#come lui solo Lucio Corsi e Giorgia
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Brunori si conferma venti spanne sopra tutti i cantanti in gara spiaze
#sanremo 2025#come lui solo Lucio Corsi e Giorgia#ti amo da sempre brunori non hai idea di quanto mi gasavano le tue canzoni per quel capolavoro di Gino il Pollo
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Italian side of Tumblr
Scambiamoci opinioni su questo Sanremo e questa scaletta provvisoria. Io do alcuni dei miei voti:
- La canzone di Simone Cristicchi è bella, è vero che non abbia una bellissima voce ma è oggettivamente bella. Lui più che un cantante mi verrebbe di definirlo paroliere. Ad ogni modo, secondo me top 5 meritata, 8.5/9
- Willie Peyote, perché non è in top 5? Canzone ballabile, ritmo streipitoso, il testo è incredibile, sinceramente all’Eurovision penso che ci faremmo un figurone. Ma ah, giusto, gli italiani medi sono troppo annoiati per ascoltare attentamente il testo e comprendere quanto una canzone trascenda dal semplice “essere un suono”. 10+ anche per le coriste.
- Coma Cose, anche loro, ho riascoltato Cuoricini così tante volte e adoro come sotto al ritmo accattivante nascondono un messaggio di degrado molto piú profondo. Bella davvero, anche la loro interpretazione, sul palco ci stanno benissimo. 8.5/9
- Lucio Corsi, poesia pura, per davvero. Anche lui, come Cristicchi e Peyote, si concentra molto sulle parole, sul significato. Secondo me, anzi, quasi lo porta ad un altro livello, molto metaforico, rende il testo ancora piú profondo, la canzone è veramente meravigliosa anche se non sono una fan n.1 dell’esibizione. Top 5 meritatissima. 9.5/10
- Giorgia, bellissima voce, assolutamente incredibile, ma nel complesso a mio parere è piatta. Nel senso, la canzone mi trasmette ben poco, lei canta con una voce incredibile ma non mi fa sentire nulla. Secondo me in top 5 ci puó anche stare ma giusto perché il resto dei cantanti veramente… 7.5/8
- Fedez, abbiate pietà ma io di tutta questa storia di Fabrizio Corona non ci ho capito una ceppa. Insomma, tu hai problemi nel tuo matrimonio e ti sfoghi con chi? Fabrizio Corona? Un po’ sus, dai. Ma comunque, dato che del gossip poco mi importa, la canzone è bella, anche la sua interpretazione con le lentine completamente nere, il fatto che entra ed esce senza se e senza ma, chiaramente volendo dire “giudicatemi solo per l’interpretazione che ho fatto questa sera”. Anche l’argomento è davvero bello. Voto 8.
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vorrei solo dire a proposito di questo (per me bellissimo e volentieri elaboro sul perché) Sanremo, in cui per la prima volta nella mia vita ho votato ed è stato per Lucio Corsi: anch'io subito ho rosicato ma poi ho pensato - è quello che vorrebbe? ma vogliamo ascoltare quella meravigliosa creatura quando parla... per esempio dicendo che nella vita non bisogna sempre tendere al successo? che tra l'altro è il leitmotiv della sua canzone? a lui di quel leoncino importava il giusto direi... lui ed Olly due signori alla premiazione, si vedeva proprio la stima e la solidarietà artistica... ma perché i fan non possono fare altrettanto?
(non solo i suoi, dico in generale. tutti abbiamo un vincitore, e non c'è cosa più soggettiva della musica. come piacciono gli altri, piace anche Olly, lo si evince dal televoto e dalle piattaforme di streaming. a valutare tali gusti sarà il tempo. non serve agitarsi. Lucio è tranquillissimo, credo che anche Brunori Sas, Lauro, Giorgia, Cristicchi e gli altri lo siano, perché conoscono il loro valore, e perché ciò che conta veramente è la canzone che rimane impressa, che sopravvive dopo il festival. e quello non lo garantisce nessuna statuetta. io ascolto in loop il ritmo delle cose. nuff said.)
