#esotica
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buingtans · 9 months ago
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Ciambella Esotica
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boanerges20 · 9 months ago
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Motolove Model : Paulina Heiler | "Avventura Esotica"
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pier-carlo-universe · 1 day ago
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La vendetta del deserto di Michael Crichton: Un’avventura mozzafiato tra tesori nascosti e pericoli mortali. Recensione di Alessandria today
Un'Michael Crichton ci porta nelle sabbie del deserto egiziano, tra archeologia, mistero e aviditàoccasione per scoprire le ultime indagini del protagonista di Lunardini, tra mistero e cultura greca
Michael Crichton ci porta nelle sabbie del deserto egiziano, tra archeologia, mistero e avidità. Recensione del libro In La vendetta del deserto, Michael Crichton (sotto lo pseudonimo John Lange) ci conduce in un’emozionante avventura archeologica ambientata tra le maestose piramidi d’Egitto. Il protagonista, Harold Barnaby, è un brillante egittologo che si imbatte in un antico papiro, il quale…
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auprivave · 5 months ago
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Esotica
Bambina: "Quest'estate vado in crociera. Sarà molto divertente".
Maestro: "Mmm. Che si fa per divertirsi in crociera?"
Bambina: "Si beve nelle noci di cocco".
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flintsilvers · 9 months ago
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però anche basta trattare napoli come una terra mistica ed esotica e i napoletani come animali da circo eh
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t-annhauser · 1 year ago
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un pomeriggio in Brianza
Tanti anni fa stavo aspettando l'autobus alla fermata, avevo appena finito di lavorare, era un pomeriggio caldo e luminoso, sarà stato maggio/giugno, anche la circonvallazione con la sua rotonda erbosa sembrava una riserva naturale, quando improvvisamente si ferma un fuoristrada e sento chiamare da lontano il mio nome. Io sorpreso, quasi allarmato, mi volto e vedo farmisi incontro un tizio che lì per lì non mi dice niente, eppure lui sembrava conoscermi benissimo. Sarà capitato anche a voi qualche volta, di un tizio che vi saluta e voi rimanete lì impalati col vuoto nella testa, situazione imbarazzantissima, insomma, questo mi viene incontro e mi saluta con tanto di pacche sulle spalle, io mi voglio fidare, sembra un tipo apposto, e ricambio il saluto nel modo più naturale possibile. Piano piano, una parola qua, una là, comincio a ripescare quella faccia dal fondo della memoria, era uno che veniva ogni tanto in studio parecchi anni prima, un amico del capo che aveva pure lui un'attività, un tipo bassino con una gran parlantina che guidava macchine più grandi di lui, un soggetto tipico della Brianza, insomma, la base elettorale di Forza Italia. Si vedeva chiaramente che mi compativa, io che non guidavo e aspettavo l'autobus, io soggetto poco imprenditoriale, una specie di disabile ai suoi occhi, però parlava e parlava e io intanto guardavo in direzione dell'autobus che si ostinava a non arrivare. Mi dava una confidenza sovradimensionata rispetto alla nostra precedente frequentazione, lui faceva i safari in Africa, una cosa esotica perché è risaputo che per il brianzolo tipo sotto la linea del Po è tutto hic sunt leones, terre popolati da esseri inferiori da colonizzare con le fabbriche o da sfruttare per il puro divertimento, aveva la jeep con lo snorkel per guadare i fiumi, tipo Tom è Gerry quando si tuffano in un laghetto per scampare a uno sciame di vespe e respirano con la cannuccia, insomma, una roba da sboroni. Aveva insistito per avere il mio numero di telefono, io avevo ceduto per togliermelo di torno meditando di metterlo prontamente nella black list una volta sparito, alla fine finalmente mi molla e mi fa il segno da lontano della cornetta del telefono, con la promessa solenne che ci saremmo risentiti. Morale della favola: io mi sono dimenticato di metterlo nella black list e lui non mi ha più telefonato. Questa è la Brianza, e questi sono i suoi personaggi da cinepanettone.
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fallimentiquotidiani · 9 days ago
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Bolognesi solitamente sono alti, castani, pelle chiara, viso tondo e occhi a palla (?). Qualcuno pure un po' "morbido" di corporatura perché preferisce mamgiare. Ne ho frequentati alcuni e appena vedono una tipa un po' esotica, la trascinano in balotta
Sì direi che li hai descritti abbastanza bene, mediamente.
Però è una bella cosa quella di includere persone da fuori nelle proprie balotta bolognesi, io approvo tantissimo e lo faccio sempre.
