anche “ma tu sei sempre qui a salvarmi da me stesso” e “a salvarmi dall’abisso”, che rimandano a Portami Via, scritta per Anita, mi ricordano Ermal, e tanto. Mi fanno pensare a Ermal che gli ha ridato ispirazione e voglia di fare quando non ne aveva, ed era il nemico di sé stesso, e alla luce di Ermal, in contrasto con l’abisso, col buio insomma, in cui ho già detto, ho l’impressione che lui si consideri spesso.
Comunque la cosa che più mi fa pensare a Ermal non è nelle parole ma nella musica. Nei dischi di Ermal l’ultima canzone ha sempre un finale strumentale piuttosto complesso e d’atmosfera. QTSF è l’ultima canzone del disco di Fab e ha un finale strumentale d’atmosfera, e questa cosa non ricordo l’abbia fatta in altre canzoni, non in questo modo almeno, e mi ricorda proprio Ermal. Come se fosse una sorta di tributo musicale a lui, e questa cosa non ha niente a che vedere con la ship ma con la stima e ammirazione che prova per Ermal, e ok che è un headcanon ma non mi sembra strano che un musicista faccia un tributo ad un altro musicista che gli ha ridato l’ispirazione.
Quindi si Anon, non potrei essere più d’accordo con te :)
English Translation:
Am I the only one who sees Quando Ti Stringo Forte as very related to Ermal? Especially the lines “la vita ci è cambiata veramente, come è giusto che sia. I grandi cambiamenti fanno sempre un po’ paura” (=life really changed for us, as it’s supposed to be. Big changes are always a little scary) and “cambia la distanza mentre passa il tempo” (=the distance changes as time goes by). And ofc “quando ti stringo forte” (=when I hold you tight) I can’t help but think of their hugs. Ofc it’s just my opinion and I’m not saying it has to be this way, just in case anyone sees this differently lol. I’d like to have your opinion on his (…)
Disclaimer: we’re talking opinions, subjective stuff especially on songs, that are always seen in different ways from different ppl, to the point of identification. Since these opinions aren’t harmful to anyone tho, and they’re being discussed on a personal blog, on a platform they don’t use, I want to be respected. So if you disagree block me or whatever. And take all this as headcanon, not as law, cause that’s what it is.
I do see Ermal in various songs tbh, even in non shippy songs, and I was very impressed by this because I thought about how deep their bond is, how great the affection and admiration Fab feels for Ermal, that he sees as a younger brother but also a Brother in a soul affinity sense. Fab himself said Ermal gave him inspiration in a moment he had none; he himself talked about Ermal’s light, about him being a fighter, he himself said Ermal is one of the very few people (in the music business) he really loves and he called him intense friend as if just friend wasn’t enough; he himself publicly declared in Assisi that Ermal would be the first one to listen to his new songs; he himself said his and Ermal’s is an indissoluble bond.
All this has a great value to me and I see it reflected in little details in many songs.
I know QTSF as all love songs from this cd are for his sons as Fabrizio said, and I love it very much, but I also think that, hypothetically speaking, songs can be written and can have different interpretations. And again, this is a personal opinion and interpretation, nothing more. Headcanons. ok?
Listening to QTSF I can’t help but think about their hugs, the way Fab holds Ermal tight, to every time they stayed like that, glued to each other, isolated from everyone else, in their bubble.  “E mi sembra che la vita sia bellissima quanto ti stringo forte” (= And I think that life is very beautiful when I hold you tight) makes me really think about them, as well as the lines you mentioned.
Also “ma tu sei sempre qui a salvarmi da me stesso” (=but you’re always here to save me from myself) and “a salvarmi dall’abisso” (=to save me from the abyss) remind me of Ermal. I know they also refer to Portami Via’s theme, and PV is dedicated to Anita, but still I also think of Ermal giving him inspiration and willpower when he had no more, so he was his own enemy, and to Ermal’s light, contrasting with the abyss, with the darkness in which, I said already, I have the impression he sometimes considers himself. 
Tbh the thing that makes me think of Ermal the most isn’t in the words but in the music. in Ermal’s cds the last song has a complex instrumental ending. QTSF is the last song in Fab’s cd and it has an instrumental ending, and I can’t remember another like that in his songs. As if it were a musical tribute to him, and imo this makes a lot of sense and not necessarily in a shippy sense but for an artist paying a tribute to another artist he admires, an artist who gave him inspiration.
