#crimini e misfatti
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cmlibri · 2 years ago
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#Edipo «Crimini e misfatti» di Woody Allen. http://cmtempolibero.blogspot.com/2023/07/cmlibri-al-cinema-all-edipo-in-crimini.html https://cmtempolibero.blogspot.com/2023/07/crimini-e-misfatti-di-allen-anche.html #CMLibri #CMTempoLibero #Cinema #CinemaELibri
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vincentp17 · 2 years ago
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Dopo aver letto i primi due della trilogia di Marcus di Donato Carrisi, il cacciatore del buio e il tribunale delle anime, mi sono deciso a leggere anche il terzo ed ultimo, il maestro delle ombre.
Non mi metterò di certo a scrivere una recessione sulla trilogia ma qualcosa la devo dire. In questi tre romanzi, l'autore parla del male, non inteso come qualcosa a sé ma come parte integrante del nostro essere, ovvero quel lato oscuro che si cela in noi, nel nostro profondo, che francamente ignoriamo di avere. Di essere soprattutto. Il male è parte integrante del nostro essere, che si manifesta in noi quando meno ce lo aspettiamo.
L'autore, parla di questo nostro lato oscuro, attraverso l'operato del tribunale delle anime, dei penitenzieri che sarebbero dei preti facente funzioni di investigatori di crimini commessi dai serial kilker, seguendo quei profiles che i loro predecessori hanno costruito nei secoli, riempendo immani archivi nascosti. La parte interessante, è che il tribunale delle anime è una sorta di organo giudiziario, istituito dalla chiesa cattolica romana, istituita centinaia di anni addietro, non capisco come mai non faccia alcun riferimento a demoni o altre creature soprannaturali, soprattutto dopo essersi macchiati di tutti i misfatti da parte dell'inquisizione.
Perché anche se tutto è fortemente romanzato, il tribunale delle anime è esistito ed esiste tutt'ora, anche se non dovrebbe essere più operante come un tempo.
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stilouniverse · 8 months ago
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"Basta! Bisogna abolire lo stato!"a cura di Gian Piero de Bellis
Antologia di documenti sullo stato italiano.Testi & Documenti per capire lo statismo italiano + Cronologia di crimini e misfatti dello stato italiano dalle origini ai giorni nostri.(a questo link l’Indice) Una antologia che raccoglie fatti, ma più misfatti, operati nel corso dei secoli. Come Libertaria, un progetto antologico sul tema dell’anarchia, nata nello stesso laboratorio di…
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delectablywaywardbeard-blog · 9 months ago
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Fabriano trasformato in set per film 'Come crimini e misfatti'
Una trentina di comparse pronte a fare il loro debutto sui grandi schermi grazie alla produzione del film “Come crimini e misfatti”, che sarà girato a Fabriano (Ancona) e nel comprensorio, regista Alessio Pascucci. Il primo giorno di casting si svolgerà domani, 18 aprile, dalle 10 alle 18, al salone ‘Chiara Luce Badano’ della Parrocchia della Misericordia a Fabriano. “Tra comparse e figurazioni…
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infosannio · 2 years ago
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MeToo, “Grease” e la maglia n.88: la sottile linea rossa
Crimini, misfatti e granchi. Condanne e assoluzioni per molestie, fino al caso simboli nazi. In Gran Bretagna il tribunale del lavoro ha decretato che dire “calvo” a un calvo è “una molestia sessuale… equivale […] (DI MASSIMO FINI – ilfattoquotidiano.it) – In Gran Bretagna il tribunale del lavoro ha decretato che dire “calvo” a un calvo è “una molestia sessuale… equivale a commentare le…
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ipusheveryoneaway · 7 years ago
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Sai, non è facile mettere d'accordo cuore e cervello per me. I miei non si danno neanche del tu.
Crimini e misfatti
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sslimbo · 6 years ago
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Crimes and Misdemeanors (1989) dir. Woody Allen
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haidaspicciare · 7 years ago
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Mia Farrow & Woody Allen, “Crimes and Misdemeanors” (1989).
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blooming-around · 3 years ago
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— Crimini e misfatti (1989), Woody Allen
#ciakclub
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acquaconlimone · 2 years ago
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Prima o poi doveva accadere, anche Woody va in pensione.
