#comitati ambientalisti
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Alessandria si trova al centro di un acceso dibattito sul futuro del territorio e dell’agricoltura. Il Comitato "Salviamo Le Cascine", insieme ad altre associazioni locali, ha inviato una lettera aperta al Sindaco Giorgio Abonante per esprimere il proprio dissenso nei confronti del progetto “Spinetta Solar 1”, un impianto agrivoltaico di grandi dimensioni previsto nell'area di Cascina Valmagra.
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m2024a · 9 months ago
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Giovanni Rana, il suo lido "esclusivo" nella baia (non più) aperta a tutti: «30 euro al giorno per poter fare il bagno» Il parco della Baia delle Sirene sul Lago di Garda, un luogo quasi ellenico con sentieri bianchi che si snodano tra gli antichi olivi, una spiaggia chiara e aperta a tutti coloro che volevano passare una giornata all'ombra dei maestosi alberi o a rinfrescarsi nelle acque azzurre. Per anni lo stabilimento balneare della zona è stato gestito dai conti Guarienti di Brenzone, finché Giovanni Rana non l'ha acquistato e ha dato il via ai lavori di rinnovo e restauro, restituendo un panorama certamente elegante e raffinato, ma decisamente più esclusivo. Ora punta San Vigilio ospita il Riviera Beach Club, uno stabilimento che include un grande parcheggio, una zona relax-balneare con piscina, chiosco, bar, un ristorante, un albergo-resort da 6 camere. E per chi vuole fare di più che passeggiare nella zona, il prezzo del giornaliero è di 30 euro. Le critiche a Giovanni Rana L'inizio dei lavori nell'area di Punta San Vigilio ha fatto immediatamente scattare le polemiche, in particolare con gli interventi sull'antico oliveto e nei palazzi storici del borgo del 1500. A denunciare lo scempio sono stati prima di tutto gli ex proprietari, i fratelli Guariente, seguiti da ambientalisti e comitati cittadini. Dopo mesi e mesi di rinnovi il luogo ha assunto un aspetto - e un atteggiamento - diverso, fatto di resort, ristoranti, bar, un parcheggio per accogliere i clienti e una tariffa di 30 euro al giorno (18 per il pomeridiano) per assicurarsi un lettino con ombrellone e poter fare il bagno. Rimane, paradossalmente, la scritta «Entrata gratuita» accanto al "listino", ma come spiega l'operatrice all'ingresso, «si può entrare a fare un giro, camminare per tutta l’area, ma non ci si può fermare in spiaggia o fare il bagno», come riporta Il Corriere. Ed è qui che si scalda nuovamente il dibattito, perché la baia è sempre stata un po' di tutti dato che la riva è di proprietà demaniale e per legge di «libero e gratuito accesso e di fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione». Certo, la zona è ben curata e allestita, gli olivi ci sono ancora, i materiali sono pregiati. Eppure il viale bianco che si snodava tra i cipressi è ora la strada trafficata che porta al parcheggio e l'antico borgo sembra aver perso il sapore di storia e spontanea naturalezza che lo caratterizzava.
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crazy-so-na-sega · 2 years ago
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La guerra in Ucraina e la conseguente problematica legata alle forniture energetiche russe, ha mostrato come la consuetudine di essere dipendenti da paesi extra-europei sia insicura e problematica.
La risposta e la sfida lanciata per il futuro è quella dell’Autarchia Europea, per smettere di dipendere da paesi come Cina, Russia e Stati Uniti d’America. La Commissione europea sembra indirizzarsi in maniera corretta per quanto riguarda le materie prime critiche, ovvero quelle materie come il litio, il cobalto e il nichel che sono utilizzate per produrre batterie, come il gallio usato nei pannelli solari, o il boro grezzo utilizzato nelle tecnologie eoliche e il titanio e il tungsteno nel settore spaziale e in quello della difesa.
La normativa europea sulle materie prime punta essenzialmente al potenziamento delle catene di approvvigionamento nazionali, tramite l’individuazione sul territorio europeo di siti d’estrazione delle materie e al potenziamento dell’economia circolare per quanto riguarda il riciclo delle suddette materie.
Attualmente l’Europa è totalmente dipendente dalla Cina, dalla quale importa il 97% di queste materie.
Delle 34 materie critiche individuate dalla Commissione europea, 16 si trovano in giacimenti presenti sul territorio italiano.