 So yes Anon, I agree with you :)
9 notes · View notes
mydemonicas · 6 years ago
Text
Alternative Universe with Arthur!Fabrizio and Merlin!Ermal
(Bonus: Gaius!Venditti and Mordred!Niccolò)
Tumblr media
“I don’t want you to change. I want you to always be you.”
144 notes · View notes
sammylikesyaoi · 6 years ago
Text
L’headcanon che nessuno mi ha richiesto (ovvero Metamoro e i siti d’incontri) - parte 2
E’ passata un’eternità lo so ma ecco a voi la parte due di questo mio delirio
(un grazie gigantesco a chi è piaciuto questo headcanon e mi ha dato ispirazione senza saperlo per continuarla :*)
parte 1 parte 3
passano i giorni e le settimane
e Fabrizio ed Ermal parlano parlano parlano
in pratica fanno le 3 di notte ogni sera SOLO A PARLARE
la chimica è potente tra questi due
Fabrizio è entusiasta di questo
da tempo le uniche persone con le quali interagiva con piacere erano i suoi pochi amici, i suoi figli e Giada
adesso sta parlando online su un sito d’incontri con un ragazzetto che ha tutte le carte in regola per essere qualcosa di più di un semplice amico
al solo pensiero Fabrizio è pieno di ansie inutili
inutili perchè non sa che ogni volta Ermal riceve un suo messaggio, guarda il telefono sì Ermal ha l’app sul telefono e bizio resta fedele al pc con un sorrisone da ebete e gli occhi a cuoricino
inutile dire che questo è diventato il nuovo hobby di Vige e montanari: perculare il raro esemplare di Ermal innamorato perso
Ermal odia quel nomigliono perché non si considera innamorato di questo dolcissimo uomo di 43 anni, bello anche più del sole e tremendamente sexy senza saperlo
preferisce etichettarsi “cotto perso”
passano così le loro giornate solamente a parlare
ma una tempesta di nome Giada sta per abbattersi su di loro
una sera come le altre giada è arrivata a casa Moro per riprendere i figli dopo una giornata passata con il papà
trova stranamente Fabrizio davanti al pc in cucina non sapeva manco ne avesse uno
e questo le basta per capire che qui gatta ci cova
i due si salutano e cominciano a parlare del più e del meno
ad un certo punto il pc emette un trillo: un nuovo messaggio da parte di Ermal
Giada Che di cognome se non lo sapete fa Bolt con uno scatto olimpionico si fionda sul pc
e apre il messaggio, mostrando il selfie di un ragazzetto super carino
Il messaggio recita: “non ti ho dato ascolto e alla fine ho tagliato i capelli? quanto sto male da 1 a 10?” con tanto di emoji che manda bacini
Giada gongola mentre scorre la chat e scopre la nuova fiamma di Fabrizio.
L’uomo nel frattempo è sbiancato poi è arrossito fino alle orecchie.
“Bella Fabbrizietto mio, vedo che ti stai già sistemando. e con uno niente male BRAVO”
Fabrizio ancora rosso annuisce senza guardarla e dopo un paio di minuti le racconta del sito d’incontri e delle conversazioni con Ermal e del fatto che...
“MA COME NON VI SIETE ANCORA VISTI FABBRI’?! MA SEI DE COCCIO?! QUESTO QUA CE STA CAZZO PROVACI SUL SERIO! delicatezza femminile
“oh ma che voi? ce sto a lavorà e poi non so manco se gli piaccio o meno eh”
Ma Giada non lo sta ascoltando minimamente: è già entrata nell'account facebook di fabrizio inattivo dal lontano 2012 e sta mandando una richiesta di amicizia ad un certo Ermal
Fabrizio sbianca parte 2
“MA SEI PAZZA?!”
“fidati te sto a da na mano che se sto povero ragazzo aspetta a te invecchia”
il romano si arrende per la seconda volta in quella serata e comincia a sbirciare il profilo del ragazzo con Giada
I loro sguardi si posano sull'ultimo posto di Ermal in cui pubblicizza una sua esibizione in un locale non lontano da casa di Fabrizio quella stessa sera
Lo sguardo di Giada s’infiamma e Fabrizio sbianca per la terza volta
la donna si alza e decreta il suo piano malvagio: Fabbrì andrà in quel locale e finalmente lo incontrerà
Mentre Giada sceglie qualcosa di decente nell'armadio di Fabrizio, l’uomo seduto sul letto pensa e anche troppo
Non vede l’ora di poterlo vedere ma una vicina nella sua testa sta rovinando l’atmosfera
“E se non vuole che vada? e se poi mi vede dal vivo e non gli piaccio? e se era tutto uno scherzo o una scommessa persa con gli amici? e se e se e se...”
