#domani me ne vado da questo posto di merda
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Finalmente sono un ferie.
Niente di che per l'Europa, ma qui avere più di 3 giorni di fila di festa è un miracolo di dimensioni astronomiche e di cui dovrei ringraziare tutti i kami giapponesi (anche se non se lo meritano).
Domani cerco di fare l'italiana pure io e vado al mare, anche se non ho un costume e, tra il mio odio per lo shopping e il fatto che molto probabilmente avrò una XXL giapponese, mi sa che è meglio se per una volta non compro su internet (ultimamente sta diventando il mio unico modo per non rimanere senza niente da mettere - e non sto esagerando).
Vorrei già andarmene pure da sto lavoro, ma vabbè che lo diciamo a fare. Ho fatto così tanto per trovare qualcosa che avesse orario flessibile e smartworking e invece comunque lo standard è l'ufficio. Poi ovviamente io ho avuto il grande culo di stare nel dipartimento dei visti quindi c'è sempre un via vai di passaporti immane, per cui se non ci sei tu, il lavoro va sugli altri che già hanno la loro merda da fare, già fanno gli straordinari e quindi via di senso di colpa e di responsabilità... poi uno si chiede perché questi so strani e si ammazzano di fatica: eccovelo spiegato facile facile.
Per questo motivo ultimamente sto pensando di traslocare. Ho trovato un monolocalino bellino a 10 min A PIEDI dall'ufficio (che è centralissimo) con un affitto abbordabile... peccato che qui esiste questa cosa magica chiamata "spese iniziali" per cui tu prima di entrare devi pagare tutta una serie di cose che loro faranno per te (tipo cambio chiavi di casa, pulizia generale, disinfestazione ecc) al prezzo che dicono loro pure se tu non vuoi. Peccato che ste spese iniziali ammontano a MEZZO STIPENDIO e se ti metti a pensare a tutte le cose nuove che vanno comprate (dato che qui gli appartamenti si vendono completamente vuoti e senza elettrodomestici), insomma, non lo so se voglio buttare uno stipendio così. Però dall'altra parte sto vivendo veramente male con sti viaggi continui in treno e ora con sto caldo che ammazza la voglia di vivere di chiunque... se ripenso all'anno scorso in cui non mi avevano ancora assegnato a nessun posto e sono stata tutta l'estate a casa... Madonna che culo che ho avuto e solo ora lo sto realizzando perché è veramente impossibile vivere così.
Ah poi vabbè parliamo in verità di buchi di monolocali dato che sono 20 m2 e sono pure TANTI. Ho visto annunci di appartamenti singoli di 13/15 m2 SENZA ARMADIO a prezzi che manco vi sto a dire. Poi dite la crisi abitativa a Milano e che la gente vive nei buchi a prezzi folli... che ve devo dì.
Inizialmente volevo fare un viaggio al sud per vedere delle amiche che abitano lì però poi tutte loro si sono impegnate con altre persone (perché giustamente le ferie queste sono e se non ci si muove addio) e quindi vaffanculo non sono andata da nessuna parte. Un poco me ne pento, un poco sono talmente stressata che veramente voglio solo morire sti giorni.
Poi considerando che in 1 anno sono stata a Tokyo meno di 10 volte nonostante ce l'abbia potenzialmente a 2 passi, direi che è meglio se me la comincio a girare un poco in più finalmente.
Per il resto come sto? Boh io mi sento sempre peggio. Questa non è vita, questa non è la mia vita. Però che devo fare, che posso fare? Niente posso fare. Posso solo patire, fare come quelli che non ho mai capito: fare finta che vada tutto bene, che questa sia vita; lo fanno tutti quindi lo devo fare anche io.
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Effettivamente.
Parto con la foto della situazione neve in questo momenti, dio pupazzo di neve. Dopo una notte in bianco e passata a smanettare col nuovo giocattolino (midi controller per chi avesse perso il post precedente) ad un certo punto sono crollato verso le 9:30 ed era tutto normale, mi sveglio e trovo questa merda bianca che cade; lo sapevo che quest'anno sarebbe stato una merda e il buongiorno si vede dal mattino, semplicemente perché è bisestile, il 2020 vi dice qualcosa?
Ma passiamo a qualcosa decisamente più importante, anche per non pensarci. Ho scambiato un pò di audio con Spock, effettivamente non ha torto, la faccio breve, "vista la situazione (lavorativa, affettiva e musicale) non sarebbe male farti un periodo a CT, anche per rigenerarti un pò", questa la frase chiave del suo discorso da scienziato che ragiona con logica. Mi ha convinto. Sarà anche la situazione, come sottolinea lui, che mi sta facendo scivolare nella follia e siccome non ne esco, trovo il suo consiglio più che valido. Catania nonostante sia una bella città col mare, la montagna (che poi è un vulcano), la cultura che nonostante il degrado comunque c'è, lui mi sottolinea che di persone come me ne trovo sicuramente più che qua (dove non ne ho trovate, per dire), e altre cose positive nel marasma delle cose negative, che ci sono inutile negarlo, un pò come ovunque. Tutto questo perché gli ho detto che la cosa che mi manca di più in assoluto, oltre a loro come persone anche sua moglie (che è comunque una cara amica di vecchia data), quindi la cosa che mi manca è il mare, il rumore del mare, immergermi nell'immensità blu che ti avvolge, poi lo dico a lui che è oceanografo figuriamoci. Non è la prima volta che mi consiglia di farlo, ma si vede che i tempi sono maturi e prima che cada e picchi la testa fortissimo contro il gelo di questo posto, vado. Che poi un lavoro, in nero, lo trovo sempre, che cazzo è la mia città e ho centinaia di conoscenze. Per la musica basterà essere in loco che qualcuno con cui suonare salta sempre fuori. Tutto qua. Oggi il programmino prevede l'ennesima mescolata delle cose nello studio, per prima cosa per fare spazio sul tavolo al nuovo giocattolino e poi perché voglio provare a montare la batteria, giusto per fare qualcosa visto che spesso sono completamente solo a casa e posso fare tutto il casino che voglio 😁. Lo so che ho detto che per un periodo XY partirò, ma non parto mica domani.
Concludo come al solito con qualcosa di musicale, oggi un album che ho consumato e che mi ricorda un bel periodo catanese.
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LA MIA SECONDA PRIMA VOLTA
Sono agitato? Forse.
Sì, credo di sì.
È passato così tanto tempo che non ricordo nemmeno più come ci si agita. Credo di esserlo un po', ma forse non abbastanza.
Non manca tanto allo spettacolo. Non so. Due ore, Forse tre. Credo quattro.
Le prove sono andate così così, nel senso che sono andate bene credo, ma anche quelle non mi ricordo più com'è che andavano una volta. Ricordo che non gli davo nemmeno peso "tanto lo so come si fa, figurati se mi servono le prove". Oggi non mi ricordo nemmeno più come si fanno le prove. Dovrei stare attento ai volumi? Mi sento troppo? Mi sento troppo poco? Ci sono le spie, ma io non canto più con le spie non so da quanto. Usavo gli in-ear. Gli in-ear mi hanno rammollito. Sono un viziatelo da in-ear. Sta a guardare. No, ora dimostro a me stesso che sono ancora quello tosto di una volta, che cantava nei rave sotto cassa, nelle serate d'n'b gonfio di droga o nelle dancehall in spiaggia ubriaco e fumato. Sono sempre io. Ce la facevo una volta, ce la faccio ancora. Spero.
"Pier mi puoi alzare solo un po' la voce in spia?"
"Purtroppo no, perché dalle spie esce quello che esce anche fuori e se alzo la voce a te la alzo anche al pubblico."
"Ah."
Sono fottuto.
Sono fottuto.
Sono in un mare di merda.
Già non so se mi ricordo i testi. Quanto tempo è passato dall'ultima volta? Credo fosse l'estate del 2018. Cristo è dal 2018 che non tengo un microfono in mano?! Ma com'è possibile?! Ma che sono stato criogenizzato per tutto questo tempo?!
E poi io la maggior parte delle canzoni che canterò stasera non le ho mai cantate proprio se non quando le ho registrare, due anni fa. Sono fottuto, lo sento.
Sono due settimane che le canto tutti i giorni e tutti i giorni sbaglio qualcosa. Le ho cantante anche un paio d'ore fa, in camera. Stavolta mi sono anche mosso un po' per vedere se mi reggeva anche il fiato mentre mi muovevo. Risultato? Sono in un mare di merda. Avrei dovuto farmela qualche corsetta. Non sono più il ghepardo di una volta. Fottuto divano. Fottuto lockdown. Fottuto io più che altro.
E poi sono un po' preoccupato per i testi. Perché questo non è il mio pubblico. A proposito:
"Ste ma che tipo di pubblico c'è stasera?"
"Vario."
"Ah."
Che cazzo vuol dire vario? Sicuro che al primo "troia" che dico mi arriva una shitstorm di proporzioni bibliche. Però con Gio abbiamo rivisto la scaletta. Credo che così qualche speranza di salvarmi ce l'ho. Iniziare con Ballo era decisamente troppo hardcore. La mia idea era entrare a gamba tesa, ma non sapevo che prima di me ci sarebbe stato uno spettacolo di burlesque. Entrare in scena dopo due ore di burlesque con un "Tra te e la tua amica non so chi è più troia. Girate in due tu succhi lei ingoia." a un non so che di terroristico. Io non faccio musica per questo. Meglio entrare con Il mago. Così mi scambiano per un bravo ragazzo.
Quanto manca?
Un'ora.
Diciamo un'ora.
Bello il burlesque, non l'avevo mai visto.
Sono agitato? Non capisco se sono agitato o meno. Sta a guardare che cinque minuti prima di salire sul palco mi viene il cagotto. Sicuro. Matematico.
Però ho voglia di salire sul palco. Sì, mi sa che ho voglia. Vorrei salire ora. Però ora sul palco c'è Gonzalo completamente nudo con palle e pisello in un sacchetto tempestato di paillettes. Forse aspetto a salire.
Ma non manca molto.
Sento che da un momento all'altro inizio ad agitarmi. Che tra l'altro avrei anche ragione a farlo. Mi agitavo prima quando ero in tour da tre anni, provavo in continuazione le mie canzoni, cantavo con gli in-ear, avevo un...microfono radio! Cazzo non hanno il microfono radio! Glielo avevo anche chiesto! È l'unica cosa che avevo chiesto. Non canto con il microfono a filo dal 2013. Sicuro che con quel filo mi lego per le caviglie come un agnellino. Sicuro. Una volta l'ho strappato con i piedi mentre saltavo sul palco. Che giovane. Che energia. Ok devo ricordarmi di muovermi poco per due motivi: il fiato e il cavo. Ok. Ma se non mi muovo che cazzo faccio? Magari canto.
"Mudimbi!"
Che è?! Ah devo salire. Cazzo, mi sono scordato di agitarmi. Merda. Partiamo male.
Ecco il microfono col cavo. Che bello, mi ci posso impiccare. Ora dico qualcosa di simpatico.
Fatto.
Vabbè cantiamo.
Il mago la so abbastanza dai. Sarà che l'ho cantata sul peggiore, nel senso di ansia, dei palchi. Direi che su questa sono a prova di bomba. Dai sto andando bene, anche il fiato regge. Si alla fine ho fatto bene a cambiare la scaletta. Ballo è complicata anche a livello di fiato, oltre al fatto che non l'ho mai cantata prima in pubblico. Il mago è il migliore dei rodaggi. Ah ok, questo è il buco strumentale dopo il secondo ritornello. Faccio il balletto. Mi sento un coglione. Madonna mi sembro un ciocco di legno. Che schifo. Mi dispiace che sta gente abbia pagato per vedere sta roba. Vabbè. Devo cantare lo special adesso. Comunque dai, è quasi finita. Intendo questa canzone. Alla fine la prima ce la siamo quasi tolta.
"...il mago, c'est moi!"
Finita.
Mo che cazzo dico?
Improvviso.
Meglio se improvviso che quando mi preparo le cose sembro ancora più legnoso di quanto già non mi senta.
Comunque gli devo far capire che le cose che dico non vanno prese alla lettera. Per forza, glielo devo far capire, che sennò entro domani finisco a testa in giù su una croce. Simpatia. La butto sulla simpatia e sul non prendermi troppo sul serio che io sto qua a cantare canzoni mica a fare un comizio.
Simpatia...simpatia...
Chissà se gli sto rimanendo simpatico? Secondo me invece gli sto andando più sul cazzo che altro. Fammi cantare va.
"Muoviti muoviti come se nessuno qui guardasse te."
Cazzo questa è tosta. Parte in extra-beat. E io non so manco se mi basta la saliva che c'ho in bocca. Alla fine de Il mago mi si stava attaccando il labbro superiore alla gengiva tanto mi si era seccata la bocca dall'agitazione. Devo ricordarmi di bere.
Oh ce l'ho fatta. Ho fatto l'extra-beat. E non è stato manco na merda dopotutto. Dai che un po' ho capito come regolarmi con queste spie. Però mi sento sempre un ciocco di legno. Ma com'è che facevo prima? Mi ricordo che ero così agile, così sciolto. Bò.
È già finita?
Cazzo.
Quindi adesso Ballo.
Faccio una premessa? Non la faccio? La faccio breve che le premesse mi stanno sempre sul cazzo, sembra che ti stai a giustificà quando nessuno t'ha ancora detto niente. E che c'hai la coda di paglia?
