#delicata e femminile
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Pantone del giorno 18/11 - Amaranth
L’Amaranth di Pantone è una tonalità molto dark e seducente. Questo intenso magenta dalle sfumature viola è spesso associato al lusso e all’opulenza, rendendolo perfetto per creare un look glamour e, in base al nostro stato d’animo, anche uno stile goth o romantico. Il contrasto tra il magenta intenso e l’oscurità del nero è ideale per l’abbigliamento da sera, mentre per un look più discreto,…
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Sì, io i tatuaggi li considero osceni. E non posso farci niente.
Non trovo nemmeno un reale, unico, vero motivo per cui dovrei apprezzare i tatuaggi. Anzi, per molte ragioni, mi fanno arrabbiare. Iniziamo dal principio: di quello che fanno gli uomini non potrebbe fregarmene di meno. Di quello che fanno le donne, invece, sì. Perché le amo. E quindi, qui, c’è il primo cortocircuito pazzesco: avete il corpo femminile, in alcuni casi la cosa più bella del mondo, e voi che fate? La deturpate coi tatuaggi. Non lo accetterò mai. Mi metto le mani nei capelli ogni volta che ci penso, ogni volta che penso allo spreco, alla violenza di un gesto del genere, alla mancanza di rispetto verso il vostro stesso corpo. Avete (quasi) sempre quei cavolo di problemi di autostima, lo sappiamo eh. Ma questo vi autorizza, in un masochismo esasperante, a fare scarabocchi su quella pelle così delicata, soffice, morbida, profumata? Sapete come la penso, sapete quanto io sia un amante della libertà, non è questo il punto. Fate quello che volete, logicamente, non devo certo dirvelo io. È che mi fa imbestialire il fatto che non vi amiate. E no, non mi venite a dire che una ragazza che si ama davvero si fa i tatuaggi, perché non ci crederò mai. Mi spiace. Sapete quante volte mi capita di vedere una ragazza tatuata e pensare, tra me e me: “Che peccato”? Tante, davvero tante. Eppure questo è il mondo di oggi, ennesima cosa che va accettata. Ma io non l’accetto comunque, e come sempre me ne resto in disparte, per conto mio, senza far del male a nessuno, senza offendere la specificità di nessun individuo che fa una scelta libera. Qui si fanno solo ragionamenti, analisi. Ci sarebbe poi la questione più alta, ne vogliamo parlare? Perfino nella Bibbia, v’è l’esortazione a non marchiarsi coi tatuaggi. Personalmente parlando, essendo Dio l’unica essenza e totalità in cui credo fermamente con tutto me stesso, non posso non tenerne conto. Gesù Cristo è l’unica vera via, ma a differenza dei tatuaggi non va di moda. Torniamo ai livelli più bassi della materialità e della carne umana: non riuscirei ad avere una relazione interpersonale sentimentale, degna di questo nome, con una ragazza che abbia un tatuaggio. Voi lo vedete come un mio limite, e accetto questo vostro pensiero. Intendiamoci: mi confronto tutti i giorni con ragazze che vivono e pensano diversamente da me, e ad alcune voglio anche molto bene. Non mi prendete per scemo, insomma, so restare al mio posto senza tapparmi gli occhi e le orecchie per ventiquattro ore al giorno. Ma, ecco, diciamo che certi usi e costumi non li capisco proprio. Non riesco. Vengo da un’altra epoca? Da un altro mondo? Può darsi. Eppure, quando vedo il corpo nudo e la pelle bianca, candida e immacolata di una ragazza, è tutta un’altra storia. È, quella sì, una vera opera d’arte. Probabilmente la più bella. Non sprecate mai il vostro valore, che può essere immenso. Sopra ogni cosa: amatevi. Ma amatevi davvero. Fate l’amore con voi stesse, e non solo infilando le dita tra le gambe. Desideratevi, rispettatevi, ascoltatevi.
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Disperato erotico stomp!
Disperato. capitolo 1.
Per Marcello, la disperazione è un sentimento da evitare, l'emotività che ne consegue, è alienante al punto tale da farlo sentire fisicamente male. Quando ci si è trovato di fronte, si è lasciato colpire. Succede, di non essere pronti. Succede, di non saper recitare la parte del cavaliere indomito e coraggioso. È successo anche a lui, di fronte all'amore. Si lasciava legare, e si accertava che il nodo fosse ben stretto ma, quando quel nodo veniva sciolto, violentemente slegato non per suo volere, era immediato smarrimento. Vuoto attorno.
" Ho sentito sofferenza. In quale altro modo si sente la passione?"
Si interrogava, su come chi amava avrebbe potuto vivere senza la sua protezione, come l'occhio di qualcun'atro avrebbe potuto essere così attento, se non fosse stato il suo.
"Lungamente Eros mi ha guardato coi suoi occhi lunghi, in me è solitudine e io nel mio letto resto sola...". "Saffo".
Appunto.
Erotico. capitolo 2
L'eros, il motore. Marcello di passioni si nutriva, chi non lo farebbe?! A lui, di "eros" gliene hanno attribuito molto. Il connubio visivo di un gesto da seduttore navigato, le "conquiste", e di nuovo, le etichette da sconfiggere fanno la somma. Suo malgrado, erotico, lo era innatamente, a suo modo. Senza esserlo in modo disturbante, tanto da "star simpatico" anche agli uomini, mentre le loro donne sognavano. Eroticamente innocente, quasi in modo "femminile", da rasentare una certa delicata e non sfacciata "ambiguità". Nonostante la stereotipia, la giacca scura, le spalle larghe, la camminata sicura, lo sguardo seduttivo indossato apposta per l'occasione, era delicato. Erotico, per lui, era tutto ciò che precedeva l'atto, il momento. Erotica era l'intelligenza della sua donna.