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pietroleopoldo · 9 months ago
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Tendenzialmente sono sempre un po' dubbiosa della scelta di dare ad un bambino un nome appartenente ad una cultura diversa dalla propria, non per motivi da Blut und Boden ma perché ci passo da tutta la vita e ad una certa diventa stancante stare a spiegare ogni giorno che sì, c'ho un nome nordico, no, la persona più esotica della mia famiglia è mia nonna che è di Arezzo
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seoul-italybts · 4 months ago
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[✎ ITA] Weverse Magazine : Recensione : RM Lo Rende Possibile | 03.07.24⠸
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🌟 Weverse Magazine 🗞
RM Lo Rende Possibile
__ Uno sguardo ai diversi MV per Right Place, Wrong Person  __
__ di SEO SEONGDEOK | 03. 07. 2024
Twitter  |  Orig. KOR 
RM ha scritto Right Place, Wrong Person prima di iniziare il servizio militare, e poi l'ha rilasciato in corso d'addestramento. Per questo motivo, ovviamente, non è stato possibile vedere sue apparizioni alla TV o a programmi in diretta, men che meno scoprire i suoi pensieri e processi mentali relativi all'album. Invece, nel corso di un mese, è stata pubblicata tutta una serie di video performance e video musicali—sei in totale— L'album tratteggia il tipo di persona che RM è diventato oggi. Vorace amante della musica, RM ha tratto ispirazione da diversi generi e si è fatto aiutare da molteplici collaboratori al fine di portare alla luce la sua più sincera visione del mondo. Affiancato – in particolare – da San Yawn dei Balming Tiger, la super star dei BTS si è affidata ai propri gusti personali – invece che volgersi a nomi noti della musica – per creare la sua squadra dei sogni, composta da artisti coreani ed internazionali. Il risultato è qualcosa di più unico che raro, anche per quella fetta di idol K-pop che già si occupa in prima persona della propria musica. RM muove un ulteriore passo al di fuori delle aspettative, distanziandosi dal seguire una mera diramazione dei lavori e dello stile dei BTS – per addentrarsi, piuttosto, in un territorio musicale lui poco noto. Quest'album non è un progettino personale qualsiasi, ma un lavoro dalla produzione e le risorse tipiche dei rilasci su scala internazionale. RM ha dunque attinto dalla sua identità coreana – e, più generalmente parlando, asiatica - per esprimere il suo status di outsider agli occhi del mondo occidentale. E tutto questo è stato possibile proprio perché è un artista K-pop, è un membro dei BTS e si tratta di lui, RM. Come sicuramente già menzionato, la libertà espressiva e linguistica di RM non è solo o tanto un punto di forza, quanto una sua caratteristica identitaria.
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Chiaramente i diversi MV preparati per accompagnare l'album non possono che riflettere la personalità del progetto stesso. “Come back to me”, rilasciato come singolo prima dell'uscita dell'album, vede la regia di Lee Sung Jin, già autore della serie Netflix Beef (Lo scontro). L'anno scorso, Lee ha preso parte ad una conferenza che si è tenuta in Corea e ha condiviso come in passato, “Scrivevo preoccupandomi di come poter creare qualcosa che potesse piacere al pubblico americano”. Mentre ora, ha detto “Cerco di esprimere la mia identità, nei miei progetti.” Il cast principale apparso nel MV di “Come back to me” sono tuttə attori/trici coreanə o parte della diaspora coreana. Nonostante l'atmosfera vagamente aliena, le riprese in interno—esperta opera della direttrice artistica Seong-Hie Ryu—sembrano rappresentare un qualche spazio residenziale in Corea. Come si è visto in pellicole quali Parasite e Everything Everywhere All at Once—e, più recentemente, nelle famosissime serie TV The Sympathizer (Il Simpatizzante / HBO) e Shōgun (FX), d'ambientazione rispettivamente vietnamita e giapponese—è ormai assolutamente normale ed accettato seguire e concentrarsi su tali storie senza dover metter mano e trasporre il contesto linguistico e culturale d'origine.
