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Mino Minardi - Il nuovo singolo “Vento”
Il brano tratta della redenzione spirituale ed è distribuito da Virgin Music Group per Boot Music Group
Il cantautore Mino Minardi pubblica il nuovo singolo “Vento”, disponibile dal 1° dicembre 2024 sugli stores digitali e nelle radio in promozione nazionale. Il mix e il master sono stati curati dal Vox Recording Studio, mentre la distribuzione è nelle mani di Virgin Music Group, per conto di Boot Music Group di Pentimone. Il protagonista del brano è un uomo che, nella sua sofferenza, riesce a scorgere la luce e capisce che bisogna lasciare indietro il passato. Le strofe presentano versi come “E mi sentivo fragile e inutile”, “Ma poi ho compreso che”, che incarnano a pieno il cambiamento. L’uomo sale verso il vento e si lascia trasportare dal suo impeto, proprio come recita lo stesso ritornello. La morale del brano sta nell’importanza della famiglia e nella capacità di diventare uomini, anime imperfette che naufragano in alto mare. Il brano è un racconto di redenzione, di come si possa ritrovare la propria Fede.
“Dimmi come ci si sente quando torni a respirare senza più temere niente, senza più farti del male” Mino Minardi
Ascolta il brano
Storia dell’artista
Jacopo "Mino" Minardi nasce a Montecchio il 21/2/1995, ma da sempre vive a Barco di Bibbiano, dove ha coltivato fin dalla prima infanzia il suo amore per la musica. Spinto dal papà a cimentarsi con la chitarra, quando era ragazzino, Mino non ha mai smesso di inseguire il suo sogno e a soli vent'anni scrive il primo di tanti testi che però rimangono nel cassetto. Nell'estate del 2019 decide di uscire dal suo guscio, esibendosi davanti al pubblico con il singolo "Estate": è il trampolino di lancio per Mino che poi spopola in radio con "Profumo di caffè" hit latineggiante del 2020, nata dalla notizia della dolce attesa di un figlio dalla sua amata moglie Elena. Nello stesso periodo, prende vita il primo EP composto da quattro canzoni. Nel giorno del ventiseiesimo compleanno di Mino, esce "La bella e la bestia", singolo portato a Sanremo New Talent, che parla di come bisogna assolutamente amarsi e accettarsi nonostante le diversità. I tempi sono ormai maturi per l'uscita del primo album arrangiato dall'amico Alessandro "Perez" Peretto dei "Mai noi no" e prodotto dall'amico Andrea Fontanesi del Vox Recording Studio: otto brani che spaziano fra amore, fede e politica, un riflesso delle emozioni più profonde che Mino esprime con il suo stile cantautorale. Il legame professionale con Peretto cresce sempre di più e Mino, a ridosso dell'estate 2022, regala un gioiello ai suoi fan: "Tu", un pezzo con una melodia accattivante e un testo emotivamente coinvolgente. L'anno si conclude con il singolo "Tutto è più semplice" che vede la collaborazione di Cristiano Turato e Maurizio Vercon alle chitarre, i quali arrangiano il singolo: un dolce ricordo della nonna che profuma di speranza. Il 2023 si apre con un ritorno alle origini per Mino: il 24 marzo esce "La passione" primo brano scritto dal cantautore di Barco, arrangiato dall'immancabile Alessandro Peretto e prodotto da Vox Recording: un singolo cantautorale e altresì sentimentale, che tratta di un argomento che è ancora tabù, ovvero le malattie mentali. L'arrivo dell'estate porta invece al consolidamento della collaborazione con un'altra musicista reggiana, Denise Fantuzzi: esce "Luna di Miele", seconda canzone del duo Minardi-Fantuzzi, una vera e propria hit estiva, con chitarre latineggianti che accompagnano un tema, la crescita della coppia dalle prime esperienze al matrimonio e infine, appunto alla luna di miele, con suoni freschi e leggeri tipici dei tormentoni estivi da spiaggia. L'arrangiamento è di Dan Cavalca, mentre il mix e master è di Andrea Fontanesi del Vox Recording; uscirà con Boot Music Group tramite Ingrooves. Il 15 dicembre 2023, Mino torna alle origini, dimenticando ciò che è stato il tormentone estivo. Uscirà con lettera d'amore, un brano che tratta un amore malato, un amore che, ripetutamente fatto durare nonostante i vetri fossero già a terra, finirà. Torna col suo stile vintage, e cantautorale. Riprende la collaborazione con Peretto, immancabile negli arrangiamenti di Mino, mentre il mix è a cura del Vox Recording Studio. Uscirà “Vieni Qui”, appena pochi mesi dopo, arrangiato da Alessandro Peretto e prodotto da Vox recording, distribuito da Warner Music per Boot Music Group. L’ultima uscita, invece, risale all’autunno del 2024, “Due farfalle volano”, brano arrangiato completamente da Andrea Fontanesi di Vox Recording, in cui è immancabile la presenza del violino di Erio Reverberi.