Stomp. Capitolo 3.
"Smick, Smack, smick Smack", lo vedi giocare mentre si parla di sesso. In ogni film che toccava l'argomento, l'ironia era la chiave vincente. L'apoteosi dell'ironia si fa sequenza in " Città delle donne" di Federico Fellini, il vecchio Snáporaz, si ritrova nel tempio di "Sante Cazzonius", dove si fa strada tra un cimitero di orgasmi e donne di tutti i tipi. Marcello asseconda il percorso, si intimidisce, ma curioso alimenta il suo voyeurismo sull'argomento. Quasi, non fosse altro, che una parabola della sua vita privata. In molti si sono messi in cattedra per approfondire la materia e a domanda, rispondeva sempre geniale con ironia, e Fellini, suo complice se ne veicolava. In realtà lo facevano entrambi. Sgulp! E il curiosone era additato, tutti i riflettori erano sulla sua malizia.
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Fante di Spade.
"La Verità del Cuore".
Molte persone identificano il processo che sta accadendo come qualcosa che poco riguarda i Sentimenti umani.
Essi vengono come "estromessi" dalla loro "funzione evolutiva", in favore di principi di ascesi e di dissociazione medianica.
Nei secoli, Spirito e Materia si sono separati, al pari del principio Femminile e del principio Maschile. Ma essi appartengono in egual modo all'Unità e ne sono parte integrante.
Non esiste una separazione tra i due Mondi. Esiste un dialogo profondo e connesso, dal quale sgorga ciò che impropriamente è stata per secoli definita "Illuminazione".
L'Illuminazione non è qualcosa di esterno all'Incarnazione e alla sua densità materiale. Ma è un processo di apertura della Coscienza Interiore. E avviene anche attraverso la "comprensione" della Mente, unita alla potenza energetica del Cuore e alla Sensibilità del sistema delle Memorie ancestrali di provenienza Animica.
E' per questo che la diffidenza verso queste "pratiche" di innalzamento energetico, osteggiate dal bisogno Umano di portare nella logica ogni azione dello Spirito, si è potuta compiere solo attraverso la mediazione del Cuore. Poiché esso ha fatto da connettore e ha permesso la riunificazione delle due parti separate.
Chi non comprende o denigra, o addirittura ridicolizza coloro che si sentono parte della Riunificazione, è perché "non sente". Non ha ancora completato il processo di Attivazione del Sistema Centrale. Non si è concesso di "aprire" ciò che lo porterebbe alla Rivoluzione di ogni parte del Sistema.
La paura blocca. Le resistenze sono tante.
E questo va compreso, per non incorrere nel tentativo sfrenato di "convincere" chi non sente. Non è possibile. "Sentire" è il prerequisito. Tutto il resto poi fluisce da sé. Non senza dolore, ma con un navigatore interiore dedicato, con una bussola che può dirigere verso la Verità interiore, verso la Stella Polare.
Non è tempo di "convincere". Nessuno può forzare movimenti evolutivi che non sono sostenibili o che non sono fortemente accompagnati dalla volontà.
Rispettiamo chi non "sente". Chi non condivide. Chi ritiene tutto questo una delle solite "buffonate" spirituali.
E' una visione che ha pari dignità di manifestazione rispetto alla nostra, che ha lo stesso valore d'esperienza di ciò che stiamo vivendo noi.
Però quanto è bello giungere nelle profondità di noi stessi e sentirci in sintonia con la nostra Essenza. Dentro, non fuori. Poi magari anche fuori, pian pianino, nel tempo.
Potremmo provare a mostrarlo, ad esprimerlo, ad esserne "esempio" e vedere se all'Altro piace, se lo incuriosisce, se lo sente entusiasmante per se stesso, se magari, dopo un iniziale titubanza, se ne innamora perdutamente.
Ciò che sta accadendo è magico.
Ed è magico a livello Umano, prima che Animico.
Non riguarda l'Ascesi. Non com'era stata interpretata in altra Epoca, dove la consistenza energetica sul Pianeta Terra era troppo densa e spingeva verso il basso le Energie di introspezione e connessione.
Oggi si può trasformare questa Vita percepita in una vera e propria "vacanza dimensionale", anziché come perenne condanna al limite e all'afflizione.
Ma non si può "spiegare" questo a chi ancora soffre e crede che tutto questo sia punitivo e brutto, che questa incarnazione sia fatta solo di dolore e costrizione.
Accogliere l'Incarnazione come un Dono non è un processo "mentale" o "spirituale", è un processo di "Sentimento". Di Cuore.
E chi ha il Cuore chiuso non potrà accedere a questa sensazione così Cristallina e Pura. Non potrà concedersi all'Amore, né alla piena Verità di se stesso e neppure alla Magia delicata e brillante del suo Mondo Interiore.
Non è "new age" e non è "religione".
E' "Sentito interiore".
E' puro e limpido "Sentito". Non c'è sui libri, non c'è sui manuali, non ha una piattaforma scientifica.
E' solo "Cuore Cristallino connesso". Null'altro.
E come si spiega? Non lo so. Non ci sono sufficienti parole. O perlomeno non ancora ...