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Il festival del "ritorno"
Ritornare ad una " normalità" ormai persa da molto tempo a favore dell eccesso e della stravaganza ...e non mi riferisco solo alla normalità nel vestire ,all eleganza dimenticata, al preferire uno smoking piuttosto che una camicia a rete ( che comunque faceva di Mengoni un fico assoluto )
Mi riferisco alla musica ..
Cristicchi, per me vincitore già prima di salire sul palco ,devasta i cuori di ognuno di noi con una poesia cantata sottovoce e urla la disperazione di quelle famiglie che hanno o stanno vivendo la tragedia della dimenticanza ,quella terribile dimenticanza che rende un familiare lontano anni luce dagli affetti anche se gli stessi sono ad un millimetro dal cuore .
Giorgia...con la sua voce unica e inimitabile che fa paura pure all unitoons,canta il coraggio della solitudine,il coraggio delle donne che sanno di potercela fare da sole...un inno alla forza e determinazione che solo l universo femminile è capace di sopportare
Achille Lauro sorprende con una dolce ballata dedicata a questi incoscienti giovani ,alla loro salvezza tra i borghi di periferia che solo con l amore può essere riscattata
Irama" lentamente" si allontana dai soliti testi e prova a cantare la fine di un amore ,che si sgretola tra le mani senza la voglia o la forza di volersi tenere
Brunori SAS col suo albero delle noci canta un brano che fa il cuore dolce .
Un inno alla vita e alla nascita
l'amore che non chiede niente in cambio, la felicità assurda e a tratti incontenibile, ma anche la paura di poterla perdere 'sta felicità, il rimpianto per la vita di prima, il tempo che non torna. E poi la terra, le radici, le stagioni, le foglie che vanno e quelle che vengono.
Elodie che prova a dimenticare alle 7 un amore forse sbagliato e si rinnova cer ando un look più elegante e sofisticato .
In realtà ha una voce pazzesca ma oltre al vestito che l ha rivalutata come icona dell eleganza non mi ha convinto
Gabbani che urla "viva la vita "
Ci ricorda di respirare e di condividere quel respiro con qualcuno che percorre la tua strada” da dedicare a questi nostri ragazzi sempre più fragili e solitari...persi in un mondo irreale che li rende sempre più vulnerabili .
E poi c è lui...
Che mi ha fatto sobbalzare dal divano
Che mi ha fatto sgranare gli occhi
Un po' elfo... un alieno in picchiata sull’Ariston, un po’ Bowie un po’ apina, che ci racconta che ce la puoi fare anche se “non sei nato con la faccia da duro”.
Lui Lucio Corsi
fuori da ogni etichetta, ogni standard, ogni algoritmo del successo. Con errori annessi. Come quando, tra un pianoforte e una chitarra, si dimentica di cantare al microfono. Che con voce tranquilla canta " puoi anche non farcela proprio, non importa."
E alla fine del pezzo lo dichiara : Ehi, eccomi qui, “non sono altro che Lucio”. E va bene, va bene così.
Un Sanremo che quest'anno mi ha convinto del fatto che forse la musica può davvero salvare .

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Clara: Meglio dell'anno scorso, più ritmata. Siamo ancora sul mediocre andante, però secondo me con un buon remix può venire un buon bop da discoteca
Lucio Corsi: Unpopular opinion 2-la canzone senza performance rende meno. Sono contenta per i suoi risultati in giuria, perché si vede che a tanto da dire. Ma forse il pezzo da solo rischia di essere un po' stucchevole, più che altro per il ritornello sulla mamma ed alcuni arrangiamenti che non mi hanno convinto. Still,sono contenta per lui.
Sarah Toscano: Un po' Clara,un po' Angelina Mango. Pure lei se la gioca in discoteca col remix,ma per il resto meh.
