#combattente di strada 2
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ストリートファイター2
「ストリートファイター 2」は、カプコンによって開発された人気の格闘ビデオゲームです。 1991 年にアーケード ゲームとして最初にリリースされ、その後さまざまな家庭用ゲーム機に移植されました。このゲームは、オリジナルの「ストリートファイター」の続編であり、格闘ゲームジャンルに革命をもたらしました。
「ストリートファイター 2」は、その革新的なゲームプレイ、魅力的なキャラクター、競争的なマルチプレイヤー モードで、格闘ゲームジャンルに大きな影響を与えました。このゲームは、世界中で何百万人ものプレイヤーに愛され、後の格闘ゲームに大きな影響を与えました。
手抜きイラスト集
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Il volume - Falcone e Vespaziani - Un'Alleanza per la Verità, al momento reperibile su Amazon - è appena uscito e già se ne parla molto. L’ultima pubblicazione della scrittrice Amalia Mancini - nota nell’ambiente letterario come “Amelie” - sta riscuotendo curiosità e forte interesse da parte del pubblico. L’ autrice si immerge nell’incredibile mondo di due giganti della giustizia e racconta la storia poco conosciuta di una collaborazione, trasformatasi in amicizia, fra il giudice Giovanni Falcone, vittima della mafia nella tragica strage di Capaci del 23 maggio 1992, e l’avvocato Giovanni Vespaziani, (zio materno di Amelie), oggi novantaduenne. Durante gli eventi narrati nel libro, Vespaziani era il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Rieti, incaricato da Falcone di difendere il pentito di mafia Antonino Calderone. Le vicende storiche testimoniano questo contributo cruciale, che insieme a quelli di Tommaso Buscetta ed altri collaboratori di giustizia, ha permesso a Falcone di tracciare la strada per il leggendario maxiprocesso di Palermo contro Cosa Nostra. In un’Italia avvolta dall'ombra della corruzione e della violenza, il rispetto reciproco, la fiducia e l’impegno per la giustizia hanno tessuto un rapporto di stima fra il coraggioso combattente Falcone e Vespaziani, anch’egli instancabile difensore della visione di un’Italia libera e onesta. Entrambi custodi di un sogno comune per un Paese migliore. Il contenuto giornalistico di questo nuovo libro di Amelie è straordinario, non solo perché rivela innumerevoli dettagli di una collaborazione epocale fra un magistrato coraggioso e un avvocato determinato, ma anche perché presenta un tesoro di contenuti inediti che portano nel cuore pulsante di una verità nascosta. Con 172 pagine cariche di rivelazioni, Falcone e Vespaziani - Un'Alleanza per la Verità si disvela molto più di una semplice lettura, trasformandosi in un'esperienza che cambierà la prospettiva del lettore/lettrice riguardo ai temi della giustizia, della verità e del coraggio. Amalia Mancini, nata a Rieti, ha trascorso gran parte della sua vita a Roma, dove ha conseguito la laurea in Lettere con 110 e lode e si è affermata come biografa, scrittrice, giornalista. Apprezzata dalla critica anche come sceneggiatrice e poetessa, ha studiato a lungo il mondo del giornalismo, dedicandosi perfino ad una tesi sperimentale su questa professione. Numerosi sono i premi di settore che ha ricevuto nel corso della sua lunga carriera, fra cui il Premio letterario “Corrado Alvaro” (conferito dalla Presidenza del Ministero per i Beni e Attività Culturali e dalla Fondazione “Corrado Alvaro”), il Premio Borromini (dedicato alla celebrazione del quarto centenario dalla nascita dello stesso, conferito dal Ministero dei Beni e le Attività Culturali, Ufficio Centrale per i Beni Archivistici), il Premio Capit Terzo Millennio consegnatole da Piero Angela, il Premio internazionale “Altiero Spinelli”, il Premio Viareggio Carnevale. Fra i prossimi impegni di Amalia Mancini, venerdì 1° dicembre sarà a Salerno, presso la sede dello Yachting Club; sabato 2 in Costiera amalfitana, presso l’Aula consiliare Comune di Minori (SA); lunedì 11 a Palermo, all’interno del Palazzo Reale - Assemblea regionale della Sicilia, Sala “Piersanti Mattarella”. Per poi proseguire a Narni (TR), e approdare il prossimo anno a Roma (Sala della Protomoteca in Campidoglio, mercoledì 24 gennaio 2024), e finalmente nella sua Rieti (data richiesta a gran voce dai molti lettori abituali, e al momento ancora da definire), Tivoli (RM), Viterbo, Firenze, Siena, Arezzo… in un calendario in itinere e che si prospetta decisamente impegnativo per l’Autrice, attualmente anche presidente di giuria del Campionato Nazionale Cittadinanza e Costituzione. Fra i numerosi altri incarichi, ricordiamo che A. Mancini è componente del Comitato di redazione del periodico di Informazione culturale «Cultura e dintorni», e che vanta collaborazioni con varie testate giornalistiche.
Ha consolidato la sua carriera nel campo culturale, collaborando con il Ministero della Cultura per la stesura di biografie di artisti quali Totò, Corrado Alvaro, Borromini, Antonio Canova ed altri. Il risultato di questo impegno straordinario è stata la creazione di cataloghi che raccontano in modo avvincente e approfondito la vita e l'opera di questi grandi personaggi. Fra i suoi libri, Lucio Battisti l’enigma dell’esilio, L’amore piace a tutti, La Tata dei Divi. È coautrice del volume Giovani e Droga, Perché? e curatrice del libro Le mie Prime vere Scarpe. Con la prima edizione di Emozioni Private, che vari siti specialistici hanno posto in testa alla classifica dei dieci migliori libri su Lucio Battisti, l’autrice ha vinto il Premio Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia Comitato Provinciale di Salerno 2019) e il Premio Internazionale Spoleto Art Festival Letteratura 2021. Ad Emozioni private, nella edizione ampliata pubblicata nel 2023, in occasione degli ottant’anni dalla nascita di Lucio Battisti, sono stati assegnati il Premio Scriptura artistico letterario internazionale di Nola (NA), fondato, promosso e organizzato da Anna Bruno; il Premio Internazionale “Salvatore Quasimodo” per la sezione “Saggio o Tesi di laurea”; il Premio Cartesar Carlo de Iuliis; il Premio Internazionale Spoleto Art Festival Letteratura, il Premio Switzerland Literary Prize. Autrice finanche di venti sillogi poetiche inedite, le sue opere abbracciano una vasta gamma di generi, dalle commoventi storie d’amore alle profonde analisi psicologiche, dalle affascinanti biografie ai volumi dedicati all’arte. Questo e molto altro, per un’eccezionale interprete di vicende e sentimenti dei nostri giorni. Il libro è disponibile su amzn.eu/d/2mDakRb
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Crunchyroll, le novità in arrivo annunciate al Virtual Crunchyroll Expo
Anticipati altri sei nuovi anime in simulcast e aggiunti finalmente anche gli OVA di Food Wars!
Nel corso dell’edizione 2021 della Virtual Crunchyroll Expo sono state svelate alcune novità che entreranno a far parte del ricco catalogo anime della piattaforma. Partiamo subito con i nuovi simulcast confermati in vista delle prossime stagioni televisive.
OTTOBRE 2021
MUV LUV-ALTERNATIVE
Atteso adattamento del popolare terzo capitolo della trilogia sviluppata da Âge, che ha dato origine al celebre franchise sci-fi. Uscita in Giappone nel 2006, la visual novel è arrivata in Occidente solo da qualche anno, sbarcando per PC su Steam, tradotta in inglese.
La storia del legame tra coloro che combattono in un mondo portato al suo limite. In uno degli innumerevoli universi paralleli che esistono nello spazio e nel tempo, l'umanità ha lottato per decenni un lunga guerra contro i BEETA, ostili invasori extraterrestri, usando delle macchine da guerra umanoidi chiamate Tactical Surface Fighters. È una storia di vita e di morte di un'umanità sull'orlo della sua estinzione...
La regia della serie è affidata a Yukio Nishimoto (The Galaxy Railways, Tsukiuta The Animation 2), mentre la sceneggiatura è curata da Tatsuhiko Urahata (Baki, Horizon in the Middle of Nowhere). Il character design è ad opera di Takuya Tani (Ms. Koizumi loves ramen noodles, Pandora in the Crimson Shell: Ghost Urn) e le musiche sono composte da Evan Call (Schwarzes Marken, Violet Evergarden). L’adattamento è prodotto dagli studi FLAGSHIP LINE, YUMETA COMPANY (My Sweet Tyrant, Digimon Adventure: Last Evolution Kizuna) e GRAPHINICA (Record of Ragnarok, Hello World),
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THE FARAWAY PALADIN
Serie animata tratta dalla light novel fantasy dal titolo “Saihate no Paladin”, scritta da Kanata Yanagino e illustrata da Kususaga Rin, giunta attualmente al 4° volume, che ha ispirato anche una versione manga curata da Mutsumi Okuhashi (Hai to Gensou no Grimgar).
