#come stare vivo
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maledettadaunangelo · 2 years ago
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Sto implorando il mio corpo di reagire agli input, perché a volte non ricorda come stare vivo: non si riconosce se non lo faccio impazzire. Se non provo dolore. Sto implorando la gola mia, di non arrendersi. Ai miei occhi di socchiudersi quando mi sveglio, al mio sesso di rispondere quando lo sfiorano. 
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the-evil-pizza · 2 years ago
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Usami
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Eccomi: sono pronta per te. Fra un po’ tornerai a casa. So benissimo che sei stato da lei, ma sono arrivata al punto di accettare di condividerti, di mortificarmi, di prostrarmi stando ai tuoi piedi, pur di non perderti. Senza più dignità. So come ti piaccio e cosa prediligi del mio corpo e mi sono lubrificata, preparata a soffrire. Purché tu decida di usarmi per godere. Ti piace soprattutto il mio culo e poi non resisti al mio odore personale.
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Sono qui e ardo di una vera passione per te. Brucio di gelosia e frustrazione da età avanzata. Lei è giovanissima. Umiliami: ne godrò. Ho sulla pelle il profumo che mi hai regalato e indosso un velo appena poggiato sulle natiche, che lascia palesemente scoperto il dolcissimo solco che le divide, quale palese invito per te. Non ho difese e non le voglio: devi trovare la porta completamente aperta e l'accesso al mio corpo deve essere libero e assolutamente facilitato, ma solo per te. Non ho più alcun pudore, con te. Saprò essere tua ogni volta che vorrai. Senza un lamento.
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Se ti viene voglia di notte, svegliami pure. Se lo farai per compassione, andrà comunque bene. Perché io non so resistere senza di te. Non so stare senza che tu mi guardi negli occhi e mi stringa le mani, che mi dia uno schiaffo sulle chiappe o che mi strizzi un seno fino a farmi male: perché comunque tu farai, m'avrai accarezzato il cuore, m'avrai resa per un attimo parte della tua vita e considerata degna di un tuo contatto. Vivo solo per te, per i momenti in cui il mio corpo sarà sotto al tuo, per essere adoperato e darti il piacere che cerchi. Usami: avrai regalato una preziosa briciola del pane dell'amore a un cuore affamato di te. Usami e fammi così soffrire e vivere d'amore. Usami.
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RDA
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lapizzicata · 9 months ago
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In questo periodo sto passando molte notti fuori e lontano da casa per lavoro. Le trasferte mi sono sempre piaciute, ma ultimamente sto incassando il colpo e ci arrivo stanca. Gli alberghi sono sempre dignitosi. Mai belli, ma puliti e spesso con i balconcini. La sera è bello tornare in una stanza in cui tutto è a posto; il bagno è pulito, il letto è rifatto, il posacenere è svuotato e le scarpe sempre allineate al muro. Io, che le scarpe le butto dove capita, gioisco sempre e penso che una volta a casa devo iniziare a metterle così. Mi godo la sensazione, per qualche giorno, di non dover occuparmi di niente, nemmeno dei pasti. Altre persone lo fanno per me e mi sta bene. Una sensazione nuova per una che ha mania di controllo. Sto facendo progressi, penso. Stare in terapia da cinque anni mi ha aiutato, penso.
Mi metto seduta per terra in balcone e fumo. E penso che l’anno scorso ero sempre in questa città lontana, mentre mia nonna aveva un ictus che l’avrebbe portata lentamente via da me in cinque mesi. Penso che da allora le trasferte le vivo con un senso di angoscia sotto traccia. Penso di non aver avuto l’occasione di vederla lucida perché ero in un posto lontano da casa a lasciare che altre persone si prendevano cura di me. E penso, come ovvio che sia, a tutto il non detto, a tutte le occasioni mancate, alle strade percorse e quelle abbandonate, al tempo che passa inesorabile, ai quarantacinque anni che si avvicinano. E penso che una figlia me la meritavo. Il pensiero di maternità sempre rifuggito perché troppo voluto mi attanaglia ora che, pur volendo, madre non posso essere più. E sì, una figlia me la meritavo proprio.
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angelap3 · 6 days ago
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Mi è piaciuta molto e la condivido con grande rispetto.
Ti consiglio di leggerlo quando hai tempo, con calma, per apprezzarlo appieno. ♥️♥️♥️
È una vera perla... Di Jorge Luis Borges, scrittore e poeta.
Oltre il fascino...
“VALGO”
Ho imparato a vincere dopo tante sconfitte; ho disegnato il sorriso che porto dopo tanto piangere.
Conosco così bene il pavimento che ora guardo solo il cielo. Ho toccato così tante volte il fondo che, ogni volta che cado, so che domani risalirò.
Mi stupisce così tanto l’essere umano che ho imparato a essere me stesso.
Ho dovuto sentire la solitudine per capire come stare con me stesso e scoprire che sono una buona compagnia.
Ho cercato tante volte di aiutare gli altri che ho imparato ad aspettare che siano loro a chiedermi aiuto.
Ho sempre cercato la perfezione e ho capito che tutto è imperfetto quanto deve esserlo (me compreso).
Faccio solo ciò che devo, nel miglior modo possibile, e lascio agli altri la libertà di fare ciò che vogliono.
Ho visto tanti cani correre senza meta che ho imparato a essere tartaruga e a godermi il viaggio.
Ho imparato che in questa vita nulla è certo, tranne la morte… ed è per questo che mi godo ogni momento e tutto ciò che ho.