Tony Effe: Visti i miei gusti penso sia chiaro cosa ne posso pensare di un ex membro della DPG. Apprezzo lo sforzo ma non ci siamo. "Fanno i fighi coi soldi del papi:ville nuove//poi si fanno le foto a sotto casa mia a vigne nuove" cit. Direi che è già stato detto tutto.
Gaia: Una delle voci più sprecate d'Italia. Pure lei andrà forte nei remix in discoteca,ma non penso funzionerà fuori da lì. Io spero faccia la Mamhoodata in futuro e sfrutti il suo background brasiliano per arricchire la sua musica.
Francesco Gabbani: ....Che palle. Oltre che è la versione sciapa di quella di Corsi. A me Gabbani piace, però sto giro ha cannato.
Massimo Ranieri: Parlare di Ranieri sarebbe ridondante,a livello vocale. Però devo dire che si sente che è una canzone di Tiziano Ferro,e che se l'avesse cantata lui probabilmente l'avrei adorata. Così è un po' karaoke
Simoni Cristicchi: Come per Brunori,come per Corsi, come per Lauro,qua a prescindere dalla canzone,scritta comunque molto bene,si sarebbe premiata la carriera. La canzone è bella ma ha un grosso problema: Cristicchi non la riesce a cantare. Comprensibilissimo, però qua dobbiamo valutare il tutto. Come per gli altri,sono comunque molto contenta per il riconoscimento! Also: io vorrei che Cristicchi venisse premiato per un qualcosa alla "vorrei cantare come Biagio", quando era irriverente e intelligente,quello che piaceva tanto a me.
Marcella Bella: Non sei Loredana Bertè,senza che ci provi.
Serena Brancale: Ottimo se vuoi vincere l'eurovisione,o abbordare lo zarro in discoteca. Sicuramente il prossimo tormentone estivo. Però non è sto gran pezzo, cioè,sta giustamente in fondo alla classifica.
Modà: No. Solo no. Loro,i Negramaro e le Vibrazioni una Trinità che si alterna nello scassamento di Maroni. Ogni tanto sembra che parta quel rompi di Calcutta (Sorry,nella scena indie io sono team Coez) Però mi spiace per Kekko.
Giorgia: Lei, Noemi ed Elodie le tre dee del "canto benissimo ma mi riciclano lo stesso brano a ogni festival". Lei è divina,ed io la amo alla follia. Mi può cantare anche l'elenco della spesa ed io applaudirei. Ma il pezzo è molto mediocre. Come con gli altri sopra, penso che la vogliano premiare per i trent'anni di carriera. Io ovviamente apprezzerei, però se dobbiamo confrontare le uscite, "Niente di Male" uscita a settembre è di molto superiore.
Joan Thiele: Personalmente mi è piaciuta un botto,forse la mia preferita. Mi è sembrata l'unica che ha centrato l'insieme di voce,stile testo e musica. Non banale come cosa perché quest'anno ci sono un sacco di squilibri,con bei testi su basi pessime,o voci belle su canzoni mediocri. Brava!
Rocco Hunt: ...Eh. la solita canzone di Rocco Hunt.
Allora, considerazioni sulle canzoni nella versione incisa. L'ordine segue il modo in cui me le ha date Spotify:
Coma_Cose: il beat è quello di Apple di Charlie XCX mischiato ad una canzone dei ricchi e poveri. Mi sa tanto di canzone da ballo di gruppo/acqua gym. Già vedo gli animatori che fanno il gesto 🫶🏻🫶🏻 sul tempo. Flop o Top dipende essenzialmente da come la vuoi usare.
