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#crema uomo
pottonkang · 1 year
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OKADY OIL CONTROL ANTI ACNE WHITENING MEN SKIN CARE SET
Your boyfriend has greasy skin? Big pores and all that? Give him options if he wants to improve Opie volcanic rock men's skin care 3-piece set The porous structure of volcanic rocks has a steady adsorption force Absorb excess oil and clear pores Contains a variety of mineral ingredients to balance skin water oil Skin is clean, fresh and not shiny Box set Simple 3-piece Facial cleanser + Lotion More convenient to use, very good choice oh~
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teenagedirtstache · 2 years
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David Burnett. Macro finestratura per la giacca monopetto. Twin-set di Fabrizio del Carlo, pantaloni Canali, sedia Fenizia Crema
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random-brushstrokes · 5 months
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Giovanni Battista Crema - Uomo con cappello (Autoritratto), 1905
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florautieri · 5 days
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Ho assistito oggi annichilita ad una scena alla cassa del supermercato di una coppia giovane dove la ragazza aveva aggiunto alla spesa una crema viso… e lui non le ha permesso di comprarla togliendola dal nastro in malo modo e sgridandola l’ha mortificata davanti a tutti tanto che per un attimo ho addirittura pensato fosse la figlia non la sua ragazza!
Io e la cassiera e anche altra gente siamo rimasti muti e imbarazzati per lei … e uscendo ho subito pensato alla sudditanza di questa giovane donna🤦‍♀️
Siate indipendenti…siate libere!
Mi e’ venuta in mente quella citazione di Michel Reid
Cara donna, a volte capiterà di essere
troppo donna
troppo intelligente
troppo bella
troppo forte
sempre troppo qualcosa
Questo fa sentire un uomo meno uomo,e tu comincerai ad avvertire il bisogno di essere meno donna!
L’errore più grande che puoi fare è togliere i gioielli della tua CORONA perché un uomo possa reggerla con più facilità.
Quando ciò accade bisogna che tu capisca che quello che ti serve non è una corona più piccola, ma un uomo dalle mani più grandi!
Ecco pensateci...
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g-l-o-r-i-a-a-a · 10 months
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Caro Babbo, ci ho pensato.
Non voglio essere una di quelle donne da borsa Louis Vuitton.
Scarpe Hogan.
Cintura Gucci.
E nemmeno da bracciale Pandora.
Ma non sono neanche una da pentola a vapore o stirella.
O da crema antirughe.
Nemmeno da foglioline. Che quelle mi sembrano un nuovo inganno.
E non me ne vogliano le donne. Le altre quelle che si farebbero in quattro per una di queste cose.
Ma io desidero uguaglianza di pensiero.
E che tu riesca a scacciare i miei sensi di colpa una volta per tutte.
Vorrei del tempo per me. E che quel tempo non mi sembri rubato.
Desidero riconoscenza. Sì, riconoscenza. Non essere scontata insomma.
E non mi frega più la storia dell’anello. Che quello brilla e basta. E solo le cretine ormai fanno Oh! con la bocca spalancata.
A me incanta un uomo su cui contare e per cui conto. Senza riti. Salamelecchi e contorno.
A me piace il dolce. Quello che assaggio dal mio compagno perché sono a dieta sempre.
Desidero una parola regalata una sera in cui sono ubriaca d’amore.
Desidero calzini puliti nel cassetto giusto.
Chi arriva prima prepara la cena. Neanche a dirlo.
Desidero un posto in cui nascondermi quando non ne posso più. Che sia solo mio. In cui nessuno possa entrare. Proprio nessuno. In cui posso perdermi e ritrovarmi e poi perdermi ancora, sai Babbo Natale, noi donne siamo impossibili, spesso facciamo tutto da sole.
Voglio silenzio, e ballare a piedi nudi. Che i tacchi li hanno solo le fighe.
Portare le rughe al meglio che posso.
Desidero che non mi porti un vestito taglia 38, ma uno taglia 50 così mi posso sentire magra, magrissima.
Vorrei coraggio da vendere per sentirmi forte quando sono fragile.
Vorrei svegliarmi con un po’ di trucco che non sbavi dopo cinque secondi.
Uno specchio magico che inventi gli addominali anche su di me.
Una borsa piccola ma che sia grande che contenga tutto. Emozioni. Pianti. Paure. Salviette. Fazzoletti. Buon umore.
Caro Babbo Natale, avrei un’ultima richiesta da farti.
Forse la più importante.
Vorrei per ogni donna sulla terra uomini capaci di essere tali.
Che non picchino.
Che non demandino.
Che non opprimano.
Che non violentino.
Che non ci rubino la vita.
Lo so, hai molto lavoro da fare, ma noi abbiamo un’esistenza e una sola.
Non possiamo tanto girarci in giro.
Le donne muoiono davvero. A volte dentro e restano vive.
Nessun regalo stantio per noi.
Buttali nel cesso.
Regalali alla matrigna di Cenerentola.
Alla strega cattiva.
Al mago di Oz.
Ma non a noi.
Noi meritiamo di più di un bracciale o un anello che luccica.
Meritiamo di più. Le stesse opportunità dei nostri uomini.
Una vita che sappia d’amore e di rispetto. E che sia per sempre.
Quella sì che luccica, e sa di meraviglia.
Cit.
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smokingago · 1 year
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La mia famiglia mi ha insegnato
che non importa che lavoro si faccia,
se è un lavoro giusto
allora è degno del massimo rispetto,
non importa la divisa
né la mansione
né il ruolo
che rientrare a casa sporco di grasso, di olio,
di crema pasticcera, di inchiostro
o con la camicia ancora immacolata
deve fare differenza solo alla lavatrice,
e mai a un uomo
la mia famiglia mi ha insegnato
che più dell'orario
più del turno di notte
anche più del doppio turno
perfino dello stipendio,
più di tutto conta
stare in pace con se stessi
durante la pausa pranzo
vengo da una famiglia di bocca buona
ma di umili portate,
dove l'idea di ricchezza
non è mai stata nell'orologio
ma nel non perdere tempo,
non nella macchina
ma nel saper dove andare
non nella bottiglia pregiata
ma nell'aver qualcuno con cui brindare
vengo da dove il pane in tavola
non è mai avanzato
ma è sempre stato onesto.
Gio Evan
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3nding · 1 year
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A Roma, gira che ti rigira, quartiere che vai usanza che ritrovi, i tipi di bar che puoi incontrare sono fondamentalmente quattro, vediamone due:
Il Bar dei Cinesi: Senza nome, situato in zone semi periferiche, è il simbolo di quartieri come Tor Pignattara, Quadraro, Tuscolano. Tendenzialmente non è davvero gestito da cinesi, o comunque non sempre. I gestori possono essere bengalesi, pakistani, moldavi, rumeni: per il circondario cresciuto a pane e critica neocoloniale il solo fatto di non avere un italiano al bancone lo renderà comunque automaticamente “er bar dei cinesi”. Il caffè è sempre bruciato, il Book of Ra ha i tasti consumati, le sambuche cominciano ad essere servite intorno alle 9:20 del mattino e il parco avventori è costituito da un melting pot di 40-50enni che farebbero la felicità di Daniel Pennac. Ai tavoli del Bar dei Cinesi, in un qualunque martedì mattina, è infatti possibile ascoltare insulti a cristo e catcallate potenti in almeno 12 lingue differenti.