In una città in rovina popolata dai morti, lontana dalla civiltà, vive un ragazzino umano chiamato Will. È stato cresciuto da tre non morti: l'eroico guerriero scheletro chiamato Blood, la mummia sacerdotessa chiamata Mary e il mago spettrale chiamato Gus. I tre hanno insegnato al ragazzo ciò che sanno e gli hanno dato tutto il loro amore.
Il ragazzo inizia un giorno a chiedersi: "Chi sono?". Will inizierà a scoprire i misteri dei non morti di questa città. Comprenderà l'amore e la pietà degli dei buoni, ma anche la paranoia e la follia di quelli malvagi. E una volta imparato tutto ciò, si cimenterà nella via che porta a divenire paladini.
L’anime è in produzione presso lo studio CHILDREN’S PLAYGROUND ENTERTAINMENT (Hatena Illusion, Tsukiuta The Animation 2) ed è diretto da Yuu Nobuta (High School Fleet, Kuma Kuma Kuma Bear) e sceneggiato da Tatsuya Takahashi (I’ve Been Killing Slimes for 300 Years and Maxed Out My Level, Eromanga Sensei). Il design dei personaggi è invece affidato a Koji Haneda (Scared Rider Xechs, Yarichin Bitch-bu).
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WORLD'S END HAREM
Serie animata tratta dal manga ecchi sci-fi, scritto da Link e disegnato da Kotaro Shono, edito in Italia da J-POP Manga e conclusosi con il 12° volumetto.
Ambientato nel futuro prossimo, a Tokyo nel 2040. Reito, un ragazzo che soffre di una malattia incurabile, vuole incontrare di nuovo la sua amica d'infanzia Erisa, decide poi di ibernasi per curarla dalla sua malattia. Quando si risveglia cinque anni dopo, nel mondo è in atto una pesante trasformazione. Il MK (Male Killer), virus ha ucciso il 99,9% degli uomini del pianeta. Questo rende il mondo un harem composto da 5 milioni di donne per ogni 5 uomini.
Solo 5 uomini, "Number" sono resistenti al virus MK. Uno di loro è Reito che deve "accoppiarsi" per il bene di ciò che resta dell'umanità. Lo aspetta una vita da harem in questo mondo pandemico. Nello stesso momento, Reito resta coinvolto in una cospirazione globale. Potrà resistere alla tentazione di salvare il mondo?
L’adattamento è in lavorazione presso STUDIO GOKUMI e AXSIZ (Ms. vampire who lives in my neighborhood, Seiren) e alla regia troviamo Yuu Nobuta (High School Fleet, Kuma Kuma Kuma Bear), mentre le sceneggiatura sta venendo curata da Tatsuya Takahashi (Domestic Girlfriend, Val x Love). Il character design è ad opera di Masaru Koseki (Happiness!, Demon King Daimao) e le musiche per la colonna sonora sono invece composte da Shigenobu Ookawa (Kurage no Shokudou, Miss Monochrome).
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GENNAIO 2022
THE STRONGEST SAGE WITH THE WEAKEST CREAST
Serie animata basata sulla light novel fantasy di Shinkoshoto, dal titolo “Shikkakumon no Saikyou Kenja”, giunta attualmente al 10° volume in patria. Dal 2017 ne viene serializzata online anche una versione manga, disegnata da Kansho e Hyoko.
La sua forza è limitata dallo stemma con cui è nato, Mathias il più potente saggio del mondo, decide che reincarnarsi è necessario per ottenere una potenza inarrivabile. Dopo la sua rinascita, il ragazzino scopre di essere nato con lo stemma perfetto per essere il combattente magico perfetto, alla prima prova! Sfortunatamente, il mondo in cui è nato ha degli standard atrocemente bassi in quanto a magia e tutti pensano che sia destinato al fallimento. Ora sta a lui provare quanto tutti sbaglino... alla maniera del saggio più potente del mondo!
L’adattamento è diretto da Noriaki Akitaya (Ms. vampire who lives in my neighborhood, ORESUKI: Are you the only one who loves me?) e sceneggiato da Hiroki Uchida (Gamers!, Merc Storia: Mukiryoku no Shounen to Bin no Naka no Shoujo). Il tutto sta venendo prodotto presso lo studio J.C.STAFF (DaMachi, Food Wars! Shokugeki no Soma)
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PROSSIMAMENTE
SKELETON KNIGHT IN ANOTHER WORLD
Serie animata basata sulla light novel fantasy isekai dal titolo “Gaikotsu Kishi-sama, Tadaima Isekai e Odekakechuu”, scritta da Enki Hakari e illustrata da KeG. L’opera ha debuttato nel 2014 e ad ora conta nove volumi publicati in Giappone. Dal 2017 ne viene serializzata online una versione manga, disegnata da Akira Sawano.
Un giorno, un ragazzo si è addormentato giocando a un videogioco... e quando si è svegliato si è trovato in un mondo di gioco nei panni di uno scheletro! Dotato delle armi poderose e dell'armatura del suo avatar, ma intrappolato nell'aspetto terrificante di uno scheletro, Arc si trova in un nuovo e fantastico mondo. Tutte le sue speranze di vivere una vita tranquilla sono dunque svanite, dopo l'incontro con una bellissima guerriera elfa che lo ha posto su una strada irta d'avventure e conflitti.
L’anime è in lavorazione presso gli studi STUDIO KAI (Super Cub, Uma Musume: Pretty Derby - Season 2) e HORNETS (Somali and the Forest Spirit). Alla regia c’è Katsumi Ono (Senki Zesshou Symphogear XV, Girly Air Force) e la sceneggiatura è invece in mano a Takeshi Kikuchi (Ragnastrike Angels). Il character design è ad opera di Tooru Imanishi (WorldEnd: What do you do at the end of the world? Are you busy? Will you save us?, Super Cub), mentre le musiche sono composte da Eba (sigla di testa di No Game No Life, Wizard Barristers: Benmashi Cecil) e Tsubasa Itou (Princess Connect! Re:Dive, Iwa Kakeru! Sport Climbing Girls).
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LOVE OF KILL
L’action love story si basa sul manga “Koroshi Ai” di Fe, lanciato nel 2015 in Giappone e giunto attualmente al 12° volumetto.
La silenziosa e stoica Chateau Dankworth è una cacciatrice di taglie. Il suo obiettivo: Son Ryang-ha, un famigerato assassino noto per aver ucciso 18 ufficiali di alto rango in una sola notte. Ancora oggi, i suoi omicidi rimangono rapidi, efficienti e sanguinosi. Tuttavia, dopo che Son Ryang-ha riesce a sopraffare Chateau nel loro primo incontro, lui le rivela di essere sulle sue tracce da tempo. Il suo obbiettivo: il cuore della donna.
I tentativi di Son Ryang-ha di attirare le attenzioni di Chateau sono a dir poco unici. Le offre in dono i suoi attuali obiettivi, già legati e malconci, facendo di tutto per passare più tempo assieme. Con riluttanza, Chateau asseconda la sua corte, e così inizia il gioco d'amore fra i due assassini.
Per l’adattamento, PLATINUM VISION (Devils’ Line, Kono Oto Tomare! Sounds of Life) ha riunito lo staff principale dietro alla serie di “Dr. Ramune: Mysterious Disease Specialist” (che potete già vedere sempre su Crunchyroll).
Alla regia dunque troviamo Hideaki Oba (The Fate of Arad), mentre la sceneggiatura sta venendo curata da Ayumu Hisao (Kono Oto Tomare! Sounds of Life, Devils’ Line). Il character design è ad opera di Youko Satou (Kakuriyo no Yadomeshi, Saiyuki Reload Blast) e la colonna sonora è firmata da Kei Yoshikawa (Mobile Suit Gundam AGE, SaiKano: Another Love Song).
