#come facciamo noi
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Vabbè raga mi sono fattə un giro dall'altra parte perché seguo solo simuelinə su Twitter e se posso dire la mia c'è esagerazione da entrambe le parti. Che bello non essere attivə in quel posto mamma mia
#non lo so amicə secondo me dovreste darvi tuttə una calmata#sarebbe molto più divertente se sta 'guerra' avesse toni più leggeri#invece sono scoppiate amicizie io boh#con la fatica che faccio a fare amicizia io mi sembra surreale tutto ciò#cioè immaginate mandarci edit dell'una e dell'altra ship tipo colpi di cannone e apprezzare il talento senza insultare#come facciamo noi#couldn't be twitterinə
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QUANDO LA RAGIONE SI TRASFORMA IN FOLLIA E LA FOLLIA SUPERA IL LIMITE
La potenza impegnata per uso domestico è, di solito, 3 kWe. Un condominio di 100 famiglie impegna complessivamente una potenza di 300 kWe, che in un giorno (24 ore) diventano 7200 kWh, in un anno diventano 2628000 kWh (2628 MWh).
Se volessimo ricarica un'auto elettrica con batteria di capacità pari a 90 kWh, teorizzando un rendimento di ricarica dell'85%, avremmo di bisogno di 37.5 ore. Volendo ridurre i tempi di ricarica a poco più di 1 ora, avremmo di bisogno di una potenza impegnata di 105 kWe. Ma 105 kWe sono pari a più della metà del condominio e il tutto per una sola auto.
Facciamo finta che nel condominio di 100 famiglie tutti abbiano un'auto elettrica con batteria della capacità citata e il condominio ottiene il via libera per 100 stazioni di ricarica "media" da 105 kWe.
La potenza impegnata è pari a 105000 kWe, ovvero 105 MWe, ovvero 105 MWh di energia, ovvero quasi la potenza di un reattore nucleare modulare (SMR) come il Liong One cinese da 125 MWe!
Giusto per fare comprendere la proporzione, con 105 MWe si alimenta una città (senza industrie, naturalmente) di 35 mila abitanti! Adesso provate ad immaginare una città con, almeno, la metà del parco auto circolante di tipo elettrico e tante stazioni di ricarica dalla potenza di, almeno, 105 kWe.
Milano, inteso come Comune, conta su 1.4 milioni di abitanti, e con il 50% di 1807123 parco auto, le vetture elettriche sarebbero 903561. Volendo considerare che tutte le auto vengano ricaricate con colonnine rapide da ipotetici 105 kWe (in realtà si stanno diffondendo, insieme a quelle da 200 e oltre kWe, ma sono pochissime, la stragrande maggioranza sono da 36 kWe, ma noi agiamo ipoteticamente per consentire una ricarica in poco più di 1 ora), la potenza impegnata sarebbe di 948739605 kWe, pari a 94873,905 MWe, pari a 94,873905 GWe di potenza elettrica effettiva! Per giuste proporzioni, un reattore nucleare coreano APR-1400, dello stesso modello costruito in 4 unità negli Emirati Arabi Uniti, eroga una potenza massima netta di 1400 MWe, ovvero 1,4 GWe, e ne sarebbero necessari ben 68!
Qualcuno potrebbe obiettare: "Non è detto che tutte le auto si connettano contemporaneamente per la ricarica". Vero, ma la statistica dimostra, che la ricarica viene tendenzialmente effettuata nelle ore serali/notturne presso il proprio domicilio (in Italia per chi può permetterselo, in Germania e negli Stati Uniti è la prassi), più raramente presso le colonnine dislocate nei punti di ricarica urbani avviene di giorno. La statistica stessa ci viene incontro informandoci che ci sarà almeno una volta al giorno un momento in cui le auto possono essere collegate tutte insieme per la ricarica, e quella potenza va coperta, pena un inesorabile crollo delle linee e un prolungatissimo black-out che porterebbe dietro di sé, non la Lombardia, non l'Italia, ma l'Europa intera, date le interconnessioni transfrontaliere.
Ammesso che i cittadini si "accontentino" di ricaricare le proprie auto alla potenza massima di 3 kWe, sarebbero comunque necessari 2710683 kWe, 2710,683 MWe, 2,710683 GWe di potenza per ricaricare, in un tempo stimato di 38 ore circa, il 50% delle auto di Milano, quindi 2 reattori nucleari APR-1400.
