#concessioni idriche
Explore tagged Tumblr posts
pier-carlo-universe · 2 days ago
Text
AMAG Alessandria: La realtà dei fatti sulle finanze e le relazioni sindacali
Chiarezza dalla Direzione del Gruppo AMAG sulle recenti affermazioni online
Chiarezza dalla Direzione del Gruppo AMAG sulle recenti affermazioni online. In risposta a un articolo pubblicato oggi su una testata online, che descrive il Gruppo AMAG come in “gravi situazioni economico-finanziarie”, la Direzione della società ha diffuso un comunicato ufficiale per fare chiarezza e rassicurare fornitori e partner sulla solidità della sua gestione. Risultati finanziari ed…
0 notes
Text
Sospesi tutti gli attingimenti di acqua dal lago Trasimeno
(ANSA) – PASSIGNANO SUL TRASIMENO (PERUGIA), 16 AGO – Sospensione totale per gli attingimenti di acqua dal lago Trasimeno. A disporla è stata l’Unione dei Comuni “essendo stati raggiunti i livelli di guardia previsti dal Piano di bacino del fiume Tevere”.     Il provvedimento di sospensione di tutte le concessioni e le licenze idriche di attingimento in essere sull’area è – si legge in un…
View On WordPress
0 notes
Link
Sospensione totale degli attingimenti dal lago Trasimeno L’Unione dei Comuni comunica che, essendo stati raggiunti i livelli di guardia previsti dal Piano di bacino del fiume Tevere 2° (Stralcio funzionale p...
0 notes
umbriasud · 2 years ago
Text
Risorse idriche: finanziati i progetti presentati da otto Comuni umbri
La Giunta regionale ha adottato il programma 2023 degli interventi per la salvaguardia e la tutela delle risorse idriche, la valorizzazione e l’eventuale riqualificazione ambientale e urbana dei territori interessati da concessioni di acqua minerale. Sono stati resi disponibili 534mila euro del bilancio regionale con i quali verranno finanziati gli interventi proposti dagli otto Comuni nei cui…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
italianaradio · 5 years ago
Text
CONSIGLIO METROPOLITANO Approvato il rendiconto di gestione
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/consiglio-metropolitano-approvato-il-rendiconto-di-gestione/
CONSIGLIO METROPOLITANO Approvato il rendiconto di gestione
CONSIGLIO METROPOLITANO Approvato il rendiconto di gestione
R. & P.
Varo definitivo in Consiglio metropolitano per il rendiconto di gestione relativo all’esercizio finanziario 2018.
Ieri in Aula era arrivata la prima approvazione; mancato raggiungimento del numero legale questa mattina per la Conferenza dei sindaci, sono stati gli 11 consiglieri presenti a dare il definitivo “via libera” all’unanimità.
  Quanto agli altri punti all’ordine del giorno, approvato coralmente il verbale della sessione consiliare del 17 giugno scorso; “disco verde” all’unanimità per lo schema di convenzione coi Consorzi ricadenti nel territorio metropolitano «per la realizzazione di lavori nei settori idraulico-fluviale e della difesa del suolo».
  Operata un’inversione all’ordine del giorno, è stato inserito e approvato a voti unanimi un emendamento firmato dall’intera Assemblea sull’impiego dei 2,5 milioni di euro di avanzo d’amministrazione, destinati in prevalenza per interventi in materia di viabilità, edilizia scolastica, impiantistica sportiva e ambiente. «Con grande gesto di maturità – evidenzia il vicesindaco metropolitano Riccardo Mauro – il Consiglio ha deciso d’utilizzare queste somme per un più razionale assetto delle risorse essenziali e la risoluzione delle principali criticità, nell’esclusivo interesse dei territori».
  A seguire, ok corale anche sul Regolamento per il funzionamento della Consulta metropolitana per l’ambiente. Varato anche il provvedimento per la storicizzazione di “Varia” di Palmi, Kaulonia Tarantella Festival e Festeggiamenti civili per le Feste patronali di Reggio Calabria, con mandato d’inserire nel medesimo deliberato anche la Traversata dello Stretto – che si realizza con partenza da Villa San Giovanni dal 1954 – ove ne sussistano tutti i requisiti di legge.
  In chiusura di lavori, approvazione all’unanimità pure per gli schemi di convenzione per l’affidamento di tutti i servizi strumentali connessi alla gestione delle concessioni d’adduzioni idriche, del servizio di supporto all’accertamento liquidazione riscossione e contenzioso dei canoni per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (Cosap), del servizio per la verifica e il controllo dell’esercizio e manutenzione degli impianti termici ricadenti nel territorio metropolitano, di servizi strumentali in materia d’Ict, di servizi per la digitalizzazione di archivi analogici della Città metropolitana.