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Ricordiamo, inoltre, che nel corso delle settimane passate, la piattaforma ha anticipato l’arrivo sempre nei prossimi mesi anche di altri titoli molto attesi:
RESTAURANT TO ANOTHER WORLD 2
SAKUGAN
THE NIGHT BEYOND THE TRICORNERED WINDOW
THE WORLD’S FINEST ASSASSIN GETS REINCARNATED IN ANOTHER WORLD AS AN ARISTOCRAT
PLATINUM END
IN THE LAND OF LEADALE
ORIENT
Come al solito, gli episodi sottotitolati in italiano delle serie arriveranno in streaming ogni settimana seguendo la trasmissione in Giappone; gli abbonati premium potranno vedere da subito le puntate, che però dopo sette giorni saranno accessibili a tutti gratuitamente.
Durante l’evento c’è stato spazio anche per l’annuncio di qualche recupero.
È infatti intenzione di Crunchyroll di portare in Italia tutti e cinque gli OVA di “Food Wars! Shokugeki no Soma”, cominciando dai primi due intitolati “La disfida dei Takumi nei quartieri popolari” e “Erina al Dormitorio Stella Polare”, già disponibili gratuitamente sul catalogo.
* NON VUOI PERDERTI NEANCHE UN POST? ENTRA NEL CANALE TELEGRAM! *
Autore: SilenziO)))
[FONTE 1] [FONTE 2] [FONTE 3]
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Drama Quiz 2020
“in risposta a @dilebe06
questo è il mio primo drama quiz quindi siate clementi con me ^_^ questo 2020 è stato decisamente un anno di m**** però mi ha permesso di recuperare qualche drama che avevo nella mia watchlist e qualche altro che si è aggiunto lungo la strada grazie a Netflix
La mia lista di 21 drama:
Korean drama: • Memories Of The Alhambra (rewatch) • My Holo Love • Crash Landing On You • Man To Man • Abyss • Hyde, Jekyll & Me • The King - Eternal Monarch • Mystic Pop-Up Bar • The Legend Of The Blue Sea • Goblin • 7 First Kisses • Rugal • My Love From Another Star • Hotel Del Luna • City Hunter • Vagabond •
Taiwanese drama: • Triad Princess • A Taiwanese Tale Of Two Cities
Chinese drama: • Well Intended Love
Thai drama: • My Dear Warrior
Japanese drama: Alice in Borderland
Iniziamo ^_^
1) Drama preferito del 2020
“Hotel Del Luna”
E’ stato uno di quei drama che mi è piaciuto dal primo istante che l’ho iniziato... ogni personaggio ben strutturato con un background che mi ha subito colpito. Ho amato tutto di questo drama... la storia, i personaggi ben interpretati e con una bella storia alle spalle, i personaggi di contorno che mi hanno emozionato con le loro storie, la colonna sonora che mi ha stregato, gli attori bravissimi nei loro ruoli... cioè mi è piaciuto anche il finale drammatico ma soddisfacente allo stesso tempo.
Devo dire che è stato arduo decidere perchè a primo impatto avrei risposto Goblin (che ha un posto speciale nel mio cuoricino, uno dei drama più belli che io abbia mai visto. Gong Yoo meraviglioso) ma questo mi ha emozionata e colpita piacevolmente in questo 2020 quindi mi sembrava giusto dargli il podio per il mio drama preferito del 2020 ma solo perchè il mio preferito in assoluto è un rewatch e non mi sembrava giusto metterlo sempre in mezzo XD
2) l’ultimo drama che hai visto quest’anno
“Alice in Borderland”
l’ho iniziato così per caso con mia madre e alla fine invece mi ha intrigato... infatti adesso io e mia madre aspettiamo con ansia la seconda stagione. Diciamo che speravo che fosse auto conclusivo ma pazienza
3) Un attore e un attrice che hai scoperto quest’anno
Lee Seung Gi è stata una bella rivelazione di questo 2020... l’ho scoperto guardando Vagabond e me ne sono innamorata con Twogether anche come persona. Lo trovo molto bravo come attore e simpaticissimo come persona quindi non vedo l’ora di vedere altro con lui specialmente “A korean Odyssey”
Kim Go Eun invece è stata la rivelazione femminile di questo 2020.... l’ho amata in The Eternal Monarch e adorata in Goblin e sono curiosa di vedere altro con lei perchè la trovo molto brava ed espressiva come attrice
4) Un drama che hai visto che sapevi che non era il tuo genere ma che poi ti è piaciuto
probabilmente “Alice in Borderland” anche se in realtà io non ho un genere preferito di drama, sono una persona che va ad istinto e quindi se inizio qualcosa principalmente lo faccio perchè qualcosa nel trailer o nella trama mi colpisce ed infatti alla fine questo mi è piaciuto
5) Personaggio con la migliore evoluzione
Yoo Jin Woo di Memories Of The Alhambra è il mio personaggio preferito in assoluto, è quel personaggio che nel corso di tutto il drama evolve così tanto che non puoi fare a meno di amarlo. Il CEO che vediamo all’inizio è solo una piccola facciata di quello che è Jin Woo in tutto il drama... diventa un combattente, uno storpio, un uomo bandito dalla sua societò, un perfetto gentlman con la donna che ama, un assassino e un salvatore.... insomma secondo me è l’uomo che mi ha fatto innamorare dei drama e giuro che Hyun Bin non c’entra nulla XD anche se lui ha reso questo personaggio perfetto con la sua interpretazione ed il suo modo di recitare che a mio avviso sono stati spettacolari ^_^
Memories of The Alhambra è il mio rewatch di quest’anno (3-4 volte solo quest’anno) non che il mio rewatch di ogni anno a venire da quando è uscito :P
6) Drama che ti è piaciuto meno
“7 First Kisses” sinceramente non so nemmeno se possa essere definito drama ma boh... Ho visto questi mini episodi solo perchè c’erano alcuni attori che mi piacevano ma ne avrei fatto decisamente a meno
7) Un drama che non eri sicura che avresti finito
“Crash Landing On You”
Qui credo che mi beccherò tanto odio dalle persone ma nonostante il mio amore smisurato per Hyun Bin credo che il drama era un pò troppo lento e lungo per i miei gusti. Se fosse finito prima e non avessero creato così tanti drammi forse non ci avrei messo così tanto a finirlo... ad una certa pensavo che non lo avrei nemmeno finito. Non è stato brutto sia chiaro, mi è anche piaciuto nel complesso ma mi aspettavo di più. Poi sinceramente ho apprezzato più la coppia secondaria che quella protagonista ed ovviamente l’ho preso a quel servizio, ma tutto nella norma per me. Però ho adorato il gruppo di ufficiali che secondo me sono stata la boccata di aria fresca in tutto il drama ^_^
8) Protagonista maschile preferito
Posso rispondere Yoo Jin Woo anche se è un rewatch? *si nasconde il viso tra le mani*
se però devo scegliere un personaggio preferito tra quelli nuovi di quest’anno allora rispondo “Goblin” perchè è uno dei pochi personaggi ad avere tutto... charm, dolcezza, simpatia e poi Gong Yoo lo ha interpretato divinamente.
9 ) Protagonista femminile preferita
Il personaggio di Jan Man Wol di Hotel Del Luna è uno di quei personaggi dalle mille sfaccettature e IU è stata veramente bravissima ad interpretarlo tant’è vero che è merito suo se ho detto che Hotel Del Luna è stato il mio drama del 2020. Ho amato la sua costante sofferenza e bisogno di redimersi per il suo passato, ma anche il suo ritorno a rivivere quando riscopre di poter amare di nuovo. E’ stata una bella scoperta
10) Miglior Coppia
Yoo Jin Woo e Jung Hee Joo di Memories Of The Alhambra sono la mia coppia preferita per eccellenza... non hanno avuto tante scene come coppia ma l’evoluzione della loro storia mi è piaciuta così tanto da farmeli amare tanto. C’è stata una frase di Jin Woo che mi ha fatta innamorare di loro
in questo preciso istante ho capito che per me loro sarebbero stati “la coppia” e che li avrei amati per sempre.
11) Miglior scena d’azione
“Vagabond”
C’è questa scena nella prima puntata del drama in cui lui per inseguire il terrorista che ha fatto precipitare l’aereo in cui viaggiava il nipotino di 10 anni inizia a correre su tutti i tetti delle case in Marocco e poi fa un salto spettcolare sul camioncino in cui stava scappando il terrorista... questa scena mi ha fatto salire l’adrenalina a mille... in realtà un pò tutte le scene della serie sono al cardiopalma e mi hanno piacevolmente stupida ma quella mi è rimasta impressa particolarmente
12) Il peggior outfit?
