#crema uomo
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pottonkang · 1 year ago
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OKADY OIL CONTROL ANTI ACNE WHITENING MEN SKIN CARE SET
Your boyfriend has greasy skin? Big pores and all that? Give him options if he wants to improve Opie volcanic rock men's skin care 3-piece set The porous structure of volcanic rocks has a steady adsorption force Absorb excess oil and clear pores Contains a variety of mineral ingredients to balance skin water oil Skin is clean, fresh and not shiny Box set Simple 3-piece Facial cleanser + Lotion More convenient to use, very good choice oh~
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s-a-f-e-w-o-r-d--2 · 2 months ago
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Mi sento in colpa... A volte penso che dovrei prestare più attenzione al peso... Che dovrei truccarmi di più... Dovrei prendere quella maschera per i capelli o quella crema effetto lifting che non ho mai osato prendere perché troppo costosa... Rifarmi il seno... Penso che dovrei diventare più bella... Dovrei essere più sexy... Che non sono abbastanza... Che forse è stata colpa mia... Non ho saputo legarlo abbastanza a me... Perché non ero abbastanza... Poi rinsavisco... E penso che anche le magre vengono tradite... Anche quelle con il corpo perfetto che si ammazzano 3 ore ogni giorno in palestra vengono lasciate... Anche quelle sempre truccate da sembrare bambole vengono deluse... Anche quelle con i capelli morbidi come seta vengono ingannate... Anche quelle con il seno di marmo vengono abbandonate... Vale la pena impegnarsi tanto per un uomo? Vale la pena rinunciare a quel pasticcino o a quel piatto di pasta per una persona? Bella o brutta che tu sia... Non hai la garanzia di essere amata... Non l'avrai mai... Rilassati e vivi la vita... Ama te stessa per come sei... Chi vuole esserci, ci sarà sempre... Chi se ne vuole andare... Chi non vuole restare... Non resterà... Per quanti sforzi tu possa fare, se ne andrà o ti ingannerà... Fatti forza e amati per quello che sei... Impara ad allontanare chiunque non ti meriti... Chiunque non ti trovi perfetta esattamente come sei... E con tutta la forza che hai... Impara a chiuderli fuori dalla tua porta per sempre..
~ Virginia ~
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scritti-di-aliantis · 15 days ago
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Le labbra di una donna sulla pelle di un uomo sono certamente meno dolorose di un marchio a fuoco per il bestiame. Anzi: sono portatrici sane di libidine, del più puro dei piaceri e recano grande sollievo. Però fanno più male del marchio, quando ti si negano. Non c'è crema lenitiva o antibiotica che guarisca il dolore della mancanza di un bacio.
"Nessuna misura del tempo deve essere trascorsa lontano dalle mie labbra." (Cit.)
Aliantis
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Il dottore
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Avevo un problemino proprio vicino all’ano. Un piccolo bubbone in rilievo che mi dava fastidio. Ero preoccupata e mi sono fatta vedere da mio marito, il quale mi ha detto: “boh... vai a fartelo controllare.” Non che la visione del mio culo completamente aperto lo entusiasmasse eccessivamente. Ho scoperto infatti solo dopo essere sposati che la sua eccessiva affettatezza, i suoi modi gentili che tanto mi avevano affascinato sulle prime erano solo dovuti al fatto che lui si sente… più donna di me! Non mi si accosta praticamente mai. Abbiamo fatto l’amore forse tre volte, in due anni di matrimonio.
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In viaggio di nozze, sulla nave andava dietro ai camerieri. Io l’ho sposato un po’ perché comunque mi piaceva e un po’ perché volevo uscire da una mia situazione familiare di estrema indigenza. E poi ero stata abbagliata dall’idea di andare a vivere finalmente lontano da casa, con un uomo e in una grande città, direttamente in una casa di nostra proprietà. I suoi genitori infatti lo hanno forzato a sposarsi per la facciata e in cambio lui ha ottenuto di gestire in autonomia uno dei negozi della loro catena che tratta scarpe da uomo e donna di alta classe, appunto nella nuova regione e a ben 300 km dalla nostra città d'origine.
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E lui è anche molto bravo: con le donne parla di trucchi e vestiti; spettegola, le consiglia e intanto vende. Quanto vende: guadagna bene! All’inizio pensavo: “questo qui lo cambierò io. Il mio amore basterà per entrambi.” Macché! Comunque sono andata dal dottore che mi hanno consigliato i vicini: un dermatologo molto bravo, con studio a due isolati da casa. Come sono entrata, ultima paziente della giornata, l’ho visto e sono arrossita: un bellissimo uomo brizzolato sui quaranta e molto atletico, con un filo di barba e due occhi azzurri incorniciati da occhiali d’osso.
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Mi ha esaminata in modo discreto da capo a piedi e ha poi posato lo sguardo per un secondo sulla fede che porto alla mano sinistra. Gli ho accennato del mio problema e lui mi ha messa subito a mio agio: “non si preoccupi signora; ora vediamo. Si sdrai sul lettino a pancia sotto e si spogli.” Ha preso la lente luminosa e un paio di attrezzi per esaminare da vicino la zona. Per fortuna ha concluso trattarsi di un semplice pelo incarnato, che comportava comunque un inizio di infezione, con conseguente indolenzimento e arrossamento di tutta la zona anale.
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Andava assolutamente curato e non trascurato. “Adesso applicherò un po’ di questa crema antibiotica, e la cura dovrà proseguire per una quindicina di giorni.” Prese il tubetto, mise un guanto di lattice, se ne spalmò un po’ sul dito e prese a massaggiare sul brufolo e attorno al mio ano. Non so quanto inavvertitamente, mentre mi massaggiava la punta del suo indice per un secondo scivolò al centro esatto dell’ano, che immediatamente si aprì ad accoglierlo, mentre mi scappava un sommesso “oooh…” e il mio bacino si alzava.
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Non potei proprio controllarmi: a ventotto anni una donna ha le sue risposte automatiche agli stimoli. E diventai rossa come un peperone. Lui fece finta di nulla. Poi applicò un cerotto conformato in maniera opportuna, sì che coprisse il bubbone ma non ostacolasse la funzionalità dell’ano. Ovviamente durante la notte o andando in bagno e lavandomi, il cerotto sarebbe saltato. Da rimettere comunque ogni mattina.
