#daphne adamantine shape
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daphneadamantine · 4 years ago
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          ✨💥    —     𝐍𝐄𝐖 𝐏𝐎𝐒𝐓       ᴅᴀᴘʜɴᴇ ᴀᴅᴀᴍᴀɴᴛɪɴᴇ + ʜᴇʀ ғᴀᴛʜᴇʀ        12.04.2021 —  #ravenfirerpg             ....  ↝ ᴍᴏᴍᴇɴᴛ                         ᴅᴀᴅ  « Allora ho ancora un'altra figlia che vive qui. » ᴅᴀᴘʜɴᴇ  « Papà? che ci fai a casa così presto? » ᴅᴀᴅ  « Potrei dire la stessa cosa di te, visto che sono giorni che non ti fai vedere. Stavo perfino pensando che mi stessi evitando. » ᴅᴀᴘʜɴᴇ  « Non dire sciocchezze. » ᴅᴀᴅ  « Dunque, il fatto che ti chiudi in camera ogni volta che cerco di salutarti, o quando scappi non appena finiamo di mangiare è una cosa normale... » ᴅᴀᴘʜɴᴇ  « Ho... Ho avuto semplicemente da fare. » ᴅᴀᴅ  « Daphne, sai quanto io ti possa comprendere più di chiunque altro, magari non ho poteri sovrannaturali come tua madre, ma sei pur sempre mia figlia. » ᴅᴀᴘʜɴᴇ  « Papà... » ᴅᴀᴅ  « Continuare ad evitarmi, non porterà a nulla di buono. Sei sempre stata una combattente, e questa versione di te non mi piace. Che cosa succede? » ᴅᴀᴘʜɴᴇ  « E' tutto okay, e comunque non ne voglio parlare. » ᴅᴀᴅ  « Se è tutto okay, perché non ne vuoi parlare? » ᴅᴀᴘʜɴᴇ  « Papà... » ᴅᴀᴅ  « Va bene... Per questa volta, okay ma non puoi continuare a scappare. Non ti ho educato così, e voglio che tu diventi qualcuno che non sei. »
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daphneadamantine · 4 years ago
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[ Lago ] #Ravenfirerpg - Te lo dicevo che al tramonto era da sballo venire qui.- La musica suonava dal telefono cellulare e Judie cantava mentre cercava dei sassolini da buttare in acqua, in modo che saltassero sulla superficie prima di sprofondare. Era parlando di musica che la Doodrear e la veggente si erano conosciute qualche anno prima, amavano anche adesso condividere momenti come quello. - Come vanno le cose? Io tra studio, Tattoo e Circle, direi che ho bisogno di una domenica libera.- Rise di gusto, le fronde degli alberi le proteggevano dal sole che ormai stava tramontando.  Era una buona tattica parlare degli altri per evitare di dover parlare di suo padre .
Daphne Adamantine G. Shape
Infiniti erano gli impegni che la veggente cercava di far combaciare nell'arco di ogni giornata. Sentiva il bisogno di occupare ogni istante con un'attività e il fatto che tale opzione le permettesse magari di non pensare, era decisiva per lei. Dallo spiacevole incidente di Halloween le cose non erano andate così bene come avrebbe voluto. Le conseguenze degli interventi che aveva subito erano ancora fresche nonostante fossero trascorsi alcuni mesi, ma pian piano si stava rialzando. Doveva ammettere che era anche merito della dooddrear il fatto che non avesse dato di matto in passato. Con l'aiuto della musica sembrava esserne uscita, ed ora, in piedi come due normalissime ragazze a lanciare sassi godendosi quel tramonto così suggestivo. Rideva la Shape prima di annuire e portare indietro il capo per godersi anche quella brezza leggera. « Ci credi che non ricordavo nemmeno come fosse venire in questo luogo senza avere l'ansia del ricordo di Halloween? » Domandò come se ponesse un quesito alla sua stessa coscienza. Si voltò poi nella sua direzione prima di sorridere sinceramente. « Tu hai bisogno di una settimana libera, non solo una domenica. Sei quasi più impegnata di me, eppure hai ancora il sorriso sulle labbra. Ti invidio! E le cose vanno, o meglio stanno riprendendo il loro corso... Tu piuttosto? »
Judie Astrid Fisher
Judie respirava a pieni polmoni quell'aria fresca e profumata di resine e fiori, era un momento di tregua che si era presa per restare con l'amica. - Come faccio io? Beh.. mettiamola così, nonostante tutto, amo quello che faccio, quindi mi sembra naturale ricaricarmi di energie mentre lavoro.- Lanciò ancora una volta e il sasso saltellò tre volte sul pelo dell'acqua. - Mi preoccupo per mio fratello, lui deve stare vicino a Frank, non vogliono me, solo lui.- Scrollò le spalle, non era neanche più dolorosi ammettere che non era mai stata desiderata dai suoi, ma nessuno poteva negare che fosse giusto ricambiare coprendo al Land anche l'orario del fratello. - Mi sembra che tu stia meglio, pian piano mh?-
Daphne Adamantine G. Shape
Riuscire a parlare con qualcuno di ciò che era successo non era semplice, soprattutto per Daphne che tendeva il più delle volte a tenere tutto dentro di sé. Eppure, ogni volta che si trovava in compagnia dell'amica, sapeva di potersi permettere di essere se stessa, senza la paura di essere giudicata. Osservò Judie compiere quel lancio come se nulla fosse, ma erano le sue parole a tradire un fastidio che la veggente poteva solamente immaginare.
« E ti viene tutto straordinariamente semplice... »
Disse con un angolo delle labbra si alzò solamente per un brevissimo momento. Conosceva la situazione famigliare della dooddrear, ma raramente s'erano concesse di parlarne così apertamente.
« E' normale preoccuparsi... Non importa se siamo maggiori o minori, è compito di noi sorelle preoccuparci. Ancora non vuole vederti? E io, uhm, sì... Sto meglio, almeno fisicamente. Ho sentito il medico qualche settimane fa e anche le cicatrici sono guarite, ma è a livello psicologico che ho sentito cadere in ginocchio. »
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daphneadamantine · 4 years ago
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     ✨💥      —       𝐍𝐄𝐖 𝐏𝐎𝐒𝐓      𝒅𝒂𝒑𝒉𝒏𝒆 𝒂𝒅𝒂𝒎𝒂𝒏𝒕𝒊𝒏𝒆 posted a photo on         ❪  ••• 𝐅𝐀𝐂𝐄𝐁𝐎𝐎𝐊 📷  ❫       ❛ Shooting... 📷 ❜
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daphneadamantine · 4 years ago
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         𝐋𝐈𝐎𝐍 & 𝐃𝐀𝐏𝐇𝐍𝐄      ﹙Flash Role﹚⋆ #𝐫𝐚𝐯𝐞𝐧𝐟𝐢𝐫𝐞𝐫𝐩𝐠 «Allora, suoni ancora il pianoforte?»   Dal primo momento in cui ha riconosciuto Daphne in una delle vie trafficate di Ravenfire si è trattenuto dal farle quella domanda, principalmente perché teme di dover rispondere alla stessa subito dopo. Non è facile spiegare il motivo per cui ha abbandonato uno strumento che ha sempre amato profondamente, e forse nemmeno lui comprende perfettamente cosa si è spezzato dopo il suo ritorno dal servizio militare. Teme di non essere più in grado di trasmettere nulla di buono nemmeno attraverso la musica, ha paura che sedendosi allo sgabello del piano, l’unico posto dove ha mai permesso a se stesso di esprimersi, non riuscirebbe a mentire e si darebbe conferma di quel pensiero che lo tormenta, ovvero che lui è una cattiva persona.   Si mordicchia le labbra in attesa di una risposta, distogliendo lo sguardo dalla ragazza per posarlo sul pacchetto di sigarette appena aperto, che le porge subito dopo. «Vuoi? Non ricordo se fumi.»