In un'era in cui la musica coreana non è più sconosciuta è dunque forse possibile puntare a qualcosa di più che la semplice ambiguità culturale o un'estetica esotica, quando si tratta di video musicali? Sembrerebbe un quesito ed una possibilità condivisi da moltə dato che, mentre in passato il K-pop non si è quasi mai distanziato dall'iconografia tipicamente coreana – fatta, ad esempio, di uniformi scolastiche -, negli anni più recenti la scena si è sviluppata ed espansa fino ad includere elementi di cultura ed abbigliamento tradizionali — come l'hanbok— ed il folklore coreano. L'approccio adottato da RM, però, non spicca tanto per la sua modernità, quanto per la qualità cinematografica. Il non-detto è sufficiente a suggerire un'ulteriore e più profonda proliferazione di possibilità ancora inesplorate, e la struttura circolare esprime al meglio le tematiche narrate in quest'album, ovvero la dicotomia giusto/sbagliato, la contraddizione in termini del voler essere se stesso nonostante i dubbi identitari, ed il contrasto tra il desiderio di esplorare cose nuove e l'attenersi a ciò che già si conosce.
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Il video musicale di “LOST!” è stato diretto dal regista Aube Perrie. Perrie si è aggiudicato i premi Best New Director e Best Hip Hop/Grime/Rap Video (International) agli UK Music Video Awards 2021 per i MV di “Chemical” di MK e “Thot Shit” di Megan Thee Stallion e, successivamente, è diventato ancor più famoso grazie al contributo dato ai brani “Music For a Sushi Restaurant” e “Satellite” di Harry Styles. I video musicali di Perrie sono noti per il modo in cui sanno spingersi oltre i limiti dell'immaginario in scenari e situazioni ben precisi. Vi troviamo un collage di stili – tra cui, anche la clay animation (plastilina animata) – e set che ricordano miniature o studi televisivi d'epoca, il tutto mixato insieme in un labirinto escheriano di ripetizioni e paradossi temporali.
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I video di “Groin”, “Nuts”, “Domodachi” (feat. Little Simz) e “ㅠㅠ (Credit Roll)” sono usciti in un secondo momento e sono tutti opera della regia di Pennacky. Questo regista è noto e celebrato nella scena indie giapponese come pioniere dello stile rètro anni ’80s/’90s ed è celeberrimo per le sue collaborazioni con vari artistə asiaticə, anche al di fuori della scena giapponese, come il collettivo musicale coreano dei Balming Tiger, la band singaporeana dei Sobs ed il gruppo indonesiano dei Gizpel. Ma dire che opera unicamente entro i limiti della scena indie non è del tutto corretto, vista la sua partecipazione a progetti di artistə giapponesi famosissimi come le ATARASHII GAKKO! ed altrə appartenenti alla scena mainstream occidentale, quali i Phoenix. Lo stile tipico di Pennacky pervade i video diretti per RM. È evidente la predilezione per una certa estetica ed iconografia—la pellicola 16 mm, un approccio semplice e diretto ad effetti particolari ed affascinanti, cui attinge senza nascondere l'evidente sprezzatura—e la tendenza ad enfatizzare il gusto propriamente giapponese che caratterizza i suoi video, qualsiasi sia la nazionalità dell'artista o la scala del progetto cui partecipa – ad esempio la presenza costante di figure quali il personaggio del lavoratore salariato giapponese ed effetti speciali più vicini alla cultura e tradizione nipponica.
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Tra tutte le sue collaborazioni con RM, però, il video che accompagna la penultima traccia dell'album, “ㅠㅠ (Credit Roll)”, è forse il più degno di nota. RM siede di fronte ad una telecamera mentre il filmato viene riprodotto su una vecchia TV squadrata e, nelle sue immediate vicinanze, gente di diversa età ed origini siede a terra, attorno ad un tavolo tradizionale - bapsang, condividendo un pasto a base di pietanze che potrebbero essere coreane, sebbene sia difficile a stabilirsi. Questi personaggi chiacchierano animatamente senza mai voltarsi verso la televisione. Un gruppo di individui non coreani riuniti per consumare un pasto coreano – o anche solo asiatico, mentre RM si esibisce in TV—quale migliore rappresentazione del rispetto che RM si merita, di quanto dovrebbe esser fiero di se stesso, e del mistero che ancora cela ciò che gli riserverà il futuro? “ㅠㅠ (Credit Roll)” non è solamente un'umile traccia conclusiva in cui l'artista ci ringrazia preventivamente per aver ascoltato fino ai titoli di coda. Alcuni artisti si considerano e/o sono consapevoli d'essere piattaforme e mezzi espressivi di per sé. Right Place, Wrong Person presanta tematiche quali il sentirsi un estraneo, l'essere una star globale, l'approccio a percorsi ancora inesplorati e le difficoltà di adattamento—o forse l'inadeguatezza in genere. La vasta gamma di collaboratori di cui si è circondato RM per questo progetto non fa che arricchire la trama di questi brani e video fondamentalmente appartenenti alla sfera idol, espandendone i concetti e contenuti contestuali. E, come già detto, tutto questo è possibile solo perché si tratta di K-pop, si tratta dei BTS e si tratta di RM.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS ⠸
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crazy-so-na-sega · 1 year ago
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Un pezzo di cielo grigio e azzurro, un pezzo di pietra sporca. Una mascella esotica, un ciondolo erotico. La laguna è nera, il tuo cuore non lo so. Tutti qui sono malati. Per niente
-N.Brisset
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boanerges20 · 1 year ago
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Motolove Paulina Heiler - "Avventura Esotica"
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kiki-de-la-petite-flaque · 7 months ago
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“Le donne sanno quando entrano in menopausa, gli uomini no,
lo capiscono col tempo.”