Irama: L'attacco mi ricordo un po' quello di "Brividi" dei Blamhood,che già a sua volta era identico all'attacco di "Penelope" di Achille Lauro (ma non siete pronti a questa verità). Purtroppo devo confermare quello che ho detto ieri:la canzone non ha progressione,parte che già sembra di arrivare al ritornello. Sarebbe stato pure bel ritornello,ma come canzone casca male. Però l'assolo di chitarra mi piace
Francesca Michielin: È una canzone di Taylor Swift al 100%. Non solo a livello di tematica,ma proprio come modo di scrivere. Credo volesse cercare di creare una versione italiana di Cruel Summer, però considerando che la sua esperienza è stata più pesante di quelle della Taylor,forse la scelta risulta un po' infantile per il tema. Fossimo stati ai tempi di "cigno nero" e "parole di ghiaccio" sarebbe stato un tormentone. Ora non so.
The Kolors: Paradossalmente il loro essere sempre i soliti me li fa piacere, principalmente perché sono autoironici sulla cosa,a differenza di gente come i Modà che ci crede davvero. Sti demoni hanno capito come si lavora:mirando a tiktok Campania! Non è Italo disco o Ragazzo/Ragazza ma fa il suo. Il beat mi ricorda qualche altra canzone famosa, qualcuno mi aiuta a capire quale?
Noemi: La voce è divina. Su carta dovrebbe essere un pezzone,ma c'è un grosso però: È LA CLASSICA CANZONE DI NOEMI. Sicuramente se te la ascolti alla radio ti piace,non è che cambi stazione,però è troppo uguale a cose che ha già fatto. Mi ricorda la canzone che le scrisse Vasco, specie a livello di base musicale. Poi vabbè,io Noemi la amo e sicuramente finirà che me la sentirò di nuovo, però proprio per questo mio amore mi sento di dire che non è fra le sue migliori.
Willy Peyote: Come arrangiamento è uno dei migliori,con quel ritmo caraibico alla Coconut Mall di Mario Kart,un po' Staying Alive quando fa'"ah ah ah AH!". Come testo... allora, Guglielmo, apprezzo il tentativo visto il contesto, però pure tu hai fatto il compitino. Il ritornello che imita i boomer è una bella idea, però le strofe sono abbastanza basic. Speravo in una versione 2025 di "VIP in Trip",ma abbiamo ottenuto "Il rap nel mio paese 2" (che a me piace eh, però non la considero tra le migliori).
Bresh: Allora lui è molto bono....finiti i complimenti. Confermo quanto detto ieri sera,uno dei piú anonimi. ANCHE SE, penso che una versione unplagged con la chitarra acustica potrebbe fare un miracolo 👀
Fedez: NON È ASSENZIO! È un pezzo che sa un po' di vecchio,nel senso che mi ricorda quel rap del 2010. PERÒ... però... però. Devo essere oggettiva,e lo dico:

Elodie: La voce è divina ma c'è un grosso però (parte 2): La base è troppo,troppo,troppo, uguale a Sinceramente di Annalisa. Specie nell'intro e nel bridge ("Stasera dove vai amore" è identico a "Ma sono solo bagliori"). Ammicca anche un po' a "A fari spenti" ma in modo fiacco. Come per Noemi,io lei la amo quindi se la becco in radio non è che mi schifo, però proprio perché la amo dico che non è fra i suoi migliori
Rose Villain: Allora lei è molto bona....finiti i complimenti. È la copia di Click Boom,ma senza il suo sprint. Si vede che ha collaborato con Fred de Palma questa estate, perché c'è tutta la sua mosceria. Ironico, perché speravo in una versione femminile di "Amore&Grammi" (la famosa lei che "mi dice si")
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Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2017/06/10/storie-lampanti-mcbetter-di-mattia-de-pascali/
Storie lampanti. McBetter di Mattia De Pascali
Mattia De Pascali (ph Alessandro Stajano)
UNA STORIA A SORPRESA: IL “MCBETTER” DI MATTIA DE PASCALI
di Maria Antonietta Bondanese
“E una mattina, destandomi, scoprii che quel giorno era giunto. E lo accettai senza troppe remore, perché da quando ho memoria ho sempre saputo che sarebbe arrivato.(…) Non c’è nulla da drammatizzare nella fine. E’ il punto d’arrivo, l’assoluta certezza”. Inizia così il racconto di Mattia De Pascali, contenuto nel volume Storie lampanti, che raccoglie le storie più belle proposte nel concorso letterario del 2013 “Raccontare i Paduli”.
