#cultura slovena
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Pirano, Slovenia: Una Perla dell’Adriatico per una Gita Indimenticabile
Scopri la magia di Pirano, la perla della Slovenia! Tra storia, mare cristallino e sapori unici, è la meta perfetta per una gita in giornata o un weekend indimenticabile. Leggi il post e pianifica il tuo viaggio! 🇸🇮 #Pirano #Viaggi #Slovenia
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SOT GLAS
Installazione sonora e luminosa di Ana Shametaj e Giuditta Vendrame, Trieste, Kleine Berlin.
Parte di "Spaziale. Ognuno appartiene a tutigli altri", Padiglione Italia alla 18. Mostra Internazionale di Architettura La Biennale di Venezia @labiennale-blog, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura curato da Fosbury Architecture.
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spaziale2023.it
"Per la prima volta il Padiglione Italia è stato interpretato dai curatori come l'occasione per realizzare nuovi progetti-attivatori di azioni concrete a beneficio di territori e comunità locali. Fosbury Architecture ha individuato 9 stazioni, siti rappresentativi di condizioni di fragilità o trasformazione del nostro Paese, dove ciascun gruppo transdisciplinare è stato chiamato a intervenire.
La terza delle nove stazioni è Trieste dove il tema della coesistenza multiculturale viene analizzata lungo il confine italo-sloveno da Giudita Vendrame con Ana Shametaj.
SOT GLAS (sot dal friulano 'sotto' e glas dallo sloveno voce') è un'installazione sonora e luminosa che riattiva cinquecento metri di tunnel sotterraneo Kleine Berlin a Trieste: un rifugio antiaereo costruito durante la Seconda guerra mondiale (1943), luogo difensivo, oscuro come l'inconscio della storia collettiva delle comunità che hanno vissuto in questa regione di confine. Oggi la frontiera italo-slovena si manifesta per le comunità di migranti che in auto o a piedi lo attraversano come ultima tappa della rotta balcanica.
Sot Glas affronta e interroga la nozione di confine politico guardando alla musica come ad uno sconfinamento e ad un paesaggio. In questa regione di confine c'è una particolare ricchezza linguistica, che comprende le lingue ufficiali come l'italiano, lo sloveno, il tedesco, il friulano, ma anche molti dialetti, vernacoli e "nuove lingue" (arrivate anche attraverso la migrazione contemporanea). Dobbiamo ricordare come durante il periodo fascista, ci siano stati atti molto violenti verso la lingua e conseguentemente verso il canto, infatti durante questi anni era vietato parlare e cantare in sloveno. La nozione di confine politico viene qui messa in discussione attraverso l'utilizzo di canti popolari, in particolar modo quei canti di due più lingue intrecciate, che non sono stati storicamente archiviati perché considerati pratiche incoerenti, che sfuggono alla moderna costruzione dello Stato-nazione. I canti selezionati sono stati reinterpretati da un quartetto di voci femminili del territorio che ha performato in chiave contemporanea il repertorio popolare individuato. Nel soundscape sono presenti anche una tessitura di voci con impostazioni canore di provenienza diverse: Stu Ledi, gruppo vocale femminile della minoranza slovena dì Trieste, un coro di bambini e singole voci Pashto intonano landavs, brevi poesie di resistenza solitamente cantate dalle donne afghane, e una dolce ninnananna.
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10 Febbraio - Giorno del Ricordo
Intervento del Presidente Mattarella all'inaugurazione della "Prima Capitale europea della cultura transfrontaliera Go! 2025"
Signora Presidente, cara amica Nataša,
Signori Sindaci di Nova Gorica e Gorizia,
autorità slovene e italiane,
care cittadine e cari cittadini di Slovenia e d’Italia,
concittadine e concittadini europei,
ringrazio la Presidente Pirc Musar, anzitutto per le parole che ha adoperato nei confronti miei e dell’Italia, e per avermi invitato a condividere con lei questo momento storico per due città, Nova Gorica e Gorizia, per la Slovenia e l’Italia e per tutta l’Unione Europea.
Desidero esprimere convinto apprezzamento agli organizzatori, alle autorità locali, ai rappresentanti delle istituzioni europee presenti, per il lavoro svolto in piena intesa e con lungimiranza per portare a compimento un progetto lanciato su questa piazza nel 2021 ma che affonda le sue radici nel lungo percorso di amicizia e riconciliazione di cui i nostri due Paesi, Signora Presidente, sono stati protagonisti e di cui possiamo essere orgogliosi.
In un mondo caratterizzato da crescenti tensioni e da conflitti, dall’abbandono della cooperazione come elemento fondante della vita internazionale, Slovenia e Italia hanno saputo dimostrare che è possibile scegliere la via della cooperazione.
Nella tragedia della Seconda Guerra Mondiale, un sopravvissuto ad Auschwitz, Roman Kent, ha osservato “non vogliamo che il nostro passato sia il futuro dei nostri figli”.
Con questo spirito abbiamo affrontato le pagine del dopoguerra, per scriverne una nuova e nulla può far tornare indietro la storia che Slovenia e Italia hanno costruito, e costruiscono, insieme.
In questo percorso due elementi hanno fornito un contributo determinante: la comune appartenenza all’Unione Europea e la cultura condivisa dai nostri popoli.
Con l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea, venti anni or sono, i nostri Paesi si sono ricongiunti in un percorso condiviso: la Repubblica Italiana è stata lieta di poter sostenere e accompagnare il processo di adesione, affinché i due popoli si ritrovassero a contribuire a un destino comune.
Lavorando fianco a fianco nelle Istituzioni Europee si è consolidata la fiducia reciproca e vi è maturato senso di appartenenza e di una ulteriore identità: la comune identità europea.
Le differenze, le incomprensioni, hanno lasciato il posto a fattori che uniscono.
Questo esprime il grande valore storico della integrazione Europea.
Una cultura con tante preziose peculiarità nazionali, con più lingue, ma una cultura comune: quella che, insieme, quest’anno le due città celebreranno.
Nova Gorica e Gorizia ambiscono a celebrare la cultura dei confini.
Con Chemnitz, in Germania, Nova Gorica è stata scelta come Capitale europea della cultura 2025 e la città slovena ha voluto lanciare con la gemella Gorizia una sfida: proporsi come esperienza di cultura attraverso la frontiera.