Instagram: https://www.instagram.com/mino_minardi?igsh=NmpvZXNuMTc2Nm1t
Facebook: https://www.facebook.com/jacopo.minardimino
YouTube: https://youtube.com/@minominardi3184?si=9CNJ3Kv7Oe68ba1E
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Lecce, giornata mondiale contro il cancro, proiezione del film “Semplicemente, sulla luna”
Lecce, giornata mondiale contro il cancro, proiezione del film “Semplicemente, sulla luna” In occasione della Giornata mondiale contro il cancro, promossa dalla UICC - Union for International Cancer Control - e sostenuta dall'OMS, sarà proiettato nella sala Open Space di Palazzo Carafa lo short film "Semplicemente, sulla luna", scritto e diretto dalla regista Annaelena Rispoli e tratto dal romanzo "Scriverò tutto domani" di Giulia Romano. L'appuntamento è per sabato 3 febbraio alle 18 nella sala Open Space di Palazzo Carafa, in Piazza Sant'Oronzo. L'iniziativa è patrocinata dal Comune di Lecce e dalla Lega Italiana per la Lotta ai Tumori di Lecce. Il film mette in scena la vera storia di Giulia Romano, ventenne leccese venuta a mancare a causa di una neoplasia a soli cinque mesi dalla diagnosi. Nel racconto cinematografico trovano spazio i sentimenti che Giulia ha espresso nel suo scritto: la spensieratezza che accompagna la giovane età, la bellezza della vita e la sua caducità di fronte all'irrompere di una malattia capace di cambiare ogni cosa in un attimo. All'iniziativa saranno presenti il sindaco Carlo Salvemini e l'assessora alla Cultura Fabiana Cicirillo, insieme alla regista Annaelena Rispoli e all'oncologo Giuseppe Serravezza, fondatore di Lilt Lecce. Previsti gli interventi di Daniela Nuzzo, madre di Giulia, di Denise Cimino, protagonista del film e Nik Manzi attore e casting director. Letture a cura dell'attrice Agnese Perrone. Modera la serata Claudia Ingrosso.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Leopardi&Co
[(Giacomo in Love): Casanova?
No, Leopardi.
Bella fregatura.
Ma non tutto il male...]
(trama) - Nel film David (Jeremy Irvine) è un giovane attore americano che sogna un ruolo in grado di consacrarlo come una vera star mondiale. Ma è talmente superficiale che nemmeno legge i copioni che gli arrivano, finché la sua agente Mildred (Whoopi Goldberg) lo costringe ad accettare il ruolo di protagonista in "Giacomo in Love", film diretto dal mitico regista italiano Ruggero Mitri (Paolo Calabresi). David, convinto sia la storia di Casanova, arriva sul set a Recanati totalmente impreparato per cui viene affidato a Silvia (Denise Tantucci), una coach del luogo che deve spiegare all'americano chi era il Poeta. Tra i due è odio a prima vista…
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🔷️ Non scegliamo ne quando ne dove un evento nefasto debba o possa colpirci. Noi genitori, Denise stessa, abbiamo pagato un prezzo troppo alto per l'incompetenza del luogo di pertinenza, oltretutto retrograda e pregiudizievole. Ci sono luoghi, posti, città in cui probabilmente necessiterebbe che a svolgere l'indagine fosse gente molto preparata e lontano dal luogo del delitto (...) Nel nostro caso se ciò fosse avvenuto, adesso non staremo ancora qui a parlarne. Della nostra vicenda alcuni hanno preferito farne una poltiglia, così da far mettere in discussione la vera verità così come sono avvenuti i fatti. Troppi sono gli errori commessi. Questo è uno di quei casi dove necessita una Commissione d’Inchiesta Parlamentare per capire, verificare il lavoro svolto, il perché si sia costruita "una cattedrale nel deserto" Dov'è Denise, perché tranne noi nessuno la cerca, nessuna ricerca della verità, anzi al contrario, pare ci siano tutte le intenzioni che questo caso cada nel dimenticatoio, almeno che non sia la stessa Denise a venirci a raccontare i fatti. Un dolore immane, un incubo senza fine ma soprattutto un vero fallimento dello Stato italiano. 12 gennaio 2023 Piera Maggio & Pietro Pulizzi cerchiamodenise.it #MissingDenise #CerchiamoDenise #Missing #DenisePipitone #Commissionedinchiesta #Giustizia #Verità #Italia (presso Mazara Del Vallo, Sicily) https://www.instagram.com/p/CnUdmSpMzxD/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Outourcing logistico (e non solo): una ricchezza per le aziende
L'outsourcing logistico (e non solo) è una vera ricchezza per le aziende. Superata la visione che l'accostava a una certa idea di precarietà, l'esternalizzazione dei servizi si rivela un'importante leva di crescita per le aziende di qualunque dimensione e settore merceologico. Un'indagine condotta dal Censis in collaborazione con il Gruppo De Pasquale ci fornisce un quadro molto chiaro del mondo dell'outsourcing. Oggi in Italia circa 30.000 aziende gestiscono processi di outsourcing, con quasi 200.000 occupati, un fatturato che si attesta sui 19 miliardi di euro e un valore aggiunto di 9,4 miliardi. Il presidente del Gruppo De Pasquale, Denise De Pasquale, ci racconta nel dettaglio questo mondo. Denise De Pasquale, outsourcing o esternalizzazione sono spesso associati come concetti a precarizzazione del lavoro: è proprio così o è solo un nuovo stereotipo? Denise De Paquale Non credo sia così. L’outsourcing non va associato ad impiego a tempo determinato. Nell’outsourcing, la professionalità delle risorse è un fattore distintivo per essere competitivi a fronte di una domanda che chiede sempre più elevata qualità dei servizi. Assumere a tempo indeterminato diventa un’importante leva attrattiva e di fidelizzazione