Però per chi come me ha amato tutto quello che è riuscito a fare nel cinema a cominciare da "Prendi i soldi e scappa" pellicola che anticipa di una 40ina d'anni I film detti "mockumentary", nel quale i suoi genitori vengono intervistati ma per la vergogna di avere un figlio come Virgil indossano una maschera di Groucho Marx, dove arrestato per una rapina sgangheratissima e messo ai lavori forzati si impegna a spaccare pietre con un martello grande come lui, accanto ad un uomo di colore che è il doppio di lui, intona lo stesso canto blues "I'm gonna go to Massachusetts, I'gonna go to missis Liza" perdendo la testa del martello.
E poi via via tra Bananas (da oggi i cittadini dello Stato libero di Bananas parleranno lo svedese e porteranno le mutande sopra i pantaloni) e Amore e Guerra (clamorosa satira sill'ebraismo) Il Dormiglione (la gag con l'Orgasmatic) , Io & Annie fino ad arrivare a Manhattan il suo capilavoro che ci fa amare una New York in bianco e nero, dove spiega ad una giovanissima Mariel Hamingway (nipote di...) cos'è il ciclo della natura mentre sono in barca a remi nel laghetto di Central Park e poi con il poco capito Broadway Danny Rose, La Rosa Purpurea del Cairo, Zelig (che sollevò un polverone sul trasformismo della classe dirigente), Sogno di una Notte di Mezza Estate liberamente tratto dalla commedia Schespiriana, Hollywood Endings, Match Point (il film drammatico) Midnight in Paris (altro capolavoro), Scoop (dove lui impersona il mago Splendini e sfoggia delle battute al vetriolo sull'aristocrazia britannica), Vicky Cristina Barcellona, Basta che Funzioni, La Dea dell'amore dove fa dire ad una strepitosa Mira Sorvino (premiata con l'Oscar) la battuta: non sapevo se farti come regalo una cravatta o un pompino, ho scelto la cravatta, spero sia di tuo gusto... era rosa con tutti maialini che si ingropp.., Crimini e Misfatti nel quale farà vincere un Oscar a Martin Landau già protagonista di Spazio 1999, in Misterioso Omicidio a Manhattan ritorna a lavorare con la sua ex moglie Diane Keaton, oppure il nostalgico Radio Days sul mondo dei divi radiofonici degli anni 30/40.
Allen mi ha fatto divertire con le battute più intelligenti mai sentite sullo schermo, ripeto doveva accadere prima o poi, peccato.
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ideeperscrittori · 4 years ago
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L'ABOMINEVOLE DISCORSO DI DRAGHI IN LIBIA Mi è successa una cosa che da qualche tempo mi capita spesso. Non mi sono fidato delle parole riportate sui giornali. A volte leggiamo parole inconcepibili, inimmaginabili, e poi scopriamo che sono state alterate dalla fantasia giornalistica, dalla voglia di costruire una polemica gettando benzina sul fuoco dell'indignazione. Bastano due sinonimi, una frase decontestualizzata, una rielaborazione assertiva di concetti espressi con tono dubbioso, e il significato reale si perde nel fantastico mondo del clickbait. Così va a finire che ti fai esplodere il fegato per parole feroci che non sono mai state pronunciate. Non mi sono fidato perché anni di sensazionalismo hanno distrutto la credibilità del giornalismo italiano, non certo per fiducia nell'umanità di Draghi. La sua storia non mi ha mai fatto presagire il futuro radioso annunciato dai media. Non ci sono poteri buoni, diceva De André, e Draghi è l'incarnazione gelidamente educata di un potere che fa cose mostruose con la pacatezza di una volta, senza i numeri da circo dei populisti di ultima generazione. Pertanto l'unica cosa che mi aspettavo era una certa moderazione nella comunicazione pubblica, e cioè quella prudenza tipicamente istituzionale che porta a misurare le parole per camuffare la realtà con mille eufemismi. Pensavo che Draghi fosse uno della vecchia scuola democristiana, per cui le cose brutte si fanno senza entrare nel merito del discorso, senza dire nulla di veramente significativo in pubblico, coprendo macerie e misfatti con una studiata coltre di concetti fumosi. Ebbene sì, non ho creduto a quello che ho letto. E allora ho recuperato un video dal sito di Palazzo Chigi, per misurarmi con le parole realmente pronunciate da Draghi nella sua visita a Tripoli. Ho ascoltato pazientemente Draghi che parlava di ricostruire un'antica amicizia tra l'Italia e la Libia, mentre nella mia mente scorrevano fotografie ingiallite e poco amichevoli che ritraevano colonialisti in posa. E alla fine ho trovato il passaggio cruciale, che riporto qui