“Legend of the Blue Sea”
Beh diciamo che in questo drama lei essendo una sirena ne fa di abbinamenti sbagliati di tanto in tanto... però sono più comici che cosi orribili. In fondo in ogni drama che ho visto nessuno ha avuto un outfit così orribile sinceramente
13) Il drama più datato che hai visto in questo 2020
“City Hunter”
E’ del 2011 quindi tra quelli che ho visto quest’anno è il più vecchio di tutti ma l’ho adorato alla follia. Avevo già Visto Lee Min-Ho in altri drama ma credo che questo sia quello che ho preferito di più. Conoscevo l’anime di City Hunter ma questa versione qui mi ha piacevolmente stupita ed ho apprezzato Min-ho sia nella recitazione che nelle scene d’azioni che qui sono moltissime rispetto a The Eternal Monarch
14) Hai droppato drama? quali?
“Alice”
Avevo visto vari trailer e mi aveva particolarmente intrigato la storia ma poi l’ho abbandonato al terzo episodio... probabilmente un giorno lo riprenderò ma non adesso
15) Miglior Momento comico
“Goblin”
non credo che in questo drama ce ne sia uno solo ma tantissimi... ogni momento tra il Goblin e Grim Reaper sono esilaranti quindi perchè scegliere? :P
16) Miglior bacio
Yoo Jin Woo e Jung Hee Joo di Memories Of The Alhambra
Questo bacio mi emoziona ogni volta che lo vedo... lui che ha paura di aver perso tutto e chiede una conferma all’unica donna che ha sempre dimostrato di tenere a lui senza chiedere nulla in cambio a differenza di tutte le altre persone della sua vita. Questo bacio mi ha colpita tanto e mi ha fatta innamorare di loro ancora di più, ho dovuto aspettare 11 episodi ma ne è valsa la pena ^_^
17) Miglior Villain
Yi Rim di The King - Eternal Monarch credo che sia uno di quei cattivi che si odia parecchio e poi pur di raggiungere i proprio scopi non guardava in faccia nessuno
18) Peggior Villain
“Abyss” Seo Ji Wook sinceramente era poco credibile come Villain, ma in realtà proprio il suo personaggio era poco credibile da tutti i punti di vista a mio avviso
19) Peggior Ship
Luna & Hoshi di “My Dear Warrior” sarà che ormai mi ero affezionata a vedere Sky con Hoshi ma Luna era proprio poco credibile con lui, infatti nonostante nel manga loro avessere un’ottima chemistry quando vengono catapultati nella realtà proprio non riuscivo a vederceli insieme
20) Miglior Colonna Sonora
“Goblin”
Credo che non ci siano parole per descrivere la bellezza di ogni canzone di questa OST, non smetterei mai di ascoltarla. Tra le mie canzoni preferite cmq vi segnalo “Round and Round • Stay with me • Beautiful • I will go to you like the first snow”
come bonus comunque aggiungo “Is You” di Ailee tratta dalla colonna sonora di Memories Of The Alhambra che è MERAVIGLIOSA
21) Miglior ambientazione
“Hotel Del Luna”
l’ambientazione e le atmosfere di questo drama sono una delle ragioni per cui mi è piaciuto tantissimo. Hanno dato un tocco di passato in un mondo moderno come il nostro. Piacevole e bello
22) Miglior scena WTF
“Rugal”
quando mi sono resa conto che lo psicopatico di turno in realtà era psicopatico per colpa della rugal stessa e che era stato la prima cavia dell’organizzazione
23) Personaggio più intelligente
Go Nan Do di “My Holo Love” ci vuole un’intelligenza non indifferente per creare un AI che riesca ad interpretare anche le emozioni della persona con cui sta interagendo... quindi clap clap a lui
24) Personaggio meno intelligente
Le amiche di Sky di “My Dear Warrior” sono le ragazze più stupide che abbia mai visto... non potevo sceglierne una sola mi dispiace XD vanno prese insieme
25) Miglior personaggio comico
Jo Eun Sub di The King - The Eternal Monarch è stato credo il personaggio che più mi ha fatto ridere quest’anno ^_^ Ho adorato le scene in cui aveva questi slanci d’affetto con le persone o in cui aveva così tanta paura da nascondersi mentra il “lui” del mondo parallelo era figo e senza paura. Ho ADORATO da morire
Un clap clap a Woo Do Hwan per avere interpretato divinamente entrambi
26) Miglior Second lead maschile e femminile
“Goblin”
Sunny & Grim Reaper mi sono piaciuti tantissimo come second lead in un drama ed infatti non vedo l’ora di vedere “Touch Your Heart” per rivederli insieme di nuovo
27) Peggior Second lead maschile e femminile
il peggiore maschile credo che sia il procurato di Abyss. Sarà colpa dell’attore che proprio non mi garba ma il suo personaggio l’ho sempre trovato viscido e poco credibile.
Il peggiore invece per le donne credo che possa essere una delle partecipanti al gioco di Alice in Borderland che non so nemmeno se posso definirla second lead però è l’unica a venirmi in mente rispetto a tutte le altre che mi sono piaciute
28) Miglior momento triste
I momenti finali di A Taiwanese Tale of Two Cities quando la protagonista decide di tornare a San Francisco dopo la morte del padre e vuole lasciarsi morire nella stessa città dov’è morta la mamma e dove è stata felice per un pò di tempo... E’ stato veramente triste ed ho pianto come una fontana. Sono stata male per giorni dopo questo finale, mi sembrava che mi mancasse una parte di me stessa
29) Peggior finale
“Vagabond”
lo definisco peggiore non perchè non mi sia piaciuto il drama ma perchè gli hanno dato un finale aperto e senza una sicurezza di rinnovo sinceramente mi sento un pò presa in giro perchè non so se saprò mai come sarebbero andate a finire le cose tra Dal Gun e Hae ri *lacrimuccia*
30) Miglior Bromance
Goblin & Grim Reaper
ogni loro scena era esilarante e scaturiva bromance da tutte le parti... ero indecisa se shippare più loro o la coppia principale :P
cmq aggiungerei anche Yi Gon e Jo Young di The Eternal Monarch perchè si shippavano troppo ed alcune delle loro scene erano esilaranti
31) Miglior attore e Migliore attrice
Miglior attore: Hyun Bin
non credo che servano parole per descrivere la bravura di quest uomo ^_^ E’ spettacolare in qualsiasi cosa fa e quest’anno ho visto un pò di drama con lui e quindi mi sono ancora più innamorata delle sue fossette adorabili.
Miglior attrice: IU
l’ho adorata in Hotel Del Luna da ogni punto di vista... sia nelle scene drammatiche che in quelle comiche in cui si comportava da pazza. Non vedo l’ora di vedere altro con lei
32) Il personaggio che hai amato di più
Escludendo Jin Woo di Memories che è un rewatch, direi che il personaggio che ho amato di più è il Goblin... uno di quei personaggi ben strutturati ed interpretati divinamente di cui non puoi fare altro che apprezzare ogni sfaccettatura.
33) il personaggio che hai odiato di più
La matrigna di Heo Joon Jae in “The Legend of the Blue Sea”... l’ho odiata tantissimo per quello che ha fatto al personaggio di Lee Min-Ho da adolescente e cosa ha continuato a fare per tutto il tempo pur di ottenere soldi e potere. Una donna spregevole che ha cresciuto poi suo figlio peggio di lei
34) Quale personaggio vorresti essere e quale no?
Vorrei essere JI Eun Tak di Goblin perchè non mi dispiacerebbe essere la moglie del Goblin con tutti i drammi annessi e connessi alla cosa ^_^
Non vorrei essere Nian Nian di A Taiwanese Tale of Two Cities perchè poverina ha sempre vissuto una vita all’insegna del costante senso di abbandono quindi non ha mai vissuto veramente appieno la sua vita fino a quando non ha deciso di inseguire l’idea che aveva della madre e andare a San Francisco. Però mi sono sempre sentita un pò triste per lei, perchè anche quando era felice in realtà mi ha sempre dato la sensazione di non essere felice nemmeno quando faceva credere di esserlo.
35) Quale drama meriterebbe un sequel?
Memories Of The Alhambra senza ombra di dubbio... io voglio troppo sapere se Jin Woo e Hee Joo finalmente si rincontreranno.
Che cavolo me la merito una gioia ^_^
36) Una frase o una scena che ti è rimasta impressa ancora oggi
questa frase tratta da “Memories of the Alhambra” mi è piaciuta moltissimo. Poi da lì è iniziata la magia che ha catapultato entrambe le loro vite in qualcosa che non avrebbero mai creduto di vivere.
37) Di quale drama faresti un rewatch adesso?