del lavoratore, insieme a percorsi di formazione che portino a sviluppare competenze e professionalità. Gruppo de Pasquale investe molto sulle persone, promuovendo lo sviluppo e il consolidamento delle loro competenze, offrendo percorsi formativi, in un’ottica di medio-lungo termine. Una volta formate, quindi, abbiamo tutto l’interesse a fare retention, offrendo opportunità di crescita all’interno del Gruppo. Come funziona in pratica l'outsourcing? I nostri clienti, aziende di medio-grandi dimensioni, ci affidano singole attività o interi processi sulla base di contratti pluriennali basati su KPI che consentono il monitoraggio del nostro operato e livelli di servizio come obiettivi da raggiungere. Tutto questo richiede una metodologia che parte dall’analisi dei processi da esternalizzare, passa poi a definire un modello di gestione ottimale condiviso con il cliente, all’implementazione di questo modello e al continuo monitoraggio. E’ evidente che l’outsourcing, per come lo viviamo all’interno del Gruppo, è un percorso che richiede una condivisione e un’interazione continua con il cliente. Ed è proprio questo confronto che fa crescere la fiducia e il riconoscimento della competenza che Gruppo De Pasquale mette a disposizione. I servizi di outsourcing logistico sono funzionali a qualunque tipo di azienda? Sì, l’outsourcing è alla portata di qualunque settore e dimensione d’impresa. Il Gruppo De Pasquale di rivolge ad aziende di medio-grandi dimensioni e gruppi appartenenti al mondo dei Financial Services, Manufacturing, GDO, Media, Utilities che affianchiamo su processi di customer service, di back office, di produzione e logistica. Ma ricorre all’outsourcing anche la piccola azienda che affida al proprio commercialista la gestione amministrativa e contabile. In tutti i casi, l’outsourcer mette a disposizione un mix di competenze, tecnologie, esperienze, orchestrate a seconda del contesto del cliente, delle sue esigenze, delle evoluzioni che vuole portare avanti. Non si tratta, quindi, di servizi standard ma di soluzioni costruite su misura, che evolvono nel tempo per poter seguire il cliente nel suo percorso, sempre più di cambiamento. Quali vantaggi riceve un'azienda che ricorre all'outsourcing logistico? I vantaggi sono diversi e sono mutati negli anni. Nei primi anni Novanta, il principale obiettivo delle aziende che ricorrevano all’outsourcing era rappresentato dalla riduzione dei costi e il perimetro dell’outsourcing era limitato alle attività non core. Come Gruppo De Pasquale, quindi, ci siamo concentrati inizialmente sul garantire alti livelli di produttività e recuperi di efficienza. In seguito, si sono aggiunti obiettivi di flessibilità, di maggiore equilibrio tra costi fissi e costi variabili e le attività esternalizzate si sono ampliate. Oggi, avendo investito sulle competenze, sulla qualità, su tecnologie abilitanti la digitalizzazione, riusciamo ad offrire tutti i vantaggi citati ma soprattutto siamo in grado di porci come partner che, semplificando e migliorando la gestione operativa, può avere un ruolo attivo nei processi di innovazione e cambiamento. Read the full article
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DARK WATERS (2019) Grade: B+
Goes by fast for a two hour movie. The editing was especially good, brought a lot to the table. It's not consider a thriller but it's a scary thought. Definitely worth a watch.
#Dark Waters#2019#B#Based on a True Story#History#Todd Haynes#Attorney#Law#Biography#Pollution#Mark Ruffalo#Anne Hathaway#Tim Robbins#Bill Pullman#Victor Garber#Bill Camp#William Jackson Harper#Mare Winningham#Kevin Crowley#Denise Dal Vera#Louisa Krause#Bruce Cromer#John Newberg#Barry Mulholland#Watch This#Recommended
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‘The Killing of a Sacred Deer’, Yorgos Lanthimos (2017) I don't know if what is happening is fair, but it's the only thing I can think of that's close to justice.
#the killing of a sacred deer#yorgos lanthimos#2017#movie#cinema#film#cinematography#cannes#stills#film stills#movie stills#colin farrell#nicole kidman#Barry Keoghan#Raffey Cassidy#Sunny Suljic#Alicia Silverstone#Bill Camp#Denise Dal Vera#Thimios Bakatakis#drama#horror#suspense#european cinema#european film#quotes#film quotes#movie quotes#dop#shot on film
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#rust creek#jen mcgowan#julie lipson#hermione corfield#denise dal vera#jeremy glazer#drama#thriller#united states#micah hauptman#daniel r. hill#sean o'bryan#jay paulson#laura guzman#john marshall jones#jake kidwell#virginia schneider#horror#horror film#horror films#horror movie#horror movies#horror fan#horror fans#horror review#horror reviews#horror reviewer#film review#film reviews#film reviewer
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"This Case, It's The Only Hope We Have" – Dark Waters (Film Review)
“This Case, It’s The Only Hope We Have” – Dark Waters (Film Review)
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#Anne Hathaway#Bill Camp#Bill Pullman#Dark Waters#Denise Dal Vera#drama#Mark Ruffalo#Thriller#Tim Robbins#Todd Haynes#Victor Garber
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Dark Waters (2019) Review
Dark Waters (2019) Review
Rob Bilott a corporate defence attorney takes on a very different case when he has an environmental lawsuit against a chemical company who he usually defends. This delves into a big history of very dangerous pollution.