La via è quindi quella di riaprire le miniere per l’estrazione di questi materiali in Italia, ma gli ambientalisti e i vari “comitati del No”, sono già pronti a dare battaglia. Ad esempio, in Liguria, terra di titanio – qui si trova uno dei maggiori giacimenti italiani – un anno fa la sentenza del Tar ha confermato il divieto di effettuare ricerche minerarie nell’area del Parco del Beigua, proprio dopo i ricorsi delle associazioni ambientaliste.
L’Ispra ha mappato 3.016 siti estrattivi In Italia. Il Piemonte – si legge in un rapporto presentato alla Camera – è ricco di cobalto e nichel, la Lombardia di zinco, piombo e argento, mentre vicino a Roma è stata verificata la presenza di litio.
L’Istituto certifica la presenza di Terre Rare «in diverse località italiane, nella fascia tirrenica laziale, nell’arco alpino, in Sardegna. Sono presenti inoltre molti rifiuti estrattivi, che possono rappresentare un potenziale nuovo deposito di risorse critiche e non critiche da riutilizzare In un’ottica circolare».
La linea è tracciata e gli obbiettivi sono chiari, ora spetta a noi evitare di cadere nelle logiche “gretiniste” di chi vorrebbe chiudere completamente le industrie in nome di una “decrescita naturalistica”.
La sfida è rivolta ai paesi che dominano il mercato mondiale: non sono invincibili, si tratta solo di riscoprire la potenza della fortezza Europa. 
-Matteo Cantù
parola d'ordine: AUTARCHIA.
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Scudo di 100 persone impedisce di abbattere pini a Firenze
(ANSA) – FIRENZE, 06 MAG – Un centinaio di persone sono state in presidio, alcuni fino alle 2 di notte, per impedire l’abbattimento degli alberi di viale Redi. Lo riferisce Mario Bencivenni, vicepresidente di Italia Nostra Firenze, l’associazione che guida un gruppo di comitati ambientalisti che protestano per la tutela del verde di Firenze e contro l’abbattimenti di 21 pini e della siepe che…
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paoloxl · 5 years ago
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Il 9 dicembre 1986 è indetta una grande manifestazione antinucleare a Montalto di Castro, dove dal 1977 è in costruzione una nuova centrale nonostante le opinioni contrarie dei cittadini, dei movimenti ambientalisti e dello stesso comune.
E’ l’ultima manifestazione di una lunga serie: Caorso, Trino Vercellese, il Pec del Brasimone. Il 1986 è stato un anno di campeggi antinucleari e cortei, puntualmente caricati in maniera brutale dalla polizia.
Le richieste del movimento antinucleare sono l’immediata chiusura delle centrali attive in Italia e la riconversione in impianti per l’uso di energia pulita per quelle in via di costruzione.
Il corteo, fortemente sostenuto dai Comitati antinucleari e antimperialisti, prevede il blocco della strada di servizio usata dagli operai per l’intera giornata, in modo da non consentire il cambio dei turni e l’ingresso dei camion con i materiali edili.
Molti degli autobus provenienti da tutta Italia vengono fermati dai posti di blocco delle forze del’ordine, e sono costretti a rimanere fermi. Il resto dei manifestanti decide di intraprendere un lungo percorso attraverso la statale per aggirare i divieti e raggiungere ugualmente la centrale. Quando i manifestanti si trovano a meno ci cinquecento metri dai cancelli, la notte sparisce bruciata dalle fotoelettriche. I fari illuminano a giorno l’area circostante, e il cantiere appare militarizzato da più di 600 celerini in tenuta antisommossa, che immediatamente chiedono al corteo di liberare la strada. Lo slogan “assemblea, assemblea” è gridato a gran voce dai manifestanti, che richiedono di poter svolgere un incontro con gli operai del cantiere, seriamente minacciati dai licenziamenti che seguiranno la fine della prima parte dei lavori.
All’improvviso parte una sirena, e la celere carica a freddo. Subito comincia la caccia all’uomo nei campi circostanti, mentre un’incessante pioggia di lacrimogeni invade tutta l’area. Ancora una volta, lo Stato è costretto a ricorrere all’uso della forza bruta per reprimere un movimento in costante crescita: decine di persone sono massacrate a colpi di manganelli, candelotti lacrimogeni sparati ad altezza uomo e calci di fucile.