Ho imparato che nessuno mi appartiene, e che le persone staranno con me per il tempo che vorranno e dovranno esserci. Chi davvero tiene a me me lo dimostrerà sempre, in ogni momento e contro ogni ostacolo.
La vera amicizia esiste, ma non è facile trovarla.
Chi ti ama te lo dimostrerà sempre, senza bisogno che tu glielo chieda.
Essere fedeli non è un obbligo, ma un autentico piacere quando l’amore domina il tuo cuore.
Questa è la vita… la vita è bella con i suoi alti e bassi, con i suoi sapori e i suoi retrogusti amari.
Ho imparato a vivere e a godere di ogni dettaglio. Ho imparato dagli errori, ma non vivo rimuginando su di essi, perché spesso sono solo ricordi amari che ti impediscono di andare avanti. Ci sono errori irreparabili.
Le ferite profonde non si cancellano mai dal cuore, ma c’è sempre qualcuno davvero disposto a guarirle, con l’aiuto di Dio.
Cammina mano nella mano con Dio: tutto migliora, sempre.
E non sforzarti troppo: le cose migliori della vita accadono quando meno te lo aspetti. Non cercarle, saranno loro a trovare te.
Il meglio deve ancora venire... 💕
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mccek · 1 year ago
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“Nonoo” questa mattina sei venuto a mancare e dopo aver lottato per altri tre mesi, anche se in ospedale ti avevano dato pochi giorni, ininterrottamente non hai mai mollato quel filo sottile che divide la vita dalla morte; anche contro le tue volontà a testa alta col tuo carattere (in cui non mi rispecchiavo) sei riuscito a tenerti vivo, ahimè, purtroppo, la morte vince si tutto, non ha pietà.
Fin da piccolo il tuo sogno era di vedermi guidare, cosa che se pur col tempo ho saputo apprezzare non ho mai amato fare come te, prima che l’infarto ti colpisse definitivamente ti avevo fatto una promessa, di portarti a vedere un gran premio di formula uno, da noi tanto amata, questo seppur per evidenti problemi economici non mi avrebbe mai impedito di non farlo, però non avresti avuto le forze, anche se immagino che ti saresti commosso, anche se una persona come te era difficile vederla piangere.
Abbiamo avuto periodi in cui ci costruivamo mentalmente dei muri invisibili e proprio per la differenza del nostro carattere questo ci ha ferito entrambi, fuori sicuramente eravamo orgogliosi ma il problema poi è sempre dentro, quel peso che a lungo andare ti consuma fino a trasformalo in malattia.
Col senno di poi siamo bravi tutti, tu hai le tue responsabilità e io le mie, non esistono santi, nessuno di noi due ha vinto o perso, nonostante abbiamo sofferto, ci siamo riavvicinati pian piano, con più fiducia e lo abbiamo fatto raccontandoci la mia, la nostra infanzia, nostra perchè alla fine hai passato davvero tanti anni assieme a me quando ero piccolo, io non dimentico i tuoi errori nonno, ma nemmeno il bene che mi hai fatto, la tua immensa disponibilità per me e la mamma quando aveva bisogno di essere portata per lunghi anni su e giù in ospedale, sappi che queste cose rimarranno impresse nella mia testa, perché col tempo, forse crescendo, anche se ancora mi vedo, sai, un po’ bambino, quel Mattia che era il tuo idolo, che doveva essere il migliore di tutti, ma che in realtà voleva solo essere come tutti, e che quei tutti avessero il mio stesso cuore, quella bontà che col tempo è pian piano svanita.
Chi si dimentica di tutta quella gente che ci Incontrava in bici la mattina presto?
La tua felicità negli occhi, nel vedere come tutti si fermassero a guardarmi, a parlarmi e a sottolineare il fatto che il sorriso non mi mancasse mai.
Si andava a prendere il pane, ne volevo subito un pezzo, ci fermavamo a vedere tutti i cani della via con la speranza che rispondessero alle mie parole, e restavo lì convinto fino a quando sentivo abbaiare e tu mi davi conferma delle loro risposte.
Che periodi, cercavo sempre mia mamma, purtroppo per via del lavoro per me era come stesse via intere settimane ma in realtà così non era, però tu ben sapevi quanto io sia legato a mamma, e tranquillo ricorderò sempre quanto anche tu lo fossi, anche se spesso avevi qualcosa da ridere per via del tuo carattere ricorderò le tue ultime parole: “La mamma è la donna più intelligente che ho conosciuto, fin troppo buona e disponibile per tutti, voglio che lei lo sappia”.
Potrei scrivere un libro, non un poema su ciò che abbiamo vissuto insieme, sei stato la mia infanzia, il mio periodo preferito, lo rivivrei mille volte, nonostante il tuo modo di essere, ma chi sono io per giudicare? Certo, quello che penso lo dico, come hai sempre fatto tu, ma allo stesso tempo non mi nasconderò mai come non giudicherò mai!
Ora stai vicino alla nonna, e assieme fatemi il regalo più grande, che non sono i soldi, non sono una vita di successi, ma la speranza di vedere vostra figlia, mia mamma, stare un po’ meglio.
Solo questo.
Il pensiero rimbomberà sempre nella mia testa, fra cose belle e cose brutte, ma per vivere di questi tempi, bisogna affidarsi solo all’amore, lo sai nonno no?
Quella piccola parte di odio che io ho sempre avuto verso la mia generazione, e tu, verso chi ben sapevi, era molto simile, però se fossi qui so che con un sorriso, e magari una lacrima, diresti: “Qua te ghe rason”.
