#devo essere sincera
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Mi fa molto ridere il fatto che il personaggio di Mirko si chiami Brando però
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Comunque il video di auguri di compleanno che ha postato la tipa di Blanco non l’ho ancora superato
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#tw death#ho visto il post che ha pubblicato carlotta ferlito sulla morte di sua mamma e ho iniziato a piangere come una fontana#non so se è deformazione professionale o altro ma io penso mooolto frequentemente alle future scomparse dei miei genitori#inizialmente era più mio papà perchè più anziano ma ultimamente visto la lista lunghissima di problemi di salute di mia mamma è più lei#e se devo essere sincera non vedo nessuno dei due arrivare a certe età e la cosa mi devasta#ci penso costantemente#quando arriverà quel momento non so come farò ad affrontarlo#(e parlo di morti legati a malattie varie non riesco neanche a concepire che una tragedia potrebbe accadere improvvisamente)
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Come primo mese da padre, al di là delle battute che ogni tanto pubblico qui, è stato abbastanza duro.
Non che io le rimproveri nulla, ci mancherebbe. Come biasimare una persona che, dalla sera alla mattina, si ritrova un povero stronzo nella propria vita, senza aver avuto la possibilità di poter dire la sua, ed essere anche costretta suo malgrado a doverla accettare, quando nulla era dovuto a nessuno, solo perché le è andata di sfiga (certo, c'è di peggio, ma sempre di sfiga si tratta, è andata molto meglio al gatto di Ilaria, per capirci). Razionalmente l'ho sempre accettato, ma una cosa è dirla, una cosa è viverla, e io l'ho vissuta male, molto male, il suo tenermi a distanza, il suo volermi evitare a tutti i costi, quasi come a dire "so che devi essere il mio papà perché l'ha detto un burocrate qualsiasi, ma almeno non mi rompere il cazzo", e diciamo che così ho fatto, pieno di rabbia e delusione ci siam divisi, vivevamo come due studenti universitari che condividono una casa, ognuno per conto suo, e così è stato per giorni, non ci ho dormito per diverse notti, e non riuscivo a trovare una soluzione, nonostante ci provassi in tutti i modi, una via per comunicare, un modo per trovarsi, quelle robe di cui tutti sembrano capire tanto qui sopra e poi a nessuno funziona. Esausto e avvilito, mi sono arreso e ho fatto finta come se non esistesse più, se non nei miei stretti doveri, perché rompere le scatole mai, a nessuno.
Poi, non so bene cosa sia successo, un giorno si è svegliata e mi ha detto ti voglio bene, così, di botto, lasciandomi come un cretino. E non perché le servisse qualcosa o avesse un po' di melassa da smaltire, era sincera, si sentiva dal suo abbraccio. E da allora sembra come se stessimo insieme da sempre, la mia scrivania è piena di disegni che mi dedica, mi tira via dai meeting, ci tiene a dire davanti a tutti che passare il tempo con me è tutta un'altra cosa, e che vi devo dire, io ho ritrovato il sorriso, il sonno e la gioia di vivere. Non saprò mai perché, e non lo voglio manco sapere.
Personalmente sono contrario a mostrare foto che non sono mie, quindi qui non ci sarà mai, e pur se volessi legalmente parlando non potrei. Questi racconti sono le mie foto con lei, perché chissà, se non schiattiamo tutti forse riuscirà a leggerle queste parole un domani, e ci faremo insieme una bella risata e un bel pianto su.