⭐️⭐️
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#2019#Abi Van Andel#Anne Hathaway#Barry G. Benson#Barry Mulholland#Bill Camp#Bill Pullman#Biography#Brian Gallagher#Bruce Cromer#Bucky Bailey#Cinema#Cineworld Unlimited Screening#Dark Waters#Denise Dal Vera#Drama#History#Jeffrey Grover#Jim Azelvandre#John Newberg#Kevin Crowley#Louisa Krause#Marcia Dangerfield#Mare Winningham#Mark Ruffalo#Michael Haney#Michael King#Nathaniel Rich#Review#Richard Hagerman
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Mino Minardi feat. Denise Fantuzzi - “Luna di Miele”
Il nuovo singolo del cantautore sui principali stores digitali e nelle radio italiane
Arriva l’estate e, come ogni anno, i tormentoni sotto l’ombrellone non mancheranno di sicuro. Anche il duo Mino Minardi & Denise Fantuzzi cercherà di ritagliarsi uno spazio fra i ritornelli che le persone canteranno fra un bagno e un aperitivo con i piedi nella sabbia.
La collaborazione fra i due artisti della Val d’Enza ha portato alla nascita della nuova hit “Luna di Miele”, una vera e propria canzone estiva, ritmata da chitarre latineggianti, con suoni freschi e leggeri con ritornelli che entrano in un attimo nella testa per i momenti più spensierati delle giornate estive di relax. Non inganni, quanto appena detto sopra: a differenza dei frivoli testi tipici da tormentone estivo, qui il tema è quello di un amore comune, il percorso di una coppia dalle prime esperienze al matrimonio e infine alla luna di miele, da cui prende il titolo il brano.
Dunque, argomenti di una certa rilevanza, anzi si può facilmente notare, ascoltandolo, che il testo tocca tutti gli stati d’animo dei due protagonisti prima del giorno del grande Sì: da “Ho atteso una vita intera”, frase incipit, fino alla descrizione del momento, “la luna di corallo, la sella di un cavallo, bicchiere di cristallo, che brinda di sera” per poi esplodere in un ritornello estivo. Dalla seconda strofa entra la voce di Denise che risponde raccontando il suo punto di vista di questa storia d’amore. Mino scrive il brano di getto, pensando ad una coppia di amici che deve sposarsi, e prende spunto dai matrimoni, il suo è quello di amici e parenti, che ha vissuto in prima persona. In seguito, Mino chiederà a Denise di partecipare al brano e da quel momento nasce una collaborazione a livello di testo e di musica. L’arrangiamento è di Dan Cavalca, mentre il mix e master è di Andrea Fontanesi del Vox recording. “Luna di Miele” è sui principali stores digitali e nelle radio italiane in promozione nazionale.
Storia di Denise Fantuzzi
Denise Fantuzzi, reggiana classe '95, inizia ad avventurarsi nel mondo della musica in età scolare con la partecipazione in alcuni cori per poi intraprendere lo studio di diversi strumenti; per prima la chitarra, poi pianoforte, poi basso elettrico e a cimentarsi nella scrittura di canzoni fin dai 16 anni.
A soli 18 anni si esibisce con una canzone originale in una competizione locale e pochi mesi dopo vince la "Corrida" a Barcaccia di San Polo d'Enza con una canzone originale scritta apposta per l'occasione: "La festa dell'uva". Nel 2022 pubblica il suo primo brano, di cui scrive testo e musica: Sorry For You, prodotto con Marco Gatti, una canzone rock, grintosa, in cui sfoga la sua frustrazione per un partner che non l'ha apprezzata.
Ad aprile 2023 esce il suo secondo singolo anche questo scritto interamente da lei, Blood of My Blood, in duetto con Mino Minardi, una canzone folk, intima e calda, ispirata al telefilm Outlander; il brano è prodotto da Marco Gatti con Niki Milazzo alle chitarre e Mattia De Medici al violino. Nell'estate 2023 partecipa alla scrittura di una vera e propria hit estiva con Mino Minardi: "Luna di Miele", una canzone perfetta da ballare per il suo sound latineggiante, che trae ispirazione dalla storia di una coppia dal primo incontro fino alla luna di miele dopo il matrimonio.
Storia di Mino Minardi
Jacopo “Mino” Minardi nasce a Montecchio il 21/2/1995, ma da sempre vive a Barco di Bibbiano, dove ha coltivato fin dalla prima infanzia il suo amore per la musica. Spinto dal papà a cimentarsi con la chitarra, quando era ragazzino, Mino non ha mai smesso di inseguire il suo sogno e a soli vent’anni scrive il primo di tanti testi che però rimangono nel cassetto. Nell’estate del 2019 decide di uscire dal suo guscio, esibendosi davanti al pubblico con il singolo “Estate”: è il trampolino di lancio per Mino che poi spopola in radio con “Profumo di caffè” hit latineggiante del 2020, nata dalla notizia della dolce attesa di un figlio dalla sua amata moglie Elena. Nello stesso periodo prende vita il primo EP composto da quattro canzoni.