Qualcuno afferma di volere ricaricare le auto elettriche, di giorno e con i pannelli FV. Torniamo all'esempio delle colonnine da 105 kWe, tanto il sole è gratis, giusto? I pannelli FV in condizioni standard hanno un rendimento del 13% (in termini largamente benevoli, perché raramente si arriva a superare il 10% reale...). Il 13% di rendimento è considerato come valore massimo in condizioni di perfetta perpendicolarità del pannello FV rispetto all'irraggiamento solare, alla temperatura di 25°C e al livello del mare. La variazione dell'angolo incidente, della temperatura e della pressione atmosferica riducono sensibilmente il rendimento effettivo...
Considerata la costante solare K = 1 kW * m-2, 1 metroquadrato di pannello FV erogherà una potenza massima di 130 Watt...
Per ottenere una potenza massima di uscita pari a 2,710683 GWe saranno necessari 20851407,692 m*-2 di pannelli fotovoltaici... credo le proporzioni, adesso, siano ben chiare! Continuare a fare conversazione su questi numeri, credo, sia inutile. Al netto degli impatti ambientali per la produzione delle batterie, dei pannelli FV, della loro installazione sul suolo, anche e solo parlare di elettrificare anche una parte del parco circolante di una città come Milano, figuriamoci del mondo intero, sia un qualcosa di improponibile, al netto, che senza reattori nucleari, la ricarica potrebbe essere assicurata per non più di 5,479 ore/giorno in media di irradiazione solare annue in Italia... Meditare, gente, meditare...
F. Arnò.
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Non sono più così triste... Mi guardo allo specchio e me lo ripeto spesso... Non sono più la stessa... E più mi guardo e più lo vedo... Non sono più così bisognosa... Di parole... Di gesti... Non mi sento più così sola... Continuo a fissarmi allo specchio mente questi pensieri scorrono nella mia mente... Mi fisso dritta negli occhi... Non brilla più la sessa luce... È diversa... Non è più così brillante e dolce... I miei occhi sono diversi... Saranno le troppe lacrime ad averli cambiati... Ci riesco a leggere dentro tutto il mio disincanto... Riesco a vedere che più niente li potrà stupire... Sono pieni di me... Ormai sono troppo colmi dei miei faccio da sola... Mi amo da sola... Nessun sogno li farà più sorridere come un tempo... Nessun dolore li farà bagnare come un tempo... Sarà un traguardo o una sconfitta? Credo che per ogni passo che facciamo verso la consapevolezza... Una parte bellissima di noi muore... Ma è la vita... E io lo vedo ogni giorno, negli occhi degli anziani... Di quanto nella vita bisogna perdere... Prima di morire...
~ Virginia ~
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ho il trucco sbavato dopo 12 ore fuori casa.
12 ore che Chardy è rimasta sola ma mi ha aspettata.
ha aspettato che cenassi, mi chiamava con la zampina da sotto il tavolo perché voleva venire in braccio.
torno a casa e inizia a miagolare come a dire: “ma dove sei finita?”
aspetta che vada a letto e viene su, si accoccola e ci facciamo la nostra dose di coccole.
noi ora ci addormentiamo così.
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PEDEMONTANA: L'AUTONOMIA AL CONTRARIO Tutto ebbe inizio nel 2009 con il duo Galan-Zaia che ebbero l'idea di una autostrada regionale. Ve lo facciamo vedere noi come si fa una autostrada a voi romani rimbambiti, inefficienti, corrotti! Poi l'autostrada costerà la cifra folle di 3 miliardi di euro. Poi nel 2017 Zaia fa la più grande cappella in un quindicennio di sagre, immobilità, assenteismo in consiglio e presentazione di libri: di fronte alla possibilità del ritiro del consorzio Sis decide di assumersi il rischio di impresa. Risultato? In una trentina d'anni la regione dovrà dare 12 miliardi al consorzio, circa 300 milioni all'anno. Se però le tariffe sono basse dovrà spendere soldi dal bilancio regionale. Esempio? Nel 2023 la Regione paga 180 milioni al consorzio e ne riceve 60 di tariffe. 120 milioni di soldi pubblici buttati! Se lo avessero fatto i romani, o peggio, come dice la Tega Nord, i teroni, sarebbero su tutte le prime pagine! Come risolvere questo buco delle regioni inefficienti? Ci pensa Salvini, il quale decide con la sua Riforma che le tratte flop delle autostrade le paga lo Stato. Il Veneto fa i buchi e lo Stato li ripaga. L'autonomia all'incontrario. Fantastico.