Il Bar Italiano Anonimo: Si chiama Gecko Bar, Bar 2000, Bar Incontro, Bar Sport o una combinazione dei precedenti. A volte spiazza il pubblico con un misterioso nome tipo “l’Elefante”. Si trova ovunque, dalle piazze di Roma centro fino ai vicoli di Ostia. Interni bianchi, neon, televisore acceso fisso sulle tv delle radio che mandano in diretta i deejay che parlano (format misterioso). Serve il peggior caffè che l’essere umano abbia mai concepito, ma lo propone in versioni dal prezzo ingiustificatamente maggiorato tipo “nocciolino”, “crema pistacchiella”, “coattello”. Chi ci lavora non è MAI chi lo gestisce, e i banconisti hanno un turnover rate più asfissiante di quello che si trova in consulenza. Non ha clientela fissa ma è amatissimo dalle forze dell’ordine, che incoraggiano la popolazione locale all’uso di mezzi di circolazione alternativi all’auto bloccando con la volante l'intera carreggiata
Il Bar col Cognome Plurale: Appannaggio e quasi essenza spirituale, a volte proprio zeitgeist, dei primi municipi (in ognuno ce n’è uno, secondo gli avventori sempre il migliore bar di Roma), questo tipo di esercizio gioca sull’inconscio, sul non detto ma sull’evocato. Per esempio: da quanto è aperto? Nessuno lo sa, tutti lo ricordano presente nelle loro vite da sempre. Ti ci portava nonno a prendere il cucciolone, ma a sua volta tua madre ti racconta che ce la portava sua nonna a prendere il mottarello e così via in una catena infinita di avi sempre più remoti e gelati sempre più sconosciuti (il tuo trisavolo ci portava la tua bisnonna a prendere una Gran Coppa Mazzini al Maraschino). Al bancone hanno livrea e cappellino e sono sempre nervosissimi, come fossero nel pieno di un servizio da Marchesi. Dietro alla cassa spicca una pagina di quotidiano incorniciata su cui un cronista locale, in cambio dello stralcio di un conto lunghissimo mai saldato, ha decantato a tre colonne storicità e clientela vip del locale (è il preferito di Lino Banfi). La qualità è effettivamente alta, ma non tanto da giustificare prezzi, file per lo scontrino (in cui ci si trova a sgomitare con le creature più grottescamente stronze che l’urbe abbia mai partorito) e l’insistente namedropping che ne fanno i romani nei loro discorsi per ostentare uno stile di vita da generone orbitante in area vip. Non battono uno scontrino dall’83. Il Bar dei Vecchi: Ha direttamente il nome proprio, tutt’uno tra esercizio e proprietario, tra macchina e uomo: Bar Nello, Bar Franca, Bar da Pino, Al Bar da Vittorio e così via. Sempre più raro, lo trovi in luoghi assurdi, a volte incassato ai bordi di una consolare tra sprawl urbanistici fuori controllo come la casa del vecchio di Up!, ultimo baluardo di un’epoca in cui ci si rifugiava al bar per leggere i giornali sul pozzetto dei gelati, per telefonare coi gettoni o per sfuggire alle responsabilità domestico-familiari. Al bancone c’è un anziano segnatissimo, coi baffi se maschio o coi capelli corti e la parannanza se femmina, con le rughe che me c’è voluta na vita pe fammele veni’ come la Magnani e allenatissimo a dirti, col tono più cinico del mondo, che l’articolo che hai richiesto è terminato. “Un magnum grazie” “n c’avemo”, “una coca grazie” “n c’avemo”, “un tramezzino” “n c’avemo”. In pratica al Bar dei Vecchi puoi prendere tre cose: caffè&cornetto, freddolone alla menta e rigorosamente UN articolo assurdo e casuale che varia da bar a bar. Solero shots rimasto in frigo dal 2003, wackos al formaggio e cipolla, Kinder merendero, coppa malù. Sul cartello di lamiera dei gelati algida c’è una croce lapidaria su ogni prezzo, e ad ogni ora di ogni giorno, non importa quando entrerai, mattina pomeriggio o sera troverai sempre la nipotina del titolare a un tavolo in fondo che fa i compiti sotto a uno specchio promozionale coca-cola del 67. - via fb
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dandyshoecare · 1 year
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Dandy Shoe Care - Pronti Via!
Spero che abbiate già letto la descrizione completa di questo servizio di Dandy Shoe Care nel post precedente.  Adesso proviamo a vedere a chi è indirizzato. È stato sviluppato per gentiluomini che desiderano di avere le scarpe sempre pulite e lucidate.  Facciamo un piccolo calcolo. Per la cura basica delle scarpe vi occorreranno: ⁃ tendiscarpe di forma e misura giusta. Costo medio 25€ ⁃ Una lotion per togliere lo sporco e per nutrire la pelle. Costo medio 20€ ⁃ Pezze di stoffa: Lino, cotone e lana. Qui potete arrangiarvi utilizzando le vecchie magliette o altro, senza spendere nulla.  ⁃ Crema per rinfrescare il colore e per dare elasticità alla pelle. Costo medio 15€ ⁃ Lucido per le scarpe( wax) per la finitura. Costo medio 15€ ⁃ Una spazzola per la pulizia in pelo di maiale o di cavallo. Costo medio 35€ ⁃ Una spazzola in pelo fine di capra di montagna fatta a mano in Giappone da Edoya. Costo medio, se riuscite a trovarla 250€ ⁃ Totale 360€ ⁃ In più ci vuole tempo e capacità tecniche… Invece solo con 35€ avrete un paio di scarpe perfettamente curate , senza perdere il vostro prezioso tempo e risparmiando veramente tanto!  Il successo e la vera ricchezza di un uomo si percepisce da piccole cose; una di queste è la cura per il proprio guardaroba e per le proprie scarpe. Non trascurare questo importante aspetto! Diventa anche tu un cliente di Dandy Shoe Care! Risponderò personalmente qualsiasi vostra domanda. Potete contattarmi in qualsiasi momento tramite e-mail [email protected]
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#prontivia #alexandernurulaeff #dandyshoecare #newservice
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petalididonna · 2 years
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Caro Babbo, ci ho pensato.
Non voglio essere una di quelle donne da borsa Louis Vuitton.
Scarpe Hogan.
Cintura Gucci.
E nemmeno da bracciale Pandora.
Ma non sono neanche una da pentola a vapore o stirella.
O da crema antirughe.
Nemmeno da foglioline. Che quelle mi sembrano un nuovo inganno.
E non me ne vogliano le donne. Le altre quelle che si farebbero in quattro per una di queste cose.
Ma io desidero uguaglianza di pensiero.
E che tu riesca a scacciare i miei sensi di colpa una volta per tutte.
Vorrei del tempo per me. E che quel tempo non mi sembri rubato.
Desidero riconoscenza. Sì, riconoscenza. Non essere scontata insomma.
E non mi frega più la storia dell’anello. Che quello brilla e basta. E solo le cretine ormai fanno Oh! con la bocca spalancata.
A me incanta un uomo su cui contare e per cui conto. Senza riti. Salamelecchi e contorno.
A me piace il dolce. Quello che assaggio dal mio compagno perché sono a dieta sempre.
Desidero una parola regalata una sera in cui sono ubriaca d’amore.
Desidero calzini puliti nel cassetto giusto.
Chi arriva prima prepara la cena. Neanche a dirlo.
Desidero un posto in cui nascondermi quando non ne posso più. Che sia solo mio. In cui nessuno possa entrare. Proprio nessuno. In cui posso perdermi e ritrovarmi e poi perdermi ancora, sai Babbo Natale, noi donne siamo impossibili, spesso facciamo tutto da sole.
Desidero potermi dissolvere ogni tanto senza che qualcuno mi dica: ma tu sei la madre! Cazzo, lo so!
Voglio silenzio, e ballare a piedi nudi. Che i tacchi li hanno solo le fighe.
Portare le rughe al meglio che posso.
Desidero che non mi porti un vestito taglia 38, ma uno taglia 50 così mi posso sentire magra, magrissima.
Vorrei coraggio da vendere per sentirmi forte quando sono fragile.