Ciao caro nonno, ti voglio bene❤️
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astra-zioni · 1 month ago
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È da stronzi psicopatici borderline e qualsiasi altro criterio diagnostico vi venga in mente se una persona decide, gradualmente, di non volere avere a che fare più con una certa categoria di persone? Me lo chiedo spesso.
La specifica categoria delle persone a cui mi riferisco sono quelle nate dalla parte dei privilegi, delle comodità, della solidità familiare, della sicurezza. Della salute.
Non credo che nessun genitore sia perfetto e che nessuna vita lo sia, ma diciamo che se vivi ed hai vissuto con due persone adulte bene o male decenti e presenti, che ti infondono sicurezza nell’affrontare il mondo e le piccole tragedie quotidiane diciamo che ti è andata già parecchio bene. Ecco, più passano gli anni e più assisto alle chiamate di rito con i genitori dei miei coetanei, più li sento parlare delle vacanze, delle piccole incomprensioni, delle attenzioni, della cura, del “che completo compro per la laurea?” o “che regalo al compleanno di tizio?” - più mi sembra di venire presa a fucilate a entrambe le ginocchia e di sanguinare irrimediabilmente dovendo fingere di stare bene - ché avere due genitori non è una colpa e non lo è nemmeno essere sereni, nemmeno essere mediocri.
Non serve comunque a niente saperlo, quando mi confronto con i problemi medi della gente mi sento un bambino povero di cinque anni che muore di fame, e che fuori il ristorante di lusso vede mangiare le famiglie di gusto mentre congela dal freddo. Niente mi toglie di dosso quella sensazione orrenda di freddo e di disagio, niente mi impedisce di finire al cesso a piangere se vedo un bambino che corre fra le braccia di un padre, di una madre, di un qualsiasi adulto sano, niente mi impedisce di essere incazzata, di provare invidia, di essere sprezzante, cinica, distaccata nei confronti di tutta quella gente nata col futuro spianato. È questo che mi fa sentire miserabile, questo che impedisce di capire. Capire la sofferenza altrui, capire cosa affanna le persone “normali”, capire come cazzo vive, pensa, si sveglia, ama. Cosa posso dire a queste persone? Che vicinanza posso garantire? Parliamo da prospettive esistenziali diverse e inconciliabili. Bisogna essere stati almeno una volta dall’altra parte della barricata, fuori dal ristorante, al freddo, con la fame, per capire. Capire che la condizione che vivo non è umana e dunque non è fatta di sentimenti umani, che sono un lupo, un militare, uno psicopatico, un bambino di cinque anni, tutto assieme, e che voi siete esseri umani, con problemi da esseri umani, con sentimenti da umani e con vite umane, che io non potrò mai capire. Dunque non forzatemi nel farmi capire cosa vi agita, non mi parlate, non mi spiegate, non mi mettete in mezzo alle vostre beghe umane, io sto morendo di freddo e di fame -, voi state male perché siete sazi.
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ilblogdellestorie · 11 months ago
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Cari ragazzi del liceo di Partinico, avete ragione: Impastato è divisivo. È stato divisivo da vivo, figuriamoci da morto. Era divisivo perché denunciava la mafia e le sue atrocità in un paese che, in parte, avrebbe preferito “sorvolare”, non fare troppo “casino”, come piace dire a voi, stare zitto, magari anche farci affari e politica con la mafia. Impastato si metteva dall’ altra parte, dalla parte di quei tanti siciliani che la mafia non la volevano a “100 passi” da casa. Ma nemmeno a mille, 10.000, 100.000 passi. Impastato si metteva dalla parte di quegli italiani che volevano che la mafia fosse perseguita per i suoi crimini. Sapete, nella vita è importante scegliere da che parte state. Ve lo dice uno che tanti anni fa lo fece, quando era al liceo come voi. Scelse da che parte state. E non ha cambiato posto, è sempre lì: dalla parte di chi si batte per la legalità.
Peppino, quello al quale non volete intitolare la scuola, è morto il 9 maggio. Nello stesso giorno in cui fu ritrovato il corpo dell’ onorevole Moro. La notizia della sua morte si materializzò come una “breve” nel mondo dell’ informazione. Inevitabile, di fronte alla tragedia della notte della Repubblica. Un po’ per volta poi i riflettori si sono accesi sul quel corpo martoriato. Adesso non spegneteli voi. E soprattutto: mettetevi dalla parte di chi si batte contro la mafia. Siate divisivi anche voi come lo fu Impastato.
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susieporta · 24 hours ago
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“VALGO”
A forza di perdere, ho imparato a vincere; a forza di piangere, si è disegnata la mia attuale risata.
Conosco così bene il suolo che guardo solo il cielo. Ho toccato il fondo così tante volte che, ogni volta che scendo, so già che domani risalirò.
Mi meraviglio tanto di ciò che è l’essere umano, che ho imparato a essere me stesso.
Ho dovuto provare la solitudine per imparare a stare con me stesso e capire che sono una buona compagnia.
Ho cercato tante volte di aiutare gli altri che ho imparato a lasciare che siano loro a chiedermelo.
Ho sempre voluto che tutto fosse perfetto e ho capito che in realtà tutto è così imperfetto come deve essere (me compreso).
Faccio solo ciò che devo, nel miglior modo possibile, e lascio che gli altri facciano ciò che vogliono.
Ho visto tanti cani correre senza meta che ho imparato a essere tartaruga e ad apprezzare il cammino.
Ho imparato che in questa vita nulla è certo, tranne la morte... e per questo godo del momento e di ciò che ho.
Ho imparato che nessuno mi appartiene e che resteranno con me finché vorranno e dovranno restare. E chi è veramente interessato a me lo dimostrerà in ogni momento e contro qualsiasi cosa.
