#elezioni francesi
Explore tagged Tumblr posts
Text
2 notes
·
View notes
Text
ROMA. ALLA RIVOLUZIONE ELETTORALE FRANCESE LA RAI PREFERISCE IL "FESTIVAL DELLE CITTA' IDENTITARIE" DI POMEZIA.
In Francia la riscossa del popolo con uno scatto d’orgoglio antifascista realizza una rivoluzione, sovverte tutti i sondaggi, regala una vittoria storica alla sinistra e blocca la roboante ascesa dell’estrema destra al potere. La cronaca racconta di una giornata memorabile per la Francia e i francesi, che hanno saputo opporsi alla propagnanda dell’estrema destra di Le Pen sovvertendo il…
#canone rai#elezioni francesi 2024#festival delle città identitarie#francia#Pomezia#Rai#servizio pubblico
0 notes
Text
Ma raga ma quante cose stanno succedendo nella politica internazionale oggi? La Francia che ha trovato le prove dell'influenza di Musk nelle elezioni francesi e tedesche, la Danimarca che dice letteralmente 'vaffanculo' a Trump?? Ma in che mondo mi sono svegliata? Rifacciamo questa scena per favore? Non conosco il copione ma c'è qualcosa di sbagliato
30 notes
·
View notes
Text
Marsiglia, il rapper di origine algerina Naps (Nabil Boukhobza) è stato arrestato per aver violentato tre ragazze
In occasione delle elezioni francesi, Naps chiedeva una barricata contro l’estrema destra.
7 notes
·
View notes
Text
In queste ore di elezioni Francesi non ho trovato nulla di più appropriato.
Il mio feretro è pronto. È a casa mia. È una pelle di cervo cacciato nella foresta di Lyons. Un tempo vi avvolgevano i corpi dei re. La "nappa" del cervo è considerata immarcescibile. E si suonerà "J'avais un camarade" in tedesco.
Mi do la morte per risvegliare le coscienze addormentate. Insorgo contro la fatalità. Insorgo contro i veleni dell’anima e contro gli invasivi desideri individuali che distruggono i nostri ancoraggi identitari e in particolare la famiglia, nucleo intimo della nostra civiltà. Così come difendo l’identità di tutti i popoli presso di loro, mi ribello al contempo contro il crimine che mira al rimpiazzo delle nostre popolazioni.
-Dominique Venner
#france #dominiquevenner #patriots #droit #elezioni #europe #filosofi #liberopensiero #javaisuncamarade #robertonicolettiballatibonaffini
9 notes
·
View notes
Text
Wow! (Considerazioni multitasking.)
- di Nestor Halak
Gli americani sono riusciti a vendere il genocidio degli indiani per l’epopea del buon vecchio West, il bombardamento atomico di civili per un atto umanitario, l’occupazione militare dell’Italia per la “liberazione” dell’Italia, la mafia di New York per una storia di eroi romantici. Nulla di tutto ciò discredita mai il sistema nel suo complesso, che rimane infinitamente buono e giusto, protetto com’è dai sacri principi della “costituzione”, il problema è solo che alcuni essere umani nascono intrinsecamente cattivi e vanno eliminati. Tutta qui la filosofia di Hollywood. Se qualcosa di vagamente simile succede in qualsiasi altra nazione (eccezion fatta per i fratelli Anglo), la descrizione che ne fa Hollywood muta immediatamente nella condanna senza appello del sistema di potere di quello stato, del suo sistema sociale e persino della popolazione arretrata e, tra noi possiamo dircelo, anche razzialmente inferiore. Sono persino riusciti ad imporre in tutto il mondo una bevanda fatta d’acqua zuccherata colorata col caramello, un poco come hanno fatto i francesi col vino. Solo che i francesi si sono inventati qualità metafisiche vendendo a prezzi astronomici qualcosa di molto comune che nessuno sa veramente distinguere, mentre gli americani hanno incartato con un sogno un prodotto di nessun valore. Negli Stati Uniti può essere tranquillamente assassinato il presidente, poco dopo il capo dell’opposizione, un paio di leader dei movimenti per la liberazione dei negri, ma la colpa non sarà mai del sistema marcio e corrotto come avverrebbe se gli stessi fatti accadessero in qualsiasi altro posto al mondo, ma sempre per la follia criminale di un singolo, cattivo per nascita, sfuggito al sistema e al controllo delle anche troppo bonarie forze dell’ordine. Ogni volta si ripete lo stesso cliché ed ogni volta chiunque solleva dubbi è etichettato come complottista. Immaginatevi se in Cina qualcuno uccidesse Xi e due giorni dopo l’assassino venisse a sua volta ucciso in diretta televisiva mentre è nelle mani della polizia. Se i cinesi sostenessero che sia il primo che il secondo assassino sono solo dei pazzi criminali che hanno agito da soli, senza complici e per motivazioni personali qualche giornale main stream ci crederebbe o fingerebbe di crederci anche solo per un secondo? O le ���teorie del complotto” non sarebbero tali ma diventerebbero la verità sacrosanta al di la delle “menzogne del regime tirannico e corrotto”? [...] Siamo rimasti solo noi, pochi increduli, che oramai l’inganno lo fiutano quasi per istinto, automaticamente, senza nemmeno pensarci, così come si guida una macchina. I più si bevono le allerta colorate con gli occhi incollati agli schermi ed esclamano "uao"!