Dopo un’ora di scontri furiosi, il corteo si ricompatta sulla strada principale e ottiene il permesso di rientrare a Montalto. La tregua però, dura troppo poco. Mentre i manifestanti si incamminano verso la tangenziale, parte un’altra carica a freddo che fa disperdere le persone in gruppetti, mentre i celerini le inseguono a manganellate. Qualcuno scappa sui binari della ferrovia, qualcuno corre in mezzo alle auto sulla provinciale, qualcuno cerca di bloccare le corse dei blindati, che piombano in mezzo al corteo con violenza e lacrimogeni, mettendo di traverso sulla strada i sostegni delle recinzioni divelte.
Alla fine della giornata si conteranno una decina di fermati e centinaia di feriti, tra cui un manifestante con un’emorragia ai polmoni causata da un lacrimogeno sparato in pieno petto e un altro colpito da un proiettile ad una gamba.
La giornata si conclude con un grande corteo pacifico e molto partecipato dalla popolazione locale, che sfila per le vie di Montalto in maniera compatta e determinata per ribadire la contrarietà al progetto di morte avviato con l’imposizione del nucleare civile in Italia. (da infoAut)
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goodbearblind · 6 years ago
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CI SIAMO DIMENTICATI DI VIVERE Il No a un’infrastruttura devastante come il Tav si è da tempo trasformato in Valsusa in uno straordinario perno con cui creare comunità diverse e coltivare senso critico. Lo dimostra, tra le molte cose, anche un festival del cinema come il Valsusafilmfest, fondato dall’Anpi e dai comitati ambientalisti in vista del 25 Aprile e in corso in questi giorni. Inaugurato con una serata dedicata a Nuto Revelli, quest’anno il festival intreccia documentari, romanzi, workshop con registi, premiazioni (il premio Venaus a Giovanni Marini, “per aver dato voce agli ultimi” sarà consegnato da Mimmo Lucano) per ragionare in profondità di cambiamenti climatici, migranti ambientali, vecchie e nuove forme di resistenza. Durante l’incontro con le comunità valsusine, ha detto, Vandana Shiva: “Per il fatto che puntiamo su infrastrutture della velocità e del profitto ci siamo dimenticati di quelle per la vita. Ci siamo dimenticati di vivere…” Fonte: https://comune-info.net/2019/04/ci-siamo-dimenticati-di-vivere-valsusafilmfest/ https://www.instagram.com/angrybeargram/p/BwQ0dhElAeI/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=8zke1ydgj5bo
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albertoblog · 7 years ago
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RT @PoliticaPerJedi: Questa volta i colpevoli li conosciamo. Non gli ingegneri ma i miserabili che hanno boicottato dal 1984 la "Gronda" e il bypass del ponte: falsi ambientalisti di sinistra e comitati di mentecatti locali esperti di ricorsi al TAR. Ultimi arrivati i no-TAV grillini #Genova https://t.co/OmRQ0yDLa3
Questa volta i colpevoli li conosciamo. Non gli ingegneri ma i miserabili che hanno boicottato dal 1984 la "Gronda" e il bypass del ponte: falsi ambientalisti di sinistra e comitati di mentecatti locali esperti di ricorsi al TAR. Ultimi arrivati i no-TAV grillini#Genova pic.twitter.com/OmRQ0yDLa3
— Yoda (@PoliticaPerJedi) August 14, 2018
from Twitter https://twitter.com/albefantoni
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cosenzapage · 5 years ago
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È nata, a Grisolia, la rete in difesa del mare e per la rigenerazione del sistema di gestione delle acque
https://www.cosenzapage.it/media/2020/10/rete-difesa-mare-01-300x200.jpg - #CosenzaPage GRISOLIA (COSENZA) – È nata, a Grisolia, la rete in difesa del mare e per la rigenerazione del sistema di gestione delle acque. All’assemblea, che si è svolta lo scorso 3 ottobre, hanno partecipato in 17 tra associazioni e comitati ambientalisti.
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ultimenotiziepuglia · 5 years ago
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abr · 8 years ago
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la Appendino che in questi giorni è alle prese con i malumori dei comitati cittadini. Nel dettaglio, questi accusano la Appendino di non ascoltare le loro proposte, nonostante in campagna elettorale il M5S gli avesse teso la mano promettendo dei provvedimenti ad hoc delle quali ad oggi non si vede neppure l’ombra. “Non vorrei che le promesse sono state fatte soltanto per prendere i nostri voti” ha dichiarato la portavoce dell’Assemblea 21 e questa in sostanza è l’idea generale che serpeggia all’interno dei comitati cittadini specialmente dopo che, nella giornata di sabato 4 marzo, la sindaca ha scelto di non presentarsi all’incontro per la programmazione delle spese ai fini del bilancio preventivo del 2017.
https://www.forexinfo.it/Movimento-5-Stelle-Appendino-caos-Torino
Non è tanto per sottolineare lo scollamento tra Junta m5s a Torino (mica solo a Roma) coi i suoi “stakeholder”: questa è la politica, baby. Si sentono presi per i fondelli da dei promettitori seriali? Pensa te che sfortuna porelli: come dire che son tutti uguali ‘sti politicanti ...