Se la cultura, per definizione, non conosce confini, essa nasce, pur sempre, come espressione di una comunità ma aperta alla conoscenza, alla ricerca comune, ai reciproci arricchimenti
Sconfitti gli orrori dell’estremismo nazionalista, che tanto male ha prodotto in Europa, riemergono i valori della convivenza e dell’accoglienza.
Sono i valori che possono opporsi all’oscurantismo della guerra e del conflitto che si è riproposto con l’aggressione russa all’Ucraina.
Essere Capitale europea della cultura transfrontaliera - la prima con questa esperienza - significa avere il coraggio di essere portatori di luce e di fiducia nel futuro del mondo, dove si diffondono ombre, incertezze e paure. Significa che Nova Gorica e Gorizia indicano una strada di autentico progresso.
È un compito che comincia oggi e per il quale mi affianco, con sincera e grande amicizia, alla Presidente Pirc Musar nell’augurarvi ogni successo.
https://www.quirinale.it/elementi/127368
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Go!2025: accordo Fvg-Slovenia per la mobilità sostenibile
E’ stato siglato oggi un accordo per la mobilità sostenibile transfrontaliera tra Regione Friuli Venezia Giulia e Slovenia per rafforzare i collegamenti tra i due Paesi, che prevede una prima fase di sperimentazione in vista di Go!2025, evento che vedrà la città italiana Gorizia e la slovena Nova Gorica insieme capitale europea di Cultura. L’accordo per la mobilità sostenibile è stato solo…
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Maturità 2024, materie seconda prova: greco al classico, matematica allo scientifico
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(Adnkronos) - Greco al Liceo classico, matematica al Liceo scientifico. Queste alcune delle discipline scelte per la seconda prova scritta della Maturità2024, secondo quanto prevede il decreto firmato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Per gli altri indirizzi: Economia Aziendale per gli Istituti tecnici del Settore economico indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing”; Topografia per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”. L’Esame conclusivo del secondo ciclo d’istruzione si svolge secondo la struttura definita dal decreto legislativo 62/2017: una prima prova scritta di Italiano, comune a tutti gli indirizzi di studio, che si svolgerà dalle ore 8.30 di mercoledì 19 giugno 2024; una seconda prova scritta, riguardante le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio (per i Professionali delineati dal d.lgs. n. 61/2017, la seconda prova scritta non riguarda specifiche discipline ma le competenze in uscita e i nuclei tematici fondamentali di indirizzo alle stesse correlati); il colloquio, che ha l’obiettivo di accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale della studentessa e dello studente. Nel corso del colloquio, il candidato espone anche le esperienze svolte nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) e le competenze acquisite nell’ambito dell’Educazione civica. Le Commissioni d’esame sono composte da un Presidente esterno, da tre membri esterni e da tre interni all’istituzione scolastica. È prevista una terza prova scritta in alcuni indirizzi di studio (sezioni EsaBac, EsaBac techno, sezioni con opzione internazionale, scuole della Regione autonoma Valle d’Aosta, della Provincia autonoma di Bolzano e scuole con lingua d’insegnamento slovena e bilingui sloveno/italiano del Friuli Venezia Giulia). Per conoscere le discipline oggetto della seconda prova e quelle affidate ai commissari esterni è disponibile un apposito motore di ricerca. Licei Greco per il Liceo classico; Matematica per il Liceo scientifico, anche per l’opzione Scienze applicate e la Sezione a indirizzo Sportivo; Lingua e cultura straniera 3 per il Liceo linguistico; Scienze umane per il Liceo delle Scienze umane (Diritto ed Economia politica all’opzione Economico-sociale); Discipline progettuali caratteristiche dei singoli indirizzi per il Liceo artistico; Teoria, analisi e composizione per il Liceo musicale; Tecniche della danza per il Liceo coreutico. Istituti tecnici Economia aziendale per l’indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing” (Economia aziendale e Geo-politica nell’articolazione “Relazioni internazionali per il marketing”) e Discipline turistiche e aziendali per l’indirizzo Turismo; Topografia per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”; Sistemi e reti per entrambe le articolazioni dell’indirizzo “Informatica e Telecomunicazioni”; Progettazione multimediale nell’indirizzo “Grafica e comunicazione”; Trasformazione dei prodotti per l’articolazione “Produzioni e trasformazioni” degli Istituti agrari (Viticoltura e difesa della vite per l’articolazione “Viticoltura ed enologia”). Motore di ricerca delle discipline per l’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo d’istruzione per l’anno scolastico 2023/2024: https://visualizzamaterieesame.static.istruzione.it/ [email protected] (Web Info) Read the full article
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Istria Slovena: Portorose, Padna e dintorni
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Istria Slovena: Portorose, Padna e dintorni Scopri le meraviglie dell’Istria Slovena tra mare, natura e gastronomia. Visita Portorose, Padna e i borghi dell’entroterra Istria Slovena: una vacanza tra natura, cultura e gastronomia Se sognate una vacanza all’insegna della natura, della Vuoi scoprire l’#IstriaSlovena ? Lasciati incantare da #Portorose #Padna e i borghi dell’entroterra. Scopri di più su ramingare.com! #Slovenia #LitoraleCarso #Pirano #FestaDellOlioEDellaBietola #Benessere #Gastronomia #Natura #Cultura #Mare #Entroterra #BorghiMarinari #Storia #MusicaPopolare #CascateDiŠkrline #Europa ... Read the full article