Nel giorno del ventiseiesimo compleanno di Mino, esce “La bella e la bestia”, singolo portato a Sanremo New Talent, che parla di come bisogna assolutamente amarsi e accettarsi nonostante le diversità. I tempi sono ormai maturi per l’uscita del primo album arrangiato dall’amico Alessandro “Perez” Peretto dei “Mai noi no” e prodotto dall’amico Andrea Fontanesi del Vox recording studio: otto brani che spaziano fra amore, fede e politica, un riflesso delle emozioni più profonde che Mino esprime con il suo stile cantautorale.
Il legame professionale con Peretto cresce sempre di più e Mino, a ridosso dell’estate 2022, regala un gioiello ai suoi fan: “Tu”, un pezzo con una melodia accattivante e un testo emotivamente coinvolgente. L’anno si conclude con il singolo “Tutto è più semplice” che vede la collaborazione di Cristiano Turato e Maurizio Vercon alle chitarre, i quali arrangiano il singolo: un dolce ricordo della nonna che profuma di speranza.Il 2023 si apre con un ritorno alle origini per Mino: il 24 marzo esce “La passione” primo brano scritto dal cantautore di Barco, arrangiato dall’immancabile Alessandro Peretto e prodotto da Vox recording: un singolo cantautorale e altresì sentimentale, che tratta di un argomento che è ancora tabù, ovvero le malattie mentali.
L’arrivo dell’estate porta invece al consolidamento della collaborazione con un’altra musicista reggiana, Denise Fantuzzi: esce “Luna di Miele”, seconda canzone del duo Minardi-Fantuzzi, una vera e propria hit estiva, con chitarre latineggianti che accompagnano un tema, la crescita della coppia dalle prime esperienze al matrimonio e infine, appunto alla luna di miele, con suoni freschi e leggeri tipici dei tormentoni estivi da spiaggia. L’arrangiamento è di Dan Cavalca, mentre il mix e master è di Andrea Fontanesi del Vox recording.
Etichetta: Boot Music Group
Spotify: https://open.spotify.com/track/7tsyLNm5FvkhquVkf3a5K3?si=627e101f215e42c9
YouTube: https://youtube.com/@minominardi3184
Facebook: https://www.facebook.com/minominardiofficial
Instagram: https://www.instagram.com/mino_minardi/
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Il sacrificio del cervo sacro
Il sacrificio del cervo sacro
Passato in concorso al penultimo festival di Cannes, dove ha vinto il premio alla miglior sceneggiatura, il unisce la tradizione della tragedia greca ad un ritratto della borghesia per revocarne in dubbio le certezze e provocarne dall’interno la dissoluzione. (more…)
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#Alicia Silverstone#Barry G. Berson#Barry Keoghan#Bill Camp#Colin Farrell#Denise Dal Vera#Drew Logan#Herb Caillouet#Michael Treseter#Ming Wang#Nicole Kidman#Raffey Cassidy#Sunny Suljic#Yorgos Lanthimos
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#The Killing of a Sacred Deer#Yorgos Lanthimos#Colin Farrell#Nicole Kidman#Barry Keoghan#Raffey Cassidy#Sunny Suljic#Alicia Silverstone#Bill Camp#Denise Dal Vera#Jerry Pope
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TIFF 2017 | El sacrificio de un ciervo sagrado: Perturbadora belleza
TIFF 2017 | El sacrificio de un ciervo sagrado: Perturbadora belleza
http://lanocheamericana.net/cine-anglosajon/tiff-2017-el-sacrificio-de-un-ciervo-sagrado-perturbadora-belleza.html
#Alicia Silverstone#Barry Keoghan#Bill Camp#Colin Farrel#Colin Farrell#Denise Dal Vera#Jerry Pope#Nicole Kidman#Raffey Cassidy#Sunny Suljic#The Killing of a Sacred Deer#TIFF 2017#Toronto International Film Festival 2017#Yorgos Lanthimos
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THE KILLING OF A SACRED DEER (2017) Grade: B+
Slow burn but worth it. Almost has a horror undertone to it with the great score and anticipation that anything can happen in the next scene. I didn’t like Lanthimos last film, Lobster, but this was an intense ride.
#The Killing of a Sacred Deer#2017#B#Drama Films#Thriller Films#Family Drama#Doctor#Sick#Mystery Films#Yorgos Lanthimos#Surgeon#Barry G. Bernson#Illness#Bill Camp#Father#Mother#Raffey Cassidy#Denise Dal Vera#Colin Farrell#Barry Keoghan#Nicole Kidman#Alicia Silverstone#Sunny Suljic#Michael Trester#Death#Curse#Husband#Wife#Sin#Watch This
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Denuncio tutti- Lea
Per quasi una settimana al Teatro Duse, nella città di Bari, è stato rappresentato lo spettacolo “Denuncio tutti -Lea” , scritto da Giovanni Gentile e interpretato da Barbara Grilli.