  R. & P. Varo definitivo in Consiglio metropolitano per il rendiconto di gestione relativo all’esercizio finanziario 2018. Ieri in Aula era arrivata la prima approvazione; mancato raggiungimento del numero legale questa mattina per la Conferenza dei sindaci, sono stati gli 11 consiglieri presenti a dare il definitivo “via libera” all’unanimità.   Quanto agli altri punti
Gianluca Albanese
0 notes
paoloxl · 6 years ago
Text
’ 8 dicembre a Trebisacce, in occasione della IX Giornata Mondiale contro le Grandi Opere Inutili e Imposte e per la Difesa del Pianeta ed in concomitanza con diverse decine di piazze in tutta Italia, si è tenuta un'assemblea pubblica regionale autoconvocata che ha messo al centro della discussione le pratiche in difesa del territorio e l’urgenza di reagire alle politiche di devastazioni e saccheggio perpetrate ai danni delle nostre comunità a partire dall'urgenza di bloccare il devastante progetto del III Megalotto della S.S. 106, le concessioni di ricerca estrazione di idrocarburi in terra e in mare (in particolare le concessioni “Tempa La Petrosa” sul Pollino fra Basilicata e Calabria e la perforazione di pozzi esplorativi fra la foce del Crati e Casoni, entrambi Siti di Importanza Comunitaria), la paradossale attività della centrale Enel a biomassa operante nella Valle del Mercure in pieno Parco Nazionale del Pollino e il più delirante progetto privato di una mega discarica di rifiuti speciali a Cammarata, nel cuore del distretto agricolo d'eccellenza della Piana d Sibari o, ancora, il mega progetto di ampliamento della discarica di Scala Coeli.
 In realtà molto più numerose sono le emergenze ambientali e territoriali che flagellano la nostra regione. L’assemblea infatti, ha visto la partecipazione di diversi attivisti provenienti da tutta la Calabria in rappresentanza delle tante lotte in difesa del territorio e contro lo sfruttamento e la devastazione delle nostre comunità locali.
Il quadro sociale uscito fuori dopo oltre 4 ore di assemblea è stato chiaro: i territori calabresi e le sue comunità hanno pagato e continuano a pagare un prezzo elevato in termini di malattie, inquinamento e devastazioni ambientali e tutto ciò nonostante la Calabria non abbia mai avuto uno sviluppo industriale che possa giustificare l’attuale scempio ambientale e socio-sanitario.
La Calabria, negli anni, è diventata la pattumiera d’Italia e, nel contempo, territorio vergine da sfruttare e conquistare (trivelle, discariche, inceneritori, grandi impianti inutili e dannosi, depurazione, accaparramento e privatizzazione delle risorse idriche, ecc.).
A fare cassa i soliti gruppi nazionali ed internazionali (Astaldi, Impregilo, Cmc, Eni, Total, Veolia, ecc.); a farne le spese l’intera comunità calabrese e, tra essa, le fasce sociali povere e precarie.
Nessuno “sviluppo” dunque, nessun posto di lavoro reale ma soltanto false promesse elettorali; povertà, miseria e marginalità sociale oggi la fanno da padrona nel Mezzogiorno. Non è un caso se la Calabria risulta tra le Regioni più povere e depresse d’Europa e con livelli di accesso alle cure ad alla sanità tra le peggiori dell’Unione.
Le numerose realtà presenti all’assemblea di Trebisacce hanno portato nel dibattito le diverse urgenze ambientali e sociali in cui sono impegnate da anni, convergendo assieme sulla necessità di porre al centro della prossima agenda sociale alcune questioni dirimenti:
tutto il territorio regionale, già abbondantemente flagellato dalla mancanza di servizi essenziali legati soprattutto alla sanità e alla viabilità, diventa di fatto territorio coloniale al servizio della predazione neoliberista che non prevede alcuna ricompensa se non in termini di inquinamento e malattie correlate, improduttività agricola e culturale, disgregazione sociale e mistificazione identitaria; i circa 1,5 miliardi di euro di costi imputabili all'attuale tracciato previsto dal III Megalotto della SSS106 e i tanti altri miliardi di euro sprecati per altrettante grandi opere inutili e dannose sparse sul territorio regionale, diventerebbero molto più utili e vicini alle esigenze delle popolazioni se fossero investiti nel recuperare il grave dissesto idrogeologico, per normalizzare la situazione sanitaria, per ripristinare e migliorare la viabilità interna, interpoderale e rurale, per incrementare le attività di valorizzazione e ricerca archeologica, storica, naturalistica e antropologica e realizzare un'offerta turistica, culturale, enogastronomica e naturalistica integrata ed ecosostenibile; ridare centralità alle forme della democrazia diretta, della partecipazione attiva e dell’autogoverno dei territori come unico antidoto alle pratiche capestro che hanno caratterizzato per decenni le politiche regionali e nazionale: rivendicare, qui ed ora, la necessità che a decidere sulla propria vita e sul proprio futuro debbano essere le comunità locali e non una ristretta élite politica; promuovere processi che vedano protagonisti gli abitanti dei territori, i comitati popolari, le organizzazioni sociali e le comunità locali nella costruzione di mobilitazioni in difesa del territorio e della salute, per la riappropriazione sociale dei beni comuni, per una nuova economia sociale territoriale che metta al centro dell’agire l’autogestione, l’autogoverno e forme sperimentali di democrazia diretta, allontanando dal proprio agire quotidiano il meccanismo della delega e delle scorciatoie elettoralistiche. Tutto ciò è la base per la costruzione di una nuova soggettività che sappia mettere in campo un’economia socialmente ed ecologicamente orientata, partendo dalla condivisione collettiva su cosa, come, dove e per chi produrre; che si riappropri della ricchezza sociale prodotta per garantire redistribuzione e investimenti socialmente utili; che faccia della partecipazione sociale diretta l’humus per una nuova società; la necessità di inquadrare qualsiasi lotta condotta all’interno dei nostri territori in una dinamica di contrasto e opposizione attiva rispetto alle strategie politico-economiche che trovano espressione nei cosiddetti trattati commerciali di “libero scambio” (TTIP, CETA, ecc.), accordi transnazionali il cui unico scopo è quello di garantire libertà di azione e di espansione alle grandi corporazioni, legando le prospettive di profitto all’abbattimento di quelle che vengono denominate “barriere non tariffarie” (ovvero i diritti e le garanzie a tutela del cittadino, del lavoratore, del consumatore e, non ultimo, dell’ambiente).La ratifica di tali accordi – è stato sottolineato durante l’incontro sia dal rappresentante del movimento Stop TTIP Calabria che da quello della Coldiretti – comporta un rischio altissimo per il benessere delle comunità locali, sia in termini di sfruttamento del territorio, sia in quanto espropriazione di autonomia decisionale.