Ok vado. La canto.
"..........................troia..........................."
Nessuna m'ha tirato una scarpa.
Forse non l'hanno sentito.
Effettivamente l'ho detto veloce.
Vabbè mejo così.
"......ma non è colpa mia se sei una vacca quella non è una vulva è una baracca..."
Aridaje.
Ma che c'avevo quando ho scritto sta canzone? Perché io lo so il significato che sta dietro alle parole che uso, ma davanti a un pubblico che non conosco, dopo quasi tre anni, un po' di ansia che all'improvviso parta un plotone della morte per asfaltarmi mi viene.
".......mi avvicino alla vecchia puttana..."
Ho finito!
Basta. Ce la siamo tolta dal cazzo.
Madonna.
Però sono vivo. Senza segni di percosse. E la gente? La gente era presa bene. Non li vedo tutti perché c'ho i fari puntati al centro delle pupille che anche se mi muovo mi seguono, ma ho percepito della presa a bene.
Dai.
Dove sono quei due ragazzi che mi sono venuti a salutare prima? Mi sa che mi avevano detto dove si sarebbero seduti ma forse l'ho dimenticato. Vabbè, meglio quello che i testi delle canzoni. Comunque mi ha fatto troppo piacere vedere che almeno due stronzi si ricordano di me e si sono fatti la sbatta di venirmi a vedere stasera. Chissà se l'hanno capito che ero veramente felice e anche un po' imbarazzato? Magari avranno pensato che recitassi, il finto cordiale. Sono contento che almeno loro due siano venuti per me stasera.
"Supercalifrigida!"
Questa me la canto davvero da Dio. Bé la canto da quando avevo diciott'anni, se non canto bene questa non canto bene niente. Il fiato c'è. Non mi devo nemmeno muovere troppo, perché questa mi piace cantarla stando abbastanza sul posto. Granitico. La canto da paura. Quanto gli voglio bene a questa canzone. È stata la mia croce e la mia fortuna. Al mio funerale suonate questa per favore. Ma poi, posso dirlo? La canto molto meglio adesso che quando l'ho registrata. Senti che voce che ho adesso. Riesco a tenere un timbro molto più basso, senti come vibra. Quando l'ho registrata c'avevo na voce di uno a cui non sono ancora scese le palle. Forse la devo ri-registrare va.
"...ma siccome tutte le cose belle finisco, siamo già arrivati all'ultima canzone."
Ammazza, già è l'ultima.
Qua mi devo impegnare. El Matador è complicata. Devo fa un sacco di voci diverse. Non so se me le ricorde tutte. Vabbè mo qualcosa m'invento. Oh, comunque alla fine sbaglio sbaglio, mica ho sbagliato così tanto. Sì giusto 2 parole mangiate, ma tanto la gente mica sta a sentì a me, figurati.
Ok vado.
"Sono il più amato dai poveri. Apro ricoveri. Regalo vestiti Coveri."
Dinamicità fratello, dinamicità. Qua ti devi muovere. Ma non mi ricordo come si fa cazzo. Quando torno a casa mi guardo due tutorial di danza.
Aspetta, qui mi ero preparato un passo.
Eccolo.
No.
Non lo sto facendo come me l'ero preparato.
Vaffanculo Michel.
Ok, tra un po' c'è un altro momento identico. Ci posso riprovare.
Eccolo.
Vai.
Lo sto a fa uguale a prima porca di una troia puttana.
Vabbè a casa me lo provo.
Tanto loro non lo sanno che volevo fare un'altra cosa, quindi tranquillo.
Finito.
Non ci sto a capì un cazzo.
Ma com'è andata?
Già che non ho sentito un vaffanculo per me è stato un successo.
"Bis!"
Che ha detto?
"Bis!"
Ma sai che ti dico? Ma chi cazzo se ne frega, stasera vale tutto. So arrivato vivo fino a qua. Famo il primo bis della mia vita.
Supercalifrigida.
Che bellezza. Non avevo mai fatto un bis. È una bella sensazione. È bello vedere che la gente non vuole farti scendere dal palco. Forse non ho fatto così schifo come penso. Che poi non penso di aver fatto schifo. Sicuramente sono stato sottotono per i miei standard. Ma è pure passato del tempo. E c'ho pure n'età.
"Grazie!"
E adesso che succede?
Devo scendere dal palco, ok. Ma dopo?
Mi spaventa questa parte.
Scendere dal palco è sempre un momento decisivo. Più che salirci. Parlo per me almeno.
Scendo pieno d'adrenalina. Pieno di entusiasmo. Pieno di speranza.
Speranza in cosa? In qualcuno che mi dica "Cazzo sei stato bravissimo! Hai spaccato!". Perché io sono il primo a dire che dei complimenti non me ne frega niente, ma solo finché me li fanno.
Comunque ora vedremo.
Spero che vado bene.
Spero davvero che vada bene.
Sono agitato? Forse.
Sì, credo di sì.
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Fossimo in due stasera qua in casa.
Fossimo in due stasera qua in casa, non mi dovrei preoccupare di preparare la cena, potresti farlo tu, ché io ho voglia di giocare con la switch e ci sono un sacco di nuovi pokemon da catturare e invece in casa ci sono solo io e devo scegliere tra lo sfamarmi o il diventare un allenatore clamoroso. Fossimo in due stasera qua in casa con tutta certezza non ti farei cucinare, un po’ non mi fido e un po’ mi piace farlo a me e anche adesso quando cucino butto sempre troppa pasta, il che è perfetto quando sei solo, gli avanzi sono una benedizione del giorno dopo in ufficio ma ecco, fossimo in due stasera qua in casa me ne fotterei di avere il pranzo da riscaldare pronto. Tanto potresti andare avanti tu con i pokemon e io nutrirmi di schifo precotto dal supermercato. Fossimo in due stasera qua in casa ti chiederei di tirare su una canna perché le mie vengono malissimo e sembrano spade stellari usate dai robot cattivi di una serie animata giapponese di quart’ordine. Qualcosa che trasmettevano quando tu non eri ancora nata e nemmeno io. L’unica cosa buona delle mie canne e che dopo mi viene voglia di scrivere e di non fare nulla in generale, nemmeno prendere il telefono per vedere se sei online. Fossimo in due stasera qua in casa non mi farei le canne per non pensare al fatto che visualizzi ma non rispondi. Fossimo in due stasera qua non mi chinerei a raccogliere tutti i capelli che perdi, li lascerei coesistere col mio ordine. Per qualche ora. Forse due giorni. Poi impazzirei e mi sentirei in dovere di passare l’aspirapolvere perché tanto anche se sparissero loro, tu saresti ancora qui pronta a perderne altri. Magari mentre stai sul divano e hai smesso di badare ai pokemon perché giustamente hai di meglio da fare, finire il libro tanto per dirne una. Quello che provi sempre a concludere ma poi subentro io o con i miei videogiochi o con la mia fissazione per il tuo culo. Credo la colpa sia di questo posto. Da quando hanno bannato le tette uno riscopre i vecchi piaceri della vita. Le chiappe. Diventa una fissazione e tu mi sembra di ricordare dovresti avere un culo capace di creare devoti in giro per il mondo grazie ad internet. Dovrei fotografarlo e pubblicarlo e poi chiedere l’8x1000 in onore di tale capolavoro ma credo alla fine non farei nulla. Al massimo sposterei le coperte mentre dormi e starei lì a fissarlo. Fossimo in due stasera qua poi però mi sentirei in colpa e mi dedicherei pure alle tue tette, perché è un periodo durissimo per loro. E per i capezzoli. Non parliamo di quanto mi perderei a confortarti i capezzoli e dirgli che passerà. Presto potranno tornare ad esporsi. Fossimo in due stasera qua poi si finirebbe a discutere anche di tre e di quattro e di cinque e del tuo sei e sei e mezzo e del perché non riusciamo più a stare con una persona sola ma creiamo costanti numeri in catena per cosa poi? per quando siamo soli in casa la sera e abbiamo fumato troppo e vogliamo schiaffarci sul divano e avere compagnia mentre ci ignoriamo. Fossimo in due stasera qua farei scegliere a te la musica. Anche perché io metterei su le mie canzoni e ti romperei il cazzo con la mia carriera musicale e tu forse saresti abbastanza buona da ascoltarne un paio prima di andare in bagno e starci per ore. Poi anche perché mi fido dei tuoi gusti. Maggiormente di quelli di cinema e serie tv e in effetti questa è la cosa che più mi fa girare il cazzo del non essere in due stasera in casa, che i miei gusti sono molto limitati ed è da un casino che non trovo qualcuno di cui resti affascinato dai gusti. Specialmente se decide poi di uscire con me. Ma che gusti di merda hai? Fossimo in due stasera qua in casa ti lascerei tutto il tempo per prendertela con me per essere venuto a vivere a Vienna e il freddo e il grigio e la lingua (perché a Milano invece no eh si sta da Dio) e so che lo faresti finché non ti renderesti conto che alla fine, in casa mia, in due, qua, non si sta per niente male e fanculo alla città che è solo contorno. Fossimo in due stasera qua in casa ti lascerei prendermi in giro perché ancora quando sei malinconico ti metti a scrivere su Tumblr ma vuoi finirla che poi quelli pensano che stai sempre preso male e invece no stai benissimo. Stai solo in uno in casa che cosa vuoi che sia. Sorriderei promettendoti che no stavolta sto scrivendo qualcosa che fa ridere e invece non è vero e tu mi conosci troppo bene e mi chiuderesti il portatile per evitare di rompere agli altri. Ma tanto chi c’è ancora quassù che legge? E poi certi atteggiamenti adolescenziali vale la pena portarseli dietro. Tipo fermarsi a salutare i cagnetti lasciati fuori dal supermercato e complimentarsi con loro per l’ottimo lavoro svolto e scappare non appena sopraggiungono i padroni perché che ne sanno loro di quello che c’è tra di noi, di quanto sogniamo di stare insieme. Io e i cagnetti tu che c’entri. Fossimo in due stasera qua chi laverebbe i piatti? La persona col culo meno bello oh no, cazzo. Vabbè. Non è un problema tu però preparati che dopo abbiamo la diretta in streaming con i fedeli della Repubblica Dominicana e sai che ci tengo a fare una buona inquadratura, loro ci mandano un sacco di soldi. Fossimo in due stasera qua in casa si è fatta l’ora giusta per dormire non appena abbiamo voglia di andare a letto, che può essere anche due minuti dopo essere rientrati. Tanto lì si troverebbe sempre qualcosa da fare. Non per forza sesso, eh. La switch ha di bello che è portatile quindi io vado avanti coi pokemon tu dormi pure, ah no, adesso ti è venuta voglia, ah sì, certo, quando fa comodo a te allora, non volevi finire il libro? Fossimo in due stasera qua in casa ci sarebbero le finestre aperte per far entrare l’inverno o forse sono chiuse e il freddo arriva da te, o dal fatto che non siamo in due stasera qua in casa ma solo io e ho scoperto che davvero, scaldare una casa intera quando si è da soli è molto più difficile. Consumi di più. Mi hanno detto di invitare gente così paghi meno riscaldamento e ci sto pensando. Offro pareti domestiche in cambio di calore. Però ecco non sarebbe proprio l’ideale. Basteresti tu credo, io ci metto un attimo a capire come hackerare i termosifoni e spararli così in alto da accelerare vertiginosamente la fine ovvia del pianeta. Chissà se con lo scioglimento dei ghiacci il mare arriverebbe mai a Vienna. Se ci arriveresti tu in barca. Magari meno stronza. Fossimo in due stasera qua saremmo fatti duri. Un po’di tutto. Fammi solo mettere la sveglia ché domani mattina devo ricordarmi di essere adulto per un paio di ore.
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A volte provo a raccontare agli altri come mi sento, cosa provo quando vado in crisi e a volte gli altri credono di capirmi benissimo tanto da dirmi frasi tipo “non sei l’unica, questi problemi li hanno tutti”, ma si sbagliano. Perché dovete sminuire la sofferenza altrui? Che rabbia, ho sempre reagito male a comportamenti del genere, queste parole mi colpiscono dentro e non riesco a non sentirle come un affronto, urlo. Perché dovete normalizzare la mia situazione e drammatizzare la vostra? Non riesco a comprenderlo. Se una persona sta male ha bisogno di essere ascoltata senza giudizi, ha bisogno di una mano, un abbraccio, di una presenza vicino e piuttosto che dire stronzate l’altro potrebbe rimanere in silenzio. Non è una gara a chi sta più male, non è un confronto di dolore. Empatia. “Non ti posso capire, ma sono qua”. Chi usa termini come “svogliata, pigra, manipolatrice, bambina, frignona”, chi insulta dandoti della “pazza”, chi ti prende in giro perché piangi o hai attacchi di panico, chi vedendoti i tagli dice “cechi attenzioni”, chi ti ricorda costantemente che “non ti impegni abbastanza” non ha capito un cazzo. Non è vero, non è così e stare male non è questo, non è una colpa, non è una scelta. Non è divertente non riuscire ad uscire di casa, andare in crisi ogni giorno, litigare con tutti, allontanare tutto, perdere la scuola o il lavoro. La vita non è facile per nessuno, è vero, ma ognuno di noi ha problemi diversi e non tutte le situazioni sono uguali. Voi al mio posto sapreste fare meglio? Perché io ogni dannato giorno-tutti-i-giorni-sempre sono costretta a fare i conti con i miei sintomi che non accennano a calmarsi e non vanno via. Mi sforzo e forse non ve ne accorgete, ma è una lotta continua la mia. Non ditemi che esagero, perché sono sicura che al mio posto fareste le stesse cose e preghereste per tornare “normali”. Io sono normale, ma il mio disturbo non lo è, disumano e ti distrugge. Non sono io che ho scelto di soffrire, voglio stare bene e ho urgenza di stare meglio perché mi chiedo in continuazione se vale la pena vivere, desidero la pace dentro di me, vorrei poter chiudere tutta questa merda in uno scatolone e poi buttarla via. Ma non ho tregua e anche quando esco di casa e chiudo la porta dietro di me non riesco ad alleggerirmi la testa e respirare l’aria fresca, lo capite? Non posso prendermi una pausa da me stessa. Se fosse così semplice cambiare l’avrei già fatto.