fedelmente: "Anche in campo migratorio c'è stata una conversazione dove è stato chiaro che noi esprimiamo soddisfazione per quel che la Libia fa per i salvataggi e, nello stesso tempo, aiutiamo e assistiamo la Libia. Ma il problema non è solo geopolitico, è anche umanitario. E da questo punto di vista l'Italia è una delle poche... forse l'unico paese che continua a tenere attivi i corridoi umanitari" Lo ha detto veramente. Chi non vive nell'iperuranio sa bene che la cosiddetta (definita anche "sedicente") guardia costiera libica cattura i migranti per trasportarli in veri e propri campi di concentramento, dove donne, uomini e persino bambini sono ammassati in condizioni igienico-sanitarie spaventose, dove vengono sfruttati, torturati, uccisi. Draghi invece parla di salvataggi e non si limita a menzionarli con un'asettica constatazione. Esprime soddistazione per questi crimini. Dice inoltre che l'Italia aiuta e assiste la Libia. Traduzione: noi siamo i mandanti. Poi aggiunge che "il problema non è solo geopolitico, è anche umanitario", trasformando la parola "umanitario" in un involucro vuoto, buono per tutte le occasioni. E infine fa un tuffo in una dimensione parallela che esiste solo nella sua testa, in cui l'Italia attiva corridoi umanitari a differenza di altri paesi cattivi. A questo punto mi chiedo: come ha potuto dire una cosa così abominevole? E temo che la risposta sia tragicamente semplice: perché non gli sembra poi così abominevole. Me lo raffiguro mentre legge un resoconto sulle critiche alle sue esternazioni. Me lo immagino con il viso lievemente corrucciato, mentre sbotta: "Non capisco. Che ho detto di male?". E questo mi spaventa. Quando un burocrate vecchio stampo pronuncia simili parole senza alcun imbarazzo, significa che nello spirito del tempo la disumanità è sdoganata, tanto che viene considerata presentabile in società, o addirittura qualcosa per cui esprimere soddisfazione e prendersi il "merito", mentre le polemiche sono archiviate come "obsoleto buonismo".
[L'Ideota]
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vecchiorovere-blog · 3 years ago
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E' molto, molto difficile mettere d'accordo cuore e cervello… Pensa che, nel mio caso, non si rivolgono nemmeno la parola. (da "Crimini e misfatti" di W. Allen)
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tatrankyy · 3 years ago
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Per tutta la vita siamo messi di fronte a decisioni angosciose, a scelte morali. Alcune di esse importantissime, la maggior parte meno importanti. E noi siamo determinati dalle scelte che abbiamo fatto, siamo in effetti la somma totale delle nostre scelte. Gli avvenimenti si snodano così imprevedibilmente, così ingiustamente. La felicità umana non sembra fosse inclusa nel disegno della creazione, siamo solo noi, con la nostra capacità di amare, che diamo significato all'universo indifferente. Eppure la maggior parte degli esseri umani sembra avere la forza di insistere e perfino di trovare gioia nelle cose semplici: nel loro lavoro, nella loro famiglia e nella speranza che le generazioni future possano capire di più.
Crimini e misfatti, 1989
di e con Woody Allen
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La versione di Woody
Chi non ha mai citato una battuta di Woody Allen (“Le parole più belle del mondo non sono Ti amo, ma È benigno”, “Sei così bella che fatico a distogliere gli occhi dal tuo viso per guardare il tassametro”, “Finché sono vivo, la morte è qualcosa che riguarda gli altri”, “La vita è piena di miseria, solitudine, sofferenza - e tutto ha fine troppo presto”, “L’uomo sfrutta l’uomo e a volte è il contrario”)? I suoi film sono definitivamente entrati nell’immaginario collettivo, i suoi libri divertenti e ironici sono una manna per i cacciatori di battute (basti pensare a Citarsi addosso, dove si fa la parodia del coro della tragedia greca, come succederà poi, con risultati di irresistibile comicità, in La dea dell’amore, a Saperla lunga, con la prefazione di Umberto Eco, e a Effetti collaterali, curato da Daniele Luttazzi) e ora, a breve distanza dal film del 2019 Una giornata di pioggia a New York, un’uscita tormentata e rallentata da annose polemiche, ecco pubblicata, anch’essa dopo varie difficoltà e tentativi di boicottaggio, e grazie al coraggio degli editori de La nave di Teseo, A proposito di niente, l’autobiografia del grande regista newyorkese.
