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LA CENSURA AI TEMPI DEI REGIMI DEMOCRATICI
Di Ivan Surace
In perfetto stile orwelliano la neolingua ha coniato un nuovo termine per la censura tanto di moda nei secoli passati: standard della community.
Suona bene vero?
Un termine inc(u)l(o)sivo, comunitario, che ci fa sentire tutti membri dello stesso gregge in maniera allegra e positiva, contro un non meglio precisato nemico che non rispetta gli standard.
D’altronde un secolo di studi e applicazioni di public relations alla Bernays ha portato i suoi frutti, soprattutto da parte di chi ha capito come funziona la massa e che quindi, senza troppi scrupoli, utilizza tutti i mezzi che ha a disposizione per manipolarla a suo piacimento censurando, o meglio facendo scomparire, chiunque e qualunque cosa possa mettere In dubbio la propaganda di regime, la narrazione dominante.
Come ultimo esempio in questi giorni abbiamo la questione climatica.
Vi sarete resi conto di come la propaganda su questo argomento sia cresciuta in maniera esponenziale in questi ultimi anni, parallelamente alla cosiddetta transizione green, che porta con se il passaggio al “tutto elettrico” in ogni campo e alla sostituzione con l’IA, di gran parte della gestione sociale, politica economica e sanitaria della popolazione.
Stiamo assistendo alla conversione coatta della società in un grande allevamento intensivo di ultima generazione, in cui ogni singolo capo di bestiame, trasformato in un pezzo di carne senza personalità né anima, viene controllato in maniera totale e continuativa.
Comunque la si pensi, questo è il futuro che immaginano per l'umanità e che si sta progressivamente attuando in maniera totalitaria, a cominciare dai grandi centri urbani, trasmormati in vere e proprie aziende zootecniche per umani.
Ma torniamo alla questione climatica, l’intesificarsi della propaganda su questo argomento serve a giustificare e a far accettare all’opinione pubblica l’entrata in vigore di leggi e restrizioni normalmente inaccettabili in qualsiasi società democratica.
Quindi la questione climatica é il pretesto, lo storytelling, la fiction, su cui si basa la ricerca di consenso da parte del potere, per imporre il cambiamento antropologico necessario, per realizzare i loro piani di controllo totale della popolazione.
Affinché la fiction sia credibile e possa essere sostituita alla realtà, occorre eliminare tutte le eventuali prove, critiche, controversie, che contrastano, anche minimamente, con la narrazione dominante.
È in ossequio a questa logica che negli ultimi mesi su FB, in maniera discreta e disinvolta, con vera tecnica da desaparecidos, sono stati rimossi diverse pagine e profili che facevano informazione sul clima in maniera non allineata al pensiero unico e dove venivano condivisi studi, grafici e informazioni scientifiche di fondazioni come Clintel o di scienziati come Prestininzi, Scafetta, Prodi, Curry, Lindzen, Spencer, ecc.
La pagina 'Klima e scienza', solo per fare un esempio recente, é stata fatta evaporare non appena raggiunti i 10mila iscritti.
Stessa sorte a profili di privati cittadini e di gestori dei profili sopra menzionati, anch’essi fatti sparire da un giorno all’altro con estrema discrezione, al punto che se uno non ci fa caso, neanche se ne rende conto e tutto continua come se niente fosse accaduto.
La situazione é estremamente pericolosa perche da un lato si procede con le epurazioni senza sosta e dall’altro non vi è nessuna presa di coscienza di quanto stia succedendo.
Se e quando la massa si renderà conto di tutto ciò, sarà già troppo tardi.
Al limite avverrà quando l’identità digitale, il portafoglio digitale e tutte le restrizioni ad essi legate, saranno già legge e routine quotidiana e non penso si dovrà attendere molto.
Se non ci sarà un totale cambio di passo da parte della minoranza non allineata nel lottare contro questo regime, tra i più subdoli e raffinati della storia, la fine della società e dell’umanità per come l’abbiamo sempre vissuta percepita e immaginata sarà certa come la morte.
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Ma contro i sentimenti siamo disarmati, poiché esistono e basta - e sfuggono a qualunque censura.
- L’identità, Milan Kundera
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21 maggio 2013

Il mio feretro è pronto. È a casa mia. È una pelle di cervo cacciato nella foresta di Lyons. Un tempo vi avvolgevano i corpi dei re. La "nappa" del cervo è considerata immarcescibile. E si suonerà "J'avais un camarade" in tedesco.
Mi do la morte per risvegliare le coscienze addormentate. Insorgo contro la fatalità. Insorgo contro i veleni dell’anima e contro gli invasivi desideri individuali che distruggono i nostri ancoraggi identitari e in particolare la famiglia, nucleo intimo della nostra civiltà. Così come difendo l’identità di tutti i popoli presso di loro, mi ribello al contempo contro il crimine che mira al rimpiazzo delle nostre popolazioni.
-Dominique Venner
accadde oggi.
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Contro i sentimenti siamo disarmati, poiché esistono e basta e sfuggono a qualunque censura. Possiamo rimproverarci un gesto, una frase, ma non un sentimento: su di esso non abbiamo alcun potere.
|| L’identità - Milan Kundera
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Dissenso: l'importanza del non essere d'accordo
Dissenso. Una parola che spesso intimorisce, che evoca scontri, divergenze, conflitti. Eppure, il dissenso è il motore della riflessione, il cuore pulsante di ogni dibattito autentico. Qualche giorno fa, ho partecipato a un incontro con persone che, almeno sulla carta, condividevano i miei stessi interessi. Come spesso mi accade in questi contesti, mi sono interrogato su quanto la libertà di pensiero sia effettivamente consentita e fino a che punto si possano spingere i limiti di una discussione prima di diventare "scomodi".
Non appena ho espresso un'opinione discordante, si è verificato quel fenomeno ormai familiare a chiunque osi dissentire: il dissenso non è accolto come stimolo, ma come provocazione. Una forma di polemica gratuita, un fastidio da arginare. Eppure, non era quello il mio intento. Al contrario, trovo che in qualsiasi gruppo – soprattutto in quelli nati attorno a un interesse comune – il dibattito dovrebbe essere il fulcro della condivisione. Non riesco a comprendere né a giustificare quelle situazioni in cui un’ideologia si trasforma in dogma, standardizzando il pensiero, livellandolo, eliminando ogni sfumatura.
Quante volte capita di entrare in un gruppo, riconoscendosi nei suoi valori, per poi accorgersi che, alla prima divergenza, il dialogo si chiude? La discussione non viene accolta come un’opportunità di crescita, ma vissuta come un attacco. Dissentire su un punto, anche minimo, genera un'immediata ostilità, come se il solo mettere in discussione una verità soggettiva fosse un tradimento. Peggio ancora, si finisce per essere trattati con maggiore diffidenza rispetto a chi non ha mai condiviso quell'idea fin dall'inizio.
Un esempio emblematico è la politica. Si può aderire a un’ideologia di destra o di sinistra, ma guai a cercare un punto di incontro, guai a riconoscere che esistano elementi positivi in entrambe le parti. Chi tenta di farlo viene subito accusato di essere ambiguo, di parteggiare per “l’altra fazione”. Il nostro mondo occidentale sembra incapace di concepire le sfumature, di accettare la possibilità di un equilibrio tra le parti. Esiste solo la contrapposizione netta, il bianco contro il nero, senza mai fermarsi a osservare le infinite gradazioni di grigio nel mezzo.
E così accade anche per la religione, per le questioni sociali, per il dibattito su temi complessi come l’identità di genere. In un’epoca in cui molti diritti – almeno nel nostro paese – sono stati conquistati, ci si ritrova costretti a prendere posizione su tutto, anche su questioni che magari non ci riguardano direttamente. Il risultato? Un cortocircuito paradossale: chi non sa scegliere, chi non si informa, finisce per aderire a una posizione per reazione, per istinto, per opposizione. Non per convinzione.
Ma perché avviene questo? Cosa significa dissentire, oggi? E perché il dissenso è più necessario che mai nel dibattito pubblico, molto più che il semplice desiderio di affermare la propria idea personale?