Carlo Cunegato, Facebook
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- Cerchiamo l'amore perché questo ci hanno insegnato, cerchiamo l'amore perché ci hanno detto che da soli non possiamo bastarci, non possiamo viverci. Cerchiamo l'amore per non sentirci soli, per non sentirci inutili. Cerchiamo l'amore e non lo cerchiamo mai dentro noi stessi perché ci hanno detto che l'amore è un'altra persona, ma amare noi stessi è pur sempre una forma d'amore. E allora mi chiedo come facciamo ad amare un'altra persona se non impariamo ad amare noi stessi. Come possiamo dare amore a qualcuno se ci è difficile amare ciò che siamo. E questo ci porta ad accontentarci, questo ci porta a non pretendere l'amore di cui abbiamo bisogno. Cerchiamo l'amore in tutti gli angoli del mondo, lo troviamo però solo quando siamo pronti, quando impariamo a dare conto al nostro cuore, che spesso non ascoltiamo abbastanza. -
Quando impareremo a dar conto solo al nostro cuore?
#frasi belle#frasi tumblr#frasi#pensieri#frasi vere#frasi italiane#frasi pensieri#amore#citazione#sentimenti#frasi emozionanti#frasi e citazioni#citazioni#frasi amore#frasi vita#frasi profonde#frasi d'amore#emozioni#frasi riflessive
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L'uso che facciamo degli occhi dipende dallo stato cardiaco.
Un cuore vuoto usa gli occhi per controllare, usare, dominare.
Un cuore pieno, per stupirsi, conoscere, amare.
Noi siamo come guardiamo.
Alessandro D'Avenia
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Ancora allarme POLIO, facciamo chiarezza
Il servizio del GR1 delle 8 di oggi 16.12.2024 annuncia il ritrovamento di virus polio nelle fognature. Il GR approfitta dell’occasione per dire una serie di fesserie anzi menzogne costruite a tavolino e tace la cosa principale, con la collaborazione di Fabrizio Pregliasco che ovviamente raccomandava il vaccino.
Ritengo che la notizia faccia parte da una parte del meccanismo per tenere in allerta la popolazione, far credere che le autorità (e i massmedia) vigilino, dall’altra per tener vivo l’interesse agli intrugli lorenziniani iniettati col ricatto scolastico ai più piccoli, non si sa mai che a qualcuno venga in mente di protestare. Proprio per questo alcune precisazioni sono utili. By the way, faccio notare, modestamente, che di vaccini lorenziniani sono molto più esperto io di Pregliasco, se non altro perché ho pubblicato molti articoli e libri sull’argomento, mentre Pregliasco ha scritto qualcosa su Influenza e Covid.
Numero 1. La notizia del ritrovamento del virus nelle fognature di grandi città è vecchia di anni e anni, torna fuori ogni tanto. Il virus si trova lì perché è stato emesso dalle feci di persone infettate o vaccinate col virus vivo. Sono ritrovamenti sporadici e non vi è prova che abbia provocato qualche caso polio in Italia, né vi è il minimo rischio di una epidemia. Quindi ALLARMI INFONDATI. L’Italia è stata dichiarata polio-free nel 2002, così come tutta la Regione europea dell’OMS.
Numero 2. La cosa principale che non dicono. Qualche caso di polio da virus “selvaggio” si trova ancora in Pakistan, ma in Africa quasi tutti i casi (qualche centinaio) sono derivati dal vaccino orale tipo “Sabin” che in teoria doveva essere attenuato, ma in realtà ha subito delle mutazioni (cVDVP) e si diffonde provocando paralisi flaccida. Nel 2024 a Gaza si sono registrati 17 casi di paralisi da cVDPV, il contagio essendo venuto dall’Egitto.
Numero 3. Si sente ripetere che la polio esiste ancora perché ci sono troppo poche persone vaccinate. NO: La vaccinazione “Sabin” è diffusa capillarmente in tutti i Paesi del mondo “grazie” alle campagne di Bill Gates e OMS. Da noi è stata sostituita con il vaccino iniettivo IPV (presente nella esavalente) dopo che si accorsero che il vaccino Sabin fa più malattie della polio stessa. Al Condav ne sanno qualcosa. Secondo UNICEF, l’85% dei bambini colpiti dalla polio nel 2023 viveva in paesi fragili e colpiti da conflitto. Vedi Africa e anche Gaza. Sono quelli i veri motivi delle malattie infettive, non la carenza di vaccini.