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Qualitativamente, la sensazione assomiglia al panico, ma quantitativamente è più un dolorino muscolare, di quelli che si portano appresso da anni e di cui si prende consapevolezza di tanto in tanto, fino alla prossima distrazione. L’essenza è che sta cambiando di nuovo tutto, che Valerio è morto, che sono morta io in un senso diverso, la stessa me che si impegna a ricordarsi che nessuna cosa (pochissime cose) può essere più spaventosa di quel che è oramai già successo. Il volo è fissato lunedì sera: mi dico che devo decidere, ma mi stupirei di me stessa se alla fine lo prendessi. Non lo prenderò. Ma sarebbe (stato) meglio prenderlo? Dovrei scegliere la pace. La stasi. Un po’ di stasi, almeno. Fermarmi per la prima volta in quanti, dieci anni? Io con Valerio ho vissuto la mia prima rivoluzione copernicana, con lui ho sentito la pace e la stasi e la sensazione di essere a posto col tempo, nonostante non poteva esserci illusione più grande. Valerio è morto ed io ho avuto la mia seconda rivalsa, e da quando sto qui io le cose le vedo chiarissime: la bambina di tredici anni per la prima volta da sola in un paese straniero, la rappresentate di classe al liceo classico, quella che piace alle nonne, la professoressa che tiene lezioni, la donna che non deroga mai alla propria bussola morale, e quella che in ultima battuta prende quell’altro aereo, tre giorni dopo il funerale, e parla alle riunioni di laboratorio in un inglese che non ricordava di saper usare, con una voce che non sapeva di essere in grado di far sentire, e piace, se la cava, esplora la città tutta sola. Sono io, non è uno strappo: mi mancava lo spiraglio di luce giusto per cogliere il quadro nel suo complesso e vedere i puntini unirsi da soli. In tutto questo, però, manca ancora il desiderio (dov’è il desiderio?), c’è una tempistica fangosa, una cattiveria del destino per cui, quando domani sarò finalmente ed ufficialmente libera, non potrò fare nulla di ciò che avevo rimandato, ma, al contempo, posso fare molto più di quello che abbia mai osato sognare. Del resto il lavoro non è il mio sogno. Quando sono in grado, io sogno la libertà assoluta, la stasi, la pace, l’incanto di poggiare la testa sulla spalla di Valerio. E forse non pensavo avrei potuto avere di meglio, ma per natura me lo chiedevo e la risposta era sincera: niente poteva essere tanto.
Poi ci si mette la fortuna, o il destino, o il grande principio di senso del mondo che mi gioca i soliti scherzi cui ancora soccombo: stamattina a lavoro c’erano delle casse da morto (vuote), ma poi una signora mi ha fermato per dirmi quale è il nome che i residenti hanno dato ad un certo scoiattolo. I miei se ne vanno, ma devo staccare da lavoro alle 19. Mi offrono il contratto, ma dovrò dividere l’appartamento con un’altra persona. Persino l’ultima puntata di quella serie tv del cazzo che ho iniziato a vedere quando sono arrivata, e che avevo messo in pausa senza sapere quanto mancasse. Tutto incerto, ambivalente. Un po’ di morte ed un po’ di bellezza, con me al centro a gestire il traffico con una divisa scintillante, col plauso degli astanti.
Domani i nodi vengono al pettine ed io decido. Finisco ufficialmente il dottorato e decido quanti e quali affitti pagare. Metto a posto le mie cose, nell’armadio che ho qui in prestito o nella valigia grande da stiva. Domani queste cose, quando vorrei soltanto dormire, o scrivere, o arrivare a guardare la morte premendo quel pulsantino di emergenza che nessuno sa che ho, che dice: fermate il mondo, voglio scendere!
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Ho appena finito di vedere la diretta di Andrea Colamedici sul discorso del ministro della cultura Giuli.
Devo essere sincera, io la politica la sto seguendo pochissimo (a mia discolpa) anche perché cerco di usare Instagram (la mia unica - purtroppo - fonte di informazione sull'Italia) massimo 1h 30min al giorno, quindi mi sono vista qualcuno di quei meme ma non li capivo (tanto ormai mi capita spesso).