Ci vuole tempo e ci vogliono persone che purtroppo non sono io, perché da sola non ce la faccio e vi prego basta con la stronzata del “devi farcela con le tue gambe”. Ho bisogno di aiuto e so benissimo che non è facile e immediato. Avete idea di quanto sia difficile accettare che non riuscirai ad andare bene a scuola neppure impegnandoti, che non basterà una notte di sonno per toglierti la stanchezza, che per quanto ti possa sforzare domani ti vedrai nuovamente una cessa allo specchio e ti vergognerai ad uscire, che in un momento in cui dovresti essere felice invece sarai depressa e tutti ti guarderanno storto. E’ difficile accettare che forse un medico riuscirà a capirti ma tua madre no, che a tua padre vai bene solo quando stai in silenzio, che il tuo ragazzo pensa che tu sia un peso e vuole lasciarti per questo, che la tua amica inizia a smettere di cercarti perché diventi ingestibile. E’ difficile accettare che quando stai male l’unica soluzione è farsi male, che quella solitudine la proverai anche in mezzo a 200 persone, che quel vuoto non lo potrai colmare neanche col cibo di tutto il mondo, che l’effetto di quella sostanza dura solo qualche ora e poi il dolore torna. E’ difficile accettare che questo inferno è la tua vita.
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Autobus!AU - parte uno
Dopo millenni sono finalmente tornata con un nuovo chilometrico headcanon a punti! Ci stavo rimuginando su da almeno due mesi, solo che la mia idea ha subito numerose trasformazioni e alla fine il mio cervello, a causa dei molteplici autobus presi nelle ultime settimane, ha partorito questo.
Breve contestualizzazione: Ermal studia lingue a Roma e, abitando piuttosto lontano dall’università, è costretto a muoversi con i mezzi pubblici. In un’ordinaria mattina di ottobre, a causa del suo coinquilino Marco, perde l’autobus ed è costretto ad aspettare il successivo. È così che il destino gli fa incontrare Fabrizio, che cerca di racimolare soldi mitigando da un lavoro all’altro e, di tanto in tanto, esibendosi in qualche locale notturno. Il resto è storia.
Nonostante la corsa olimpionica dall’androne del palazzo fino alla pensilina della fermata, Ermal arriva giusto in tempo per vedere l’autobus ripartire e sfilargli davanti, senza che lui possa fare niente per fermarlo
In quel preciso istante il suo cervello sta già formulando improperi in tutte le lingue e i dialetti da lui conosciuti, oltre che un piano infallibile per vendicarsi di Marco, il suo sventurato coinquilino
“Io ho lezione alle nove, tu alle undici. Ergo, in bagno ci vado prima io”
Peccato che quella mattina Marco, dopo aver passato la nottata insonne, aveva deciso che necessitava di una lunga doccia fredda e aveva tenuto occupato il bagno per mezz’ora
E a poco erano serviti i pugni sulla porta e le velate minacce di morte: non era comunque riuscito a prepararsi, a mangiare quel tanto che bastava per non svenire in aula, a ritrovare l’abbonamento – che chissà come era finito in mezzo ai libri – e a non perdere il bus
Così adesso, seduto su una panchina con le braccia incrociate al petto e con uno sguardo omicida dipinto in volto, è costretto a prendere la corsa successiva. Sarebbe riuscito comunque ad arrivare in tempo, ma avrebbe dovuto rinunciare al solito caffè in compagnia di Dino e probabilmente sarebbe crollato dopo nemmeno la prima ora
Sono due le cose che Ermal odia di più in assoluto: arrivare in ritardo e rinunciare al caffè, soprattutto quando lo aspettano due ore di linguistica. E lui è in ritardo – almeno rispetto ai suoi standard – e non assume caffeina da più di dodici ore
La giornata è decisamente iniziata con il verso sbagliato e non può che finire col peggiorare
L’autobus arriva venti minuti più tardi, mentre Ermal sta scrivendo un messaggio a Dino e sta pensando ad un metodo per rasare il ciuffo di Marco senza essere scoperto
Perlomeno non è eccessivamente affollato e ci sono dei posti a sedere. Si fionda su quello più vicino, proprio di fronte ad un ragazzo intento ad ascoltare musica ad alto volume. È talmente forte che riesce a sentirla pure lui e questo lo scazza ancora di più
In realtà non è nemmeno troppo fastidioso, ma la giornata è appena iniziata e a lui già girano le palle, quindi gli urterebbe anche il ronzare di una mosca
Prima che possa scoppiargli un mal di testa atroce, decide di dirgliene quattro chiedergli gentilmente di moderare il volume, il tanto che basta per non ostentare i suoi gusti musicali a chiunque si trovi nel raggio di pochi passi
Ma quando si volta in sua direzione la sua bocca non riesce a produrre nessuna frase di senso compiuto, rimanendo semiaperta e conferendogli un’espressione a dir poco ridicola. Perché il ragazzo di fronte a lui è innegabilmente bello, tanto da fargli perdere ogni funzione cognitiva
Avrà qualche anno in più di lui, i capelli castani e gli occhi scuri, tra i più belli che avesse mai visto. Il naso è all’insù, contornato da una leggera spruzzata di lentiggini, e le labbra carnose e screpolate, che normalmente avrebbe considerato orrende ma che su di lui stavano d’incanto. Inoltre non può fare a meno di notare le braccia ricoperte da tatuaggi.
Ermal.exe non risponde
Non riesce a staccargli gli occhi di dosso. Sembrava essere stato scolpito dal più abile degli scultori. L’avrebbe volentieri fissato per ore ed ore, studiando ogni singolo particolare
Vabbè dai, possiamo anche dire che si è preso una bella sbandata per un perfetto sconosciuto
Manco nei romanzi rosa o nelle soap opera più scadenti
“Aò regazzì, che te sei ‘ncantato?”
Ermal è talmente andato che nemmeno si è accorto che il tipo si è tolto un auricolare e lo sta guardando abbastanza confuso. Probabilmente l’avrà anche scambiato per un pazzo o un maniaco
È stato beccato in pieno e non può camuffarlo in alcun modo. Infatti nemmeno si è premunito di abbassare o distogliere lo sguardo. Il suo unico intento è quello di non arrossire, almeno per mantenere un minimo di decenza
E la prima figura di merda della giornata è stata fatta
Non gli ci vuole molto per mettere su l’espressione più strafottente che conosca e fare sfoggio della sua tagliente ironia, l’arma più valida ed efficace che possegga. Anche perché l’unica cosa che può fare è buttarla sul ridere
“Scusa, ma è colpa tua. Ti hanno mai detto che sei tremendamente bono?”
Tanto la sua dignità l’ha già mandata a puttane un minuto fa, non ha niente da perdere
Il ragazzo sembra apprezzare il suo tentativo di battuta, perché ridacchia imbarazzato e si copre gli occhi con una mano
Ermal.exe è completamente fuso
“Pe’ caso ce stai a provà co’ mme?”
Ma no, cosa te lo fa pensare?
“È così che attacco bottone. Di solito funziona”
ErMarpione mode on
No davvero, ci manca solo che ammicchi
“Sono Ermal, comunque”
“Io so’ Fabrizio”
Ermal nota adesso che si era sfilato un auricolare, quindi si allunga per afferrarlo e se lo porta all’orecchio destro. Almeno così avrebbero avuto un argomento di conversazione – perché un’altra cosa che odia sono i lunghi silenzi imbarazzanti – ed è troppo curioso di sapere cosa stia ascoltando
Quando riconosce la canzone si illumina, ma cerca in ogni modo di non far uscire il fanboy che è in lui. Fabrizio l’ha ovviamente notato e il sorriso gli si allarga un po’ di più
“Non mi dire, anche a te piacciono i Radiohead?”
Tempo due secondi e già stanno discutendo di generi musicali, artisti e concerti vari. Ermal è a dir poco entusiasta: lui ama la musica, ma non riesce mai a parlarne con i suoi coetanei, perché, oltre ad essere terribilmente ignoranti in materia, hanno dei gusti alquanto discutibili e lontani anni luce da quelli che sono i suoi
Scopre inoltre che nel tempo libero Fabrizio suona e scrive canzoni, proprio come lui
Non solo è bellissimo, ma è anche un musicista. Ermal è a tanto così dal chiedergli di sposarlo
“Un giorno di questi devi farmi ascoltare qualcosa di tuo”
“Un giorno di questi? È il tuo modo pe’ chiederme ‘n appuntamento?”
“Forse”
“Ce sto, ma solo se me fai ascoltare pure qualcosa di tuo”
Questi due sono ormai dentro ad una bolla, potrebbero continuare a chiacchierare fino a che non si faccia sera. Tornano alla realtà solo nel momento in cui Ermal si accorge di essere arrivato alla fermata e finalmente ricollega i puntini: ha lezione all’università, è in ritardo e se non vuole arrivare fino al capolinea forse è il caso che si affretti a scendere
Ermal scatta in piedi, già pronto a correre a perdifiato fino alla sua aula pur di trovare un posto decente, ma Fabrizio lo ferma poggiandogli una mano sul braccio
“Ci vediamo domani mattina, Ricciole’?”
“Certo, a domani”
Inutile dire che questo è solo la prima serie di molti altri “ci vediamo domani”. Da questo momento, infatti, Ermal prende abitualmente l’autobus delle otto e un quarto col solo scopo di vedere Fabrizio almeno una volta al giorno. Egli, d’altro canto, gli occupa sempre il posto di fronte o, se è già occupato, gli cede con molta galanteria il suo
E quelle semplici chiacchierate si trasformano ben presto in molto altro: una colazione e una sigaretta smezzata in una fredda mattinata di novembre, una pausa pranzo passata insieme quando Ermal ha lezione al pomeriggio, interi weekend trascorsi a casa di Fabrizio ad ascoltare musica e strimpellare la chitarra. Senza dimenticare che, quando può, Fabrizio lo accompagna fino al campus universitario e si ferma con lui fino a che non cominciano le lezioni
“Avete la mia benedizione” aveva sentenziato Marco la sera in cui finalmente il suo coinquilino gli aveva presentato Fabrizio. Ermal l’aveva invitato a cena senza dirgli nulla, quindi era rimasto un attimino scioccato quando era rientrato a casa e aveva visto in cucina i due flirtare palesemente battibeccare come una vecchia coppia sposata e scambiarsi sguardi languidi. Subito aveva sentito il bisogno di ritirarsi nella sua camera, sentendosi di troppo, e di ripresentarsi solo una manciata di minuti più tardi
Marco ha capito da subito quanto Fabrizio sia importante per Ermal, l’ha capito da tutte le accurate descrizioni che gli fornisce e dal sorriso che mette su quando lo nomina – e quel sorriso ce l’ha solo quando parla di sua mamma e dei suoi fratellini
E insomma, è piuttosto palese che si sia preso una bella cotta, peccato che Ermal sia terribilmente cocciuto e, piuttosto che ammettere una cosa del genere, preferirebbe nuotare in acque infestate dai piranha
Ha provato anche ad affrontare l’argomento con lui, ma il suo coinquilino gli è letteralmente scoppiato a ridere in faccia
Va bene, non può negare che Fabrizio sia splendido e che gli provoca non pochi scompensi. Ed è vero anche che in pochissimi mesi abbia assunto un ruolo fondamentale nella sua vita. E sì, ama passare quanto più tempo possibile in sua compagnia e, quando non riescono a vedersi, sente un pochino la sua mancanza. E la sua voce lo fa impazzire, potrebbe ascoltarlo cantare per giorni interi senza mai stancarsi
Ma da qui a dire che si è innamorato che ne vuole, sebbene tutti quelli che conosce sostengano il contrario
E ne rimane fermamente convinto fino ad una fredda mattina di metà gennaio
Ermal ha un importante esame e, nonostante abbia studiato per tutte le vacanze di Natale, è più in ansia del solito. Sente di non essere abbastanza pronto e teme di dimenticare anche quelle poche cose che ha memorizzato
Si è svegliato con una fastidiosa sensazione di nausea e non ha nemmeno fatto colazione. Adesso se ne sta pentendo perché non solo si sente debole come uno straccio, ma il suo stomaco ha anche iniziato a brontolare. Una volta arrivato all’università avrebbe bevuto come minimo tre caffè
Fabrizio si è accorto che ha qualcosa che non va, l’ha capito quando era salito sull’autobus senza degnarsi di salutarlo e tenendo gli occhi fissi su quelle che sembravano pagine e pagine di appunti e schemi
“Non so un cazzo, Fabrì” esordisce Ermal, dopo aver passato gli ultimi cinque minuti a ripetere sottovoce lo stesso argomento a mo’ di cantilena
“Dai, mo’ non esse’ tragico. A me sembra che le cose le sai”
“Non sono tragico, sono realista. Non so davvero un cazzo”
E Fabrizio cerca di tranquillizzarlo, ma le sue parole sono completamente inutili. Ermal non lo sta minimamente ascoltando ed è tornato a concentrarsi su quei fogli
Quindi si sporge verso di lui, e gli appoggia una mano sulla coscia, col tentativo di rasserenarlo un po’
Quando Ermal se ne accorge, deve autoimporsi di mantenere un certo contegno e di pensare soltanto ai suoi appunti. Ripassare non è mai stata un’impresa così ardua
Senonché il pollice di Fabrizio inizia a tracciare dei cerchi concentrici sulla sua coscia ed è allora che Ermal compie un errore fatale: incrociare lo sguardo dell’altro
Nello stesso momento il cuore prende a battergli furiosamente nella cassa toracica e cerca di convincersi che no, questo non vuol dire che si sta innamorando
Poi Fabrizio gli sorride in un modo così puro ed adorabile e all’improvviso si sente mancare la terra sotto i piedi (in realtà sta seduto, ma dettagli). Non può fare a meno di ricambiare
E sì, forse si è un attimino perso in quegli occhi nocciola, perché ci mette un po’ a realizzare di essere arrivato
“Io… dovrei andare” bisbiglia Ermal, rompendo quell’attimo magico e deciso a mettere quanta più distanza fra loro, perché è fin troppo confuso
Così confuso che di primo acchito nemmeno si accorge che Fabrizio – che è molto meno stupido di Ermal e figuriamoci se lo fa scappare via proprio adesso! – è sceso con lui e gli ha poggiato una mano sulla spalla per fermarlo
“Ti posso offrire una colazione? Me pari ‘n cadavere, non puoi affrontà l’esame in ‘ste condizioni”
“Ma non mi sembra il caso. E poi tu devi andare a lavoro…”
“Non ti preoccupà pe’ mme. Avverto che faccio ‘n po’ tardi. E poi te c’hai bisogno d’aiuto ed è a questo che servono gli amici, no?”