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UNA INDIMENTICABILE ABBUFFATA E si cari amici, proprio una indimenticabile abbuffata, ma non una di quelle nelle quali ti riempi lo stomaco senza ritegno e così solo perché ti viene la fame, ma una di quelle dove mangi abbondantemente con gusto e grande soddisfazione in ogni senso. Sto parlando della trattoria “Da Gianni” (via C. De Morelli 8 Gorizia tel. 0481.534568), dove in un ambiente rustico e spartano ma accogliente, vieni accolto e servito da personale simpatico e cordiale, unico neo è che se non hai preventivamente prenotato, ti puoi scordare di mangiare. Il locale è famoso e dato che tutti ne parlano bene, è sempre pieno, quindi è doverosa la prenotazione. Pensate che io per pranzare una domenica con amici, ho aspettato 40 giorni. La particolarità di questa trattoria, che è bene conoscere in anticipo, è quella delle pietanze abbondanti, se no si rischia o di scoppiare o di lasciare molto cibo nel piatto. Comunque il personale di sala, paziente e cortese, se vede che ordinate troppe pietanze vi avvisa, della particolarità della trattoria. In sostanza, qualsiasi pietanza che ordinate, praticamente ci mangiano oltre due persone, in alcuni casi anche 4 (nelle foto è evidente quanto dico). La ristorazione tipica è quella in gran parte italo-slovena, dato che l’area geografica è pregna di cultura gastronomica mista austriaca, italiana e iugoslava. Sto parlando comunque di una gastronomia molto simile alla nostra, saporita e gustosa e non certo di grilli, insetti e vermi. Il piatto principe è la ljubljanska, ovvero una cotoletta ripiena di prosciutto e formaggio, insomma una sorta di cordon bleu alla slovena, ma il problema è la grandezza e quantità. Con una ci mangiano almeno 3 persone abbondantemente, considerando le dimensioni rettangolari di un libro aperto e lo spessore del ripieno. Non è solo grande, ma anche molto saporita e vi consiglio di non perdervela. Semplice ma eccellente il tris di gnocchi ai porcini, ragù d’anatra e al gorgonzola. La tagliata con rucola e grana è super morbida e succosa, leggermente al sangue, servita con una montagna di rucola e a parte se lo desiderate fettine di grana in abbondanza. Un altro piatto tipico e simbolo di queste zone, sono i “civapcici”, ovvero dei cilindretti di carne macinata e sapientemente mischiata con spezie, che li rendono prelibati e profumatissimi, ma attenzione li sconsiglio a chi non ama i cibi gustosi e i sapori forti. Come vedete nelle foto, la porzione che mi è arrivata era per una persona, ma tenete presente che ne ho mangiati circa 12 io, ne hanno assaggiati una decina tra i miei commensali e ne abbiamo portati a casa circa 3 porzioni(pazzesco). Ecco, una cosa è importante da sapere, e cioè che da Gianni non si apprezzano gli sprechi, quindi se vi avanza molto cibo, loro sono contenti di confezionarvi delle vaschette in alluminio con il cibo rimasto da portare a casa. Inutile dire che anche i contorni sono abbondanti e ben cucinati. La porzione di patatine fritte è super e servita asciutta e ben salate. A me sono piaciute molto le patate in “tecia” (padella), che sono cotte con parecchia cipolla, che le rende gustosissime, ma non facili da digerire se ne mangiate troppe vista la porzione a montagna. Anche sui dessert non scherzano. Sono molto buoni e ben guarniti, ma manco a scherzare super abbondanti, con un dessert ci sguazzano almeno due persone con soddisfazione. Insomma, che altro dire, se non che sono rimasto soddisfatto e appagato, non trovando un difetto o critica da fare al pranzo. Se proprio devo essere sincero, per colpa loro, dopo l’uscita dalla trattoria, ho dovuto fare una bella passeggiata….. Ricordatevi di prenotare, specialmente per le domeniche e buon,buon,buon appetito! Valter Stabile feb2023
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La ricercatrice italo-slovena Valentina Petaros pubblica una poderosa ricerca sui casati italiani della costa orientale adriatica che smentisce le tesi del nazionalismo slavo: i dalmati che contavano erano italiani Valentina Petaros è una studiosa italiana di Capodistria, città istriana e storicamente italiana per popolazione e cultura, slavizzata in maniera massiccia in seguito alla conquista militare […]
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Ministra Slovenia, contraria a sospensione Schengen
(ANSA) – BELGRADO, 13 NOV – “Non sono d’accordo” sulla sospensione di Schengen e sul ripristino dei controlli confinari e “spero duri il meno possibile, altrimenti potrebbe creare problemi all’organizzazione di Go2025”. E’ l’ammonimento lanciato dalla ministra slovena della Cultura Asta Vrecko in un’intervista a Il Piccolo di Trieste. “Pensiamo al valore simbolico di questo evento”, Gorizia e…
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L’Italia è una Penisola ricca di sorprese e, tra i suoi innumerevoli tesori da scoprire, c’è lo splendido borgo di Gradisca d’Isonzo. Questa piccola cittadina del Friuli Venezia Giulia, complici l’affascinante architettura medievale, le strade che sembrano ferme in un’altra epoca e l’ospitalità delle sue numerose osterie e trattorie, merita di essere visitata almeno una volta nella vita. Pronti a prenotare un biglietto? In questo articolo vi spieghiamo tutto quello che c’è da sapere su Gradisca d’Isonzo. Alla scoperta di Gradisca d’Isonzo Il borgo fortificato di Gradisca d’Isonzo si trova in provincia di Gorizia, esattamente sulla sponda destra dell’Isonzo, a poca distanza dal confine sloveno, dal mare Adriatico e dalle Alpi Giulie. Fu concepito nel ‘400 dalla Repubblica di Venezia come baluardo contro le incursioni turche, che in Friuli erano furiose e frequenti. La cittadella fu quindi edificata dagli architetti della Serenissima, coadiuvati da Leonardo Da Vinci, come un borgo con strade larghe, suddivise in compatti isolati di case. Universalmente considerato come uno dei borghi più suggestivi d’Italia, questo luogo è un vero e proprio museo a cielo aperto in cui convivono felicemente quattro periodi storici: il quattrocento veneto, il seicento austriaco, l’ottocento asburgico e il novecento italiano. Tutti raccontati dagli edifici, dalle strade, dall’edilizia. Come arrivare a Gradisca d’Isonzo Il modo più semplice per raggiungere Gradisca d’Isonzo è con l’automobile. A Nord della città corre infatti l’autostrada A34, con ingresso/uscita su via Udine (SR 305). Il comune è attraversato da diverse infrastrutture viarie d’importanza regionale, ovvero SR252, SR305 e SR351. Per quanto riguarda la rete ferroviaria, invece, non si trova nessuna stazione sul territorio. La più vicina è situata nel comune limitrofo di Sagrado, tratta della linea Udine-Trieste. Cosa vedere a Gradisca d’Isonzo Monumenti simbolo di Gradisca sono il castello della città e le mura dell’originaria Fortezza costruita dalla Serenissima, che si sono conservate quasi interamente. Oggi tutto il grande complesso fortificato si presenta come un bellissimo monumento abbandonato, in cui sono ben riconoscibili porte e Torrioni. Il centro nevralgico di Gradisca d’Isonzo è il Parco della Spianata, su cui affacciano caffè storici e da cui si diramano le strade principali della città. Ogni terza domenica del mese questo parco si anima di uno dei più grandi mercatini