In questo momento ho voglia di rivedere (a parte Memories) My Holo Love.... è da qualche giorno che ci penso e me lo rivedrei molto ma molto volentieri
38) I 3 attori e le 3 attrici più belle
Hyun Bin
Gong Yoo
Lee Min-Ho
IU
Park Shin Hye
Bae Suzy
39) Un drama per riflettere, uno per piangere ed uno per rilassarti
Il drama per riflettere e piangere per me è “A Taiwanese Tale of Two Cities” perchè secondo me tratta tantissimi temi importanti tra cui la solitudine, la depressione ed il suicidio
Il drama per rilassarti invece potrebbe essere “My Holo Love” perchè è leggero e molto piacevole da vedere e poi c’è Holo che è adorabile ^_^
40) Peggior attore e peggior attrice
Peggiore attore: Kwon Soo Hyun ... purtroppo a pelle non mi ispira nulla e non mi piace la sua espressione facciale
Peggiore attrice: Kim Sa Rang ... non mi ha per niente convinta in Abyss
41) Una ship fittizia che shippi?
Lee Min-Ho e Kin Go Eun perchè sono così carini da vedere sullo schermo che secondo me sarebbero anche tanto carini nella vita reale ^_^
42) Una serie che merita più conoscenza
“Memories Of The Alhambra” è stata molto sottovalutata e poco apprezzata dalla critica quando in realtà è molto innovativa e con un cast molto bravo ed una storyline fighissima
43) Se potessi resuscitare qualcuno…chi sarebbe?
Probabilmente il papà di Heo Joon Jae di “The Legend of the Blue Sea” perchè è stato brutto vedere che alla fine dopo tutto quello che ha passato ha dovuto soffrire la perdita di un padre proprio quando stava per ritrovarlo per colpa di una matrigna odiosa
44) Un oggetto/potere/abilità che vorresti
Mi piacere molto avere Abyss, la sfera che ti permette di riportare in vita le persone con l’aspetto della loro anima ^_^
45) Se potessi uscire con un personaggio di un drama, chi sarebbe?
Questa domanda è veramente difficile perchè sono combattuta tra un paio di nomi però probabilmente opterò per Yoo Jin Woo perchè lui è il protagonista che più mi ha stregato il cuore e poi non riesco a resistere a queste fossette
INFINE...UNA CHALLENGE: io so che nella lista avete drama inseriti nella categoria “prima o poi lo vedrò” e che ormai vegetano lì da mesi e mesi.
Bene, è ora di tenere fede agli impegni!
45 bis) Quale di questi drama ti impegni a vedere nel prossimo anno costi quel che costi?
Mi impegno a recuperare Coffee Prince, Touch Your Heart e It’s Ok Not To Be OK che ho in lista da un pò ormai ^_^
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FUORI DALL' AULA
Dopo aver portato a termine il lavoro di formazione del corso "Terre Nostre 2" nell'aula didattica del SiMuCCà, si va alla scoperta delle bellezze del Parco Nazionale del Pollino!
Accompagnat* dalla guida e docente Andrea Vacchiano insieme alla speleo-archeologa Ilaria De Marco, i corsisti e le corsiste di Terre Nostre 2 hanno potuto vedere con i proprio occhi e toccare con mano alcune delle bellezze studiante durante il corso.
Venerdì 17 la prima uscita presso il SiMuCCà - Sistema Museale della Città di Castrovillari, con guida alle collezioni permanenti del gruppo archeologico del Pollino e agli incredibili lavori del maestro Andrea Alfano custoditi nella Pinacoteca a lui dedicata.
Domenica 19 dicembre invece, è stata la volta di immergersi nella natura attraverso l'escursione realizzata in collaborazione con GradoZero verso Papasidero, un luogo incantato grazie alla presenza del fiume Lao che crea scorci mozzafiato.
Infine, mercoledì 29 dicembre una visita al bellissimo borgo arbreshe della città di Civita, fra case kodra, antiche credenze e le gesta eroiche del nobile combattente Skanderberg, astuto difensore dell'Albania.
Di seguito alcune riflessioni di uno dei corsisti, Atahullah Ahmadi sulla seconda uscita:
Buongiorno, io sono Ataullah AHMADI e vengo dall’Afganistan. Sono un beneficiario del Progetto SAI di Castrovillari accolto insieme alla mia famiglia. Voglio raccontarvi un’esperienza che ho fatto ultimamente.
Ho partecipato a un’escursione organizzata da CSC a conclusione del corso TERRE NOSTRE II con Andrea Vacchiano docente e guida del Parco Nazionale del Pollino. Ci siamo incontrati alle 7:30 nel parcheggio della gelateria Capani. Eravamo 11 persone con tre macchine; abbiamo iniziato la gita verso il Parco Nazionale del Pollino. Siamo arrivati alla Grotta del Romito verso le 9:15 di mattina. Faceva un pochino freddo.
Andrea ha spiegato l’escursione poi abbiamo iniziato il percorso. Dopo qualche minuto siamo arrivati su un ponte sul fiume Lao, dove si sente un bel suono dell’acqua. Abbiamo attraversato il ponte e continuato la nostra gita, il sole splendeva e ha iniziato a fare caldo. Poi la strada è diventata un sentiero; abbiamo salito e sceso tante colline e montagne. Andrea ci ha spiegato tutto: i nomi delle montagne, degli alberi, delle piante e ha raccontato la storia dei ruderi di case antiche. Ci ha detto che una volta vivevano i contadini lì. Andrea ci ha mostrato e spiegato una pianta, che per me è strana, perché se strappi la pianta con le mani ti ferisci perché ha piccoli denti come una sega. La pianta si chiama "taglia mano".
Nel percorso c’erano cascate e fontane, insomma tutto era bellissimo. Abbiamo camminato più di 10 KM finché siamo arrivati a Papasidero, per me è stato molto interessante perché era la prima volta che ho fatto un’escursione sulle montagne.
L’Afganistan è un Paese montuoso ma a causa della mancanza di sicurezza non sono mai riuscito a fare escursioni sulle montagne. Io ringrazio Andrea sia per il corso di formazione (Terre Nostre 2) sia per l’escursione; un ringraziamento va anche ai suoi colleghi che hanno gestito e coordinato quest’escursione.
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21 MAR 2020 11:00
GIANNI MURA GRAFFITI – L’INTERVISTA A PAGANI-SCANZI IN CUI CONFESSO’: “DOPO LA SQUALIFICA DI PANTANI PENSAI DI LASCIARE ‘REPUBBLICA’ E IL MIO LAVORO”- ECCO PERCHE’ – "PANTANI ERA UN ALIENO. NEL PARLARE E NELLA PEDALATA. NON HO MAI TROVATO CICLISTI CHE PER RILASSARSI ASCOLTASSERO CHARLIE PARKER, NÉ SCALATORI CHE COME LUI DICESSERO: "VADO FORTE IN SALITA PER ABBREVIARE LA MIA AGONIA" - IL RICORDO DI GIANNI BRERA (DI CUI FU CONSIDERATO L’EREDE), IL VINO, GLI AMATI CANTAUTORI, LE SIGARETTE RAZIONATE: "PREDILIGO SOLO QUELLE PIÙ IMPORTANTI: AL CESSO, DOPO IL CAFFÈ, ALLA FINE DEL PASTO" - VIDEO
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https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/pantani-gianni-mura-dopo-sua-squalifica-pensai-lasciare-71563.htm
Malcom Pagani e Andrea Scanzi per "il Fatto Quotidiano"
Con il menisco evaporato: "È a pezzi, strano per uno che dallo sport è stato lontano" e le sigarette razionate: "Ormai, a un passo dalla crisi d'astinenza, prediligo solo quelle più importanti: al cesso, dopo il caffè, alla fine del pasto" Gianni Mura non ha mai venduto fumo. Non firma appelli e rifiuta da sempre di iscriversi al Partito. A 68 anni, non ha cambiato idea: "Vorrei chiamarmi fuori dai due schieramenti che dalla morte di Pantani si danno battaglia con immutabili argomentazioni che non mi appartengono".
Ce le espone?
Chi urla: ‘Cazzo, ancora ce la menate con questo drogato' e chi risponde: ‘Lo hanno imbrogliato, era un angelo caduto dal cielo, vittima di un complotto cosmico'. Pantani aveva una grandissima umanità. Se lo sono dimenticati tutti.
Non i tifosi.
Pantani ha vinto una quarantina di corse, quante Merckx in una sola stagione. Ma sapeva accendere la fantasia come pochissimi altri. Durante il tour del '98 l'Italia si bloccò. Le vecchiette in estasi, la gente accalcata al bar come negli anni 50. Se ancora, in quei sacrari verticali che sono le salite, la gente mette cartelli per ricordarlo significa che l'eco delle emozioni non si è spenta. Nei suoi confronti c'è una gratitudine che va oltre il rimpianto e la Pietas. È un riconoscimento costante, silenzioso, non appariscente.