Dopo aver letto il suo post e visto la diretta, ho capito tutto e mi trovo in gran parte d'accordo con lui. Ma, a parte questo, quei 2 min di discorso "altolocato" (?) di Giuli spiegato da Colamedici mi ha fatto pensare di nuovo a quanto sono ignorante, a quante cose volevo leggere dopo l'università e a quanto poco sto leggendo (zero assoluto), a quanto avrei voluto studiare altra filosofia e a quanto sono lontana dalla conoscenza che vorrei avere, a quanto mi sento schiava di questo sistema disonesto e a quanto dovrei ottimizzare i miei tempi per riuscire ad essere chi vorrei essere. Ma ottimizzare i tempi in parte mi sembra un altro imperativo capitalista a cui non voglio cedere e quindi mi ripeto che va bene usare quel poco di tempo libero per oziare però dall'altra parte se in quel tempo ozio non ho più nessun altro tempo per fare quello che vorrei fare per diventare meglio di come sono, ed è un cane che si morde la coda già da un anno e ne voglio uscire ma non ci riesco.
#Giuli#Andrea Colamedici#filosofia#pensieri notturni#impoverimento intellettuale#ottimizzazione dei tempi#imperativi capitalisti
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Comunque se devo essere sincera e oggettiva alla fine siamo noi studenti che ci lamentiamo di ogni professore universitario ritenendolo incapace quando in realtà siamo noi che non riusciamo a seguirlo e comprenderlo (ovviamente ci sono anche professori che non hanno nemmeno il diritto di ricoprire questo ruolo importante)
“Ascoltare non sentire
Osservare non guardare”
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SOPRACCIGLIA E BARBA ROSSA
Questa è una storia su di me... a tratti noiosa e/o delirante, autocelebrativa e antipatica per taluni, commovente e sincera per altri.
Nel video che si trova fissato in alto nel mio tumblr, invito chi mi conosce da poco (oppure da molto ma superficialmente) a non confondere persona, personaggio e professionista.
Intendiamoci, non esistono tre Kon-igi schizoidi che in ogni momento non sai con quale interagisci ma di sicuro in questi spazi è molto facile che un muro scrostato e vecchio io ve lo intonachi con stucco veneziano e magari ci allestisca pure una mostra di arte contemporanea con giochi di luci meravigliose... ma comunque rimane un muro vecchio e scrostato, sull'imbellimento fantasioso del quale non ho mai mentito o promesso comodati d'uso a contratto capestro.
Mi piace citare cultura pop, video cringe, videogiochi, giochi di ruolo oppure anime e manga che abbiamo visto o letto in tre...
Ma sono nato nel 1972 e quindi sono mediamente vecchio, anche se non di merda (spero).
Nonostante tutto, difficilmente mi vedrete interagire con persone della mia età che non siano quei quattro famigerati gatti qua su tumblr, che per fortuna hanno resistito dal diventare quei vecchi di merda di cui è popolato il mondo reale e con cui faccio una miserabile fatica anche solo a prendeci assieme un caffè alla macchinetta a base di calcio&figa.
Mi autoelogio nel definirmi uno invecchiato bene... perlomeno nella testa e nel cuore (il corpo vabbe').
Ho imparato a frenare il mio paternalismo, il mio man(kind)splaining e la mia sindrome del salvatore, tenendo a bada anche una certa impiccionaggine nel voler sapere le cose degli altri per condividere ed essere d'aiuto.
Ma come state giusto ora sperimentando, perdo il prezioso dono della sintesi quando devo parlare di cose radicate ben dietro il personaggio, nella parte più profonda della mia persona.
In un post di qualche mese fa, quello in cui raccontavo in tono scherzoso del ricovero di Figlia Piccola, ho preso in prestito da uno dei miei anime preferiti (Le Bizzarre Avventure di Jojo) il concetto di STAND - una sorta di potente proiezione delle nostre energie psichiche dotata di poteri particolari - e l'ho usato come allegoria della sua enorme forza d'animo nel non farsi piegare dal dolore, fisico e psichico.
Continuiamo questo sciocco gioco metaforico e fate cortesemente finta di rimanere stupiti e sconvolti positivamente dalla descrizione del mio Stand e dei suoi poteri...
HEART ON JOHN
Se non lo sapevate ora ve lo dico, la pronuncia in giapponese è molto simile a quella del nome del famosissimo cantante e pianista inglese, a cui ho sottratto il titolo di una delle sue canzoni più famose per definire il suo attacco speciale
ROCKET MAN
Ma prima di dirvi quali sono le caratteristiche di Rocket Man, mi preme spiegarvi il titolo del post, frutto del mio citazionismo colto (ma manco per il cazzo).