Vorrei svegliarmi con un po’ di trucco che non sbavi dopo cinque secondi.
Uno specchio magico che inventi gli addominali anche su di me.
Una borsa piccola ma che sia grande che contenga tutto. Emozioni. Pianti. Paure. Salviette. Fazzoletti. Buon umore.
Caro Babbo Natale, avrei un’ultima richiesta da farti.
Forse la più importante.
Vorrei per ogni donna sulla terra uomini capaci di essere tali.
Che non picchino.
Che non demandino.
Che non opprimano.
Che non violentino.
Che non ci rubino la vita.
Lo so, hai molto lavoro da fare, ma noi abbiamo un’esistenza e una sola.
Non possiamo tanto girarci in giro.
Le donne muoiono davvero. A volte dentro e restano vive.
Nessun regalo stantio per noi.
Buttali nel cesso.
Regalali alla matrigna di Cenerentola.
Alla strega cattiva.
Al mago di Oz.
Ma non a noi.
Noi meritiamo di più di un bracciale o un anello che luccica.
Meritiamo di più. Le stesse opportunità dei nostri uomini.
Una vita che sappia d’amore e di rispetto. E che sia per sempre.
Quella sì che luccica, e sa di meraviglia.
__Cinzia Pennati©
#daleggere
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anja-anja · 2 years
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Lei lo sapeva, lei l’aveva sempre saputo, fin dalle prime volte che avevano fatto entrare qualcun altro nel loro letto. Era passato molto tempo da allora e i loro incontri con altre persone erano stati tanti e ogni volta lei aveva quella sensazione. Lui partecipava attivamente ai giochi erotici che facevano, ma lei sapeva che ciò che lo eccitava più di tutto era vedere lei, la sua splendida moglie, fare sesso con un altro uomo. Il fatto che spesso la moglie dell’uomo in questione giacesse ansimando sotto di lui o fosse in qualche altra posizione non gli dava la stessa soddisfazione. Era il fatto di vedere sua moglie posseduta da un altro uomo la cosa che lo faceva impazzire. Forse era lo stridente contrasto tra l’assecondare la naturale tendenza di lei a tenere nel sesso comportamenti molto al limite e la sensazione di potere che gli dava il fatto di sapere che quella bellissima donna era sua e solamente sua. L’altro uomo avrebbe potuto averla per quella sera, si sarebbe costruito un ricordo fantastico di una scopata come poche ma sarebbe rimasto appunto un ricordo, almeno fino alla volta successiva in cui si sarebbero rivisti e avrebbe potuto avere di nuovo per sé quella dea, anche se la cosa gli sarebbe costata cedere la propria moglie ai desideri perversi dell’altro.
«Un giorno mi guarderai scopare senza fare nulla, o, al massimo, ti farai una sega, come un vecchio guardone» gli ripeteva spesso lei, e lui rideva, come per dire che chissà, forse, o magari mai.
Ma poi quel giorno arrivò e tutto accadde in una maniera che lei non avrebbe mai immaginato. Era un sabato e al mattino lui, dopo averla accuratamente scopata appena svegli, le disse che per quella sera avrebbe voluto invitare un altro uomo e fare una serata a tre, nella quale lei sarebbe stata, ovviamente, la regina della festa.
Lei non disse di no, non diceva mai di no. Si fidava di lui e poi il solo pensiero di avere per le mani un membro diverso dal solito le annebbiava già la vista.
L’invito era a casa dell’altro per la sera, ci sarebbe stata la cena e poi un dopocena nel quale lei sarebbe stata la portata principale.
Si preparò come sempre con cura, doccia, depilazione, crema per il corpo, asciugò con cura i lunghi capelli biondi davanti allo specchio ammirando, non senza un po’ di vanità il suo meraviglioso corpo di 35enne, i suoi seni perfetti, gli occhi azzurri, le labbra carnose.
Mise lo smalto alle unghie, rigorosamente rosso fuoco, sia sulle mani che sui piedi e passò all’abbigliamento, che non poteva essere da meno.
Indossò un completo nero, con un reggiseno che sosteneva alla perfezione il suo seno prosperoso e un paio di mutandine che seguivano nei minimi dettagli le curve dei suoi glutei rotondi e sodi. Il pizzo faceva un meraviglioso effetto vedo/non vedo.
Non potevano mancare le calze autoreggenti, che adorava. Ne scelse un paio nere, molto coprenti, con una balza in pizzo. Le trovava tremendamente sexy.
Si truccò in modo non esagerato, concedendosi solo un rossetto di un rosso abbastanza acceso. Spazzolò i capelli e li lasciò cadere sulle spalle.
Un abito da sera di foggia molto classica, prodotto di sartoria, piuttosto lungo, ma con un vertiginoso spacco copriva il suo meraviglioso corpo.
Ai piedi nulla poteva competere con le Pumps Kate 85 in vernice di Christian Louboutin, con quella meravigliosa suola rosso acceso.
Mise in una pochette minuscola le due cose che le servivano e scese le scale. Lui era di sotto, già pronto, completo blu, una classicissima ma stupenda camicia bianca e una cravatta grigio chiaro. Aveva pettinato i capelli all’indietro, ancora tanti, anche se abbondantemente brizzolati e sistemato accuratamente il pizzetto che gli decorava il volto.
«Sei splendida» le disse e lei ricambiò con un sorriso semplicemente disarmante.
Salirono sulla BMW di lui e si diressero rapidamente dalla parte opposta della città, che comunque raggiunsero in breve tempo. Ogni tanto a lui cadeva l’occhio sulla gamba di lei che usciva da sotto il cappotto, per poi infilarsi nello spacco del vestito e fare capolino.
Arrivarono, una villetta a schiera abbastanza anonima, in un quartiere normale, suonarono alla porta e venne loro ad aprire un uomo di sicuramente più di 50 anni, capelli brizzolati, fisico discreto, volto rasato. Indossava dei jeans, una camicia a righe con le maniche arrotolate e un gilet. Li accolse con un sorriso e li fece accomodare in casa, che era in ottimo stato, non particolarmente ricercata, ma comunque assolutamente decorosa. La sala da pranzo era stata apparecchiata con gusto, il padrone di casa li fece accomodare e arrivò con una bottiglia di champagne. Lui quando lo vide trasalì, ma lei non capì.
«Ho pensato a un Blanc de Blancs Grand Cru ‘Les Carelles’ di Jacques Selosse, uno dei lieux dits di Selosse, ovvero di quelle parcelle di particolare pregio che vengono vinificate singolarmente» spiegò l’uomo, con un modo di fare elegante senza ostentazione.
Portò dei ballon flute e versò per tutti. Brindarono alla serata, poi lui arrivò con il primo.
«Eccovi dei bocconcini di salmone al sesamo. Se volete gustarli, mangiateli con le mani»
Lei decise di provocarli e se li portò alla bocca con dei movimenti lenti ed estremamente voluttuosi.
Vide entrambi gli uomini deglutire a fatica, ma non si interruppe, proseguendo fino alla fine nella sua scena.
Un altro paio di bicchieri di Blanc de Blancs Grand Cru iniziarono a far scendere la tensione, preparando per l’arrivo del secondo: gamberi avvolti nel lardo con una crema di piselli.
Ad ogni portata lei rimaneva sempre più colpita dal loro ospite, che si dimostrava davvero un ottimo chef, ammesso che avesse preparato tutto da sé, oltre ad un intenditore di vini non indifferente.
Lei non smise di provocare nemmeno durante il secondo, si passava di continuo la lingua sulle labbra, sorseggiava con voluttà persino il vino, che ormai iniziava a darle alla testa, inghiottiva i bocconi con movimenti lenti e studiati. Sapeva bene quanto il cibo potesse essere erotico e faceva leva su quello.