Una scrittura incisiva, efficace, per un narrare a metà strada tra fantastico e reale, tra enigma e verità, che coinvolge il lettore e lascia intuire lo stile di De Pascali sceneggiatore e regista.
Il cineasta supersanese, al di là della giovane età, ha già all’attivo un interessante curriculum costruito con competenza, studio e passione. “Sono stato abituato – dice Mattia – a guardare film fin dalla tenera età. Eppure da bambino volevo fare altro, un mestiere che mi permettesse di essere più a contatto con la natura. Almeno fino a tredici anni, quando ho scoperto le opere di Stanley Kubrick e ho compreso il potenziale infinito del mezzo cinematografico”.
Dal regista statunitense, il cui genio ha spaziato dal thriller alla satira politica, dalla storia e fantascienza al dramma psicologico, Mattia ha mutuato la pluralità degli interessi.
(ph Alessandro Stajano)
“Oggi – aggiunge – non ho un regista, un film o un genere preferito. Tendo a non mitizzare niente e nessuno ma sono aperto a tutto.” La sua stanza di lavoro, adorna di libri, fotografie e manifesti descrive, infatti, un percorso personale ricco di curiosità. Una capacità di guardarsi intorno e rappresentare la quotidianità attraverso il filtro dell’inventiva.
Anche il set del suo recente lungometraggio “McBetter”, allestito nel B&B Luxury a Lecce e quindi ad Arnesano presso Villa Maresca, è lontano dal tipico Salento assolato, intrappolato in una ‘controra’ senza fine. Il contesto salentino è reinventato, invece, come sfondo per un intreccio che potrebbe snodarsi ovunque, perché il “messaggio, le idee politiche o la visione sociale del regista – Mattia ne è convinto – emergeranno comunque attraverso alcuni dettagli per occhi attenti”.
“ Tutti i film – prosegue – raccontano la società in cui nascono ed un ‘messaggio’ arriva meglio se non viene veicolato in modo diretto”. Ma, ad esempio, sotto la specie accattivante del thriller o della commedia “nera” dai toni grotteschi qual è “McBetter”. Una storia in cui il gioco perverso del Potere viene smascherato con scanzonata ironia e i rapporti di forza, motore dell’esistenza, sono tracciati mediante la tensione dell’intrigo. Non a caso, la vicenda di “McBetter” è ispirata al dramma shakespeariano di Macbeth, dove ambizione e avidità sfrenata portano a totale distruzione il protagonista che, ucciso il proprio re, si avvita in una spirale di delitti fino al tragico epilogo.
McBetter family
In “McBetter” il re da usurpare è l’attempato imprenditore Joe McBetter, proprietario di una ricca catena di fast food mentre il nuovo Macbeth è Malcom, suo genero. Entra così in primo piano il mercato del fast food, del cibo veloce, industria tra le più potenti del mondo dove le ragioni del profitto impongono lo sfruttamento dei lavoratori e la seduzione dei consumatori, specie dei bambini, mediante una pubblicità ingannevole. Una realtà che corre lungo il filo della trama con sorprese e colpi di scena, come nel più classico dei polizieschi. Singolari i personaggi di questa storia, per i quali De Pascali ha selezionato gli interpreti secondo il criterio dell’originalità e della bravura. “Durante il ‘casting’ – ci tiene a sottolineare – ho cercato attori che fossero personaggi particolari, non belle presenze. E così è stato, compreso per il più giovane dei protagonisti, Oscar Stajano, cinque anni appena e pronipote di Giò Stajano, famosa nella ‘dolce vita’ di felliniana memoria”.