Sì sì, Fabrì, proprio amici siete
Venti minuti e due muffin al cioccolato dopo, Ermal si sente decisamente più carico e l’ansia opprimente sembra essere svanita quasi del tutto. E il merito è da attribuire solo a Fabrizio: quel ragazzo gli fa davvero tanto bene
Fabrizio si è anche offerto di aiutarlo a ripetere qualcosa – o meglio, di ascoltarlo mentre ripete, perché le sue conoscenze di inglese sono alquanto limitate
E infatti lascia che Ermal parli a ruota libera mentre lui rimane imbambolato, annuendo di tanto in tanto. Quell’insieme di suoni sono indecifrabili, ma di una cosa è certo: Ermal che parla in inglese è il sesso
“Guarda, non ho capito una mazza, ma secondo me farai un figurone”
“Grazie mille, Fabrì. Davvero. Senza di te, a quest’ora sarei già svenuto dalla fame”
“Ma figurati, Ricciole’, pe’ così poco!”
Senza pensarci troppo, Ermal allunga la mano verso quella di Fabrizio e gliel’afferra. Stretta che Fabrizio ricambia immediatamente, facendo intrecciare le loro dita
A questo punto, se avessimo a che fare con due persone normali, scatterebbe in automatico il bacio. Purtroppo, i nostri due eroi sono tutto fuorché normali, quindi niente. Si limitano solo a sorridersi come dei beoti
“Merda, si è fatto tardi!” esclama Ermal dopo quelli che sembrano secoli, controllando l’orario sul cellulare e scattando in piedi
Recupera tutti i fogli e li infila alla rinfusa nello zaino, mentre anche Fabrizio si alza e lo aiuta
“Chiamami appena finisci, va bene?”
“Sarai il primo a cui comunicherò il voto”
Fabrizio se lo abbraccia tutto e gli dà un bacio, che inizialmente avrebbe dovuto essere sulla guancia ma, siccome Ermal si era leggermente voltato verso di lui, finisce per poggiare le labbra sull’angolo della bocca
Error 404, Ermal.exe doesn’t work
È il primo a sciogliere l’abbraccio, imbarazzato fino alla cima dei capelli
“Ci sentiamo dopo, Bizio” gli dice in tono fin troppo soft e si allontana prima che l’altro possa vedere che le sue gote si sono graziosamente colorate di porpora
Okay, forse si è davvero innamorato di Fabrizio
E fine! Almeno per il momento…
Non so, avrei una mezza idea per un continuo, ma non vi assicuro niente (già per scrivere questo ci ho messo due settimane). Fatemi sapere se può interessarvi.
#ermal meta#fabrizio moro#metamoro#metamoro headcanon#madonna se fa schifo rispetto ai capolavori che scrivete voi#perdonate il mio romanaccio maccheronico#vabbè io mi dileguo
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Clip 5.5 - Pride
M: Fili? Ci sei?
F: Cheese!
M: Oh!
F: Ciao assistente!
M: Ciao!
F: Hai visto che figata?
M: Figo! Ma che facciamo?
F: Foto.
M: E io?
F: E tu devi farmi da palo, dai.
M: Wow.
Sono con un amico a fare foto in un posto incredibile...dopo se non hai niente da fare potremmo beccarci.
Non hai detto nulla a tua sorella, vero?
F: Che te ne vai in giro ubriaco per la Gay Street?
M: Eh.
F: In realtà, abbiamo avuto cose molto più interessanti da raccontarci, tranquillo. Vieni, aiutami a fare un cambio. Vieni qua. Tieni. Yes. Okay. Vabbè, ma quindi che mi volevi dire?
M: Niente. Mi...mi sto vedendo..con un ragazzo.
F: Fantastico, cazzo. Sei contento?
M: Non sei sorpreso? Ti giuro che non lo sapevo che quella era la Gay Street. Ancora?
F: Be', ti piace?
M: Sì, però...questa cosa che t'ho detto, non... cioé, non significa che io sia gay.
F: Va bene. Ma adesso stai uscendo con un ragazzo.
M: Sì. Cioè, io non...non sono gay gay. Capito? Cioè, non sono tipo te.
F: Come sarei io?
M: Hai Grindr, vai nei gay bar a rimorchiare la gente che ha come nickname la dimensione del cazzo, c'hai l'arcobaleno là come sfondo del telefono. Che poi, per carità, io rispetto molto questo tuo stile Gay Pride, eh. Semplicemente, quello che voglio dire io è che io non...io non sono così. E non penso che potrò mai esserlo. Cioè, perché devi ossigenarti i capelli e andare al Gay Pride e urlare a tutto il mondo con chi ti va di scopare? Perché?
F: Okay. Ti voglio dire un paio di cose su queste persone che usano Grindr e che ti fanno tanto schifo. Tu adesso guardi i miei capelli, guardi il mio tatuaggio... Ma non ti rendi conto che io domani vado a prendere l'autobus e potrei essere massacrato di botte dal primo fascista di merda? No. Tu pensi che questa roba siano scelte frivole, così. Le camicie, il tatuaggio colorato, il Pride. Ma non c'è niente di frivolo nel rischiare anche la vita ogni volta che si esce di casa. E ti dirò di più, queste persone che a te fanno schifo, preferiscono morire piuttosto che fingere di essere quello che non sono. Tu ce l'hai questo coraggio, Martino? Secondo me no. Non ancora. E allora dovresti stare attento a non giudicare le persone che vanno al Gay Pride, le persone che lottano per i tuoi diritti, anche se non te ne rendi conto.
M: Certo, però....io non...non volevo dire questo, ovviamente.
F: Sì. Invece volevi dire proprio questo.
N: Per dopo in realtà non so.. Forse le cose stanno andando troppo in fretta... So che è colpa mia ma ho bisogno di un po' di tempo. Scusami.
#skam italia#skam italia transcripts#skam italia chats#trascrizioni skam italia#martino rametta#filippo sava#martino x niccolo#2x05
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Leggi piccola blu, se lo farai forse mi salveresti un po’.
Non ce la faccio più. È tutto una schifo da quando non ci sei. E pensa, adesso la tua piccola, come mi hai sempre chiamata, è caduta fortemente. La tua piccola è stata abbattuta, la tua piccola è in singhiozzi. E sai, l’unico modo che ho per calmarmi è “senti le sue braccia attorno al tuo corpo, i suoi baci sul viso e sul collo, senti la sua voce. Lei è qui, lei è qui”. Scusa, immagino che ti stia chiedendo tutti i motivi. La verità è che io odio questa casa infernale. Odio il modo in cui mi sento ogni giorno. Odio il modo in cui ogni volta mi sento rinfacciare tutte le cose. Odio tutto. Odio il fatto che tutti debbano trattarmi come lo schifo, quando invece non penso di chiedere molto. Perché sono sempre io quella che ne paga la conseguenze, perché si preferisce che cammi da sola, al buio, piuttosto che accompagnarmi. Eppure me la faccio sempre a piedi, non chiedendo mai niente a nessuno. Non pretendendo mai niente da nessuno. Sono stanca di dover per forza urlare al mondo che non sto bene e che non voglio pressioni perché non riesco in nulla, eppure sembra il solo e unico modo per poter stare da sola. E poi non posso chiedere nemmeno di essere capita perché mi sento dire di essere stata e di essere troppo chiusa da sempre per poter essere capita. Ma non sanno che con loro non sono mai riuscita a parlare, cosa che mi veniva facile solo ed esclusivamente con te. Sono stanca tutto questo a tal punto che voglio correre via, voglio scappare e stare sola, vivere sola magari. Solo per poterti aspettare..Che sogno vero? Mi sento uno straccio, mi ci hanno ridotto così e poi sono scoppiata. Ho urlato nel vero senso della parola di voler stare con te e mia mamma mi ha potuto solo dire “lo so, dovete solo aspettare e resistere per ora”. Ma non sa, non sa tutto il bisogno che ho di essere salvata da te, perché io voglio solo stare con te. La gente è troppo piena di aspettative nei miei confronti, si vuole che io studi e che riesca a prendere una posizione, ignari del fatto che forse nemmeno io so cosa voglio fare nel futuro, se non stare con te fare di tutto per la nostra vita. E chi l’avrebbe mai detto tutto questo? Mi sento così sola in questo posto tanto ostile. Però riesco a sentirti quando vado a letto, sul divano, quando metto le braccia incrociate sulla scrivania, se giro per casa, lavo i denti..sempre. Ma tutto questo non lo reggo più. È davvero troppo per me. Questi continui litigi a casa per il mio umore di merda. Non faccio altro che parlare di te e di noi, è più forte di me, ci sei solo tu. E quindi da una piccola cazzata sono arrivati a rinfacciarmi il mio carattere chiuso con loro e tutto quello che viene considerato “merda”. E merda è tutto.
Vorrei tanto che ci fosse il modo per poterci vedere, vorrei tanto che ci fosse il modo per poter parlare con te anche solo due minuti. Mi basta anche un tuo abbraccio ed io che esplodo in te, le tue parole e i tuoi baci. Domani non andrò in facoltà, non ce la faccio con la testa. Se hai voglia in qualche modo (anche se so che non sarà possibile) sai dove sarò, controllerò sempre la panchina.
P.S. La persona del messaggio oggi ti ha definita come piccola principessa ed è stata difficile, nonostante non stia nemmeno bene lei. Mia madre vorrebbe vederci assieme e felici, insieme.
Adesso devo trovare il modo per calmarmi, ti sento, ci sei, ci sei, sei qui e mi stai abbracciando,baciando ovunque e parlando. Non ce la faccio più amore, ti prego è un disperato bisogno di salvezza da parte tua. Respiro solo se ci sei, solo se ti vedo, solo con te. Mi manchi da morire blu. Ti amo da morire.
Corri a salvarmi, blu..ho bisogno di te..perché sei tu. Sei tu la mia luce. Sei tu tutto i miei perché. Sei tu tutti i miei motivi. Sei tu la mia unica forza. Sei tu il mio unico blu. Sei tu la sola persona che mi calma. Sei tu che ci sei sempre e tu fai sentire anche se vorrei averti con me. Sei tu la persona che mi muove. Sei tu il mio corpo danzante. Sei tu la mia danza. Sei tutti i miei pensieri e tutto quello che metto in atto. Sei tutte le mie scelte. Sei tutti i miei traguardi. Sei tutti i miei obiettivi. Sei tutte le mie decisioni. Sei tu che mi puoi salvare. Sei tu il mio presente. Sei tu il mio futuro. Sei tu la mia più grande gioia. Sei tu la mia felicità. Sei tu il mio orgoglio. Sei tu la stella più bella caduta dal cielo ed al mio fianco. Sei il mio sole. Sei la mia luna. Sei tutto quello che di più bello è presente al mondo. Sei tu tutta la mia certezza. Sei tu la mia determinazione. Sei tu la mia sicurezza. Sei tu la mia principessa. Sei tu il mio sorriso. Sei tu i miei occhioni. Sei tu la mia piccola. Sei tu l’amore mio. Sei tu la mia vita. Sei tu la donna della mia vita. Sei tu il mio sguardo seguito dai sorrisoni. Sei l’unica persona capace di poter intrecciare perfettamente la tua mano alla mia. Sei tu la sola che può infilare la sua testa nel mio collo. Sei tu la sola che può baciare le mie labbra, la mia lingua, il mio corpo. E sei tu la persona che voglio ancora e ancora.