Che la vera amicizia esiste, ma non è facile trovarla.
Che chi ti ama te lo dimostrerà sempre senza bisogno che tu glielo chieda.
Che essere fedele non è un obbligo, ma un vero piacere quando l’amore è il padrone di te.
Questo è vivere... La vita è bella con i suoi alti e bassi, con i suoi sapori e i suoi retrogusti...
Ho imparato a vivere e a godere di ogni dettaglio, ho imparato dagli errori ma non vivo pensando a loro, poiché di solito sono un ricordo amaro che ti impedisce di andare avanti, dato che ci sono errori irrimediabili.
Le ferite profonde non si cancellano mai dal cuore, ma c’è sempre qualcuno davvero disposto a curarle con l’aiuto di Dio.
Cammina mano nella mano con Dio, tutto migliora sempre.
E non sforzarti troppo, perché le cose migliori della vita accadono quando meno te le aspetti. Non cercarle, saranno loro a trovare te.
Il meglio sta accadendo.
Jorge Luis Borges
#patremondegui #valgo
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canesenzafissadimora · 5 days ago
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A forza di perdere, ho imparato a vincere; a forza di piangere, si è disegnata la mia attuale risata.
Conosco così bene il suolo che guardo solo il cielo. Ho toccato il fondo così tante volte che, ogni volta che scendo, so già che domani risalirò.
Mi meraviglio tanto di ciò che è l’essere umano, che ho imparato a essere me stesso.
Ho dovuto provare la solitudine per imparare a stare con me stesso e capire che sono una buona compagnia.
Ho cercato tante volte di aiutare gli altri che ho imparato a lasciare che siano loro a chiedermelo.
Ho sempre voluto che tutto fosse perfetto e ho capito che in realtà tutto è così imperfetto come deve essere (me compreso).
Faccio solo ciò che devo, nel miglior modo possibile, e lascio che gli altri facciano ciò che vogliono.
Ho visto tanti cani correre senza meta che ho imparato a essere tartaruga e ad apprezzare il cammino.
Ho imparato che in questa vita nulla è certo, tranne la morte... e per questo godo del momento e di ciò che ho.
Ho imparato che nessuno mi appartiene e che resteranno con me finché vorranno e dovranno restare. E chi è veramente interessato a me lo dimostrerà in ogni momento e contro qualsiasi cosa.
Che la vera amicizia esiste, ma non è facile trovarla.
Che chi ti ama te lo dimostrerà sempre senza bisogno che tu glielo chieda.
Che essere fedele non è un obbligo, ma un vero piacere quando l’amore è il padrone di te.
Questo è vivere... La vita è bella con i suoi alti e bassi, con i suoi sapori e i suoi retrogusti...
Ho imparato a vivere e a godere di ogni dettaglio, ho imparato dagli errori ma non vivo pensando a loro, poiché di solito sono un ricordo amaro che ti impedisce di andare avanti, dato che ci sono errori irrimediabili.
Le ferite profonde non si cancellano mai dal cuore, ma c’è sempre qualcuno davvero disposto a curarle con l’aiuto di Dio.
Cammina mano nella mano con Dio, tutto migliora sempre.
E non sforzarti troppo, perché le cose migliori della vita accadono quando meno te le aspetti. Non cercarle, saranno loro a trovare te.
Il meglio sta accadendo.
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Jorge Luis Borges
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raccontidialiantis · 3 months ago
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Solo con te io vivo davvero
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Ti voglio. Ti penso tutto il giorno. Non riesco più a stare senza di te. Fino a pochi mesi fa ero solo una donna qualsiasi. Un po' spenta, forse anche insignificante: consumata dalla routine casa-lavoro-marito-figlia. E rari doveri coniugali, consumati di solito al sabato sera, solo per far venire veloce Alfredo e poi poter finalmente dormire un po’ di più all'indomani in santa pace.
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A questo mondo la mia anima non nutriva più nessuna aspettativa per il futuro; avevo nel cuore soltanto amarezza e poi soffocavo in silenzio i forti rimpianti per la mia gioventù sfiorita, le occasioni non colte, i doni del cielo che ho aspettato, cose per cui ho pregato tanto e che purtroppo non ho mai ricevuto. Negli ultimi anni ho sempre avuto in tutto il mio essere una crescente ma regolarmente frustrata voglia di essere compresa, coccolata. Amata, in definitiva. Era un bisogno assoluto di piacere veramente, brama di tenerezza e di una qualche vera, preziosa intimità. Senza però farmi più illusioni. Figurati: le cose belle succedono solo nei film.
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E invece sei arrivato tu, Adelmo: più giovane di me di quindici anni. Solo di qualche anno più grande di mia figlia tredicenne: a casa t'ha portato lei, perché voleva prendere lezioni di piano. E a scuola c'era quel tuo annuncio in bacheca. Il piano gliel'abbiamo comperato subito, sia pur con gran sacrificio; mio marito ha una merceria e io lo aiuto quando posso.
Quindi due volte a settimana - martedì e sabato - mi sono trovata ad aspettare il tuo arrivo di studente universitario squattrinato ma quasi diplomato al conservatorio. Scoprivo progressivamente in me stessa sempre di più una piacevole, malcelata impazienza. Ma tu guarda: alla mia età!
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Finita ogni lezione, due chiacchiere cortesi di pochi minuti, che però man mano diventavano sempre più lunghe. Poi ho preso a prepararti il tè, per poterti mangiare con gli occhi e per strappare alla tua vita fuori dalla mia casa un ulteriore quarto d'ora solo per me. Tu eri veramente deliziato; da studente fuori sede, divoravi i miei ciambelloni e gustavi con morsi famelici le crostate.
