#corda tesa
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haikyou · 7 days ago
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Va funambolo*,
Cammina sulla vita
Di corda tesa
Tra le due cime
Come fune sospesa;
Non puoi cadere
Attraversando il vuoto,
Al cielo sei appeso.
BaoUtnaFèretWaka, 28 gennaio 2025 - 8.56, Kontowood.
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francesco-nigri · 2 months ago
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DI MARE E CIELO Musica e Poesia di Francesco Nigri
DI MARE E CIELO Musica e Poesia di Francesco Nigri Il Testo Qui CASA FACEBOOK
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canesenzafissadimora · 6 months ago
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Dev’esserci un colore da scoprire,
un recondito accordo di parole,
dev’esserci una chiave per aprire
nel muro smisurato questa porta.
Dev’esserci un’isola più a sud,
una corda più tesa e più vibrante,
un altro mar che nuota in un altro blu,
un’altra intonazione più cantante.
Poesia tardiva che non riesci
a dire la metà di quel che sai:
non taci, quando puoi, e non sconfessi
questo corpo casuale e inadeguato.
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José Saramago
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monologhidiunamarea · 3 months ago
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Vivere al limite , vivere con la corda tesa così tanto da sfilacciarsi , vivere con la sensazione di avere una bomba addosso ,nel petto . Aspettando l'esplosione .
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arreton · 9 months ago
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La patente è arrivata in un momento in cui io consideravo morta e sepolta la possibilità di prendere una macchina, di guidare: sebbene avessi sognato più volte di guidare (ovviamente male, perché per me sono sempre esistiti solo freno e acceleratore e nello specifico solo acceleratore e forza frenante del motore, maldetta frizione!) non mi interessava più, anzi mi dicevo che sarebbe stato bello riuscire a spostarsi coi mezzi pubblici, treni autobus, camminare a piedi. Vivevo in un paese campano che rimarrà forse il mio unico rimpianto del sud italia perché era ben strutturato: a piedi raggiungevo e facevo tutto, avevo il centro storico, il centro commerciale, farmacie a volontà, dottoressa vicino casa, un sacco di supermercati, un partito comunista, manifestazioni in piazza: tutto raggiungibile a piedi. Rimpianto perché in quanto sud non puoi campare e la gente è molesta per natura e dunque sono dovuta scappare anche da lì. Della patente, insomma, a me non me ne fregava niente, non ci pensavo affatto. Mentalmente ero ancora abbastanza inguaiata, andava meglio ma non andava bene: ero tesa come una corda di violino, il mio corpo era un fascio di nervi e questo si ripercuoteva sulla guida: l'istruttrice fece una grandissima fatica, sudava appresso a me che ero grondante di sudore terrorizzato. Iniziare a guidare è stato un trauma: ero terrorizzata dal fatto che quell'abitacolo, quell'aggeggio enorme non solo era "comandato" da me, ma mi toglieva letteralmente il terreno sotto i piedi (a questo proposito aggiungo che io ho avuto problemi anche col tapis roulant perché appunto c'era questa passerella che si muoveva in maniera "autonoma" ed io avevo paura di non riuscire a controllarla. Cosa c'entra con la guida di un auto? Beh, è la stessa identica cosa dato che ho paura di perdere il controllo). Poi io ho bisogno di capire quello che sto facendo, devo farmi uno schema in testa, non riesco a buttarmi e capire dopo, io devo sapere prima. Beh, io non riuscivo a capire cosa stavo facendo e dunque non riuscivo a rilassarmi. Comunque, alla fine sono riuscita a prendere questa benedetta patente. L'ho presa per grazia divina perché appunto l'esame fu terribile ed infatti io non ero nemmeno felice di quella patente perché non era "meritata", cioè io non riuscivo ancora a guidare, ero insicurissima ed immaginavo violentemente ancora un incidente ad ogni minimo incrocio (non riuscivo nemmeno a stare dritta nella mia carreggiata). Infatti presa la patente non ho più guidato.