Il teatro Duse è piccolo , incurante del tempo che passa e delle mode che si aggiornano, si dedica piuttosto a un dolce decadimento , offrendo il suo palco scricchiolante ad attori coraggiosi. Non è casuale la scelta di questo aggettivo, anzi : il coraggio è la marca che definisce la protagonista della storia raccontata da Giovanni Gentile; chi lo segue, in poco tempo intuisce la sua dedizione nel rintracciare figure femminili scartate dalle narrazioni ufficiali. Al pari di un antiquario , armato di meticolosa curiosità, si mette sulle tracce di queste donne, raccoglie tutti i pezzi delle loro storie , soffia nei loro cuori la linfa vitale delle parole e le lascia parlare, perché lui sa che hanno molto da dire , proprio per questo qualcuno ha voluto farle tacere con la morte prematura.
La donna al centro di questo spettacolo è Lea Garofalo , più o meno nota, più o meno dimenticata. Prima di lei, la penna di Gentile si era posata su Palmina Martinelli , molto meno nota, decisamente più dimenticata. Eppure hanno tanto in comune: due donne con il coraggio di sognare, nate al Sud , in famiglie che non conoscono la mollezza degli affetti e che subiscono come condanne le secolari cattive abitudini delle generazioni precedenti , l’ancestrale duro dolore di un Mezzogiorno isolato e che al pari del teatro nel quale ci trovavamo, sembra indifferente al progresso , si lascia scalfire dal tempo e con fermezza non cambia, resta uguale. Entrambe si sono mostrate recalcitranti rispetto a quella staticità, per entrambe è stato fatale il tentativo di sfuggire alle sabbie mobili ; eppure profumano di vita i loro “No” , le loro battaglie , sono maleodoranti e atone quelle mani che hanno fatto di tutte pur di metterle a tacere. Fortunatamente si sono rivelati vani quegli ignobili gesti e Giovanni e Barbara ce lo sanno dimostrare.
LO SPETTACOLO
Sul palco sale una giovane donna , bella e ardente di passione, una cittadina cosciente che osserva curiosa la città che abita , ci apostrofa bonariamente , scuotendoci, e ci spinge ad accompagnarla, anche se forse sarebbe più corretto dire “ seguirla affannosamente”, mentre percorre a ritroso un labirinto che sbuca nel punto esatto dal quale siamo entrati. Non è importante l’identità di questa donna, non spende parole per parlare di sé, va controtendenza in un mondo di egomaniaci e si moltiplica, cambiando voce ed espressione, per far emergere ciò che per lei è importante e che è decisa a raccontarci. Dopo un accenno alla dichiarazione di colpevolezza rilasciata da Carlo Cosco, ex compagno e assassino di Lea Garofalo, le parole imboccano una strada all’apparenza secondaria o per nulla attinente: che genere di legame potrebbe esserci tra una donna uccisa dal proprio compagno, affiliato all’associazione mafiosa calabrese ‘ndrangheta, e gli innumerevoli supermercati che costellano le nostre città, con i loro scaffali pieni e le casse semivuote ? Dobbiamo considerare fisiologico per una società ricca l’eccedere dell’offerta di cibo rispetto alla domanda, o è piuttosto un elemento “cancerogeno”, sintomo di un male silente ma diffuso ?
L’uomo saggio , secondo l’ideale definito da Seneca e poi confermatosi in età umanistica, non prova meraviglia quando si imbatte negli eventi della vita, nulla coglie di sorpresa il suo animo imperscrutabile. Probabilmente si ricrederebbero quei saggi impassibili se si trovassero a passeggiare tra le strade delle nostre città , al fianco di automi che con sguardi spenti si dimenano in un vortice di blocchi di cemento e scansie proliferanti. Il monologo recitato da Barbara Grilli dipana i fili intricati del mondo criminale, intessuti ad arte con il benestare di chi non si faceva domande , non si meravigliava: allora, forse, andrebbe riabilitata la capacità di stupirsi , se capace di annientare il nocivo “mito della lontananza”; ho scelto questo nome per indicare il contemporaneo propagarsi dell’informazione e la percezione che ne deriva. In un mondo globalizzato che accorcia distanze e riduce differenze, si genera la contraddittoria convinzione che chi vive lontano dall'epicentro di un fenomeno , che sia criminale oppure no , è immune dalle conseguenze e soprattutto legittimato a sentirsi innocente. A confermare queste calde rassicurazioni ci sono gli schermi che fanno rimbalzare immagini cruente e tragiche, ma appunto, lontane. Attraverso l’etere si propaga l’ennesima fiction tutta tesa a fare grondare gli occhi di lacrime; una di queste ha avuto come protagonista Lea Garofalo, la cui storia è stata piegata purché entrasse nel classico quadretto melodrammatico che fa rimpiangere le vittime della mafia ma senza una riflessione , elemento necessario per comprendere: privato della comprensione il dolore resta superfluo , se non arido.
La risposta di Giovanni Gentile a questo stato di cose è una sceneggiatura, sapientemente scritta affinché nonostante il grande accumulo di dati possa scorrere dal palco a noi. Il suo interesse non consiste nell'esaltare ulteriormente una tragedia di per sé evidente, quanto spingere il suo pubblico a una comprensione dell’organicità del Mondo che ci circonda e in virtù della quale nonè possibile considerare il caso Garofalo , senza una previa analisi dell’’ndrangheta , le sue evoluzioni e relazioni, infine, il ruolo che avuto lo Stato italiano. Per un ‘ora e mezza non siamo stati comodamente seduti , ma in uno stato di tensione crescente , totalmente concentrati nell'apprendere che genere di chimera era quella affrontata da Lea Garofalo.
