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#dara birnbaum
femmefaggot · 8 months
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Dara Birnbaum. Hostage. 1994. 6-channel video, 6-channel audio; varying duration, laser-beam sender and receiver, 4 silkscreen prints on plexiglas panels, metal braces.
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chez-mimich · 1 year
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L'articolo presenta la mostra antologica dedicata all'artista Dara Birnbaum alla Fondazione Prada, esaminando le opere multimediali e i videoclip che caratterizzano la sua produzione artistica.
L'autore offre un'analisi approfondita della tecnica utilizzata dalla Birnbaum, evidenziando come essa abbia rivoluzionato il modo di concepire l'arte.
 L'articolo è rivolto a chiunque sia interessato all'arte contemporanea e desideri conoscere meglio il lavoro di un'artista di grande rilevanza nel panorama artistico internazionale.
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reallyndacarter · 2 years
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Hello! I'm an art history major who had a very film and performance art history heavy semester and I was wondering if you ever saw Dara Birnbaum's 'Technology/Transformation: Wonder Woman (1978-79)'? When I was speaking to my film professor about it after class he said that someone had stolen the film reel for the artist to use, so I'd love to know if you knew anything about it.
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Yes! Too cool. I don't know anything about a stolen reel, but I do appreciate this project.
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littleblackchurch · 2 years
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Reading Response #3
Lea Collet; Introduction to Video Art
Collet takes an expansive approach to the ever evolving works classified as video art. Breaking the genre into subsets and the significant creators to prop up her delineations. Her writing does a fantastic job at looking at just innovative and exploratory video based artifacts can be. From the work of Bruce Nauman in the 60’s working off simple repetitive movements and the tense sounds of a metronome to the installations of Dara Birnbaum exquisitely crafted that use screens as both conveyance an mediums in their own right. As with most forms of visual art some immediately capture my attention while others I’d just assume stroll past without much thought. Being a kid of the MTV sphere, in its original manifestation, the combinations of music and moving images, I’m pulled towards magnetically. The piece featured in this article by Arthur Jafa captivated me and I watched it multiple times. His use of both still, moving images, pop culture and historical references, paint both familiar and alien landscapes. A world that I feel to know and then only able look at from a undoubtably outside position that carry’s a sense of shame and sadness, while marked with points of joy. Additionally the works of Eulalia Valldosera and Danielle Dean where props and cast light create the sculptural silhouettes that define the piece and push the mode of video beyond your initial dispositions. Throughout all the examples that Collet examines it is the pieces that use both screen and space to create experience and the marriage of music and movement with message that I found the most gravitating. Trying to find a voice within a foreign landscape, using both technology and implement that I find foreign are lighting my brain up like a Griswold Christmas tree and am excited to find a means of expressing my practice through video .
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Paul McCarthy; I don’t really jive with his video work as much as his other pieces I had to mention him.
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Arthur Jafa
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Ulysses Jenkins
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no-leaving-newyork · 1 year
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Dara Birnbaum- Tiananmen Square: Break-In Transmission, 1990
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distinktionsfetzen · 2 years
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Check out Dara Birnbaum, Transmission Tower: Sentinel (1992), From Marian Goodman Gallery
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lamilanomagazine · 1 year
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Milano: Apre oggi al pubblico la mostra “Dara Birnbaum” a Prada Aoyama Tokyo