Forse la risposta sta proprio qui: dissentire non è negare, non è distruggere. È alimentare il pensiero critico, è il coraggio di mettere alla prova le nostre stesse convinzioni, di non temere il confronto, di accettare che la verità, nella sua forma più pura, non è mai monolitica.

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Ricerca la tua verità
Non c'è progresso senza confronto. Il dissenso ci costringe a uscire dalla nostra zona di comfort, a interrogarci su ciò che diamo per scontato, a sfidare le certezze che ci siamo costruiti. Ma per essere davvero utile, deve essere costruttivo: non basta dire "no", bisogna motivare, argomentare, ascoltare. E per fare tutto ciò occorre prima di tutto informarsi, esplorare altre prospettive, costruire un'opinione che sia davvero nostra, non un'eco di qualcun altro.
La nostra società vive oggi in un’epoca frettolosa, che non ha tempo da perdere ma che lo spreca continuamente. Abbiamo smesso di ascoltare, limitandoci a sentire senza elaborare, per poi etichettare e incasellare. Spesso secondo una nostra personalissima chiave di lettura. In quest'epoca di parole fugaci, notizie lampo e scandali che ci lasciano attoniti - salvo poi scivolare sugli schermi nell'immediatezza di una manciata di giorni, come gocce di pioggia sullo schermo - ci siamo illusi che la verità sia una semplice ricerca online, sempre a portata di mano e uguale per tutti.
La verità, però, è un'alchimia di cui il dissenso è un ingrediente essenziale.
Socrate, padre della filosofia morale, si poneva con la sua caratteristica modestia al livello del suo interlocutore, coinvolgendolo attivamente attraverso una serie di domande. Questo dialogo gli permetteva di esercitare la sua "arte maieutica", ovvero l'abilità di far emergere la verità dall'anima del discepolo, proprio come una levatrice aiuta a dare alla luce un bambino. Contrariamente all'idea di insegnamento tradizionale, egli non imponeva le proprie idee, ma facilitava il processo di scoperta interiore. Questo dialogo smascherava le contraddizioni e l'infondatezza delle convinzioni comuni, portando l'interlocutore a riconoscerne la loro vera natura, cioè quella di semplici opinioni.
Scoppia la bolla
Ci siamo abituati a vivere dentro bolle di pensiero, alimentate dagli algoritmi che ci mostrano solo ciò che vogliamo (o crediamo di volere) vedere, solo ciò che conferma le nostre idee preesistenti, sempre più radicate. Nella società di oggi, la medaglia ha perso l'altra faccia.
Chi accetta passivamente una narrazione unica si trasforma in uno strumento di potere, anziché in un individuo libero. Il nostro compito dovrebbe invece tornare ad essere quello di strappare il copione che ci è stato consegnato, per riscriverlo con la nostra voce, perché la vita vera non è quella vissuta nell’ombra della rassegnazione, ma quella costruita nel fuoco sacro della libertà di scegliere, di porci e porre domande anche scomode, rischiose. Perché “Vivere significa prendere posizione”, come scriveva Albert Camus. E prendere posizione significa anche accettare il rischio del dissenso, di uscire dalla comoda passività di chi annuisce e segue la corrente. Esponendosi talvolta alla gogna o al pubblico ludibrio.
So che il problema coinvolge tutti. Il conformismo è rassicurante. C’è una pigra dolcezza nell’adagiarsi, nel non farsi domande, nel seguire il percorso già tracciato. Ma c’è anche un prezzo: la perdita di noi stessi. Al contrario però, dissentire ci restituisce la vita, la possibilità di essere individui e non ingranaggi. Non solo opponendoci a qualcosa, ma affermando la nostra presenza, il nostro diritto a esistere come esseri pensanti. In un mondo che ci vuole distratti e docili, esercitare il dissenso è un atto di resistenza. E ogni resistenza è un atto di libertà.

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In conclusione
Ogni epoca ha avuto le sue certezze granitiche, destinate a sgretolarsi sotto il peso del tempo e, spesso, del dissenso. Se Rosa Parks si fosse alzata dal suo posto in quell’autobus segregato, la storia sarebbe rimasta immobile. Se Galileo avesse piegato la testa di fronte all’Inquisizione, forse ancora oggi non crederemmo all'eliocentrismo. E ancora, quando Darwin ipotizzò l’evoluzione delle specie, fu deriso e attaccato; oggi la biologia non potrebbe esistere senza le sue scoperte. Persino la scienza quindi, che molti vedono come un corpo di verità inconfutabili, non è altro che un processo di errori e revisioni continue.
Karl Popper spiegò questo semplice concetto con il principio di falsificabilità: un’idea ha valore solo se può essere messa alla prova, solo se può essere smentita. Se non può essere criticata, allora non è conoscenza, ma dogma.
E allora perché abbiamo così paura del dissenso? Del non essere d'accordo? Perché ci aggrappiamo alle nostre verità come se metterle in discussione significasse perdere noi stessi?
Il dissenso è un viaggio, un processo continuo. E come ogni viaggio, il primo passo è la volontà di partire. Da dove, vi chiederete. Forse proprio dalle nostre stesse idee. Smontandole, esaminandole, chiedendosi da dove vengano, quanto siano fondate, quanto ci appartengano davvero e quanto non siano semplicemente ereditate da chi ci ha educati, informati e influenzati. Dovremmo dissentire non per il puro gusto della polemica, ma per un’esigenza intellettuale.
Non siamo macchine programmate per risposte binarie, siamo esseri umani con pensieri che si evolvono, che cambiano, che si contaminano.
E invece di temere questa complessità, dovremmo abbracciarla.
Source: Dissenso: l'importanza del non essere d'accordoBlaze
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Che Alice Weidel sia lesbica a noi di sinistra importa poco, che abbia una relazione con una donna di origini cingalesi, quindi migrante, ancora meno, che abbia residenza e domicilio in Svizzera no invece, ma solo per un problema fiscale. Noi pensiamo che le "tasse siano belle", per questo vorremmo che le pagassero tutti.
Se fossi un elettore di destra, invece, mi farebbe incazzare una leader lesbica, proprio come la Schlein, che mi sta sulle palle (se fossi in elettore di destra, beninteso).
Mi farebbe incazzare ancora di più la sua relazione con la migrante, ma come, con tutte le donne ariane che esistono, proprio una cingalese emigrata?
E sul domicilio svizzero, non mi interessa se evadi le tasse, anzi, ti stimo ancora di più, ma che minchia, siamo sovranisti o no? Allora qua devi stare, in terra germanica!
Ma d’altronde, per confortare gli amici destrorsi, lo stesso Hitler non era mica una brava persona; tanto per cominciare non era tedesco, ma austriaco, e nemmeno della capitale.
E su di lui pesa il gravissimo sospetto che potesse essere pure di origini ebraiche; infatti è incerta l’identità paterna di suo padre, e per un certo periodo di tempo sua nonna lavorò a servizio presso una famiglia ebraica, e questo accadde proprio nel periodo in cui nacque il padre di Hitler.
E non parliamo certo delle sue predilezioni sessuali, su questo campo pare che tutto ciò che da adulto aborriva: omofobia, antisemitismo, razzismo, ecc., non fossero altro che lotte intestine, cioè che stesse lottando contro qualcosa che lo riguardava in prima persona, che avesse cioè spostato all’esterno, una lotta tutta intestina contro tutto ciò che sentiva di essere e non voleva essere.
E avete mai conosciuto un ufficiale nazista o un gerarca fascista che possedessero un certo equilibrio mentale?
E degli elettori di ieri e di oggi, che preferiscono mettersi a colombrina davanti a Trump, a Musk, o a Putin piuttosto che essere liberi e indipendenti costruendo un’Europa forte e sovrana, vogliamo parlarne?
Dico a voi, patrioti, godetevi questi momenti in cui avanzate, ma non sfondate (la Meloni che non riesce a superare il 30%, mentre Renzi è arrivato al 40%, i 5Stelle al 33%, Salvini, almeno nelle proiezioni, al 34%, Berlusconi al 39%), prima di ritornare al mondo infero da cui siete risorti.
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Rubrica: cose ciniche che non vi insegnano a scuola
Progetto Kalergi… roba che se la racconti a cena ti guardano come se avessi chiesto di sacrificare un capretto sul tavolo.