Daphne Adamantine G. Shape
Era una domanda semplice quella che le aveva posto l'amico di vecchia data in quel momento, ma che necessitava di una risposta decisamente più articolata rispetto ad una risposta affermativa o negativa che fosse. Da dove sarebbe potuta partire a spiegare quanto il suo bisogno di suonare s'era evoluto nel corso del tempo? Si limitò così a distogliere per un momento lo sguardo mentre cercava le giuste parole con cui rispondere, eppure quel semplice appiglio ad un vizio che spesso l'accompagnava nelle giornate più buie, le andò in soccorso. Annuì la veggente prima di afferrare una sigaretta e portarla così alle labbra. Il profumo di nicotina s'avvertiva anche a sigaretta spenta, ma solamente alcuni riuscivano ad assaporarne la vera fragranza. « Grazie... » Replicò la giovane prima di accenderla e prendersi così il tempo necessario a rispondere. Sapeva, tuttavia, che non avrebbe potuto tardare ancora la risposta, ed in fondo lo doveva anche a se stessa. « Si e no... Diciamo così. La verità è che il desiderio di suonare c'è sempre, ma a volte mi siedo guardo quei tasti, mi immagino sinfonie bellissime e nel momento in cui provo, decido di chiudere tutto. E tu, invece? »
Lion Thomas Murray
Si sente in difetto e decisamente un gran codardo dopo aver ascoltato le parole di Daphne. Lui non ha nemmeno il coraggio di sedersi davanti al piano, figurarsi tentare di produrre una qualsiasi sinfonia. «Io... no, non ho più suonato niente che non sia un citofono. Non so, sono passati tanti anni, non so nemmeno se ne sono ancora in grado e non sono sicuro di volerlo scoprire.» Le risponde sinceramente, convinto che la ragazza possa capire cosa prova senza giudicarlo troppo male. Lei sa quanto hanno dovuto faticare e quanto impegno hanno messo dietro ad ogni motivetto imparato con fatica e dedizione, ma soprattutto conosce l’amore che lui ha sempre provato per quello strumento; un discorso simile fatto a qualcuno che non ha mai suonato con passione potrebbe risultare troppo sentimentale, ma per loro è diverso. Porta nuovamente la sigaretta alle labbra e si concede qualche momento di silenzio ripensando a quante volte si erano ritrovati nella casa della loro insegnante con ben poca voglia di suonare Mozart, specialmente quando fuori il sole scaldava l'aria e rendeva il parco giochi un posto ancora più invitante. Sembrano passati secoli da quei giorni, tanto che si domanda se li ha davvero vissuti lui o sono solo ricordi di un sogno lontano... « Mi piaceva suonare il jazz e il blues ma Msr. Dorsey era fissata con i classici, ricordi? Penso di aver fatto gli incubi con il sottofondo di Au clair de la lune.»
Daphne Adamantine G. Shape
Il rapporto che s'era sviluppato con Lion era di quelli in cui sia l'uno che l'altra potevano permettersi di essere completamente sinceri senza la paura del giudizio dell'altro. Entrambi sapevano che la musica sarebbe stata sempre una componente della loro vita, anche piuttosto importante, ma sapevano entrambi che non sempre le cose sarebbero rimaste uguali. Ecco perché le parole di Lion non scossero la veggente. Prese una boccata di fumo e tirò indietro il capo lasciando che il fumo fuoriuscisse dalle sue labbra verso l'alto.
« Come potrei dimenticarlo? Ricordo anche che eri piuttosto bravo... »
Replicò la Shape con una nota quasi di rimpianto nella voce. Lion era sempre stato straordinariamente bravo con il pianoforte, possedeva un talento unico nel suo genere, ben migliore del suo, ma era un peccato che avesse smesso.
« Posso chiederti come mai? »
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daphneadamantine · 4 years ago
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     🐺 𝑳𝒖𝒄𝒂𝒔 𝑭𝒓𝒊𝒈𝒉𝒕 & 𝑫𝒂𝒑𝒉𝒏𝒆 𝑺𝒉𝒂𝒑𝒆      ┊𝑅𝑎𝑣𝑒𝑛𝑓𝑖𝑟𝑒, 𝑉𝑖𝑟𝑔𝑖𝑛𝑖𝑎 14.03.2021      ↷ #ʀᴀᴠᴇɴғɪʀᴇʀᴘɢ       ↺↺↺↺↺ Seduto sugli scalini che davano sull'uscita dal College di Ravenfire, Lucas stava leggendo un libro che ovviamente non aveva nulla a che fare con i suoi studi ai quali si era dedicato fino a qualche minuto prima. Sospirò leggermente decidendo di andarsene quando delle ragazzine forse del primo anno si misero a parlare e spettegolare lì, distraendo così la sua lettura, optando per prendere qualcosa da bere al Raven's Café, così da poter leggere là. Certo, non era il posto più silenzioso del mondo, ma avrebbe trovato come estraniarsi mentre, presa la sua bevanda calda e una ciambella, cercava un posto libero dove sedersi individuando un tavolo da quattro con solo una ragazza seduta lì. « Ciao. Posso sedermi? » Chiese il giovane dooddrear mostrando il libro alla giovane per farle capire che non avesse intenzione di infastidirla.