L’’ndrangheta a differenza dei tradizionali partiti che oggi stentano a rappresentare il nostro paese, è stata capace di intercettare i cambiamenti e mutare pelle. Memore della Storia, si è istituzionalizzata , prendendo a prestito la nomenclatura di un ‘altra istituzione , che le è stata prima diretta concorrente e poi subalterna: la Chiesa. Senza troppo scandalizzarci, infatti, abbiamo ascoltato dei rapporti tra chiesa e mafia, del ruolo di quest’ultima come punto di riferimento grazie al fatto che risulta vincente nel “dialogare” con l’unico Dio apparentemente esistente : il denaro. Gli introiti prodigiosi dei clan provengono dal traffico di droga e i calabresi ,che sanno apprezzare la globalizzazione, creano reti che dal Sud Italia raggiungono l’America e poi ritornano in Europa, dove in città civili come Milano , i salotti più lussuosi si imbiancano con polvere sporca del sangue di persone innocenti, costrette ad abbandonare i propri villaggi affinché la produzione di cocaina si estenda. E i famosi supermercati che la donna sul palco ci ha insistentemente menzionato ? La loro vera ragione d’essere, ci spiega, non è imboccare un quartiere sazio, ma far risalire dall'oltretomba il denaro sporco, dargli nuova vita: ecco che la narrazione religiosa e mafiosa si intrecciano ancora una volta, ecco il perché del diffondersi senza criterio di ipermercati.
L’edilità curule nella Roma repubblicana fungeva da trampolino di lancio per chiunque fosse deciso a conseguire la carriera politica e raggiungerne l’apice: essa infatti garantiva visibilità, sebbene ad un caro prezzo poiché nessuna magistratura era retribuita, quindi l’edile come ogni altro magistrato era costretto ad investire i propri soldi per adempiere ai suoi doveri. Tutto ciò comportava che fosse precluso a pochi possidenti il compito di edificare e organizzare feste pubbliche. Oggi l’edilizia, che se usata saggiamente funge da moltiplicatore con ottime ricadute sull’economia di un paese, risente ancora molto delle infiltrazioni mafiose: la costruzione di un edificio pubblico ha smesso di essere un atto evergetico e si è convertita in occasione di arricchimento. Una conversione non innocua al momento che ci porta a vivere in infrastrutture costruite molto spesso male o con materiali non a norma, ma soprattutto fa colare indiscriminatamente cemento sulla nostra terra, mutando stili di vita o più semplicemente paesaggi.
Solo quando abbiamo davvero coscienza di cosa sia l’”abbraccio” mafioso , che gioca a fare Dio definendo i confini entro i quali dobbiamo muoverci , quando possiamo non sentirci al sicuro se viviamo a Bari piuttosto che a Crotone, a Milano piuttosto che a Bari , perché il sistema mafioso non conosce miti delle lontananze, anzi accorcia distanze e annulla le differenze, esporta i suoi modelli e fa sì che attecchiscano ovunque: solo in quel momento possiamo conoscere la donna che ha denunciato tutti e che ha visto con i suoi stessi occhi come i fiori del male crescano in qualsiasi terra, rendendo vane le fughe.
Lea e l’idea di sé stessa
Fra le tante esperienze significative dell’esistenza di Lea c’è quella di madre. Sebbene cresciuta senza un modello degno di questo nome, giovanissima colse anche la sfida della maternità, dedicando la sua vita sbagliata a quella di Denise, affinché non si potessero mai assomigliare. L’essere madre come modo di definirsi ed esistere mi ha portato alla memoria un film struggente di Almodóvar, “Tutto su mia madre”. Una delle protagoniste del film , Agrado, costretta a improvvisare un monologo per un pubblico in attesa, decide di intrattenerlo con la narrazione sincera e smaliziata della sua esperienza di transessuale , o più precisamente di donna che realizza l’idea che ha di se stessa : il consiglio che rivolge all’uditorio femminile,quindi anche alle spettatrici del film, è di non essere pavide ma anzi spregiudicate nel rincorrere e realizzare chi pensiamo di essere.
Dalla storia della donna che ha ispirato “Denuncio tutti” , ho visto emergere lo stesso modo di intendere la femminilità, non come determinazione biologica o surrogato culturale, ma ricerca e costruzione di un modo di esserlo, pensato in totale libertà rispetto alle deformanti aspettative del mondo circostante. Lea Garofalo, incurante dei modelli femminili che si addicevano all’ambiente di Petilia Policastro, offriva agli occhi meravigliati di tutti lo spettacolo delle sue corse in motorino , si nutriva di innumerevoli libri e di musica : le sole cose capaci di dare l’illusione di una vita altrove e non in quella che tutti chiamavano realtà.