Bevendo il tè, mi guardavi fissa e io toccavo il cielo con un dito. Sciogliendomi dentro. Ero totalmente istupidita. Vederti lì, vicino a me, mi rimescolava il sangue dentro. Era bellissimo. Anche se non ero capace di ammetterlo neppure con me stessa. Finché un giorno, nel salutarti col solito bacino sulla guancia, ho sentito entrambe le tue mani poggiarsi dietro di me, sul mio vestito leggerissimo e palparmi il culo per bene, a lungo fino ad entrare nel solco!
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Non riuscivo a evitare di far battere forte il mio cuore… Imbarazzatissima che ero, ho fatto finta di nulla ma sono avvampata: sentivo di essere rossa in viso come un peperone. Ho solo detto improvvisamente il mio ciao a occhi bassi. Poi t'ho chiuso la porta in faccia e sono scappata in bagno. Stava succedendo e non sapevo che pesci pigliare. Piangevo.
E francamente non capivo bene se era per il rimorso nei confronti di mio marito, per la rabbia di essere stata toccata in modo improprio: “ma come cazzo s'è permesso, ‘sto stronzo di un pivello…” o invece piuttosto per la gioia di essere finalmente considerata sessualmente appetibile da un giovane, stupendo uomo e quindi per il grandissimo desiderio che tu lo rifacessi e osassi molto di più.
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Da quel momento non ho fatto che pensarti. T'ho scritto la sera stessa dopo cena, come niente fosse successo, con una scusa scema: chiedendoti qualcosa sui quaderni pentagrammati per gli esercizi di scrittura e su alcune partiture da acquistare. Tu, giovane ma assolutamente non stupido, m'hai risposto dritto dritto con un: "Ti desidero anche io, tantissimo." e quindi…
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"Basta adesso, Adelmo! Smettila immediatamente. Potresti essere mio figlio. Finiscila: per me sei solo l'insegnante di piano di Lucia. Oltretutto non sei il mio tipo, sai? (Mi fai morire, quando mi guardi. E poi quel tuo culo sodo! Che voglia di farti un pompino, poi sollevare le tue gambe e leccarti tra le chiappe a lungo!)"
"Mi vuoi anche tu, Adele. Lo so e non negarlo. Non ti sei opposta, quando t'ho massaggiato forte il culo. Non ho potuto proprio farne a meno e non mi scuserò per quello che ho fatto: il tuo profumo m'ha stregato. Ti adoro per come sei. Poi per dirla tutta: ti sei aperta subito, sotto il mio tocco. Il vestitino corto impalpabile che indossavi solo per me m'ha permesso per un secondo di sentirti chiaramente mentre divaricavi le natiche, per meglio godere del mio medio che premeva per entrarti dentro."
"È solo una tua falsa impressione. Non diciamo sciocchezze… non farti illusioni, ragazzino. Hai creduto di sentire qualcosa che invece non c'è stato. E non ti permettere mai più: ringrazia il cielo che come insegnante sei bravo, che Lucia progredisce, altrimenti… (Invece era tutto vero: mi sarei fatta inculare da te seduta stante! E pensare che a mio marito non l'ho mai permesso!)"
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"Altrimenti non mi guarderesti come mi guardi: con una palese voglia di mangiarmi; l'ho capito guardandoti fissa negli occhi, sai? So che è così."
"Basta! Vaffanculo: cazzo credi... Ho altro da pensare io. (Oddio: questo ragazzo mi legge l'anima!)"
Per la miseria, se aveva ragione! Ma… allora è sempre così evidente quando una donna è innamorata cotta? La settimana successiva, il pomeriggio del martedì ero vestita, profumata e truccata da vergognarsi. Mia figlia m'ha pure detto: “mammaaa… ma dove cavolo devi andare stasera?” E al solito momento del commiato, approfittando del fatto che Lucia era andata in camera sua per prepararsi a uscire con gli amici, tremante t'ho dato il solito bacetto. Ma tu maledetto m'hai stretta a te, infilandomi una mano sotto la gonna.
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Stavolta davanti. Sfrontato e adorabile bastardo: la mano tutta dentro le mutandine. Il medio dritto e senza esitare tutto nella fica… Ho allargato le gambe per soli cinque secondi senza più pudore ormai, per farti fare ciò che volevi. Non ho proprio saputo resistere. Ma poi te l'ho subito tolta via a forza, quella cazzo di mano santa! T'ho buttato fuori casa e dietro alla porta chiusa mi sono morsa le labbra… Messaggi dopo cena:
"È stato decisamente uno sbaglio, fartelo fare. Non si ripeterà più. Adesso chissà cosa penserai di me… Ti prego di credere che io sono una brava donna, timorata di Dio. Devi capire che non si induce in tentazione una tranquilla madre di famiglia. Non farlo mai più. In fondo, so che sei un bravo ragazzo… (Non desistere, ti scongiuro: non vedo l'ora di cedere. Ti voglio da non poterne più!)"
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" Ti voglio, Adele..."
"Si, buonasera! Guarda: tu sei solo un ragazzino. Che futuro pensi potrebbe avere una nostra storia, se non la completa rovina della mia famiglia? È questo ciò che ti prefiggi? Per il gusto di una scopata con una vecchia come me? (Si, si: dimmelo, che mi vuoi scopare, sfondare, inculare fino a riempirmi e farmi dire basta… Dimmelo che vuoi sentire le mie labbra ingoiare senza fare un fiato tutto il tuo cazzo… )"
"Macché vecchia: sei la femmina più sensuale, provocante e calda che io conosca. Ti voglio. Dimmi solo quando potremo stare insieme… non mi interessa altro. Non riesco neppure più a studiare. Ti prego: se non altro, fallo… per il mio profitto!"