Numero 4. Si sente ripetere che bisogna vaccinare di più perché non si è ancora raggiunta l’immunità di gregge, o addirittura per arrivare alla “eradicazione” della malattia, come ha detto Pregliasco. Questa è probabilmente la balla più grande, benché anche le precedenti non siano da poco. La vaccinazione che si fa in Italia NON PUO’ IN ALCUN MODO far raggiungere l’immunità di gregge, per il semplice motivo che non impedisce l’attecchimento del virus nell’intestino e la sua eventuale trasmissione per via orofecale. Anzi, possiamo dire di più: non vi è alcuna prova valida persino che la IPV sia efficace nel proteggere dalla malattia. Quanto alla “eradicazione”, nemmeno la Sabin può ottenerla, come dimostra in pratica l’aumento dei casi cVDVP nel mondo, nonostante la capillare diffusione del vaccino.
Quindi: BASTA BUGIE per favore! BASTA ALLARMISMI provax! Oppure dovremo chiedere a qualche autorità sanitaria e giudiziaria onesta (se esiste) di indagare seriamente se qualcuno paga la propaganda ingannevole.
P. Bellavite
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“Soltanto i fatti contano, soltanto i fatti debbono contare. Noi siamo quel che facciamo. Le intenzioni, specialmente se buone, e i rimorsi, specialmente se giusti, ognuno, dentro di sé, può giocarseli come vuole, fino alla disintegrazione, alla follia. Ma un fatto è un fatto: non ha contraddizioni, non ha ambiguità, non contiene il diverso e il contrario.”
(L. Sciascia)
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"HARAGEI" è una parola giapponese che non esiste forse in nessun'altra lingua al mondo, e anche tradurla è un affare molto complicato.
Potremmo dire che è la comunicazione non verbale, ma non è solo quello.
Il fatto è che quando parliamo, le parole che ci scambiamo non sono che una piccola parte di quello che davvero ci diciamo.
Quando entriamo in contatto con qualcuno, in realtà, facciamo anche delle prove di incastro: con gli occhi, con la voce, con le mani, col respiro, proviamo a vedere se chi abbiamo di fronte si incastra bene con noi.
"HARAGEI " è incastrarsi a vicenda senza dirselo.
"HARAGEI " è intuirsi ad occhi chiusi, sapere che nel buio, là fuori, c'è qualcuno come noi.
- Enrico Galiano
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“L’uso che facciamo degli occhi dipende dallo stato cardiaco.
Un cuore vuoto usa gli occhi per controllare, usare, dominare.
Un cuore pieno, per stupirsi, conoscere, amare.
Noi siamo come guardiamo.”
Alessandro D'Avenia
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Il meglio di te
Mi piace parlarti. Apprezzo la tua apertura mentale, la varietà degli argomenti di cui posso discutere con te in maniera anche molto dettagliata, informata. La tua voce è sempre profonda, decisa. Hai un tono dal suono ipnotico, caldo e basso.
Mi affascini ogni volta che muovi le labbra per parlarmi. Potrei osservarti per ore, mentre parli. Ascoltare le tue frasi intelligenti è un gradito bonus. I tuoi occhi poi mi penetrano l'anima e la portano a galla per fartela esaminare.
Non potrei nasconderti nulla neppure se volessi. Amo il tuo profumo personale e semplicemente ammiro il tuo stile peculiarissimo nel vestire: a volte sei di un'estrema femminilità, altre invece interpreti perfettamente una biker-rocker degli anni sessanta. Poi, ogni tanto dai tuoi cassetti esce fuori un insospettabile e sorprendente jolly!
Ti piace il jazz, cosa che per una ragazza è piuttosto inusuale. Adoro il ciuffetto di schiuma che ti resta sulle labbra quando bevi la tua birra alla spina. E il modo in cui te lo lecchi via, poi… Oh, Signore! Sai trasformarti da pantera a gattina nell'arco di tempo necessario ad assaporare una mia genuina carezza. Mi stimoli, mi affascini, mi spiazzi. Ti amo ogni giorno di più.
Sei al centro esatto del mio cuore. Che batte solo per te. Quando sei silente, cerco di intercettare i tuoi pensieri. Vorrei rubarteli e baciarli tutti: uno per uno. Per farti capire che se hai bisogno, io per te comunque sia ci sono. Poi te li restituirei, stai tranquilla!