La macchina invece è arrivata in un momento in cui non doveva arrivare e cioè circa un mese fa: senza lavoro, a soldi prestati (come d'altronde anche la patente), lontana da tutti, in un posto che nemmeno conosco perché chi cazzo c'è mai stata in provincia di bergamo. Sapevo che mi sarei dovuta prendere una macchina prima o poi, perché qua è tutto scomodo come in sicilia, ma avevo progettato di acquistarla in un altro momento. Reiniziare a guidare è stato semplice e soprattutto divertente: è cambiata la testa, le medicine sono servite a qualcosa. Ho fatto qualche guida assieme ad una istruttrice della zona e mi sono divertita un sacco, la sua guida è stata preziosa e lei una persona veramente gentile (oltre che strana, come tutte le persone della zona: io a tutta questa educazione non ci sono abituata e soprattutto non sono abituata a chi dice "Un quarto alle 9") ed esaltata, ovviamente pure lei di discendenza siciliana ma ormai lo so che la sicilia me la ritroverò ovunque: d'altronde i pomodori che ho comprato venivano proprio dalla città dove sono nata. Io adesso comunque guido: la macchina mi odia perché la faccio singhiozzare sempre e perché non cambio adeguatamente le marce, per non parlare di tutte le volte che la faccio spegnere o che resto appesa in una salita perché non so bilanciare bene frizione e acceleratore; la frizione mi deride perché sa che ho un odio e una repulsione spontanei nei suoi confronti; la gente quando mi guida dietro si mette a ridere quando proprio non mi bestemmia ma qua nessuno mi ha mai suonato, al massimo mi sorpassano. A volte penso che guidare è una gran bella cosa, che spero di avere i soldi prima o poi per farmi un bel pieno, pagarmi i pedaggi e andare che ne so a milano o robe simili. Penso che dovrei approfittarne del fatto di potermi spostare tranquillamente, per poter andare in posti dove ho sempre voluto andare, mi dico: wow, ma qua ho tutto così vicino! Persino voi tumbleri siete così vicini, se ci penso! A tutta questa libertà di movimento è difficile abituarsi, per una che ha sempre vissuto entro i confini di un'isola e della miseria. Certo, se arrivasse un lavoro sarebbe pure cosa gradita (mi correggo: se arrivasse un'entrata mensile, che poi si debba passare per il lavoro è solo una triste parentesi disumanizzante) ma poi penso che male che vada ho un tetto sotto il quale poter dormire: la mia auto.
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ragazzoarcano · 1 year ago
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“Ti domanderanno come si attraversa la vita. Rispondi: come un abisso, su una corda tesa, in bellezza, con cautela, oscillando.”
— Richard Bach
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lory78blog · 3 months ago
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Ti domanderanno come si traversa la vita. Rispondi: “come un abisso, su una corda tesa, in bellezza. Con cautela. Oscillando. R. Bach
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poesiablog60 · 11 months ago
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Dev’esserci un colore da scoprire,
un recondito accordo di parole,
dev’esserci una chiave per aprire
nel muro smisurato questa porta.
Dev’esserci un’isola più a sud,
una corda più tesa e più vibrante,
un altro mar che nuota in un altro blu,
un’altra intonazione più cantante.
Poesia tardiva che non riesci
a dire la metà di quel che sai:
non taci, quando puoi, e non sconfessi
questo corpo casuale e inadeguato.
Josè Saramago
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abatelunare · 2 years ago
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È cosa nota: camminare sulla corda tesa, proprio sul ciglio del burrone, è l'occupazione preferita dalle donne (Ivan Sergeevic Turgenev, Il canto dell'amor trionfante e altri racconti).