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"Si rivesta, signora io intanto le scrivo la ricetta. Nome, cognome, indirizzo e tessera sanitaria… ah, vedo che vive qui vicino…"
"Si, ci siamo trasferiti appena sposati, circa due anni fa. Non conosciamo molte persone."
Mi diede la ricetta, un paio di cerotti, mi disse appunto quali dovevo comperare in farmacia assieme alla crema e mi scrutò a lungo. Io abbassai lo sguardo: era proprio un bellissimo pezzo di manzo. Iniziarono a tremarmi le gambe.
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"Devi applicare la crema e farti la medicazione spesso, perché la parte deve rimanere sempre ben medicata e umida, Angela. Posso chiamarti così, visto che siamo ormai… amici abbastanza intimi?"
E lo disse con un sorriso da vero assassino. Diventai più rossa di un semaforo e gli dissi:
"Certo dottore! Spero di poter fare un buon lavoro, da sola!"
Al che lui replicò:
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"Innanzitutto chiamami Luca e poi domani è sabato; io di sabato non lavoro. Mi alzo un po’ più tardi e vado a fare Crossfit di mattina e Karate di pomeriggio. Sono separato da anni e quindi sono sempre solo. Se ti va, puoi venire qui a studio per le nove; posso medicarti io, non mi costa niente. Anzi: mi fa piacere rivederti. E i giorni a seguire puoi venire prima che apra bottega, attorno alle otto… corsia preferenziale, per te…"
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Avevo la salivazione azzerata: non ci potevo credere. Un maschio maturo, poco sopra la quarantina e bello come un dio greco si interessava a me e mi stava palesemente facendo la corte! L’indomani mattina, calze autoreggenti, gonna di georgette e tanga microscopico, alle nove in punto entrai nello studio. Mi accolse con un sorriso. Era in tuta leggera e aderente. Si intuiva un fisico scolpito. Non mi fece accomodare sul lettino; siccome lo studio era deserto, mi fece mettere con la pancia a cavallo del bracciolo del divano in sala d’aspetto, perché gli avrebbe consentito un miglior spazio di manovra. Scesi le mutandine, sollevai la gonna e mi misi col culo all’insù e le natiche ben divaricate.
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Mi scusai del cerotto vecchio ovviamente saltato, perché avevo cercato di non bagnarlo mentre mi lavavo e di non sporcarlo, ma… Mi disse di non preoccuparmi e iniziò a spalmarmi l’unguento. Stavolta indugiò un po’ più a lungo, visto che non opponevo resistenza e anzi iniziavo ad assecondare il suo tocco e a mugolare, ben rilassata e a occhi socchiusi. D’un tratto, visto che mi stavo palesemente offrendo a lui, allargando le natiche con le mie mani e alzando il bacino verso il suo viso senza una vera necessità, si decise e mi infilò lentamente tutto l’indice, dicendo: “ora mettiamo un po’ di unguento anche dentro, per precauzione.”
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Come introdusse il dito e iniziò a muoverlo, io cominciai a sollevare e abbassare le anche, agevolandolo e mugolando palesemente di piacere. Prese coraggio e infilò anche il medio. Io ormai gli dicevo direttamente “siiiii.” Si fermò un attimo e io fui convinta di aver forse fatto una gaffe… invece s’era sceso con gesto rapidissimo i pantaloni della tuta e ormai sentivo la cappella del suo cazzo dapprima puntare il mio buchino e poi entrare lentamente. Non ero stata scopata spesso, prima; figuriamoci inculata! Mi faceva male e gridai: “Ahia…” e lui disse: “Vuoi che lo tolga?” mi venne di getto un “Nooooo… cazzo noooo! Perdonami, ma sono stufa di non essere trattata come una donna: sfondami questo cazzo di culo e strapazzami, maltrattami. Sii semplicemente il meraviglioso maschio che sei…”
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Restò un attimo interdetto e allora, sempre con il suo cazzo a metà strada nel mio culo, mi calmai e gli spiegai che mio marito non era interessato all’argomento e che lui quindi avrebbe potuto scoparsi come voleva questa ragazza di nemmeno trent’anni. Mi inculò per venti minuti buoni e venne dentro di me. Poi, sempre sul divano, gli salii sopra, me lo mangiai letteralmente. In pratica scopammo per tutta la mattinata. Fanculo il Crossfit e il Karate.
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Questa cosa fece un gran bene al mio matrimonio: mio marito mi dava tutto il denaro che mi serviva, purché non interferissi con la sua vita sessuale privata e non gli rompessi le palle e il mio dottore mi riempiva di quello che lui non poteva darmi. Molto discretamente, spesso andavo da lui anche dopo cena, nel totale disinteresse del mio coniuge. Diventai la sua donna di fatto e grazie a lui finalmente diedi due nipotini ai nonni, che avevano aspettato tanto a lungo!!!
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RDA
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greenbor · 2 months ago
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Riflessione di https://www.tumblr.com/s-a-f-e-w-o-r-d--2
Mi sento in colpa... A volte penso che dovrei prestare più attenzione al peso... Che dovrei truccarmi di più... Dovrei prendere quella maschera per i capelli o quella crema effetto lifting che non ho mai osato prendere perché troppo costosa... Rifarmi il seno... Penso che dovrei diventare più bella... Dovrei essere più sexy... Che non sono abbastanza... Che forse è stata colpa mia... Non ho saputo legarlo abbastanza a me... Perché non ero abbastanza... Poi rinsavisco... E penso che anche le magre vengono tradite... Anche quelle con il corpo perfetto che si ammazzano 3 ore ogni giorno in palestra vengono lasciate... Anche quelle sempre truccate da sembrare bambole vengono deluse... Anche quelle con i capelli morbidi come seta vengono ingannate... Anche quelle con il seno di marmo vengono abbandonate... Vale la pena impegnarsi tanto per un uomo? Vale la pena rinunciare a quel pasticcino o a quel piatto di pasta per una persona? Bella o brutta che tu sia... Non hai la garanzia di essere amata... Non l'avrai mai... Rilassati e vivi la vita... Ama te stessa per come sei... Chi vuole esserci, ci sarà sempre... Chi se ne vuole andare... Chi non vuole restare... Non resterà... Per quanti sforzi tu possa fare, se ne andrà o ti ingannerà... Fatti forza e amati per quello che sei... Impara ad allontanare chiunque non ti meriti... Chiunque non ti trovi perfetta esattamente come sei... E con tutta la forza che hai... Impara a chiuderli fuori dalla tua porta per sempre..