ph Silvia Cappello
Il gruppo degli attori – Nik Manzi, Donatella Reverchon, Serena Toma e Andrea Cananiello – è affiancato da tecnici esperti come Giulio Ciancamerla, l’aiuto regista; Lucio Massa, l’organizzatore generale; Islam Mohamed detto ‘Ismo’, il direttore della fotografia; Silvia Cappello, l’assistente di fotografia; Cristina Panarese, per gli effetti speciali; Jonathan Imperiale, il segretario di edizione; Sofia Volpe e Giorgia De Carlo, per trucco & parrucco. Spiccano nella troupe due giovani talenti di Supersano, Arianna Alfarano e Valentino Galati. Arianna , brillante attrice nel teatro amatoriale ed allieva presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, si è cimentata nell’impresa in qualità di abile scenografa. Valentino, noto dj, ha preso parte come addetto all’audio e compositore della colonna sonora. Dall’estro di Valentino, che opera in campo musicale nel duo “Monotron”, è nata anche la musica originale che esalta le immagini di Candy School, il cortometraggio realizzato nel 2103 da Mattia De Pascali con gli alunni dell’Istituto Comprensivo “E. Frascaro”di Supersano, nel laboratorio di cinema da lui tenuto sul tema del bullismo.
Numerose le opere di Mattia selezionate in vari festival, come il Festival del Cinema Europeo a Lecce, il Castro Film Festival e il Puglia in corto a Brindisi. Intensa anche la sua collaborazione con la rivista online di critica cinematografica Point Blank – La più corta distanza fra il bene e il male e quella con altri registi come Alberto Genovese, per il quale sta ultimando la sceneggiatura del film “Resurrection Corporation”.
Risultati sorretti da una solida formazione e cultura professionale. Alla laurea triennale al DAMS di Bologna, hanno fatto seguito infatti la laurea magistrale in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale conseguita a pieni voti al DAMS di Roma Tre e la frequenza di vari corsi per ampliare la sua specializzazione. “Il cinema – dice Mattia – è diventato la mia ragione di vita”.
Più che le parole, il tono della voce e lo sguardo lasciano trapelare quanto entusiasmo, coraggio e determinazione siano necessari ad affrontare gli ostacoli che un’attività così complessa comporta. Dalla fine degli anni Ottanta, il cinema “made” in Puglia ha fatto un salto di qualità, grazie anche al supporto della Regione ma serve “qualcuno che investa cifre vere e non si appoggi solo ai limitati fondi pubblici per promuovere un’industria in grado di crescere su delle basi solide e non essere alla mercè di tagli e crisi economiche”. E’ quanto annotava Mattia De Pascali nel suo libro Multisala Salento, che reca l’eloquente sottotitolo “Come fare film sotto il sole con pochi soldi e a stento”. Era il 2012 quando appunto osservava che mancano programmazione e infrastrutture, mancano teatri di posa e una scuola di cinema. Manca il sostegno economico a chi è agli inizi.
Un regista emergente come Mattia De Pascali deve perciò auto produrre il suo film. Senza cedere a facili vittimismi, Mattia lavora adesso con impegno al montaggio del “McBetter”, finito di girare lo scorso aprile, per poterlo ultimare quest’anno e proporlo nel 2018 entro i circuiti di distribuzione. Anche questo è un grosso problema perché il mercato tende in genere a premiare i nomi già noti più che gli esordienti, la cassetta più che la qualità.
Ma il cinema che da sempre racconta bellissime storie, potrà forse regalarci ancora una volta sorprese ed emozioni con la ‘storia’ di Mattia De Pascali.
Per sapere di più su personaggi e interpreti della black commedy “McBetter”, conoscere particolari gustosi e momenti del set, si può visitare la pagina Facebook: www.facebook.com/McBetterMovie.
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