Quando ebbero finito L’altro uomo si alzò da tavola, tolse piatti e bicchieri e tornò con dei piccoli calici e una piccola bottiglia di vino che sarebbe servito di sicuro per accompagnare il dolce.
«Albana Passito ‘Scaccomatto’, Fattoria Zerbina. Un Albana Passito, prodotto in stile Sauternes da uve colpite da muffa nobile, maturato in acciaio e barrique. Provatelo.»
Ancora quel modi di esprimersi, elegante ma non ostentato.
Lei trovò che fosse qualcosa di mai assaggiato. Un sapore incredibile le colpì il gusto.
L’altro uomo servì il dolce, che consisteva in uno zabaione freddo con un crumble al cioccolato e delle fragole.
Inutile dire che quest’ultimo piatto solleticò ancora la sua voglia di provocare. Portava le fragole alla bocca con fare lento e studiato, e faceva la stessa cosa con il cucchiaino del dolce che ripuliva accuratamente con la lingua ad ogni cucchiaiata, sotto gli sguardi ammaliati dei due uomini, la cui eccitazione stava evidentemente montando, anche se cercavano di tenere la cosa sotto controllo.
Terminata la cena si trasferirono nell’attiguo salotto dove il padrone di casa arrivò con dei bicchieri e una bottiglia con un distillato di colore ambrato
«Lagavulin 21 anni. Per me un nettare divino.»
Il sapore era qualcosa che lei non aveva mai provato in vita sua. Davvero qualcosa di divino. Ovvio che quello fu la mazzata finale. Lei sentiva che i freni inibitori stavano cedendo e si aspettava di avere da lì a poco quattro mani addosso che esploravano il suo corpo, ma non accadde.
Lui si era messo a sedere su un divano lasciando libero il posto a fianco a lei, che era seduta sull’altro. Non passò molto tempo prima che il loro ospite andasse ad occupare quel posto. Lui la guardò, uno sguardo di intesa e lei iniziò a toccare l’altro uomo all’altezza del pube. Si aspettava, come al solito, che lui arrivasse lì vicino e iniziasse ad accarezzarla, ma non accadde nemmeno quello. Lei si girò e lo vide sempre seduto sul divano a fianco, con una vistosa erezione nei pantaloni. Con un gesto della mano lui le fece segno di continuare con l’altro uomo e lei eseguì. Lentamente gli abbassò la cerniera e si ritrovò in mano un sesso di tutto rispetto. Iniziò a muovere la mano lentamente su e giù, sentiva che dimensioni e durezza aumentavano, mentre l’uomo le stava abbassando la zip del vestito.
Lui si alzò dal divano, si avvicinò e le tolse l’abito, mentre lei aveva iniziato leccare l’altro uomo. Prese il vestito e lo posò su una sedia, andando poi di nuovo a sedere sul divano dal quale si poteva godere la scena di sua moglie con addosso solo l’intimo, che si dedicava alla fellatio all’altro uomo. Questi dapprima si slacciò con tutta calma il gilet e la camicia, poi si dedicò a lei, togliendole il reggiseno e liberando i suoi due meravigliosi seni. Non sentiva lui avvicinarsi e questo le faceva uno strano effetto, sapeva che era lì a pochi passi da lei, anche se non lo poteva vedere perché gli dava le spalle. Decise di non preoccuparsene, in fondo lui stava liberamente facendo ciò che voleva, così accelerò il ritmo, iniziando anche a insalivare abbondantemente l’oggetto che aveva per le mani. L’uomo nel frattempo aveva infilato una mano nelle sue mutandine e con le sue grosse dita stava cercando le labbra, che erano già abbondantemente inumidite per la situazione.
Non passò molto prima che lei lo sentisse intrufolarsi nelle sue partiti intime. Il respiro era aumentato di ritmo, di pari passo all’eccitazione. Era ora. L’uomo la spinse su e si alzò in piedi, togliendosi scarpe e pantaloni, rimanendo nudo.
«Mettiti a quattro zampe sul divano, girata verso di lui!» le disse l’uomo. Lei eseguì, trovandosi a guardare lui, che ammirava la scena con aria estasiata. Ora stringeva il suo sesso e muoveva lentamente la mano. Nello stesso momento sentì le mani dell’uomo toglierle le mutandine e inserirle due dita nella fessura, che era ovviamente già bagnata fradicia, iniziando a muoversi rapidamente avanti e indietro. Iniziò ad ansimare forte, in preda ad un piacere crescente, causato dalle due dita che si muovevano dentro di lei ma anche dalla vista di lui che la guardava godere mentre si masturbava. L’uomo pareva intenzionato a darle piacere con le dita perché accelerò il ritmo finché lei non raggiunse un orgasmo accompagnato da roche grida di estasi.
A questo punto l’uomo la guardò grondante di umori, tenendo in mano il suo membro, ormai durissimo.
«Scopala!» disse lui rivolto all’uomo senza muoversi dalla sua posizione sul divano. Lei sentì il grosso glande appoggiarsi alle labbra e poi scivolare dentro, fermandosi per un secondo, come se l’uomo volesse gustarsi quel momento. Poi le sue grandi mani afferrarono con decisione i suoi fianchi e iniziò a spingere. Lei emise un lungo gemito, come se avesse finalmente avuto ciò che aspettava da tempo, mentre l’uomo la prendeva con colpi lenti ma profondi. Girò la testa verso di lui, che continuava a masturbarsi lentamente guardandola e colse sul suo volto un’espressione di intenso piacere. Stava davvero facendo dentro di se il grande passo di eccitarsi davanti a sua moglie scopata da un altro uomo senza partecipare? Sembrava di sì. Nel frattempo l’altro uomo continuava a prenderla afferrandola per i fianchi e spingendo. Lei chiuse gli occhi, lo sentiva dentro, ma soprattutto la sua mente iniziò ad eccitarsi ulteriormente per la situazione: si sentiva estremamente troia, lì a pecorina sul divano di uno sconosciuto che la prendeva mentre suo marito guardava la scena e si masturbava. Raggiunse l’orgasmo in quella posizione mentre l’altro uomo continuava a spingere deciso.
«Fammi vedere come la fotti» disse lui e l’altro uomo si sfilò da lei, che si girò supina sul divano. L’uomo era in ginocchio davanti a lei e la guardava, mentre il suo sesso troneggiava lì davanti. Lei girò la testa di lato per cercare lo sguardo di lui, che non smetteva di masturbarsi lentamente mentre la guardava.
«Cosa sei tu?» la apostrofò lui.
«Una puttana» rispose lei.
L’altro uomo le allargò le gambe e le toccò un po’ le labbra tra le quali luccicava il suo piacere, poi avvicinò di nuovo il suo grosso membro e dopo qualche istante glielo mise dentro. Lei lo sentì entrare senza nessuna difficoltà.
Un grido soffocato uscì dalla sua bocca nel momento in cui lo sentì di nuovo entrare in lei. L’uomo si era messo con le gambe di lei sulle spalle e, approfittando di quella posizione spingeva come un ossesso. Lei lo sentiva gravare con tutto il suo peso sopra il suo corpo, sentiva i fortissimi colpi del suo bacino.
Ormai lui non lo guardava nemmeno più, non sapeva dove fosse, probabilmente lì a fianco a lei, ma non lo sapeva per certo, gli occhi erano chiusi, la bocca semiaperta e corti respiri uscivano associati a gemiti di piacere. Sentiva che stava per avere un nuovo orgasmo, ma cerò di trattenersi per aumentarne l’intensità.
L’uomo spingeva sempre più forte, lei aprì gli occhi un attimo per cogliere l’espressione di piacere che occupava il suo viso mentre la possedeva. Questo la fece godere ancora di più, sapeva che non sarebbe riuscita a trattenersi ancora a lungo, mentre l’uomo spingeva sempre di più, gli occhi chiusi, il respiro affannoso.