Anche su questo punto l’atteggiamento del governo si sta dimostrando particolarmente ambiguo, per non dire schizofrenico, con la proclamazione a gran voce (si veda la campagna elettorale del M5S) della propria contrarietà a simili trattati, in contraddizione con il recente via libera concesso dal MiSE all’accordo UE- Giappone e con l’assenso espresso rispetto al patto con il Vietnam;
la presenza di una delegazione lucana di ritorno da Riace, dopo tre giorni di studio e solidarietà nel paese della locride ha permesso di legare l'analisi delle vicende del cosiddetto “modello di accoglienza” di Riace a quella dei temi propri della giornata. Riace fa paura non solo perché ha saputo declinare il problema dell'accoglienza in un'opportunità di crescita comunitaria a partire dalla considerazione paritaria dell'altro in un processo virtuoso che ha annichilito le gerarchie e l'odine semantico che inquadra le persone fra quelle che danno e quelle che ricevono... Riace fa paura perché questo incontro paritario è potuto accadere sulla base di un'autorganizzazione e di un'autogestione delle risorse naturali, produttive e culturali del luogo che hanno portato il paese a essere, oltre a un modello di accoglienza (termine abbastanza critico e politicamente ambiguo per chi scrive), un tentativo reale di economia circolare ecosostenibile; l'ostinata non accettazione e opposizione a qualsiasi discorso falsamente ecologista che risulta sempre funzionale a interessi di parte o di natura elettorale: da un lato infatti, il discorso di amministratori locali e regionali che si pavoneggino parlando di sviluppo e difesa dei territori esponendo però - di fatto - le popolazioni al saccheggio sanitario, ecologico, paesaggistico e delle risorse produttive e culturali; dall'altro, l’ecologismo opportunista dell’attuale governo Giallo/Verde e, nella fattispecie, del M5S che non intravede alcuna contraddizione nel votare compattamente un dispositivo come il D.L. Salvini che nega la protezione umanitaria a persone che molto spesso sono costrette alla fuga e a rischiare la propria vita in conseguenza anche di immani disastri ambientali e climatici prodotti nelle loro terre dalle multinazionali e dai Governi del mondo capitalista occidentale. Un Governo – è giusto ricordarlo - che con la stessa disinvoltura promette l’elemosina di un reddito di cittadinanza finanziato, in accordo con l’UE, con 18 miliardi di privatizzazioni di beni pubblici; l'urgenza, espressa a più riprese durante l’assemblea, di ridare vita e forza a un coordinamento regionale di realtà impegnate a difesa del territorio, contro le grandi opere inutile ed imposte e per la giustizia ambientale, che sappia produrre una mappatura delle crisi e dei conflitti ambientali in Calabria, che sappia analizzare e produrre una strategia comunicativa efficace e un'alternativa di proposte e soluzioni.
La convinzione che ha spinto le diverse realtà ad autoconvocarsi a Trebisacce è che non esiste nessun tipo di avanzamento delle lotte contro la crisi, l’austerità e la devastazione territoriale senza la creazione di un rapporto di forza reale, fatto di corpi in carne ed ossa, di uomini e donne che divengono forza sociale impattante proprio nei processi di autorganizzazione.
È con questo spirito che le diverse realtà regionali si autoconvocano domenica 3 FEBBRAIO 2019 a Rende (ore 16:00 | Spa Arrow – Via Panagulis) con la volontà di riprendere un percorso - mai del tutto abbandonato - ma soprattutto per riprendersi il proprio futuro, qui ed ora!