·92 anni fa nasceva OMAR SHARIF, (Alessandria, Egitto, 10 aprile 1932 - Il Cairo, Egitto, 10 luglio 2015).
L'attore nato ad Alessandia (ma giramondo per vocazione) incarna quella che nell'immaginario collettivo è la vita di un uomo ricco, bello, famoso, adorato dalle masse e conteso dalle donne più affascinanti del pianeta. Un mito alimentato dall'indolente Sharif, che negli anni '60, all'apice della carriera dichiarava ai giornalisti «Lavoro perché mi piace il lusso e quando finisco i soldi, sono costretto a tornare a recitare».
Seppure per necessità, ha lavorato con i più grandi registi - Fred Zinneman (...e venne il giorno della vendetta), Anthony Mann (La caduta dell'impero romano), William Wyler (Funny Girl), Sidney Lumet (La virtù sdraiata) - ed è stato l'incarnazione della bellezza esotica, della fierezza, del coraggio e del romanticismo nei due film che gli hanno regalato la consacrazione, entrambi di David Lean: Lawrence d'Arabia (un Golden Globe e una nomination all'Oscar) e Il Dottor Zivago (nomination al Golden Globe).
Al cinema era arrivato grazie alla madre, che lo mandò in un college inglese, dove Omar dimagrì («da ragazzo ero veramente grasso») e imparò la lingua, e a Youssef Chahine, che lo fece debuttare nel '53. Divo del cinema egiziano fin da subito, è poi diventato una star internazionale, con una propensione ai ruoli storici (è stato Che Guevara in Che!, Genghis Khan nell'omonimo film, l'arciduca Rodolfo in Mayerling, il principe Feodor in Pietro il Grande), romantici (Il seme del tamarindo, C'era una volta, Funny Girl) e d'avventura (L'ultima valle, Ghiaccio verde, Le meravigliose avventure di Marco Polo, Ashanti).
Nel 2003, Omar Sharif è tornato sulle scene, dopo un periodo di silenzio (aveva interpretato Il tredicesimo guerriero, decidendo di «non recitare più in simili sciocchezze»), con un ruolo importante, quello del negoziante arabo che fa amicizia con un bambino ebreo in Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano. Una scelta forte, con cui lanciare un messaggio di pace tra ebrei e arabi in un momento storico-politico nerissimo, gratificata con un doppio riconoscimento al festival di Venezia: il premio del pubblico e il Leone d'oro alla carriera.
Sharif muore nel luglio del 2015 in un ospedale del Cairo, in Egitto, dove era stato ricoverato per un attacco di cuore. Aveva 83 anni.