"Non pensarci più, per favore. Neppure per un istante. (Ti prego: insisti! Mi desideri davvero, mi vuoi: Dio ti ringrazio per questo.)"
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"Ti voglio. Ti voglio… come te lo devo dire?"
(Dimmelo di continuo; in due o tre lingue, ti prego!) "Insomma: adesso basta. Non scrivermi più. (Non smettere mai di scrivere che mi desideri, ti prego! Leggo e rileggo di nascosto come una scema. Cerco di capire i significati reconditi di ogni tua sillaba.)"
"Ti voglio da impazzire..."
"Che il Signore mi perdoni: basta! Sabato pomeriggio prossimo, dopo la tua lezione, Lucia alle cinque andrà all'allenamento di basket. Mio marito chiuderà al solito il negozio alle otto e mezza e quindi prima delle nove entrambi non saranno a casa. Lo faremo una volta e poi dimenticheremo tutto, ok? Ti toglierai 'sto sfizio e vedrai che ti passeranno tutti i grilli per la testa, va bene? (Spero invece con tutta la mia anima che sia solo l'inizio di una nostra storia d'amore: impossibile, maledetta e segreta!)"
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Da quel giorno, ovviamente, è stata solo una bellissima, irresistibile discesa all'inferno del puro peccato; t'ho concesso tutto il mio corpo. Sei ormai il mio padrone assoluto. Vuoi il mio culo? Te lo do. Vuoi farti succhiare l'uccello? Fino a che non mi dici basta io non smetto. A costo di slogarmi la mascella. Vuoi divorarmi i seni mentre mi fai godere con il cazzo e la tua mano infilati nella passera e nel culo? Fallo quando ti pare.
Vuoi venirmi dentro? A tua completa disposizione. Non esiste droga più forte di qualcuno che desideri il tuo corpo. È la più potente lusinga che ci sia. Iddio sa quanto aspetto soltanto il momento in cui mi rompi il culo, quando il tuo glande si poggia sul mio ano. E come desidero e gusto ogni secondo della tua spinta. Lentissima ma inesorabile e poderosa, ad esplorarmi le viscere!
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E infine quanto mi piace sentirti felice mentre sborri liberamente dentro di me, quando gemi e sussurri al mio orecchio truci oscenità. In quei momenti sono solo una puttana. Niente altro desidero. Non so come finirà, ma per ora so che con te io godo, godo, godo e che sono… ringiovanita. Mio marito e mia figlia sono piacevolmente sorpresi, di questa nuova Adele. Jeanne Moreau ha detto che…
“La vecchiaia non protegge dall'amore ma l'amore, in qualche maniera, protegge dalla vecchiaia.”
Posso garantire che è così. Mi vesto solo per eccitarti. Quando mi vuoi, m'invento le scuse più assurde e corro immediatamente da te. Ci vediamo e ci amiamo nei posti più insoliti. Con te ho finalmente riscoperto la vera me stessa e il gusto dell'amore. Quello che ti fa diventare folle.
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RDA
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volevoimparareavolare · 2 years ago
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Quando si rifà vivo dopo mesi con un semplice
"ehi ciao come stai?"
ma Kierkegaard scrisse:
«Volevo scriverti,
non per sapere come stai tu,
ma per sapere come si sta senza di me.
lo non sono mai stato senza di me, e quindi non lo so.
Vorrei sapere cosa si prova a non avere me che mi preoccupo di sapere se va tutto bene,
a non sentirmi ridere,
a non sentirmi canticchiare canzoni stupide,
a non sentirmi parlare,
a non sentirmi sbraitare quando mi arrabbio,
a non avere me con cui sfogarsi per le cose che non vanno,
a non avermi pronto a fare qualsiasi cosa per farti stare bene.
Forse si sta meglio.
Forse no.
Però mi e venuto il dubbio, e vorrei anche sapere se, ogni tanto, questo dubbio è venuto anche a te.
Perché sai.
Io a volte me lo chiedo,
come si sta senza di te,
poi però preferisco non rispondere,
che tanto va bene così.
Ho addirittura dimenticato me stesso,
per poter ricordare te.»
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schizografia · 24 days ago
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Ieri mattina ho cominciato a stare male. Questa angoscia che tornava a galla. Questo senso di terrore, non di paura, di disperazione: mi sento disperata. Le mattine passate nel terrore. Si può patire così tanto? Soffrire così: le sembra umano? Ci sono depressioni che durano eternamente, e la mia è una di queste. Sono talmente invischiata in questo dolore che mi sembra impossibile che possa togliermi questo peso dallo stomaco. È più che una sofferenza fisica. Ci si sente diversi dagli altri individui. Me li guardo come persone di un altro pianeta. Questo sentirmi lontana da tutti. Ci si sente come costretti a camminare su due gambe rotte. Mi sento tutta a pezzi. Si prova una sofferenza tremenda. Come ricercare qualcosa che non si raggiunge mai. Mi chiedo spesso come un organismo possa superare tutto questo. Possibile che non ci si consumi con tutto questo? Nonostante tutto questo stillicidio l’organismo resiste. Mi sembra un mistero. Ci sono dei momenti in cui mi sento liberata da questo peso. Ci si trova a terra da un momento all’altro. Mi sento veramente morta. Mi sento con dentro niente. Mi ritrovo senza nessun desiderio. Sono in un baratro.