~ Virginia ~
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libero-de-mente · 4 months ago
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Le cicatrici dell'anima
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Mi guardo allo specchio. L’immagine riflessa è quella di un uomo senza età ma stanco, con gli occhi spenti e la consapevolezza che nella vita si è legato a sogni o legami che ha perso. Allontanandosi da essi, venendo allontanato.
Le cicatrici, quelle visibili sulla pelle, non sono molte e neanche un granché. L'unica che chiunque possa notare è quella sotto l'occhio destro. Un monito, un promemoria di come sarebbe potuta andare peggio. Pensandoci non tutti la notano, solo chi ha avuto davvero attenzione per me.
Ma le cicatrici più profonde, quelle dell’anima, sono invisibili agli occhi degli altri. Anche queste notate da pochi, solo da coloro che hanno scrutato nella mia anima. E non parlo di quelli a pagamento.
Mi siedo sul bordo della vasca da bagno, accarezzo la pelle screpolata delle mani. Non mi sono mai voluto bene e questo lo si vede anche fisicamente. Un'esistenza priva di piaceri personali, come a punirmi e per non piacere agli altri. Un modo per sentirmi vivo solo in me stesso, con la fottuta paura dell'abbandono. Ma ora, avvolto nel silenzio degli anni passati, mi sento più solo che mai anche se in mezzo ad altri.
Ricordo l’infanzia, un tempo in cui il mondo era un luogo pieno di meraviglia e di possibilità. Di una madre che mi sorrideva a cui stavo sempre attaccato. Ma la vita, con la sua crudele ironia, mi ha costretto a non crescere in fretta. Per proteggermi da delle responsabilità che poi sono arrivate come uno tsunami.
Ho imparato a indossare una maschera, a nascondere le mie emozioni per paura di essere giudicato. Questa mattina proprio mia madre, in preda alla demenza senile mi ha maledetto. Sentendosi tradita, anche se non l'ho mai fatto e chi lo ha fatto davvero si è goduto i suoi anni migliori; lasciando a me una persona consumata dalla rabbia e dalla delusione.
Domani se ne sarà dimenticata e come sempre dirà che sono l'unica "cosa" che ha, non "figlio" ma una "cosa".
Mi sento come un re di un regno decadente, circondato dalle rovine del mio passato. I miei pensieri sono complessi, come tessere di un puzzle che vanno completati. La neurodivergenza mi porta ad avere un cervello senza interruttore, che macina chilometri su chilometri come una vecchia locomotiva nel Far West.
Ho sempre avuto l'ansia di deludere le persone che ho amato, di far loro del male. Eppure, nonostante i miei sforzi, ho commesso degli errori facendomi fraintendere e perdendo chi ho desiderato più della mia stessa vita.
“Cosa sono diventato?”, mi chiedo spesso. Una vittima? Un impostore? Un semplice spettatore della mia vita?
Chiudo spesso i miei occhi, anche ora, cercando di immaginare un futuro diverso, un luogo lontano da tutto questo dolore. Un luogo dove poter ricominciare da capo, dove poter essere me stesso senza paura. Ma una notifica mi riporta con i piedi per terra.
Ci sono momenti, però, in cui capisco che la serenità non è una meta da raggiungere, ma un percorso da intraprendere. Che devo imparare ad accettare me stesso, con i miei difetti e le mie fragilità. Dovo perdonare me stesso per i miei errori, prima che quelli degli altri, solo così posso ambire a un futuro migliore. Per quanto mi rimane.
Mi alzo dal bordo vasca e mi avvicino alla finestra. Osservo il cielo pieno di nuvole cariche di acqua, sento il rumore della pioggia che come sempre mi crea una sensazione di pace.
Forse è proprio da queste piccole cose che si inizia a guarire, ora mi metterò della crema sulle mani screpolate. Devo guarire dai dolori che mantengo perché mi legano ancora a qualcuno che non ho rinunciato ad amare. Un dolore che mi porto dentro.
Perché nulla dev'essere per sempre, neanche il dolore.
Immagine: “La Riproduzione Vietata” di René Magritte Nei miei auricolari: Johnny Cash - Hurt 🎶
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florautieri · 5 months ago
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Ho assistito oggi annichilita ad una scena alla cassa del supermercato di una coppia giovane dove la ragazza aveva aggiunto alla spesa una crema viso… e lui non le ha permesso di comprarla togliendola dal nastro in malo modo e sgridandola l’ha mortificata davanti a tutti tanto che per un attimo ho addirittura pensato fosse la figlia non la sua ragazza!
Io e la cassiera e anche altra gente siamo rimasti muti e imbarazzati per lei … e uscendo ho subito pensato alla sudditanza di questa giovane donna🤦‍♀️
Siate indipendenti…siate libere!
Mi e’ venuta in mente quella citazione di Michel Reid
Cara donna, a volte capiterà di essere
troppo donna
troppo intelligente
troppo bella
troppo forte
sempre troppo qualcosa
Questo fa sentire un uomo meno uomo,e tu comincerai ad avvertire il bisogno di essere meno donna!
L’errore più grande che puoi fare è togliere i gioielli della tua CORONA perché un uomo possa reggerla con più facilità.
Quando ciò accade bisogna che tu capisca che quello che ti serve non è una corona più piccola, ma un uomo dalle mani più grandi!
Ecco pensateci...
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g-l-o-r-i-a-a-a · 1 year ago
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Caro Babbo, ci ho pensato.
Non voglio essere una di quelle donne da borsa Louis Vuitton.
Scarpe Hogan.
Cintura Gucci.
E nemmeno da bracciale Pandora.