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“Dedicarsi alla lettura di A proposito di niente, per i seguaci del regista, è come sfogliare le pagine di una storia già nota; il final cut di un vecchio film riportato in sala con aggiunta di scene tagliate e contenuti extra”. Un’opera interessante e ironica (“Se morissi adesso non potrei lamentarmi né lo farebbe un mucchio di altra gente”, p. 344), ma soprattutto un’autodifesa da accuse che si trascinano ormai da trent’anni. Il maestro si rammarica di non aver mai fatto un grande film, ma, dice, ci sta ancora provando: attribuisce il successo più alla fortuna che a reali capacità tecniche (“Come riassumere la mia vita? Tanti stupidi errori compensati dalla fortuna”). Si può certo perdonare il peccato di falsa modestia all’autore di Io e Annie (la cui sceneggiatura è citata nelle antologie scolastiche), Manhattan, Provaci ancora Sam, Crimini e misfatti, Blue Jasmine, al diciannovesimo posto nella classifica stilata da Entertainment Weekly dei cinquanta migliori registi di tutti i tempi, i cui premi e riconoscimenti ormai non si contano più (Oscar, David di Donatello, Golden Globe, Grammy Award, Leone d’oro e moltissimi altri).
Della modestia di Allen parla anche Natalio Grueso in una biografia del 2016, Woody Allen l’ultimo genio. Da questa ‘accusa’ il maestro si schermisce decisamente: “Io un genio? Allora cosa sono Shakespeare, Mozart o Einstein? No, no, sono solo un comico di Brooklyn che nella vita ha avuto molta fortuna”. Grueso ci parla del debutto come ghostwriter e cabarettista, dei grandi autori che ne hanno forgiato la personalità artistica (soprattutto Bergman, Fellini e i maestri del Neorealismo) e delle sue passioni: il jazz, la scrittura e la magia (impossibile dimenticare l’esilarante interpretazione del mago Splendini in Scoop).
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“Nuova variazione jazz sull’immaginario newyorkese, Un giorno di pioggia a New York è una commedia ineffabile come la nascita di un sentimento”. Due giovani innamorati decidono di trascorrere un fine settimana nella grande mela: sulle struggenti note della tromba di Chet Baker il protagonista Gatsby Welles (alter ego di Allen), nome azzeccatissimo per un nostalgico amante dei film in bianco e nero, della musica di Gershwin e Charlie Parker, dei locali old fashioned e della pioggia. Ma il destino è il vero protagonista di un film che non delude i fans di Allen, lasciando un messaggio semplice e positivo, sintesi di un discorso filosofico e psicanalitico che dura da tutta la vita dell’autore, a riprova della legge non scritta che nell’arte la semplicità è sempre una faticosa conquista. A impreziosire il quadro, la partecipazione dell’ottimo Jude Law e la fantastica fotografia di Vittorio Storaro su una città che da sempre è stata una delle muse ispiratrici del regista (ricordate l'esordio di Manhattan?: “New York era la sua città, e lo sarebbe sempre stata”).
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Riportiamo qui sotto il trailer di Rifkin’s Festival, quarantanovesimo e ultimissimo film scritto e diretto da Allen, appena presentato in anteprima mondiale al Festival di San Sebastian. “La vita è come un film: talvolta è una commedia, talvolta un dramma o un romanzo, ma soprattutto è un mistero”. Allen lavora ormai al ritmo di un film all’anno, nella ricerca quasi ossessiva del grande capolavoro ancora da scrivere.
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Il poster di Rifkin’s Festival è stato disegnato dall’illustratore spagnolo Jordi Labanda.