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lunamagicablu · 8 months ago
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La nostra vita si svolge tra l’istante e l’eternità, in una corda tesa tra il nulla e l’infinito tra le minuscole cose che ci circondano e l’immensità dell’universo. Viviamo perennemente in equilibrio tra razionalità ed emotività, superficialità e spiritualità, illusione e sogno, abitudine e caos. Siamo eterni equilibristi tra indifferenza e amore, conformismo e follia, ragione e sentimento. Alla perenne ricerca di quell’amore che ci ha generato e del quale siamo intrisi, del divino che è in noi, dell’amore che dà un senso alla nostra vita. (Agostino Degas) art by Kurda *************************** Our life takes place between the moment and eternity, in a tightrope between nothingness and infinity among the tiny things that surround us and the immensity of the universe. We live perpetually in balance between rationality and emotion, superficiality and spirituality, illusion and dream, habit and chaos. We are eternal tightrope walkers between indifference and love, conformism and madness, reason and feeling. In constant search of that love that generated us and with which we are imbued, of the divine that is within us, of the love that gives meaning to our lives. (Agostino Degas) art by Kurda 
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t-annhauser · 1 year ago
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Un ideale pornomane fin de siècle o meglio ancora degli anni '50 che si trovasse catapultato per un prodigio della storia nel secolo attuale si domanderebbe stupefatto: che fine hanno fatto i peli pubici? Un'epidemia fulminante di alopecia genitalis deve avere colpito il genere umano lasciandolo glabro in quelle parti come una palla da biliardo. Fosse capitato da queste parti giusto una cinquantina d'anni fa non avrebbe colto troppe differenze con la vita reale, ma addentrandosi nel nuovo millennio di una ventina d'anni avrebbe notato questa diffusa tricofobia delle parti intime che ormai relega la peluria genitale a parafilia di nicchia, similmente agli appassionati del vinile. Sembra che l'umanità si sia scordata di essere fatta di carne e si sia messa ad inseguire un'ideale di levigatezza più affine al materiale plastico. Forse che abbiamo già compiuto la trasformazione in superuomini e la scimmia abbia messo il piede in fallo sopra la corda tesa sull'abisso? (cfr. Nietzsche). Ai posteri l'ardua sentenza.
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monologhidiunamarea · 3 months ago
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Tesa come una corda di violino
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kiki-de-la-petite-flaque · 6 months ago
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Dev’esserci un colore da scoprire, un recondito accordo di parole, dev’esserci una chiave per aprire nel muro smisurato questa porta. Dev’esserci un’isola più a sud, una corda più tesa e più vibrante, un altro mar che nuota in un altro blu, un’altra intonazione più cantante. Poesia tardiva che non riesci a dire la metà di quel che sai: non taci, quando puoi, e non sconfessi questo corpo casuale e inadeguato.
José Saramago
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greenbor · 6 months ago
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Poesia di https://www.tumblr.com/canesenzafissadimora
Dev’esserci un colore da scoprire,
un recondito accordo di parole,
dev’esserci una chiave per aprire
nel muro smisurato questa porta.
Dev’esserci un’isola più a sud,
una corda più tesa e più vibrante,
un altro mar che nuota in un altro blu,
un’altra intonazione più cantante.
Poesia tardiva che non riesci
a dire la metà di quel che sai:
non taci, quando puoi, e non sconfessi
questo corpo casuale e inadeguato.
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lory78blog · 1 year ago
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Ti domanderanno: come si traversa la vita? Rispondi: come un abisso, su una corda tesa. In bellezza, con cautela, oscillando. Richard Bach
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canesenzafissadimora · 9 months ago
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L’amore è diverso
da quello che credevo,
più vicino a un’ape operaia
a un tessitore
che a un acrobata ubriaco,
più simile a un mestiere
che a un sentire.
Io amavo
un po’ con la memoria astrale
e un po’ con giustizia poetica,
ma l’amore
è più vicino a una scienza
che a una poesia,
ha delle sue regole di risonanza
e altre di respingenza,
ha angoli di incidenza
per profili alari e luce,
ma non ha regole per il buio
e l’assenza di ali.
L’amore è molto simile
all’insonnia,
non devi soffrirla
solo ospitarla,
lasciare che ti squassi
faccia di te un sistema nervoso
senza isolamento,
una corda tesa
di strumento musicale ignoto.
Essere temi musicali
non è una vocazione
ma una disciplina di spoliazione,
è farsi ossi
limati
dalle onde
goccia che si disfa
nel galoppante mare.
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Chandra Livia Candiani
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