Ora, cinicamente ma seriamente:
Il Piano Kalergi prende il nome da Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, un aristocratico austro-giapponese vissuto tra il 1894 e il 1972.
È stato uno dei primissimi teorici dell’idea di un’Europa unificata (Spoiler: non quella di De Gasperi e Schuman, ma molto più “elitaria”, gestita da pochi per conto di pochi).
Kalergi immaginava una fusione dei popoli europei con popolazioni extraeuropee, creando una massa umana “ibrida”, priva di identità nazionale, culturale e spirituale.
Secondo la sua visione, questo “popolo nuovo” — più facilmente governabile e meno radicato — sarebbe stato il gregge ideale per un’élite cosmopolita al comando.
Detto terra terra:
Il piano sarebbe (uso il condizionale, perché qui siamo ai margini tra storia e interpretazioni politiche) una strategia per cancellare le identità europee, rendere i popoli una massa uniforme senza radici, senza orgoglio nazionale, senza forza di resistenza.
Kalergi, per inciso, godeva già allora del sostegno di banchieri internazionali e di alcuni potentissimi lobbyisti. Non esattamente il vicino di casa che ti presta il cacciavite, insomma.
Oggi, chi accusa l’élite di portare avanti una sorta di “Piano Kalergi” punta il dito contro:
•L’immigrazione incontrollata promossa come “risorsa” (che per i grandi capitalisti è vero: abbassa i salari e crea consumatori senza pretese).
•La distruzione delle tradizioni europee sotto il pretesto del multiculturalismo forzato.
•La demonizzazione dell’identità nazionale, vista come “pericoloso nazionalismo” (ma guarda caso nessuno demonizza il nazionalismo cinese o africano…).
In pratica:
Il “Progetto Kalergi” è l’incubo per chi ama la propria civiltà, ed è il sogno bagnato di chi vuole un’umanità senza difese, buona solo a produrre, consumare, obbedire.
“Chi cancella l’identità di un popolo, ha già conquistato la sua anima senza sparare un colpo.”
**Il Piano Kalergi non è un complotto: è un progetto dichiarato.
Mescolare popoli, cancellare identità, creare una massa ibrida senza radici.
Chi perde la propria storia, perde se stesso.
Chi non conosce il Kalergismo, sarà la sua prima vittima.
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In queste ore di elezioni Francesi non ho trovato nulla di più appropriato.
Il mio feretro è pronto. È a casa mia. È una pelle di cervo cacciato nella foresta di Lyons. Un tempo vi avvolgevano i corpi dei re. La "nappa" del cervo è considerata immarcescibile. E si suonerà "J'avais un camarade" in tedesco.
Mi do la morte per risvegliare le coscienze addormentate. Insorgo contro la fatalità. Insorgo contro i veleni dell’anima e contro gli invasivi desideri individuali che distruggono i nostri ancoraggi identitari e in particolare la famiglia, nucleo intimo della nostra civiltà. Così come difendo l’identità di tutti i popoli presso di loro, mi ribello al contempo contro il crimine che mira al rimpiazzo delle nostre popolazioni.
-Dominique Venner
#france #dominiquevenner #patriots #droit #elezioni #europe #filosofi #liberopensiero #javaisuncamarade #robertonicolettiballatibonaffini
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Pokémon: How I became a Pokémon Master - Complete Script Part 2 (ITA)
Pocket Monsters XY
Episodi totali: 150
Premessa:
La sceneggiatura di questa serie diverge a partire dall’episodio 930 “L’ora della combattuta conclusione”, in cui Ash vince la Lega, sconfiggendo in finale il suo amico e rivale Alan e il suo Pokémon MegaCharizard X
Arco del Team Flare:
Avviene subito dopo la Lega, esattamente come nella serie animata
Torneo dei Superquattro:
Si colloca dopo l’episodio 936 “Lottare ricominciando da zero!”. Vengono aggiunti ulteriori 10 episodi per approfondire questa saga
Ash partecipa alla competizione, utilizzando anche Pokémon delle precedenti avventure, come Samurott, Snorlax, Charizard e Krookodile
Alan affida ad Ash un Megacerchio e una Charizardite X da parte del Professor Platan, in segno di riconoscimento nei confronti del ragazzo per l’intervento contro il Team Flare, organizzazione criminale che operava nella regione di Kalos
Ash riesce ad avere la meglio sui Superquattro e sfida così Diantha, la Campionessa di Kalos
Greninja-Ash sconfigge MegaGardevoir della Campionessa. Ash ottiene il titolo di Campione Regionale
Il sogno del protagonista è sempre più vicino alla sua realizzazione: per diventare Maestro Pokémon deve riuscire ora a vincere il Torneo dei Campioni del Mondo, la cui data e il cui luogo devono ancora essere annunciati
Ritorno a Kanto:
Serena, la compagna di viaggio di Ash in questa regione, decide di partire a fianco di Diantha per la regione di Hoenn. La ragazza vuole diventare un’attrice proprio come la Campionessa che tanto stima
Lem, compagno di viaggio di Ash in questa serie, decide di tornare ad occuparsi della sua Palestra a Luminopoli, ora più sicuro che mai grazie all’esperienza accumulata a fianco del suo amico Ash
Tornato a casa, Ash viene informato da Oak che il Torneo dei Campioni del Mondo si terrà tra 2 anni in un luogo non ancora annunciato
Pocket Monsters Sun & Moon
Episodi totali: 80
Premessa:
Come per Best Wishes, anche Sun & Moon viene completamente riscritta, al fine di mostrare il protagonista Ash come un Allenatore di 17 anni
Introduzione:
Qualche mese dopo la conclusione della sua precedente avventura, troviamo Ash a Biancavilla, intento ad allenare i suoi Pokémon in attesa dell’inizio del Torneo Mondiale. Ritornano alcuni vecchi amici del protagonista come Primeape, Butterfree e Pidgeot
Ash, il nuovo insegnante:
Il Professor Oak affida ad Ash un compito: raggiungere la Scuola di Pokémon di Alola, diretta dal cugino Manuel Oak, per insegnare ai nuovi studenti nozioni sull’allenamento dei Pokémon, affiancandosi al Professor Kukui
A fine corso scolastico, gli alunni di Ash - Suiren, Kawe, Ibis e Chrys - si diplomano e ottengono il titolo di Capitani, cioè coloro che gestiscono le Prove che compongono il Giro delle Isole e allenano i Pokémon Dominanti (creature più forti e imponenti dei normali esemplari della loro specie che si dice possiedano un potere donatogli dalla regione di Alola stessa)
Il Giro delle Isole:
Ash incontra Hala, Kahuna di Mele Mele, che gli parla del Giro delle Isole, competizione che sostituisce il sistema delle Palestre delle altre regioni e che consiste nel battere i Pokémon Dominanti e ottenere i Cristalli Z (strumenti che permettono ai Pokémon di usare le Mosse Z, attacchi più forti del normale). Il ragazzo decide di affrontare questa nuova esperienza, viaggiando per la regione
Il Team Rocket:
Come ad Unima, Giovanni incarica Jessie e James di recarsi ad Alola per scoprire l’identità di una misteriosa organizzazione che opera in quella regione: la fondazione Æther.
Come nella serie ufficiale, il Team Rocket vive con Bewear
Incontro con Lylia:
Ash e Kukui si dirigono al tempio di Tapu Koko. L’Allenatore viene a conoscenza dell’esistenza dei Pokémon Protettori, creature che sono considerate divinità dagli abitanti di Alola e che proteggono questo arcipelago
Anche una ragazza di nome Lylia è venuta al tempio e sta pregando una statua di Tapu Koko di aiutarla a salvaguardare Nebulino, piccola creatura misteriosa di cui si sta prendendo cura
Sulla via del ritorno a casa, la ragazza attraversa un ponte traballante e viene attaccata da uno stormo di Spearow
Ash nota che Lylia è in pericolo e la aiuta chiedendo a Pikachu di scacciare gli Spearow con Fulmine
Il protagonista raggiunge Lylia sul ponte traballante, che poi si spezza. I 2 vengono salvati da Tapu Koko
Il Pokémon Protettore osserva Ash e lascia ai suoi piedi un Cerchio Z: Kukui capisce così che il protagonista è ritenuto idoneo dal Protettore per poter utilizzare le Mosse Z
Lylia si presenta al ragazzo e al Professore e racconta loro di Nebulino, un misterioso Pokémon che deve a tutti i costi proteggere. La ragazza preferisce non rivelare l’identità dei nemici che la stanno cercando, per evitare di mettere in pericolo Kukui ed Ash
Amici e nemici nel viaggio:
Per completare il Giro delle Isole, Ash sfida tutti i Pokémon Dominanti, sconfiggendoli e ottenendo i Cristalli Z
Il protagonista in questa serie allena la seguente squadra: Pikachu, Decidueye, Incineroar, Lycanroc Forma Crepuscolo, Naganadel e Melmetal
Durante il viaggio verso Hao’oli, il protagonista incontra alcuni membri del Team Skull: dei teppisti intenti a creare disturbo nelle città di Alola
Ash, durante l’esplorazione delle varie isole, fa amicizia con un Allenatore di nome Iridio, il fratello di Lylia. Il ragazzo è diventato da poco Campione di Johto.