Corri da me, ti sto aspettando. In qualunque momento amore mio. Corri a salvarmi.
Ti amo da morire piccola principessa dal cuore blu tutta mia.
LA MIA RAGAZZA, LA MIA RAGAZZA, LA MIA RAGAZZA.
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15 Ottobre 2020
ehi,
come stai? l'hai trovata la tipa? ti manco almeno un po'? cos'hai fatto oggi? com'è andata la giornata? tua mamma sta bene? hai finito con le scommesse? hai mangiato? hai pensato a me oggi? ti sono venuta in mente un po'? hai pensato a come sto io? ti manco? ehi, come stai? tutto bene? mi vuoi ancora? stai meglio senza di me? mi hai sempre mentito? cos'hai fatto oggi? come stai? hai fumato tanto oggi? e con Amin? come va? e con gli altri? tutto bene? cos'hai fatto ieri sera? mi hai pensato un po'? ti sono venuta in mente a caso mentre guardavi il nulla? o mentre qualcuno diceva qualcosa che ti ricordasse me? che fai? tutto apposto? mi manchi.. tantissimo, vorrei sentire le tue mani scivolare su di me.. abbracciarti forte e darti un bacio enorme, da non staccarmi più. come quello dell'altra sera, ti ricordi? non hk neanche avuto il coraggio di dirti ciao, ti ho baciato e basta e tutto il male stava per scivolarmi via e invece no, è tornato tutto.
non puoi scivolarci tu sopra di me? ti ricordi quando eravamo così sudati da scivolate l'uno sopra l'altro, ti ricordi? cazzo.. ti ricordi quando l'altro giorno mi hai detto che anche se ci lasciamo tu hai bisogno di me nella tua vita? ti ricordi quando mi dicevi che volevi una bimba che assomigliasde a me? ti ricordi quando mi hai urlato che mi amavi dalla doccia? e poi quanto ci sei rimasto male quando non ho risposto.. ti ricordi al mio compleanno? quanto stavamo male, perché ci eri rimasto male? ma poi ti ricordi la mattina dopo? quando ti stringevo la mano e quando volevo che non finisse mai quel momento? ti ricordi poi in treno? eravamo quasi felici, come sempre, sapevamo di farci male, lo sappiamo bene quanto male ci facciamo, eppure non siamo stati capaci a lasciarci, te lo ricordi?
e ti ricordi quando sono venuta da te quella notte? ti ricordi che ho pianto dalla disperazione perché non mi credevi? e poi ti ricordi dopo? quando volevi baciarmi perché sarebbe stata l'ultima volta e invece poi ti ho detto che non volevo andarmene e ti sei intenerita per me è hai cambiato espressione? ti ricordi? ti ricordi che poi sono stata da te due giorni alla fine? eppure dovevo andare via..
ti ricordi quante volte è finita? ti ricordi quante volte mi hai lasciata? ti ricordi?
eppure non sapevi stare senza di me.. non resistivi mai.
e questa volta resisterai.
ti ho deluso, come tutte le altre volte, ti ho fatto male, ma tu non c'eri, non c'eri per me, non volevo aspettare, avevi bisogno di te in quel momento, speravo riuscissi a mettermi al primo posto, speravo che se ti avessi chiesto aiuto, in qualsiasi momento, eri lì per me. speravo di poter contare su di te, sempre, speravo di essere ciò che tu sei per me.
e invece non lo sono mai stata, aspettavo mi chiamassi ieri sera, anche se io non volevo piu, aspettavo che ti preoccuparsi per me, per il mio male e invece no.
non vado bene se mi taglio, so che fa male anche a te, ma è l'unica cosa che mi libera dal male se ci non sei tu.
ehi? come stai, tutto bene? è tutto il giorno che ti scrivo, come stai? questa sera mi sei sembrato agitato, veramente parecchio, mi odiavi, ti facevo proprio schifo, cazzo devo averti fatto veramente male, ma ti ricordi di tutto il male? cazzo che schifo che ho fatto con te, cazzo veramente, dal primo momento ho solo fatto schifo.
mi guardo allo specchio ogni volta che ne vedo uno, mi peso ogni volta che mi viene in mente e mi guardo allo specchio, e sai cosa dico? mi guardo intensamente negli occhi, e dico semplicemente : che schifo Martina, fai schifo, vergognati, fai schifo, perché sei così, che schifo, che schifo. e piango tanto fino a quasi soffocare, ogni volta che mi guardo. per questo a volte evito di guardarmi, sai?
piove.. ti penso.. la pioggia è nostra..
cazzo quante notti ad ascoltare la pioggia, 'metti la pioggia così dormiamo' e poi finivamo a scopare.. ore e ore con la pioggia, che ci faceva da sottofondo, che ci faceva addormentare.. e poi la neve.. cazzo che ricordo, quanto fa male cazzo.
quanto avrei voluto stare con te quest'inverno.. stare sotto le coperte con te al posto di andare a scuola magari, in una giornata fredda.. con la stufetta e tanto amore.. andrei per te a prendere la colazione, magari nel posto che ti piace, quello dell'altra volta.. prenderei solo le pastine con la frutta però, perché erano le più buone. preparerei un cappuccino per te e te lo porterei a letto, ti darei un bacino e poi mi metterei accanto a te.
tutto ciò è solo nella mia testa però, a scuola non ci vado uguale, pero sto nel letto tutto il giorno, nessuna pastina, nessun cappuccino e nemmeno tu, non c'è niente qui.. se non un gatto che mi fa compagnia.. sai? domani vado a vedere un gattino, mia mamma voleva un gattino oggi, siamo andate anche alla ricerca, quasi tutto il pomeriggio.
per alcuni momenti ero felice, perché avrei avuto un bel micio da coccolare e soprattutto con cui piangere e accarezzare, mi avrebbe distratto dal non pensare a te in alcuni momenti.. ma poi ho pensato a quando quelle volte mi hai portato la micia, e mi sei venuto in mente ancora, ho pensato che non avrei potuto condividere con te la felicità di avere un nuovo gatto baby, che lo volevo tanto, da troppo tempo. e mi ha fatto male, ancora.
poi la mia poca felicità è svanita in un attimo, appena mio padre ha detto che non lo vuole, cazzo, lo sapevo, non dovevamo dirglielo.. ma stiamo cercando di convincerlo..domani andiamo a vedere un gatto, cazzo credo sia la mia unica gioia che comunque non potrò condividere con te.
ci ho provato sai? questa volta ci ho provato davvero, ma ho paura, non ne ho avuto il coraggio.. e sei poi torni? e se poi ti manco? e se poi un giorno hai voglia di vedermi? e mia mamma? e mia sorella? I miei amici? che direbbero di me? e chiunque che direbbe di me? boh..
poco mi importa degli altri in realtà, solo che deludere tutti, di nuovo.. già sono una delusione continua per chiunque, cazzo.
ma tranquillo, non finisce qui questa storia, non finisce qui te lo prometto. ti ho promesso che per te do la mia vita, te l'ho giurato mille volte, ti ho sempre detto 'quando piove' e stranamente stanotte ha iniziato a piovere, proprio da quando tu non c'eri più. cazzo, ma non credi siano dei segnali questi?
cazzo,tu non ci sei, non ho nessuno, non mi va di cercare attenzioni o di raccontare nulla a nessuno, non mi va di sentire nessuno, spegnerei il telefono tutto il giorno e tutta la notte, solo che poi non posso controllare se mi scrivi.. la speranza minima c'è sempre.. sai quante volte ho spebto il telefono oggi? troppe.. per evitare di scriverti, cazzo. e anche domani sarà così.. non voglio più andarci a scuola, cazzo, ho già otto assenze.. che avrei dovuto tenere per bruciare con te, che stupida... ma non mi va di vedere nessuno, di ascoltare nessuno e di stare cinque ore in un posto che non sia il mio letto. voglio restare qui per sempre, non alzarmi più da qui fino a quando un giorno forse mi riprenderò oppure no, finirò suicidata qui, ma ora non so se lo voglio veramente.. lo dico tante volte, ci provo anche jn quei momenti ma poi mi guardo allo specchio e mi chiedo perché devi smettere di soffrire, quando tutto è appena iniziato? perché? perché devi smettere di soffrire cazzo quando della sofferenza vera non hai visto niente, non arriva il primo giorno, la sofferenza vera arriva quando davvero è finita, quando non c'è niente da fare (non che ora ci siano molte cose da fare) ma arriva quando tu la superi, quando tu veramente non mi cerchi più, quando non ti interessa più niente, quando avrai un'altra tipa, quando vedrò che mi hai dimenticata.. e credo arrivi anche dopo un po' perché per ora i nostrih ricordi sono tutti vicini a me, sono diciamo 'sottovalutati' ma dopo un po' che non ci sei, di te mi mancherà qualsiasi cosa.
ed è assurdo come tu mi abbia appena scritto che ti mancherò tantissimo.. lo vedi che infondo siamo collegati? lo vedi che c'è il l filo rosso amore? anche prima, quando entrambi abbiamo scritto wow,
per due cose diverse, chiaro ma siamo comunque telepatici.
vuoi sapere un po' cosa mi mancherà di te?
vabbe in ogni caso lo saprai, anche se non vuoi..
di te mi mancherà la tua pelle, così morbida cazzo, le tue mani, in ogni modo mi mancheranno, su di me, che mi toccano, che mi prendono, chre mi spingono, anche dentro di me.. mi mancherà il tuo profumo, tantissimo, sono ossessionata in realtà da quel profumo, ne ricordo due, mi resterà sempre in mente se lo sentirò, anzi se devo dirtelo non mi ricordo quando ma l'ho sentito vicino a me e mi sono venuti i brividi... mi mancherai quando a Vicenza tutti i giorni passerò davanti a quel sushi di merda che si chiama Sakura, mi verrai in mente ogni giorno, forse arriverò a cambiare lato della corriera, mi mancherà giocare con te a cod, mi mancherà tu che mi prepari da mangiare, o chre versi a chre per me il the, mi mancherà averti intorno, mi mancherà scopare con te e quello credo non riuscirò più a farlo con nessuno, mi mancherà venire a Schio e dormire con te, mi mancherà anche macchia,ma ogni tanto passerò a salutarla, sperando di incontrarti lì, mi mancherà anche litigare con te, mi mancherà dormire abbracciata a te, mi mancherà toccarti di notte, mi mancherà toccarti il cazzo mentre sei mezzo addormentato, mi mancherà qualsiasi cosa cazzo, avrei una lista infinita di cose, non finirebbe più, te lo giuro che sarebbe infinita.. e ogni giorno sento che mi mancherai sempre di più, ma tu come farai? dato che non vuoi stare solo? come farai? cazzo come? forse ti mancherò più io, forse perché tu cercherai altre persone, aspettando di nuovo quella giusta, o continuerai a cercare tipe ma infondo lo sai che non ci saranno tipe come me.. e neanche come te, non preoccuparti. tanto non vorrò mai più nessuno, credo che chiunque non sarebbe alla tua altezza, chiunque non sarebbe te, cazzo. non ci sarà mai nessuno come te cazzo.
è assurdo però quante cose ho sentito da te, quante volte ho sentito di farti schifo, quante volte ti ho visto rimanerci male, quante volte ho visto la delusione nei tuoi occhi.. quante altre ci ho visto l'amore invece nei tuoi occhi, cazzo i tuoi occhi.. son così belli, hanno un colore che cambia con la luce, sotto il sole sono molto più chiari, quando sei incazzato però diventano scuri, il tuo sguardo è diverso, cambia totalmente, ma quando mi guardi a volte non resisti.. lo so, non resisti e poi ridi, o sorridi.. e quando stiamo litigando e poi iniziamo a ridere, cazzo non sai che bello, non sai quanto vorrei ridere con te ora.. parlarti, coccolarti un po' e poi fare l'amore con te.. non sai quanto cazzo lo desidero, sistemare le cose, sempre, cazzo. ma perché arriviamo sempre a questo punto? perché cazzo? forse le altre volte abbiamo sempre sbagliato ci siamo dati troppo poco tempo, pretendevamo tanto, nel tempo sbagliato, in un tempo che non era corretto per cambiare tutto..
ma non resistevamo un cazzo, neanche ora resisto ma ora ho paura di tutto quello che possa succedere.
torni sempre da me, lo so ma questa volta ho paura di no, anche se mi sembra la volta in cui io posso davvero migliorare per te, posso riuscirci, o posso provarci più di ogni altra volta ma dovresti darmi del tempo oppure semplicemente aiutarmi a farlo, aiutarmi a farmi capire tutto quello che non va, magari dicendolo tranquillamente.
non vorrei mai perderti, mai.
l'unica cosa che so è questa, voglio andare via con te Filippo..
e se dovrò riconquistarti allora ci proverò.. ci proverò con te, di nuovo, anche se non lo vuoi, ci proverò con te fino a consumarmi tutta, fino a non avere più sentimenti e poi potrò dire di aver dato tutto.
ma ci vuole tempo per migliorare cazzo..
mi dispiace tu debba fumare ogni giorno per sentirti meglio e per non piangere, mi dispiace che tu debba fare quello per stare bene, fidati che se potessi fumare quanto te, lo farei anch'io per sentirmi meglio..