Ma non sono neanche una da pentola a vapore o stirella.
O da crema antirughe.
Nemmeno da foglioline. Che quelle mi sembrano un nuovo inganno.
E non me ne vogliano le donne. Le altre quelle che si farebbero in quattro per una di queste cose.
Ma io desidero uguaglianza di pensiero.
E che tu riesca a scacciare i miei sensi di colpa una volta per tutte.
Vorrei del tempo per me. E che quel tempo non mi sembri rubato.
Desidero riconoscenza. Sì, riconoscenza. Non essere scontata insomma.
E non mi frega più la storia dell’anello. Che quello brilla e basta. E solo le cretine ormai fanno Oh! con la bocca spalancata.
A me incanta un uomo su cui contare e per cui conto. Senza riti. Salamelecchi e contorno.
A me piace il dolce. Quello che assaggio dal mio compagno perché sono a dieta sempre.
Desidero una parola regalata una sera in cui sono ubriaca d’amore.
Desidero calzini puliti nel cassetto giusto.
Chi arriva prima prepara la cena. Neanche a dirlo.
Desidero un posto in cui nascondermi quando non ne posso più. Che sia solo mio. In cui nessuno possa entrare. Proprio nessuno. In cui posso perdermi e ritrovarmi e poi perdermi ancora, sai Babbo Natale, noi donne siamo impossibili, spesso facciamo tutto da sole.
Voglio silenzio, e ballare a piedi nudi. Che i tacchi li hanno solo le fighe.
Portare le rughe al meglio che posso.
Desidero che non mi porti un vestito taglia 38, ma uno taglia 50 così mi posso sentire magra, magrissima.
Vorrei coraggio da vendere per sentirmi forte quando sono fragile.
Vorrei svegliarmi con un po’ di trucco che non sbavi dopo cinque secondi.
Uno specchio magico che inventi gli addominali anche su di me.
Una borsa piccola ma che sia grande che contenga tutto. Emozioni. Pianti. Paure. Salviette. Fazzoletti. Buon umore.
Caro Babbo Natale, avrei un’ultima richiesta da farti.
Forse la più importante.
Vorrei per ogni donna sulla terra uomini capaci di essere tali.
Che non picchino.
Che non demandino.
Che non opprimano.
Che non violentino.
Che non ci rubino la vita.
Lo so, hai molto lavoro da fare, ma noi abbiamo un’esistenza e una sola.
Non possiamo tanto girarci in giro.
Le donne muoiono davvero. A volte dentro e restano vive.
Nessun regalo stantio per noi.
Buttali nel cesso.
Regalali alla matrigna di Cenerentola.
Alla strega cattiva.
Al mago di Oz.
Ma non a noi.
Noi meritiamo di più di un bracciale o un anello che luccica.
Meritiamo di più. Le stesse opportunità dei nostri uomini.
Una vita che sappia d’amore e di rispetto. E che sia per sempre.
Quella sì che luccica, e sa di meraviglia.
Cit.
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smokingago · 2 years ago
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La mia famiglia mi ha insegnato
che non importa che lavoro si faccia,
se è un lavoro giusto
allora è degno del massimo rispetto,
non importa la divisa
né la mansione
né il ruolo
che rientrare a casa sporco di grasso, di olio,
di crema pasticcera, di inchiostro
o con la camicia ancora immacolata
deve fare differenza solo alla lavatrice,
e mai a un uomo
la mia famiglia mi ha insegnato
che più dell'orario
più del turno di notte
anche più del doppio turno
perfino dello stipendio,
più di tutto conta
stare in pace con se stessi
durante la pausa pranzo
vengo da una famiglia di bocca buona
ma di umili portate,
dove l'idea di ricchezza
non è mai stata nell'orologio
ma nel non perdere tempo,
non nella macchina
ma nel saper dove andare
non nella bottiglia pregiata
ma nell'aver qualcuno con cui brindare
vengo da dove il pane in tavola
non è mai avanzato
ma è sempre stato onesto.
Gio Evan
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3nding · 2 years ago
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A Roma, gira che ti rigira, quartiere che vai usanza che ritrovi, i tipi di bar che puoi incontrare sono fondamentalmente quattro, vediamone due:
Il Bar dei Cinesi: Senza nome, situato in zone semi periferiche, è il simbolo di quartieri come Tor Pignattara, Quadraro, Tuscolano. Tendenzialmente non è davvero gestito da cinesi, o comunque non sempre. I gestori possono essere bengalesi, pakistani, moldavi, rumeni: per il circondario cresciuto a pane e critica neocoloniale il solo fatto di non avere un italiano al bancone lo renderà comunque automaticamente “er bar dei cinesi”. Il caffè è sempre bruciato, il Book of Ra ha i tasti consumati, le sambuche cominciano ad essere servite intorno alle 9:20 del mattino e il parco avventori è costituito da un melting pot di 40-50enni che farebbero la felicità di Daniel Pennac. Ai tavoli del Bar dei Cinesi, in un qualunque martedì mattina, è infatti possibile ascoltare insulti a cristo e catcallate potenti in almeno 12 lingue differenti.