Iridio mostra ad Ash un Pokémon di cui si sta prendendo cura da poco, Tipo Zero, che deve tenere nascosto da qualcuno di losco, proprio come faceva Lylia
I piani del Team Skull:
Guzman nomina 4 Comandanti Skull con un compito ben preciso: rapire tutti i Pokémon Dominanti, con lo scopo di estrapolare dai loro corpi l’energia pura di Alola che li ha resi più grandi e potenti del normale
Ash viene contattato da Kukui, che lo informa che Gumshoos, Dominante appartenente al Capitano Liam, e Wishiwashi, appartenente a Suiren, sono scomparsi nel nulla. Il protagonista decide di indagare su tale mistero. Le Prove vengono sospese momentaneamente.
La fondazione Æther:
Samina, la direttrice della fondazione, viene a sapere che nella Scuola di Pokémon ha insegnato Ash, un Allenatore rinomato per le sue doti, e lo invita quindi a conoscere l’Æther Paradise, un luogo in cui Pokémon feriti, abbandonati dagli Allenatori e malati vengono curati
Lylia, che in quel momento era con Ash, si rifiuta di andare in quel posto e riparte in viaggio da sola. Guzman rintraccia Lylia e rapisce Nebulino
Ash nota una certa somiglianza tra Lylia, Iridio e Samina
Quando il protagonista se ne sta andando da quel luogo, intravede Guzman, il Capo del Team Skull. Non è chiaro per quale motivo egli si trovi in quel luogo
Il salvataggio dei Pokémon Dominanti:
Ash sconfigge tutti i 4 Comandanti del Team Skull e si reca nella città di Poh, nel covo dei nemici, per recuperare i Pokémon Dominanti
Il protagonista si fa strada nel covo con l’aiuto di Jessie e James
Ash non riesce a sconfiggere Guzman. Interviene Iridio che lo batte con Tipo Zero ma è troppo tardi: i Pokémon rapiti non si trovano in quel luogo
Guzman rivela che si trovano nella Fondazione Æther
La vera identità della fondazione Æther:
Lylia e Iridio raccontano tutta la verità ad Ash e Kukui: la madre Samina ha incaricato Guzman e il Team Skull di rapire i Pokémon Dominanti e di impossessarsi del loro potere che, sommato a quello di Nebulino (che si scopre essere Cosmog, un Pokémon Leggendario proveniente da una dimensione parallela), può aprire simultaneamente più Ultravarchi e richiamare nel nostro mondo Pokémon provenienti da altre dimensioni: le pericolosissime Ultracreature. Samina trova affascinanti questi mostri e vuole a tutti i costi ottenerli, ignorando il fatto che possano causare catastrofi sul nostro pianeta e mettere in pericolo la vita dei Pokémon utilizzati per aprire i portali
Lylia, un giorno, aveva incontrato Cosmog in una foresta. La madre, scoprendo che era una Ultracreatura con un enorme potere latente, voleva sfruttarla per aprire gli Ultravarchi. Temendo per l’incolumità del piccolo Pokémon, Lylia aveva deciso di fuggire di casa
Samina è una donna egoista e facoltosa che ha affidato i figli alle cure di domestici per perseguire il suo sogno di incontrare le Ultracreature
Ash e i 2 fratelli si recano verso la Fondazione Æther per fermare il losco piano
Le Ultracreature e la crisi di Alola:
Samina riesce a richiamare nel nostro mondo l’Ultracreatura Nihilego, la quale soggioga la mente della donna e la porta via con sé
La Terra viene invasa da numerose Ultracreature, arrivate dai varchi dimensionali
Iridio, Lylia e Kukui ricevono un Cerchio Z dai Protettori Tapu Bulu, Tapu Fini e Tapu Lele. I 3, insieme ad Ash e ai Kahuna delle Isole e ai Pokémon Protettori, sconfiggono tutte le Ultracreature
L’arrivo della Ultrapattuglia:
2 uomini provenienti da un’altra dimensione spiegano ad Ash e Lylia come recuperare la madre: dovrà recarsi sull’Altare Lunare e Solare, sull’Isola di Poni con l’aiuto di Solgaleo e Lunala, le forme evolute finali di Cosmog, Pokémon Leggendari così potenti da essere in grado di viaggiare per le dimensioni senza alcun affanno.
L’Altare Solare e Lunare amplifica i poteri di Solgaleo e Lunala
La Ultrapattuglia era giunta nella nostra dimensione con un trasportatore sperimentale 10 anni prima, senza essere più in grado di tornare a casa
Samina non era certa della loro esistenza e nessuno sapeva che i 2 derivassero da Cosmog, pertanto aveva deciso di ottenere il potere dei Pokémon Dominanti e di Nebulino
L’altro Cosmog:
Un piccolo Poipole, Ultracreatura benevola posseduta dalla Ultrapattuglia, vedendo Cosmog, lo informa che nel suo mondo vive il suo gemello. Il Pokémon, concentrando la sua forza, apre il portale verso il mondo di Poipole e Naganadel
Poipole decide di unirsi ad Ash perché si affeziona al ragazzo
Cosmog si ricongiunge al fratello, ma è rimasto in fin di vita per aver aperto un Ultravarco
Dei Naganadel curano il Pokémon donandogli del miele miracoloso
I 2 Cosmog, avvertendo che Ash e Lylia hanno bisogno del loro potere, evolvono prima in Cosmoem e, qualche giorno dopo, in Solgaleo e Lunala
Il salvataggio di Samina:
Ash e Lylia si recano all’Altare Lunare e Solare, dove usano il potere dei 2 Pokémon Leggendari, per giungere nella dimensione dei Nihilego
Qui incontrano Guzman e Iridio, che avevano seguito di nascosto la madre, che danno loro una mano a sconfiggere Nihilego
Guzman rivela di aver deciso di aiutare Samina perché prova per lei dei sentimenti
Nihilego viene infine sconfitto da Tipo Zero, creatura che aveva creato Samina stessa per combattere le Ultracreature, che evolve in Silvally
Samina torna in sé e fa ritorno nella sua dimensione con Ash, Guzman e i suoi figli
La pace ad Alola:
Tornati ad Alola, Samina si scusa con i figli e promette di passare più tempo con loro
Ash si reca nuovamente alla Scuola di Pokémon perché Kukui ha invitato i suoi amici ed ex compagni di viaggio Misty e Brock a dirigere un seminario riguardo al funzionamento delle Palestre nelle altre regioni
Misty racconta ad Ash com’è diventata Maestra di Pokémon d’Acqua: vincendo 6 Tornei Monotipo Acqua sparsi nel mondo, ha avuto accesso al Torneo dei Campioni per Allenatori che possiedono Pokémon d’Acqua (sistema simile a quello di Iris con i Pokémon Drago). Qui la ragazza ha sfidato altri Capipalestra noti e Superquattro di altre regioni. Nelle fasi finali della competizione, sconfigge le sue sorelle e dimostra loro il suo valore