Daphne Adamantine G. Shape
Trascorrere la mattinata al Raven's Cafè non era esattamente la massima aspirazione della veggente, soprattutto perché gli impegni tra il college e lo studio fotografico potevano diventare piuttosto serrati. Eppure, dopo gli avvenimenti di Halloween, tutto veniva visto in un'altra ottica dalla Shape che, nonostante la fretta che animava moltissime persone, preferiva prendersi il proprio tempo. Una tazza fumante era ciò che si scorgeva su quel tavolino, riparato dal viavai di persone che presenziavano all'ora di punta, mentre la giovane teneva in mano il kindle, suo fedele compagno di avventure. Alzò lo sguardo quando vide il giovane avvicinarsi. Più lo osservava, più dovette sforzarsi di ricordare dove si fossero già visti. Si limitò così ad un semplice cenno del capo, annuì così lentamente prima di scorgere il titolo del libro che stava leggendo. « Non voglio disturbarti, ma... E' possibile che ci siamo già visti da qualche parte? »
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daphneadamantine · 4 years ago
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    ✨💥       —        𝐍𝐄𝐖 𝐏𝐎𝐒𝐓     𝒅𝒂𝒑𝒉𝒏𝒆 𝒂𝒅𝒂𝒎𝒂𝒏𝒕𝒊𝒏𝒆 ↻ ᴏɴ ʜᴇʀ ɪᴘʜᴏɴᴇ         ❪  ••• 𝐂𝐀𝐌𝐄𝐑𝐀 𝐑𝐎𝐋𝐋 📷  ❫      📍 Ravenfire, Virginia 01.03.2021
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daphneadamantine · 4 years ago
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      ✨💥    —     𝐍𝐄𝐖 𝐎𝐔𝐓𝐅𝐈𝐓       𝒑𝒓𝒊𝒅𝒆  𝒂𝒏𝒅 𝒑𝒓𝒆𝒋𝒖𝒅𝒊𝒄𝒆  𝒆𝒗𝒆𝒏𝒕         ❪  ••• 𝐎𝐔𝐓𝐅𝐈𝐓𝐒 📷  ❫
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daphneadamantine · 4 years ago
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      ✨💥    —     𝐍𝐄𝐖 𝐎𝐔𝐓𝐅𝐈𝐓       𝒕𝒉𝒆 𝒔𝒑𝒐𝒐𝒌𝒚 𝒉𝒂𝒍𝒍𝒐𝒘𝒆𝒆𝒏 𝒕𝒐𝒘𝒏         ❪  ••• 𝐎𝐔𝐓𝐅𝐈𝐓𝐒 📷  ❫
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daphneadamantine · 4 years ago
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      ✨💥    —     𝐍𝐄𝐖 𝐎𝐔𝐓𝐅𝐈𝐓       𝒇𝒐𝒖𝒏𝒅𝒂𝒕𝒊𝒐𝒏    𝒅𝒂𝒚  𝒆𝒗𝒆𝒏𝒕         ❪  ••• 𝐎𝐔𝐓𝐅𝐈𝐓𝐒 📷  ❫
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daphneadamantine · 4 years ago
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          ✨💥    —     𝐍𝐄𝐖 𝐏𝐎𝐒𝐓        ᴅᴀᴘʜɴᴇ ᴀᴅᴀᴍᴀɴᴛɪɴᴇ ɢ. sʜᴀᴘᴇ        31.01.2021 —  #ravenfirerpg           ....  ↝ ᴄᴜʀʀᴇɴᴛ ᴍᴏᴏᴅ                               ❛❛ A volte nella musica si trovano le risposte che cerchi, quasi senza cercarle. E anche se non le trovi, almeno trovi quegli stessi sentimenti che stai provando. Qualcun altro li ha provati. Non ti senti solo. Tristezza, solitudine, rabbia. ❜❜
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daphneadamantine · 4 years ago
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[ FREDRIK E DAPHNE ] #Ravenfirerpg
Fredrik non sapeva cosa fosse quella donna per Kurt. Il fatto era che, dopo essersi documentato su di lui, aveva scoperto che questa Daphne conosceva Kurt. Amico, collega, vicino di casa.. non importava il legame che avessero. Si, perchè il Berg era più che altro concentrato sull'obbiettivo, ovvero quello di smascherare Kurt una volta per tutte. Se fosse dipeso da lui, lo avrebbe già ucciso, ma sinceramente c'erano delle persone che avevano bisogno di sapere chi era davvero quell'uomo, ragion per cui Fredrik, doveva avere un approccio differente e soprattutto, essere paziente. Aveva smesso però di indugiare.
Aveva aspettato che la ragazza che stava cercando rientrasse a casa e una volta averla vista sull'uscio della porta, pronta ad entrare, scese dalla macchina e si avvicinò velocemente a lei. Era buio e fortunatamente in quella via, le strade erano abbastanza deserte.
< Buona sera.. >
Disse alle sue spalle, mentre attendeva che lei si girasse. Avrebbe provato con le buone all'inizio, ma sinceramente se lei avesse cercato di fargli perdere tempo, lui sarebbe subito passato alle maniere pesanti. Voleva informazioni e lei poteva aiutarlo ad ottenerle.
Daphne Adamantine G. Shape
Erano giorni controversi quelli che stava vivendo la veggente, governati da apatia e altri da un'ansia che non le apparteneva. Sembrava che i giorni felici fossero un lontano ricordo, il suo essere così spensierata era un passato che sperava di riottenere, ma nel frattempo non poteva fare altro che ritornare a poco a poco alla sua vita di tutti i giorni. I giorni di vacanza apparivano come una manna dal cielo in quel momento, il bisogno di staccare e non stare in mezzo alle persone sembrava essere divenuto fondamentale per Daphne, e quando giunse alla porta d'ingresso dovette raccogliere tutte le proprie forze prima di entrare. Fu però la voce roboante di un uomo a distrarla, a farle girare di scatto il capo e far sì che ogni pensiero fluisse da lei. Appariva mastodontico ai suoi occhi, i capelli biondi che davano un aspetto falsamente angelico perché erano i di lui occhi ad inchiodarla. Sentiva il cuore battere incessantemente, dominato da un paura che non aveva nulla a che fare con la sua presenza quando al suo passato. « Mi ha spaventato... » Replicò con un tono sommesso, privo di quella vitalità che l'aveva sempre contraddistinta. Daphne si ritrovò ad inspirare ed espirare un paio di volte prima di calmarsi e razionalizzare così quell'incontro. « Ha bisogno d'aiuto? »
Fredrik Alexander Berg
Fredrik osservò la ragazza per qualche istante, rimanendo in silenzio. Era strana. Ovviamente era spaventata, ma c'era dell'altro. I suoi occhi erano spenti, come se oltre alla paura che provava a causa sua, ci fosse dell'altro. In ogni caso non gli importava, ogni persona doveva affrontare alcuni momenti particolari della vita. Bisognava solo capire come gestirli. Ma forse, essere occupata in qualcos'altro, l'avrebbe aiutata. Sorrise e guardò la casa dietro la ragazza. Poi di nuovo lei. < Dovrei parlarti, perché mi serve che tu faccia qualcosa per me. Non mi inviti ad entrare? > Chiese mentre la osservava. Lo sguardo freddo, come sempre. La vittima poteva essere qualsiasi altra persona, ma per qualche strana ragione, Fredrik aveva scelto proprio lei. Forse Daphne doveva ritenersi fortunata. < Mi chiamo Fredrik Berg, tu sei Daphne, lo so. So molte cose di te. So che studi psicologia. So che sei una veggente. E so altre cose, ma non credo che sia il caso di continuare ad elencarle. > Concluse successivamente, quando senti il suo respiro mozzarsi e il cuore iniziare a battere più forte. Era paura quella e lui, era assetato di paura.