Fu allora che lo sentì parlare di nuovo: «Vienile dentro, riempila» furono le sue parole.
Il rito di passaggio era completato. Lui stava per ammirare un altro uomo che sarebbe di lì a poco venuto dentro di lei.
Il momento non distava molto, sia l’uomo che lei erano al limite ormai da qualche minuto. Chiuse gli occhi e si lasciò andare all’orgasmo, una specie di scossa lungo la spina dorsale, un grido soffocato, le unghie che si piantavano nella carne dell’uomo.
Lei lo sentì ansimare sempre più forte mentre non riusciva a smettere di godere, finché non sentì il suo sperma che la inondava. Mentre lui riversava dentro di lei una quantità inusitata del suo piacere, il suo orgasmo riprese vigore e la colpì di nuovo, ancora quella sensazione di scossa alla spina dorsale, stavolta però lasciò andare un urlo liberatorio, che lui zittì subito mettendo la sua bocca sulla sua, mentre ancora una volta le unghie rosse di lei lasciavano i loro segni sulla schiena dell’uomo.
Rimase lì per qualche istante, come se dovesse raccogliere le ultime energie, poi si sfilò, lasciando che un rivolo di crema bianca scendesse dalla fessura di lei e colasse lungo la riga delle natiche.
«Ciao puttana.» La voce di lui echeggiò a pochi centimetri dalla sua testa mentre il suo sesso si presentò davanti alla sua bocca. Senza dire nulla lui, ormai al colmo dell’eccitazione, si masturbò rapidamente ed eiaculò nella bocca di lei, che raccolse e ingoiò tutto.
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umi-no-onnanoko · 2 years
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Ieri sono giunta all'ultima pagina del quadernino dove, quasi quotidianamente, cercavo di trovare 10 cose che mi piacessero in modo da essere grata per queste cose/ persone ed al contempo per fare si, una volta finito il quadernino, di comprendere cosa ricorreva di più e quindi ciò che mi piace davvero rispetto a ciò che era passeggero.
Questo è il risultato, ovviamente ci sono anche altre cose che mi piacciono, ma ciò che è rimasto nel tempo (più di un annetto) sono queste cose:
L'inverno
Il nero
Il tiramisù
La pioggia
Il mare
Il blu
Scrivere, soprattutto a mano (lettere,testi, poesie, canzoni)
Disegnare
Le lasagne
Il thè (soprattutto il thè nero e quelli alla vaniglia e all'arancia e cannella della Twinnings)
Gli abbracci
Il rosa
I fiori di ciliegio
I soffioni
I baci sulla fronte
Cantare
Il colore Tiffany
Tutto ciò che è vintage
L'antiquariato
William Shakespeare
Il cappuccino (Con molta schiuma, quello solubile della Nescafé, o quello con la cannella)
Che mi vengano accarezzati i capelli
La musica (soprattutto da giradischi)
Halloween
Natale
Le arance
Le margherite
I profumi da uomo
La cannella
I palloncini
I baci perugina
Le pesche
Il vento estivo
Il limone
Il Giappone
Vienna
La sacher
Ballare
Il verde
Harry Potter
The Mentalist
I tacchi (anche se non so camminarci)
I tulipani
I bambini che ridono
Fare la spesa
I Queen
Tiziano Ferro
Sperimentare
I braccialetti con le conchiglie
I maglioni di lana
Gli ombrelli colorati
I bomboloni alla crema
Il lillà
Le ombre degli oggetti
Il rossetto rosso
Le borse in tela
I cartoni Disney
Death note
Demon slayer
Il ramen
Gli anni 50' e 80' della moda
Emma Watson
Le canzoni italiane "vecchie"
I delfini
I pop corn
Vedere i film al cinema
Andare a teatro
Cantare quando non c'è nessuno
Inventare nuove parole
Aiutare gli altri
Il bianco
L'odore della terra bagnata quando piove
I sottobicchiere in sughero
Le parigine
Stitch
I lecca lecca alla Coca-Cola
Le candele
Le luci di Natale
Suonare il pianoforte
Gli accordi di chitarra
L'odore della bigbabol alla fragola
Riordinare
Le uova di pasqua
I libri
Il viola
I capelli puliti
Il sapone alla melagrana
Essere gentile
Gli abbracci
Ascoltare gli altri e le loro storie
Guardare fuori dal finestrino
I messaggi inaspettati
I ti voglio bene
I croissant (alla crema, alla marmellata di arancia, al miele e nocciole o integrali vuoti)
Sognare
Le farfalle
I pettirossi
Le cinciallegre
I cannoli alla crema
Gli stivali in pelle
La pizza
La mozzarella in carrozza fatta in casa
Il succo di frutta all'albicocca
L'erba mossa dal vento
La neve
I cani
Le nocciole
Il bagnoschiuma al miele
I gatti (soprattutto quelli neri)
L'alba
I peluche
Leggere
Preparare dolci
Le tartarughe
La luna e le fasi lunari
Fare sorridere gli altri
Le mongolfiere
I toast fatti in casa
I colori della natura
Il rosso
I cereali con all'interno il cioccolato fondente
I fiori
I film dello studio ghibli ( in particolare il castello errante di howll)
I fiocchi per i capelli
La generosità
Le stelle
I grilli
Argo
Latte e cioccolato
La pasta al pesto
I conigli
La rugiada
La pasta al ragù
I biscotti al cioccolato
L'arcobaleno
L'indaco
Il giallo
Il succo di frutta alla mela
Le coccole
L'azzurro
I bagni caldi
Le patatine fritte
Gioielli a tema astronomia
Le nuvole
L'arancione
Van Gogh
Fare colazione al bar
Pranzare seduta sull'erba
Scoprire e provare nuove ricette
I panini al salame
Il corallo
Il giardinaggio
La coppa del nonno al caffè
Nightmare before Christmas
Il pain au chocolat
Lo zucchero filato
Passeggiare
Curiosare tra i libri nelle librerie
Fare regali
Organizzare sorprese
Il rispetto
Il dialogo
Gli anime e manga
Le caramelle ricoperte di zucchero
Conoscere nuove persone
Le conversazioni interessanti
I musei
La letteratura italiana e straniera
I Funko-pop
I post-it
Gli oggetti in resina
I balletti
Le conchiglie
La magia
Supernatural
Le ortensie
Le tazze in vetro minimal
Le civette/ i gufi
Le sfoglie al burro
I ghiaccioli alla pesca con pezzi di frutta
Le coccinelle
L'Egitto antico
Gli scarabei
I dolcetti in pasta di mandorle
Il piccolo principe
Le frittelle di mele
Parigi
Gli aquiloni
Il profumo di pino silvestre
Il modo in cui le persone camminano
Gli occhi (Soprattutto quelli verdi, grigi o così scuri da sembrare neri)
Camminare sotto la pioggia senza ombrello
Il rumore delle foglie secche sotto le suole delle scarpe
Condividere il mio tempo con chi merita
La storia dell'arte
Le mani
Il beige
L'odore dei libri
Le trecce
Le lentiggini
I capelli ricci nei ragazzi
Le foglie d'acero
Il gelato alla pesca e cocco (il mio preferito se artigianale)
Le fotografie
Gli abiti da sposa in stile princess
Il legno
I camini
La pallavolo
La F1
L'architettura gotica
La pasta al gorgonzola
Sailor Moon
I pic nic
I marshmallow
Gli anelli da uomo
Le lucciole
I pancakes
Il romanticismo
I profumi speziati
I peperoni
I musical
Lo stile cottagecore
I disegni d' anatomia
Le rondini
Le sculture in marmo
I mercatini di Natale
Il vetro di Murano
Mangiare cubetti di parmigiano
I mozziconi di matite
Giocare a basket
I tramonti
L'autunno
Il caramello (anche salato)
L'odore del soffritto
L'eleganza
Le tazze
Le perle
Audrey Hepburn
I draghi
I balli latino-americani
L'astronomia
I soffioni
I videogiochi
I leccalecca a forma di cuore
I ricci
La camomilla
I martinpescatori
F.R.I.E.N.D.S
I cappotti
I vinili
Gli specchi
Il salice piangente
La focaccia (soprattutto alle cipolle o alle patate)
La redvelvet
Lo spazio
Il silenzio
I girasoli
Sentire parlare in francese
La marmellata/ crema di maroni
Gli schiaccianoci come quelli del balletto
Le mele cotte
I libri gialli
La torta pere e cioccolato
Le polpette
Il porridge
I pinguini
La marmellata di pesche
Il cioccolato fondente con nocciole intere
Il cioccolato con caramello della Milka
La mitologia
Grazie a chiunque avrà voglia di leggere fino qui, questa piccola sfida mi ha permesso di conoscermi meglio e quindi spero potrete conoscermi un po' meglio anche coi lettori o trovare interessante porvi la stessa sfida e scoprirvi.