46 notes
·
View notes
Text
molto contenta di entrambi i nostri francesi per come hanno risposto alle domande sulle elezioni 👑
#benji è stato più pacato ma quando ha risp con ‘ci riguarda tutti’ alla domanda sui fasci che avanzano ha gasato#marcus ha fatto un comizio in linea con la sua personalità#gasato davvero#non devono essere i giocatori a parlare e non mi interessa ma mamma mia quanto sono più avanti di noi in certe cose.
4 notes
·
View notes
Text
Gli anni Trenta sono davanti a noi
Nel novembre del 1990 Gérard Granel, una delle menti più lucide della filosofia europea di quegli anni, tenne nella New School for Social Research di New York una conferenza il cui titolo, certamente significativo, non mancò di provocare fra i benpensanti qualche reazione scandalizzata: Gli anni trenta sono davanti a noi. Se l’analisi condotta da Granel era genuinamente filosofica, le sue implicazioni politiche erano infatti immediatamente percepibili, dal momento che in questione, nel sintagma cronologico apparentemente anodino, erano puramente e semplicemente il fascismo in Italia, il nazismo in Germania e lo stalinismo nell’Unione sovietica, cioè i tre tentativi politici radicali di «distruggere e sostituire con un “ordine nuovo” quello in cui l’Europa si era fin allora riconosciuta». Granel aveva buon gioco nel mostrare come la classe intellettuale e politica europea fosse stata altrettanto cieca di fronte a questa triplice novità di quanto lo fosse – negli anni Novanta come oggi – di fronte alla sua inquietante, anche se mutata, risorgenza. Si fatica a credere che Leon Blum, leader dei socialisti francesi, potesse dichiarare, commentando le elezioni tedesche del luglio 1932, che, di fronte ai rappresentanti della vecchia Germania, «Hitler è il simbolo dello spirito di cambiamento, di rinnovamento e di rivoluzione» e che pertanto la vittoria di von Schleicher gli sarebbe parsa «più desolante ancora di quella di Hitler». E come giudicare la sensibilità politica di Georges Bataille e di André Breton, che, di fronte alle proteste per l’occupazione tedesca della Renania, hanno potuto scrivere senza vergogna: «noi preferiamo in ogni caso la brutalità antidiplomatica di Hitler, più pacifica, nei fatti, dell’eccitazione bavosa dei diplomatici e dei politici». La tesi di questo saggio, di cui consiglio vivamente la lettura, è che a definire il processo storico in corso, negli anni Trenta come negli anni Novanta in cui scriveva, sia uno stesso primato dell’infinito sul finito, che, in nome di uno svolgimento che si vuole assolutamente senza limiti, cerca di abolire in ogni ambito – economico, scientifico, culturale – le barriere etiche, politiche e religiose che l’avevano fin allora in qualche modo contenuto. E, insieme, anche attraverso gli esempi del fascismo, del nazismo e dello stalinismo, Granel mostrava come un simile processo di infinitizzazione e di mobilitazione totale di ogni aspetto della vita sociale non possa che condurre all’autodistruzione.