Daphne Adamantine G. Shape
Il cuore sembrava battere sempre più forte all'interno del suo petto, come se potesse schizzare fuori da un momento all'altro, eppure continuava ad osservare i capelli biondi dell'uomo come se fossero quelli di angelo. Doveva tuttavia capire se non fosse un angelo della morte. Impiegò istanti preziosi dopo averlo ascoltato per capire realmente ciò che stava dicendo. La paura si stava impadronendo di lei, schiacciata da una forza che la stava per mettere in ginocchio mentre capiva che diavolo volesse l'uomo. « Io... Come fai a sapere tutto questo di me? » Preoccupazione mista a paura stavano prendendo il sopravvento sull'amico della veggente, la quale osservava l'uomo incuriosita in egual misura, domandandosi che cosa mai lei potesse sapere. Aveva sempre vissuto una vita pressoché normale, certo la storia di sua sorella era una ferita ancora aperta in qualche modo, ma mai aveva fatto chissà che cosa. « Puoi parlarmi qui fuori... »
Fredrik Alexander Berg
< Perchè se mi serve qualcosa io devo ottenerla e per farlo, devo conoscere la persona che sto per minacciare. Non credi? > Chiese mentre la osservava. Era davvero uno stronzo e sapeva bene di esserlo. Quello che faceva era pericoloso, ma anche necessario. In verità poi Fredrik non voleva minacciare Daphne, voleva solo che lo aiutasse con una cosa e che non rifiutasse. Fredrik voleva chiudere quella faccenda che andava avanti ormai da due anni. Era stanco, voleva tornare a respirare. Avrebbe fatto di tutto affinché questo accadesse. < Va bene. > Acconsentì successivamente, anche se gli bastava afferrarla per il braccio e spingerla dentro, ma qualcuno gli aveva consigliato di comportarsi in modo gentile, quindi ci stava provando. < Si tratta del tuo vicino, quello. > si voltò e indicò la casa che si trovava di fronte a quella di Daphne. < ... domani sera devi invitarlo a casa tua e fare in modo che ci resti per qualche ora. Riesci a farlo? Tranquilla, è talmente idiota che non ricollegherà tutto a te. > Spiegò brevemente il suo piano e attese che lei rispondesse. Era importante che lei accettasse, in qualche modo.
Daphne Adamantine G. Shape
Ad ogni secondo che passava, sentiva il cuore battere sempre più forte e solamente quando sentì quelle due semplici parole la veggente tirò un sospiro di sollievo. Sollievo, tuttavia, che non doveva essere chissà che, soprattutto perché entrambi sapevano che se l'uomo avesse voluto prendersi ciò che voleva lo avrebbe fatto dentro o fuori la sua abitazione. Inspirò un paio di volte, sbatté le palpebre per mettere a fuoco il biondo e volse lo sguardo verso la casa del suo vicino. « Michael? » Domandò la veggente aggrottando appena la fronte. Non sapeva che cosa avesse fatto il giovane, ma di certo la veggente non aveva alcuna intenzione di mettersi in mezzo. « Che cosa vuoi da lui? Sta fuori tutto il giorno, spesso con turni che ammazzerebbero chiunque... Dubito che possa accettare. E anche se ti dicessi di sì, perché dovrei farlo? » Ora era la curiosità a parlare, a lasciare che si insinuasse l'idea che potesse realmente accettare quella stramba richiesta. Stava correndo il filo del rasoio in quel momento, le sarebbe convenuto accettare semplicemente, ma sapere cosa vi era sotto era più stimolante, ecco.
Fredrik Alexander Berg
Fredrik alzò gli occhi al cielo e successivamente li riabbassò per tornare con lo sguardo sulla donna. Ecco perché passava sempre alle maniere forti, perché ogni volta che provava a chiedere qualcosa in modo tranquillo, finiva sempre per perdere tempo ed energie. Erano tutti così. Si trovavano davanti una persona che sembrava disposta a collaborare, e pensavano di poter fare tutte le domande che volevano. < Senti, mi serve entrare a casa sua e basta. Le domande non sono ammesse. Ti consiglio però di guardarti le spalle perché non è una persona del tutto positiva. Sai potrebbe entrare una notte a casa tua e ucciderti senza darti il tempo di riaprire gli occhi. > Disse successivamente mentre si sistemava il cappotto. < Fallo e basta Daphne Shape. > Concluse. Fredrik non era un uomo che si faceva fregare facilmente, e quel vicino di casa di Daphne, aveva provato a farlo. Non sarebbe accaduta una seconda volta. Certo, avrebbe potuto benissimo affrontarlo, ucciderlo, ma stava cercando di cambiare. Di non chiudere i problemi uccidendo e basta. < Fallo e mandami un messaggio. Tranquilla ti faccio avere io il mio numero. Presto. >
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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daphneadamantine · 4 years ago
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         ᴇxᴛʀᴀᴄᴛ  ⋰  ✨💥    ━━  daphne adamantine + desirè ━━     ravenfire, virginia ↻ 02.12.2020
I pensieri sembravano vorticare in modo irrequieto nella mente della veggente, una mente che ultimamente sembrava impazzita. Passava da momenti in cui l'apatia predominava a quelli in cui la paura si fondeva con l'ansia, con il panico, con il timore che qualcosa di catastrofico potesse abbattersi di nuovo su di lei, su tutti loro. Perché la verità era che non era l'unica ad essere rimasta vittima di quella dannata festa. Eppure Daphne non era mai stata quel tipo di persona, mai una volta aveva fatto sì che la paura fosse un deterrente nel compiere un'azione, mai aveva indietreggiato di fronte ad una decisione, ed ora si guardava allo specchio e nemmeno si riconosceva. Alzò distrattamente lo sguardo sulla Hamilton, osservando il volto di chi rappresentava la forza per sé e per gli altri, prima di scuotere il capo con un senso di sconforto.
« Si nota così tanto, eh? »
Domandò la veggente con quel tono di voce che tradiva un'ilarità ed un sarcasmo che non le appartenevano. Si ritrovò a serrare le labbra per un momento prima di espirare e prendere la giusta quantità di ossigeno che le serviva per rispondere alle parole di Desirè, non sapendo nemmeno fino a dove spingersi.
« Sono rimasta ferita durante la festa... I ricordi sono ancora troppo confusi nonostante siano passate alcune settimane. Ho subito anche due interventi chirurgici dovuti ad due emorragie all'addome, ma sono qui... Dovrei essere felice, dovrei essere contenta, ed invece l'unica cosa a cui riesco a pensare è che ho paura... Paura che possa succedere ancora, paura che possa capitare qualcosa di peggio. »
Un movimento lento fu quello che compì la Shape. La paura attanagliava la veggente più di quanto non lo volesse ammettere ma la verità è che era fortunata, fortunata ad essere lì, fortunata da avere sua madre, suo padre, e perfino quella sorella con cui il rapporto stava scemando sempre di più. Daphne era fortunata e non sapeva di esserlo.