Il Bar Italiano Anonimo: Si chiama Gecko Bar, Bar 2000, Bar Incontro, Bar Sport o una combinazione dei precedenti. A volte spiazza il pubblico con un misterioso nome tipo “l’Elefante”. Si trova ovunque, dalle piazze di Roma centro fino ai vicoli di Ostia. Interni bianchi, neon, televisore acceso fisso sulle tv delle radio che mandano in diretta i deejay che parlano (format misterioso). Serve il peggior caffè che l’essere umano abbia mai concepito, ma lo propone in versioni dal prezzo ingiustificatamente maggiorato tipo “nocciolino”, “crema pistacchiella”, “coattello”. Chi ci lavora non è MAI chi lo gestisce, e i banconisti hanno un turnover rate più asfissiante di quello che si trova in consulenza. Non ha clientela fissa ma è amatissimo dalle forze dell’ordine, che incoraggiano la popolazione locale all’uso di mezzi di circolazione alternativi all’auto bloccando con la volante l'intera carreggiata
Il Bar col Cognome Plurale: Appannaggio e quasi essenza spirituale, a volte proprio zeitgeist, dei primi municipi (in ognuno ce n’è uno, secondo gli avventori sempre il migliore bar di Roma), questo tipo di esercizio gioca sull’inconscio, sul non detto ma sull’evocato. Per esempio: da quanto è aperto? Nessuno lo sa, tutti lo ricordano presente nelle loro vite da sempre. Ti ci portava nonno a prendere il cucciolone, ma a sua volta tua madre ti racconta che ce la portava sua nonna a prendere il mottarello e così via in una catena infinita di avi sempre più remoti e gelati sempre più sconosciuti (il tuo trisavolo ci portava la tua bisnonna a prendere una Gran Coppa Mazzini al Maraschino). Al bancone hanno livrea e cappellino e sono sempre nervosissimi, come fossero nel pieno di un servizio da Marchesi. Dietro alla cassa spicca una pagina di quotidiano incorniciata su cui un cronista locale, in cambio dello stralcio di un conto lunghissimo mai saldato, ha decantato a tre colonne storicità e clientela vip del locale (è il preferito di Lino Banfi). La qualità è effettivamente alta, ma non tanto da giustificare prezzi, file per lo scontrino (in cui ci si trova a sgomitare con le creature più grottescamente stronze che l’urbe abbia mai partorito) e l’insistente namedropping che ne fanno i romani nei loro discorsi per ostentare uno stile di vita da generone orbitante in area vip. Non battono uno scontrino dall’83. Il Bar dei Vecchi: Ha direttamente il nome proprio, tutt’uno tra esercizio e proprietario, tra macchina e uomo: Bar Nello, Bar Franca, Bar da Pino, Al Bar da Vittorio e così via. Sempre più raro, lo trovi in luoghi assurdi, a volte incassato ai bordi di una consolare tra sprawl urbanistici fuori controllo come la casa del vecchio di Up!, ultimo baluardo di un’epoca in cui ci si rifugiava al bar per leggere i giornali sul pozzetto dei gelati, per telefonare coi gettoni o per sfuggire alle responsabilità domestico-familiari. Al bancone c’è un anziano segnatissimo, coi baffi se maschio o coi capelli corti e la parannanza se femmina, con le rughe che me c’è voluta na vita pe fammele veni’ come la Magnani e allenatissimo a dirti, col tono più cinico del mondo, che l’articolo che hai richiesto è terminato. “Un magnum grazie” “n c’avemo”, “una coca grazie” “n c’avemo”, “un tramezzino” “n c’avemo”. In pratica al Bar dei Vecchi puoi prendere tre cose: caffè&cornetto, freddolone alla menta e rigorosamente UN articolo assurdo e casuale che varia da bar a bar. Solero shots rimasto in frigo dal 2003, wackos al formaggio e cipolla, Kinder merendero, coppa malù. Sul cartello di lamiera dei gelati algida c’è una croce lapidaria su ogni prezzo, e ad ogni ora di ogni giorno, non importa quando entrerai, mattina pomeriggio o sera troverai sempre la nipotina del titolare a un tavolo in fondo che fa i compiti sotto a uno specchio promozionale coca-cola del 67. - via fb
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dandyshoecare · 1 year ago
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Dandy Shoe Care - Pronti Via!
Spero che abbiate già letto la descrizione completa di questo servizio di Dandy Shoe Care nel post precedente.  Adesso proviamo a vedere a chi è indirizzato. È stato sviluppato per gentiluomini che desiderano di avere le scarpe sempre pulite e lucidate.  Facciamo un piccolo calcolo. Per la cura basica delle scarpe vi occorreranno: ⁃ tendiscarpe di forma e misura giusta. Costo medio 25€ ⁃ Una lotion per togliere lo sporco e per nutrire la pelle. Costo medio 20€ ⁃ Pezze di stoffa: Lino, cotone e lana. Qui potete arrangiarvi utilizzando le vecchie magliette o altro, senza spendere nulla.  ⁃ Crema per rinfrescare il colore e per dare elasticità alla pelle. Costo medio 15€ ⁃ Lucido per le scarpe( wax) per la finitura. Costo medio 15€ ⁃ Una spazzola per la pulizia in pelo di maiale o di cavallo. Costo medio 35€ ⁃ Una spazzola in pelo fine di capra di montagna fatta a mano in Giappone da Edoya. Costo medio, se riuscite a trovarla 250€ ⁃ Totale 360€ ⁃ In più ci vuole tempo e capacità tecniche… Invece solo con 35€ avrete un paio di scarpe perfettamente curate , senza perdere il vostro prezioso tempo e risparmiando veramente tanto!  Il successo e la vera ricchezza di un uomo si percepisce da piccole cose; una di queste è la cura per il proprio guardaroba e per le proprie scarpe. Non trascurare questo importante aspetto! Diventa anche tu un cliente di Dandy Shoe Care! Risponderò personalmente qualsiasi vostra domanda. Potete contattarmi in qualsiasi momento tramite e-mail [email protected]
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#prontivia #alexandernurulaeff #dandyshoecare #newservice
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petalididonna · 2 years ago
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Caro Babbo, ci ho pensato.
Non voglio essere una di quelle donne da borsa Louis Vuitton.
Scarpe Hogan.
Cintura Gucci.
E nemmeno da bracciale Pandora.
Ma non sono neanche una da pentola a vapore o stirella.
O da crema antirughe.
Nemmeno da foglioline. Che quelle mi sembrano un nuovo inganno.
E non me ne vogliano le donne. Le altre quelle che si farebbero in quattro per una di queste cose.
Ma io desidero uguaglianza di pensiero.
E che tu riesca a scacciare i miei sensi di colpa una volta per tutte.
Vorrei del tempo per me. E che quel tempo non mi sembri rubato.
Desidero riconoscenza. Sì, riconoscenza. Non essere scontata insomma.
E non mi frega più la storia dell’anello. Che quello brilla e basta. E solo le cretine ormai fanno Oh! con la bocca spalancata.
A me incanta un uomo su cui contare e per cui conto. Senza riti. Salamelecchi e contorno.