Senza entrare nel merito di questa analisi certamente persuasiva, mi interessa qui piuttosto sottolineare le analogie con la situazione che stiamo attraversando. Che gli anni Trenta del Ventesimo secolo ci stiano ancora davanti non significa che noi vediamo oggi riproporsi esattamente nella stessa forma gli eventi aberranti in questione; significa piuttosto quello che Bordiga aveva inteso esprimere scrivendo, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, che i vincitori sarebbero stati gli esecutori testamentari dei vinti. Dovunque i governi, quali che sia il loro colore e la loro collocazione, agiscono come esecutori di uno stesso testamento, accettato senza beneficio d’inventario. Da ogni parte vediamo continuare ciecamente lo stesso illimitato processo di incremento produttivo e di sviluppo tecnologico che Granel denunciava, in cui la vita umana, ridotta alla sua base biologica, sembra rinunciare a ogni altra ispirazione che non sia la nuda vita e si mostra disposta a sacrificare senza riserve, come abbiamo visto negli ultimi tre anni, la propria esistenza politica. Con la differenza, forse, che i segni dell’accecamento, dell’assenza di pensiero e di una probabile, imminente autodistruzione, che Granel evocava, si sono vertiginosamente moltiplicati. Tutto fa pensare che stiamo entrando – almeno nelle società postindustriali dell’Occidente – nella fase estrema di un processo di cui non è possibile prevedere con certezza la fine, ma le cui conseguenze, se la consapevolezza dei limiti non tornerà a destarsi, potrebbero essere catastrofiche.
15 gennaio 2024
Giorgio Agamben
2 notes
·
View notes
Text
Parti Ouvrier
1880
Jules Guesde e Paul Lafargue fondano il Parti Ouvrier con l'obiettivo di partecipare alle elezioni e pubblicano su L'Égalité un programma di richieste elaborato sotto la supervisione di Marx ed Engels.
Considerando,
Che l'emancipazione della classe produttrice è l'emancipazione di tutti gli esseri umani senza distinzione di sesso o razza;
Che i produttori possono essere liberi solo quando sono in possesso dei mezzi di produzione (terra, officine, navi, banche);
Che esistono solo due forme in cui i mezzi di produzione possano appartenergli:
(1) La forma individuale, mai esistita a livello generalizzato ed eliminata in modo crescente dal progresso industriale;
(2) La forma collettiva, i cui elementi materiali ed intellettuali sono costituiti dallo stesso sviluppo della società capitalista.
Considerando,
Che tale appropriazione collettiva può svilupparsi solo attraverso l'azione rivoluzionaria della classe produttiva - o proletariato - organizzato in un distinto partito politico;
Che tale organizzazione deve essere perseguita con tutti i mezzi che il proletariato ha a sua disposizione, incluso il suffragio universale, il quale verrà trasformato, dallo strumento di inganno che è stato finora, in strumento d'emancipazione;
Gli operai socialisti francesi, adottando come obiettivo dei loro sforzi l'espropriazione economica e politica della classe capitalista e la restituzione alla comunità di tutti i mezzi di produzione, hanno deciso, come strumento d'organizzazione e di lotta, di partecipare alle elezioni con le seguenti richieste immediate.
A. Sezione Politica
(1) Abolizione di tutte le leggi su stampa, riunioni e associazione, e soprattutto della legge contro l'Associazione Internazionale degli Operai. Soppressione del livret, quella forma di controllo amministrativo sulla classe operaia, e di tutti gli articoli del Codice che stabiliscono l'inferiorità dell'operaio rispetto al capo, e della donna rispetto all'uomo;
(2) Confisca delle risorse degli ordini religiosi e restituzione alla nazione dei "beni detti essere manomorta, mobili e immobili" (decreto della Comune del 2 aprile 1871), inclusi tutti gli edifici industriali e commerciali di tali enti;
(3) Soppressione del debito pubblico;
(4) Abolizione dell'esercito permanente e armamento generale del popolo;
(5) Che la Comune sia padrona della propria amministrazione e della propria polizia.
B. Sezione Economica
(1) Un giorno di riposo la settimana o divieto legale per i datori di lavoro di imporre lavoro per più di sei giorni su sette. - Riduzione per legge della giornata lavorativa a otto ore per gli adulti. - Divieto per i ragazzi minori di quattordici anni di lavorare in officine private; e, tra i quattordici ed i sedici anni, riduzione della giornata lavorativa da otto a sei ore;
(2) Sorveglianza protettiva degli apprendisti da parte delle organizzazioni operaie;
(3) Salario minimo legale, determinato annualmente in base al prezzo locale del cibo, da parte di una commissione statistica operaia;
(4) Divieto legale per i padroni di impiegare lavoratori stranieri ad un salario inferiore a quello dei lavoratori francesi;
(5) Uguale paga per uguale lavoro, per operai di ambo i sessi;
(6) Istruzione scientifica e professionale di tutti i bambini, il cui sostentamento è responsabilità della società, rappresentata dallo stato e dalla Comune;
(7) Responsabilità della società per gli anziani ed i disabili;
(8) Divieto di ogni interferenza padronale nell'amministrazione delle società operaie, società previdenziali, ecc., che vanno restituite al controllo esclusivo dei lavoratori;
(9) Responsabilità padronale in caso di incidenti, garantiti da una cauzione pagata dal datore di lavoro al fondo operaio in proporzione al numero di lavoratori impiegati ed alla rischiosità rappresentata dall'industria;
(10) Intervento degli operai nelle regolamentazioni speciali dei vari lavori; fine del diritto usurpato dai padroni di imporre penalità ai propri lavoratori nella forma di multe o riduzioni salariali (decreto della Comune del 27 aprile 1871);
(11) Annullamento di tutti i contratti che hanno alienato la proprietà pubblica (banche, ferrovie, miniere, ecc.) e sfruttamento di tutte le fabbriche possedute dallo stato da parte degli operai che vi lavorano;
(12) Abolizione di tutte le tasse indirette e trasformazione di tutte le tasse dirette in una tassa progressiva sui redditi superiori ai 3.000 franchi. Soppressione di tutti i lasciti ereditari per via collaterale e di tutti i lasciti ereditari diretti superiori ai 20.000 franchi.