ho fame, mi è venuta tutto un colpo ora.. cazzo..
tra poco dovrei alzarmi per andare a scuola, non mi va, non ci vado, non ho voglia cazzo di vedere nessuno.
in alcuni momenti filippo vorrei mollare tutto, lasciarmi andare veramente, in altri vorrei soltanto parlarti e risolvere tutto, poi perdo le speranze e poi invece le ritrovo in qualche modo.. è già un suicidio averti perso, credimi..
io non riuscirei mai a scrivere a qualcuno per sentirmi meno sola, perché tanto mi sentirei vuota comunque, dovrei ripartire da me per ricominciare a stare senza di te, l'hai provato anche tu con betta, non ti sei mai dimenticato di lei, finché non è effettivamente arrivato il vero sentimento, anche se a volte lei ti viene in mente.. e non sono sicura proprio per niente che tu l'abbia dimenticata..
non importa vabbe..
avrei mille cose da scrivere cazzo, mille cose da dirti ma mi gira la testa, credo ora di addormentarmi, ho troppo mal di testa..
ti auguro una buonanotte e ti mando un bacino, anzi tre, d'amore come dici tu..
spero davvero qualcosa si sistemi, finché ho questa speranza posso sempre cambiare per te.
ti amo, più di ogni altra cosa, sul serio, bon ho mai amato qualcuno così tanto..
sei l'amore della mia vita cazzo.
lo so che non c'è più tempo, lo so che te l'ho detto troppe volte ma credo che sia il limite questo ed è forse ora che bisogna dare una svolta a tutto.
tanto non mi credi vero? no.. tu non ci credi a me.. non hai più speranze vero? lo so..
si vede.. forse qualcuno c'è che ti ispira? cazzo..
cazzo..
non mi vuoi più, veramente non mi vuoi più..
fa davvero troppo troppo male..
credo che questo messaggio infinito possa finire..
sta a te credermi o no,io posso provarci. davvero.
ti amo.. buonanotte amore.
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16 settembre, mercoledì. E sono già nove mesi che anakin non c’è più. Nove mesi da quando ho saputo che sarei entrata in comunità entro tre giorni. Forse è per questo che è una giornata di merda. Da ieri sera andre non sta bene ma oggi tocca davvero il fondo. E io non ce la faccio esplodo. Mi evita. Finge che non esisto. E Emily continua a cercarlo. Ragazzina stupida piena di speranze sei solo una piccola troia. Possibile c non capisci che non gliene frega già più un cazzo di te? Solo perché hai fatto i permessi per uscire il weekend lui ha dato fuori di matto. Completamente. È paranoico. Crede non si cosa. E Emily continua a cercarlo nonostante tutto, ad essere accidente con lui. Fino a quando sul divano mi dice vattene lasciami stare e allora gli rispondo ok ma poi non dire c he non ci sino stata. Prendo le mie sigarette e mi apparto sulle panchine. Voglio farmi male. Bruciarmi. Vorrei bruciarmi con la fiamma ma sarebbe troppo evidente. E non sono abbbastanza dissociata e non solo ho paura che mi vedano. Allora mj spengo la sigaretta addosso almeno dieci volte. Dieci ustioni. Che non dico a nessuno. Solo Giulia mi chiede vuoi stare sola? Si le dico, e lei capisce. Lei sa che mi farò del male. E se ne accorge quando salgo. Ti sei fatta tanto male? Mi chiede. No. Le rispondo. E lo penso davvero, dieci uscio i da sigaretta non sono niente per me. Non sono come lei che si brucia solo con le sigarette e pare che si sia strappata un braccio. Per me questa roba è roba da niente. Non dirlo a nessuno le dico. Voglio andrea. Voglio lui e basta. Ma lui non mi vuole più. E io mi sento spezzata in due. Emily non Se ne capacita. La sento piangere la vedo in un angolo a lasciare lacrime al vento. Non c’è speranza stasera. Vado a letto sperando che domani sia un nuovo giorno. Anche se non ci credo. No, non ci credo più. Lui non mi amerà mai più. E io non ho fatto niente perché questo accadesse. Fanculo. Fanculo Emily. Non sai scegliere. Noi dobbiamo stare da sole. Al mondo c’è posto solo per noi undici. Tutti gli altri sono solo meteore. Alcune sono un porto sicuro. Altre sono solo sassi incastrato tra me e il cielo. Sassi. Sassi.
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E’ questione di stile
Salve a tutti e buona domenica!
e anche buona festa della mamma!
avete portato un pensiero alla mamma o ve lo siete dimenticati?
Comunque non volevo parlare di questo, anzi la mia mamma congiunta sono già andata a trovarla, le ho sistemato il telefono e le ho regalato un piccolo fiorellino simile a quello che le avevo regalato per la festa della mamma.
Comunque non so voi, ma in questi due giorni di uscite dal lockdown ho notato cose strane.
Curiose, come se stesse impazzando una nuova moda in questo 2020 non già abbastanza funesto.
Sì tratta di “INDOSSA LA MASCHERINA E TI DIRò CHI SEI!”
Non c’è da ridere sono seria!
Ho pensato tanto a quanto sia ormai parte integrante delle nostre vite in questo periodo dall’arrivo del Covid. Senza mascherina non puoi uscire, non puoi entrare in un qualunque centro e poi hai tipologie di mascherine come se fosse il modello di un vestito ma “vesto la sicurezza meglio per la mia vita”!
Ho riprodotto le varie modalità di come si indossa di questi tempi la mascherina, o almeno come la indossano alcune persone in questi giorni, perchè devo ammettere che alcuni hanno uno stile davvero impeccabile.
Siete pronti per la Sfilata Moda Primavera 2020 Covid? Cominciamo!
Mask1: questa è la modalità normale, comune mortale, quella più corretta che si confonde tra tutti per tutelare e tutelarci. Ovviamente il rischio “mi si appannano gli occhiali PORCAPUTTANA!” è altissimo, parlare normalmente risulti più Darth Vader di Guerre Stellari e dopo due ore affanni come se avessi intrapreso la maratona di New York.
Mask2: “Strano ma ho un naso!” oppure “Meglio il preservativo sulla spalla che dove andrebbe messo!” perchè ovviamente mi piace respirare il brivido del Covid e non quello di rispettare me stessa e la salute degli altri per far sì che il Contagio non si propaghi. Potrebbe starci pochi secondi per riprendere il fiato, ma sempre ...leggermente dicutibile.
Mask3: il modo che utilizzi quando sei in giro da solo, perchè se resti così con altri son cavoletti amari, ma tanto tanto.
Fino ad ora nulla da segnalare direi, questa sfilata l’abbiamo già vista e rivista e non si trova nulla di così eccentrico.
Ora arriva il meglio...
Stamattina sono andata a passeggio per le campagne dietro casa mia.
E’ sempre molto bello, rilassante, soprattutto dopo una serata passata di merda e i pensieri diventano pesanti. Quindi meglio sgambettare altrove, dove per un po’ ascolto il silenzio, i rumori delle galline in festa e vedo cose...
Mask, il Gomito che Respira! Basta con la Geox, la scarpa che respira, parliamo di lui.
Lui cammina, bello beato con la sua congiunta mascherata per le campagne come me, e teneva la mascherina al gomito .Mi sono chiesta appunto se avesse la “Faccia da Gomito” e non la “Faccia da ...”...ecco! Ci siamo capiti!
Alcuni, dopo aver posto questo dilemma, mi hanno detto che poteva essere probabilmente legato al fatto che gli desse fastidio la mascherina dietro le orecchie. Ci sta, rispetto. Ma sono convinta anche come come a Voldemord gli manca il naso, questa persona avesse il naso sul gomito!
Le regazzine del centro del paese che si fanno belline e graziose con tutti i tutorial youtube che si sono studiate in quarantena, ovviamente, non potevano farsi mancare questa chicca imperdibile del cerchietto Mask. E poi con i maschetti con cui si trovano a prendere il gelato, beh...ancora meglio!
Diciamo che i genitori non ne potevano più di tenerli in casa, e in qualunque modo le giovinastre fossero uscite a loro andava bene.
Quindi perfette per una moda davvero contagiosa!
Sapete che ora le Arbre Magique (mi sono sbagliata a sriverlo nel disegno ma vabbeh chissene) sno state spodestate dall’estetica della mascherina? Comodità e praticità a portata di specchietto retrovisore! Non in borsetta, ma in bella vista e pronta all’uso, per ricordarci del nostro senso civico e di quanto sta da schifo come oggetto ornamentale della macchina.
Ragazzi direi che hanno vinto questi ultimi tre fantastici usi della mascherina.
Sì, guarda, vado a dormire sul divano e a sognare quale moda potrà impazzare domani sfilando per le vie del centro della mia città.
E voi come indossate la mascherina?!
#life coronavirus locandine art vignette comics disegni teorie funny divertimento risate ironia disegno#mascherine indossare
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20/12/17
Sono stufo.. Ormai piango anche a mezzanotte. Mi chiedo perché cazzo piango che tanto non cambia un bel niente. Cambia solo che sto male, che voglio qualcuno che mi abbracci e che mi dica di non proeccuoarmi, qualcuno che mi dica che troveremo una soluzione insieme, qualcuno che ci sia sempre per me, cambia che voglio tutto questo e nessuno vuole aiutarmi.
È proprio brutto piangere da soli di notte.. Ti corichi su un lato e piangi, senti le lacrime scendere. Poi pensi al motivo e piangi ancora di più. Quasi ridi.. Già..
Bella merda si vita.
E magari la persona che ti fa stare così pensa che stando lontani si cambia in meglio, sapendo che lei è la tua cura. Che gran cazzata
Domani non ho nessuna voglia di vedere tutte quelle facce di merda be ci sono a scuola, non voglio vedere nessuno. Andate tutti al diavolo. Non vedo l’ora di andarmene da questa città di merda e dimenticare le persone di merda che ci abiatano. 17 anni della mia vita buttati nel cesso, e quando poi sembra che stiano migliorando le cose ti prendi una mazzata che ti fa capire che non sei un cazzo di nessuno, che non meriti niente. Non meriti la cosa per cui daresti la vita. E che quella cosa te la portano via quelli che, piuttosto che pagarne le conseguenze delle loro minchiate commesse, ne traggono “profitti”.
Chissà, magari un giorno pensandoci ricorderò a quanto sono stato stupido a non andarmene prima. O magari mi dirò che ho fatto solo bene a rimanere perché è cambiato in positivo alla fine.
Intanto mi vado a godere questa bella merda di Natale e inizio dell’anno. Ma andate tutti quanti a cagare, voi e le vostre feste del cazzo.. Si festeggia per un anno migliore.
Ma vaffanculo va, ogni anno è sempre una merda come quello precedente. Si spera sempre in qualche cambiamento positivo ma si va sempre peggio.
Non odio il mondo, odio me stesso che non ho la forza e la volontà di mandare a fanculo tutti quanti.
E se stai pensando “hai solo da farlo” perché non lo fai tu? Magari sei più brava di me in questa cosa. Io personalmente non riesco a mandare a fanculo la persona che amo, e tu? Riesci con così tanta facilità?
Io già solo al pensiero piango. Ma io sono un povero coglione. Magari tu che stai leggendo hai le persone che ti aiutano a dimenticare. Io non ho un cazzo di nessuno al contrario di molti altri che comunque vada hanno qualcuno che li supporta. Io con chi parlo? Con chi mi sfogo? Con chi parlo dei miei problemi se il problema principale è una ragazza (sapendo che quella ragazza è l’unica persona con cui posso parlarne)? Non bastano delle scritte dietro un telefono. Servono presenze nella vita.
Io ne ho avute poche, molto poche, si possono contare su una mano. Per anni ho cercato di cambiare questo mio destino, ma senza successo.
Mi auguro solo una cosa, che presto, molto presto, riesca a trovare una ragazza che non mi abbandoni alla prima cazzo di difficoltà che troveremo. Perché ne ho abbastanza di sentirmi dire certe cose..
Ah mannaggia a me e al giorno che mi innamorai di te migliore amica, ma come non avrei potuto farlo? Anzi il bello è che è successo tutto senza accorgermene.. Voi non avete idea di che persona sia.. Una come lei potete solo sognarvela. E sapete, la sogno anche io. Perché non posso dire che è e mia, ma di uno che.. Bleah lasciamo stare va.
Questo post non ha alcun filo logico, ma almeno mi sono un po’ sfogato visto che qui e l’unico posto in cui posso dire il cazzo che mi pare.
Ah e se qualcuno non è d’accordo su quanto ho detto me ne sbatto il cazzo.
Buonanotte
1:00
Passata un’ora e ancora che piango.. Ma Dio che nervoso..
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Still day 43862:
Voglio farmi del male.
Oggi, a parte quelle due orette e mezza con cui ho provato con L., è stato orribile.
A. si è fidanzato, con quella stronza che mi guardava con aria di superiorità. Ma vogliono che la cosa rimanga un segreto. P. me lo ha detto solo perché così forse mi metto il cuore in pace, la verità? Sto malissimo, fa malissimo. Davvero. Ora a pensarci mi viene da vomitare. Oggi ho mangiato pochissimo. Non riuscivo, non riuscivo proprio. Forse così mi vanno giù anche ste cosce di merda.