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daphneadamantine · 4 years ago
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     ✨💥     —      𝐍𝐄𝐖 𝐑𝐎𝐋𝐄      𝐝𝐚𝐩𝐡𝐧𝐞 𝐚𝐝𝐚𝐦𝐚𝐧𝐭𝐢𝐧𝐞, 𝐰𝐢𝐥𝐥𝐚 & 𝐣𝐚𝐜𝐨𝐛      ❪    ↷↷      mini role ❫      old              times      28.12.2020   —   #ravenfirerpg            traccia role #1
Quanto tempo avrebbe dovuto passare prima di riuscire a ritrovare quella vitalità che sembrava essere perduta? Aveva fatto più visite al supermercato nelle ultime settimane che in tutta la sua vita, facendo anche incontri inusuali talvolta, ma ora doveva semplicemente fare un passo alla volta. Tante erano le volte che era cadua, troppe perfino per la sua giovane età, ma lentamente s'era rialzata, e l'avrebbe fatto anche questa volta. Le cicatrici che portava sull'addome era un ricordo costante di ciò che era successo, ma se avesse potuto prevederlo, sarebbe stato lo stesso? Aveva impiegato giorni prima di decidere di far visita all'unico negozio in città che avrebbe potuto aiutarla. Cercare alcuni nuovi cristalli era il primo passo, e solo allora avrebbe cominciato il proprio personale allenamento per migliorare, per divenire più forte. Perché in fondo era questo ciò che Daphne desiderava, essere semplicemente più forte. Era tarda mattina quando la veggente varcò la soglia del negozio e il classico scampanellio segnò il suo arrivo. Tutto attorno sé sembravano esserci vecchi cimeli che portavano con sé una storia, tuttavia Daphne non si aspettava di non essere sola.
Willan Blainers
Sapere di aver raggiunto un alto traguardo che non si sarebbe mai aspettata di raggiungere in un tempo /così/ ridotto, era stata un'emozione per la giovane ballerina, la quale però, aveva iniziato a dubitare di se stessa e dei suoi poteri da diversi mesi. Non riusciva a controllarsi e non sapeva se fosse a causa delle sue emozioni che avevano interferito non solo sulla sua persona, bensì anche sulle sue capacità. L'amore aveva un effetto così drastico? Ciò ch'ella sapeva, era solamente di avere il bisogno di trovare nuovi cristalli, cristalli più potenti che avrebbero potuto aiutarla a ritrovare un equilibrio e a farla diventare più forte. Decisa a capire e a ritrovare le sue abilità, la ragazza si era diretta nell'unico posto in grado di donarle un vero aiuto. Tuttavia, una volta entrata era rimasta piuttosto scombussolata, forse proprio a causa della sua agitazione. 《 Dannazione... 》 Mormorò, passandosi nervosamente una mano tra i capelli e l'altra a stringere il ciondolo della sua collana. Solo dopo qualche secondo si accorse che fosse appena entrato qualcuno nel negozio. Doveva rimanere calma, o probabilmente l'avrebbe presa per pazza.
Jacob Hewitt
Jacob entrò in quel locale e gli saltò subito all’occhio una ragazza che la quale sembrava abbastanza agitata. Era sicuramente alla ricerca di qualcosa. << Buongiorno. >> Disse Jacob dopo che mise piede nel negozio. Iniziò a dare un’occhiata in giro e vide tanti oggetti interessanti. Involontariamente si avvicinò a quella ragazza e guardandole le fece un lieve sorriso. << Tutto bene? >> Più andava avanti nel locale più Jacob vedeva e ammirava oggetti che sicuramente avevano una grande storia interessante dietro.
Daphne Adamantine G. Shape
Scegliere un cristallo non era affare semplice. Non era come scegliere un nuovo paio di scarpe, una borsa, o chissà quale altra frivolezza, benché anche quella scelta potesse essere ardua, ma la consapevolezza del potere di un cristallo era troppo forte per deriderla. Ecco perché la veggente stava osservando con fare curioso ciò che la circondava. Ad ogni passo sentiva la storia impregnare l'aria circostante, ma fu quando udì la voce maschile di qualcuno vicino a lei, che la Shape si voltò di scatto. Dalla festa di Halloween sembrava essere divenuta più timorosa, con un'attenzione maggiore a tutto ciò che poteva trasformarsi in qualcosa di pericoloso: aveva semplicemente paura. Un leggero cipiglio si formò sul suo viso ed osservò le due persone presenti. « E' tutto okay. » Non lo era, non lo era affatto ma non era di certo tempo e luogo per confessare i suoi problemi, per di più a degli sconosciuti. Aggrottò leggermente la fronte prima di rivolgersi ad entrambi. « Cercavo... Cercavo Adrian Hunt, so che è il proprietario del negozio. Tu lavori qui? Ero alla ricerca di alcuni cristalli. »
Willan Blainers
Improvvisamente si girò. A pochi passi da lei vi erano due figure: l'una maschile e l'altra femminile, entrambe entrate nel negozio poco dopo di lei. A quanto pare non era la sola decisa a voler migliorare i propri poteri, o almeno era ciò che Willa aveva pensato, collegando i due all'essere dei Veggenti, dal momento in cui avevano varcato la soglia del negozio in questione. La domanda che seguì da parte dell'uomo la irrigidì, ma fu la ragazza al suo fianco a rispondere per prima, il che la rese più tranquilla. Emise un grande sospiro dalle labbra, tutto il fiato che aveva trattenuto per pochi secondi fino a tal momento, poi scosse la testa, rispondendo a sua volta. Non andava benissimo, ma avrebbe finto per non farli preoccupare. 《 Tutto bene. Cercavo anche io il proprietario. Avrei bisogno di un consiglio... 》 Le due donne non si conoscevano, eppure parevano avere più cose in comune di quante se ne sarebbero potute dire.
Jacob Hewitt
Jacob alzò il sopracciglio per cercare di capire di quale consiglio la ragazza avesse bisogno. Probabilmente, essendo un veggente di massimo livello avrebbe potuto aiutarla, dipendeva sempre dalla richiesta. Allo stesso tempo anche lui cercava nuovi oggetti per riuscire a migliore le sue abilità, a Ravenfire tutto era possibile. << Essendo un veggente di massimo livello, forse potrei aiutarti. >> Disse quelle parole facendo un sorriso gentile e cortese verso la ragazza.