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Milano: Apre oggi al pubblico la mostra “Dara Birnbaum” a Prada Aoyama Tokyo. Apre oggi al pubblico “Dara Birnbaum”, una mostra presentata da Prada e organizzata con il supporto di Fondazione Prada a Prada Aoyama Tokyo. Il quinto piano dell’edificio progettato da Herzog & de Meuron ospita il progetto fino al 28 agosto 2023 in concomitanza con la mostra antologica in corso negli spazi di Osservatorio Fondazione Prada a Milano fino al 25 settembre 2023. A cura di Barbara London, con Valentino Catricalà ed Eva Fabbris, la mostra di Tokyo riunisce quattro lavori realizzati tra il 1979 e il 2011 tra cui, in particolare, le installazioni video Kiss the Girls: Make Them Cry e Arabesque. Realizzate in collaborazione con musicisti e compositori contemporanei, le opere sonore Bruckner: Symphony No. 5 in B-Flat dur e New Music Shorts sono accompagnate da montaggi video concepiti appositamente per questo progetto ed esposte in due aree adiacenti al percorso espositivo. Collegati fra loro da elementi sonori e musicali di grande impatto, questi lavori testimoniano l’interesse di Birnbaum per la musica contemporanea sia classica che pop. Inoltre queste opere evidenziano lo sguardo critico dell’artista nei confronti dell’immaginario televisivo e di YouTube e delle varie interpretazioni del repertorio classico da parte di grandi direttori d’orchestra. Questa prospettiva è accompagnata da una profonda analisi della rappresentazione della donna nella cultura d’élite come in quella popolare. Nel corso della sua carriera, Dara Birnbaum (New York, 1946) ha sfidato continuamente i canoni dell’arte e dei mass media attraverso un’approfondita indagine sulle intersezioni culturali tra videoarte, televisione, musica e tecnologie della comunicazione. Come afferma Barbara London: “Dara Birnbaum è un’innovatrice di grande ispirazione le cui opere mantengono invariata la loro rilevanza. Oggi continua a collaborare con montatori e compositori di talento affinando costantemente la sua magistrale pratica artistica. Spianando la via all’arte dei nuovi media che sarebbe emersa sulla sua scia, Birnbaum è sempre stata qualche passo avanti”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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takahashifumiya · 1 year
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Dara Birnbaum (ダラ・バーンバウム)展覧会 | PRADA
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webionaire · 1 year
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THERE’S SOMETHING ABOUT VIDEO ART that calls for grand theories and epic summations, wild pronouncements and heroic declarations. It’s exciting to see a new technology appear in one’s lifetime and to feel some kind of ownership over it, to see it for what it is or, even more importantly, what it did—how it cut through the world. And since video is, or was, so closely related to television and what used to be called the mass media—it was either its intimate underbelly or a guerrilla weapon made to combat it—its value seemed to go unquestioned. The most important artists wrestled with it (Lynda Benglis, Dara Birnbaum, Nam June Paik, Ulysses Jenkins, Joan Jonas, Richard Serra, Robert Smithson); some of the best writers took it on (David Antin, Allan Kaprow, Rosalind Krauss, Anne Wagner)
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pikasus-artenews · 1 year
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DARA BIRNBAUM
L’artista Americana Dara Birnbaum è riconosciuta a livello internazionale per il suo lavoro, in anticipo sui tempi, nel campo del video, dei mass-media e delle installazioni
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personal-reporter · 1 year
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Miart 2023
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Dal 14 al 16 aprile 2023 è il momento di Miart,  la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano organizzata da Fiera Milano e diretta da Nicola Ricciardi. La ventisettesima edizione della fiera ruota sulla parola Crescendo, una scelta in continuità con le metafore musicali degli anni precedenti, con lo smantellamento del silenzio del 2021 e il primo movimento del 2022, come omaggio a un’indicazione dinamica musicale che prevede l’aumento graduale dell’intensità del suono. In relazione alla fiera questo termine sta a indicare la crescita di pubblico riscontrata e il desiderio di continuare questa traiettoria oltre il 2023. Ma Crescendo allude anche alla tutela e allo sviluppo della biodiversità, alla cura dell’ambiente e delle sue risorse e nel favorire pratiche più sostenibili e a minor impatto ambientale. Ci saranno 169 gallerie partecipanti, provenienti da 27 Paesi, con opere di maestri moderni, artisti contemporanei sia affermati che emergenti. La distribuzione degli spazi è suddivisa in tre sezioni, Emergent, a cura di Attilia Fattori Franchini dedicata a 26 giovani gallerie, Established, che ospita 133 gallerie che espongono opere della più stretta contemporaneità assieme a quelle dedicate all’arte del XX secolo, e  Decades, sulla storia del secolo scorso attraverso 10 progetti monografici. Affiancheranno Miart le iniziative di Milano Art Week, la manifestazione diffusa coordinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano tra le principali istituzioni pubbliche e le fondazioni private della città che si occupano di arte moderna e contemporanea. In occasione di Milano Art Week partono alcune mostre della stagione in importanti sedi cittadine, tra cui Candice Lin | Premio Fondazione Arnaldo Pomodoro alla GAM; Ann Veronica Janssens a Pirelli HangarBicocca; il progetto espositivo How you dare alla Fabbrica del Vapore; il progetto Forum 900 al Museo del Novecento, due mostre, dedicate a Danilo Sciorilli e Aldo Spoldi, alla Fondazione Stelline; la mostra su Dara Birnbaum all’Osservatorio Fondazione Prada e l’artista Nathalie Provosty alla Fondazione ICA. Ci saranno anche visite guidate, progetti speciali e aperture straordinarie in tanti spazi espositivi, dal PAC al Castello Sforzesco, da Palazzo Reale al