Mirtilla Esmeralda
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Con mia grandissima ammissione di colpa devo confessare che i The Gathering fino a qualche anno fa non li avevo mai ascoltati. Non so come mai… Ho avuto il mio periodo di amore per il gothic metal, conoscevo a memoria gli album dei 3rd and the Mortal, Paradise Lost e Anathema; forse in un’ipotetica selezione degli album che devi pescare per andare avanti nel tuo viaggio musicale avevo scelto i Sentenced a discapito dei Tiamat e i Nightwish a discapito dei the Gathering. Grandissimo errore ma credetemi - e non credo capiti ancora oggi – ascoltare per la prima volta Mandylion dopo aver compiuto i 35 anni è qualcosa di sconvolgente. È una specie di portale che si apre sul passato, quando pensavi di aver ascoltato tutto e collocato ogni album, ogni movimento e ogni influenza nei rispettivi scomparti, e scombussola tutti gli ordini e i criteri fatti in questi anni. Mandylion è del 1995, esce insieme a The Silent Enigma e Draconian Times; dopo Wildhoney ma soprattutto insieme al debutto dei connazionali Theatre of Tragedy, formazione che non ho mai sopportato ma che è considerata portante a livello internazionale. Ed è proprio dopo queste due band olandesi che si ridefinisce il concetto di gothic metal, con abbondanti tastiere, pianoforti e archi e spesso il duettare fra growl maschile e voce angelica femminile. I Theatre sono una band molto canonica, che riprende tanto dai primi My Dying Bride aumentando la componente teatrale.
Ma i the Gathering si sente che stanno guardando da un altro lato. Sì ci sono le chitarre distorte e la batteria tipica anni ’90 ma quello che si crea coi synth e soprattutto con la voce di Anneke Van Giersbergen è qualcosa davvero di unico. Anneke ha 21 anni, non gliene frega un cazzo di metal eppure viene convinta cantare in questa band rivoluzionandone completamente gli esiti. Guardate il loro live al Pinkpop del 1995: i chitarristi si vestono con le magliettone a maniche corte sopra quelle lunghe, come i Pearl Jam; il batterista ha la divisa da calciatore, come se fossero gli Oasis; Anneke – anche se vestita di nero – sfoggia mille bracciali fricchettoni, i leggings Adidas e salta ondeggiando le braccia, nuotando nell’aria, come se fosse a un rave; rossetto scuro, eyeliner nero, lentiggini… il prototipo della fidanzatina che tutti noi lupi neri avremmo voluto incrociare al liceo. La voce di Anneke è qualcosa di mai sentito in tutto il panorama rock-metal; non è teatrale e tecnica come Liv Kristine o come quella ben più da opera lirica di Tarja Turunen e non è smaccatamente pop-rock di stampo americano come poi verrà fuori con Avril Lavigne e le sue diecimila cloni. La voce di Anneke ha qualcosa di simile a Kari Rueslåtten anche se la norvegese è molto più eterea e delicata anche se i momenti più rilassanti di In “Motion #1″ ricordano Tears Laid on Earth… anche perché siamo di nuovo nello stesso magico anno musicale. La voce di Anneke è come se fosse continuamente in connessione con la terra e con il cielo. Le strofe di Mandylion sono sempre virate al pop e allo stesso tempo ad un certo rock-metal anni ’90. Chitarre e batteria hanno preso quello che il grunge aveva da dare, la produzione è curata da Waldemar Sorychta, deus ex-machina del black metal melodico/gothic capitanato dalla Century Media e nello specifico Tiamat, Samael, Sentenced, Lacuna Coil, Moonspell. Questo momento in cui il metal diventa esotico si sente nell strumentale Mandylion con tabla e flauti marocchini e si era già sentito nelle influenze palestinesi in Wildhoney; si sentirà nelle chitarre mediorientali in Down dei Sentenced. La particolarità di Mandylion è che i the Gathering non saranno mai più così metal come in questo disco e quindi anche quando ascoltate dei riff in palm-mute, si sente che stanno suonando per l’ultima volta, col successivo Nighttime Birds le sonorità si alleggeriranno ulteriormente senza però dimenticare l’album in oggetto; i semi della futura sperimentazione sono stati piantati nei momenti dei fraseggi e degli assoli di questo album (ad esempio “Fear the Sea”). Ma Mandylion ha la forza dell’istintività, della coesione e della capacità di aver creato alcune delle melodie più belle e orecchiabili della musica rock-metal; “Strange Machine” e “Leaves” sono quelle canzoni che vorresti aver cantato a 16 anni sul motorino; “Fear the Sea” è forse il brano più “dark” e contiene i vocalismi meno lineari, ma rappresenta il lato tagliente e cupo del gothic-metal; eppure anche qui Anneke riesce a tirar su l’intera canzone fuori dall’acqua e portarla fra i picchi più alti e sognanti dell’album. Mandylion è la colonna sonora degli amori adolescenziali di qualsiasi metallaro, è il disco che ti fa evadere nonostante ore e ore di evasione dal mondo reale magari con altri generi musicali più duri. Mandylion è un album che può suonare solo con la voce di Anneke e senza di lei probabilmente sarebbe un disco che varrebbe un decimo. Non perché i musicisti sono scarsi, anzi; ma perché voce e strumentazione si sono legati in maniera indissolubile, impossibile da scindersi a vicenda. La musica dei the Gathering cambierà molto in futuro, anche con la stessa Anneke ancora in formazione; diventerà trip-hop, indie-rock, calcherà terreni anche più semplici, diventerà malleabile e destinata a un pubblico sempre più variegato. Ma Mandylion è una sorte di diamante grezzo che, lavorandolo e raffinandolo sempre di più perderà la magia del ritrovamento, quell’emozione spontanea di sudore fango e lacrime con cui si dissotterrano le reliquie.