Prima di andartene, mi lasci sempre con un bacio lanciato, un sorriso e infine una persistente, innocente ma totalizzante scia del tuo profumo. Mi avvolgi anche quando non ci sei. Mi pensi. Ti penso. Percepisco una cortina invisibile di gelosia attorno a te che mi lusinga e mi fa sentire ancora più amato. Perché io sono tuo per la vita.
Poi c'è la tua parte più segreta, quella… peccaminosa. Quella che puoi permetterti di lasciar libera soltanto quando sei con me e nessun altro attorno: è un segreto dolcissimo, condiviso tra noi. È quella piccola parte del tuo corpo che si apre soltanto a me, che mi accoglie. Ansiosa di soddisfare entrambi.
Costituisce lo scrigno del tuo pudore e di fatto è il mio luogo privato dell'anima. È il meglio di te. È quello che mi ha stregato e da cui non riesco più a staccare la mente; neppure per un istante. La curi e la nutri a mio esclusivo beneficio. Quando me la mostri, vuoi tassativamente che anche io sia nudo assieme a te. Altrimenti ti vergogni da morire. Sei di stampo antico e io questa cosa l'adoro.
Perciò la rispetto e te la bacio delicatamente, come fosse sacra. Lo faccio spesso, non appena posso. Tu arrossisci, quando insieme lo facciamo succedere. Perché è un bellissimo miracolo d'amore che nasce solo da due anime insieme, unite dentro. Ti piace da morire. E per me è un onore e un dovere, fartelo. Perché tu, donna, rappresenti il mio massimo desiderio e la mia ragione di vita.
Rda
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Haragei è una parola Giapponese che non esiste forse in nessun'altra lingua al mondo e anche tradurla è un affare molto complicato.
Volendo, potremmo dire che è la comunicazione non verbale, ma non è solo quello. Il fatto è che quando parliamo, le parole che ci scambiamo non sono che una piccola parte di quello che davvero ci diciamo. Quando entriamo in contatto con qualcuno, in realtà, facciamo anche delle prove di incastro: con gli occhi, con la voce, con le mani, col respiro, proviamo a vedere se chi abbiamo di fronte si incastra bene con noi.
Haragei è incastrarsi a vicenda senza dirselo.
Haragei è intuirsi ad occhi chiusi, sapere che nel buio, là fuori, c'è qualcuno come noi..
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ha ragione, signora singh – il nostro non è un paese buono, non siamo stati mai brava gente. siamo codardi e servi nei confronti dello straniero che arriva qui potente, lo siamo sempre stati; ma siamo feroci e crudeli se lo straniero che arriva è povero e malridotto – ci piace infierire. come abbiamo sempre infierito dove siamo arrivati noi, da potenti e armati fino ai denti – allora sì, abbiamo mostrato il nostro “eroico valore” uccidendo e compiendo stragi. i nostri bisnonni andavano in giro per il mondo a cercare un tozzo di pane – proprio come lei e suo marito satnam; ci hanno linciato, nelle americhe e in francia, morivamo assiderati per passare i confini, e quando finalmente arrivavamo nelle terre promesse accettavamo qualunque lavoro, anche il più umile, anche il più faticoso. abbiamo dimenticato tutto questo, ora abbiamo la pancia piena e il portafoglio gonfio e nessuno vuole più sporcarsi le mani, spaccarsi la schiena: siamo troppo dediti a depilarci, a tatuarci, a spettegolarci – è per questo che mettiamo voi sventurati a tre euro l’ora sotto il sole cocente a quaranta gradi a lavorare: perché se c’è una cosa che sappiamo fare è il caporale. gli italiani sono caporali – per vocazione: duri con i sottoposti, servili con i superiori, sempre bravi a rubacchiare in fureria. facciamo la guerra ai barconi - sai che medaglie al valor militare! ora sono tutti scandalizzati – troppo orrore, troppo splatter: quel braccio poggiato lì sulla cassetta della frutta è scena da film dell’orrore. senza braccio - se questo è un uomo. governi, sindaci, sindacalisti, politici – quante dichiarazioni. come se questo orrore, questo splatter, questo film dell’orrore non si consumasse giorno dopo giorno, h24, in ogni campagna, in ogni luogo dove si raccolgono pomodori, lattughine, cipolle e arance. le posso garantire, signora singh, che durerà qualche giorno – poi, tutto tornerà come prima: sono vent’anni che tutto è sempre così. non ci perdoni, signora singh. ma se può, preghi il suo dio per le nostre anime dannate. il nostro, s'è stufato di noi. Lanfranco Caminiti, Facebook
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Ring Of Fire Johnny Cash lyrics
June Carter scrisse Ring of Fire, ispirata dalla loro storia d’amore, e la regalò al marito, il quale la portò al successo.