Fu la fedeltà a ideali così coraggiosi a spingerla nel rapporto coniugale con Carlo Cosco. Vani i tentativi del fratello nel dissuaderla , Floriano Garofalo a differenza della sorella era capace di subodorare il marcio , perché equivaleva a ritrovare una parte di sé negli altri; ma Lea era diversa, mai corrotta da quel mondo grazie a un fede cieca in quell’idea di sé, così pura e radiosa. Tra le pagine dei libri e i versi delle canzoni non erano seminati indizi che potessero metterla in guardia su come i fiori del male attecchiscano su qualsiasi suolo ,a prescindere dalla latitudine : le temperature esterne cambiano , ma anche al Nord quei fiori crescono creando celle simili a quelle di Petilia Policastro , con serrande costantemente abbassate e atmosfere tese all’inverosimile. In via Montello 6, l’indirizzo nel quale era collocata la succursale calabrese, Lea ritrovò gli stessi divieti alla spontaneità ; ciò che cambiava era che ad imporli fosse l’uomo che doveva garantire la rinascita piuttosto che percosse quotidiane.
Anche le idee sono fiori duri a morire, così fu quell’idea di donna che non si spegneva, anzi , maggiori erano le violenze, più calda si faceva la luce che illuminava un orizzonte , fatto di promesse da mantenere nei confronti della figlia Denise. A questo crocevia subentrò un’altra istituzione , lo Stato italiano , che con la sua ufficialità avrebbe dovuto assicurarle un posto al sole. Diventata testimone di giustizia , Lea con sommo rammarico scoprì di essere precipitata in un secondo cono d’ombra : privo di un vero pensiero programmatico , il programma di protezione oltre a un nome fittizio non le garantisce un tenore di vita migliore ; la rosa anche con un altro nome continua ad avere il medesimo odore, lo stesso stantio quella vita da reietta tra muri alti che ingombrano l’orizzonte. Sfinita dall'ennesimo sogno infranto , abbandonò i “privilegi” di collaboratrice di giustizia e fece ritorno a Petilia, un posto nel quale ,nonostante tutto, le cose coincidevano con il loro nome.
Tra metafore e allegoria
Sono due gli elementi metaforici sui quali vorrei soffermarmi , ritenendoli di vitale importanza.
Il primo parte dall’intelligente locandina che pubblicizza lo spettacolo : le sue forme e colori richiamano alla memoria di tutti le ore di noia salvate grazie a un tavolo e qualche amico. Il gioco del monopoli ideato da Giovanni Gentile ha però un aspetto un po' diverso, al posto delle classiche icone compaiono i protagonisti di storie di mafia: vittime e carnefici, uomini di giustizia e giornalisti. Al pari della nostra realtà, convivente del mondo criminale, questo gioco di società ha assi cartesiani precise: denaro ed edilizia, liquidità e cemento. D’altronde anche un’altra storia sulla criminalità organizzata, “Il Padrino”, ha per logo un gioco, quello delle marionette. In entrambi i casi viene sagacemente suggerito che siamo alla prese con una vita nella quale si deve scegliere tra il ruolo di burattino o tiratore di fili, pedina o giocatore.
Proprio come nel Monopoli lo spettacolo ritorna al “Via” del suo principio , nella sceneggiatura sono seminate incognite ma anche “probabilità “ di salti da una parte a un’altra del tabellone o meglio della storia. Ho considerato un salto nascosto la citazione dei “Promessi sposi” nel punto dello spettacolo in cui si racconta del fatale incontro tra Lea e Cosco: sono usate le stesse parole con le quali il Manzoni faceva intuire lo sciagurato destino che sarebbe spettato alla Monaca di Monza per quella simpatia maliziosa che mostrò ad Egidio. Gertrude come Lea è un personaggio forte, la cui insofferenza trapela dagli occhi inquieti e i riccioli scomposti. C’è anche un filo geografico che le lega: a Monza è stato fatto a pezzi e poi seppellito il cadavere di Lea Garofalo.
Il secondo momento metaforico è ,a mio giudizio, la descrizione del tragitto che si deve affrontare per raggiungere Petilia Policastro, un paesino arroccato tra le asperità montuose calabresi. La natura selvaggia ,che cresce rigogliosa lungo il percorso, assorbe i riferimenti spaziali e rende ogni punto identico al precedente, dando la sconfortevole sensazione di essere su una strada senza via di uscita. Altre emozioni che assalgono il guidatore, mentre si accorge del depotenziamento del motore che a stento ingrana le salite, sono il senso di spaesamento e solitudine : quasi si dimentica le ragioni che lo hanno spinto a raggiungere un paese che si direbbe non esistere. Probabilmente chi è venuto a stretto contatto con il Mondo Mafioso, per conoscerlo e studiarlo, ha dovuto affrontare i medesimi stati d’animo , una sensazione di perdita di identità nel muovere i primi passi su terreno alienante.
Infine un’allegoria che mi porterà a contraddire il saggio Seneca ancora una volta. La filosofia da lui predicata reputava fonte di infelicità due elementi ben precisi: la paura e la speranza. Credo che anche quest’ultima, al pari dello stupore, meriti un ritorno in auge , specie in quei luoghi dove fa da padrone il nemico del progresso. La speranza ha tenuto a lungo in vita Lea , l’ha fatta sopravvivere a quelle notti passate in giardino , a rullare sigarette , soppesando ogni rumore sospetto. È un’ allegoria della speranza il suo profilo sicuro, la figura snella seduta in giardino e che mentre fuma l’ennesima sigaretta forse pensa “a mano a mano , a poco a poco , può nascere un fiore nel nostro giardino”.
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