Questo è banale, sorprende solo i più boccaloni. La vicneda è utile piuttosto per rimarcare come  la “constituency”. i puntelli della presa di potere M5S a Torino siano i comitati  ambientalisti contrari a centri commerciali, zoo, auto (tutti in bici ma non per diletto, per andare a lavorare: come nella CIna di Mao); i notav, movimenti per la casa e per l’acqua pubblica, centri sociali, sindacati di base, ambulanti e migranti .... si stiamo stiamo parlando della FECCIA PIU’ “ZECCHINO D’ORO” che c’è.  
Capito la finaccia, ex missini ed ex leghisti, esasperati abitanti del borgo in genere? Siete i portatori d’acqua di  ‘sti mutanti sinistri mimetizzati.  Capisco dar spallate al potere piddino incancrenito da decenni, ma al peggio c’è un limite  ...In ogni caso, una volta fatto non è mai troppo presto disinfestare le zecche. 
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overthedoors · 7 years ago
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G7M – Ambiente alla base, non al vertice!
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04.06.2017 – Bologna – Redazione Italia (Foto di https://www.facebook.com/territoricontrog7ambiente/) L’11 e il 12 giugno prossimi i Ministri dell’Ambiente di Usa, Canada, Francia, Regno Unito, Germania, Giappone e Italia, oltre a rappresentanti dell’Unione Europea, si troveranno a Bologna per il G7 sull’Ambiente. Nei giorni precedenti una rete di associazioni e comitati ambientalisti –  No Tav,…
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francesco-miazzi · 6 years ago
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Appello che vi invitiamo a diffondere.
Cari cittadini, cari Sindaci, care Associazioni e Comitati ambientalisti,
la situazione della ex C&C è ancora lungi dall’essere risolta. Ad oggi siamo in attesa che inizino i lavori di asporto della seconda tranche di rifiuti (4000 t).  Quando avverrà, sarà un passo positivo, ma non certo sufficiente per risolvere la situazione in modo definitivo. La spesa stimata per l’asporto completo si aggira infatti sui 10 milioni di euro, e ad oggi sono ancora 50mila le tonnellate di rifiuti ammassate in quei capannoni degradati dove piove dentro e si formano pozzanghere di percolato.
Bisogna agire prima che succeda un disastro ambientale e le notizie sui roghi nei depositi di rifiuti che giungono dal Veneto, dalla Lombardia e dalla Campania non fanno altro che confermare la nostra preoccupazione e la consapevolezza di vivere accanto a un sito ad alto rischio.
Per chiedere con forza alla Regione Veneto un piano di investimenti adeguato, nei giorni scorsi i Consigli comunali di Pernumia, di Battaglia Terme e di Due Carrare hanno approvato una mozione concordata congiuntamente, anche con le associazioni ambientaliste: in essa si chiede di predisporre un piano pluriennale di finanziamenti (2.000.000 di euro l’anno) che permetta la rimozione totale del materiale accumulato nel sito e la bonifica dello stesso.
Per ribadire con forza le istanze del territorio, tutti i cittadini, i Sindaci e le associazioni ambientaliste sono invitate a un sit-in per sabato 3 novembre alle ore 11 - davanti ai capannoni della ex C&C, in Via Granze 30 a Pernumia,. Sarà l’occasione per fare sentire la nostra voce fino a Venezia, dove in queste settimane si va approntando il bilancio di previsione. Crediamo che la Regione Veneto non possa più sottrarsi a risolvere una situazione che compromette la salute dei cittadini, la salubrità dell’ambiente e le opportunità economiche del territorio.
Associazione La Vespa Comitato SOS C&C Coordinamento associazioni ambientaliste Parco Colli
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tmnotizie · 7 years ago
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ASCOLI PICENO – La situazione di degrado in cui versa lazoa Castagneti è di nuovo posta all’ indice dai residenti attraverso un comunicato stampa e reltive foto che pubblichiamo integralmente.