A me piace il dolce. Quello che assaggio dal mio compagno perché sono a dieta sempre.
Desidero una parola regalata una sera in cui sono ubriaca d’amore.
Desidero calzini puliti nel cassetto giusto.
Chi arriva prima prepara la cena. Neanche a dirlo.
Desidero un posto in cui nascondermi quando non ne posso più. Che sia solo mio. In cui nessuno possa entrare. Proprio nessuno. In cui posso perdermi e ritrovarmi e poi perdermi ancora, sai Babbo Natale, noi donne siamo impossibili, spesso facciamo tutto da sole.
Desidero potermi dissolvere ogni tanto senza che qualcuno mi dica: ma tu sei la madre! Cazzo, lo so!
Voglio silenzio, e ballare a piedi nudi. Che i tacchi li hanno solo le fighe.
Portare le rughe al meglio che posso.
Desidero che non mi porti un vestito taglia 38, ma uno taglia 50 così mi posso sentire magra, magrissima.
Vorrei coraggio da vendere per sentirmi forte quando sono fragile.
Vorrei svegliarmi con un po’ di trucco che non sbavi dopo cinque secondi.
Uno specchio magico che inventi gli addominali anche su di me.
Una borsa piccola ma che sia grande che contenga tutto. Emozioni. Pianti. Paure. Salviette. Fazzoletti. Buon umore.
Caro Babbo Natale, avrei un’ultima richiesta da farti.
Forse la più importante.
Vorrei per ogni donna sulla terra uomini capaci di essere tali.
Che non picchino.
Che non demandino.
Che non opprimano.
Che non violentino.
Che non ci rubino la vita.
Lo so, hai molto lavoro da fare, ma noi abbiamo un’esistenza e una sola.
Non possiamo tanto girarci in giro.
Le donne muoiono davvero. A volte dentro e restano vive.
Nessun regalo stantio per noi.
Buttali nel cesso.
Regalali alla matrigna di Cenerentola.
Alla strega cattiva.
Al mago di Oz.
Ma non a noi.
Noi meritiamo di più di un bracciale o un anello che luccica.
Meritiamo di più. Le stesse opportunità dei nostri uomini.
Una vita che sappia d’amore e di rispetto. E che sia per sempre.
Quella sì che luccica, e sa di meraviglia.
__Cinzia Pennati©
#daleggere
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raccontidialiantis · 3 months ago
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Punizione adorata
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Ti basta un pretesto minimo, una mia sia pur piccola digressione o non scrupolosa osservanza della linea di condotta che tu hai stabilito per me, affinché tu mi comunichi in modo ufficiale che devi punirmi. Io al solo sentire le tue parole di disapprovazione nella nota vocale che mi spedisci già comincio a godere. E le conservo tutte, le tue note vocali: le riascolto spesso, per capire fino a che punto ti amo.
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Per me il fatto che le tue mani vogliano posarsi sulle mie natiche, seppur in modo irrispettoso, sfacciato, guascone e crudele, è un premio: personalmente lo considero un vero dono del cielo. Il dolore che mi fai provare schiaffeggiandomi è la tua implicita dichiarazione d'amore nei miei confronti. Castighi la mia carne, ma nutri il mio cuore. Sento che mentre lo fai mi desideri e che non puoi fare a meno di infliggermi sofferenza, che poi non è altro che amore in embrione.
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È il rito puntuale di ogni nostro sabato ed è da me agognato. Sogno tutta la settimana di farti godere e non vedo l'ora di sottomettermi a te. Mio marito è un uomo debole e in casa chi comanda e prende tutte le decisioni sono io. Ma proprio per questo ho un dannato bisogno di sentirmi dominata da un maschio vero. Voglio sentirmi profondamente donna. Ho bisogno di essere guidata, apprezzata ma anche castigata. Il motivo devi trovarlo tu ogni volta. Non ha una vera importanza. Voglio solo essere umiliata e maltrattata.
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Da qualcuno che abbia dei modi spicci e che quindi sappia come e quando rimettermi in riga. E tu sei molto bravo, intelligente, discreto, sensibile ma anche inflessibile. Ti adoro, per questo: sebbene tu sia di dieci anni più giovane di me. La santa punizione del mio corpo prelude invariabilmente al godimento del tuo. Quindi io, pur soffrendo fisicamente nel ricevere il duro trattamento, stringo i denti e sopporto.
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Verso certamente qualche lacrima di frustrazione, ma sono comunque massimamente felice per te. Senza eccessivi riguardi per la mia persona, a un certo punto del nostro appuntamento passi dalla sonora sculacciata ad amare brutalmente la mia carne di madre e moglie di un altro uomo; mi tratti male e mi adoperi per il tuo comodo.
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Quando poi hai fatto di tutto il mio corpo il tuo uso solito, allorché mi hai spremuta e hai lungamente goduto ovunque dentro di me, io sfinita e riempita del tuo seme, mi raggomitolo sazia e contenta sul tuo grembo. Me lo lasci fare, perché è un mio privato vezzo con te; sai che così mi sento protetta, amata.
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Accarezzo il tuo torace, poi il tuo inguine e mi beo del tuo odore forte di maschio. Ti lecco languidamente ovunque e assaporo il tuo gusto virile. Prendo in bocca il tuo uccello: avida, grata e lentamente lo slinguo, me lo succhio, ma senza fretta alcuna. Voglio che duri, questa assoluta, dolcissima, nostra intimità. Dio: che croce che sei per me! Una vera condanna, ma allo stesso tempo anche la mia unica, segreta, rovente passione.
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E riposo davvero solo così, col tuo uccello tra le labbra, per molto tempo: innocente nell'anima e maliziosa porca nella mia mente oscena di sposa fedifraga. Godo anche molto, nell'esserlo. L'amore vero è anche questo, tra noi. Prego affinché tu non ti stanchi mai di punirmi. E di desiderarmi, mentre amorevolmente spalmi la crema rinfrescante sul mio bellissimo culo di gran puttana, moglie di ancor più grande cornuto.