Terre di Calabria, 16.01.2019
I COMITATI, I MOVIMENTI E LE REALTÀ SOCIALI CALABRESI CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI ED IMPOSTE E PER LA GIUSTIZIA AMBIENTALE
0 notes
albaniaenergymarket-lg · 6 years ago
Text
Settore idroelettrico verso sviluppi sostenibili di grande taglio Lorenc Gordani
Settore idroelettrico verso sviluppi sostenibili di grande taglio
Autore: Dr. Lorenc Gordani Consulente legale su questioni energetiche
Tumblr media
1. Istantanea sullo stato dell'arte e sviluppi previsti
L'Albania, come il resto dei paesi dei Balcani occidentali, continua a incoraggiare i capitali stranieri ad entrare nel settore energetico. Investimenti che hanno già raggiunto circa $ 1 miliardo negli ultimi 15 anni, con una crescita in termini reali del 10% nel 2017. Gli ultimi dati indicano che la produzione di elettricità effettuata dal settore privato ha raggiunto il 33,7% della produzione nazionale netta. L'alta produzione che ha guidato la crescita economica per il secondo trimestre consecutivo al di sopra del livello del 4%. Considerare che il punto di riferimento di ogni decisione di investimento ha a che fare con il tasso di rendimento, i vantaggi comparativi dell'idroelettrico albanese sono numerosi. Per prima essi sono legati al grande potenziale naturale del paese: con otto grandi fiumi che attraversano un territorio idrografico con oltre il 57% della sua attuale estensione amministrativa, con un'altezza media di 700 m sul livello del mare e un flusso perenne di 1245 m3/s, per un apporto combinato d'acqua di 40 miliardi di metri cubi. Nonostante, il dare di un quadro chiaro degli sviluppi attuali è un compito piuttosto difficile, tuttavia basandosi sugli ultimi dati ufficiali, si può dire approssimativamente che oggi: ▶ La capacità installata totale ha raggiunto circa 2.100 MW; ▶ Il progetti concessi ma non ancora non sviluppati a 1785 MW. ▶ Il potenziale idroelettrico studiato è non sfruttato, a 615 MW. Pertanto, in una sintesi, considerando il potenziale teorica di 4500 MW, oggi viene sfruttato solo il 43%. Tuttavia, vale la pena notare, che il paese può offrire il costo della produzione (LCOE) inferiore di energia idroelettrica nella regione a partire da una media di 35 Euro/MWh. Passando al secondo vantaggio, l'idroelettrico è stato una priorità di ogni governo, e parte fondamentale dei piani di sviluppo economico, che si è concretizzato, in: ▶ Sovvenzioni e agevolazioni governative dirette a sostegno degli investimenti. ▶ Creazione di forza lavoro tecnica di alta qualità ed esperienza. ▶ Risultando in uno dei settori con una lunga e comprovata attività di investimenti esteri di successo di provenienza dai paesi con la tradizione più antica nel settore idroelettrico dell'Europa. Per quanto riguarda il futuro, delle nuove opportunità si dispiegano dalla trasformazione nel settore dell'energia. Riferendosi alla nuova strategia del settore energetico entro il 2030, essa prevede di proseguire su due principali pilastri: lo completamento delle riforme della liberalizzazione del mercato nel contesto dell'integrazione regionale e la promozione dello sviluppo sostenibile, all'interno di 5 scenari analitici, costruiti per aprire la strada al perseguimento delle priorità che saranno definite da piani d'azione concreti. Gli investimenti rinnovabili, continueranno a fare affidamento su incentivi e facilita fiscali e non. Per quanto riguarda il raggiungimento dell'obiettivo nazionale, il paese si è impegnato a raggiungere il traguardo del 38% entro il 2020. A tale riguardo sono state messe in atto numerose misure pubbliche per aumentare gli investimenti energetici a costi inferiori con l'obiettivo di creare una clima favorevole per la costruzione di centrali idroelettriche, fotovoltaiche, eoliche e da biomassa complessivamente fino a 798 MW (20-35%) entro il 2020. Tuttavia, dati i costi inferiori, saranno coperti dalle tariffe fisse circa 600 MW di idroelettrico fino a 15 MW. In realtà, secondo i rapporti ufficiali, circa 109 impianti con una capacità di 560 MW sono attualmente in fase di costruzione. Mentre un problema è verificato per quanto riguarda i piani aziendali e la mancanza di finanziamenti, ha ostacolato gran parte dei 284 impianti per 1,204 MW che non sono ancora avanzati con gli sviluppi nella pratica. Il futuro è chiaro riguardo all'avanzamento della piattaforma nazionale di scambio di elettricità (APEX), quella del mercato intraday e del bilanciamento, nonché all'espansione della gestione della rete da parte dell'ufficio d'asta congiunto (SEE CAO) di Podgorica. Inoltre, all'inizio del 2019, si prevede che il mercato albanese sia abbinato a quello del Kosovo o direttamente nel contesto più ampio, ove possibile, in combinazione con l'Italia, il Montenegro e la Serbia ( progetto AIMS avviato a gennaio 2018). Indipendentemente dall'opzione adattata, dobbiamo pensare prima di essere lì, su come questa influenza l'idroelettrico. Lo sviluppo del mercato regionale dell'elettricità garantisce che gli sviluppatori di progetti abbiano una più ampia opportunità per la loro produzione. Opzione che consente di pensare a progetti più grandi, che riducono direttamente i costi di produzione e promuovono la possibilità di quegli basati sul mercato. La nuova rete stradale in via di sviluppo in Paese consente anche progetti che fino a questo momento erano considerati irraggiungibili. Il paese continuerà ad aver bisogno di nuove fonti di energia e la produzione idroelettrica è meno costosa. Date le notevoli sfide, è stata intrapresa una strategia regionale per l'energia idroelettrica sostenibile nei Balcani occidentali, da essere approvata dalla Commissione europea alla fine di quest'anno, dalla quale si possono osservare una serie di principi fondamentali di sostenibilità: - L'idroelettrico è tra le altre fonti di energia rinnovabile, ma dovrebbe essere data priorità alla riabilitazione delle strutture esistenti, prendendo di mira un numero limitato di grandi centrali idroelettriche; - Qualsiasi sviluppo deve essere seguito con un approccio integrato su ciascuna fonte di energia rinnovabile riguardo il mercato regionale dell'elettricità, nonché con la gestione integrata delle risorse idriche, e il loro sviluppo dovrebbe essere affrontato nel contesto delle sfide climatiche; - In ogni caso, è necessario valutare gli impatti ambientali dello sviluppo idroelettrico, nonché considerare le questioni transnazionali, con l'inclusione dei principi di sostenibilità nella pianificazione idroelettrica.