“Nemmeno quattro mesi fa degli ascolani residenti nella zona Ex Distilleria documentarono il problema di una vera e propria discarica abusiva nei pressi delle proprie abitazioni. Un immondezzaio a cielo aperto in cui sebbene tra alti e bassi il livello dei rifiuti abbandonati superava comunque tutti i limiti della decenza. Fino al nostro resoconto chi era deputato al recupero delle varie immondizie sembrava essersi dato alla macchia, nonostante i continui solleciti dei residenti e dei titolari delle varie attività in zona.
Nei giorni successivi al nostro intervento mediatico però, magari solo casualmente, una determinazione dirigenziale del Comune di Ascoli Piceno, la 961 del 5 aprile 2018, definì la rimozione e lo smaltimento delle roulotte e dei materiali abbandonati come indicati nel nostro resoconto.
Nello stesso documento, relativo al servizio del settore tecnico edilizia, attività produttive ed ambiente, quell’area in zona Castagneti oggetto della rimozione fu indicata a tutti gli effetti come di “proprietà comunale (foglio 79 part. 303)”. La stessa determinazione del dirigente, architetto Ugo Galanti, addirittura richiamava “una nota del Comando di Polizia Municipale prot. 4102 del 15/1/2018 con cui sono stati trasmessi gli esiti del sopralluogo eseguito da personale del Comando”.
Ovvero ilproblema era noto già da almeno tre mesi prima della nostra informativa. Dalla disamina della nota del Comando si evinceva chiaramente quello da noi riferito, cioè “che nell’area sono presenti n. 2 roulotte in avanzato stato di abbandono, sprovviste di targhe e circondate da più cumuli di immondizie (materasso, ferro vecchio, frigorifero, bombole del gas, ecc.), inoltre tra una roulotte e la recinzione a pannelli ivi esistente è stato realizzato un volume adibito a cucina”.
La spesa per larimozione e lo smaltimento ammontò a ben 854,00 euro di soldi pubblici. Nonostante il costoso intervento però il problema benché con proporzioni al momento ridotte e per ora solo in un tratto adiacente, sembra riproporsi, come si evince nelle immagini inviateci dagli stessi residenti, a dimostrazione dell’evidente assenza di una strategia dell’Amministrazione comunale per quantomeno contenere questa piaga.
Nel nostro intervento dello scorso marzo sottolineammo come quella dei rifiuti abbandonati per strada è una vera e propria ulcera per la Città di Ascoli Piceno, che nonostante i continui buoni teorici propositi degli amministratori pubblici non accenna a rimarginare, anzi. Una piaga che purtroppo ha anche un pesante risvolto economico per il cittadino a quanto pare.
Le colpe della situazione che purtroppo riguarda indistintamente varie zone cittadine è da attribuire a più parti, in primo luogo ovviamente a quei cittadini che non esitano ancora ad abbandonare barbaramente rifiuti d’ogni genere o a quelli che non denunciano le violazioni di cui vengono magari a conoscenza, ma una grande responsabilità è sempre dell’Amministrazione comunale, che non sembra riuscire né a prevenire, né a reprimere, né tanto meno a ripristinare e mantenere le condizioni accettabili.
Ascoli ormai da poco meno di dieci anni è purtroppo una città in evidente stato di crisi sotto molteplici aspetti. Uno dei capitoli più delicati è proprio quello del degrado urbano soprattutto di alcune zone dove l’Amministrazione apparentemente sembra latitare del tutto. L’auspicio dei residenti e di tutti è che aldilà dei proclami e delle belle parole l’attenzione venga data effettivamente a certi problemi con mestiere e concretezza, ascoltando un po’ di meno l’abbaiare alla luna di certi comitati ambientalisti “micologici”, ma servendo maggiormente i cittadini che regolarmente pagano più che profumatamente la Tari, una tassa che ad Ascoli ha avuto aumenti da capogiro con l’attuale Amministrazione.
La speranza per questa area è ovviamente quella di un pronto intervento che non sani però la situazione solo per alcuni mesi con rilevanti costi, ma che lo faccia una volta per tutte risolvendo la questione con provvedimenti seri come un’Amministrazione che si rispetti non si dovrebbe far pregare d’attuare in tempi consoni”.