[…]
“Morivo ieri mattina: da ieri sera mi sento meglio. Il tempo: quasi un fermarsi: un tempo che si fa eterno. La mia sofferenza è l’unica cosa che sento. Mi sento in un clima di tragedia. Mi sento quasi andare alla deriva. Mi sento svuotata di tutto. Non ho voglia di vivere perché vivere significa morire. La realtà è tremenda. Mi sento ossessionata da questa sofferenza. Sono in carcere: sto per rientrarvi ora che esco di qui. Mi sento in bilico. Istintivamente, mancandomi quest’angoscia, mi sento più sola. Mi manca, ma non dovrei sentirne la mancanza. Il cuore stretto da una morsa di acciaio. Il dovere sopportare tutte le avversità che ho: questa è sofferenza. Estranea: è così che mi sento. Non ho più l’angoscia di allora. Avevo l’impressione che il grande dolore, l’angoscia, mi schiacciasse.
[…]
“Giornate pessime. Mi sento terribilmente sola. Non ho niente a cui aggrapparmi. Non c’è più niente che mi dia senso. Non riuscivo a piangere. Mi sentivo disperata: almeno piangessi. Quello che mi mette in crisi sono le decisioni. Se potessi sperare nel suicidio, se potessi contare su di una morte così vicina, se potessi scegliere la mia morte, sopporterei meglio questa sofferenza tremenda perché ne conoscerei la fine. Non ho la speranza della morte. Non ho questa speranza. Non ho più alcuna speranza. Mi sento il cuore in gola: come se avessi fatto una corsa. Vivere così mi sembra praticamente impossibile. Sono disperata. Mi sembra di essere ancora prigioniera dell’angoscia e della disperazione. Vivo come un automa.
[…]
Non riesco a liberarmi da questa angoscia. Avverto una sofferenza, e questo è fuori discussione. Di cosa è fatta questa sofferenza? Il dolore fisico, al confronto, non è niente. Tutti i contatti umani sono tragici. Mi sento come prigioniera nelle sabbie mobili, e i tentativi per uscirne, sempre più disperati, raggiungono solo lo scopo di farmi precipitare giù in fondo. Non ce la faccio più a vivere così. Cosa faccio visto che, anche con l’aiuto dei farmaci, non riesco ad uscirne? Mi detesto. È una cosa disumana: non ne posso più. Questa sofferenza mi annulla. Non è facile morire.
Maria Teresa da Eugenio Borgna, L'indicibile tenerezza: In cammino con Simone Weil
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sayitaliano · 1 year ago
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LA NOIA | ANGELINA MANGO
Quanti disegni ho fatto How many drawings I made Rimango qui e li guardo I stay here and look at them Nessuno prende vita None comes to life Questa pagina è pigra This paper is lazy Vado di fretta I am in a hurry E mi hanno detto che la vita è preziosa And they told me that life is precious Io la indosso a testa alta sul collo I wear it head held high on my neck La mia collana non ha perle di saggezza My necklace doesn't have pearls of wisdom (perle di saggezza=> idiomatic, could also be used ironically "words of wisdom") A me hanno dato le perline colorate They gave me colored beads Per le bimbe incasinate con i traumi For young girls messed up with traumas Da snodare piano piano con l'età To slowly untie while growing older Eppure sto una Pasqua, guarda, zero drammi And yet I'm doing great, look, no dramas (stare una Pasqua => idiomatic and usually very ironic, "to feel/do great") Quasi quasi cambio di nuovo città Maybe I (should) move to another city once again (quasi quasi => idiomatic, when you think about a chance you say "Maybe...") Che a stare ferma a me mi viene, a me mi viene If I stand still I get, I get ("a me mi" is a colloquial grammatically wrong concept that translates literally as "it comes to me"; it should be "a me viene" but for lyrical/musical lyrics is okay to find this in songs) La noia Bored(om) (for translations reasons -aka the sentence construction in English- I'm using the adjective "bored" here but "noia" is a noun so the literal translation is "boredom") La noia Bored(om) La noia Bored(om) La noia Bored(om)
Muoio senza morire, in questi giorni usati I die without dying, in these used days Vivo senza soffrire, non c'è croce più grande I live without suffering, there's no greatest trial ("croce" here has a figurative meaning as in "portare una croce", idiomatic, meaning basically "to bring pain/affliction/trials *on your shoulders*") Non ci resta che ridere in queste notti bruciate We cannot do anything but laugh in those burnt nights (like the famous movie's title "non ci resta che piangere" but from a happier/ironic pov) Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa A crown of thorns will be the dress-code for my party Ah, è la cumbia della noia, mmh Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia The cumbia of boredom Total definitive Ah, è la cumbia della noia Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia It's the cumbia of boredom Total definitive
Quanta gente nelle cose vede il male So many people see the evil in things ("quanto/a/i/e" if not used as a question usually means "a lot", "there are so many...") Viene voglia di scappare come iniziano a parlare One feels like running away as they start talking E vorrei dirgli che sto bene ma poi mi guardano male And I'd like to tell them I'm doing good but then they look at me sideways Allora dico che è difficile campare So I say that it's hard to keep on living Business, parli di business Business, you talk about business Intanto chiudo gli occhi per firmare i contratti, mmh In the meantime I close my eyes to sign contracts Princess, ti chiama "princess" Princess, (he) calls you "princess" Allora adesso smettila di lavare i piatti Then stop washing dishes now
Muoio senza morire, in questi giorni usati I die without dying, in these used days Vivo senza soffrire, non c'è croce più grande I live without suffering, there's no greatest trial Non ci resta che ridere in queste notti bruciate We cannot do anything but laugh in those burnt nights Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa A crown of thorns will be the dress-code for my party Ah, è la cumbia della noia, mmh Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia The cumbia of boredom Total definitive Ah, è la cumbia della noia Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia It's the cumbia of boredom Total definitive
Allora scrivi canzoni? So you write songs? Sì, le canzoni d'amore Yes, love songs E non ti voglio annoiare And I don't want to bore you Ma qualcuno le deve cantare But someone needs to sing them Cumbia, ballo la cumbia Cumbia, I dance the cumbia Se rischio di inciampare almeno fermo la noia If I risk to stumble at least I stop the boredom Quindi faccio una festa, faccio una festa Therefore I make/hold a party, I make/hold a party Perché è l'unico modo per fermare, per fermare, per fermare, ah Because it's the only way to stop, to stop, to stop, ah La noia Boredom La noia Boredom La noia Boredom La noia Boredom
Muoio perché morire rende i giorni più umani I die because dying makes days more human Vivo perché soffrire fa le gioie più grandi I live because suffering makes the joys look bigger Non ci resta che ridere in queste notti bruciate We cannot do anything but laugh in those burnt nights Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa A crown of thorns will be the dress-code for my party Ah, è la cumbia della noia, mmh Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia The cumbia of boredom Total definitive Ah, è la cumbia della noia Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia It's the cumbia of boredom Total definitive
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ambrenoir · 4 days ago
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Te lo consiglio, leggilo quando hai tempo, con calma.