2 Concessione di diritti e acquisizione dei greenfield
Una migliore comprensione di quanto sopra può venire attraverso la esposizione del quadro in cui si basa il regime dei diritti di concessione delle risorse di investimenti idroelettrici. In pratica, ci sono fondamentalmente due procedure e una terza che sta emergendo, sul diritto di concessione delle fonti idroelettriche. In primo luogo, la procedura di autorizzazione è seguita per il progetto fino a 2 MW, concepiti come piccoli investimenti, fondamentalmente di interesse per gli investitori locali. Un quadro basato sul principio che lascia il grande carico (o rischio) del lavoro da seguire all'investitore. Tuttavia, esse viene determinata dal capacita stesse del investitore legate con il territorio, e dall'altra parte la sua approvazione da parte del ministero è percepita come una procedura veloce. Quindi, per i progetto più rilevanti, considerate il livello di difficoltà e dipeso dalla natura del rischio dell'idroelettrico, si basano sul regime del partenariato pubblico-privato (PPP). Pertanto, ciò che è necessario, dal quadro già esistente, è una qualificata riflessione sapiente di tutti i diritti riconosciuti dalla legge al contratto tra le parti, in base al fatto che, le disposizioni di legge che disciplinano il contratto del progetto forniscono una guida chiara sulle questioni chiave che saranno trattate, consentendo alle parti di negoziare liberamente le condizioni flessibili del contratto di concessione. In base alle condizioni contrattuali per i centrali fino a 15 MW, la vendita di energia generata dall'operatore è garantita tramite contratto di lunga durata (PPA) per 15 anni, firmato con l'operatore incaricato dell'obbligo di servizio pubblico con tariffe regolate da autorità regolatore tramite una schema "feed-in". La costruzione di centrali che è soggetta da 15 a 20 permessi e licenze complesse di vari organismi, ma assicurata e facilitato dall’assunzione come una corresponsabilità delle autorità pubbliche. Recentemente, il Ministero dell'Energia ha aperto la gara per la selezione dell'offerente per la costruzione dell'impianto fotovoltaico sopra i 50 MW nell'area di Akerni. Un primo progetto basato sul principio del tender per la capacità, che è stato applicato parzialmente negli ultimi 2-3 anni in molti progetti idroelettrici. Quindi, essa rappresenta un'innovazione su larga scala per i vantaggi e le opportunità offerte, dove tutto è preparato nel pacchetto dall'autorità pubblica, dando così il massimo supporto agli investitori interessati. Una pratica pensata per fungere da modello per l'ulteriore concessioni in idroelettrico. Nonostante la multi-importanza per l'economia e le complesse sfide nel loro spiegamento nella pratica, il quadro giuridico in vigore ha visto una revisione continua con l'obiettivo di miglioramento. Nonostante ciò, l'importanza del valore legale è limitata al periodo indicato e il nucleo degli investimenti si basa su accurati studi tecnici. In più, la loro preparazione sin dalle prime fasi è fondamentale anche per ottenere l'accesso al sistema finanziario con un tasso di interesse conveniente. Quindi, fondamentale diventa lo sviluppo di solidi studi tecnici, ben al di sopra dei minimi richiesti della legge. Normalmente la loro ampiezza e profondità variano in base alla rilevanza del progetto. In ogni caso, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata, o addirittura dalla forma di investimento come proposta non richiesta o offerta di capacità, gli studi dovrebbero fornire sufficiente affidabilità tecnica, economica e finanziaria, nonché garanzie nel suo impatto ambientale e sociale. In ultima analisi, considerati l'elevato numero di progetti licenziati ma non ancora realizzati, nonostante il continuo interesse all'acquisizione, la situazione attuale mostra tutta la complessità di questo direzione. I fattori sono diversi, dove per prima la procedura legale richiede il consenso delle autorità pubbliche, nella stessa forma data per l'approvazione. Inoltre, un problema è l'affidabilità dei progetti, se si consideri che uno buono progetto è venduto da solo. In più, essi costano di più in termini finanziari, oltre che di tempo ed energia, perché è necessario rifare la valutazione lungo tutta la catena. Quindi, infine, il problema generale sta nell'approccio degli sviluppatori, quanto più lontano da quello che dovrebbe essere offerto per gestire le risorse rinnovabili. Nota: I diritti e l’opinione espresse in questo articolo appartengono al suo autore. Nonostante tutti gli sforzi compiuti per garantire l’accuratezza di questa pubblicazione, quanto qui non intende fornire consulenza legale in quanto le singole situazioni possono differire e dovrebbero essere discusse con un esperto. Per qualsiasi consulenza tecnica o legale specifica sulle informazioni fornite e argomenti correlati, si può contattare attraverso l’indirizzo e-mail “[email protected]”. Most Read Publications Most Visit Section Read the full article
0 notes
transparentpeachwolf-blog · 7 years ago
Text
Coldiretti: concessioni idriche sull’altipiano Silano urgente problematica da risolvere- Le proposte di Coldiretti
Coldiretti: concessioni idriche sull’altipiano Silano urgente problematica da risolvere- Le proposte di Coldiretti
Molinaro: evitare controversie  con gli agricoltori
Occorre risolvere la problematica  delle irrigazioni dell’altipiano silano, prima della prossima stagione irrigua. Lo scorso anno, ci sono state azioni sanzionatorie nei confronti degli agricoltori, e perciò la Coldiretti Calabria in una lettera a firma di Pietro Molinaro presidente regionale dell’organizzazione, inviata al…
View On WordPress
0 notes
albaniaenergymarket-lg · 7 years ago
Text
Analizzi sui Partenariati nel Settore Idroelettrico in Albania
Necessità di miglioramento nel gestione del rischio di partenariati nel settore idroelettrico in Albania
Analisi/Opinione del Avv. Lorenc Gordani, PhD Nonostante l'importanza a multilivello per l'economia, gli investimenti idroelettrici pongono delle sfide complesse nella loro gestione in pratica. Al fine d’attrare il favore dei capitali privati e esteri, l'obiettivo di ogni governo Albanese è stato l’offrire dei modelli più ampi del partnership. La domanda ovvia che sorge è come risultato la loro gestione e dove sono sorti i problemi per le parti? Cosa è previsto per il futuro e quale sarebbe gli interventi di miglioramento nella gestione su questi progetti?