(Il cantautore Johnny Cash per i 65 anni della sua amata June Carter, 23 giugno 1994, le scrisse questa lettera.Secondo molti questa è considerata la lettera d’amore più bella di tutti i tempi)
Buon compleanno principessa,
Andiamo incontro alla vecchiaia e lo facciamo insieme.
Noi pensiamo allo stesso modo. Leggiamo le nostre menti. Sappiamo ciò che l’altro vuole senza chiedere. A volte ci irritiamo un po’ l’un l’altro. Altre volte, forse, ci diamo per scontati. Ma di tanto in tanto, come oggi, penso a tutto questo e mi rendo conto di quanto sono fortunato a condividere la mia vita con la più grande donna che abbia mai incontrato. Sai ancora affascinare e mi ispiri. Mi incoraggi al meglio. Sei l’oggetto dei miei desideri, la prima ragione della mia esistenza sulla Terra.
Ti amo molto.
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...ogni tanto è bene ripostarlo:
7 frasi da evitare per non sembrare un analfabeta funzionale, di Dario Bressanini
1) “A me una volta è successo che…”:
sulla terra siamo 7 miliardi di persone, quindi quello che è successo a te costituisce “un settemiliardesimo” delle ipotesi possibili. L’esperienza personale non è una legge universale.
2) “Ho letto su internet che…”:
su internet c’è tutto, il contrario di tutto e tutte le sfumature che ci stanno in mezzo; se non hai le competenze specifiche per distinguere ciò che è plausibile da ciò che è inverosimile, quello che hai letto tu non significa assolutamente nulla perché tanto su internet c’è sempre anche il suo esatto contrario.
3) “Non credo alla versione/teoria ufficiale, dimostrami tu che è valida”:
una versione/teoria ufficiale è tale proprio perché gode già del supporto probatorio necessario per essere considerata preferibile a tutte le altre. Pertanto, se non credi alla versione ufficiale spetta a te l’onere di provare perché questa sia errata, e anche perché la tua sia invece valida. Pretendere l’inversione dell’onere della prova è un atteggiamento profondamente illogico e antiscientifico.
Il fatto che tu non comprenda il contenuto di quelle prove non significa che quelle prove non esistano o non siano valide, significa solo che tu non hai gli strumenti e le conoscenze per comprenderle.
4) “Ci guadagnano sopra, quindi sicuramente c’è qualcosa sotto”: se escludete i volontari e gli stagisti, tutte le professioni del mondo sono a scopo di lucro, quindi tutti noi guadagniamo da quello che facciamo. Ciò non ci rende tutti automaticamente parte di un qualche complotto o sotterfugio.
5) “Quella volta è accaduto che…, quindi anche questa volta…”:
“quella volta” è diversa da “questa volta”. Se una cosa capita in una occasione non c’è nessuna legge che stabilisce automaticamente che accada sempre e a tutti. Se un medico vende organi sotto banco, non significa che tutti i medici lo facciano ogni giorno; se un ingegnere sbaglia i calcoli, non significa che tutti gli ingegneri siano cani e non sappiano fare il loro lavoro; se un avvocato prende una mazzetta, non significa che tutti gli avvocati siano corrotti o corruttibili. Serve una prova specifica per ogni singolo caso.
6) “Tu hai la tua opinione, io ho diritto ad avere la mia”:
questo è un principio sacrosanto quando si parla di preferire le bionde o le brune, il mare o la montagna, la Juve o il Milan. Ma quando si parla di argomenti scientifici, la tua opinione non conta assolutamente nulla se non hai competenze e ragioni tecniche che possano dimostrare la validità di quella opinione; o forse pretendi di avere un’opinione anche su come si calcola l’area del triangolo?
7) “Non mi fido della roba chimica, quindi…”:
La chimica spiega la composizione della materia in generale, di conseguenza tutto ciò che esiste nell’universo è chimico. L’acqua ad esempio è composta da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, quindi è fatta di sostanze chimiche. E lo sei anche tu.
Se il vostro ragionamento si basa su uno o più di questi presupposti, sappiate che il vostro approccio è stupido, illogico e antiscientifico, quindi evitate di renderlo pubblico.
Ne va della vostra reputazione.
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