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RDA
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umi-no-onnanoko · 2 years ago
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Ieri sono giunta all'ultima pagina del quadernino dove, quasi quotidianamente, cercavo di trovare 10 cose che mi piacessero in modo da essere grata per queste cose/ persone ed al contempo per fare si, una volta finito il quadernino, di comprendere cosa ricorreva di più e quindi ciò che mi piace davvero rispetto a ciò che era passeggero.
Questo è il risultato, ovviamente ci sono anche altre cose che mi piacciono, ma ciò che è rimasto nel tempo (più di un annetto) sono queste cose:
L'inverno
Il nero
Il tiramisù
La pioggia
Il mare
Il blu
Scrivere, soprattutto a mano (lettere,testi, poesie, canzoni)
Disegnare
Le lasagne
Il thè (soprattutto il thè nero e quelli alla vaniglia e all'arancia e cannella della Twinnings)
Gli abbracci
Il rosa
I fiori di ciliegio
I soffioni
I baci sulla fronte
Cantare
Il colore Tiffany
Tutto ciò che è vintage
L'antiquariato
William Shakespeare
Il cappuccino (Con molta schiuma, quello solubile della Nescafé, o quello con la cannella)
Che mi vengano accarezzati i capelli
La musica (soprattutto da giradischi)
Halloween
Natale
Le arance
Le margherite
I profumi da uomo
La cannella
I palloncini
I baci perugina
Le pesche
Il vento estivo
Il limone
Il Giappone
Vienna
La sacher
Ballare
Il verde
Harry Potter
The Mentalist
I tacchi (anche se non so camminarci)
I tulipani
I bambini che ridono
Fare la spesa
I Queen
Tiziano Ferro
Sperimentare
I braccialetti con le conchiglie
I maglioni di lana
Gli ombrelli colorati
I bomboloni alla crema
Il lillà
Le ombre degli oggetti
Il rossetto rosso
Le borse in tela
I cartoni Disney
Death note
Demon slayer
Il ramen
Gli anni 50' e 80' della moda
Emma Watson
Le canzoni italiane "vecchie"
I delfini
I pop corn
Vedere i film al cinema
Andare a teatro
Cantare quando non c'è nessuno
Inventare nuove parole
Aiutare gli altri
Il bianco
L'odore della terra bagnata quando piove
I sottobicchiere in sughero
Le parigine
Stitch
I lecca lecca alla Coca-Cola
Le candele
Le luci di Natale
Suonare il pianoforte
Gli accordi di chitarra
L'odore della bigbabol alla fragola
Riordinare
Le uova di pasqua
I libri
Il viola
I capelli puliti
Il sapone alla melagrana
Essere gentile
Gli abbracci
Ascoltare gli altri e le loro storie
Guardare fuori dal finestrino
I messaggi inaspettati
I ti voglio bene
I croissant (alla crema, alla marmellata di arancia, al miele e nocciole o integrali vuoti)
Sognare
Le farfalle
I pettirossi
Le cinciallegre
I cannoli alla crema
Gli stivali in pelle
La pizza
La mozzarella in carrozza fatta in casa
Il succo di frutta all'albicocca
L'erba mossa dal vento
La neve
I cani
Le nocciole
Il bagnoschiuma al miele
I gatti (soprattutto quelli neri)
L'alba
I peluche
Leggere
Preparare dolci
Le tartarughe
La luna e le fasi lunari
Fare sorridere gli altri
Le mongolfiere
I toast fatti in casa
I colori della natura
Il rosso
I cereali con all'interno il cioccolato fondente
I fiori
I film dello studio ghibli ( in particolare il castello errante di howll)
I fiocchi per i capelli
La generosità
Le stelle
I grilli
Argo
Latte e cioccolato
La pasta al pesto
I conigli
La rugiada
La pasta al ragù
I biscotti al cioccolato
L'arcobaleno
L'indaco
Il giallo
Il succo di frutta alla mela
Le coccole
L'azzurro
I bagni caldi
Le patatine fritte
Gioielli a tema astronomia
Le nuvole
L'arancione
Van Gogh
Fare colazione al bar
Pranzare seduta sull'erba
Scoprire e provare nuove ricette
I panini al salame
Il corallo
Il giardinaggio
La coppa del nonno al caffè
Nightmare before Christmas
Il pain au chocolat
Lo zucchero filato
Passeggiare
Curiosare tra i libri nelle librerie
Fare regali
Organizzare sorprese
Il rispetto
Il dialogo
Gli anime e manga
Le caramelle ricoperte di zucchero
Conoscere nuove persone
Le conversazioni interessanti
I musei
La letteratura italiana e straniera
I Funko-pop
I post-it
Gli oggetti in resina
I balletti
Le conchiglie
La magia
Supernatural
Le ortensie
Le tazze in vetro minimal
Le civette/ i gufi
Le sfoglie al burro
I ghiaccioli alla pesca con pezzi di frutta
Le coccinelle
L'Egitto antico
Gli scarabei
I dolcetti in pasta di mandorle
Il piccolo principe
Le frittelle di mele
Parigi
Gli aquiloni
Il profumo di pino silvestre
Il modo in cui le persone camminano
Gli occhi (Soprattutto quelli verdi, grigi o così scuri da sembrare neri)
Camminare sotto la pioggia senza ombrello
Il rumore delle foglie secche sotto le suole delle scarpe
Condividere il mio tempo con chi merita
La storia dell'arte
Le mani
Il beige
L'odore dei libri
Le trecce
Le lentiggini
I capelli ricci nei ragazzi
Le foglie d'acero
Il gelato alla pesca e cocco (il mio preferito se artigianale)
Le fotografie
Gli abiti da sposa in stile princess
Il legno
I camini
La pallavolo
La F1
L'architettura gotica
La pasta al gorgonzola
Sailor Moon
I pic nic
I marshmallow
Gli anelli da uomo
Le lucciole
I pancakes
Il romanticismo
I profumi speziati
I peperoni
I musical
Lo stile cottagecore
I disegni d' anatomia
Le rondini
Le sculture in marmo
I mercatini di Natale
Il vetro di Murano
Mangiare cubetti di parmigiano
I mozziconi di matite
Giocare a basket
I tramonti
L'autunno
Il caramello (anche salato)
L'odore del soffritto
L'eleganza
Le tazze
Le perle
Audrey Hepburn
I draghi
I balli latino-americani
L'astronomia
I soffioni
I videogiochi
I leccalecca a forma di cuore
I ricci
La camomilla
I martinpescatori
F.R.I.E.N.D.S
I cappotti
I vinili
Gli specchi
Il salice piangente
La focaccia (soprattutto alle cipolle o alle patate)
La redvelvet
Lo spazio
Il silenzio
I girasoli
Sentire parlare in francese
La marmellata/ crema di maroni
Gli schiaccianoci come quelli del balletto
Le mele cotte
I libri gialli
La torta pere e cioccolato
Le polpette
Il porridge
I pinguini
La marmellata di pesche
Il cioccolato fondente con nocciole intere
Il cioccolato con caramello della Milka
La mitologia
Grazie a chiunque avrà voglia di leggere fino qui, questa piccola sfida mi ha permesso di conoscermi meglio e quindi spero potrete conoscermi un po' meglio anche coi lettori o trovare interessante porvi la stessa sfida e scoprirvi.