0 notes
Text
Justine Triet
Justine Triet, regista e sceneggiatrice, è tra le figure più interessanti e premiate del nuovo cinema francese.
Col suo film Anatomia di una caduta, ha vinto l’Oscar alla miglior sceneggiatura originale, la Palma d’oro al Festival di Cannes, due Golden Globe, un Critics Choice Award e un Premio BAFTA.
Le sue sono piccole storie che si agitano dentro la Storia. Nei suoi film cortocircuitano finzione e realtà, pubblico e privato, video arte e performance.
Nata a Fécamp, in Normansia, il 17 luglio 1978, si è laureata all’École nationale supérieure des beaux-arts di Parigi, nel 2003.
Dopo la laurea, si è fatta presto notare con le sue prime opere che hanno partecipato a diversi concorsi cinematografici. Il cortometraggio Trasverse (2004) è stato selezionato ai Rencontres Internationales Paris/Berlin e L’amour est un chien de l’enfer (2006) è stato proiettato alla Biennale d’arte contemporanea di Lione. Entrambi i film affrontano aspetti legati all’attualità sociale e politica, concentrandosi sulla “coreografia” delle manifestazioni politiche e degli assembramenti pubblici.
Sur Place, del 2007, che ha ricevuto la menzione speciale al Festival di Brive è stato inserito nelle collezioni del Centre Pompidou e del Museu Berardo di Lisbona. Girato da una finestra durante le proteste studentesche anti CPE a Parigi nel 2006, il suo sguardo è sul conflitto e sul ruolo dell’individuo all’interno di un gruppo, l’ambiguità e la visione stereotipata che i media rilanciano di questi eventi. La cittadinanza diventa protagonista pur restando una massa compatta e uniforme.
Nel 2009 ha diretto il cortometraggio-documentario Des ombres dans la maison, ambientato nella periferia di San Paolo, in Brasile, che racconta la storia del quindicenne Gustavo, della madre alcolista e dell’assistente sociale, pastore della chiesa evangelica, che deve deciderne o meno l’affidamento. Questo film rappresenta una svolta nel suo lavoro, perché pur confermando il suo interesse per i fenomeni di massa, come quelli che hanno al centro i predicatori, introduce una più marcata attenzione e un’intimità con i personaggi di cui narra la storia.
Vilaine fille, mauvais garçon, il suo primo cortometraggio di finzione ispirato nel titolo a una canzone di Serge Gainsbourg, è la storia di due trentenni che la solitudine fa incontrare per caso a una festa, Thomas e Laetitia. Tra dramma e leggerezza, per loro è l’inizio di una notte “fuori orario” sulla strada della felicità. Il corto, nominato ai César nel 2012 ha vinto numerosi premi in vari festival francesi e internazionali, candidato all’Orso d’oro per il miglior cortometraggio, ha vinto il Prix UIP Berlin.
Il suo primo lungometraggio è stato La Bataille de Solférino del 2013, candidato ai César per la migliore opera prima, selezionato all’ACID di Cannes, Premio del Pubblico al Festival Paris Cinéma, considerato dai Cahiers du cinéma uno dei dieci film più belli dell’anno, è la storia di una giornalista che affronta la giornata delle elezioni vinte da François Hollande in Rue de Solferino, storica sede del Partito socialista francese. Girato in presa diretta tra i sostenitori che aspettano il risultato delle urne, il film si immerge nella realtà di un grande evento nazionale facendo rimbalzare la “guerra” politica con quella famigliare della protagonista che, per assicurare i servizi alla rete ha lasciato a casa le sue bambine, proprio il giorno in cui il padre separato vuole vederle. Un pezzo di metatelevisione e metacinema che fotografa angosce private e pubblici conflitti.