#august 1995#nethernald#1995#the Gathering#Century Media#Sorychta#Tiamat#Anathema#gothic#metal#doom#Paradise Lost#Theatre of Tragedy#Lacuna Coil#anneke van giersbergen
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Una lettera sul Pitocchetto
Caro Piero 1, ho visto: Lotto, Palma il vecchio, Cariani, Savoldo, Romanino, Morone, Moretto e poi ancora Fra Galgario, Piazzetta,
e perché no, Baschenis, Bettera ecc. tutti operativi nei due secoli d’oro della pittura Bergamasca e Bresciana (che allora però era sotto Venezia).
Perché no il Ceruti? No, non il Gino di Gaber, che “lo chiamavan drago”; Ceruti Giacomo soprannominato il Pitocchetto (Milano 1698- 1767), quello di Miseria e Nobiltà. No, non la commedia del grande Eduardo napoletano, quella del Museo di S. Giulia nella Brescia Capitale della Cultura dell’anno del Signore 2023 appena cominciato e bisognerà pure precipitarsi a Bergamo, associata per la grande occasione!
Perché no il Pitocchetto? A parte un paio di nature morte decenti della cucina bresciana (polenta e usei + graspa da raspi di Franciacorta filtrata nel cappello del montanaro, ah indelebile ricordo dell’amico ospite egregio negli anni ’60 / ‘61), pura fotografia, pura documentazione realistica della faccia di popolani e di signori. Sì, anche di quelle dei poveracci. Si occupa uno spazio un po’ negletto (ma l’idea non fu solo sua, è un po’ nell’aria spagnola-asburgo-veneta, e anche del grandissimo Velasquez) e si soddisfa una clientela con senso di colpa. E cosi il ritratto di chi ti dà del pitocco, perché non ce la fa a comprartelo,finisce nella sala da pranzo con camino fumante, insieme con la granseola appena arrivata da Venessia: Toh, l’è propio l’ciabatin, l’è lu!
La somiglianza non è facile a cogliersi! Allora perché no il Pitocchetto?
Perché l’arte non è solo mestiere, non imita la realtà, è invenzione. Per rendere la somiglianza poi di mestiere ne basta poco e ammesso e non concesso che ci sia, l’arte non è solo la toppa nel vestito, lo straccio, il cappello sfondato. La realtà, tutta la realtà è transeunte: una teoria di facce scomparse, nobili e poveraccie. Cosa crei a imitare la realtà ? l’arte è luce, tocco, sorpresa; è oltre la realtà. Al massimo, se ci riesce, consolazione per la morte. Qui casca l’asino, mentre il colore meravigliato nell’occhio di Fra Galgario è invenzione, aggiunta a qualcosa che non c’era, irrealtà. Perfino il parruccone in grigio matita del von austriaco (non mi ricordo più come si chiama) è luce autentica, sensibilità delicata dell’occhio del Piazzetta, lì nella stessa sala!
Ma allora perché tanto casino, tanto rumore (“Un grandissimo pittore” gli organizzatori) per questo produttore in serie di scatti fotografici su stracci ineccepibili? Ma è logico: è la democrazia! W il ritratto dei poveri migranti, quelli scampati alle carestie con la polenta delle americhe spagnole o ai naufragi nel Canale di Sicilia (7.3.23): mettiamoglieli in casa a sti borghesi arricchiti! Hai visto come siamo democratici? oggi come ieri e senza bisogno della cura suprema dell’atmosfera, alla Chardin, o più modesta, alla Baschenis (bergamasco con liuto cremonese). Oggi come ieri, perché anche oggi siamo furbi e sappiamo sfruttare le mode, le orde di piccoli schiavi della burrrocrazia (non è un lapsus) a caccia di patenti intellettuali, intruppati dietro le guide museali, biglietto 28 Euri sonanti (14 Museo di Villa Giulia + 14 Martinengo) per un centinaio, dicesi almeno cento, fotografie antelitteram, come quelle dei telefonini odierni alla portata di tutti i cretini, anzi soprattutto di genere femminile, cretine: è così bello apparire con la propria coiffure nel selfie davanti al Pitocchetto della Capitale della cultura!
Bah, che nausea, caro Piero! Perché ho scelto quel mestiere? Che nausea la realtà, i telefonini, le mostre di fotografia, la democrazia, il Pop. Sfoglio un contemporaneo del pitocco, niente popò di meno che Denis Diderot: “l’imagination ne crée rien, elle imite, pour creer il faut avoir de l’exprit critique” (1750 o giù di lì e Oscar Wilde 1880, citato da Carmelo Bene 2002). W la tabula rasa (3)
1 ½ Botta, che mi ha consigliato la mostra.