del Friuli Venezia Giulia dove si può trovare davvero di tutto. Passeggiando tra le strade della città, scoverete il Duomo dei Santi Pietro e Paolo, il suggestivo Palazzo Monte di Pietà o la Casa dei Provveditori Veneti, testimonianza del passato più antico della città edificato tra il 1479 e l’83. Piuttosto suggestivo anche il Monumento alla Redenzione, situato al centro di piazza Unità d’Italia e costituito da un’alta colonna con bassorilievi dedicati a varie fasi della storia gradiscana, su cui poggia un leone di San Marco in bronzo, simbolo della Repubblica di Venezia. Se amate i musei, merita una visita la Galleria Regionale d’arte contemporanea Luigi Spazzapan, dedicata all’omonimo pittore originario proprio della città. Il Lapidario Cittadino, invece, è situato nella Loggia dei Mercanti ed espone diverse lapidi che sono stata rinvenute a Gradisca d’Isonzo negli anni. Cosa mangiare a Gradisca d’Isonzo A rendere indimenticabile il vostro soggiorno a Gradisca saranno anche le gustose soste nelle trattorie ed osterie della città o in uno dei suggestivi caffè con vista del Parco della Spianata. Per antipasto potete districarvi tra una grande varietà di salumi e formaggi di produzione locale, da accompagnare con un buon vino. I migliori a detta di chi se ne intende sono i rossi, come il Cabernet, il Merlot e il Refosco, chi opta per i bianchi può contare sul Pinot. Tra i piatti che vi consigliamo di assaggiare, ci sono ovviamente quelli della tradizione slovena, come la jota, una sostanziosa zuppa a base di fagioli, patate, cotenne, costine di maiale affumicate e crauti, o il goulash. Altrettanto gustose sono le trippe, il baccalà o il celebre cotechino, servito con rape acide. Sul versante “dolci” troviamo, oltre allo strudel di mele, anche la tipica gubana. Si tratta di un involucro di pasta farcita con noci, zibibbo, uvetta, pinoli, cioccolato e servita a fette irrorata con grappa. https://ift.tt/39Ln1yX Gradisca d’Isonzo: cosa vedere dello storico borgo friulano L’Italia è una Penisola ricca di sorprese e, tra i suoi innumerevoli tesori da scoprire, c’è lo splendido borgo di Gradisca d’Isonzo. Questa piccola cittadina del Friuli Venezia Giulia, complici l’affascinante architettura medievale, le strade che sembrano ferme in un’altra epoca e l’ospitalità delle sue numerose osterie e trattorie, merita di essere visitata almeno una volta nella vita. Pronti a prenotare un biglietto? In questo articolo vi spieghiamo tutto quello che c’è da sapere su Gradisca d’Isonzo. Alla scoperta di Gradisca d’Isonzo Il borgo fortificato di Gradisca d’Isonzo si trova in provincia di Gorizia, esattamente sulla sponda destra dell’Isonzo, a poca distanza dal confine sloveno, dal mare Adriatico e dalle Alpi Giulie. Fu concepito nel ‘400 dalla Repubblica di Venezia come baluardo contro le incursioni turche, che in Friuli erano furiose e frequenti. La cittadella fu quindi edificata dagli architetti della Serenissima, coadiuvati da Leonardo Da Vinci, come un borgo con strade larghe, suddivise in compatti isolati di case. Universalmente considerato come uno dei borghi più suggestivi d’Italia, questo luogo è un vero e proprio museo a cielo aperto in cui convivono felicemente quattro periodi storici: il quattrocento veneto, il seicento austriaco, l’ottocento asburgico e il novecento italiano. Tutti raccontati dagli edifici, dalle strade, dall’edilizia. Come arrivare a Gradisca d’Isonzo Il modo più semplice per raggiungere Gradisca d’Isonzo è con l’automobile. A Nord della città corre infatti l’autostrada A34, con ingresso/uscita su via Udine (SR 305). Il comune è attraversato da diverse infrastrutture viarie d’importanza regionale, ovvero SR252, SR305 e SR351. Per quanto riguarda la rete ferroviaria, invece, non si trova nessuna stazione sul territorio. La più vicina è situata nel comune limitrofo di Sagrado, tratta della linea Udine-Trieste. Cosa vedere a Gradisca d’Isonzo Monumenti simbolo di Gradisca sono il castello della città e le mura dell’originaria Fortezza costruita dalla Serenissima, che si sono conservate quasi interamente. Oggi tutto il grande complesso fortificato si presenta come un bellissimo monumento abbandonato, in cui sono ben riconoscibili porte e Torrioni. Il centro nevralgico di Gradisca d’Isonzo è il Parco della Spianata, su cui affacciano caffè storici e da cui si diramano le strade principali della città. Ogni terza domenica del mese questo parco si anima di uno dei più grandi mercatini del Friuli Venezia Giulia dove si può trovare davvero di tutto. Passeggiando tra le strade della città, scoverete il Duomo dei Santi Pietro e Paolo, il suggestivo Palazzo Monte di Pietà o la Casa dei Provveditori Veneti, testimonianza del passato più antico della città edificato tra il 1479 e l’83. Piuttosto suggestivo anche il Monumento alla Redenzione, situato al centro di piazza Unità d’Italia e costituito da un’alta colonna con bassorilievi dedicati a varie fasi della storia gradiscana, su cui poggia un leone di San Marco in bronzo, simbolo della Repubblica di Venezia. Se amate i musei, merita una visita la Galleria Regionale d’arte contemporanea Luigi Spazzapan, dedicata all’omonimo pittore originario proprio della città. Il Lapidario Cittadino, invece, è situato nella Loggia dei Mercanti ed espone diverse lapidi che sono stata rinvenute a Gradisca d’Isonzo negli anni. Cosa mangiare a Gradisca d’Isonzo A rendere indimenticabile il vostro soggiorno a Gradisca saranno anche le gustose soste nelle trattorie ed osterie della città o in uno dei suggestivi caffè con vista del Parco della Spianata. Per antipasto potete districarvi tra una grande varietà di salumi e formaggi di produzione locale, da accompagnare con un buon vino. I migliori a detta di chi se ne intende sono i rossi, come il Cabernet, il Merlot e il Refosco, chi opta per i bianchi può contare sul Pinot. Tra i piatti che vi consigliamo di assaggiare, ci sono ovviamente quelli della tradizione slovena, come la jota, una sostanziosa zuppa a base di fagioli, patate, cotenne, costine di maiale affumicate e crauti, o il goulash. Altrettanto gustose sono le trippe, il baccalà o il celebre cotechino, servito con rape acide. Sul versante “dolci” troviamo, oltre allo strudel di mele, anche la tipica gubana. Si tratta di un involucro di pasta farcita con noci, zibibbo, uvetta, pinoli, cioccolato e servita a fette irrorata con grappa. Gradisca d’Isonzo, borgo friulano conosciuto anche come La Fortezza, è un luogo magico dove si intrecciano arte, cultura e trazioni enogastronomiche.