Brock aveva viaggiato per numerosi regioni, lavorando in molti Centri Pokémon, per affinare le sue capacità di Dottore. In seguito, aveva deciso di aprire una Clinica Pokémon a Plumbeopoli, che divenne famosa in tutto il mondo. Anche la Professoressa Ivy, che nutre profonda stima nei confronti di Brock da molti anni, decide di spalleggiarlo nella sua ricerca per curare malattie gravi dei Pokémon. Ivy non ha mai potuto ricambiare i sentimenti di Brock quando si incontrarono in passato, perché aveva già una compagna, la forzuta e intraprendente infermiera Joy apparsa nell’episodio 92 “Joy, la super infermiera”
Una nuova minaccia:
Qualche tempo dopo, nella regione di Alola iniziano a verificarsi strani episodi: in sempre più città la luce non arriva mai, anche in pieno giorno
Sulla Terra appare un Pokémon Leggendario ed Ultracreatura di nome Necrozma, che un tempo assomigliava a un maestoso drago di luce
Kukui spiega che il Pokémon aveva assunto un aspetto cagionevole perché in tempi antichi donava luce e prosperità agli abitanti di Ultramegalopoli (luogo da cui proviene la Ultrapattuglia) che, avidi di avere il suo potere, lo imprigionarono e lo sfruttarono fino a prosciugarlo. Si scopre che i Pokémon Dominanti sono nati dal potere di Necrozma, giunto anche sulla Terra
Necrozma, ricolmo di rancore e con l’obiettivo di recuperare la sua forma originale, si è mosso verso la Terra, avvertendo la presenza di 2 fonti di energia: Solgaleo e Lunala, che viaggiavano per le dimensioni
Necrozma rapisce Solgaleo e Lunala e si reca in una dimensione lontana, senza forme di vita
Scontro finale con Ultranecrozma:
La Ultrapattuglia riesce a sviluppare un macchinario che porta Ash e gli altri nella dimensione di Necrozma
Ash, Kukui, Lylia, Iridio, Samina, Guzman e i Kahuna uniscono le forze per sconfiggere Necrozma
Il Pokémon imprigiona Solgaleo e Lunala, assorbendoli nel proprio corpo e, una volta accumulato sufficiente potere, recupera la sua forma definitiva: Ultranecrozma
Ash e i suoi amici, a un soffio dalla vittoria, non riescono a sconfiggere l’avversario, pronto a scagliare la sua Mossa Z, Fotodistruzione Apocalittica
A quel punto Samina rischia tutto: chiede ad Ash e agli altri di tornare a casa immediatamente e contatta mentalmente Nihilego che, capendo che la situazione di pericolo può estendersi in tutto l’universo, compresa la sua dimensione, richiama tutte le Ultracreature esistenti ad intervenire. Esse sommano i loro poteri e finiscono Ultranecrozma, che riprende il suo aspetto cagionevole. Nell’impatto vengono coinvolti anche Guzman e Samina, contenti però del fatto di aver rimediato alla distruzione causata da loro in precedenza
Lylia è triste per la scomparsa della madre, ma è soddisfatta di esserle riuscita a vivere a fianco come se fosse una madre normale per qualche tempo
Lega di Alola:
Il professor Kukui, una volta tornata la pace nella regione, annuncia la prima Lega di Alola in assoluto
Partecipano i Capitani che Ash aveva allenato alla Scuola di Pokémon - come Kawe, Suiren e Ibis - nonché Lylia, Iridio e i neo Superquattro
Il vincitore della Lega è Ash
Ritorno a Kanto:
Ash saluta i suoi amici Lylia, Iridio e il professor Kukui e fa ritorno a Kanto perché la data e la location del Torneo dei Campioni del Mondo è stata ufficializzata: si terrà presso la città di Goalwick, località situata nella regione di Galar, una settimana dopo la conclusione del viaggio di Ash ad Alola
La GS Ball - Celebi e Lucario:
Ash viene contattato da Franz dopo anni: l’uomo ha scoperto qual è il vero ruolo della GS Ball
La sfera viene spedita ad Ash e finalmente si apre: da essa esce uno speciale Celebi cromatico. Franz spiega al protagonista che il Pokémon Misterioso è in realtà uno speciale Celebi che ha il potere di muoversi sia nel tempo che in differenti dimensioni, oltre a saper parlare
Celebi racconta ad Ash di aver viaggiato in un universo in cui esistono solamente Pokémon e gli esseri umani sono considerati una leggenda metropolitana. Il viaggio dimensionale ha sprecato così tanto l’energia di Celebi il quale, per sopravvivere, è stato quindi racchiuso in una speciale Poké Ball forgiata dall’antenato di Franz con le piume di Lugia e Ho-Oh, che ha avuto effetti curativi sul Pokémon (citazione al videogioco Pokémon Mystery Dungeon: Esploratori del Tempo, dell’Oscurità e del Cielo)
Ash chiede a Celebi di portarlo indietro di diversi secoli per salvare la vita a un amico: il Lucario dell’Allenatore Sir Aaron, apparso nel film Pokémon - Lucario e il mistero di Mew
Ash arriva nel momento in cui la guerra di quel secolo si concluse e Lucario era già imprigionato nel bastone d’Aura di Sir Aaron
Il protagonista, utilizzando involontariamente l’aura, riesce a liberare Lucario e gli dice tutta la verità: la lealtà del suo Allenatore e gli avvenimenti dell’8° film che lo portarono a perdere la vita
Lucario decide di seguire Ash e di allenarsi con lui nell’uso dell’aura. Più il legame con il protagonista si rafforza, più Lucario riesce chiaramente a comprendere che Ash è veramente uno dei discendenti del suo vecchio maestro
Celebi riporta Ash e Lucario nel presente, nel momento in cui il ragazzo e il Pokémon Misterioso si sono incontrati. Si crea una linea temporale alternativa in cui gli eventi dell’8° film non sono accaduti e Lucario non scompare
Lucario decide di dare una mano ad Ash nel Torneo dei Campioni. Una volta conclusa la competizione, il Pokémon intende proseguire il viaggio da solo per incontrare il discendente del ramo principale della famiglia di Sir Aaron di cui aveva avvertito la presenza: l’Allenatore Marisio di Sinnoh
Esplorazioni Pokémon
Episodi totali: 140
Premessa:
Questa è l’ultima serie in cui Ash è protagonista. Basandosi sul concetto del “doppio protagonismo” della serie canonica, vediamo la narrazione alternare la storyline di Ash con quella di un nuovo personaggio principale, Goh, un ragazzo di 12 anni
Questo serviva a valutare se il pubblico avrebbe accolto una serie Pokémon breve senza Ash e Pikachu
Il Torneo Mondiale - Partenza verso Galar:
Ash parte per Galar, luogo in cui si terrà il Torneo dei Campioni del Mondo
Giunto nella nuova regione, Ash viene contattato telefonicamente da un ragazzo di nome Goh: quest’ultimo dice al protagonista di aver seguito tutte le sue lotte più importanti e lo stima profondamente
Goh raggiunge Ash a Galar per incontrarlo di persona
L’obiettivo di Goh:
Goh è un Allenatore originario di Galar che ha viaggiato nella regione di Kanto, perché i suoi genitori si trasferirono nella città di Aranciopoli quando lui era bambino.