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Journaling 17.02.23
Femminilità. Cosa intendo per femminilità? Me lo chiedo. Me lo chiese la mia psicologa, qualche anno fa. Cosa intendi per femminilità? Non lo so. I capelli lunghi? Carisma. Sì forse carisma. Quello che io non ho. Avere le attenzioni su di sé. Persuadere. Una donna femminile. Io non mi sono sentita mai così. Quella delicatezza. Ma quindi non sono delicata? Io mi sento delicata a volte. Quindi a volte sono femminile? Non lo so. Poco fa Nanni mi ha suggerito il profilo di una nutrizionista su qualche social che ha visto, dicendomi che una tizia ha smaltito 26 kg e che fa anche la ricomposizione corporea. Questo lo faceva anche il mio di nutrizionista, vorrei dirle. Ma sono io, sono io che ho deciso di smettere per l’ennesima volta. Le cause ormai le conosco così bene. Ogni volta accade. Ultimamente penso ai giorni che volano via. Si susseguono tutti uguali, mi ricordano una matrioska. Non so perché. Il perché lo so, lo so bene. Ogni giorno mi alzo e rivivo le stesse sensazioni (stavo per scrivere emozioni, magari lo fossero). Non riconosco le emozioni. Dicevo… beh, ogni volta mi alzo al mattino con una brutta sensazione addosso. La stessa che avevo dopo la morte di mio fratello. Nel momento in cui apro piano piano gli occhi è la disperazione. Vorrei non averli aperti. Proprio come i suoi. È lì, in quel momento, che vorrei una pistola tra le mani. Quando mi alzo, penso già al cibo. Alla prima colazione, a cosa mangiare. Pensate un po’ che ossessione. Mi dico di mangiare qualcosa di leggero. Lo faccio. 200 ml di latte con 30 gr di cereali integrali c’è scritto sulla dieta. Lo faccio. Sedentarietà. Di nuovo tu, ci risiamo. Niente più palestra durante il giorno. Dopo un periodo di abuso piacevole. E poi niente. Capita durante il giorno di sentirsi così: annoiati, tristi, felici, arrabbiati. Tutto sfuma. Pranzo e cena, sregolarmente mangio. E così tutti i giorni. Nanni mi parla di nutrizionista, in fondo è solo uno stupido nutrizionista.
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Cinque Capi da Avere nell’Armadio
Capi Essenziali per la Primavera/Estate 2024
Con l’arrivo della nuova stagione è il momento perfetto per rinfrescare il proprio armadio e abbracciare le tendenze più recenti della moda primavera/estate 2024. Tra colori vivaci e tessuti leggeri, ecco i cinque capi di abbigliamento essenziali che non possono mancare questa stagione.
Abito Midi Floreale
Lasciati avvolgere dalla natura con l’abito midi Bianca. Questo capo romantico, con i suoi colori tendenti al rosso, le sue maniche a palloncino, la sua silhouette femminile, la stampa e il suo spacco anteriore sono un must-have per questa primavera/estate. Indossalo con sandali con tacco per un look adatto per una cerimonia oppure con una ballerina o un sandalo basso per una serata estiva con gli amici.
Abito Bianca prezzo 69€
Descrizione Prodotto:
Vestito midi
Spacco anteriore
Tessuto non elasticizzato
Maniche lunghe a palloncino leggermente trasparenti
Colore fucsia, rosso e arancione
Taglie : S - M https://www.bombinate-shoes.com/product-page/vestito-bianca
Jeans Palazzo
I jeans Zoe sono un elemento indispensabile in ogni armadio, questo è un capo versatile e perfetto per creare un outfit casual o elegante a seconda di come viene abbinato. La silhouette di questo pantalone a palazzo è fluida e rilassata e dona un senso di libertà e comfort, mentre la lunghezza che tocca il suolo aggiunge un tocco di glamour.
Jeans Zoe prezzo 43€
Descrizione Prodotto:
Tessuto morbido ed elastico
Vita alta
Colore écru
Taglie : S - M - L https://www.bombinate-shoes.com/product-page/jeans-zoe
Blusa Romantica
La blusa Oscar di colore écru è un classico intramontabile che non può mancare nel tuo guardaroba. In questa stagione un tocco di fascino con i cuoricini stampati e piccoli ricami che percorrono tutta la blusa, le maniche a sbuffo che riportano ad una delicatezza. La versatilità di questo capo consente di indossarlo sia per un look formale che informale. Abbinala con una gonna per un look da ufficio o con un paio di jeans per un'atmosfera più casual e rilassata.
Blusa Oscar prezzo 29€
Descrizione Prodotto:
Blouse in garza di cotone
Maniche corte leggermente a sbuffo
Colore écru, fantasia cuoricini rossi
Taglie : S - M - L
100% cotone https://www.bombinate-shoes.com/product-page/blouse-oscar
Gonna in Tessuto Satinato
La gonna midi Gabby è un must-have per questa stagione ed è un'opzione audace per ogni occasione. La lunghezza midi offre un equilibrio perfetto tra forma e funzionalità, il tessuto satinato con la sua lucentezza delicata a mano morbida aggiunge un tocco di stile e raffinatezza al capo. Può essere indossata con una camicia bianca per un look da giorno o abbinata a un top scintillante per una serata elegante, è perfetta per creare un outfit da ufficio sofisticato, abbinando la gonna ad una blusa e un paio di tacchi.
Gonna Gabby prezzo 35€
Descrizione Prodotto:
Gonna midi
Tessuto satinato
Elastico in vita
Colore: Celeste chiaro, Panna.