Martedì ho l'esame di chimica, mi ritirerò di sicuro, non so nulla, è un mese e mezzo che studio, ma non so nulla. Ho detto a mia madre che non sono sicura, ho cercato conforto in lei, ovviamente lei ha fatto ancora peggio e si è incazzata. "Se la pensi così negativamente è ovvio che non lo passi", mamma, tu mi conosci bene, e dovresti sapere benissimo che questi tuoi giochetti mentali non funzionano, mi fanno sentire ancora peggio. Scegliere medicina è stata la scelta più sbagliata che potessi fare. Non sono fatta per questo, non ho la testa, non ho il cervello. Ma chi volevo prendere in giro? Solo perché sono uscita col 95 da uno stupido liceo scientifico e sono entrata in facoltà pensavo che ce l'avrei potuta fare anche minimamente? Ma povera illusa. Povera povera piccola insulsa innocente ingenua Elisa. Una merda sei. Una merda.
So che è banale, e stupido, ma ho bisogno di un abbraccio che sia vero.
Ho solo bisogno di un posto dove crollare, togliere questa pesante corazza che mi sono creata, ho bisogno di stare da sola con le mie fragilità e il mio dolore, senza che gli altri se ne accorgano. Non mi sento al sicuro da nessuna parte, da nessuna parte. Sono tornata al 2014-2015. Non ho più la speranza. Non ho più gli interessi. Non vedo un futuro per me. Non vedo nemmeno un domani per me. Sto male, e nessuno può salvarmi. Non credo esista la soluzione o la persona che possa trovarla. Perché sono 10 cazzo di anni che sto male. 10. E non so davvero con che forza io sia arrivata fin qua. Non ho le forze per sorreggermi. Ho deciso di abbandonarmi sul fondo, di non lottare più, di mettere un sorriso e basta, perché di provare ad essere felice non ce la faccio più. Ho preso il doppio della dose delle gocce per calmarmi, spero che funzionino a qualcosa, sono sempre stanca, sempre stanca, ormai il caffè è come bere acqua fresca. Neanche. Perché mi fa diventare povera, i denti gialli e poi ho il fiato strano. Che schifo. Ma cosa sono diventata? Sono lo spettro di me stessa. Faccio schifo. Sono completamente fuori forma, mangio malissimo, i capelli mi diventano sporchi in un giorno, sembro una scappata di casa... Io non so più cosa fare qui. Cosa ci faccio qui. Io davvero mi chiedo perché vado avanti. Voglio davvero vivere altri 50 anni così? A che scopo? A che pro? A chi giova che io rimanga qua? Che io soffra avanti. Io lo giuro, vorrei stare bene. Lo voglio. Ma non riesco. E non venitemi a dire "non ti stai impegnando abbastanza" perché ci pensa già mia madre da anni. Io ci ho provato. Ci ho provato, cazzo. E mi odio, mi odio perché non sono riuscita a migliorare niente. Mi odio perché tutti pensano che la mia vita è perfetta e mi invidiano, quando se solo provassero a vivere 10 minuti con la mia mente, si butterebbero subito sotto ad un'auto. Il mio cervello non funziona più, ho tutto altro per la testa. Sento che la fine è vicina per me.
Questo post era molto più lungo, ma ovviamente tutto mi odia, ho scritto per più di un'ora e non si è salvato nulla. Beh, non ho voglia di riscrivere tutto. Mi faccio schifo. Odio tutto, cazzo!!! Ho perso un'ora a scrivere e non è rimasto nulla!!!!! Non ho più la memoria, quindi cerco di fare mille foto e scrivere tutto, e questo è il risultato? Grazie davvero.
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Che ne sarà di Anasthasia? Cap.1 Traumedì
Le ore di storia sono più eccitanti del prof, che ha più tette di Sarah. Le avrò ripetuto migliaia di volte questa cosa e se la cava sempre così "Cresceranno, devo ancora svilupparmi" Secondo me si sposerà dicendo a suo marito che si deve ancora sviluppare ahah. Ma la cosa bella, è che lui suda anche sotto i rotolini di ciccia. "Chiamali rotolini..!" Mi commenta Sarah di lato..e in effetti ha ragione. È così antiquato..ci farei una fortuna al mercatino. -Oi Gars, oggi ci sono quelli fighi in piscina!- -si e io peso ancora 180 kg..sono appena finite le vacanze di Natale..mi deprimono le piscine al coperto.- -Sui 180kg ti do ragione, però non si notano tanto dai!- -Va beh ma poi io sono occupata a eccitarmi guardando il prof, hai visto che sexy il maglione a quadri?!- -lasciamo stare, lo stuprerei- -va beh ci vengo, ma lo faccio solo per te.- sbuffo e vedo i suoi occhi color merda illuminarsi. -Grazieeeeeee- mi abbraccia..ragazza meno entusiasmo, non ho detto che ti sposo! -almeno la mia trippa si sentirà meno sola quando vedrà i tuoi capelli colorati polenta che esprimono un forte senso di disagio- I prof nelle ore dopo non migliorano: Quella di italiano con le tette a cono Quello di ginnastica che ha più ciclo di me e Sarah messe insieme.. Finalmente le ore finiscono e io e Sarah andiamo a casa mia dove ci dividiamo il frigo, cinquanta e cinquanta. Tanto la situazione non può migliorare, ho le gambe grosse con o senza mangiare! Sarah non ingrassa né mangiando, né facendo altro. Mia mamma inizia a fare le solite domande da detective inglese, che nemmeno Sherlock Holmes è ai suoi livelli. Mio fratello Juan arriva e inizia a fare il pirla protettivo che mi minaccia di farmi suora. -Gars, che manzo tuo fratello!- -Beh siamo fratelli..- dico tirando mela un po' -infatti! Come sei potuta nascere tu?!- Le lancio una frecciatina per non tirarle un bestemmione di quelli tipo Mosconi. Mio fratello ci accompagna in macchina, io ho il mio costume sexy con gli ippopotami blu. Sono proprio pronta a questo evento. Ho chiesto a Sarah di stringermi il costume e mi sembra ancora un po' molle, va beh, non penso mi cada. Arriviamo e Sarah è più eccitata di Hitler quando vedeva una doccia nuova. -Allora. Nicholas, Georgie, Luis e André.- -lo hai già stalkerati..brutta stronza- rido e lei arrossisce. -beh mi porto avanti- fa la finta tonta -fanno nuoto, occhio a non andare nella loro corsia o ti cazziano.- -vabbeneeee- Mi tolgo la maglia e la poso sulla sdraio. Non capisco perché ci siano dato che la gente non può prendere il sole, ma va beh. Non sono poi così grassa..55 kg non sono tanti...credo. Boh non lo so, le paranoieeeeee Sarah si tuffa e io mi avvicino al bordo piscina. C'è uno che si sta per tuffare che ha degli addominali..madonna. Cammino verso l'acqua e non mi accorgo di una ciabatta Ci inciampo e cado col culo sul bordo e poi entro in acqua di faccia. Dopo l'acqua nel naso e le orecchie tappate, mi accorgo che il reggiseno era effettivamente troppo largo.. Devo trovarlo cazzo Sarah se la ride..ridi ridi che poi ti ammazzo. Non ci vedo bene sott'acqua, cerco di prenderlo ma non riesco. È difficile coprirsi e prendere il costume insieme. Non vedo dove vado, probabilmente sbatterò contro qualcosa. Infatti... -Guarda dove vai, per cortesia- dice il ragazzo del trampolino. Dopo essere risalita e aver messo a fuoco l'immagine, riesco a capire che lui è basito nel vedermi coprire con un braccio il seno. Arrossisco, vorrei sparire. Va sott'acqua con gli occhialini e mi trova il costume. -Grazie mille, davvero- sorrido come un'ebete mentre lui si tira su gli occhialini. Ha gli occhi grigi, quasi neri. Sono penetranti e lui è molto intimidatorio. -posso aiutarti a metterlo? Non credo ci riuscirai da sola- mi sorride ironico. Ricambio il sorriso Mi giro e me lo lega stretto, dalla sdraio c'è Sarah che mi fa le facce porno e io divento ancora più rossa.. -ora, visto che tanto ti ho visto le tette, mi puoi dare il tuo numero?- ride e anche se penso che sia stato un intervento da cretino, rido pure io. -ti aspetto al bar dopo nuoto, se ti va- Annuisce e torna nella corsia. Io esco dall'acqua e realizzo che ho appena parlato con un ragazzo. Mi stupisco che io ci sia riuscita, parlare DAL VIVO ad un ragazzo, io?! Io che ho sempre trovato amicizia sui social, come tumblr. Dove ho trovato il mio migliore amico Matheny e Clara, una ragazza fantastica che mi ha sempre aiutata. -Sei proprio una troia, ti sei presa Nicholas!- -A parte il fatto che mi ha visto il seno e non so il suo nome, che differenza fa?- sono ancora tutta rossa - che ti sei presa l'unico fidanzato?!- Rimango un po' delusa. Non me la prendo tanto.. però mi dispiace. Perché credevo di aver trovato un ragazzo del quale avrei potuto innamorarmi..ma se è fidanzato non si tocca. -beh ha detto che mi aspetta al bar dopo l'allenamento..-sono un po' confusa Ci dirigiamo verso il bar della piscina mentre lei mi spiega la loro storia come se ne fosse partecipe, parla parla parla. Ho capito solo che si chiama Veronica e che ha tre anni in più di lui, che ne ha 16. È già una cosa che mi puzza..ma va beh. Sta arrivando con il suo gruppetto, gli altri tre notano subito Sarah, perché si sa che le bionde fanno furore. Nicholas viene verso di me, mi sposta la sedia di un tavolo a parte e mi fa sedere. Ancora non ci credo sia fidanzato. -Tutto okay?- mi chiede, quando smette di squadrarmi. -si tutto bene, scusa per la testata- rido e lui abbassa lo sguardo sorridendo, un po' mi dispiace che abbia abbassato lo sguardo. -mi devi ancora un numero tu o sbaglio?- poggia i gomiti sul tavolo e si avvicina pericolosamente a me, e dico pericolosamente perché sarebbe da stuprare, Nicholas Frederickson. Gli passo un foglietto dove lo avevo scritto mentre aspettavo, ovviamente con la biro rosa ahah -bella la biro rosa, la dovrei comprare- dice mentre lo registra -mh e poi la tua ragazza cosa le penserebbe? Che la tradisci con un uomo?- Mi pento subito di cio che ho detto. Si blocca stupito e mi guarda. I suoi occhi ora rendono più al nero che al grigio. -Non mi parlare di lei, non è un argomento gradito..- mi risponde freddo, per far arrivare il messaggio dritto al destinatario. -scusa, non volevo essere impertinente- abbasso lo sguardo e lui mi alza il mento con due dita, per farsi guardare. -hai gli occhi azzurri?- mi osserva e io mi sento terribilmente in imbarazzo, è davvero troppo sexy e io sono troppo suggestionabile. -dipende dalla luce, non lo sono sempre- la faccia mi va a fuoco. -ora devo andare, prometti che mi scriverai appena sei a casa? Così non mi preoccupo e sono sicuro di aver allacciato bene il reggiseno.- si alza e sorride -te lo prometto- mi saluta e ricambio. Alzò lo sguardo al cielo e mi chiedo perché sto andando a fuoco se è gennaio. Dopo che Sarah ha finito i suoi discorsi con i ragazzi torniamo a casa, mio fratello la accompagna e dopodiché arriviamk alla nostra fermata -la mamma non c'è, sta sera stai con me- -beh finché non ti trovi una ragazza, vivrai con me!- -spiritosa- Me ne vado in camera mia, che poi è comunicante con la camera di mio fratello. Quando ero piccola e avevo paura dei tuoni, cosa che ho ancora adesso, mi stringeva nella coperta e faceva finta di essere papà. Nostro papà è morto quando eravamo piccoli in un incidente "Principessa i tuoni sono le risate di papà" "E perché ride?" "Perché sei bellissima, Principessa" Le notti di tempesta le passava ripetendomi queste cose. Mi butto sul letto e guardo il soffitto. Oggi è il 18 gennaio, e il 18 gennaio sono successe tante cose. Fa freddo, il cielo è cupo e minaccia pioggia. Sono avvolta fra le coperte e ripenso a tutto quello che è successo, dopo il 18 gennaio dell'anno scorso. Chissà ora con chi sta, se mi pensa ancora a volte. Se ascolta ancora la nostra canzone e se si ricorda Delle nostre promesse. Anche Frederickson mi farà soffrire? Spero di no.. Devo scrivergli. "Ehy sono Anasthasia, sono arrivata a casa e il reggiseno ha tenuto" Invia. Mi giro da una parte, verso la finestra. È già buio e inizia a vedersi la luna. Le stelle non ancora. Mi squilla il telefono, la vibrazione del messaggio. -sono contento, mi sento realizzato- sorrido ripensando alle facce idiote che faceva. -E tu sei arrivato a casa?- Invia. -si, non riesco a dormire se non sono a casa.- che cosa profonda. Beh sarà abituato alla mamma..o alla ragazza -io riesco a dormire benissimo ovunque invece ahah- -chissà perché ma non avevo dubbi..ahah- poi ne arriva subito un altro -magari uno di questi giorni usciamo, oppure esco per venire da te-. Perché a casa sua c'è la ragazza?! -va bene, dimmi tu quando- tranne domani, viene a dormire Sarah. È la nostra serata. -mercoledì sera sono da te- che pezzente, si auto invita a casa mia, e vuole dormire da me. Non che mi dispiaccia, fossi scema.. però non voglio che accada nulla, visto che è pure fidanzato. -okay, ci sentiamo dopo- smetto di scrivergli e chiamo Metheny. "Hey Matt, come stai?" "Ehi ciao, tutto bene dai..tu?" "Ho un appuntamento, con un ragazzo" "Tu?? Un appuntamento?!" "Sii!" "Con lo spirito santo?! Occhio che ti fa rimanere incinta" mi sfotte " Ah ah ah " "Va beh sono felice per te, però cerca di non far cagate." " Va bene mamma, vado a mangiare" "Mi trovi qui quando vuoi" Sono sempre belle quelle parole, "mi trovi qui quando vuoi" Perché lui c'è anche se non c'è. Ha sempre fatto di tutto per me..gliene sono grata. Non ho fame, volevo solo guardare Tumblr in pace. Posto alcune frasi, che diventano molte. Scrivo a Clara dicendole che va tutto bene, le chiedo come sta..insomma, una conversazione normale. Leggo la posta dei lettori e c'è un messaggio di una certa Sofia, che mi dice di aver una relazione strana con il suo partner. "Ciao Ana, sono Sofia e ho 17 anni. Sto con il mio ragazzo da due settimane e lui vorrebbe avere dei rapporti..secondo te è meglio aspettare? P.s. bellissimo blog" Io" Ciao Sofia, innanzitutto grazie. Io credo che se ti fidi di lui potresti iniziare a far qualcosa. Però devi vedere tu la situazione, se ritieni più opportuno aspettare, sai quello che devi fare." Poso il telefono e mi copro tutta, inizia veramente a gelare. Sembro un involtino primavera, tutto arrotolato Mi addormento pensando all'anno scorso, e che era un po' che non ci pensavo. "E se mordo una fragola, mordo anche te" Queste erano le parole della nostra canzone.. Basta, non posso starci male ancora, soprattutto adesso.