Perché secondo lei?
Non conta solo vincere. Conta soprattutto come lo si fa. E Pantani, rispetto al suo microcosmo, era un alieno. Nel parlare e nella pedalata. Se lo osservi, manifesta un'inesausta stanchezza. Una sofferenza nutrita da pochi sorrisi e nessuna ombra di felicità, neanche sul traguardo. Non ho mai trovato ciclisti che per rilassarsi ascoltassero Charlie Parker, né scalatori che come lui dicessero: "Vado forte in salita per abbreviare la mia agonia". Pantani era di quella pasta. E comunque, come lui non ne vediamo più.
Lei lo aveva soprannominato Fossile.
O Pantadattilo. Un cardellino di 56 chili in mezzo alle aquile che portava fieramente pizzetto e baffi non diversamente dai primi ciclisti dei tempi eroici alla Petit-Breton. Entusiasmava perché scuoteva dalle fondamenta uno sport di ragionieri o, per essere più precisi, di grandi passisti che andavano forte a cronometro e in salita si limitavano a controllare. Pantani in salita tirava colpi pazzeschi. Non calcolava. Che gli andasse bene o male, giocava d'istinto. Dava retta a pochissime persone. Non distingueva gli amici veri da quelli falsi. Un vizio che alla lunga lo ha progressivamente avvicinato alla fossa.
A chi avrebbe dovuto dar retta?
A chi cercava di riportarlo in pista perché gli voleva bene e capiva che senza bici, Pantani era mutilato. C'era chi gli riempiva le notti di coca e donne a pagamento per scroccargli denaro o stordirlo. La sua fine, tristissima e molto dolorosa, tecnicamente è un suicidio lungo 5 anni. Con tentativi di riemersione e nuovi inabissamenti. Ed è soprattutto una storia di profonda e straziante solitudine. Se avesse avuto vicino uno come Luciano Pezzi, l'ex comandante partigiano che era stato con Gimondi e che a Marco fece firmare un contratto mentre era in stampelle parlando in romagnolo stretto, Pantani forse sarebbe ancora qui.
La avvertirono a pranzo.
Ero con mia moglie, in ferie, senza computer. Mi chiamò un collega quasi omonimo, Aligi Pontani: "È morto Pantani". Io di getto: "Che cazzo dici? Inventatene un'altra". Poi dettai a braccio. Un quarto d'ora. L'articolo meno scritto della mia vita.
Lei su Pantani ha scritto molto.
Anche se a lui è legato il momento più difficile del mio percorso, non ritiro una virgola. Dopo Madonna di Campiglio, quando venne trovato con l'ematocrito impazzito, venni investito dalle lettere. Il senso era: ‘E adesso, dopo averci aiutati a innamorarci di lui, come la mettiamo con la sua squalifica?'. Mi mandarono in crisi. In questo sempre più sputtanato mio mestiere, il rapporto di fiducia con il lettore è tutto. . Avremmo dovuto disporre di provette e intercettazioni. Non le avevamo. Puoi andare a 200 all'ora in autostrada, ma se il Tutor non ti becca sei pulito.
Cosa è cambiato in 10 anni?
L'unica cosa nuova è che l'ultima disperata invocazione di Pantani: ‘Leggi uguali per tutti', è stata inascoltata. Per qualcuno, un nome a caso Armstrong, si faceva un'eccezione. Per tenergli un bell'ombrello aperto sulla testa si scomodava L'Uci, L'unione ciclistica internazionale. Non Fracazzo da Velletri.
MURA IN RICORDO DI BRERA
Dahttps://storiedicalcio.altervista.org/
Dicono che la nebbia sia il vestito migliore, nella Lombardia di pianura, e questi sono giorni di nebbia a San Zenone, dove Gianni Brera nacque ed è sepolto, di nebbia anche tra Maleo e Casalpusterlengo, sulla strada dove morì. Sono già dieci anni. Che sono tanti e sono pochi, dipende da come li si è vissuti, chi li ha vissuti. Dieci anni fa non c’ era nebbia, quella notte. Dicono che lui dormisse, dietro. Sicuramente aveva bevuto solo acqua il suo amico che guidava.
In questo Brera aveva anticipato di molto il palloncino. Come in Germania e in Scandinavia, o si hanno amici astemi (non è così facile) o uno a turno non beve. Strana la vita, e anche come finisce, in uno speronamento tra navi di terraferma. Gli speronatori si salvano tutti, tutti gli speronati muoiono. Sono andato a vederlo, quel pezzo di strada. Nemmeno due camion riuscirebbero a speronarsi, due macchine sì. Non è giusto, ho pensato. Lo penso ancora, come uno dei Senzabrera che avrebbe amato sentirti raccontare le tue storie e il nostro sport, e non solo quello, a lungo e a lungo.
Ecco che sono passato al dialogo, mi viene naturale. Non hai idea di quelli che scrivono o semplicemente mi fermano per la strada e chiedono: ma Brera cos’ avrebbe detto di questo? E questo può essere tante cose: il Pallone d’ oro a Ronaldo, l’ albero di Natale o 4-3-2-1 del Milan, Pantani, il Chievo, la Lazio. Mi usano come un tavolino a tre gambe. Il bello è che anch’ io ogni tanto mi chiedo cos’ avresti detto di Buffon, o di Totti, o di Zidane, o degli ultimi mondiali.
Non andandoci, sicuro: già avevi schivato la Corea nell’ ’88, e Tokio ’64 ti era bastata. Ricordi? «Una giapponese di orrenda dolcezza istruiva allieve nell’arte di intingere fiori (mo seh) nella sabbia quarzosa d’ un riquadro. Kokorekè nikè, neh. Ciocciorekè minè, mah. Nennenne, correggeva la maestra. E al fiore secco da campanula vetrata aggiungeva la mimosa la querquedula la blastula la morula e so mare japanica».
Avresti chiamato Ronaldo abatone come già avevi fatto con Eusebio? Penso di sì, ma non posso giurarci. Invece giurerei che da tempo avresti scritto un pezzo (ne avevi facoltà) che cominciava così: «Egregi Signori del Calcio, ritengo opportuno segnalarVi che mi avete veramente rotto i coglioni».
Capello, il tuo Gran Bisiaco, l’ avresti difeso comunque. E avresti fatto bene: di tutti gli allenatori in attività, era l’unico al tuo funerale. Mi chiedo, ancora, come reagiresti a una critica, forse il termine è eccessivo, insomma a dei colleghi che battezzano come nuovo Riva, nuovo Pelé e nuovo Maradona il primo ragazzotto che indovina due colpi di fila. E a giornali, sportivi e no, che invocando le leggi di mercato di solo mercato fanno leggere, pagine e pagine, arrivi e partenze, il tutto reso più grottesco dal fatto che non c’è una lira, anzi un euro, ma nel caleidoscopio impazzito che è l’ informazione vale tutto e il contrario di tutto. La competenza, mon vieux, alle ortiche. Conta il volume, non nel senso del libro o della stazza.
Chi vosa pussée la vaca l’ è sua (Piero Mazzarella, giusto?). E trasportare il faccione su qualunque teleschermo. Te lo dico perché tu, da direttore della Gazzetta, avevi aperto le pagine (anche la prima, per essere precisi) a chiunque, sportivamente parlando, avesse una competenza specifica e un italiano decente. Più di 50 anni fa. Senti queste righe: «Entrato in surmenage, il pedatore si comporta come la scimmia che è in ciascuno di noi quando gli vengon meno i freni inibitori. Sul campo è istrione da fescennino e mattatore drammatico. Al primo colpo inizia le laudi della professione della madre di colui al quale appartiene il gomito o il piede che l’hanno colpito. Il dialogo è serrato e chiama in causa anche i compagni, l’ arbitro e gli avversari.
E quando è lui a commettere il fallo, e l’ arbitro lo ferma, subito alza le braccia al cielo, inarca le reni, sbuffa, spergiura. In un paese civile questi lazzi di provocazione verrebbero puniti con l’ espulsione immediata. In Italia sono scoppiati anche gli arbitri, e tutto fila».