Daphne Adamantine G. Shape
Il volto della ragazza sembrò diventare più tranquillo quando la Shape prese la parola. Daphne era il tipo di persona che non si sarebbe mai tirata indietro, di fronte ad una sfida o anche di fronte ad una semplice discussione, avrebbe mostrato il lato più eclettico di sé eppure, in quel momento, le costò una certa fatica Dalla festa di Halloween alcune cose erano cambiate, lei stessa lo era, ma vi era una ragione per la propria presenza lì. Lanciò rapidamente un secondo sguardo alla giovane prima di essere lei a rispondere nuovamente per prima. « Ci aiuteresti davvero? Senza alcun doppio fine, senza volere nulla in cambio... » Replicò non credendo nemmeno per un momento a quella offerta di aiuto. Sapeva che per ogni cosa vi era un prezzo da pagare, e anche in quel frangente l'uomo avrebbe voluto qualcosa in cambio. « Che cosa ci guadagni? »
Willan Blainers
Si girò leggermente verso la donna, notando com'ella le avesse donato uno sguardo di complicità, pur non esprimendo a parole ciò che avrebbe voluto dire, probabilmente rassicurarla più di quanto avesse fatto prendendo la parola al suo posto fino a pochi istanti prima. Accennò un piccolo sorriso, poi guardò nuovamente l'uomo a cui avrebbe rivolto la domanda, probabilmente la stessa di colei che le stava affianco. 《 Ehm... Vorrei essere più forte. Cercavo... 》 Ma l'altra la interruppe. Sembrava scettica, non si fidava dell'uomo. Dopotutto la Blainers non avrebbe potuto biasimarla. Lei in primis si era fidata di qualcuno fin troppo velocemente, pagandone poi le conseguenze. Avrebbe dovuto avere lezioni da quella ragazza, probabilmente ne sarebbe uscita più sicura.
Jacob Hewitt
La ragazza sembrava davvero voler aumentare le sue abilità, ma sembrava ci fosse qualcosa che la turbava. Il veggente essendo di massimo livello avrebbe potuto aiutarla senza alcun tipo di problema, faceva bene ad allenarsi giornalmente, dopotutto a Ravenfire poteva accadere qualcosa da un momento all’altro. << Si? Cosa cercavi? >> Disse quelle parole facendole un sorriso, era normale che la ragazza avesse poca fiducia di Jacob, era dopotutto un estraneo, non sapeva nulla di lui.
Daphne Adamantine G. Shape
Potersi fidare di qualcuno era qualcosa che non veniva esattamente semplice alla veggente, soprattutto perché, dopo ciò che era successo durante la festa di Halloween, Daphne si sentiva tradita perfino da se stessa. Era caduta così facilmente, s'era piegata su stessa in balia di un dolore che nulla avrebbe potuto fare per evitarlo, eppure in parte dava la colpa anche a se stessa. Passò lo sguardo dapprima alla giovane e successivamente all'uomo prima di ritrovarsi ad annuire e confermare così il motivo della loro presenza. Tante erano le voci che aveva sentito riguardo al proprietario del negozio, ma il giovane davanti a loro era un completo sconosciuto, dunque avrebbero dovuto fidarsi? « Cristalli... Stiamo cercando dei cristalli. Puoi aiutarci? » Menzionare quegli oggetti era confermare così la loro natura. Ma fidarsi era pur sempre un atto di fede, e se lei e la giovane accanto a sé avrebbero voluto migliorarsi, crescere di quel livello che avrebbe potuto dar loro ancor più fiducia in loro stesse, Daphne e Willa non avevano altra scelta, avrebbero dovuto fidarsi. Ancora in attesa di una risposta, le due giovani non poterono fare altro che attendere e sperare per il meglio.
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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daphneadamantine · 4 years ago
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         && daphne shape          ice skating
( ... ) Come diamine le era saltato in mente di andare a pattinare sul ghiaccio? Soltanto tre settimane addietro si era spaventata, profondamente e oltre ogni sua previsione, guardando le due nipotine della signora Duncan giocare con uno slittino fuori dal suo negozio, piena di timore che potessero farsi del male e rompersi un braccio o una gamba; e adesso stava per fare lo stesso —era pronta a mettere a repentaglio la sua vita a causa di una stupida sfida alimentata dalla sua stessa paura. Che razza di incoerente.
« Mi scusi? » con il cuore che le batteva spaventato ed eccitato al contempo, Eveline si avvicinò a una donna bionda che aveva scorto appena fuori dalla pista di pattinaggio e si schiarì la voce, richiamando la sua attenzione. « Posso chiederle un favore? »
Daphne Adamantine G. Shape
Il desiderio di riprendere la sua vita di tutti i giorni con quella vitalità che l'aveva sempre contraddistinta era forte, eppure l'animo di Daphne era come spezzato. L'apatia che si stava impadronendo di lei rischiava di inghiottirla completamente e non importavano quante volte i suoi genitori continuassero a ripeterle di reagire, tutto appariva come un grande ostacolo insormontabile. Andare alla pista di pattinaggio era l'ennesimo tentativo di reagire, osservava le persone volteggiare in aria come era solita fare ogni volta che veniva aperta la pista, ma quel giorno tutto sembrava perfino pesante. Era per la voce di una giovane ad averla distratta, ad aver attirato la sua attenzione chiamandola. Daphne si voltò con un debole sorriso. « Ti prego non darmi del lei... Abbiamo si e no la stessa età, e sarebbe dannatamente strano. Puoi semplicemente chiamarmi Daphne. »
Eveline Delia Martin
« Daphne. » Le sorrise e sospirò, ora più sollevata, mentre si avvicinava quanto bastava per tenderle una mano in segno di saluto – come si fa quando ci si presenta a qualcuno. « Ti ringrazio, mi hai reso più tranquilla. Io sono Eveline, ma puoi benissimo chiamarmi Evie come fanno più o meno tutte le persone che mi conoscono. » Parlò nervosamente, e rise nervosamente, alternando lo sguardo da lei alla pista di pattinaggio che ancora attendeva una sua prova di coraggio. Il punto era che Eveline si era avvicinata in cerca di aiuto. Voleva pattinare, provare quello stato di ebrezza per qualcosa di nuovo, scoppiare a ridere eccitata per la paura di prendere un brutto scivolone... « Ti va di pattinare con me? Non l’ho mai fatto prima. » 𝙏𝙞 𝙥𝙧𝙚𝙜𝙤, 𝙙𝙞̀ 𝙙𝙞 𝙨𝙞̀.
Daphne Adamantine G. Shape
In quel momento, ogni cosa sembrò cristallizzarsi mentre osservava la mano tesa della giovane pronta a stringere la gemella della veggente. Sarebbe bastato un attimo, tendere la propria come chiunque altro e invece si bloccò, impaurita di ciò che avrebbe potuto vedere quando le loro carni fossero venute a contatto. Inspirò un paio di volte prima di scrollare il capo. Doveva convincersi a rialzarsi, a tornare quella di un tempo, e questo significava anche mettersi in gioco. Tese anche Daphne la mano, una stretta rapida che non le fece vedere alcunché e che in qualche modo sembrò tranquillizzarla. Entrambe sembravano nervose, chi per un motivo chi per l'altro, ma il sorriso timido di Evie scalfì quella maschera che ormai era un peso per la veggente.