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Piombino, manifestazione contro il rigassificatore e le energie fossili
Da comitati ad ambientalisti insieme alle forze di sinistra e M5s: presente anche il sindaco Fdisource
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paoloxl · 6 years ago
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Veneto sta collassando, e i dati di fatto sono sotto gli occhi di tutti: alluvioni sempre più intense; 300 mila ettari di bosco devastati dalle raffiche di vento; annate di produzione agricola invase da parassiti; falde acquifere e acque inquinate da PFAS, da Cromo e molto altro ancora; una laguna intrisa di idrocarburi e altri inquinanti; valli e pianure soffocate dai pesticidi, cemento e polveri sottili derivanti dai processi industriali e dai camion mezzi vuoti che corrono come pazzi al servizio del 'just in time’. Per non parlare dei rifiuti che, anziché essere trattati e smaltiti, vengono nascosti sotto le nostre strade. 
Il Veneto assomiglia sempre di più ad una colata di cemento, ad un agglomerato di capannoni e centri commerciali che consumano il suolo e rendono questa terra sempre più fragile (e brutta). Una regione piena di cantieri di “grandi opere”, dannose ed imposte, utili soltanto a riempire di soldi pubblici il portafoglio di speculatori ed imprenditori amici di amici dei poteri forti: dal MOSE al TAV, dalla Pedemontana alla Valdastico... quanti edifici pubblici si potrebbero mettere in sicurezza, quante persone in più si potrebbero curare gratuitamente con tutti i miliardi che stiamo regalando a qualche manciata di mafiosi? 
La politica regionale è complice e collusa. Da Galan a Zaia non è cambiato nulla, se non che adesso la Lega pretende di essere una forza del “cambiamento”, come se non fosse al potere da 20 anni, tanto a Venezia quanto a Roma! Il governo Lega-5Stelle sta proseguendo lungo la stessa linea di quelli che l'hanno preceduto, fedele alla linea imposta dalla UE e dal grande capitale continentale: quando c’è da scegliere tra il profitto e la giustizia (ambientale e sociale) sanno tutti da che parte stare. 
Ma questo non è più un problema futuro, che riguarderà le prossime generazioni: il conflitto tra la natura e lo “sviluppo”, questo modello di sviluppo, è qui ed ora! 
L'8 dicembre prossimo sarà una giornata di mobilitazione internazionale. In tutto il mondo ci saranno manifestazioni in difesa dei territori e dell'ambiente dai danni prodotti da un modello di sviluppo folle e disumano. Potere al Popolo! sarà a Torino contro il TAV, a Niscemi contro il MUOS... e in tante altre piazze che richiederanno a gran voce un'inversione di rotta in materia economica e ambientale. 
Saremo anche a Padova, alla Marcia Mondiale per il Clima - Padova lanciata dalla rete “Siamo ancora in tempo”. 
Saremo in piazza insieme ai Comitati e ai Movimenti ambientalisti della nostra regione, perché non possiamo accettare il MOSE e le grandi navi nella Laguna di Venezia, che stanno distruggendo una città e un ecosistema unici al mondo. Saremo in piazza perché costruire autostrade non farà diminuire in alcun modo il traffico, ma aumenterà solo la folle frenesia della grande distribuzione. Saremo in piazza perché non si può sottostare al ricatto “o salute o lavoro”, come sta succedendo anche alla Miteni di Trissino: non si può “produrre, inquinare e scappare!”, chi ci ha avvelenati ora deve pagare. 
Saremo in piazza, infine, perché la giustizia ambientale non è una cosa da “ambientalisti da salotto”, ma è una questione politica che riguarda tutte e tutti noi e che passa per una sola Grande Opera: la messa in sicurezza di scuole, ospedali, strade e infrastrutture; la manutenzione del nostro patrimonio paesaggistico, artistico, naturale ed urbano; una pianificazione che tuteli l’ambiente e chi ci vive! 
Cambiamo questo stato di cose. Mettiamoci in marcia!
Potere al Popolo! Veneto
Fonte
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allnews24 · 7 years ago
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Processo petrolio lucano. A Potenza sit-in comitati ambientalisti
Processo petrolio lucano. A Potenza sit-in comitati ambientalisti
Il meteo di questa settimana aiuterà ma non più di tanto a mitigare il problema dell’inquinamento atmosferico a Verona. Ed è parte del problema anche il pensare che attendere la pioggia sia l’unica via per abbassare il livello di polveri sottili nell’aria, senza aprirsi a nuove soluzioni.
E il candidato alla primarie del PD Damiano Fermo, di soluzioni alternative ne propone addirittura…
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