È una gemma… di Jorge Luis Borges, scrittore e poeta.
A forza di perdere, ho imparato a vincere; a forza di piangere, si è disegnata la mia attuale risata.
Conosco così bene il suolo che guardo solo il cielo. Ho toccato il fondo così tante volte che, ogni volta che scendo, so già che domani risalirò.
Mi meraviglio tanto di ciò che è l’essere umano, che ho imparato a essere me stesso.
Ho dovuto provare la solitudine per imparare a stare con me stesso e capire che sono una buona compagnia.
Ho cercato tante volte di aiutare gli altri che ho imparato a lasciare che siano loro a chiedermelo.
Ho sempre voluto che tutto fosse perfetto e ho capito che in realtà tutto è così imperfetto come deve essere (me compreso).
Faccio solo ciò che devo, nel miglior modo possibile, e lascio che gli altri facciano ciò che vogliono.
Ho visto tanti cani correre senza meta che ho imparato a essere tartaruga e ad apprezzare il cammino.
Ho imparato che in questa vita nulla è certo, tranne la morte... e per questo godo del momento e di ciò che ho.
Ho imparato che nessuno mi appartiene e che resteranno con me finché vorranno e dovranno restare. E chi è veramente interessato a me lo dimostrerà in ogni momento e contro qualsiasi cosa.
Che la vera amicizia esiste, ma non è facile trovarla.
Che chi ti ama te lo dimostrerà sempre senza bisogno che tu glielo chieda.
Che essere fedele non è un obbligo, ma un vero piacere quando l’amore è il padrone di te.
Questo è vivere... La vita è bella con i suoi alti e bassi, con i suoi sapori e i suoi retrogusti...
Ho imparato a vivere e a godere di ogni dettaglio, ho imparato dagli errori ma non vivo pensando a loro, poiché di solito sono un ricordo amaro che ti impedisce di andare avanti, dato che ci sono errori irrimediabili.
Le ferite profonde non si cancellano mai dal cuore, ma c’è sempre qualcuno davvero disposto a curarle con l’aiuto di Dio.
Cammina mano nella mano con Dio, tutto migliora sempre.
E non sforzarti troppo, perché le cose migliori della vita accadono quando meno te le aspetti. Non cercarle, saranno loro a trovare te.
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thebutterfly0 · 8 months ago
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Sono settimane se non mesi che non aggiorno piu questa pagina. Cosa posso dire? Finalmente penso di aver trovato casa, sono state settimane difficili e lo sono ancora. Di notte dormo malissimo o meglio non dormo poi mi ritrovo ad addormentarmi sulla scrivania, capite anche voi che è una cosa rischiosa. Spero di riprendere un po' di sonno in questo week end, visto che la cosa più complessa l'ho scelta e decisa, in modo tale da non rischiare più nessun sonno improvviso al lavoro. Per il resto io sono uno zombie che cammina, piena di pensieri. Mangio moltissimi dolci e sono ingrassata ancora e mi faccio veramente schifo. Non mi entra più nulla e tutte le volte in ufficio mi sento ancora di più una zingara, devo fare shopping ma con la faccenda del mutuo che mi terrorizza non voglio spendere troppo ma ho bisogno di alcune cose per andare almeno in ufficio ma non voglio spendere quindi è un cane che si morde la coda in continuazione. Mi sento sempre più sola, alla fine davvero non so cosa sia cambiato rispetto a prima, spero solo che una volta che entro nella nuova casa mi senta più libera e tranquilla rispetto ad adesso che vivo ancora in casa sua. Oggi andrò a fare un giro all'Ikea giusto per capire a livello estetico cosa voglio poi una volta che avrò la casa penserò alle misure, almeno ho scelto i mobili che mi piacciono. Alla fine anche lo stare da sola non è come me lo immaginavo. Il mio cuore è sempre più a minuscoli pezzettini, avrei bisogno di un week end i follia che non avverrà mai e resterà l'ennesimo sogno nel cassetto.
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