Anche Victoria, commedia sofisticata presentata in anteprima mondiale alla Settimana della Critica del Festival di Cannes 2016 è il ritratto di una donna complessa, contesa tra vita professionale e personale. Un film cinico e romantico sulla spirale emotiva di una donna che cade, sbaglia e si rialza, e sulle ossessioni della regista: le difficili relazioni tra i sessi, la solitudine, i figli, la giustizia, i soldi, il sesso.
Sempre a Cannes, in concorso, ha presentato Sibyl – Labirinti di donna nel 2019 a cui è seguito il pluripremiato Anatomia di una caduta del 2023, un legal drama che ha come protagonista una scrittrice sospettata della morte del marito in una remota località di montagna.
Un film appassionante, femminista, sfaccettato, intimista e pieno di colpi di scena. Un’opera di alto livello sull’ambiguità del reale. Un grande lavoro sull’infanzia rubata, violentata, sulla lotta estrema di un adolescente per riappropriarsi il più possibile di quanto stanno cercando di sottrargli. L’opera era stata anche candidata agli Oscar per la miglior regia.
Justine Triet non smette di sorprendere e di collezionare critiche positive per il suo sguardo che penetra nel profondo delle cose e delle persone, per la grandezza nel mostrare i diversi punti di vista. Un’artista che si dà tanto e che in ogni sua fatica riesce a sorprendere e incantare il pubblico.
0 notes
Text
Tra Sanculotti, Giacobini e Cordiglieri
I risultati della seconda turna delle elezioni politiche in Francia mi hanno a dir poco sorpreso: avevo dato quasi per scontata la vittoria del Rassemblement National, invece il Nuovo Fronte Popolare ha beffato all'ultimo minuto Marine Le Pen assicurandosi la maggioranza dei seggi.
C'è però da dire che questa nuova maggioranza, essendo una coalizione dei diversi partiti di sinistra, non mi dà grandi certezze. Il non avere una visione comune su diversi temi potrebbe compromettere la buona riuscita di questa iniziativa politica. Sta ai vari segretari di partito il gravoso compito di accantonare le divergenze e riuscire ad assicurare ai francesi un Governo stabile e duraturo, contando anche sul fatto che Macron farà di tutto per far sì che questo accada.
Ma una domanda, a questo punto, mi sorge spontanea: è possibile replicare un'impresa simile in Italia? Abbiamo gli elementi e le circostanze atte a ciò?
Per come la vedo io sì, ma non nell'immediato futuro. Mi spiego.
Sinceramente parlando la sinistra italiana in questi ultimi anni non mi ha pienamente convinto: troppa confusione e troppe divisioni anche all'interno dei partiti stessi. Il prefissarsi un'obbiettivo comune però, ossia la sconfitta delle destre e la destituzione della Meloni, potrebbe diventare la chiave di volta della faccenda. Non raccolte firme che finiscono sul nulla, non opposizioni sterili e becere, ma un piano politico ben definito che possa garantire sicurezze ai cittadini.
Solo allora, a mio avviso, sarà possibile riavvicinare gli italiani al voto: perché in questi casi le pubblicità progresso servono a ben poco. Avere fiducia significa meritarla, e per meritarla bisogna innanzitutto dettare le condizioni perché ciò avvenga.
Avere i piedi più piantati a terra insomma.
#blog#personal rant#rant post#italian#italia#politica#elezioni#francia#emmanuel macron#marine le pen
0 notes
Text
POMEZIA BATTE LE ELEZIONI IN FRANCIA PER NOTIZIABILITA'
di Redazione Per la Rai il risultato delle elezioni francesi è meno importante del festival “Città Identitarie” ideato da Edoardo Silos Labini a Pomezia, a cui Rainews dedica ben otto minuti dell’apertura del notiziario delle 22.00 più altri servizi all’interno, mentre sia Mediaset che La7 dedicavano degli speciali ai risultati di quella che è stata definita “la rivoluzione…
0 notes
Text
0 notes
Text
Sulle elezioni francesi
Bisogna ammettere che la strategia di Macron ha funzionato, disinnescando la crescita del lepenismo. In fondo, meglio un governo debole, in cui il centro macroniano possa fungere da freno a degli alleati, che un governo di destra o di sinistra radicale nel pieno delle forze. La Francia ultimamente non se la sta passando molto meglio dell’Italia. Il paese è inondato da populisti di ambo gli…
0 notes