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Tutti abbiamo nel cassetto una classifica dei nostri film preferiti di Allen, nel mio c’è Manhattan, e in particolare, la scena finale in cui Woody, sdraiato sul divano, registra come idea per un racconto un elenco delle cose per cui vale la pena vivere, e cita, fra gli altri, Groucho Marx, vera icona della sua formazione comica, Joe di Maggio, Mozart, Louis Armstrong, i film svedesi, Marlon Brando, Frank Sinatra, Cézanne, il viso di Tracy…
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Del resto, che senso avrebbe la vita senza la natura, l’armonia in famiglia, una biblioteca ricca e sempre aggiornata…? Siamo sempre, ansiosamente, curiosi di conoscere le vostre opinioni in merito!
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love-nessuno · 6 years ago
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---QUESTO PICCOLO GRANDE MONDO IPOCRITA--- BOY ERASED (vite cancellate) SODOMA (Un'inchiesta capace di riscrivere la storia della Chiesa) Due titoli che racchiudono una verità allucinante che ancora non vogliamo vedere. In queste due settimane di ferie mi ero ripromesso di fare due cose; leggere il libro di Frédéric Martel SODOMA, e vedere il film su una storia vera BOY ERASED (vite cancellate) del regista Joel Edgerton. Parto da quest'ultimo; questo film che tratta una storia vera, ha il grande pregio e merito di svelare e farci entrare in un mondo fatto di ipocrisia e pregiudizio dove si pensa che un "essere umano" possa essere “modificato”, partendo dal presupposto che il suo “essere” sia derivato da un modo, un atteggiamento, oppure una scelta. Benvenuti nel mondo delle terapie di “conversione”o “riparative”; centri tutt'ora operativi, in numerose località statunitensi (ben 700.000 persone sono state coinvolte in queste aberranti pratiche, che niente hanno di scientifico, ma rette solo da un falso retaggio religioso). Jared è un diciottenne, figlio di un pastore battista (Russell Crowe) e di una madre devota (Nicole Kidman) , perfettamente integrato in un tessuto rispettoso di sani ed integerrimi valori americani. Basta poco però, per rischiare di venire emarginato da tutto questo, in primis dalla famiglia, poi dalla comunità, infine dalla chiesa stessa. Basta rivelare di sentirsi attratto dagli uomini. Ma Jared non ha nulla da temere, sta a lui scegliere se davvero vuole “cambiare” e continuare ad essere amato e rispettato; per questo le porte del centro “Love in Action”, programma “Rifugio” sono aperte.(naturalmente pagando somme ingenti.) Ecco Boy Erased, il film manifesto di un percorso doloroso, inumano, traumatico, che molte volte ha causato suicidi, e che al tempo stesso è stato capace di portare alla consapevolezza e alla propria autodeterminazione. Ed è un percorso che il film interpretando questa storia vera, sottolinea in maniera perfetta, oserei dire consolatoria, con tanto di “poster” finale a suggellarne il buon esito. Jared abbandonerà questo “covo di matti”, andrà a vivere a New York con il suo compagno e vivrà in modo sereno la sua “vera vita” con successo. “Il pregiudizio, sia che tu lo eserciti o che ne sia vittima, danneggia sempre tutti” E veniamo a Sodoma, il libro inchiesta, del famoso scrittore e giornalista sociologo, Frédéric Martel, uscito da poco in contemporanea e tradotto in otto lingue, in una ventina di Stati, oltre all' Italia e Francia, dal Regno Unito agli Stati Uniti, dall'Australia al sud America, dalla Polonia alla Spagna ai Paesi bassi e altri ancora. Una indagine capillare svolta con novizia di particolari e fatti, tutti raccontati dai diretti interessati e che getta su questa istituzione ombre, misfatti e peccati mortali. Se da un lato la chiesa vorrebbe “curare” gli omosessuali, dall'altro scopriamo con questa inchiesta, se ancora ce ne fosse bisogno, una cruda ma reale verità. La chiesa con i suoi rappresentanti, preti, arcipreti, vescovi, arcivescovi, cardinali e papi; è l'essere fondamento, l'essenza, la natura, la realtà, la sostanza più vera dell'omosessualità. Ricordate quando si parlava di lobby gay all'interno del Vaticano? E