Foto durante la conferenza annuale dell'Associazione Albanese delle Energie Rinnovabili (AREA) all'Hotel Rogner, 1 marzo 2018
Problemi nella gestione degli investimenti idroelettrici
In Albania le pratiche concessionarie per mettere ad efficienza le risorse naturali si sono già contrattate da oltre 100 anni! Nonostante il lungo periodo di questa importante forma di cooperazione per l'economia, nella pratica i problemi sembrano non mancare. Ciò è stato preso in considerazione in relazione al continuo rivisitazione del regime giuridico da utilizzare alle nuove capacità di generazione elettricità dalle opere idrauliche. Tuttavia, restano i problemi tra le parti, associati alla complessità non solo durante la costruzione, ma anche l'interdipendenza da fattori esterni umani come le variazioni atmosferiche, evoluzione del mercato dell'energia, e così via.
La prospettiva di aumento della domanda, e la necessità dello sviluppo di opere idroelettriche
Nell'ottica degli sviluppi nell'economia albanese, la domanda di consumo dell’energia deve continuamente affrontare l'inadeguatezza del suo completamento dalla produzione nazionale. Dal lungo 1999, a parte poche eccezioni, il Paese ha avuto un largo deficit nel coprire la domanda di elettricità, trasformandola in un grande importatore netto dai paesi della regione. Ciò si è riflesso negli alti costi finanziari che hanno messo frequentemente in crisi il sistema elettrico albanese e le finanze del bilancio statale. Per quanto riguarda il futuro, entro il 2030 la domanda dell’elettricità, di cui lo scenario di base dell’Autorità Regolatore dell’Energia (ERE) lo dà con un tasso di crescita previsto del almeno 1,5%, e lo studio regionale "Sled SEE 2016" fino al 3%, si prevede di passare da attualmente 7.1 TWh a 10,8-13 TWh. Con questo aumento diventa fondamentale il costruire delle nuove capacita generatrici di elettricità. Risorse che si prevede siano da fonte idroelettrica basandosi sui bassi costi (LCOE) utilizzando un potenziale di oltre 41 miliardi di m3 di acqua da altura media di 750m. Fattore che ha spinto molte società locali e straniere, anche con grande reputazione internazionale, a vedere con interesse ad investire nel settore idroelettrico.
Importanza economica e i modelli offerti per promuovere il settore privato e gli investimenti esteri
Gli sviluppi degli ultimi anni hanno dimostrato che i partenariati per le concessioni sono rilevati una componente importante dell'economia albanese. Per il 2016 gli investimenti esteri hanno raggiunto circa 1 miliardo di euro stimolando la crescita al 3,4%. La parte più grande dello stock di investimenti esteri, di oltre 70% è stato focalizzato in energia (inclusi petrolio e gas). Gli investimenti che nell'idroelettrico da solo hanno raggiunto $ 1 miliardo negli ultimi 15 anni. Una quantità con una crescita in termini reali del quasi il 10% solo nel 2017. In linea di massima il modello utilizzato è quello offerto in gran parte nel area dei Balcani occidentali. Quanto qui, è giudicato utile dalle istituzioni finanziarie internazionali (IFI’s) dipeso della mancanza dello sviluppo del mercato rispetto al resto dell'UE. Ciò è avvenuto anche in assenza d’ulteriore spazio fiscale per effettuare investimenti nel settore della generazione. Ma, soprattutto, per quanto riguarda la necessità di ridurre la partecipazione del settore pubblico al fine di completare il processo di liberalizzazione. Pertanto, il governo è sempre sollecitato ad incoraggiare gli investitori e il sistema finanziario privato, in particolare i capitali stranieri.
Riforma un'opportunità per migliorare la gestione dei PPP
Considerati i problemi verificati tra le parti, la riforma come la parola chiave del programma economico del governo è benvenuta riguardo l’aumento dei investimenti esteri. Riforma che si trova nella fase preparatoria dell'intervento nel settore energetico in termini di miglioramento delle procedure amministrativi per le aziende, deregolamentazione dell'offerta, ecc. Un approccio considerato come essenziale per lo sviluppo dei partnership e in particolare la creazione di un ambiente sicuro e sostenibile per gli investimenti idroelettrici.
La nuova prospettiva fornita dalla liberalizzazione e l'integrazione del mercato dell'energia
Nonostante gli sviluppi in corso, l'uso della forza idrica, da cui l'umanità ha beneficiato per secoli, rimarrà la forma più economica di produrre l’energia. In questo spettro, si stima che il nuovo quadro giuridico del settore energetico e delle energie rinnovabili, nonché l'adeguamento delle norme sui PPP, favoriscano le grandi opere. In più, essa contribuisce ad affrontare non solo le preoccupazioni sui cambiamenti climatici globali (legate all'accordo di Parigi), ma è anche in linea con le preoccupazioni degli ambientalisti per evitare di sovraccaricare lo sfruttamento delle piccole risorse idriche nell'interesse delle comunità locali. Al contempo, il portare avanti dei progetti basati sull'analisi degli scenari di mercato più lungimiranti, forniscono una maggiore sostenibilità, considerando che i periodi più asciutti sono associati a prezzi più elevati e quelli con abbassamento di temperatura un maggiore consumo dell’energia. Mentre le aziende produttrici possono beneficiare della gestione e del funzionamento del mercato spot dell'energia, dei servizi ausiliari, della fornitura diretta, ecc. Prospettive che stanno portando per la prima volta nel lanciare dei alcuni progetti sotto il sigillo dei investimenti strategici in campo energetico.