Tutto fila, in questa direzione, molto più di prima, e questo ti è risparmiato. Tu (vent’ anni fa, venticinque?) t’indignavi, tu che nello sport esaltavi il vir, il combattente leale, fosse Rombo di Tuono o Pinna d’ oro, non so come ti ritroveresti a cantare le gesta di fighettoni montati che comunicano via Internet, che guadagnano quello che Di Stefano non s’è mai nemmeno sognato, che il sabato dicono che siamo una bella grande famiglia e com’ è giusto il turn over (credo che tu avresti coniato qualcosa, al posto di turn over) e la domenica vaffanculano l’ allenatore che li sostituisce a cinque minuti dalla fine. Nemmeno so, ma non importa poi tanto, come ti saresti ritrovato davanti a certi presidenti-padroni delle ferriere (o della melonera), ai morti e feriti da pallone, all’ Epo e al Gh, al dibattito su Recoba per il quale abatino sarebbe già un complimento.
A proposito di presidenti, certamente ti sarebbe piaciuto il giovane Campedelli, che ha un’ aria mammolona ma col calice davanti vale un paio di alpini. Non solo per questo. La prima volta che l’ho visto il Chievo andava bene, più o meno un anno fa, e tra le varie cose gli chiesi se avesse rimpianti. E pensavo mi rispondesse (come Rivera): quello di non essere mai stato giovane. Invece disse: uno solo, quello di non poter leggere un pezzo di Brera sul Chievo. L’ avrei abbracciato (ovviamente, non l’ ho fatto) perché era una risposta asciutta e consapevole, piena di nostalgia e di stima.
E poi perché l’ avevo già pensato io: come mi piacerebbe leggere un pezzo di Brera sul Chievo, come quelli scritti per la mirabellissima Atalanta, per il Cagliari, per il Verona di Osvaldo Schopenauer Bagnoli, per il Perugia di D’Attoma, per tutte le piccole grandissime squadre che riescono a infilare il loro bastone nelle ruote dorate, per le scarpe grosse e il cervello fino, per quelli che dal loggione arrivano alle prime file, per il riscatto dei poveri o dei meno ricchi, diciamola tutta. Anche Del Neri ti sarebbe piaciuto.
Non quello che continua a dire che il primo obiettivo è la salvezza, ma quello che ama parlare dopo l’ ora canonica, come Rocco, quando la luce delle lampade è azzurrata dal fumo e sul tavolo restano le briciole e qualche bottiglia, e si parla per il piacere di parlare, perché comunque c’è una passione condivisa, ‘sto porco pallone, e si sentono meno gli anni e i chilometri.
Forse ti piacerebbe anche Cuper e sull’ Inter sapresti tutto (senza scrivere tutto) perché Moratti te lo racconterebbe, per antica tradizione di famiglia, mentre a me non lo racconta. Sembra che stiano tornando di moda le ali, ed è grazie al Chievo. In compenso, Milano è piena di ristoranti giapponesi (cioccioreké miné). Dei tuoi amici osti è morto Franco Colombani, è morto Giuliano Metalli, è morto Alfredo Valli, ma prima ha fatto in tempo a mettere in menù un risotto dedicato a te (coi borlotti).
E adesso devo dirti una cosa. Io questo pezzo dei dieci anni ho cercato di schivarlo fino all’ultimo giorno, di dribblarlo come nemmeno Rocco Fotia. Perché credevo di aver detto tutto quello che c’ era da dire nel coccodrillo, e nei pezzi a un anno dalla tua morte, a due e a cinque, e in tutti quelli fatti sulle pagine di Milano, in nome e per conto dei Senzabrera.
Adesso l’Arena di Milano, a due passi da casa tua, è dedicata a te, con tanto di lapide, e mi sembra una bella cosa dopo tante figure di merda. Sì, una bella cosa. Hai anche una via a Soveria Mannelli, in Calabria, e una a Roma. Milano è molto cambiata, io direi in peggio ma molti direbbero in meglio. Non parliamo di politica, altrimenti dovrei informarti che l’Italia ha già partecipato a una guerra umanitaria e sta per partecipare a una guerra preventiva. O dovrei immaginare cosa pensi della devolution, tu che hai parlato di Padania prima di altri.
Ma già così l’abbiamo tirata per le lunghe. Il pezzo l’ho scritto perché al giornale hanno detto che dovevo scriverlo io, e un po’ di senso del dovere mi rimane (sarà l’eredità del padre carabiniere) anche quando non sono molto d’ accordo. Ma credo che sarà l’ ultimo. In questi giorni di rievocazione si discute sulla tua eredità professionale. Mi sembrano discorsi inutili. Non si misura la vastità di un lago dal numero degli emissari, né l’altezza di una sequoia dal numero di sequoiette che ha sfornato. E quindi nel nostro paesaggio professionale tu vali Ayers Rock, punto e basta. Averti letto e poi conosciuto è stata una fortuna e una ricchezza, averti perso un dolore. I ricordi pubblici sono faticosi, quasi imbarazzanti, preferisco ricordarti rileggendoti o bevendo un bicchiere di Barolo (scusa, ma ultimamente mi piace più del Barbaresco) o tossendo con la prima sigaretta del mattino. Per il resto, vale la promessa da Malta: continuerò a portarti in giro, ma selezionando i luoghi. L’ erba di San Siro ti farebbe smadonnare, il prossimo Tour promette bene.
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J. R. Ward nuove reclute
Siccome ho ufficialmente abbandonato, a malincuore, la serie Confraternita del pugnale nero, di J. R. Ward, perchè ormai si è allonatnata troppo dalle origini, secondo me. Non sto leggendo nemmeno il suo spin off, la Black dagger Legacy. Mi spiace diq uesto, ma ad un certo punto, una ragazza con una lista di libri deve dire basta a una serie se questa non la convince più. E io l’ho fatto.
Però in quanto blogger è comunque giusto che vi segnali le nuove uscite di questi libri urban fantasy perchè ce ne sono talmente pochi in italiano!
Perciò ecco i libri della Black dagger legacy:
1. Blood kiss
Pubblicato da Mondolibri - Euroclub in italiano
Sono passati due anni dagli assalti con cui i lesser hanno colpito l’aristocrazia dei vampiri di Caldwell e messo a dura prova la Confraternita. Ora l’ordine sembra ristabilito, ma in previsione di nuovi scontri Wrath e i Fratelli non vogliono farsi trovare impreparati. È tempo di selezionare una nuova classe di combattenti che protegga la razza e bisogna cominciare il prima possibile. Tra le reclute c’è Paradise, figlia di Abalone, il Primo Consigliere del Re dei vampiri, che, stanca di vivere sotto la campana di vetro dell’aristocrazia, ha deciso di mettersi alla prova. Un compito non facile, quando coloro che dovrebbero esserle amici si comportano come nemici e quando anche innamorarsi può diventare una questione di famiglia se coui di cui si innamora è un comune soldato e non un nobile come lei... In questo libro hanno ampio spazio anche i personaggi di Butch e Marissa.
2. Blood vow
Pubblicato da Mondolibri Euroclub in italiano
La Confraternita del Pugnale Nero continua ad addestrare nuove reclute per la battaglia mortale contro i Lesser. Tra di loro, Axe dimostra di essere un astuto e spietato combattente - ma anche un solitario a causa di una tragedia personale. Quando a una nobile vampira serve una guardia del corpo, Axe accetta il lavoro, tuttavia non è preparato all'attrazione animale che avvampa tra lui e chi ha giurato di proteggere. Per Elise, che ha perso il cugino in un omicidio raccapricciante, il fascino pericoloso di Axe è allettante e una possibile distrazione dal suo dolore. Ma mentre indagano sulla morte di suo cugino e il loro legame cresce in qualcosa di più forte, Axe teme che i segreti che nasconde e la sua coscienza tormentata li faranno a pezzi.
In questo libro hanno molto spazio anche i personaggi di Rhage e Mary.
Il terzo libro della serie, ancora inedito in italiano, sarà:
3.Blood Fury
Come vampiro appartanente all’aristocrazia, Peyton sa bene il suo dovere: unirsi a una femmina alrtattanto pura e della sua classe sociale e portare avanti il suo casato. Credeva che il suo futuro fosse già prefissato, ma poi, il destino ha messo sulla sua strada Novo, una delle poche reclute femmina della Confraternita del pugnale nero, e una con passato tutt’altro che facile, ecco che lui se ne innamora.
In questo libro molto spazio ha anche Saxton.
Questa serie spin off è tipo una serie urban fantasy -paranormal romance new adult, solo che invece di studenti universitari, abbiamo nuove leve della confraternita.