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34 anni, fidanzato, solo.
Quando avevo 20 anni mi immaginavo la mia vita quando avrai fatto 30 anni e gli avrei passati.
Ero sempre in questa condizione, nessun amico vero e al massimo qualche conoscente, ma nulla di importante.
Non sono mai stato bravo con le persone, fin da bambino son sempre cresciuto avendo difficoltà nei rapporti, essendo sempre quello in una posizione sociale favorevole, il più piccolo, il più basso, o il più "sfigato".
I miei genitori sono dei burberi, persone cresciute in campagna, con mentalità abbastanza chiusa e ridotta, con poche sfumature e "pochi colori", con dei modi di fare veramente grotteschi. Un po' come un immagine a 256 colori.
Da piccolo avevo una fortissima fantasia, immaginavo sempre tante situazioni tante cose strane mosche giganti contro dei palazzi situazioni abbastanza surreali e avevo una fantasia che si autoalimentava. Non ricordo bene come mi sentivo in generale, ho rimosso/sepolto un po di cose.
Con la scuola però ricordo che poi invece è cambiato tutto: questo nuovo mondo in cui non era solo solita storia tra me e gli altri miei 2 amichetti vicini di casa, gira il mondo là fuori e incomincia va a farsi seria la questione, e nessuno mi ha mai spiegato ho aiutato a trovare un equilibrio durante qui momenti di sconforto quando tornavo a casa, quando non capivo che cosa stava succedendo o perché i miei compagni di scuola avessero fatto una qualsiasi cosa in gruppo, giochi scherzi eccetera.
L'unica cosa che notavo era che io ero sempre escluso, ero trattato come i bambini trattano i loro compagni di classe disagiati, handicappati.
E non capivo perché.
Poi tornavo a casa, e a scuola non avevo "fatto tutto", Come mi diceva mia mamma con tono minaccioso, e in quel momento mi sentivo come se fossi in un interrogatorio di quinto grado in cui sei così sotto pressione che anche se fossi stata una scimmia avrei risposto sì ho fatto tutto.
Ovviamente non era vero, non avevo la testa per stare dietro alle elezioni e alla scuola, dovevo stare attento ai miei compagni di classe e difendermi. Ma che ne sanno due burberi e grotteschi operai non si capisce nemmeno perché si siano sposati, quali erano i miei genitori.
Tornare a casa virgola alla fatidica domanda "Hai fatto tutto a scuola?" Rispondevo "Sì" con il terrore negli occhi, loro scoprivano che non era vero, e giù botte.
E così fino alle superiori. Elementari 5 anni, scuole medie 3 anni, superiori 5 anni. E relativi periodi estivi.
Alle superiori poi la stessa storia fino alla Terza circa, Con la differenza che le difficoltà si erano quintuplicate rispetto alle medie.
Ricordo come se fosse ieri i miei primi 2 giorni alle superiori.
Il primo giorno, non trovo la classe(le aule avevano i numeri, indicati sui un tabellone all'entrata) , e arrivo in classe un po in ritardo (come detto resto tutta la mia vita) e prendo il primo posto che vedo libero: davanti, di fianco alla ragazza down, io vestito come un coglione con una camicia a quadri tipo scozzese infilata dentro i jeans, e di un'ingenuità spiazzante, di fronte a una classe di ragazzini provenienti da vari paesini della romagna, tutti già fighettati, truccati, fighi e belli da vedere, che non giocavano più coi Lego e le bambole da almeno 7 anni. Il che, agli occhi di un gruppo di ragazzini fighetti si traduce con un solo semplice termine: "sfigato". Questo ho sentito quel pensiero echeggiare nelle loro menti come campane.
Uno dei maschi, che che negli anni successivi si è rivelato essere il mio peggior incubo, mi disse testuali parole: " Se vuoi domani vicino a noi". In un secondo mi è tornata in mente in quel momento, quel pomeriggio alle elementari all'uscita del rientro pomeridiano in cui io ero rimasto terrorizzato dalla attraversare un parcheggio dove avevo visto dei ragazzi(piu grandi) rincorrersi (x scherzo, ovviamente, ma l'ho capito anni e anni dopo) proprio nel parcheggio davanti a un bar che da bambino mi avevano detto è inculcato l'idea che girasse la DDRROOOOGAAAAAAHHHHH. Rimasi così terrorizzato che non riuscivo a muovere un passo oltre il marciapiede davanti a scuola virgola al punto che mia madre quando è uscito al lavoro alle 18,00 non trovandomi a casa Vieni a cercarmi e mi provò davanti a scuola ancora in panico. Ovviamente gridandomi perché non ero tornato a casa e si era preoccupata, con una serie di rimproveri e sberle. Hai presente quel calore materno, umano ed empatico? Io no.
Tornando alle superiori, in eureka classe, il primo giorno, alla domanda del bullo "domani vuoi sedi qui con noi?" Mi è sembrata una situazione così strana è pericolosa come quella volta credo di aver risposto una specie di "uhm ok, g-g-graz-z-zie" praticamente quasi balbettato.
Ovviamente il giorno dopo non c'era nessun altro posto libero all'infuori di quello dove mi ero seduto il giorno prima. E lì ho pensato, e mi ricordo benissimo, "oh no, altri 5 anni così! Ancora!". Terribile.
E così arriviamo in 3a, motorino, 16 anni, giorno dei compleanni tristissimi.
Da un paio d'anni mi rifugiavo nelle chatroom: a quei tempi, non esistevano Facebook, instagram, i social, fashion blogger, WhatsApp, i cellulari avevano ancora tutto i tasti, prima che Google diventasse un colosso.
Che ricordi...: ci si scriveva ancora con gli sms usando il dizionario T9, ci si faceva gli squilli per far sapere a quella persona che la stavi pensando. O per scherzo. Che poi, non è che scrivevo così tanti messaggi, e a chi li dovevo mai scrivere... che tanto avevo un giro di amicizie tendente a zero?
E allora, mio fratello, forse per compassione, forse per cercare di aiutarmi, da bravo nerd mi installò un programma per chattare, il maledettissimo "C6".
Prova, interagisci, "ciao", nessuna risposta, entra nelle "room", niente di concreto.
Poi ho cominciato a cercare su Virgilio.it altre chat, e ho trovato Jumpy.it con la sua chat libera, dove c'era la stanza "Bologna", che comprendeva tutta la Romagna. Pervertita e non.
Dopo vari mesi, che si parlava con le stesse persone, si decide di incontrarci tutti, a Bologna.
Io, sedicenne, ci vado con mio fratello più grande.
Serata carina, trovo anche da limonare con una tipa. Ma, l’inesperienza, forse era la prima tipa “mordi e fuggi”? Chi si ricorda adesso a 34 anni...
Potevo anche portarmela in bagno a chiavare, niente, non ci sono arrivato.
Troppo ingenuo.
Però ho capito che poteva essere una cosa proprio figa!
Qualche mese dopo mi sono trovato una morosina. Tenuto nascosto fino all’ultimo, fino a quando non mi è scappato di fare un disegno per una materia.
Tralasciando i particolari, siamo stati assieme per qualche mese, e con lei ho scoperto la bellezza e l'arte del cunnilingus :)))
Ma non voleva andare oltre... Sì "agitava"... Avevo una fotta e un cazzo duro come il cemento quando dicevo turbare a casa mia.
Pazienza, ci lasciamo. Avanti con la solita vita di prima per un po'. C6, pomeriggi interi a non fare un cazzo davanti al PC.
Poi all'improvviso mi contatta una tipa. Sembrava ok, ci incontriamo. Lei abitava a Rimini. Jennifer. Jenny nei miei ricordi.
Come Forrest Gump, lo sfigato ingenuo e la tipa di città con milioni di amicizie. Che paura. Ci vediamo ogni tanto ma non facciamo niente. Mi porta su in casa, in camera a porte chiuse ma io non so neanche dove mettere le mani. Neanche come fare l'intro iniziale pre-flirt.
E poi la vita che per una volta che avevo trovato un po' di serenità, mi gioca un bruttissimo scherzo.
Su C6, quel maledetto C6, mi fa incontrare una metallara.
Ci incontriamo e io per piacerle mi incomincio a travestire da darkettone. Tutto nero, giacchetto di pelle, anfibi. Così dal giorno alla notte.
Un giorno, che non me lo dimenticherò mai. Un po'per la cazzata che ho combinato, ma soprattutto per la delusione che ho dato, a me, e alla Jenny.
Fatto sta che ero con la mucca, e Jenny mi scrive. Per fare il figo esclamo "ma che cazzo vuole questa?".... Merda, non l'avessi mai detto. La mucca &Friends mi convincono a chiamarla e infamarla. Perché ora io sto con loro. Ora io ero in metallaro. Yeah, e fanculo tutto. Ero roba loro.
Ed io indovinate un po', da bravo coglione pirla sfigato e suscettibile cagnolino del male... l'ho chiamata e infamata.
Mi sentivo una merda, ero fra incudine e martello. Se non lo facevo la ciurma mi avrebbe escluso - o menato? - seduta stante.
Se lo facevo perdevo l'unico punto luce da quando ho incominciato la carriera scolastica. Ho scelto l'incolumità immediata in quel momento.
Dio cosa ho fatto. Se ci penso mi vien da piangere.
Qualche settimana dopo, in queste modo, e in totale finto menefreghismo merdallaro non ci pensavo già più. Mi avevano già dato lo zucchero filato quegli altri. La mucca la figa, e il gruppo l'appartenenza.
Avanti.
A scuola è stato un trauma. Come se già non lo fosse. Ma avevo l'approvazione della tipa. Tra l'altro una bionda liscia di 90kg per 1,70 cm, con una 6a di tette.
Età un tipo. Un tipo di mucca!
E con lei la prima chiavata, a 16 anni.
I capelli si allungavano, il tempo passava. Io ero sempre con lei, scopavamo e basta praticamente. A parte quando uscivamo con gli altri ragazzetti "alternativi", mi sentivo cool. O quando non giravamo in 2 in scooter - il mio - fra Covignano(collina) e Rimini.
Jenny non era già più nella mia vita, nella mia mente.
Ma tanto ero in un gruppo, ero accettato, ero alternativo - quindi fico(in realtà ero un cesso puzzone) e bevevo... Yeah. Autostima a sprazzi a mille, e quando ero da solo a zero.
Con la tipa scopavo tutti i weekend. A casa dei miei. Un miracolo se non è rimasta incinta. Devo dire che la scopavo veramente come un toro. Una cosa di me che non conoscevo.
Tutto questo, finché i miei compagni non hanno scoperto chi fosse, o cosa fosse, o che "tipo" fosse. E via! Giù di altra carne al fuoco. Tanto ormai...
Una volta poi, ho scoperto al Dylan Dog pub, uno dei posti più lozzi della Romagna, gli shortini di Southern Comfort.
Maledetto liquore dolciastro simil wishkey. Acido muriatico zuccherato.
E ho incominciato a comprarmi la bottiglia direttamente, ci soldi della paghetta. Me le tenevo in camera. E la bevevo di nascosto.
Se prima non avevo uno scopo nella vita, figurati in quel periodo.
Ho iniziato a metterla nelle bottiglie del thè alla pesca, perché quel liquore aveva lo stesso colore.
Poi i miei compagni mi hanno frugato nello zaino e l'han portata al prof, con relativa sua delusione. E relativo senso di inutilità e fallimento mio.
[In aggiornamento...]
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