Identificazione e analisi dei rischi nelle partnership in idroelettrico
Allo contempo, la necessità di adottare nuove misure normative di liberalizzazione del mercato ha creato un clima di incertezza, soprattutto per gli investitori basati esclusivamente sull'approccio tradizionale di produzione. Tuttavia, la principale caratteristica comune dei PPP di qualsiasi modello, inclusi i contratti di concessione ROT, BOT, BOOT, si basa su un accordo in cui i rischi sono distribuiti alle parti che possono gestirli meglio e con costi inferiori. In sintesi, i rischi che non dipendono dall'investitore possono essere raggruppati in tre categorie: incapacità di completare il progetto (ad es. difficolta di trovare finanziamenti correlati al cambiamento delle congiunture o alla percezione del clima di business); cambiamenti durante l'operazione (ad es. cambiamento dei flussi naturali annuali, interventi a monte del bacino fluviale, ecc.); cambiamenti delle politiche pubbliche e regimi normativi (come la modifica ad es. delle condizioni essenziali dell'accordo, nuova metodologie delle tariffe, il cambiamento del trattamento dei sbilanciamenti, il blocco del mercato attraverso contratti preferenziali tra società pubbliche, la distorsione dei meccanismi di mercato, ecc.). Per quanto qui, l'analisi preliminare dei rischi del progetto è essenziale per strutturare della transazione di ciascuna partnership. Un'analisi che dovrebbe servire per prendere una decisione sul tipo di contratto che verrà applicato nella struttura del partenariato per fornire e gestire i rischi del progetto in modo più efficiente. Contratti tradotti in legge nei rapporti tra le parti, rispettati e modificati esclusivamente con il pieno consenso di loro, per tutta la durata della partenariato.
Raccomandazioni sulla gestione dei investimenti esistenti
Di recente, la Banca Mondiale ha incluso per la prima volta l'Albania, nella relazione "Standard e regole degli appalti pubblici PPP 2017". Second quanto riportato, l'Albania ottiene la valutazione più elevata nella fase di preparazione dei progetti e gestione delle proposte non richieste. Il che significa che ciò chiesto agli investitori sia soddisfatto relativamente bene. Mentre la gestione del progetto prende il punteggio più basso (solo 55 su 100), ciò rende imperativo il lavorare con le autorità pubbliche per ulteriore miglioramento. In conclusione, nonostante il dibattito sull'uso delle risorse idroelettriche, il governo albanese ha confermato la sua visione ad andare avanti con la loro costruzione. A questo proposito, la migliore promozione per nuovi progetti inizia accomodando le richieste di investimenti esistenti. Ad ogni caso, per quanto le modifiche possono sorreggere necessari, quanto chiesto deve essere raggiunto in accordo tra le parti interessate per garantire il proseguimento con successo del progetto. Per questo, fondamentali sono le competenze autentiche nel assiste il completare del quadro basandosi sui migliori modelli e prassi europei nel settore delle concessioni e dei PPP. Nota: La proprietà e l'opinione espressa in questo articolo appartiene al suo autor. Nonostante tutti gli sforzi compiuti da ESCo Adriatic per garantire l'accuratezza di questa pubblicazione, non si intende fornire consulenza legale in quanto le singole situazioni possono essere diverse e dovrebbero essere discusse con un esperto e/o un avvocato. Per qualsiasi consulenza tecnica o legale specifica sulle informazioni fornite e argomenti correlati, si può contattare attraverso "[email protected]". Most Read Publications Most Visit Sections Read the full article
0 notes
albaniaenergymarket-lg · 8 years ago
Text
Regolamentazione e la contrappostone agli oligopoli, Dr Lorenc Gordani, 26 Giugno 2017
Regolamentazione storica Italiana e la contrappostone agli oligopoli, Dr Lorenc Gordani, 26 Giugno 2017
Tumblr media
Fra le due guerre in Europa, con l’avvio consistente della elettrificazione rurale, si cristallizzo l’emergere dei modelli di gestione centralizzate. Fino al secondo conflitto mondiale furono collegati alla rete elettrica i tre quarti della popolazione agricola francese, contro i due terzi della Gran Bretagna e con percentuali di circa il 12% negli Stati Uniti.  La necessità di investire sempre di più cospicue somme rafforzarono la struttura oligopolistica del settore e la presenza diretta del capitale finanziario,  come portarono ad aumentare del peso “politico” dei grandi gruppi all’interno dei singoli paesi. Quadro che ben presto porto alla necessità di interventi regolativi, che si esplicarono in diverse forme di intervento che vano dalla qualificazione dello ruolo dello stato dentro il quadro Federalista Statunitense, all’imposizione del modello locale in Germania, al razionalismo prematuro in Gran Bretagna, alla razionalizzazione del sistema francese sotto il rafforzamento del ruolo di controllo dello stato, tutti interventi che in sostanza sono accomunati dal riguardare il regime dei concessioni e le tariffazione dei servizi. La progressiva e sempre maggiore considerazione dello stato Italiano agli aspetti strategici e sociali dell’energia si esplicarono in primis con l’intervento sulle tariffe elettriche  anche con lo scopo di contenimento dell’inflazione in seguito alla ricostruzione del dopoguerra. Per assumere poi un carattere di controllo generale su tutte le fonti energetiche con l’instaurazione del Comitato Corporativo Centrale (antesignano del CIP