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Foibe, 'il giorno del ricordo' che gli italiani volevano dimenticare Il 10 febbraio ricorre il Giorno del ricordo istituito il 30 marzo 2004, legge 92, col voto unanime del Parlamento italiano, per conservare la memoria delle vittime delle Foibe e l'esodo dalle proprie terre di Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra. Giustissimo. Peccato però che questi tragici fatti vengano presentati, anche dalle più alte istituzioni, in modo incompleto, mistificatorio tanto che gli Italiani e gli studenti, cui il Miur rivolge l'invito a conoscere, difficilmente capiscono quanto accadde. Così continuano a sopravvivere stereotipi e propaganda mentre manca la contestualizzazione storica che invece potrebbe fornire gli strumenti sia per comprendere sia per riflettere in momenti come quelli attuali caratterizzati spesso da ottusi nazionalismi che le tristi esperienze del 900 pensavamo avessero eliminato.In questa visione stereotipata al centro della narrazione ci sono le "vittime" che in questo modo vengono completamente deresponsabilizzate ("trucidate perché italiane"), così come vengono deresponsabilizzati gli Italiani che si possono autorappresentare come "brava gente" di fronte ai "barbari partigiani titini" E' un sistema consolatorio e autoassolutorio che ci serve per rimuovere aspetti del nostro passato in cui non mancano terribili misfatti perpetrati come fascisti e colonizzatori, tanto per ricordarne alcuni con i quali non abbiamo mai fatto i conti. Perciò, per cercare di approfondire la vicenda delle foibe, vorrei ricordare gli Italiani che furono perseguitati, costretti ad abbandonare le loro terre, spesso torturati, giustiziati, morti di stenti nei campi di concentramento italiani. Non vengono mai ricordati, sono Italiani ma di lingua slovena. Gli Sloveni si insediarono nei territori friulani e giuliani alla caduta dell'impero romano, nel 1420 entrarono a far parte della Repubblica Veneziana per poi, con Napoleone I, essere sottomessi all'Austria e infine, dopo la prima guerra mondiale, divenire cittadini italiani. Trieste, per non sottostare a Venezia nel 1382 aveva chiesto la protezione del duca d'Austria e rimase sotto l'impero asburgico sino al 1918. Si tratta quindi di territori cosmopoliti, in cui convivevano etnie differenti e religioni differenti, Ebrei, Ortodossi e Cattolici. (...) Nei primi anni del 900 a coronamento dell'importanza sempre più evidente della componente slovena fu costruita a Trieste la casa della cultura slovena (Narodni Dom) ad opera dell'architetto Max Fabiani che ottenne per la sua opera riconoscimenti anche all'estero. La casa fu bruciata nel 1920 da squadre fasciste che impedirono l'intervento dei vigili del fuoco, come raccontano lo scrittore italiano di lingua slovena Boris Pahor e numerosi testimoni. Fu un episodio che determinò una profonda frattura tra la comunità italiana e quella slovena. Seguirono negli anni numerosi pogrom che ebbero come obiettivo istituzioni economiche e culturali slovene. La dittatura fascista impose la lingua italiana in ogni ordine di scuola e furono imposti insegnanti che non parlavano lo sloveno, fu proibito l'uso pubblico di quella lingua slovena che veniva parlata sin dal 1500 negli ambienti più colti e anche da nobili famiglie triestine, nomi, cognomi e toponimi furono italianizzati mentre la maggior parte degli uffici pubblici era destinata a impiegati di etnia italiana. Nel 1941 ebbero inizio le operazioni militari italiane contro la Jugoslavia, furono così occupati diversi territori. In questa espansione, come documentano gli storici, furono compiute efferatezze e violenze di ogni tipo contro le popolazioni slave, soprattutto contro i civili. In gran numero furono anche deportati in campi di concentramento dove tanti morirono di fame e di stenti quando non di morte violenta. I nazisti inoltre, con la collaborazione degli Italiani, costruirono il lager della Risiera di San Sabba, presso Trieste, in cui furono detenuti Sloveni, Croati, partigiani, ebrei e detenuti politici in attesa di essere trasferiti nei campi di sterminio ma molti (circa 5.000) furono uccisi lì stesso con un colpo di mazza alla testa o col gas finendo poi nei forni crematori. In questa situazione di guerra e di occupazione tra il 1943 e il 1945 si inserisce la terribile vicenda delle foibe, spaccature naturali più o meno profonde dell'altipiano carsico in cui dai partigiani di Tito furono gettati, spesso vivi, Italiani di ogni classe sociale e credo politico, fascisti torturatori o spie e antifascisti o persone comuni. Alla fine della guerra, con la perdita dell'Istria che però era stata italiana per meno di trenta anni, iniziò l'esodo di tantissimi Istriani, Fiumani e Dalmati di lingua italiana che vollero (o furono costretti) lasciare le loro terre e trasferirsi in Italia e, taluni, all'estero seguendo la stessa sorte degli Italiani di lingua slovena che per sfuggire le violenze fasciste si erano rifugiati in Europa o nell'America latina. di Gianfranca Fois
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Vacanza nel Carso
Dove andiamo in vacanza? Non so andiamo in qualche parte in giro per l’Italia. In fondo quanti posti poco conosciuti e quante città mai visitate.
Raniero Gratto presidente del culto del Carso, una rubrica su 610 di Lillo e Greg, hanno dato il via alla nostra trasferta in giro per l’Italia.
I monti del Carso in Friuli Venzia Giulia, una zona di confine di contaminazioni italiane e nord Europee. Terra anticamente contesa dalla popolazione austriaca, slovena e italiana.