« Evie... Mi piace come diminutivo. Davvero? E' come imparare ad andare in bicicletta... » Disse la veggente portando dietro l'orecchio destro alcune ciocche che erano sfuggite quando si chinò ad allacciare gli scarponcini da ghiaccio. Si alzò poi in piedi un poco instabile su quel pavimento che non era per nulla adatto a camminare con i pattini da ghiaccio, e tese la mano alla ragazza. « Dai vieni, fino a quando rimaniamo qui, non imparerai mai e soprattutto rischierai perfino di cadere... Non devi essere tesa, più lo sei più rischi di perdere l'equilibrio... Un passo alla volta. »
Eveline Delia Martin
Dal brutto infortunio alla mano Eveline si era sentita costretta a rinunciare a tantissime cose che per lei erano sempre state naturali e necessarie, come ad esempio lo sport – andare in palestra era fuori discussione ormai – e il divertimento e il lavoro pratico e la sua bellissima bicicletta. Non era quindi una novità che non potesse pattinare sul ghiaccio senza la supervisione di qualcuno che poteva farlo meglio di lei, ma soprattutto che poteva permetterselo senza rischiare di farsi del male a un arto in passato esposto a una frattura. La mano di Daphne era fredda, ma molto morbida, e la sua stretta fu delicata tanto quando il suo nome. « Oh, immagino... » ma il problema non era esattamente quello: pattinare per la prima volta. Evie si morse l’interno di una guancia. « Il punto è che... vorrei evitare di farmi del male, ecco. Guarda. » e fece quello che non aveva mai fatto da quando era tornata in città: le mostrò la mano con la cicatrice, sperando che l’altra capisse il suo vero problema. Poi le sorrise e le tese inoltre una mano, pronta a esplorare la pista. « Oh no, no, no! Non mi sembra proprio il caso di rischiare – ouch! » la punta del pattino s’incastrò sotto uno scalino che portava sulla pista, ma fortunatamente con lei c’era Daphne a tenerla per mano. « Non devo essere tesa, d’accordo... adesso sono pronta. Da quanto tempo pattini sul ghiaccio? »
Daphne Adamantine G. Shape
Leggeva nella giovane lo stesso timore che aveva lei stessa nell'uscire di casa, nel mettere un piede davanti all'altro, ma sapeva che doveva farlo, lo doveva a se stessa. Era una sopravvissuta, aveva affrontato quella dannata festa e ne era uscita, eppure la forza per rialzarsi sembrava essere venuta meno. Sbatté le palpebre un paio di volte prima di concentrarsi su Evie che, un passo alla volta, si stava avvicinando sempre di più verso la sua meta. La reggeva come se fosse una cosa naturale, non avvertendo alcunché a contatto con la sua pelle, ma fu quando posò lo sguardo sulla mano che comprese ciò che le parole non potevano realmente esprimere. « Oh... Ora ho capito. Ci vuole solamente un po' più di determinazione, e non lasciarci fermare dalla paura. » Era ciò che cercava di ripetersi davanti al proprio riflesso tutte le mattine ma sapeva quanta forza di volontà ci dovesse essere. « Ti tengo io, non ti preoccupare... Esatto, non devi essere tesa. Pattino da quando ero piccola, mia madre mi portava sempre assieme a mia sorella ogni volta che si poteva, mi sentivo felice quando lo faceva... E anche io, in qualche modo, devo rialzarmi. Rialzarsi non è semplice, ma un passo alla volta... E' un qualcosa che ci scatta nella mente. »
Eveline Delia Martin
“Ci vuole solamente un po’ più di determinazione, e non lasciarci fermare dalla paura.” mai parole furono più vere e rassicuranti di quelle usate con una certa sicurezza da Daphne. Pur essendo dopotutto una sconosciuta, Eveline le fu grata in quel momento, e le sorrise come era solita fare quando le persone le trasmettevano energie positive. Non era da tutti fermarsi ad aiutare chi necessitava di un piccolo aiuto. E Daphne in questo le era parsa subito una persona buona. < È molto bello. Come si chiamano loro due? > chiese dolcemente, muovendosi con lei – lasciando scivolare un piede e poi l’altro ad un ritmo di una musica lenta – senza allentare di un attimo la presa sulla sua mano. Con quella domanda non voleva sembrare impicciona e ancor meno desiderava farle del male, motivo per il quale, successivamente, puntò gli occhi nei suoi e le sorrise affettuosamente. < Sono bei ricordi... sul ghiaccio ne ho un paio anch’io, con mio fratello Edmund, anche se non ho mai pattinato per paura di cadere. Puoi contare su di loro, sai? Per rialzarti e tornare a essere felice. Tutto prima o poi svanisce, anche la tristezza. Ma i ricordi restano e resteranno sempre. Bisogna prendere da loro tutta la forza. > “Un passo alla volta.” Ed Eveline, seppure ancora intimidita, cominciò a pattinare con molta più sicurezza adesso. < Penso che dopo questa piccola avventura condivisa dovremmo rimanere in contatto, potresti passare in erboristeria ad esempio, io lavoro lì. Ti offro volentieri una tazza di tè caldo! Oh, non puoi rifiutare. Ti devo qualcosa. E grazie... >
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daphneadamantine · 4 years ago
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daphneadamantine · 4 years ago
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[ DESIRE' & DAPHNE ]
« Il clima che si respira in questo periodo, dovrebbe essere lo stesso durante tutto l'anno, non credi? » #Ravenfirerpg
< Ciao Daphne, che piacere rivederti. Sei in giro per fare compere? >
Desirè quel pomeriggio era uscita per andare a comprare i primi regali di Natale. In verità non sapeva ancora cosa comprare ai suoi amici, ma voleva iniziare a dare un'occhiata.
< Comunque si, è tutto bellissimo a Natale, sempre. Poi la neve non manca mai. Forse è quest'ultima a rendere il tutto ancora più magico, non credi? >
Chiese successivamente alla ragazza. L'aveva conosciuta durante uno stage che lei era andata a fare nella clinica psichiatrica della Hamilton.
Daphne Adamantine G. Shape
Difficile era identificare lo stato d'animo della Shape in quel momento, come se fosse fin troppo altalenante perfino per lei. Sapeva che cosa le stava succedendo, in fondo suo padre era uno psicologo e quelle situazioni erano ormai all'ordine del giorno. Il suo umore era sempre più simile alle stesse luci natalizie che adobbavano le ringhiere delle case, un momento accese e quello successive buie come la notte, ma quando confessò quel semplice desiderio, la veggente si sentì in qualche modo più leggera. « Qualcosa del genere... » Rimase sul vago Daphne, soprattutto perché come avrebbe potuto dire che sua madre l'aveva spinta fuori ancora una volta? Scosse il capo tra sé e sé prima di concentrarsi poi sulla donna che aveva conosciuto tempo prima. « Mi piace il fatto che sia tutto ovattato, a parte i rumori dela città, c'è assoluto silenzio e non so... Sarebbe bello se fosse sempre tutto così felice. Come stai? Scusami, non abbiamo più avuto occasione di sentirci ma... » Ricordava ancora la proposta che le aveva fatto la Hamilton durante il loro primo incontro ma a seguito della festa di Halloween tutto sembrava essere degenerato.