Taglia unica https://www.bombinate-shoes.com/product-page/gonna-gabby-celeste
Completo Color Pastello
I completi color pastello offrono infinite possibilità di styling. Il completo Serena è composto da una giacca e pantalone palazzo della stessa tonalità creando un look coordinato e armonioso. Questo colore celeste evoca un senso di dolcezza e raffinatezza che si adatta perfettamente a questa stagione. I completi possono essere accessoriati con gioielli delicati e scarpe a punta per un tocco di eleganza.
Completo Serena prezzo 75€
Descrizione Prodotto:
Completo pantalone palazzo + giacca
Colore celeste
Pantalone vita alta
Taglie : S - M - L https://www.bombinate-shoes.com/product-page/completo-serena
Con questi cinque capi di abbigliamento essenziali per il tuo guardaroba, sarai pronta ad affrontare la stagione primavera/estate con stile e sicurezza. Sperimenta con combinazioni di colori e stili per creare outfit unici che riflettano la tua personalità e il tuo spirito alla moda.
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Helle “La tempesta”
Il nuovo brano della cantautrice bolognese è il primo estratto dall’album “La colpa”
“La tempesta” che da il titolo al brano è la metafora scelta dalla protagonista della canzone per spiegare al suo innamorato le ragioni del proprio allontanamento. Un brano pop-folk ritmato e dinamico, dove la voce di Helle cavalca con sicurezza le impetuose onde musicali che attraversano il brano dall’inizio alla fine. "La tempesta" è l'ottavo capitolo del racconto in nove canzoni "La colpa", il terzo album in studio di Helle in uscita il 26 aprile per l’etichetta Volume!.
Tutte le canzoni del disco sono state scritte da Helle e vedono la partecipazione di Leziero Rescigno alla batteria e di Marco Carusino alle chitarre e arrangiamenti. Registrazioni, mix e master a cura di Max Lotti e Lele Battista.
Lisa Brunetti, in arte Helle, nasce a Bologna nel giugno 1994. Comincia a scrivere poesie ad 11 anni, a suonare la chitarra dall’adolescenza. Ha lavorato per quattro anni in Fonoprint, dove ha avuto l’opportunità di conoscere e collaborare con Bruno Mariani. Negli stessi anni ha suonato con Ricky Portera. Dopo la pubblicazione di vari singoli in inglese e in italiano, arriva per Helle il momento di intraprendere una nuova fase della sua carriera artistica. Nel 2020 escono i singoli “Tra le strade della mia città”, ed “Al Pacino”, entrambi prodotti, suonati e arrangiati dalla stessa Helle.
Si laurea presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna, scrivendo una tesi su "Com'è profondo il mare", celebre album di Lucio Dalla, datato 1977.
Seguono l'uscita dei brani “Carovane” e “Rispetto”. Il 25 giugno 2021 pubblica l’album “Disonore”, disco electro pop che caratterizza il nuovo corso artistico e professionale di Helle, che ha vinto il PREMIO SPECIALE assegnato dal MEI «Per aver affrontato con sonorità spiccatamente elettro-indie e liriche dal forte peso sociale, il tema della Libertà attraverso l’analisi delle sfumature dell’animo umano, soprattutto quello femminile». “2, 107” è brano con il quale vince il PREMIO LUNEZIA NEW MOOD «Per aver offerto una visione delicata e cruda con tappeti sonori moderni e sperimentali sulla morale delle donne». Vince il PREMIO DELLA CRITICA all’interno della rassegna del Premio InediTo al Salone Internazionale del libro (premio "Le colline di Torino") per la sezione “Testo canzone”, è finalista del Premio Bindi 2022 e si esibisce a Musicultura. “Tu mi volevi bene”, “Chimere” e "Tom" sono gli altri singoli estratti dal disco d'esordio.
Il 13 gennaio 2023, da alle stampe in versione cartacea ed ebook, il libro di poesie "Carovane" (ZONA Contemporanea), in contemporanea con l'uscita del singolo “Oggi è già ieri, il domani è eterno” realizzato e prodotto dalla stessa autrice. Le poesie di Helle – fuori dal disincanto, ma mai con distacco – poggiano sulla forza della parola e su immagini che si prestano alla metafora e all'allegoria, rivelando una scrittura consapevole, complessa come la realtà che descrive. “Musicista e cantautrice, con forte personalità e profonda soggettività, Helle impone con chiarezza i propri versi nell'orizzonte della poesia contemporanea, fuori dai facili sentimentalismi e saldamente ancorata alla materialità dell'esistenza.”
Parte da Bologna a febbraio il Carovane Tour che la vede impegnata in numerose date: una doppia esperienza live che porta nelle librerie e nei club uno spettacolo intimo e al contempo intenso ed energico, in cui vengono presentate le canzoni di Helle e le poesie di “Carovane” attraverso un file rouge che le lega.
Il 23 aprile 2023, nelle sede del Club Tenco a Sanremo, presenta in anteprima il nuovo disco "La liberazione” - hanno udito una donna ridere dal fiume", in uscita il 5 maggio e anticipato il 28 aprile dal singolo “Simone”.
Nel luglio dello stesso anno riceve un riconoscimento per il testo "Nebraska", presso il PREMIO LAUZI, tenutosi a Capri.
Il 26 aprile 2024 esce il suo terzo album in studio, "La colpa - racconto in nove canzoni", anticipato dal singolo "La tempesta" pubblicato il 12 aprile.
Etichetta: Volume!