Voglio raccontarvi proprio la mia splendida esperienza di questa Vacanza del Carso.
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Prepotto è stato il nostro campo base. Una piccola frazione di San Pelagio a pochi km dal capoluogo di Trieste.
Una giovane azienda vinicola, agriturismo Lupinc.
Vigneti a confine con la Slovenia lì dove un tempo le trincee dominavano il paesaggio. Ci accoglie il papà del giovane propietario, Danilo. Una baita in stile carsico e una cantina piena di vino da assaporare. Cinque tipologie di vitigno una, in particolare, ci racconta Danilo coltivato da tre generazioni. Il Terrano Doc fa da protagonista alle nostre giornate in giro per le diverse realtà della montagna. Prodotti tipici caseari e piatti creati da mani sapienti e gentili che ci hanno accolto con sorrisi e generosità.
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Sicuramente non siamo morti di fame!! In primavera in queste zone aprono le Osmize, locali dove si degustano prodotti tipici portati dagli allevatori e agricoltori del posto, per dare ristoro con merende infinite ai turisti ma soprattutto alla gente del posto.
Purtroppo siamo capitati a Dicembre. Ma non ci siamo fatti scoraggiare.
In una stradina verso le il confine un Agriturismo di sole donne il Radetic Sidonja. Donne forti ma dolcissime. Ci danno il benvenuto con bicchiere di assenzio strong e una spesa con ogni ben di Dio. La mattina seguente abbiamo imbandito con i loro prodotti una splendida colazione salata e dolce.
Molti i posti dove potersi sentire a casa.
Al Sardoc, oltre ad aver mangiato uno dei caprioli più buoni della mia vita, il proprietario ci ha salutato regalandoci una bottiglia di liquore al Terrano.
Una bevanda dolce, pastosa con un profumo floreale, che ti lascia il palato dolce ed avvolgente.
Se però, volete vedere una vera fattoria in stile carsica, l’Azienda Agricola Gruden Zbogar ti sorprende. Entrando nel loro shop basta avvicinarti ad una porta davanti al bancone, per renderti conto che sei nella stalla con le mucche e le capre.
Un modo perfetto per rendere l’idea del km 0. Comprare i loro prodotti con dietro le spalle la natura e la tradizione di allevatori ed agricoltori.
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Ma non solo cultura culinaria!! Il territorio è pieno di storia, arte e bellezza.
Una tappa veloce nella mattina assolata al Castello di Duino, dimora del Poeta Rainer Maria Rilke.
Una struttura fortificata a picco sul mare con una vista mozzafiato sul Golfo di Trieste, circondata da percorsi di trekking che dalla costa risalgono le montagne verso le cantine.
Una sorpresa è stata il mare. Oltre le spiagge e spiaggette isolate dove balneare, abbiamo scoperto il borgo di Porto Piccolo a Sistiana. Un paese sul mare, quasi sull’acqua completamente nuovo. Una Capri Friulana davvero luxury, piena di attività nel periodo natalizio che ti offre la possibilità di vivere il mare ed il porto anche d’inverno.
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Ma non si può venire nel Carso senza visitare Trieste.
La città di Joyce e Svevo. Elegante, sobria, piena di storia ed esempio virtuoso della cultura Italiana. La conoscevo già perché una parte della mia famiglia abita a Muggia, uno piccolo borgo sul mare verso Capo D’Istria. Insieme a zio Giovanni, zia Pia e Rossella, mia cugina, diverse volte siamo andati in città. Con la voce di chi vive quella terra ho ascoltato le storie ed osservato i colori di Trieste. L’azzurro sicuramente è quello che più prevale.
Piazza dell’Unità, una delle pochissime piazze con vista sul mare, la sera dell’ultimo dell’anno si è accesa con fuochi d’artificio sull’acqua che hanno illuminato tutto il golfo.
Ma anche i sapori di Trieste. In un piccolo locale dietro la piazza, abbiamo degustato un piatto tipico Triestino. Il prosciutto cotto di Trieste DOP, cotto al naturale e servito con una grattugiata di Kren una radice simile allo zenzero. Il tutto accompagnato da un bel bicchiere di un altro vino del Carso, questa volta bianco, la Malvasia.
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Ma una cosa mi mancava, da buona forchetta e spasmodica curiosa di sapori.
Per fortuna adesso devo scriverlo, perché con i miei cugini è stata una lunga sofferenza insegnarmi la pronuncia. Il famoso Ćevapčići. Un piatto a base di carne, di tradizione balcanica che siamo andati però a degustare in Slovenia.
Una macelleria Gostilna Prunk a Lokev, vicino Lipiza, la terra dei cavalli bianchi.
L’agriturismo attaccato alla macelleria, ci ha servito un piatto di carne uno più buon dell’altro e concluso con un dolce tipico sloveno la gibanica. Un tripudio di sapori balcanici con noci mele e ricotta.
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Lo so. mi sono dilungata molto soprattutto con la parte dedicata alla pancia e la gola.
Non sono una viaggiatrice, mi muovo poco dalle Marche, ma credo che per scoprire un posto a pieno bisogna assaporarne la cultura, ed il cibo è cultura. P.S: Per organizzare un viaggio in questi splendidi luoghi vi consiglio di vistare la piattaforma:
http://joseph.land/
Utilissima risorsa per scoprire le terre del Carso.
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Boris Pahor: «Cento anni fa vidi i fascisti bruciare la Casa della Cultura slovena. Il Colle mi ha commosso»
Lo scrittore sloveno con cittadinanza italiana: avevo 7 anni, ricordo bene il rogo del Narodni dom. Oggi ha ricevuto una doppia onoreficenza da Mattarella e dal presidente sloveno
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Non avete voglia di un’estate veramente speciale?
Nuotare come sirene, sentirsi cortigiane, fare yoga fra i mulini o vivere una cena-performance
Cosa vi piace? Sport, cultura, meditazione, divertimento: vi bastano tre giorni di tempo per rendere questa estate indimenticabile.
Quattro idee in Sicilia, Emilia Romagna, Mancha e Ibiza per un’estate speciale
Corsi per aspiranti sirene nel mare di Sicilia
In Sicilia, vicino alla Riserva Naturale dello Zingaro, l’unica scuola italiana di Mermaiding associata a quella originale statunitense e riconosciuta dalla FIAS vi insegnerà a nuotare come sirene.