le preoccupazioni del Papa? Ebbene non esiste solo una lobby gay in vaticano, ma esiste una quasi totalità di comunità di chiesa gay. Impedire l'ingresso ai seminari alle persone gay, non significa solo diminuire i casi di vocazione sacerdotale, ma svuotare e chiudere completamente le chiese. Cinquecento55 pagine che si basano su un gran numero di fonti reali. Durante gli oltre quattro anni di inchieste sul campo, sono state intervistate quasi 1500 persone in Vaticano e in trenta paesi diversi, tra questi figurano 41 cardinali, 52 vescovi e monsignori, 45 nunzi apostolici e ambasciatori stranieri e oltre 200 sacerdoti e seminaristi, tutti contrassegnati con nome e cognome. Tutte queste interviste, sono state realizzate sul campo di persona e registrate con l'aiuto di 80 “researchers”, corrispondenti, consulenti, mediatori e traduttori impegnati per svolgere al meglio le ricerche necessarie per il libro, Tutto questo per dire che niente è inventato o creato ad arte per screditare la chiesa. La chiesa si è screditata da sola. Perché coloro che tacevano ora hanno accettato di parlare. C'è un segreto in Vaticano che non può più essere ignorato. Dall'uscita di questo libro, stranamente, ma anche molto sospetto, la stampa e le televisioni non ne parlano; perché farlo significherebbe far crollare quella diga di falsità e ipocrisia che ancora con fatica continua a reggere. Francesco anche con il suo Motu Proprio, la sua ultima legge n. 297, non intende più chiudere gli occhi; troppi sono i casi di abusi sessuali che si contano ormai a migliaia, anzi a decine di migliaia, in tutto il mondo e sono un vero e proprio morbo per la chiesa cattolica. Ogni settimana vengono presentate nuove denunce, vengono accusati o incolpati vescovi, ci sono sacerdoti condannati e si susseguono gli scandali. In oltre l'80% dei casi si tratta di abusi omosessuali. Non è più possibile per Francesco, mettere la testa sotto la sabbia e tenere la linea di Giovanni Paolo II e dei suoi bracci destri, Angelo Sodano e Stanislaw Dziwisz ; ne mostrare indulgenza come faceva Benedetto XVI e dal cardinale Tarcisio Bertone. E' ormai assodato che le dimissioni di Benedetto non sono certo causate da motivi di salute, ma ben più vicine a problemi derivanti dall'omosessualità. Mi ricorda molto le sue scarpette rosse. Nessuno è innocente, tutti sono colpevoli. La causa profonda degli abusi sessuali sta nella rigidità di facciata che nasconde una doppia vita, (celebrare messa al mattino e cercare qualche escort in piazza dei cinquecento a Roma o nel resto dei “batuage” del mondo la sera) , e anche nel celibato dei sacerdoti. Dietro la maggior parte dei casi di abuso sessuale, ci sono sacerdoti o vescovi che hanno protetto gli aggressori a causa della propria omosessualità e per timore che questa possa essere rivelata in caso di scandalo o processo. La cultura del segreto (fai ma non dire nulla) era necessaria per mantenere il silenzio sulla forte presenza di omosessualità nella chiesa e ha permesso di nascondere gli abusi sessuali e ai carnefici di agire. Il Papa è convinto che la vicenda sia solo all'inizio, la chiesa è una torre di Pisa che minaccia di crollare o come il Titanic che affonda mentre l'orchestra continua a suonare. E' necessario cambiare tutto, se non si vuole rischiare di voler far scomparire una religione. All'interno del Vaticano esiste una macchina da guerra contro l'omosessualità, chiamata “La congregazione della fede”, a lungo chiamato “ Sant' Uffizio” incaricato della tristemente celebre “Inquisizione” e del suo famoso “Indice” (l'elenco di tutti i libri censurati e proibiti). Questo ministero del Vaticano continua ancora oggi a fissare la dottrina e definire il bene e il male. Tra i venti cardinali che attualmente figurano nell'organigramma della congregazione della dottrina della fede, una dozzina sono omosessuali “praticanti”, almeno cinque vivono con un ragazzo, tre fanno regolarmente ricorso a prostituzione di sesso maschile. Quindi, la congregazione è un caso clinico interessante, ed è il cuore dell'ipocrisia vaticana; essendo in gran parte omosessuale, questo