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YoVo 7 🌋
Martina Di Trapani
Rossella Palazzolo
Noemi Sgarlata
con un testo di Alessandro Pinto
Inaugurazione mercoledì 13 marzo 2024 ore 18
visitabile fino al 29 marzo
dal martedì al sabato dalle 15 alle 19
RIZZUTOGALLERY @rizzutogallery_
via Maletto 5
Palermo
YoVo 7 è la settima mostra di YoungVolcano, il progetto della RizzutoGallery pensato per sostenere e promuovere gli artisti emergenti siciliani e i futuri professionisti del settore.
Protagoniste di questo appuntamento tutto al femminile sono: Martina Di Trapani (Palermo, 1984), Rossella Palazzolo (Palermo, 1983) e Noemi Sgarlata (Caltagirone, 1997).
Tre diversi linguaggi che manifestano le diverse declinazioni del fare artistico delle artiste in mostra.
Quella di Martina Di Trapani è una pittura semplice e delicata fatta di tinte forti, dove il contrasto tra la potenza dei sentimenti e la leggerezza con cui questi vengono raccontati porta lo spettatore in una dimensione emotiva profonda in cui l’immagine si fa emozione e l’emozione diventa colore.
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Accessori tech che ogni donna dovrebbe avere
Accessori tech che ogni donna dovrebbe avere. Nell’era digitale, i dispositivi tecnologici si sono evoluti fino a diventare parte integrante della nostra vita quotidiana. Le donne, in particolare, apprezzano accessori tech che combinano funzionalità avanzate con un design elegante. In questo articolo, esploreremo una selezione di prodotti che rappresentano i migliori accessori tech che ogni donna dovrebbe avere per migliorare la vita quotidiana con stile. Activity tracker Un accessorio must-have per le donne attive è senza dubbio l’activity tracker, un dispositivo che monitora l’attività fisica, le abitudini di sonno e latri parametri come i battiti caridaci. Dotato di sensori avanzati, l’activity tracker registra i passi, le calorie bruciate e la qualità del sonno. Questo accessorio tech è in grado di sincronizzarsi con lo smartphone, consentendo di tenere traccia dei propri progressi nel tempo. Con un tocco di eleganza e funzionalità, l’activity tracker è un compagno essenziale per mantenere uno stile di vita sano. E-cig L’e-cig, abbreviazione di sigaretta elettronica, rappresenta una alternativa moderna al fumo femminile tradizionale. Questo dispositivo utilizza una batteria per riscaldare e vaporizzare un liquido contenente nicotina, creando un’esperienza simile a quella del fumo delle sigarette ma senza la combustione. L’e-cig offre una vasta gamma di aromi e intensità di nicotina dai cui scegliere, consentendo agli utenti di personalizzare la propria esperienza di fumo in base alle proprie preferenze. Macchina fotografica Polaroid Per coloro che amano l’estetica retrò, una macchina fotografica Polaroid è un accessorio imprescindibile. Con la sua capacità di scattare istantanee, questa macchina fotografica combina la nostalgia del passato con la convenienza del presente. Basta premere un pulsante e in pochi istanti si otterrà una foto fisica da regalare o conservare come ricordo. La macchina fotografica Polaroid incarna l’arte di catturare momenti speciali con un tocco vintage. E-reader L’e-reader è un dispositivo che ha rivoluzionato il modo in cui leggiamo i libri e, per le donne che hanno la passione per la lettura, questo gadget non può mancare. Con un e-reader, si può portare con sé una biblioteca virtuale ovunque. Grazie allo schermo ad alta risoluzione e alla capacità di regolare la luminosità, consente di leggere comodamente anche in condizioni di scarsa illuminazione. Inoltre, l’e-reader permette di sottolineare e prendere appunti senza rovinare le pagine. Dyson Airwrap Per le donne che desiderano avere capelli impeccabili senza dover passare ore davanti allo specchio, il Dyson Airwrap è un accessorio da sogno. Questo dispositivo utilizza una combinazione di aria e calore per asciugare e modellare i capelli senza danneggiarli. Grazie alle sue diverse testine intercambiabili, il Dyson Airwrap consente di creare onde, ricci o lisci con facilità. L’innovativa tecnologia di questo accessorio tech permette di ottenere risultati da salone nel comfort di casa. Spazzolino elettrico Per un sorriso sano e radioso, gli spazzolini elettrici sono davvero imbattibili. Questi dispositivi utilizzano movimenti di pulizia avanzati per rimuovere la placca batterica, migliorando notevolmente la salute di denti e gengive. Grazie alla loro tecnologia, gli spazzolini elettrici offrono una pulizia profonda e delicata, garantendo un sorriso impeccabile senza sforzo. Un accessorio tech che rende l’igiene orale una pratica semplice ed efficace.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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RAPTUS PARFUM VIII 20ML
Un profumo femminile, dai toni freschi con accenni agrumati, una fragranza elegante e delicata. Disponibile nei formati 20 ml Le sue note ricordano la fragranza tipo La vie est belle* di Lancôme Paris.
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Titolo: Accabadora
Autore: Michela Murgia
Anni ’50, Soreni, Sardegna. La piccola Maria è una
“fill’e anima”. Quarta e ultima nata, viene adottata da una nubile benestante. Sono gli anni in cui nell’entroterra sardo è diffusa la “fillus de anima”. Un’espressione della lingua sarda che sta ad indicare una pratica che consiste nell’affidare spontaneamente il proprio figlio biologico ad a altrui, generalmente senza figli, appartenenti alla stessa comunità, non necessariamente alla stessa rete familiare.