Nella mitica serie 'Scrubs', a un certo punto JD si mette assieme a una collega psichiatra e la sua amica e collega Elliot, una bomba a mano emotiva, si mette di mezzo e bulleggia questa dottoressa, affermando che questa può dirle qualsiasi cosa che tanto lei è una donna equilibrata e forte... la camera inquadra la psichiatra che sorride e sussurra a Elliot 'SOPRACCIGLIA', con JD che controbatte 'Ma cosa c'è di male nella parola sopracc...' se non che la camera ritorna un attimo dopo su Elliot singhiozzante e disperata col mascara colato.
Barbarossa, invece, si riferisce a una delle scene per me più toccanti della serie 'Sherlock', quando il protagonista viene ferito quasi a morte da una certa persona (no spoiler per chi si fosse appena svegliato da un coma di 13 anni) e nel suo palazzo mentale rivive episodi del suo passato per cercare di trovare un modo per salvarsi, tra cui l'incontro col suo setter Barbarossa, l'unico essere vivente con cui da bambino abbia mai interagito con amore.
Ecco cosa fa Rocket Man.
Di chiunque entri nel suo raggio d'azione io posso vedere sia le sopracciglia che la barba rossa.
Di chiunque.
Di tutti.
Venite pure avanti con la vostra faccia di cazzo, con le vostre pretenziose idee di merda, con le vostre lamentele autocentriche di persone sfortunate o di individui speciali a cui tutto è dovuto, la cui unica dote è sparare cazzate con un potentissimo filtro instagram che sembra quasi riuscire a cancellare la stupida vacuità.
Il primo pugno manda in frantumi la vostra scintillante armatura di fasulla perfezione, il secondo vi riporta indietro all'ultima persona che vi ha detto di no, il terzo a quando anni prima il mondo vi sembrava pieno di promesse e luce e così via finché davanti a me non ho il bambino piangente a cui è stato negato un gesto di amore.
E quando l'ultimo pugno sembra poter cancellare ogni cosa, io invece vi abbraccio fortissimo e vi riporto indietro al presente, in mezzo ai frammenti di ciò che non volevate essere ma che siete stati costretti a diventare per non sentire il dolore.
Vi piace il potere del mio Stand?
Non l'ho scelto io e nella vita reale ovviamente non ci sono pugni, solo la mia consapevolezza di tutte le vostre sopracciglia e la mia scelta di voler arrivare fino a Barbarossa, accanto al quale giace in solitudine il bambino piangente che era stato felice quell'ultima volta.
Magari non vi sembrerà ma io a quel vostro bambino ci arrivo sempre.
E se suona come una promessa infatti lo è.
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Manuel S1 here you are
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Caro Fede,
Tanti auguri di buon compleanno e ti dico subito che ti voglio un mondo di bene.
Questo è il mio momento preferito lo sai: mettermi seduta e scrivere quello che non dico a voce perché non so esprimermi, perché non trovo l’occasione giusta, il coraggio e le parole migliori.
Vorrei dirti un sacco di cose belle perché è il tuo compleanno e perché bisogna dire sempre le cose belle che si pensano di un’altra persona anche se ahimè non lo faccio spesso io…solo quando scrivo e sono “costretta” a riflettere e dire ciò che penso senza troppi freni.
Innanzitutto vorrei dirti quanto sia fiera di te per tutto quello che sei riuscito a fare e che stai facendo, per il coraggio di metterti sempre in gioco, per la tua estroversione, per il tuo senso dell’umorismo, per la tua immensa pazienza e il buon cuore che metti sempre in tutto quello che fai.
Ti ammiro veramente per tutte queste meravigliose qualità e riconosco il tuo essere superiore rispetto a me in questo. Se sono qui accanto a te è perché ho profonda stima di te per queste e altre tue mille sfaccettature (oltre che per l’amore chiaro).