Museo della Scienza e della Tecnologia fino a Triennale Milano, e nelle sedi delle mostre in programmazione. Non mancheranno iniziative dedicate all’arte pubblica, tra cui l’inaugurazione di nuove opere di ArtLine, il percorso d’arte contemporanea  nel parco di Citylife. In questa edizione sarà rafforzata la collaborazione con Triennale Milano, che non solo è protagonista con la sesta edizione del FOG Triennale Milano Performing Arts, ma diventerà a tutti gli effetti la casa di Miart in città. Sono confermat il Premio Herno, che assegna un riconoscimento di 10.000 euro allo stand con il miglior progetto espositivo;  il Premio LCA per Emergent, destinato alla galleria con la migliore presentazione all’interno della sezione Emergen e il Premio Covivio, che selezionerà un artista a cui commissionare un’opera site specific con un investimento fino a 20.000 euro. Dopo un anno di pausa, per la tredicesima edizione, torna il Premio Rotary Club Milano Brera per l’Arte Contemporanea e Giovani Artisti che prevede l’acquisizione di un’opera di un artista emergente o mid-career da donare al Museo del Novecento di Milano. Read the full article
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chez-mimich · 1 year
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DARA BIRNBAUM: REVOLUTIONARY ACTS
Definire Dara Birnbaum, una fotografa è certamente riduttivo, definirla una filmaker, anche; mi piacerebbe definirla una conservatrice di immagini, ma anche questa definizione non sarebbe esatta. Forse è una “turbatrice di immagini”. Ammetto che non si tratti di una bella definizione, ma credo si avvicini al modus operandi dell’artista statunitense, della quale l’Osservatorio Prada di Milano in Galleria a Milano offre, fino alla fine di settembre, una significativa mostra intitolata “Atti rivoluzionari”, curata da Brabara London con Valentino Catricalà ed Eva Fabbris, aperta fino al prossimo 25 settembre. Nella fascinosissima sede dell’Osservatorio sono in visione una serie di video monocanale, audio, installazioni multicanale, fotografie e qualche stampa in 3D che danno bene l’idea della complessità concettuale che ha guidato l’artista dagli anni Settanta ad oggi. Se volessimo trovare, ed è molto difficile farlo, un filo conduttore dell’opera della Birnbaum, questo potrebbe essere ritrovato nel distacco del corpo dalla sua rappresentazione. Ciò avviene soprattutto attraverso la proposta di consuete e qualche volta ossessive, immagini televisive. È per esempio il caso di “Six Movements: Chaired Anxieties: Abandoned” del 1975, ispirato ad un video di Vito Acconci. Si tratta di meditazioni visive spesso di difficile interpretazione e di una voluta ambiguità, ma si tratta di immagini fondamentali per meditare sulla capacità/incapacità del mezzo televisivo verso la “comunicazione”. Provocatorio e sanamente sconcertante, in un mondo, quello degli anni Ottanta, dove tutto vorrebbe essere il contrario, è “Pop-Pop Video: General Hospital/Olympic Women Speed Skating” del 1980, lavoro partorito durante una residenza artistica su influenza di una pellicola di Jean-Luc-Godard per la televisione. Immagini di pattinatrici olimpioniche che si avvicendano sulla pista tornando sempre alla linea di partenza, alternate a quelle di una soap-opera dove medico e paziente tentano di ricomporre un conflitto. Qui è la meditazione su quella che l’artista chiama il “trattamento televisivo”, ad essere scomposto ed analizzato. Guardando queste immagini la riflessione corre a ciò che siamo noi, meglio a ciò che siamo diventati dopo anni di “trattamenti televisivi”. La lente di ingrandimento “femminista” è più che evidente nei lavori della Birnbaum. Esemplare in questo caso è “Damnation of Faust Trilogy” un’opera video sviluppata tra il 1983 e il 1987, una versione dell’opera ambientata a Soho (Nyc) tra famiglie di italiani e portoghesi, dove la conflittualità per l’affermazione della propria identità (anche sessuale), risulta particolarmente accesa. Del 1981 è il possente “New Music Short” video analogico impregnato delle atmosfere della scena post-punk newyorkese composto con riprese del concerto dei Radio Fire Fight al Mudd Club e con le immagini del compositore Glenn Branca che esegue lo sua inascoltabile “Symphony No. 1” al Performing Garage di Soho, piccolo teatro alternativo newyorkese di quegli anni. Tra le immagini della mostra anche un (doveroso) tributo alle “anime” con “Quiet Disaster” dove la Birnbaum mostra tre personaggi in pericolo, stampati su dischi di plexiglas che enfatizzano l’estrapolazione dei ritratti dai loro contesti originali, mettendo in mostra come l’operazione ne accentui isolamento e drammaticità iconica come accade alle immagini proposte dai media. Ma il pezzo forte della mostra è certamente “Trasmission Tower: Sentinel” del 1992, un’installazione video a 8 canali, imponente opera video-scultorea presentata a Documenta 9 dove otto monitor sospesi fanno scorrere a cascata le immagini di un reading del 1988 del poeta Allen Ginsberg mentre legge una versione rivisitata della poesia “Hum Bom!” (1971); nei video scorre anche, come un’insinuante minaccia, una piccola immagine di George Bush mentre tiene il suo discorso di accettazione alla Convention Repubblicana del 1988. Molte, ma non troppe, le opera esposte all’Osservatorio di questa artista troppo spesso trascurata.