Maria crescerà in un clima completamente diverso da quello che aveva a casa sua: avrà affetto da parte della donna, avrà la possibilità di studiare e imparerà il mestiere di sarta. Ma la donna le nasconderà una parte di sé molto particolare. Conduce una doppia vita. Di notevole importanza, scoprirete poi durante la lettura, sarà questa frase: “Ha chiesto lui di me?” …
Inoltre, una cosa ancora più interessante , dice di sé stessa
“Io sono stata l’ultima madre che molti hanno visto”.
Un aspetto che colpisce è l’ambivalenza temporale del romanzo. L’attaccamento alle antiche tradizioni e la superstizione spirituale. Allo stesso tempo Michela Murgia tratta argomenti complessi ed attuali.
“Accabadora” è un romanzo incentrato sull’universo femminile.
Le decisioni e le azioni compiute, hanno come uniche protagoniste le donne.
Questo è un romanzo sulla morte, sulla vita, su una ragazza, "nata due volte".
La storia narrata, ha un notevole impatto emotivo.
Da leggere. Sicuramente forte. Pone l’accento, anche se in maniera delicata, su argomenti di notevole impatto sull’animo umano.
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Ludwig van Beethoven - Sinfonia no. 5 op. 67 - I movimento - 1808
Si tratta di un esempio di forma-sonata che, dopo il famoso motivo con cui il destino bussa alla porta, è strutturato come segue:
l'Esposizione in cui si confrontano il primo tema (ritmico e maschile) in do minore viene seguito dal secondo tema, in mi bemolle maggiore (melodico e femminile), una delicata melodia dei violini primi. Il crescendo si sviluppa pienamente nell'epilogo dove il primo tema riprende il controllo completo;
lo Sviluppo in cui l'effetto drammatico è dato dalla forte espressività dei contrasti;
la Riesposizione;
il Finale.
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Villa Trentuno: borse preziose come stelle, letteralmente!
Quante storie può serbare una borsa! Compagna inseparabile dell’apparire femminile, scelta per accordarsi con l’abito e con l’animo, tra i mille oggetti che ospita trova sempre spazio per sistemare anche gli innumerevoli racconti di vita, i frammenti sparsi di esperienze quotidiane, le romantiche speranze del cuore, ma anche le aspirazioni di bellezza allo specchio!
Ma se per un breve momento ci soffermiamo a pensare alla nascita di una borsa, di una di quelle creazioni eccellenti che sono opera della creatività densa di chi lo stile lo plasma per professione, e per passione, ça va sans dire, ecco che le storie si moltiplicano: perché si aggiungono quelle che appartengono all’universo sorprendente dell’ispirazione, dove si può trovare di tutto, e dove questo tutto trova sempre il suo senso.
Come accade nelle borse firmate Villa Trentuno!
Così, pour parler, si potrebbe persino pensare che dentro il contenitore creativo dell’ispirazione di stilista possono venir fuori suggestioni come il bagliore delle costellazioni celesti, la straordinaria bellezza artistica di storiche ville italiane, la presenza inaspettata e trionfante del cervo volante: tutte insieme, tutte in armonia consapevole a formare il fil rouge di una collezione. Ebbene, tale collezione esiste davvero, ed è la nuova collezione Autunno-Inverno 2019-20 di Villa Trentuno!
Ovvero il brand giovane fondato dall’altrettanto giovane Emilia Poli, e che della sua fondatrice sublima ogni aspetto: le origini lucchesi presenti già nel nome, ovvero quella “Villa” che rievoca il patrimonio pregiato delle ville storiche incastonate nella Piana di Lucca, vere opere d’arte intrise di meraviglia lussuosa perché volute dalle classi abbienti come residenza estiva immersa nel verde e nell’opulenza di affreschi e stature, portici e giardini; l’appartenenza toscana, la stessa della maestria artigiana pelletteria che crea a mano ogni singola borsa e la rifinisce in ogni dettaglio eccellente; la passione per la moda che l’ha orientata negli studi e nelle collaborazioni con brand rinomati.
L’origine lucchese è nuovamente la guida per l’ispirazione della collezione per la prossima stagione fredda: le volte celesti che fanno da sfondo notturno alle ville lucchesi adagiano le loro costellazioni sulle borse, dove diventano preziosi decori che brillano sul blu profondo della palette delicata; preziosi come il rametto Twig che funge da manico, ottenuto dal calco di un rametto di quercia della Villa Trentuno, e come il cervo volante che sfavilla come simbolo di buona sorte e segno distintivo del brand. Le forme son variegate tanto quanto le necessità di uso pratico e sfizio estetico di qualsiasi donna: dalla mini alla maxi, geometrica o tondeggiante, profonda o sottile. Tutte uniche, perché vere opere d’arte artigiana: perfettamente personalizzabili per assecondare qualsiasi stile, e storia.
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
#Villa Trentuno#nuovoMadeinItaly#nuovoartigianato#brandindipendente#borse#webelieveinstyle#storiedaindossare
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Calcio donne: Mantovani si ricandida, felice ci sia una rivale
(ANSA) – ROMA, 17 GIU – “Oggi posso solo essere felice che ci sia una altra donna pronta a mettersi in gioco per questa delicata stagione di transizione”. Ludovica Mantovani, attuale presidente Divisione Calcio Femminile Figc, annuncia con una nota all’ANSA l’intenzione di ricandidarsi alla guida del calcio femminile. Si prospetta, così, una sfida tra Mantovani e Federica Cappelletti, giornalista…
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