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko )
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scontomio · 3 days
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lamilanomagazine · 29 days
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Crema: vessazioni e violenze sulla compagna, arrestato 39enne per lesioni personali.
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Crema: vessazioni e violenze sulla compagna, arrestato 39enne per lesioni personali. I Carabinieri della Stazione di Castelleone (Cremona) hanno rintracciato e arrestato, in esecuzione di misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico, emessa dal Tribunale di Cremona, un uomo di nazionalità italiana di 39 anni, con diversi precedenti a carico.... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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drking77 · 2 months
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Bibione dimostra che il turismo accessibile è vantaggioso per tutti
Sebbene la legge lo preveda, molti alberghi italiani non sono ancora accessibili: Bibione rappresenta un modello da seguire per promuovere un turismo sempre più inclusivo. Karl è un uomo sulla sessantina originario della Baviera. Lo incontriamo verso l’ora di pranzo mentre si spalma della crema solare lungo il lungomare di Bibione, una delle località balneari più orientali del Veneto. Ci…
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anja-anja · 2 years
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Lei lo sapeva, lei l’aveva sempre saputo, fin dalle prime volte che avevano fatto entrare qualcun altro nel loro letto. Era passato molto tempo da allora e i loro incontri con altre persone erano stati tanti e ogni volta lei aveva quella sensazione. Lui partecipava attivamente ai giochi erotici che facevano, ma lei sapeva che ciò che lo eccitava più di tutto era vedere lei, la sua splendida moglie, fare sesso con un altro uomo. Il fatto che spesso la moglie dell’uomo in questione giacesse ansimando sotto di lui o fosse in qualche altra posizione non gli dava la stessa soddisfazione. Era il fatto di vedere sua moglie posseduta da un altro uomo la cosa che lo faceva impazzire. Forse era lo stridente contrasto tra l’assecondare la naturale tendenza di lei a tenere nel sesso comportamenti molto al limite e la sensazione di potere che gli dava il fatto di sapere che quella bellissima donna era sua e solamente sua. L’altro uomo avrebbe potuto averla per quella sera, si sarebbe costruito un ricordo fantastico di una scopata come poche ma sarebbe rimasto appunto un ricordo, almeno fino alla volta successiva in cui si sarebbero rivisti e avrebbe potuto avere di nuovo per sé quella dea, anche se la cosa gli sarebbe costata cedere la propria moglie ai desideri perversi dell’altro.
«Un giorno mi guarderai scopare senza fare nulla, o, al massimo, ti farai una sega, come un vecchio guardone» gli ripeteva spesso lei, e lui rideva, come per dire che chissà, forse, o magari mai.
Ma poi quel giorno arrivò e tutto accadde in una maniera che lei non avrebbe mai immaginato. Era un sabato e al mattino lui, dopo averla accuratamente scopata appena svegli, le disse che per quella sera avrebbe voluto invitare un altro uomo e fare una serata a tre, nella quale lei sarebbe stata, ovviamente, la regina della festa.
Lei non disse di no, non diceva mai di no. Si fidava di lui e poi il solo pensiero di avere per le mani un membro diverso dal solito le annebbiava già la vista.
L’invito era a casa dell’altro per la sera, ci sarebbe stata la cena e poi un dopocena nel quale lei sarebbe stata la portata principale.
Si preparò come sempre con cura, doccia, depilazione, crema per il corpo, asciugò con cura i lunghi capelli biondi davanti allo specchio ammirando, non senza un po’ di vanità il suo meraviglioso corpo di 35enne, i suoi seni perfetti, gli occhi azzurri, le labbra carnose.
Mise lo smalto alle unghie, rigorosamente rosso fuoco, sia sulle mani che sui piedi e passò all’abbigliamento, che non poteva essere da meno.
Indossò un completo nero, con un reggiseno che sosteneva alla perfezione il suo seno prosperoso e un paio di mutandine che seguivano nei minimi dettagli le curve dei suoi glutei rotondi e sodi. Il pizzo faceva un meraviglioso effetto vedo/non vedo.
Non potevano mancare le calze autoreggenti, che adorava. Ne scelse un paio nere, molto coprenti, con una balza in pizzo. Le trovava tremendamente sexy.
Si truccò in modo non esagerato, concedendosi solo un rossetto di un rosso abbastanza acceso. Spazzolò i capelli e li lasciò cadere sulle spalle.
Un abito da sera di foggia molto classica, prodotto di sartoria, piuttosto lungo, ma con un vertiginoso spacco copriva il suo meraviglioso corpo.
Ai piedi nulla poteva competere con le Pumps Kate 85 in vernice di Christian Louboutin, con quella meravigliosa suola rosso acceso.
Mise in una pochette minuscola le due cose che le servivano e scese le scale. Lui era di sotto, già pronto, completo blu, una classicissima ma stupenda camicia bianca e una cravatta grigio chiaro. Aveva pettinato i capelli all’indietro, ancora tanti, anche se abbondantemente brizzolati e sistemato accuratamente il pizzetto che gli decorava il volto.
«Sei splendida» le disse e lei ricambiò con un sorriso semplicemente disarmante.
Salirono sulla BMW di lui e si diressero rapidamente dalla parte opposta della città, che comunque raggiunsero in breve tempo. Ogni tanto a lui cadeva l’occhio sulla gamba di lei che usciva da sotto il cappotto, per poi infilarsi nello spacco del vestito e fare capolino.
Arrivarono, una villetta a schiera abbastanza anonima, in un quartiere normale, suonarono alla porta e venne loro ad aprire un uomo di sicuramente più di 50 anni, capelli brizzolati, fisico discreto, volto rasato. Indossava dei jeans, una camicia a righe con le maniche arrotolate e un gilet. Li accolse con un sorriso e li fece accomodare in casa, che era in ottimo stato, non particolarmente ricercata, ma comunque assolutamente decorosa. La sala da pranzo era stata apparecchiata con gusto, il padrone di casa li fece accomodare e arrivò con una bottiglia di champagne. Lui quando lo vide trasalì, ma lei non capì.
«Ho pensato a un Blanc de Blancs Grand Cru ‘Les Carelles’ di Jacques Selosse, uno dei lieux dits di Selosse, ovvero di quelle parcelle di particolare pregio che vengono vinificate singolarmente» spiegò l’uomo, con un modo di fare elegante senza ostentazione.
Portò dei ballon flute e versò per tutti. Brindarono alla serata, poi lui arrivò con il primo.