inutile dire che Giada lo deve schiaffeggiare un paio di volte per svegliarlo dai suoi pensieri
lo fa vestire di tutto punto: un paio di jeans scuri una bella t-shirt aderente (perché nascondere quei muscoli è un reato Fabrizietto) e immancabile capellino nero (questa è un’aggiunta di Fabrizio)
In meno di dieci minuti è all'interno del locale, aspettando che inizi lo spettacolo
Ermal è incazzato: ha mandato un selfie a Fabrizio due ore fa e non ha ancora risposto
E PER DI PIU’ HA ANCHE VISUALIZZATO
Beh almeno si è salvato mandandogli la richiesta d’amicizia su Facebook
Richiesta subito accettata
con l’incazzatura ormai alle spalle, sale sul palco carichissimo, saluta tutti cordialmente e passa lo sguardo sulla folla che popola il locale
Poi lo vede e il cuore gli si ferma
i loro sguardi s’incrociano e il tempo intorno a loro si ferma
Fabrizio non sa che fare, perso com'è in quegli occhi scuri
Ci vuole un po’ per riprendere il cantante e cominciare finalmente l’esibizione
La serata per loro passa tra sguardi che spogliano l’altro e canzoni strimpellate alla chitarra
A fine serata Ermal va a ritirare il compenso della loro esibizione
Quando ad un certo punto un paio di mani calde gli coprono la vista e una voce roca gli sussurra all'orecchio:
“Non stai tanto male con i capelli corti piccolé”
Ermal.exe ha smesso di funzionare
DEFINITIVAMENTE
In un attimo il ragazzo si volta per lanciarsi tra le braccia possenti di Fabrizio
Il romano dopo un momento di confusione lo stringe forte a sé, ispirando l’odore di menta del suo shampoo
E per la seconda volta in quella notte romana, il mondo intorno a loro sparisce
Persi l’uno nel profumo dell’altro (Fabrizio sa di muschio bianco)
Ci mettono un po’ prima di scogliere il loro abbraccio e accorgersi di essere rimasti ormai da soli
(Perché la band di Ermal non fa la candela, soprattutto quando si tratta di Ermal)
Mentre ritrovano contatto con la realtà, Ermal pronuncia una frase che per Fabrizio è la più dolce delle melodie
“ti va di fare due passi?”
E fine!
Mi sono dilungata fin troppo questa volta. Adoro il ruolo di Giada in questa parte perché io me la immagino così: fata madrina del nostro CenerentoMoro
Grazie a tutti quelli che leggeranno questo headcanon
E adesso angolo foto: perché tutte volete vedere il selfie di Ermal
Tumblr media
E anche l’outfit di Fabrizio (così capire anche in che condizioni si ritrova Ermal quando lo vede)
Tumblr media
192 notes · View notes
giotanner · 6 years ago
Photo
Tumblr media
Ermal Meta invita ad un suo concerto nei teatri un uomo che sta frequentando in quei mesi...
«Allora ci vieni sì o no?»
«Ma devo mescolamme 'n mezzo alle regazzine? Davero?»
*prima foto by Impressioni61; brano citato by Fame Di Camilla
67 notes · View notes
astradelta-undomiel · 6 years ago
Text
raga ma una oneshot meamoro ispirata a questa canzone??
vi riporto il testo, perché credo sia davvero perfetto
"Tough, you think you've got the stuff
You're telling me and anyone
You're hard enough
You don't have to put up a fight
You don't have to always be right
Let me take some of the punches
For you tonight
Listen to me now
I need to let you know
You don't have to go it alone
And it's you when I look in the mirror
And it's you when I don't pick up the phone
Sometimes you can't make it on your own
We fight, all the time
You and I, that's alright
We're the same soul
I don't need, I don't need to hear you say
That if we weren't so alike
You'd like me a whole lot more
Listen to me now
I need to let you know
You don't have to go it alone
And it's you when I look in the mirror
And it's you when I don't pick up the phone
Sometimes you can't make it on your own
say, say, say
I know that we don't talk
I'm sick of it all
Can you hear me when I
Sing, you're the reason I sing
You're the reason why the opera is in me
We're here now
I've still got to let you know
A house doesn't make a home
Don't leave me here alone
And it's you when I look in the mirror
And it's you that makes it hard to let go
Sometimes you can't make it on your own
Sometimes you can't make it
Best you can do is to fake it
Sometimes you can't make it on your own"
7 notes · View notes