Desirè Marie Hamilton
< Ma sono accadute tante cose.. > Desirè finì la frase al posto della donna. Si, gli ultimi eventi, avevano purtroppo coinvolto tutta la cittadina e quindi non si aveva avuto modo di passare momenti tranquilli. Solo adesso le cose stavano pian piano tornando alla normalità. E la Hamilton comunque era sempre allerta, perchè ormai la paura, era rimasta. < Spero che tu alla festa di Halloween non sia stata male. Io avevo perso le forze, ma fortunatamente sono uscita da quella sala indenne. > Era stata aiutata, anche perchè il sorbo le aveva fatto molto male, ma non poteva dirlo alla ragazza, visto che non sapeva se lei era un'umana o un soprannaturale come lei. Aveva paura Desirè, perchè quel sorbo, era destinato proprio a loro che avevano dei poteri. Qualcuno avrebbe voluto annientarli e ci avrebbe riprovato. Sicuramente. Sperava solo che chi stava sopra di loro, avrebbe fatto qualcosa. Presto. < Ti vedo pensierosa.. > Disse mentre la osservava attentamente. Era preoccupata forse Daphne. Non lo sapeva Desirè, non poteva dirlo con certezza, ma qualcosa aveva la donna.
Daphne Adamantine G. Shape
I pensieri sembravano vorticare in modo irrequieto nella mente della veggente, una mente che ultimamente sembrava impazzita. Passava da momenti in cui l'apatia predominava a quelli in cui la paura si fondeva con l'ansia, con il panico, con il timore che qualcosa di catastrofico potesse abbattersi di nuovo su di lei, su tutti loro. Perché la verità era che non era l'unica ad essere rimasta vittima di quella dannata festa. Eppure Daphne non era mai stata quel tipo di persona, mai una volta aveva fatto sì che la paura fosse un deterrente nel compiere un'azione, mai aveva indietreggiato di fronte ad una decisione, ed ora si guardava allo specchio e nemmeno si riconosceva. Alzò distrattamente lo sguardo sulla Hamilton, osservando il volto di chi rappresentava la forza per sé e per gli altri, prima di scuotere il capo con un senso di sconforto. « Si nota così tanto, eh? » Domandò la veggente con quel tono di voce che tradiva un'ilarità ed un sarcasmo che non le appartenevano. Si ritrovò a serrare le labbra per un momento prima di espirare e prendere la giusta quantità di ossigeno che le serviva per rispondere alle parole di Desirè, non sapendo nemmeno fino a dove spingersi. « Sono rimasta ferita durante la festa... I ricordi sono ancora troppo confusi nonostante siano passate alcune settimane. Ho subito anche due interventi chirurgici dovuti ad due emorragie all'addome, ma sono qui... Dovrei essere felice, dovrei essere contenta, ed invece l'unica cosa a cui riesco a pensare è che ho paura... Paura che possa succedere ancora, paura che possa capitare qualcosa di peggio. » Un movimento lento fu quello che compì la Shape. La paura attanagliava la veggente più di quanto non lo volesse ammettere ma la verità è che era fortunata, fortunata ad essere lì, fortunata da avere sua madre, suo padre, e perfino quella sorella con cui il rapporto stava scemando sempre di più. Daphne era fortunata e non sapeva di esserlo.
Desirè Marie Hamilton
< Oh.. > La Hamilton rimase semplicemente sorpresa dalla rivelazione della giovane donna. Si, c'erano state molte persone che erano rimaste ferite alla festa, ma non immaginava che Daphne fosse stata così male. E le dispiaceva. Le dispiaceva da morire leggere lo sconforto e la paura negli occhi delle persone, bisognava ammetterlo. Cosa poteva fare Desirè per aiutarla? Probabilmente l'unica cosa che poteva fare, era ascoltarla, se lei avesse voluto parlare ancora ed esprimersi su altre sue paure che l'attanagliavano. < Mi dispiace davvero tanto Daphne. Se posso fare qualcosa... > Istintivamente la Hamilton, poggiò una mano sul suo braccio e glielo strinse delicatamente. Quello, era un gesto che dimostrava alla giovane, che aveva tutto il supporto della veggente. < So che è stato brutto, ma non avere paura. Abbiamo un nuovo consiglio, un nuovo sindaco e troveranno una soluzione. > Dovevano per forza, trovare una soluzione. Era impossibile vivere in quel modo. < Andiamo prendere qualcosa di caldo magari? Davanti ad una cioccolata calda, diventa tutto più semplice, fidati. > Sorrise infine, mostrandole un sorriso dolce. Desirè era fatta così, si preoccupava per le persone. Voleva che tutti stessero bene.
Daphne Adamantine G. Shape
Era immersa nei suoi pensieri, nella paura che sembrava diventare sempre più soffocante per la veggente ma fu il gesto dell'amica a farla rinsavire e farle posare così lo sguardo sulla sua figura. Leggeva in lei lo stesso sconforto che stava provando ma anche la forza con cui diceva quelle parole. Era vero, alcune cose erano cambiate in città, il nuovo Consiglio avrebbe senz'altro saputo che cosa fare, ma nulla poteva toglierle dalla mente che tutto potesse svanire come in una nebbiolina leggera. Si ritrovò così a serrare parzialmente le labbra quando osservò la mano che accarezza il proprio avambraccio. « Non so quello che riusciranno a fare... E non voglio farti nemmeno pena. » Commentò con un leggero cipiglio in volto. Voleva semplicemente rialzarsi, tornare a essere quella di un tempo ma sapeva che nulla sarebbe stato lo stesso. Qualsiasi cicatrice portava sempre delle conseguenze, che fosse visibile o meno, e lei stessa era cambiata da quella sera. « Forse una cioccolata calda è quello che serve. Ma non puoi fare nulla per me, Desi... E' la situazione che fa schifo, e ci vorrà solamente tanto tempo. »
Desirè Marie Hamilton
< Se hai bisogno di parlare, io ci sono. > Disse successivamente, mentre le due si avviavano al bar a prendere qualcosa da bere. Magari una cioccolata calda con dei biscotti al burro. Quelli, facevano vola proprio a tutti. E non era vero che Desirè non poteva fare niente per lei. Parlare aiutava molto e questo Daphne lo sapeva benissimo. Potevano tranquillamente fare conversazione. Sicuramente la ragazza si sarebbe sentita meglio, dopo aver sputato fuori quello che pensava. < Quando sarai pronta, ovviamente. > Concluse infine.
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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