Un giorno, il ragazzo venne salvato dal Pokémon Misterioso Mew quando si perse in una foresta e stava per essere attaccato da degli Ursaring. Goh, per ringraziare il Pokémon, gli promise che una volta cresciuto lo avrebbe sfidato con la sua squadra
Ash si allena con Goh per pochi giorni prima di dirigersi al torneo
Il giorno prima della competizione, Ash parte per Goalwick e saluta Goh, che si prepara a viaggiare da solo. La storia di Ash viene momentaneamente sospesa
La storia di Goh - parte 1:
Goh viaggia per Galar sfidando le Palestre e, nel frattempo, comprende che la sua passione è quella di catturare più Pokémon possibili per diventare un Professore. Lottare gli serve per comprendere meglio i Pokémon
Goh fa amicizia e cattura un piccolo Scorbunny che evolverà in Cinderace e diventerà uno dei suoi Pokémon più fidati, paragonabile a Pikachu per Ash
Goh, durante il suo viaggio, incontra nuovamente un amico d’infanzia di nome Gionata che diventa il suo rivale
Vediamo Goh sfidare 2 Palestre di Galar e incontrare personaggi fondamentali per approfondire in seguito la storia dei videogiochi Spada & Scudo nella serie animata come: Mary, un’Allenatrice determinata a diventare Campionessa, Sonia, un’esperta ricercatrice e Rose, il villain che metterà in pericolo Galar cercando di impadronirsi del potere del Pokémon Leggendario Eternatus
Goh incontra Gary, il primissimo rivale di Ash, che lo invita a partecipare al Progetto Mew - un progetto di ricerca organizzato dal Professor Amaranto per scovare il Pokémon Leggendario
La storia di Goh si interrompe momentaneamente per lasciare spazio alla competizione di Ash
Il Torneo dei Campioni:
Come approfondito nel fan comic Pokémon: Come sono diventato Maestro Pokémon, vediamo Ash partecipare al Torneo dei Campioni Mondiali
I Campioni Regionali che partecipano alla competizione sono: Ash (Campione di Kalos), Iridio (Campione di Johto), Camilla (Campionessa di Sinnoh), Iris (Campionessa di Unima), Rocco (Campione di Hoenn), Dandel (Campione di Galar), Lance (Campione di Kanto) e Hau (Campione di Alola)
Anche l’attuale Campione Mondiale lotta nella competizione per difendere il titolo
Round 1 del Torneo Mondiale:
Iris VS Camilla (vince Camilla), Iridio VS Dandel (vince Dandel), Lance VS Diantha (vince Lance), Ash VS Rocco (vince Ash)
Round 2 del Torneo Mondiale:
Ash VS Camilla (vince Ash) Dandel VS Lance (vince Lance)
Round 3 del Torneo Mondiale:
La finale assoluta vede scontrarsi Ash e Lance
La squadra di Ash è composta da: Pikachu, Sceptile, Charizard (con Charizardite X), Infernape, Greninja (Forma Ash) e Lucario
Ash vince la competizione e diventa Campione Mondiale
Il viaggio di Goh - parte 2:
Con la storia di Goh, vengono approfondite le vicende dei videogiochi Pokémon Spada e Scudo, con l’episodio di Eternatus e la storyline dei DLC dell’Isola dell’Armatura e delle Terre Innevate
Goh, al termine del suo viaggio, riesce a incontrare con i colleghi del Progetto Mew, il Pokémon Mew e lo sfida con tutta la sua squadra, riuscendo a batterlo e a mostrare a lui tutti i progressi fatti nella sua avventura
Goh contatta Ash e lo ringrazia di tutto l’aiuto che il Campione gli ha dato nel corso dei suoi viaggi a Galar
Conclusione di storyline sospese:
Vediamo brevemente la conclusione delle storie di tutti gli amici di Ash
Vera, dopo aver viaggiato in diverse regioni, giunge a Kalos, regione in cui vengono inaugurate le Gare Pokémon (competizioni differenti dalle classiche lotte, in cui gli Allenatori, chiamati Coordinatori, mostrano la bellezza, l’eleganza e l’abilità dei propri Pokémon attraverso mosse spettacolari) e colleziona tutti i Fiocchi per competere al Gran Festival, il Torneo finale dei Coordinatori
Vera riesce a vincere il Gran Festival, diventando Coordinatrice Top. Lo stesso giorno ha un breve incontro con Manaphy. Il piccolo è cresciuto e viaggia per gli oceani con un gruppo di Phione
Lucinda, seguendo il medesimo percorso, diventa Coordinatrice Top nella regione di Unima
Max, compiuti i 10 anni, parte per il suo viaggio nella regione di Hoenn, scegliendo come Pokémon iniziale Treecko. Durante i suoi viaggi, si ricongiunge al Ralts incontrato nell’episodio 383 “Il piccolo eroe”, che decide di seguire l’Allenatore nei suoi viaggi
Anche Clem inizia il viaggio come Allenatrice Pokémon. Il fratello Lem le dona Dedenne. Durante il suo cammino, la ragazza incontra di nuovo il Pokémon Leggendario Zygarde
Iris ha viaggiato per la regione di Unima, vincendo tutte le Medaglie e il Torneo dei Superquattro, diventando Campionessa Regionale
Spighetto apre una Scuola per Intenditori nella città Levantopoli e, contemporaneamente, continua a gestire la Palestra aiutando i suoi fratelli
Lem è riuscito a perfezionare le sue tecniche di costruzione dei macchinari elettronici ed è riuscito a diventare un rinomato inventore
Jessie e James comprendono di voler seguire un percorso differente da quello di rimanere nel Team Rocket: James torna a casa, affronta apertamente i genitori, si rifiuta di sposare Jessiebelle e di vivere nel lusso e, infine, decide di lavorare presso una Pensione Pokémon
Jessie partecipa al concorso per diventare attrice nella regione di Kalos insieme all’ex compagna di viaggio di Ash, Serena. Le 2 ragazze riescono a coronare il loro sogno
Meowth, con le sue capacità di comprendere il linguaggio sia di Pokémon che di umani, decide di aiutare gli scienziati ad approfondire le loro ricerche
La conclusione del viaggio di Ash:
Dopo un timeskip di 12 anni, vediamo Ash adulto prepararsi per accompagnare la figlia Liko - unica protagonista della prossima serie - all’aeroporto di Aranciopoli. La ragazza si sta recando all’Accademia Uva della regione di Paldea per diventare un’Allenatrice in una Scuola Pokémon (gli Allenatori possono frequentare anche delle Scuole, anziché viaggiare per conto proprio. Una volta diplomati, come visto nell’episodio 9 “La scuola per Allenatori/Una scuola esclusiva”, possono partecipare alla Lega Pokémon anche senza aver collezionato le Medaglie)
La moglie di Ash non viene rivelata: sta allo spettatore decidere la sua identità
Ash è rimasto Campione Mondiale incontrastato per 12 anni e, mentre difende il suo titolo, si prende delle pause immerso nella natura con i suoi Pokémon, per ricordare i momenti della sua infanzia
Gli eventi narrati nel fumetto Pokémon: Come sono diventato Maestro Pokémon possono essere la base per un film riassuntivo di passaggio dalla storia di Ash a quella di Liko
#pokemon fan comic#pokemon fanfiction#ash ketchum pokemon#pokemon anime#how i became a pokemon master
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Cari Palestinesi, facciamo chiarezza su alcune questioni.
Non potete mettervi a parlare di genocidio quando i vostri padroni vi fanno saltare in aria perché il "sacrificio dei civili è necessario".
Dovete farla finita con queste stronzate, è offensivo e fastidioso.
Non state vivendo quello che hanno passato i nativi americani.
Nessuno vi ha imposto di parlare una lingua diversa, pregare il vostro Dio in maniera diversa, convertirvi ad un altra religione o vi ha sottratto i luoghi sacri.
In realtà, questo è quanto voi avete fatto.
Avete preso possesso di luoghi sacri altrui, obbligato le popolazioni indigene a parlare la lingua araba e a pregare come musulmani.
Quindi, davvero, piantatela di frignare e rompere il cazzo, aggiungo io.
Non avete in corso una battaglia per i diritti civili come in America. I neri d’America non hanno fatto saltare scuolabus o pizzerie piene zeppe di bambini per ottenere l’eguaglianza dei diritti, e sicuramente non avranno detto all’infinito di voler annegare tutti i bianchi in mare.
Non siete perseguitati come gli omosessuali come nei fottuti paesi islamici per qualcosa che è al di fuori del vostro controllo.
Nessuno vi lancia da un edificio perché amate qualcuno che non dovreste.
Per cui, ancora, smettetela, è roba vecchia, specialmente quando sappiamo che la vostra fottutissima società non solo odia gli omosessuali, ma li perseguita attivamente.
Voi siete quelli che li gettano dai palazzi o li impiccano.
Non andate a rubarvi le storie degli altri.
State rubando l’identità di ciò che era conosciuto come Popolo Palestinese.
Prima della seconda guerra mondiale, quel termine indicava gli ebrei. Ma va bene, è un termine colonialista, e sono sicuro che i miei amici ebrei non lo amino. Preferiscono essere chiamati giudei, ebrei, israeliti o israeliani, quindi potete prendere la vostra spazzatura colonialista e sparire.
Credete che la vostra sia l’unica lotta sulla faccia della terra che abbia importanza.
Quando chiunque altro osa vivere una tragedia, state dannatamente certi che arrivate voi e ci saltate dentro per impedire che quello/quella abbiano anche solo 5 minuti nei media senza che voi tentiate di accaparrarvi il loro dolore.