clero impone l'odio verso gli omosessuali, ovvero l'odio di se stessi, con un atto di disperato masochismo. Questo interessante, anche se molto impegnativo libro, l'ho letto con grande passione, molta curiosità, ma altrettanta sofferenza; e alla fine ne devo dedurre che tutto quello che ho appreso, dalle confessioni di verità, alle dichiarazioni, misfatti, crimini e omissioni, mi hanno colpito molto, e in molti casi fatto provare un senso di schifo, di indignazione, di pena. Da omosessuale, il loro comportamento mi ferisce, perché dipingono l'omosessualità come il peccato, la volgarità, l'essere contro natura; moralmente disonesto. Come quel mantra che predicavano al congresso della famiglia di Verona “figli di Satana.” Loro sono tutto fuorché “moralmente onesti”; se volevano essere liberi di vivere la propria omosessualità con onestà e coerenza dovevano cercarsi un' altro lavoro e vivere con naturalezza per se stessi e nei confronti degli altri. La loro azione di mistificazione, inganno, montatura, truffa, ha causato e causa tutt'ora sofferenza e morte in tanti paesi del mondo dove per causa del fanatismo religioso le persone vengono discriminate e anche uccise. La superbia, la supponenza, di tanti cardinali e vescovi, è sconcertante. La loro vita da nababbi pieni di ricchezza in appartamenti di 900 metri quadrati e macchine di lusso, meriterebbe i strali di un Dio che loro vorrebbero misericordioso e buono, ma che a loro dovrebbe riservare le pene più infime dell'inferno. Il potere economico, all'interno della chiesa è più feroce e crudele del più malvagio degli assassini. E qui come non potrei infilarci il nome dell'arcivescovo americano Marcinkus, omosessuale attestato con un debole per le guardie svizzere e poi con una relazione con un sacerdote svizzero, ma questo sarebbe per questo prete il peccato minore; Famoso per essere il favorito di Giovanni Paolo II , nominato capo dello IOR, la famosa banca Vaticana che con lui ha conosciuto innumerevoli intrighi finanziari e spettacolari scandali. Accusato e incriminato di corruzione, e sospettato di aver fomentato assassinii compreso quello di Papa Giovanni Paolo I. Come ancora irrisolti appaiono, lasciando molte ombre e vergogne; l'omicidio della guardia svizzera Cédric Tornay del suo comandante e la moglie; anche in questo caso entra in gioco l'omosessualità. Altro mistero scandaloso, che meriterebbe finalmente la verità, il rapimento di Emanuela Orlandi. Il vaticano in quanto a segreti di stato, non è secondo a nessuno. Vorrei definire la chiesa non con parole mie, ma con quelle di un gesuita, padre Federico Lombardo, portavoce di due papi e cacciato dal gesuita Francesco: “l'obbedienza al papa è un valore assoluto, un valore che supera di gran lunga la verità. Quello che io vedo bianco, creda che sia nero se la chiesa gerarchica così stabilisce. La chiesa cattolica è certamente l'organizzazione che parla di più di verità, ha sempre questa parola in bocca. Brandisce costantemente la verità. Nel contempo è l'organizzazione che mente di più al mondo. Il “soldato” Lombardi è stato spesso costretto andare al fronte , incaricato di smentire e di difendere l'indifendibile ; un susseguirsi quasi ininterrotto di fallimenti, errori, scandali, affari e controversie. A differenza di altri però, lui è andato in pensione con grande umiltà e vive in una stanza spartana. A questo punto mi piacerebbe farvi una lunga lista di nomi di cardinali, vescovi e monsignori gay, dimenticavo papi; ma sarebbe interminabile e lunga da leggere; allora vi allego qualche dichiarazione simpatica, come quella di un arcivescovo gay della curia romana soprannominato “ La Paìva”che dice: “Lei sapeva che il papa è circondato da omosessuali?” Pensate quanto erano bellicosi in Vaticano; ai tempi del World Gay Pride tenutosi a Roma l'8 luglio 2000, i cardinali erano furiosi contro la sfilata gay, perché era stato loro rifiutato di parteciparvi con un carro. Simpatico poi quel cardinale polacco che chiamano “la vedova” da quando è morto papa Giovanni Paolo II, era il suo fedele e affidabile servitore. Un' altro simpatico cardinale