«Eccovi dei bocconcini di salmone al sesamo. Se volete gustarli, mangiateli con le mani»
Lei decise di provocarli e se li portò alla bocca con dei movimenti lenti ed estremamente voluttuosi.
Vide entrambi gli uomini deglutire a fatica, ma non si interruppe, proseguendo fino alla fine nella sua scena.
Un altro paio di bicchieri di Blanc de Blancs Grand Cru iniziarono a far scendere la tensione, preparando per l’arrivo del secondo: gamberi avvolti nel lardo con una crema di piselli.
Ad ogni portata lei rimaneva sempre più colpita dal loro ospite, che si dimostrava davvero un ottimo chef, ammesso che avesse preparato tutto da sé, oltre ad un intenditore di vini non indifferente.
Lei non smise di provocare nemmeno durante il secondo, si passava di continuo la lingua sulle labbra, sorseggiava con voluttà persino il vino, che ormai iniziava a darle alla testa, inghiottiva i bocconi con movimenti lenti e studiati. Sapeva bene quanto il cibo potesse essere erotico e faceva leva su quello.
Quando ebbero finito L’altro uomo si alzò da tavola, tolse piatti e bicchieri e tornò con dei piccoli calici e una piccola bottiglia di vino che sarebbe servito di sicuro per accompagnare il dolce.
«Albana Passito ‘Scaccomatto’, Fattoria Zerbina. Un Albana Passito, prodotto in stile Sauternes da uve colpite da muffa nobile, maturato in acciaio e barrique. Provatelo.»
Ancora quel modi di esprimersi, elegante ma non ostentato.
Lei trovò che fosse qualcosa di mai assaggiato. Un sapore incredibile le colpì il gusto.
L’altro uomo servì il dolce, che consisteva in uno zabaione freddo con un crumble al cioccolato e delle fragole.
Inutile dire che quest’ultimo piatto solleticò ancora la sua voglia di provocare. Portava le fragole alla bocca con fare lento e studiato, e faceva la stessa cosa con il cucchiaino del dolce che ripuliva accuratamente con la lingua ad ogni cucchiaiata, sotto gli sguardi ammaliati dei due uomini, la cui eccitazione stava evidentemente montando, anche se cercavano di tenere la cosa sotto controllo.
Terminata la cena si trasferirono nell’attiguo salotto dove il padrone di casa arrivò con dei bicchieri e una bottiglia con un distillato di colore ambrato
«Lagavulin 21 anni. Per me un nettare divino.»
Il sapore era qualcosa che lei non aveva mai provato in vita sua. Davvero qualcosa di divino. Ovvio che quello fu la mazzata finale. Lei sentiva che i freni inibitori stavano cedendo e si aspettava di avere da lì a poco quattro mani addosso che esploravano il suo corpo, ma non accadde.
Lui si era messo a sedere su un divano lasciando libero il posto a fianco a lei, che era seduta sull’altro. Non passò molto tempo prima che il loro ospite andasse ad occupare quel posto. Lui la guardò, uno sguardo di intesa e lei iniziò a toccare l’altro uomo all’altezza del pube. Si aspettava, come al solito, che lui arrivasse lì vicino e iniziasse ad accarezzarla, ma non accadde nemmeno quello. Lei si girò e lo vide sempre seduto sul divano a fianco, con una vistosa erezione nei pantaloni. Con un gesto della mano lui le fece segno di continuare con l’altro uomo e lei eseguì. Lentamente gli abbassò la cerniera e si ritrovò in mano un sesso di tutto rispetto. Iniziò a muovere la mano lentamente su e giù, sentiva che dimensioni e durezza aumentavano, mentre l’uomo le stava abbassando la zip del vestito.
Lui si alzò dal divano, si avvicinò e le tolse l’abito, mentre lei aveva iniziato leccare l’altro uomo. Prese il vestito e lo posò su una sedia, andando poi di nuovo a sedere sul divano dal quale si poteva godere la scena di sua moglie con addosso solo l’intimo, che si dedicava alla fellatio all’altro uomo. Questi dapprima si slacciò con tutta calma il gilet e la camicia, poi si dedicò a lei, togliendole il reggiseno e liberando i suoi due meravigliosi seni. Non sentiva lui avvicinarsi e questo le faceva uno strano effetto, sapeva che era lì a pochi passi da lei, anche se non lo poteva vedere perché gli dava le spalle. Decise di non preoccuparsene, in fondo lui stava liberamente facendo ciò che voleva, così accelerò il ritmo, iniziando anche a insalivare abbondantemente l’oggetto che aveva per le mani. L’uomo nel frattempo aveva infilato una mano nelle sue mutandine e con le sue grosse dita stava cercando le labbra, che erano già abbondantemente inumidite per la situazione.
Non passò molto prima che lei lo sentisse intrufolarsi nelle sue partiti intime. Il respiro era aumentato di ritmo, di pari passo all’eccitazione. Era ora. L’uomo la spinse su e si alzò in piedi, togliendosi scarpe e pantaloni, rimanendo nudo.
«Mettiti a quattro zampe sul divano, girata verso di lui!» le disse l’uomo. Lei eseguì, trovandosi a guardare lui, che ammirava la scena con aria estasiata. Ora stringeva il suo sesso e muoveva lentamente la mano. Nello stesso momento sentì le mani dell’uomo toglierle le mutandine e inserirle due dita nella fessura, che era ovviamente già bagnata fradicia, iniziando a muoversi rapidamente avanti e indietro. Iniziò ad ansimare forte, in preda ad un piacere crescente, causato dalle due dita che si muovevano dentro di lei ma anche dalla vista di lui che la guardava godere mentre si masturbava. L’uomo pareva intenzionato a darle piacere con le dita perché accelerò il ritmo finché lei non raggiunse un orgasmo accompagnato da roche grida di estasi.
A questo punto l’uomo la guardò grondante di umori, tenendo in mano il suo membro, ormai durissimo.
«Scopala!» disse lui rivolto all’uomo senza muoversi dalla sua posizione sul divano. Lei sentì il grosso glande appoggiarsi alle labbra e poi scivolare dentro, fermandosi per un secondo, come se l’uomo volesse gustarsi quel momento. Poi le sue grandi mani afferrarono con decisione i suoi fianchi e iniziò a spingere. Lei emise un lungo gemito, come se avesse finalmente avuto ciò che aspettava da tempo, mentre l’uomo la prendeva con colpi lenti ma profondi. Girò la testa verso di lui, che continuava a masturbarsi lentamente guardandola e colse sul suo volto un’espressione di intenso piacere. Stava davvero facendo dentro di se il grande passo di eccitarsi davanti a sua moglie scopata da un altro uomo senza partecipare? Sembrava di sì. Nel frattempo l’altro uomo continuava a prenderla afferrandola per i fianchi e spingendo. Lei chiuse gli occhi, lo sentiva dentro, ma soprattutto la sua mente iniziò ad eccitarsi ulteriormente per la situazione: si sentiva estremamente troia, lì a pecorina sul divano di uno sconosciuto che la prendeva mentre suo marito guardava la scena e si masturbava. Raggiunse l’orgasmo in quella posizione mentre l’altro uomo continuava a spingere deciso.
«Fammi vedere come la fotti» disse lui e l’altro uomo si sfilò da lei, che si girò supina sul divano. L’uomo era in ginocchio davanti a lei e la guardava, mentre il suo sesso troneggiava lì davanti. Lei girò la testa di lato per cercare lo sguardo di lui, che non smetteva di masturbarsi lentamente mentre la guardava.
«Cosa sei tu?» la apostrofò lui.
«Una puttana» rispose lei.
L’altro uomo le allargò le gambe e le toccò un po’ le labbra tra le quali luccicava il suo piacere, poi avvicinò di nuovo il suo grosso membro e dopo qualche istante glielo mise dentro. Lei lo sentì entrare senza nessuna difficoltà.