La lotta dei nativi americani contro i conquistatori colonialisti come la vostra?
Cazzate, aggiungo io.
Chiunque con almeno la terza elementare sa che gli arabi sono di fatto i colonialisti che hanno colonizzato l’intera dannata regione nel VII Secolo, uccidendo e forzando la conversione della popolazione indigena dell’intera regione.
Potrei anche continuare, perché, siamo onesti, ogni singola tragedia che abbiamo visto accadere nel mondo negli ultimi decenni è immediatamente stata seguita da un "sì, ma avete visto cosa stanno facendo gli ebrei ai palestinesi?".
Fottuto benaltrismo del cazzo, aggiungo io.
Siete diventati sciacalli di tragedie. Non avete nessuna legittima tragedia che sia vostra, quindi siete obbligati ad ingigantire e impossessarvi di qualsiasi cosa, e siete senza vergogna.
Questi sono i motivi per cui i "palestinesi" non potranno avere buone cose in futuro.
Ryan Bellerose, attivista per i diritti dei Pellerossa.
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I palestinesi non potranno avere un futuro.
Sono abusivi, sono illegali, non possono pretendere nulla, non possono rivendicare nulla.
Non hanno terra, non possiedono nulla, neanche la loro vita.
Qualsiasi cosa otterranno, se la otterranno, sarà per gentile concessione di Israele.
E così sia.
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il principale problema dei progressisti europei è che «la loro clientela oggi è fatta di privilegiati».
Sahra Wagenknecht. I detrattori la accusano di essere populista, (...) il partito cresce e in alcune regioni dell’Est è la seconda o terza forza. (...) Sulla porta (del suo ufficio) è ancora appesa la targa del suo precedente partito, la Linke. (...)
Perché un nuovo partito? A chi puntate? «Alle persone con redditi medi o bassi. Dimenticate (...) dalla sinistra. (...) Prendete i Verdi, so che suona come un cliché: quelli che li votano, hanno un’istruzione accademica, vivono in centro, fanno la spesa nei negozi bio, guidano auto elettriche. Vogliono vietare gli aerei a tutti, spiegano perché non si dovrebbero fare le vacanze a Maiorca e poi volano in tutto il mondo. E' questa doppia morale che fa arrabbiare la gente».
«(M)olti elettori della vecchia sinistra sono andati a destra. Ma non perché siano razzisti, nazionalisti, bensì perché (...) nessuno difende i loro interessi».(...) «(Noi) siamo conservatori di sinistra. Com’eravamo un tempo, prima di quest’ondata identitaria, prima dei discorsi woke».
Torniamo al diciannovesimo secolo? «No, alla Spd di Willy Brandt. Non siamo retrogradi, omofobi, grazie a Dio con queste tesi non abbiamo nulla a che fare. Ma dalla cannabis alla prostituzione, perfino sull’aborto — certo che sono a favore dell’aborto, ma non all’ottavo mese, e neppure al sesto — la sinistra ha preso una serie di posizioni sbagliate». (...)
«Per quanto riguarda l’Ucraina, (h)a ragione il Papa. Ci devono essere i negoziati, ora». Quindi tacciano le armi, e poi vediamo che fa Putin? «(...) L’avessero fatto sei mesi fa, sarebbe stato meglio. (I)l Papa (n)on ha parlato di capitolazione, ma del modo per non portare il Paese al suicidio. Io credo che Zelensky non abbia nessuna possibilità di vincere, alimentare quest’illusione è pericoloso». Non pensa che (...) Putin potrebbe attaccare la Polonia (o L'Estonia)? «No, perché non è in grado di farlo. L’esercito russo ha fallito nel prendere Kiev. Che possano reggere un confronto con la Nato lo escludo». (...)
Cosa pensa della Ue? «Che si dovrebbe concentrare su quello che può regolamentare. Noi vogliamo smantellare la centralizzazione. Siamo per l’Europa delle democrazie sovrane. (...) In ogni caso, noi non vogliamo conservare l’attuale Europa, ma cambiarla».
Suo padre era iraniano, il suo vice Fabio Masi ha origini italiane. Perché — con questi legami — è così contraria all’immigrazione? «Non siamo in principio contro l’immigrazione. I problemi nascono quando sono in troppi ad arrivare (...). Si crea un sovraccarico. L’altro punto critico è quando l’identità di alcune comunità di migranti si fonda sul rifiuto della cultura del Paese ospitante. Guardiamo cosa succede in Francia, dove ci sono realtà parallele inaccettabili nelle quali si pratica un Islam radicale».
«Per me la caduta del Muro è stata una liberazione. Avevo difficoltà nella Germania dell’Est, volevo le riforme, avevo criticato i vertici, la pianificazione centralizzata. Non ho trovato posto all’università nonostante gli ottimi voti. Mi avevano proposto di fare la segretaria: allora ho risposto che sarei rimasta a casa a leggere, e avrei vissuto dando ripetizioni. La «Svolta» per me è stata una benedizione, ho potuto studiare. (...)».
via https://www.lafionda.org/2024/03/28/parola-a-sahra-wagenknecht-unintervista/, riporta una intervista al Corriere.
Segni di vita intelligente a sinistra. Pur sempre statalismo, ma perlomeno mitigato dal nazionalismo identitario. Aspettiamo le due o tre generazioni che servono per veder questi segni propagati anche qui, giù nella provincia arcadica, guarda caso sempre più incazzata e stracciona.
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Lettera aperta - Olimpiadi
La cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi è la rappresentazione plastica di come certi eventi di caratura internazionale siano un’operazione di indottrinamento delle masse, volta ad attuare una riformattazione dei costumi, se non antropologica, delle cosiddette società occidentali.
Malgrado il dietro front di chi lancia il sasso per poi nascondere la mano con l’incalzare delle polemiche, alludendo a margine delle scuse ufficiali che la disposizione attorno a un tavolo di transessuali agghindati ad arte per l’occasione, manco le Olimpiadi siano il Carnevale di Rio de Janeiro, non sia una caricatura blasfema dell’Ultima Cena rappresentata dal Da Vinci, ma secondo la direttrice della comunicazione delle Olimpiadi Anne Descamps e Thomas Jolly, il direttore artistico (se così possiamo definirlo) della cerimonia, si voleva invece educare alla tolleranza e alla comunione.
Le Olimpiadi quali giochi che si svolgevano in Grecia iniziavano con celebrazioni religiose in favore di Zeus e si concludevano con la premiazione degli atleti vincitori, vennero riprese in epoca moderna a fine ‘800, ma sempre hanno conservato un universo estetico e simbolico arcaico proprio di quella civiltà ellenica che ha permeato l’Europa: dalla fiamma olimpica alla traslazione in altre nazioni a testimoniarne l’universalità.
E con la competizione insita nella natura dell’essere umano di confrontarsi con avversari al proprio pari, si veicolava un’immagine di sé salubre, forte ed atletica. E quindi indiscutibilmente bella. Perché nonostante le infezioni culturali contemporanee che propinano un relativismo tout court, esiste un canone oggettivo della bellezza, che la classicità ci suggerisce da tempi immemori che è rappresentato dall’armonia delle forme e da un ordine che è sintesi dell’unità che domina la diversità.
Bellezza, ordine, sostanza e FORMA. Ciò che abbiamo interpretato e riprodotto in tutti gli ambiti e in ogni epoca. Fino ad oggi. Perché noi siamo europei e proveniamo da una Civiltà.
Di contro, ciò che più di ogni altra cosa mina l’esistenza di una civiltà è l’informe. Perché l’assenza di Forma genera una sostanza malata. E là dove la sostanza è malata, la bellezza non può trovare posto e si finisce inesorabilmente per imbruttirsi. Prima nel singolo, poi nella moltitudine e infine nella società. E quindi si avvia il declino di una civiltà in decadenza.
E quando una società è decadente si può arrivare ad assistere all’esibizione della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi con un personaggio come Barbara Butch investita dal ruolo di frontman.