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko )
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roxan-world · 1 month ago
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Caro Babbo Natale, ci ho pensato.
Non voglio essere una di quelle donne da borsa Louis Vuitton. Scarpe Hogan. Cintura Gucci. E nemmeno da bracciale Pandora. Ma non sono neanche una da pentola a vapore o stirella. O da crema antirughe. Nemmeno da foglioline. Che quelle mi sembrano un nuovo inganno. E non me ne vogliano le donne. Le altre quelle che si farebbero in quattro per una di queste cose. Ma io desidero uguaglianza di pensiero.
E che tu riesca a scacciare i miei sensi di colpa una volta per tutte. Vorrei del tempo per me. E che quel tempo non mi sembri rubato.Desidero riconoscenza. Sì, riconoscenza. Non essere scontata insomma. E non mi frega più la storia dell’anello. Che quello brilla e basta. E solo le cretine ormai fanno Oh! con la bocca spalancata. A me incanta un uomo su cui contare e per cui conto. Senza riti. Salamelecchi e contorno. A me piace il dolce. Quello che assaggio dal mio compagno perché sono a dieta sempre. Desidero una parola regalata una sera in cui sono ubriaca d’amore.
Desidero calzini puliti nel cassetto giusto.
Chi arriva prima prepara la cena. Neanche a dirlo. Desidero un posto in cui nascondermi quando non ne posso più. Che sia solo mio. In cui nessuno possa entrare. Proprio nessuno. In cui posso perdermi e ritrovarmi e poi perdermi ancora, sai Babbo Natale, noi donne siamo impossibili, spesso facciamo tutto da sole.
Desidero potermi dissolvere ogni tanto senza che qualcuno mi dica: ma tu sei la madre! Cazzo, lo so! Voglio silenzio, e ballare a piedi nudi. Che i tacchi li hanno solo le fighe. Portare le rughe al meglio che posso. Desidero che non mi porti un vestito taglia trentotto, ma uno taglia cinquanta, così mi posso sentire magra, magrissima. Vorrei coraggio da vendere per sentirmi forte quando sono fragile. Vorrei svegliarmi con un po’ di trucco che non sbavi dopo cinque secondi. Uno specchio magico che inventi gli addominali anche su di me. Una borsa piccola ma che sia grande che contenga tutto. Emozioni. Pianti. Paure. Salviette. Fazzoletti. Buon umore. Caro Babbo Natale, avrei un’ultima richiesta da farti. Forse la più importante. Vorrei per ogni donna sulla terra, uomini capaci di essere tali. Che non picchino.
Che non demandino. Che non opprimano.
Che non violentino.Che non ci rubino la vita.
Lo so, hai molto lavoro da fare, ma noi abbiamo un’esistenza e una sola. Non possiamo tanto girarci in giro. Le donne muoiono davvero. A volte dentro e restano vive. Nessun regalo stantio per noi. Buttali nel cesso. Regalali alla matrigna di Cenerentola. Alla strega cattiva. Al mago di Oz. Ma non a noi. Noi meritiamo di più di un bracciale o un anello che luccica. Meritiamo di più. Le stesse opportunità dei nostri uomini. Una vita che sappia d’amore e di rispetto. E che sia per sempre. Quella sì che luccica... e sa di meraviglia.
Penny
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p3nsotroppo · 4 months ago
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Incontro extraterrestre
Un ragazzo sulla spiaggia sta guardando il mare, sogna ad occhi aperti ed immagina il suo futuro. Mentre l'acqua cristallina risplende sotto la luce solare si vede volare in alto, sempre più su, fino a raggiungere la luna.
E poi cos'avrebbe fatto? Che fine avrebbero fatto i suoi cari?
Si immaginò sfiorare la superficie della luna, affascinato, mentre fluttuava nel vuoto e ad un trattò si ritrovò davvero lì.
Si guardò intorno impaurito, guardando ciò che pensava fosse il cielo ma che invece si ritrovò le migliaia di stelle che circondavano lo scenario spettacolare dinanzi a lui.
Il suo stupore presto si trasformò in una risata gioiosa. Era davvero lì.
Iniziò a fluttuare in tutte le direzioni, ispezionando ogni fessura, buco, polvere ... fin quando non si ritrovò davanti un omino, parecchio buffo a vedersi. Era piccolino, sembrava ciò che un bambino disegna quando vuole figurare un uomo. Lo salutò.
Strabuzzò gli occhi.
Un altro saluto con la manina.
Era incredibile, non riusciva a capacitarsi di come fosse possibile ritrovarsi lì, in quel momento, mentre stava per la prima volta nella sua vita avendo un incontro extraterreste.
Uno scossone gli provocò una fitta al braccio e si iniziò a guardare intorno terrorizzato. Cosa stava succedendo?
Un altro scossone e di botto sbattè le palpebre e si ritrovò davanti il mare, di nuovo. Sbuffò mentre si girò dal suo amico che se la rideva a crepapelle. Spazientito diede un ultimo tiro al suo bombolone alla crema catalana e la spense nella sabbia, prima di alzarsi e andarla a buttare nel pacco di sigarette nel suo zaino.
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