ARACELI CINEMAdiCITTA'
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pier-carlo-universe · 20 days ago
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Riflessioni sulla Mostra di Animali Esotici al Palafiere Riccardo Coppo: Un Appello per il Rispetto della Natura
La scorsa settimana, al Palafiere Riccardo Coppo di Casale Monferrato, si è tenuta una mostra/mercato di animali esotici che ha suscitato profonde riflessioni tra i visitatori. Tra questi, Enrico Bruschi e Luca Servato, consiglieri comunali del Partito De
La scorsa settimana, al Palafiere Riccardo Coppo di Casale Monferrato, si è tenuta una mostra/mercato di animali esotici che ha suscitato profonde riflessioni tra i visitatori. Tra questi, Enrico Bruschi e Luca Servato, consiglieri comunali del Partito Democratico, hanno espresso preoccupazione per la condizione in cui vengono esposti questi animali e hanno proposto un approccio alternativo e più…
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klimt7 · 2 years ago
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Biyo - Water is love
SABA ANGLANA
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Saba Anglana è una cantautrice italo etiope nata in Somalia e già nota con il suo primo lavoro ´Jidka, the Line´, al quale occorre aggiungere le collaborazioni con artisti quali Miriam Makeba, Cesaria Evoria e Vinicio Capossela e per l’interesse e la difesa di tematiche ambientali globali. Il lavoro in questione si inserisce in questa attitudine dato che ´Biyo´ significa acqua nella lingua nativa di Saba. In effetti l’acqua vista come risorsa preziosa, carente e quindi a tratti sacra, costituisce il filo conduttore di questo lavoro a cavallo tra pop, cantautorato e musica etnica. La radice di quasi tutte le composizioni è la fusione di elementi etnici nei testi e nella strumentazione, dove kora, krar (specie di certa etiope), washint (flauto africano) , masinko (violino rudimentale) e congas aggiungono timbri caratteristici ad una base sostanzialmente pop. I testi sono semplici ma efficaci, sobri ma non pessimisti, con anche punte di orgoglio di quelle radici che Saba, cresciuta in Italia, ha saputo approfondire tramite studi e l’assistenza della madre. ´Biyo´ è di per sé esemplificativa di tutto il disco anche se ´Yet Nou´ è forse più toccante nel suo dub finale con le voci dei bimbi; ´Solomon´ è un momento particolare perché non parla dell’acqua ma sembra più evocare situazioni di leggendaria sensualità esotica in stile Regina di Saba; ´Crowded Desert´ e ´My father was a soldier´ sono pezzi più occidentali, forse per via dell’uso dell’inglese nei testi, ´Djibouti Road´ è per contro il momento a maggiore intensità etnica.
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Track List:
Biyo
Welcome
Solomon
Acqua di mare
Amal Fatah
Yet Nou
Crowded Desert
Djibouti Road
My father was a soldier
Forest
Weha
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schizografia · 1 year ago
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Sono armeno, sono italiano?
La mia relazione con l’Armenia – innanzitutto con la lingua armena – ha qualcosa di insieme intimo e leggendario. Molti anni fa, Gianfranco Contini, un filologo di cui avevo e ho la più grande stima, mi ha detto che il cognome Agamben è certamente di origine armena. Il cognome armeno Aganbeghyan si sarebbe accorciato in Agamben, così come il cognome italiano Gianni deriva dall’armeno Gianighyan. E questo mi fu più tardi confermato, non senza una sfumatura di spregio, da un monaco del convento dell’Isola degli Armeni a Venezia. Nelle mie tradizioni familiari di una simile origine non vi era però alcuna traccia e il nome – che siamo i soli ad avere in Italia – veniva spiegato in altri e più fantastici modi, forse inventati per nascondere l’origine esotica.
La mia identità è dunque divisa, ma questa scissione mi sembra contenere qualcosa come un’indicazione preziosa. Sono armeno, sono italiano? E che significa essere un italiano di origine armena? Quanto più si aderisce a una lingua e a una cultura – come io ho aderito come potevo all’italiano – tanto più occorre che vi sia una via di uscita. Forse l’armeno è per me questa via di uscita. Da dove e verso dove? Non dall’italiano verso un’altra identità più originale o, peggio ancora, verso una generica universalità. Piuttosto verso quell’altrove impensato che sta sepolto al centro di ogni lingua e di ogni identità e verso cui tutte le identità e tutte le lingue sono da sempre in viaggio. Essere italiani, essere armeni non è un’origine da cui partire, è una meta che forse non riusciremo mai a raggiungere, ma verso la quale vale la pena di mettersi in viaggio. E in ogni caso, come ha scritto il poeta per Ulisse e la sua isola natale, sarà la meta ad averti donato il viaggio: «Itaca ti ha dato il bel viaggio. / Senza di lei non ti mettevi in strada. / Nient’altro essa ha ormai da darti».
30 novembre 2023
Giorgio Agamben
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thebeautycove · 1 year ago
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RANCÉ 1795 - MATHILDE - Collection Impériale - Eau de Parfum - Novità 2023 -
Eleganza e gentilezza d’altri tempi definita da un linguaggio olfattivo contemporaneo, ecco Mathilde, la nuova creazione di Maison Rancé 1795 per la Collection Impériale.
La fragranza è ispirata a Mathilde Bonaparte, nipote di Napoleone I, donna di carattere, amante delle arti, mecenate di artisti e letterati nella Parigi del XIX secolo.
Raffinato il ritratto odoroso che scaturisce da emblematici accordi floreali fruttati, narciso, iris, mughetto, gelsomino, rosa, vibrano nella sfumatura esotica di papaya e passion fruit e si impongono al desiderio e al ricordo nell’armonia finale di vaniglia, legno di sandalo, muschio.
Eau de Parfum 50 e 100 ml. Online qui
©thebeautycove @igbeautycove
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