Sei la persona a cui mi sento legata più di chiunque altro, mi sento capita, mi sento apprezzata e amata.
Mi sento male all’idea di perdere una persona come te.
Mi spaventa l’idea di andarmene per un anno senza di te che sei la mia àncora dal giorno in cui ci siamo trovati, ma ho bisogno di farlo perché è così che si diventa grandi. So che non è facile essere la mia àncora.
So di non essere una persona senza difetti e facile con tutte le mie spine e i miei buchi neri, a volte impossibili da comprendere. In alcuni momenti non mi capisco neanche io. Però ogni tanto mi sembra che tu riesca a capirmi più di quanto riesca a farlo io e mi sorprende perché non credo ci siano tante persone che riescano a capirmi, a comprendere i miei momenti bui, il mio umorismo e i miei sorrisi che a volte non lo sono.
Recentemente su Instagram ho letto un post che diceva “Qual è la persona con cui hai condiviso i momenti migliori della tua vita?”. E ti giuro che io mi sono sforzata di pensare a un’altra persona che non fossi tu ma non ce la facevo proprio. Ora non voglio dire che i bei ricordi sono solo con te perché sarei un’ipocrita ma se randomizzando chiudessi gli occhi e pensassi a dei momenti belli della mia vita, sicuramente per la maggior parte di questi ci sei tu nell’immagine nella mia testa. Perché è così che mi succede, soprattutto la sera quando vado a letto. Appena ho pensato a questa cosa non ti nascondo che ho provato dell’amarezza nel pensare che i ricordi più belli ce li avessi con il mio ex ragazzo, però poi ho pensato a quello che mi dice sempre Franci M. ovvero che bisogna essere grati di quello che c’è stato perché non è detto che nella vita tutti possono provare questo tipo di amore che noi abbiamo provato, a non tutti è concesso e non tutti riescono a trovarlo e io e te siamo fortunati e siamo ancora più fortunati degli altri perché siamo qui ora.
Ti regalo alcuni miei ricordi.
Leuven, il sole e il parco, Batman.
Bruges, Gent e il ristorante marocchino ad Anversa.
La quarantena e il campo da golf.
Lisbona, io e te su un motorino a Cascais.
Viareggio, Puccini, io e te sulla ciclabile che andiamo a prenderci una granita.
Sardegna mentre ti guardo uscire dall’acqua entusiasta del tuo snorkeling prima di andare a fare la passeggiata sulla costa fino a Santa Margherita.
Io e te sul Porsche con il vento tra i capelli.
Io, te e Ginevra sul bagnasciuga che ci abbraccia perché giochiamo con lei.
Ne avrei milioni e so che stasera quando andrò a letto e chiuderò gli occhi me ne verranno in mente altri e per 3 secondi proverò una sensazione bellissima che non so spiegarti proprio bene: è come se mi si gonfiasse il petto ma allo stesso tempo mi si stringesse il cuore. Io sono veramente grata. Immensamente grata perché mi è stata concessa una cosa così bella.
Se devo essere sincera pensavo che la nostra relazione sarebbe stata una funzione esponenziale crescente ma a quanto pare le relazioni non sono come la matematica e le cose non sono così “lineari” e forse la nostra equazione è un po’ più complicata di una semplice y = 2^x . Fa niente Fede alla fine sapremo quale sarà la nostra equazione e sarà tutto più chiaro.
Con amore,
Tua Ema/Tati/Bubu.
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capisci che dentro la chiesa è molto peggio di quello che sembra quando nemmeno matteo messina denaro vuole il funerale religioso
Devo essere sincera, sono rimasta molto sorpresa perché di solito chi è coinvolto con la criminalità organizzata dice di essere mooolto devoto
Comunque sì, la chiesa è putridume
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Tè
Storia: Dramione
Hermione Granger sapeva che era meglio stare alla larga da Draco Malfoy. Purtroppo vederlo seduto nell'erba, le ginocchia contro il petto, gli occhi tanto grigi da fare concorrenza al cielo plumbeo, faceva evaporare tutta la sua prudenza.