Mermaiding è una disciplina acquatica che riproduce il nuoto delle sirene; si nuota con una speciale guaina che avvolge il corpo dai fianchi ai piedi.
Una monopinna sensibile, che stimolando ad usare bacino e braccia, tonifica e rassoda, rinforza i muscoli dorsali e lombosacrali, rende più eleganti i movimenti anche fuori dall’acqua. Si alternano apnea e risalite ma basta avere una buona acquaticità, tanto che è fattibile anche da bambine a partire dai 7 anni.
Si esce a bordo di caicco tra i fondali più belli del Mediterraneo. Sono disponibili tre tipologie di corsi, che includono una parte a terra, le guaine e la possibilità di uno shooting con costumista, truccatrice e fotografo.
L’organizzazione può fornire anche la logistica: prenotazioni di bed & breakfast, gite in barca lungo la costa che si estende fino a San Vito Lo Capo.
Se si ha una settimana di tempo, si possono abbinare al corso di Mermaiding lezioni di yoga sulla spiaggia di Castellammare del Golfo, lezioni di Bollywood Dance, minicrociera alle Egadi.
www.aquamarinesicily.com www.sireneslifestyle.com
Spettacolare performance artistico-gastronomica a Ibiza
Dimenticate le cene banali. Immaginate un evento che riunisce alta gastronomia, tecnologia, musica e arti visive. Uno show che fonde varie discipline, dove il cibo è teatralizzato, dove si esplora la realtà virtuale.
Ogni sabato all’Hard Rock Hotel di Ibiza va in scena Sublimotion.
Hard Rock Hotel
Lo chef Paco Roncero (due stelle Michelin) e il direttore creativo Eduardo Gonzalez hanno invitato talenti femminili del food, insieme a molti altri creativi.
La spagnola Elena Arzak (tre stelle Michelin), la peruviana Pía León (migliore chef donna dell’America Latina nel 2018), la slovena Ana Ros (miglior chef donna al mondo nel 2017) e da Singapore la maestra pasticcera Janice Wong (miglior pasticciera asiatica nel 2015).
Insieme a loro quattro, un compositore, un regista, un DJ produttore musicale, un fashion designer, un artigiano e una modella come maestra di cerimonia.
Sublimotion riunisce attorno al tavolo 12 ospiti per volta, immergendoli in un format multidisciplinare davvero accattivante.
www.sublimotionibiza.com www.hrhibiza.com
Meditazioni fra i mulini in Spagna
Meditazione e yoga tra i castelli della Mancha, sentirsi come la Dulcinea di Don Chisciotte, in un week end inedito dal piccolo budget.
La sera dell’arrivo si cena al ristorante e si effettua una passeggiata notturna per le strade del Toboso, con lettura di poesie e di alcuni brani del Quijote di Cervantes. Quindi ci si ferma per una meditazione sotto le stelle.
Il sabato si visita il castello di Belmonte, nonché la cantina Bodega Mont-Reaga con una degustazione di tapas e vini. La sera, appuntamento ai mulini di Campo de Criptana con meditazione sotto le stelle.
Sono inclusi tutti i pasti in questa proposta per l’estate disegnata da Evolution Travel, che ha realizzato un portale dedicato a yoga e meditazione insieme a Monica Morganti, psicoanalista che si occupa anche di meditazione e benessere. Monica ha scritto numerosi libri ed è una grande viaggiatrice.
yogaemeditazione.evolutiontravel.it
Castellane in Emilia Romagna
Castello di Vigoleno – Credit Castelli del Ducato di Parma e Piacenza
Grandi donne hanno lasciato il segno in Emilia Romagna ed è intrigante conoscere le loro storie attraverso i più bei castelli fra Parma, Piacenza e Reggio Emilia.
Se vi affascinano cultura e atmosfere, potete immergervi nelle vicende di corte di castelli e dimore storiche, che svettano nei borghi antichi o circondati da boschi ed eleganti giardini.
Matilde di Canossa fu potente feudataria che, in un tempo in cui le donne erano considerate di rango inferiore, riuscì a governare un territorio esteso quanto le attuali Lombardia, Emilia Romagna e Toscana.
Legati alla sua figura, potete visitare i ruderi dal Castello di Canossa, dove Enrico IV ottenne la revoca papale dalla scomunica, la Rocca di Reggiolo che fu sua abitazione e il Castello di Bianello, dove fu incoronata vice regina d’Italia.
L’itinerario di Matilde comprende anche la Roccaforte di Rossena, dove la leggenda vuole che la figlia di un suo vassallo si gettò dal dirupo per evitare un matrimonio sgradito, e il Castello di Carpineti, il più alto tra le fortezze appenniniche, che domina la valle con una triplice cinta di mura.
Maria Luigia moglie di Napoleone abitò la Rocca Sanvitale di Sala Baganza. Imperatrice dei francesi e duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, visse lì coi figli. Il maniero rivela preziosi affreschi e decorazioni cinquecentesche; nelle cantine è interessante il Museo del Vino, così come è piacevole passeggiare nel Giardino Farnesiano.
Grazie a tre contesse è stato edificato e abbellito il Castello di San Pietro in Cerro: hanno vissuto rispettivamente nel Quattrocento, Cinquecento e Ottocento. Potrete ammirare 30 sale decorate e arredate e il grande giardino.
Di grande sensibilità artistica era anche Maria Ruspoli Gramont, principessa del Castello di Vigoleno a Vernasca. Dominando le colline emiliane, il maniero nel borgo medievale è stato trasformato nel Novecento in un salottod’arte e mondanità, luogo d’incontro di personaggi come Gabriele D’Annunzio e Max Ernst.
E non dimentichiamo Barbara Sanseverino, colta amante dell’arte: a lei si deve il raffinato giardino della Reggia di Colorno, e la collezione con opere di Tiziano, Correggio e Pamigianino.
www.icastellidelledonne.it www.emiliaromagnaturismo.it
Avete trovato qualcosa in linea col vostro mood? Abbiamo in serbo altre idee curiose per l’estate: continuate a seguirci.