Un grido soffocato uscì dalla sua bocca nel momento in cui lo sentì di nuovo entrare in lei. L’uomo si era messo con le gambe di lei sulle spalle e, approfittando di quella posizione spingeva come un ossesso. Lei lo sentiva gravare con tutto il suo peso sopra il suo corpo, sentiva i fortissimi colpi del suo bacino.
Ormai lui non lo guardava nemmeno più, non sapeva dove fosse, probabilmente lì a fianco a lei, ma non lo sapeva per certo, gli occhi erano chiusi, la bocca semiaperta e corti respiri uscivano associati a gemiti di piacere. Sentiva che stava per avere un nuovo orgasmo, ma cerò di trattenersi per aumentarne l’intensità.
L’uomo spingeva sempre più forte, lei aprì gli occhi un attimo per cogliere l’espressione di piacere che occupava il suo viso mentre la possedeva. Questo la fece godere ancora di più, sapeva che non sarebbe riuscita a trattenersi ancora a lungo, mentre l’uomo spingeva sempre di più, gli occhi chiusi, il respiro affannoso.
Fu allora che lo sentì parlare di nuovo: «Vienile dentro, riempila» furono le sue parole.
Il rito di passaggio era completato. Lui stava per ammirare un altro uomo che sarebbe di lì a poco venuto dentro di lei.
Il momento non distava molto, sia l’uomo che lei erano al limite ormai da qualche minuto. Chiuse gli occhi e si lasciò andare all’orgasmo, una specie di scossa lungo la spina dorsale, un grido soffocato, le unghie che si piantavano nella carne dell’uomo.
Lei lo sentì ansimare sempre più forte mentre non riusciva a smettere di godere, finché non sentì il suo sperma che la inondava. Mentre lui riversava dentro di lei una quantità inusitata del suo piacere, il suo orgasmo riprese vigore e la colpì di nuovo, ancora quella sensazione di scossa alla spina dorsale, stavolta però lasciò andare un urlo liberatorio, che lui zittì subito mettendo la sua bocca sulla sua, mentre ancora una volta le unghie rosse di lei lasciavano i loro segni sulla schiena dell’uomo.
Rimase lì per qualche istante, come se dovesse raccogliere le ultime energie, poi si sfilò, lasciando che un rivolo di crema bianca scendesse dalla fessura di lei e colasse lungo la riga delle natiche.
«Ciao puttana.» La voce di lui echeggiò a pochi centimetri dalla sua testa mentre il suo sesso si presentò davanti alla sua bocca. Senza dire nulla lui, ormai al colmo dell’eccitazione, si masturbò rapidamente ed eiaculò nella bocca di lei, che raccolse e ingoiò tutto.
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healthnewsreview · 7 months
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Osteomed Spray Efficace per le articolazioni dolorose? Opinioni!
Osteomed è una crema spray lenitiva per i dolori articolari completamente naturale. Il produttore dal nome probabile è lieto di annunciare che il rimedio per il tessuto sinoviale si vende abbastanza bene in Italia nel 2024. Il prezzo in tutta l’UE rimane lo stesso, grazie ad una politica speciale utilizzata dall’azienda. Puoi ordinare in tutta sicurezza una o due copie della crema spray originale per alleviare il dolore articolare tramite il suo sito ufficiale. Non sorprenderti se avrai la possibilità di assicurarti anche uno sconto del -50% sul costo. I commenti e le opinioni di Osteomed sui forum di fitness sono positivi. La gente dice che la Osteomed serve per la rapida rimozione di infiammazioni, rigidità e disagio. È un rimedio efficace contro i dolori alla schiena e alle articolazioni. La crema spray è sia per uomo che per donna. Disintossica facilmente i tessuti sinoviali e ti farà sentire una persona completamente nuova in 7–10 giorni. Esperti ortopedici, come il dottor Vincenzo Fuschi, Luigi Tricarico e Anna Gallo lo consigliano regolarmente ai loro pazienti. La Osteomed è ottima per la cura della pelle delle articolazioni e non induce effetti collaterali negativi o controindicazioni. Ha un Certificato di Qualità e si abbina al meglio con scelte alimentari sane, come gli zuccheri naturali .
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Osteomed — Ingredienti, composizione e formulazione
Ingredienti, composizione
La formula lenitiva e rigenerante della crema Osteomed contiene ingredienti di origine vegetale ad azione combinata. Questa crema si prende cura delle articolazioni, aiutando a contrastare i fastidi e a migliorare la mobilità sia muscolare che articolare.
L’azione degli ingredienti di Osteomed è sinergica ed è in grado di favorire la buona salute e il funzionamento di gambe, braccia e schiena. Inoltre, aiuta a rallentare i processi di degenerazione e ossidazione.
Gli ingredienti principali che fanno parte della formulazione Osteomed sono:
Olio di eucalipto — Ha un potente effetto analgesico, riscalda, migliora la circolazione sanguigna e ripristina la nutrizione dei tessuti danneggiati;
Olio di rosmarino — Allevia il dolore, rilassa i muscoli, previene gli spasmi, normalizza la circolazione sanguigna e migliora la mobilità articolare;
Estratto di zenzero — Accelera la rigenerazione dei tessuti danneggiati, allevia l’infiammazione e previene la formazione di osteoclasti nel tessuto osseo;
Olio di cannella — Ha un effetto riscaldante, ripristina il volume e la circolazione del liquido sinoviale e protegge le articolazioni dai depositi ortotici;
Estratto di corteccia di pino — Allevia il prurito e diminuisce il gonfiore;
Foglia di eucalipto — Allevia gonfiore, arrossamento, prurito, dilata i vasi sanguigni, migliora il flusso sanguigno nell’articolazione e stimola il ripristino dei tessuti;
Foglie di Jimnema — Arrestano l’infiammazione delle articolazioni e aiutano ad alleviare il dolore;
Estratto di semi di ginepro — scioglie i depositi di calcio nelle articolazioni;
Estratto di Nopal Cladod — Rigenera le articolazioni e le ossa.
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Commenti e opinioni sulla Osteomed
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Ecco dove acquistare Osteomed a buon prezzo online in Italia:
Inserisci il nome e il numero di telefono attuale nel modulo online sul sito ufficiale
Ricevi una chiamata da un funzionario della società di distribuzione e specifica i dettagli di consegna
Ottieni Osteomed , paga con il metodo COD e riacquista mobilità e flessibilità articolare!
La Crema Spray è Offerta in Farmacia?
Abbiamo già sottolineato che il produttore disperde la crema spray per fughe da solo. Puoi acquistare Osteomed con un buon prezzo scontato sul suo sito ufficiale, ma non lo troverai nella tua farmacia locale. Se vi capita di trovarlo sui portali di vendita online, come Mercadona, Amazon o Altroconsumo, fate molta attenzione. È probabile che si tratti di una truffa o di un prodotto falso. Per stare al sicuro da tali pratiche scorrette, acquistalo solo tramite il sito ufficiale.
Continua a camminare per mantenere le articolazioni sane!
L’immobilità è uno dei motivi per cui così tanti giovani adulti soffrono di malattie degenerative della cartilagine. Lavorano e studiano davanti al computer e non fanno abbastanza attività fisica. Alzati in piedi e goditi le tue passeggiate quotidiane per mantenere le articolazioni flessibili e forti!
Conclusione: Osteomed è una crema spray per articolazioni completamente naturale. È molto popolare in Italia dove il prezzo è equivalente a quello dei paesi del resto dell’UE. I commenti e le opinioni di Osteomed sui forum sono molto positivi. I clienti ne approvano l’azione e la composizione organica. Lo consigliano anche gli esperti ortopedici, come un buon rimedio naturale contro i dolori articolari che è qualcosa di più di una medicina.
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