e del CIPE) del 1939, cui era attribuito il compito di assicurare il perseguimento degli obbiettivi sociali, fra i quali il divario far nord e sud. Il periodo tra il 1921 ed il 1931 corrisponde alla seconda fase di grande investimenti nel settore per fronteggiare la crescita della domanda, che a partire dal 1926 si avvio con lo scambio con l’estero. Apertura che avviene in un quadro tendente verso il superamento del modello di impresa fordista e si esplica parallelamente verso le prime forme di collaborazione fra imprese dello stesso settore. Significativa a tale direzione è la creazione, nel 1921, della Confederazione internazionale delle grandi reti elettriche (CIGRE). Sviluppi che si accompagnano con un disciplina, sempre più completa, riguardo la produzione idroelettrica che porto all’intervento del 1927, inteso a disciplinare il controllo delle riserve idriche.  L’esigenza di affiancare alle vari reti elettriche locali poco efficientemente collegato l’una alle altre, un sistema nazione inteso ad attraversare tutta la penisola, la c.d. dorsale, porto ad affacciarsi apertamente nei dibattiti politici dell’idea che la produzione elettrica potesse necessitare l’intervento dell’amministrazione pubblica. Il fenomeno spinge uomini quali Luigi Einaudi e Francesco Saverio Nitti, allora giovani studiosi, a parlare della necessità di concentrare il settore nelle mani dello stato, sotto forma di impresa pubblica monopolistica.  Ma nel ‘27 sostanzialmente si confermarono i monopoli locali facendo tramontare sia l’ambizione per la distruzione del servizio elettrico quale effettivo pubblico servizio (diversamente dal periodo delle nazionalizzazione ) soprattutto anche dal diminuzione della domanda in conclusione del primo conflitto bellico,  facendo perdurare il regime di libero mercato per ben oltre trent’anni. Nel settore del gas naturale si dovete attendere l’inizio degli anni ’30 per l’attuazione di un programma industriale.  Essendo che il settore non sembrava offrire alle imprese private sufficienti prospettive di ritorno, nel 1926, è stata istituita l’azienda interamente statale c.d. Azienda Generale Italiana Petroli (AGIP). All’attività imprenditoriale dello stato (attraverso l’AGIP), vien aggiunta la prima disciplina organica che pone sotto il controllo statale gli oli minerali e il carburanti con il r.d.l. 2 novembre 1933, n. 1741. Idea di creare un settore pubblico regolato era realizzato inizialmente in USA, allo scopo di motivare la partecipazione più grande degli individui e al 1935 per poter fare disperdere l’organizzazione di tipo “holding” che creavano di fatto la situazione di monopolio.  Al contempo, intorno agli anni ‘40 negli USA la tecnologia del GNL fu ulteriormente sviluppata e furono scaturiti i primi impianti per la produzione e lo stoccaggio del GNL allo scopo di poter disporre di gas nei momenti di maggiore do-manda. Anche in Italia nel medesimo periodo, il gas acquisisce sempre maggiore interesse definito forse per scopi propagandistici nel periodo ventennale del regime come “energia nazionale”. Comunque fatto è che al 1940 vene costituito l’Ente Nazionale Metano che l’insieme all’AGIP, alle Regie Terme di Salsomaggiore ed alla Società ano-nima utilizzazione e ricerca gas idrocarburici (SURGI) costituiscono, a loro volta, la Società nazionale metanodotti (SNAM) per la costruzione e l’esercizio dei metanodotti e la distribuzione e vendita del gas. La scoperta a Caviaga presso Lodi (nel 1944) del più grande giacimento di gas naturale dell’Europa occidentale favorisce la costruzione del metanodotto Salsomaggiore-Lodi-Milano intorno al quale viene realizzato un metanodotto circolare lungo circa 13 chilometri c.d. “anello di Milano“. Da allora è un susseguirsi di realizzazioni sempre più imponenti per dotare l’intera penisola di collegamenti con l’estero per l’importazione del metano e di gasdotti interni e l’assicurarne della distribuzione. Così, nel periodo tra le due guerre mondiali lo Stato si trova ad essere – sia pure se indirettamente essendo che per la verità il quadro per di più pende sulle risorse idriche  – quale imprenditore elettrico. Dopo la battuta d’arresto dal proseguo normale del settore energetico durante la seconda guerra mondiale, le esigenze di ricostruzione che ad essa fanno seguito forniscono una spinta ulteriore all’intervento dello Stato nella diretta gestione delle materia energetiche. Situazione che di fatto favori alla fine della seconda guerra mondiale il riattivarsi del dibattito sulla nazionalizzazione. Se all’inizio si tratta di proposte generiche ispirate dal desiderio di combattere gli oligopoli, poco dopo queste proposte diventano più concrete ed appare chiaro l’orientamento verso la proprietà pubblica dell’industria elettrica è ormai alquanto diffuso. Nonostante ciò l’industria elettrica continuo a svilupparsi in un regime di libera iniziativa portando alla creazione del ben cinque “sistemi“ elettrici oltre ai due delle isole maggiori, fino all’avvento della nascita dell’ENEL al 1962. Disclaimer: While every effort has been made to ensure the accuracy of this publication, it is not intended to provide legal advice as individual situations will differ and should be discussed with an expert and/or lawyer. For specific technical or legal advice on the information provided and related topics, please contact the editor at the “[email protected]”.
Most Read Publications
Most Visit Sections
Click to Post
0 notes