Luisella Colombo
Un’estate davvero speciale Non avete voglia di un’estate veramente speciale? Nuotare come sirene, sentirsi cortigiane, fare yoga fra i mulini o vivere una cena-performance…
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Che adoro Lubiana ve l’ho già detto più volte e in quest’articolo vi ho anche già raccontato cosa vedere a Lubiana. Ora voglio suggerirvi dove mangiare e dormire a Lubiana, una delle città più giovani e ricche di energia d’Europa. L’offerta, sia per quanto riguarda gli alloggi sia per quanto riguarda i locali, è davvero incredibile pertanto non posso che limitarmi a darvi qualche ottimo suggerimento, poi, lì sul posto, sarete voi con il vostro fiuto e la vostra curiosità a scoprirne e provarne molti altri, che magari mi segnalerete.
Iniziamo col capire le tradizioni culinarie slovene, che grazie a ricerca e preparazione di molti chef, sono anche riproposte in versione moderna e più light.
LA CUCINA SLOVENA
La Slovenia vanta una ricca cultura culinaria fatta di piatti tipici sia di pesce proveniente dalla costa, sia di carne. Zuppe, carne e selvaggina sono i protagonisti della gastronomia, nelle gostilna (trattorie) e nei ristoranti di Lubiana la proposta è molto varia, oltre a specialità slovene anche piatti della cucina italiana, balcanica e austro-ungarica e balcanica. Da provare: la zuppa con fagioli e crauti (jota), la polenta di semolino (Žganci), i ravioli di Idrija ripieni di patate e pancetta al sugo di carne di montone o coniglio, la Kranjska klobasa (salsiccia carniolana), il divjačinska salama (insaccato di selvaggina) e il Kraški pršut (prosciutto crudo del Carso). Tra i piatti più diffusi che provengono da oltre confine ci sono la zuppa all’orzo di origine austriaca, il gola (gulasch) ungherese e i njoki (gnocchi di patate) o il riota (risotto) italiani. Fra i dessert un assaggio lo merita la potica, il dolce arrotolato con ripieno di noci; la Prekmurska gibanica, strati di pasta sfoglia farciti da semi di papavero, uvetta, miele, noci, ricotta e panna formano; il krof (bombolone) e lo zavitek (strudel), i pasticcini a forma di cuore al profumo di cannella e le paste al miele. La Slovenia vanta anche un’ottima tradizione in fatto di vini come quelli della Brda (Collio sloveno): Rebula, Malvazia, Souvignonasse (Tocai), o della Valle della Vipava come Malvazia Istriana, Pinela, Vitovsca, Refosco, Merlot, i più tipici.
DOVE MANGIARE A LUBIANA
Mangiare e bere a Lubiana è l’ultimo dei vostri problemi, è piena zeppa di locali. Un ottimo caffè lo bevo da Cafetino, difetta il personale, non troppo loquace perché indaffarato. Per una colazione o il brunch EK Bistro, sempre per la colazione Slovenska Hiša, per la colazione o la merenda Cacao e Lolita.
Per un aperitivo a base di vino ci sono Movia o Wine bar Škulje, per un cocktail o drink il bellissimo Kolibri Cocktail Bar. Ma, a seconda dei vostri gusti, lungo il fiume e nelle vie adiacenti il centro storico l’offerta è molto varia, troverete bar e locali di ogni genere e per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Ma veniamo ai miei consigli su dove mangiare. A Lubiana mangio il miglior hamburger del mondo: da Pop’s Place. Per chi ama una cucina più semplice e tradizionale con piatti abbondanti consiglio: Most, Marley and Me e Julija. Se amate la carne, in particolare dry age, vi consiglio Sorbara Steak House. Se siete alla ricerca di cucine più raffinate dove consumare almeno un paio di portate, vi consiglio: Peti 181, Valvasor, Slon 1552, Atelje, Monstera Bistro, Vander e Luda, locali in cui si mangia bene e gode pure l’occhio. Sono indicati in ordine di preferenza. Il locale è datato ma la cucina di buon livello da Manna, l’unico fuori dal centro, però ci si avvia in 10 minuti a piedi. Nella mia ultima visita ho provato Sveti Florijan, un ristorante che propone una cucina molto innovativa ma centrata e un’ottima carta vini. Consigliatissimo! Per palati allenati, non aspettatevi il ristorante tradizionale. Un po’ più pretenziosi (costosi) Strelec il ristorante del Castello e Restavracija JB dello chef più famoso di Lubiana Janez Bratovz. Se cercate qualcosa di più informale dove mangiare anche un solo piatto o per un pranzo non troppo impegnativo la soluzione può essere: Altrokè, Bistro Zvezda, se amate il giapponese Sato Bento.
Ma ripeto, ancora una volta, c’è l’imbarazzo della scelta io vi ho fatto i nomi di quelli che ho provato e preferito. D’ogni modo anche per quanto riguarda i ristoranti l’offerta è ricca.
DOVE DORMIRE A LUBIANA
Lubiana ha un’ottima offerta di hotel, ostelli e, soprattutto, appartamenti a prezzi vantaggiosi, sotto la media di molte capitali europee.
Nel centro storico sono presenti hotel, appartamenti e anche molte strutture che affittano camere con bagno senza servizi ulteriori, a mio avviso la scelta migliore, stante la numerosa scelta di locali dove fare colazione, pranzare, cenare, consumare un aperitivo, ecc. Fuori dal centro cittadino ci sono numerosi agriturismi e B&B immersi nella natura, questo però vi costringerà a spostarvi in auto o con i mezzi pubblici. Io personalmente prenoto sempre nel centro pedonale e lascio l’auto nel parcheggio pubblico scoperto, il più economico, nei pressi della biblioteca. Qualche soluzione interessante: Hotel Lev, nuovo e dal design moderno. Grand Hotel Union, istituzionale ma sempre una certezza. Centralissimo. Best Western Premier Hotel Slon, in zona centrale, un’ottima scelta, sempre, con centro benessere e ristorante. Apartments and Rooms Meščanka, semplice, carino, buon compromesso qualità prezzo e in posizione strategica. Vander Urbani Resort – Member of Design Hotels Vander, posizione tranquilla ma in pieno centro, con piscina e ristorante.
Mi ripeto ancora l’offerta è molto ampia, dietro ogni numero civico c’è un posto letto, date un’occhiata a Booking.com
Ci state pensando o state facendo la cosa giusta: prenotando l’albergo che vi accoglierà a Lubiana!?
Lubiana: dove dormire e mangiare Che adoro Lubiana ve l'ho già detto più volte e in quest'articolo vi ho anche già raccontato cosa vedere a Lubiana.
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