Conferitole recentemente il premio di personalità LGBT dell’anno per via della moltitudine di battaglie coraggiosissime a difesa delle minoranze arcobaleno condotte temerariamente al fianco di pressoché tutte le multinazionali, dei magnati della finanza e del mainstream globale. Allora comprendiamo perfettamente che il concetto di Forma quale riflesso di bellezza e di un ordine superiore suggeritoci dalla classicità dei greci, quegli europei che hanno dato vita alle Olimpiadi nel 776 a.C., difficilmente possa attecchire su chi come Barbara Butch conduce audacemente crociate in difesa de “l’accettazione dei grassi”.
Perché l’immagine della cerimonia inaugurale in salsa woke è la più fulgida rappresentazione di come sia ripugnante l’esaltazione delle devianze promosse da chi essendo informe per natura, ha in spregio tutto ciò che essendo bello e giusto secondo natura, costituisce saldezza e ancoraggio: la famiglia e la Nazione, la Cultura e l’identità.
L’agenda cosmopolita della società aperta in fase di consolidamento mira alla distruzione di questi cardini e opera attraverso il condizionamento sociale di una propaganda che si fa sempre più spinta e pervasiva.
Nell’industria dell’intrattenimento, quella cinematografica, musicale o sportiva come in questo caso, ormai è prassi ordinaria rendere espliciti aspetti occulti di un certo misticismo sinistro: dall’ostentazione di modelli devianti per giungere all’esposizione di immagini sempre più spesso esplicitamente sataniste.
Ci chiediamo se eventi come Eurovision, Berlin Fashion Show e Super Bowl ad esempio attraverso performance altamente simboliche, non siano rivelatrici di un retroterra “esclusivo” che rappresenta egregiamente Sodoma e Gomorra: costumi BDSM, ballerini vestiti da donna in perizoma, cantanti che si esibiscono nudi, sesso omosessuale di gruppo praticato in un bagno sporco, croci rovesciate, streghe e demoni che si accoppiano al centro di un pentagramma, adulti che posano davanti alle cineprese con genitali esposti in presenza di bambini.
Vorremmo esimerci anche solo dal pronunciare certe oscenità per via della natura scabrosa di certi contenuti, se non fosse che vengono trasmesse in mondovisione sintonizzando centinaia di milioni di ascoltatori, sdoganando e normalizzando un passo alla volta le più infime degenerazioni dell’uomo mascherate da creatività, arte e inclusività.
Una poderosa macchina di propaganda mondiale che aspira a cancellare le identità nazionali e sovvertendo le religioni, i costumi e le tradizioni dei popoli, mira a scalzare ciò a cui siamo profondamente legati con lo squallore di una “cultura” globale indifferenziata che si esibisce in tutta la sua ripugnanza.
Ferocemente
-Kulturaeuropa
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Contro i sentimenti siamo disarmati, poiché esistono e basta e sfuggono a qualunque censura. Possiamo rimproverarci un gesto, una frase, ma non un sentimento: su di esso non abbiamo alcun potere.
|| L’identità - Milan Kundera
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La scoperta della sessualità si è accompagnata alla scoperta di essere un corpo. Prendere coscienza che il corpo non solo si trasforma sotto i tuoi occhi di fanciullo, ma che sembra avere delle esigenze che sono estranee a quello che la tua mente cosciente ritiene essere “ ciò che realmente conta”, l’identità che vorresti costruire, la persona adulta che vorresti essere.
Soggiogato da questa tensione, sorge in te come un fantasma inaspettato, una sorta di cattolicesimo inconscio, attraverso un senso di colpa che fallisce inesorabilmente il suo compito. Alla fine il corpo si prenderà sempre quello che vuole.
Quando il mio corpo ha cominciato a rivolgersi ai maschi invece che alla femmine lo stesso senso di colpa mi ha sempre osservato di sottecchi non, come si potrebbe immaginare, perché odio l’omosessuale che è in me, ma perché quel cattolicesimo è tornato a bussare alla mia anima pagana e non battezzata sotto le sembianze di una dinamica di potere tra corpi.
Inconsciamente colgo ogni rapporto sessuale come una lotta in cui, alla fine , una delle due parti deve soccombere alla forza dell’altro e questo in fondo fa scattare in me la più violenta eccitazione.
Ovviamente la mia mente olimpica e incivilita non può sopportare, quando capita, di essere la parte soccombente in questa dinamica, poiché tutti sognano di essere dei vincitori nella pagliacciata che é la. Vita. Ed ecco il senso di colpa, anche senza la presenza del peccato.
Ma questo senso di colpa mi ha fatto visita anche nelle mie “vittorie “, come un retrogusto amaro di una tenzone che ti sembra essere una vittoria di Pirro, soprattutto quando ( fin troppo spesso) uso il sesso come un silenziatore del mio dolore o uno strumento di carità verso persone che nessuno considerebbe attraenti ( io stesso non lo sono) : in entrambi i casi mi sto facendo molto male, perché dico alla mia mante che le mie esigenze non sono importanti, che non vale la pena ascoltarmi.
Quante volte mi sono messo di lato nella mia vita … prima di me file interminabili di parenti, di amici e conoscenti, prima di me i doveri e i desideri di persone conosciute, prima di me tutte le tappe di lunghissimi percorsi per essere una persona socialmente inserita, fallendo oltretutto. Prima di me, ma dopo ? Quando la vecchiaia arriverà e nessuno mi vorrà, quando la morte finalmente mi reinserirá nel ciclo di nascita e morte e. Ogni senso cosciente perderà ogni forza , un bellissimo dormiveglia spezzerà ogni legame con questa vita, queste spoglie mortali, questa maschera che ha fallito ogni occasione.
Malinconia. Si potrebbe definire come una resa all’ idea che non avrai mai più altre occasioni per vivere quella gioia o quel dolore, per adoperarti in quel atto di coraggio che in vecchiaia ti fa sospirare:”quantomeno ho vissuto “. Anche qui , nella commiserazione, vedo una lotta. Non credevo ci fosse tanto amore per la guerra nei miei sentimenti.
Amore e guerra sono legati e inseparabili, infatti uccido amando e amo puntando il pugnale contro di me. Questo ho imparato dell’ amore, definito da qualche sprovveduto la forza che muove il cielo e le stelle perché credono che le parole, invenzioni umane, possano avere potere su qualcosa di diverso dalla mente dell’ essere umano. Forse perché dietro tutta la nostra technè, siamo ancora delle prede spaventate.
Non sono capace di concepire l’amore in maniera più sana e non sado- masochista, pur rifuggendo e avendo sacro timore del BDSM.
Tensione é la parola chiave, forse la mia identità, la mia croce e la mia delizia.
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INCIDENTE AL CIRQUE DU SOLEIL A TRIESTE

INCIDENTE AL CIRQUE DU SOLEIL A TRIESTE Il quotidiano on line TriestePrima riporta la notizia di un incidente occorso durante il numero di trapezio volante nello spettacolo di ieri sera di Alegria del Cirque du Soleil a Trieste. L’artista sarebbe stato portato via in barella dopo l'infortunio, avvenuto poco prima delle 18 riportando alcuni traumi. Secondo le ricostruzioni del pubblico il trapezista avrebbe mancato la presa del partner urtando violentemente la testa e il collo contro una parte della rete di protezione.

Interrotto il numero, il personale di soccorso avrebbe raggiunto l’artista infortunato sulla rete con una scala e una volta immobilizzato lo avrebbero portato a terra. Il quotidiano FriuliOggi riporta un comunicato ufficiale nel quale l’organizzazione ha confermato che l’artista era cosciente al momento dell’intervento dei soccorritori e che è stato trasportato in ospedale per accertamenti. “Le sue condizioni saranno monitorate per determinare quando potrà tornare alle sue attività in tutta sicurezza”, si legge nella nota. Lo spettacolo, dopo la sospensione temporanea, sarebbe ripreso regolarmente. Il numero del trapezio volante è l’ultimo dello spettacolo che dopo lo smontaggio della rete e il finale sarebbe così dunque concluso. Ricordiamo che nella troupe del trapezio volante si esibisce anche il celebre trapezista Ahmed Tuniziani. Al momento non è nota l’identità dell’artista coinvolto nell’incidente a cui auguriamo una pronta guarigione. INCIDENTE AL CIRQUE DU SOLEIL A TRIESTE Per raggiungere il gruppo l'Impresario Circense su Facebook cliccate sull'immagine sottostante

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