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L'articolo presenta l'artista Dara Birnbaum e la sua genialità artistica attraverso un'analisi approfondita delle sue opere iconiche.
Vengono esaminati sia la tecnica utilizzata dall'artista che il significato delle sue creazioni. L'autore delinea il percorso artistico di Birnbaum, evidenziando come la sua arte abbia affrontato tematiche di genere, politiche e sociali in modo innovativo ed efficace.
L'articolo si rivolge a tutti coloro che sono interessati all'arte contemporanea e che desiderano conoscere meglio il lavoro di un'artista di grande talento e rilevanza nel panorama artistico mondiale.
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Signals: How Video Transformed the World
I was really impressed by the Signals exhibit at MoMA, so much so that I decided to purchase the accompanying exhibition catalogue to dive further into the works on display and gain some context for the overall curation. In the foreword, I was surprised to learn that Signals is actually the largest exhibition of video at the museum to date, though MoMA has been presenting works of video art since 1968. When I first entered the exhibition, I felt slightly overwhelmed by all the eye-catching screens begging for my attention, a feeling that mimics the way media operates more generally in our social media-driven attention economy. I had to be very intentional about taking each work in one-at-a-time and reading all provided text to really understand the overall theme guiding the exhibition. There seemed to be a general trajectory of video as it grew alongside and in opposition to broadcast television, and later to video's deployment in the era of smartphones and social media. Throughout the show, issues of surveillance, the utopian potential of video, and the way documentation shapes historical memory seemed to be particularly relevant. The catalogue argues that video is essentially part of the air we breathe:
  "Video is everywhere and nowhere at once. It surrounds us as signals and waves and data flows, but it remains ephemeral, shape-shifting, endlessly dispersed and dislocated... Video has arguably become the dominant mode of communication."
  I thought Signals was very effective at conveying this sense of video as an omnipresent force in modern life, but also as a medium ripe for artistic interventions. One of the pieces that left a big impression on me was Dara Birnbaum's Tiananmen Square: Break-In Transmission. In this five channel video installation, Birnbaum repurposes televised footage of the events surrounding the student-led, pro-democracy movement in Beijing in 1989. The extent of what I know about this historical moment can be summed up by the famous "Tank Man" photograph. In the photo, a protestor stands in front of a line of tanks exiting the square after a violent crackdown on protestors. Internationally, it is considered one of the most iconic photos of all time. While the photo certainly captures a powerful moment, it almost erases other memories of the protests through its very ubiquity. I think Birnbaum was attempting to push against this tendency to accept a single perspective on history by instead offering images that are fractured, slowed-down and difficult to process. The four LCD Screens the images play on are so tiny that you have to stand very close to them in order to see. From the catalogue, I found out that the fifth monitor randomly samples images from the four monitors through a surveillance switcher. Taken together, the work asks us to re-consider events that were poorly understood by Americans and suppressed by the Chinese state. Even though TV broadcast may have given us access to these images, what meaning was able to be garnered from them? What lessons were learned? How is history altered by visual documentation? This last question in particular lingered with me long after my visit.
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citylifeorg · 2 years
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All-Female Video Art Exhibit VENI, VIDI, VIDEO Announced at Manhattan JCC
Dara Birnbaum Marlene Meyerson JCC Manhattan Announces VENI, VIDI, VIDEO Gallery Exhibit Featuring Trailblazing Female Video Artists 18 artists including Dara Birnbaum, Shirley Clarke,Mierle Laderman Ukeles, Alix Pearlstein & Martha Rosler join free exhibit opening March 9, 2023 The Marlene Meyerson JCC Manhattan (MMJCCM) announces Veni, Vidi, Video, a multimedia gallery exhibit highlighting…
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