Strinse la tazza di tè che aveva tra le mano. Era calda e profumava di limone. Non c'era nulla di meglio di una tazza di tè per scacciare la malinconia autunnale. Chissà se avrebbe funzionato anche con Malfoy?
Si dondolò sui talloni. La parte razionale le diceva che doveva andarsene, lasciarlo nei problemi che di sicuro si era creato da solo. C'era però anche una parte emotiva.
Si avvicinò, le suole che scricchiolavano sull'erba umida.
Draco non alzò la testa fino a quando non fu a un passo di lui.
Le puntò addosso gli occhi grigi. A Hermione davano l'impressione che ci fosse una tempesta in corso in quelle iridi. Trasmettevano un senso di pericolo.
-Vuoi del tè?
-Che c'è? L'hai avvelenata?
-Devi sempre pensare male delle persone?
Draco fece una smorfia. -Di solito ho ragione
-Mi devo ricordare di non farti più favori- Hermione si voltò.
-Aspetta, Granger... aspetta
Si bloccò, la tazza calda tra le mani. Scottava.
-Forse ho voglia di te
Hermione sussultò. -Cosa?
-Del tè... che cos'hai capito, Granger?
Si girò. -Non hai detto del tè
-E cos'avrei detto?- uno scintillio tagliente nello sguardo. Il solito Malfoy. Come aveva potuto pensare che potesse essere un altro? -Vuoi darmi quel té?
Hermione gli si avvicinò, si piegò in avanti, glielo porse. Non voleva toccarlo. Aveva l'impressione che sarebbe finita in mille pezzi se lo avesse sfiorato. Draco non era della stessa opinione. Nel prendere la tazza aderì alle dita di Hermione.
Il cuore le sussultò in gola, la pelle le andò a fuoco, le gambe le tremarono. Lasciò la tazza che si schiantò sull'erba.
Hermione guardò i cocci portati di via dal tè. Un fiume scuro dal profumo di limone. -Hai fatto un disastro
Draco però non sembrava ascoltarla. Fissava il tè, lo sguardo vacuo. -Da piccolo quando ero malato mia mamma mi faceva il tè
Un frammento di vita. Hermione s'immaginò un Draco piccolo, fragile, malato. Le risultava difficile. Draco Malfoy per lei era quella creatura fatta di tenebre. Invincibile. Crudele.
-Non che debba dirlo a una Mezzosangue come te- fa spallucce.
-Ti credi tanto bravo?
-Lo sono
-Stai andando a pezzi- si morse la lingua. Troppo sincera.
-Che ne sai di me?
-So che sei triste e volevo aiutarti
-Aiutarmi- Draco si coprì la bocca con le mani. -Un tè forse mi avrebbe fatto bene
-Adesso il tè non c'è più
Draco singhiozzò... no, non stava singhiozzando. Rideva.
E, cosa strana, anche Hermione rise.
Ridevano sul tè versato. Questo sì che le sarebbe rimasto impresso nella memoria.
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Ho messo la possibilità di farmi domande su Instagram. Una ragazza mi ha scritto “Non sei un granché esteticamente se devo essere sincera”
E quindi? È un affermazione non richiesta. Anche per me certe persone sono bruttissime ma non sento il bisogno di riferirlo.
LupoSolitario00🐺
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Pensavi davvero che sarei arrivata con tacchi alti e vestitino scosciato? 🤣
Mi conosci davvero poco..
Sono quí soltanto per la vodka alla fragola 🍓!
L'asta,il quadro,le persone che commentano all'infinito "COSA" voleva rappresentare l'artista, cioè io!!!,se devo essere sincera e brutale,non m'interessa un emerito.
Ho le poesie di Tagore da leggere,una tavola da surf da finire...
Appena uscirò da questo circo, guarderò le stelle.✨
#panda lavora
#panda sogna
#byronnightisback
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Oddio raga io però shippo
#cioè#sono molto contenta per le foto che sto vedendo devo essere sincera#yes he's not ok in the head but who is am i right?#blancatag
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io un po' mi sento male se devo essere sincera
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