in Vaticano viene chiamato Platinette, proprio come quella drag Italiana, e insieme ad un altro cardinale chiamato “la mongolfiera” per la sua arroganza e vanità, facevano parte di quella che potrebbe essere chiamata la prima “cerchia di lussuria” intorno a papa Giovanni Paolo II. Esistevano poi altre cerchie lussuriose che riunivano gli omosessuali “praticanti” a livelli gerarchici inferiori. I prelati eterosessuali erano e sono rari così come la castità era ancora più rara. Ecco una “perla” del cardinale Angelo Sodano, che dopo aver sempre difeso per principio i sacerdoti sospettati di abusi sessuali, dice “Dei non hominum est episcopos iudicare” (spetta a Dio, non agli uomini, giudicare i vescovi) Naturalmente sono solo pochi spunti, il libro ne racconta a migliaia; e per riassumere l'intera inchiesta posso dire: la misoginia del clero( atteggiamento di avversione e di repulsione da parte dell'uomo verso i rapporti sessuali con donne), la fine delle vocazioni sacerdotali, la cultura del silenzio in caso di abuso sessuale, le dimissioni di papa Benedetto, la guerra contro Francesco. Una rete smisurata di relazioni creatasi attorno alla vita intima dei sacerdoti, capace di sfruttarne le fragilità più profonde e di influenzare l'esercizio del potere della chiesa. Il volto nascosto della chiesa: un sistema costruito, dai seminari più piccoli alla curia romana, sulla doppia vita omosessuale e sull'omofobia più radicale. Più un prelato si mostra omofobo in pubblico, più è probabile che sia omosessuale in privato. La questione gay, naturalmente non spiega tutto, ma è una chiave decisiva per comprendere il vaticano e la sua posizione nella nostra società. Se si ignora questa dimensione relativa all'omosessualità, ci si priva di un elemento essenziale per decifrare gran parte dei fatti che hanno segnato la storia e la politica degli ultimi decenni. Dietro la rigidità c'è sempre qualcosa di nascosto, in tanti casi una doppia vita. Benvenuti in vaticano, una delle più grandi comunità omosessuali del mondo. “La Chiesa ha ammesso di aver commesso molti errori, solo che non vuole ammettere che sta continuando a farne.” Giovanni Corbanese
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celestica-1988 · 6 years ago
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Devi capirmi bene! La brama di potere, l'istinto di dominare sugli altri, specchiarsi nella loro umiliazione ed essere più grandi di loro non è innato nell'umanità e tantomeno nel singolo essere umano. Nei primi anni di vita il bambino vive in armonia con l'ambiente che lo circonda. Solo quando apprende la sottomissione dall'arroganza dei genitori e l'umiliazione dalla volontà egoistica degli adulti, il suo animo patisce quel danno irreversibile che causa la febbre malata chiamata volontà di potenza, ambizione, brama di vittoria e odio verso i simili. "E come capita al singolo individuo, così accade all'intera umanità. Lo stato originario dell'animo umano, l'età dell'oro degli antichi, il paradiso delle religioni era la sana forma nomade della convivenza umana. "Poi il primo padre s'impose sui figli deboli e li mise davanti all'aratro, appena inventato da un sommo, anche se nefasto genio tentatore. Ed ecco! Le gemme e i germogli del genere umano non furono più bambini, non più bambini della libera madre che, onorata come una santa, sceglieva il seme che la doveva fecondare. I bambini della madre erano diventati figli del padre, che durante i nove mesi della prova mistica non imparava ad amare una nuova vita più di sé stesso. ma che in un attimo di voglia aveva sprizzato la sua linfa vitale, dimenticata ben presto. La patria potestà, l'autorità stessa è qualcosa di innaturale, un principio di per sé nocivo. E' all'origine di tutti i delitti, le guerre, i misfatti, i crimini, gli odi e le maledizioni, così come la condizione di figli è all'origine di ogni paralizzante istinto di schiavitù: è la disgustosa carogna murata nella prima pietra di ogni costruzione statuale storica.
Il colpevole non è l’assassino, ma la vittima. Franz Werfel
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