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I FUNERALI DI JUNIO VALERIO BORGHESE . Roma 02/09/1974 Il 27/08/1974 muore a Cadice il Comandante Junio Valerio Borghese. Con lui finisce un’epoca: l’Uomo che aveva rappresentato per noi giovani un riferimento certo, sicuro ed affidabile in un’epoca di pressappochismo, vigliaccheria e relativismo non c’è più. Il mito vivente, colui che aveva, per amore dell’Italia, rimesso in gioco la sua persona anche in età avanzata, che aveva combattuto eroicamente la guerra del mare sui barchini e sul sommergibile Scirè, che aveva violato i porti inglesi di Malta, Suda e Gibilterra, che aveva gloriosamente difeso le fabbriche italiane del nord dalla distruzione dei Tedeschi prima e degli americani poi, che aveva frenato la criminale avanzata dei partigiani titini nell’Istria, non poteva più rappresentare una speranza per il futuro. Ci sentivamo orfani! La notizia rimbalza in Italia con fragore, non ci vogliamo credere. I soliti provocatori iniziano a mettere in giro strane illazioni sul come è avvenuto il decesso: sono queste le ore in cui nascono le leggende metropolitane. La realtà è che non ci vogliono far sapere quando la salma arriverà in Italia per timore di incidenti, non vogliono concedere gli onori militari ad un’eroica medaglia d’oro, vogliono che tutto si svolga alla chetichella e senza i dovuti riconoscimenti. Il funerale viene fissato per il giorno 2 settembre senza nemmeno sapere se la salma sarà disponibile. Il giorno 1 settembre veniamo a sapere che il feretro è rientrato, che il rito funebre sarà officiato nella Basilica di Santa Maria Maggiore all’interno della cappella privata della famiglia Borghese, che non vi saranno gli onori militari dovuti per legge, che gli unici eventi di contorno saranno la lettura della preghiera del marinaio da parte dell’ammiraglio Birindelli e i tre fischi da parte di un nostromo. Il 2 settembre la piazza antistante la Basilica di Santa Maria Maggiore è presidiata massicciamente dalle Forze dell’ordine. Sin dalla sera precedente cecchini forniti di giubbotti antiproiettile sono piazzati sui tetti di tutti i palazzi nei dintorni. Blindati e mezzi cingolati stazionano nelle vicinanze. Nonostante il silenzio stampa, la mancanza di informazioni e questo schieramento preventivo e dissuasivo, nella piazza e nella Basilica arrivano a migliaia da tutta Italia i cittadini, richiamati dal “tam tam” d’ambiente, per l’ultimo saluto al Comandante. Chi ha sperato che fosse una cerimonia sottotono rimane deluso: la folla è tanta e la tensione pure. Il risentimento che aleggia nella Chiesa e nella piazza cresce sempre più man mano che si apprendono le assurde prese di posizione del Prefetto e del Governo: il Comandante fa paura anche da morto. Controllati, squadrati, presi di mira dai cecchini ci sentiamo di essere privati del nostro sacrosanto diritto di onorare un nostro morto: il migliore di tutti noi. Il rito può essere seguito da poche centinaia di persone perché la Cappella laterale è troppo piccola, la bara non c’è, il prete officiante non cita una volta il Comandante, nessuno fa riferimento alle sue leggendarie gesta, che dovrebbero essere di esempio e riferimento per gli Italiani tutti. Niente di tutto quello che speravamo! Alla fine prende la parola l’amm. Birindelli, ma anche lui, ligio agli ordini ricevuti, legge solo la preghiera del marinaio. Concludono la cerimonia i tre fischi del nostromo. Delusione, frustrazione, rabbia sono i sentimenti che si percepiscono nella folla. Un vecchio combattente della RSI inizia ad intonare la preghiera del legionario, con voce sommessa e commossa la gente lo segue: “ Iddio che accendi ogni fiamma e fermi ogni cuore, rinnova ogni giorno la passione mia per l’Italia.” La folla si accalca per accedere nella cripta sotterranea dove giace il Comandante. “Rendimi sempre più degno dei nostri morti affinchè loro stessi i più forti rispondano ai vivi: presente.” Lo spazio è angusto, il percorso è lungo e disagiato, pieno di scalette che scendono in basso.”Quando il futuro soldato mi marcia accanto nei ranghi, fa che io senta battere il suo cuore fedele” La ressa è tanta, la fila lunghissima, le persone più anziane iniziano a sentirsi male. “Quando passano i gagliardetti e le bandiere che tutti i volti si riconoscano in quello della Patria.” Devono intervenire medici e paramedici ; beffa si aggiunge a beffa. “La Patria che noi faremo più grande portando ognuno la sua pietra al cantiere.” La situazione si fa insostenibile, la misura è colma. “O Signore, fa della tua croce l’insegna che precede il labaro della mia legione” Decidiamo di intervenire. “E salva l’Italia, l’Italia del Duce sempre e nell’ora di nostra bella morte.” Insieme ad altri sei militanti di Avangurdia Nazionale mi faccio largo tra la folla, scendiamo verso la cripta. Sergio, il più mingherlino fra noi, arriva per primo all’altezza della chiostrina che precede l’ultima scaletta prima della bara del Comandante; la folla rumoreggia, il malessere e la rabbia aumentano. Le guardie che controllano la discesa nella cripta cercano di chiudere il cancello. Non c’è tempo da perdere, dobbiamo impedirlo, ma la folla ci rende difficile proseguire celermente. Stiamo sulla scalinata che immette nella chiostrina, io e Carmelo afferriamo “gnappetta”, la nostra mascotte, e lo lanciamo letteralmente sul cancello. Il nostro militante mette le mani sullo stipite della porta e resiste ai pugni, calci e morsi che le guardie gli rifilano per fargli mollare la presa e poter così chiudere il cancello, finchè giungiamo noi, cacciamo le guardie e ci chiudiamo all’interno. Ora siamo al buio, in sei , solo delle luci votive illuminano la scena: la bara del Comandante è adagiata spoglia su un basamento. La strada percorsa per arrivare non si può percorrere nuovamente perché fuori gli agenti sono aumentati, il cancello è chiuso e c’è troppa gente. Decidiamo di procedere attraverso uno stretto ed oscuro cunicolo sulla destra, quindi solleviamo il feretro e ci addentriamo nello stretto budello: il peso è notevole e lo spazio talmente angusto che non possiamo tenere la bara sulle spalle perché la testa non passa. In alcuni tratti addirittura son le mani che corrono il rischio di rimanere stritolate. Dopo varie contorsioni e funamboliche manovre ci arrestiamo davanti ad un portoncino. Lo apriamo ed usciamo all’esterno. Siamo in cima alla scalinata di Santa Maria Maggiore, dalla parte opposta, in Piazza Esquilino. Siamo stanchi ed anche preoccupati: la piazza è deserta, la folla è tutta nella Basilica e nella piazza dall’altra parte. Basta una carica di qualche “solerte” funzionario o tenente e la bara con dentro il Comandante può finire per terra. Iniziamo la discesa e giriamo sulla destra per raggiungere la parte anteriore di Santa Maria Maggiore. Da alcuni autobus di linea che passano si iniziano a sentire le prime grida di sostegno ed a vedere i primi saluti romani. Dalla piazza qualcuno ci vede, ci vengono incontro i nostri, qualcuno ci dà il cambio. Inizia a formarsi un corteo; mando a chiamare Sandro Saccucci, perché si metta alla testa; mi sembra giusto dato che è stato in prigione con l’accusa di aver partecipato al cosiddetto “golpe Borghese”. Quando giungiamo sulla piazza la folla esulta: inni, cori, grida, saluti. L’eccitazione è alle stelle. I carabinieri non sanno che fare: devono caricare? Ma si tratta sempre di un corteo funebre. Devono lasciar perdere? Ma hanno il divieto di far fare cose diverse da una semplice ed anonima messa. Nella loro indecisione riusciamo ad arrivare davanti alla Basilica in zona extraterritoriale dove non potrebbero intervenire. Il portone è chiuso, vorrebbero farci entrare da una porticina laterale: non lo riteniamo dignitoso per il Comandante. Il corteo si ferma andiamo a prelevare il prete che ha le chiavi, oppone un po’ di resistenza, ma alla fine lo convinciamo, ci consegna le chiavi che gli saranno restituite, ed apriamo il portone centrale. La folla che è ancora accalcata nella grande Basilica non capisce, perché non sa ancora nulla, anche se ascolta le grida ed il trambusto all’esterno. Forse proprio per questo non è ancora uscita. Quando si apre il portale centrale ed entra il feretro un boato rimbomba nelle volte della grande Chiesa. Tutti capiscono al volo. L’emozione mista ad eccitazione assale tutti. Le spoglie del Comandante vengono adagiate nella navata centrale davanti all’altare maggiore. Qualcuno mette sulla bara un gagliardetto della X ed una bandiera di Avanguardia Nazionale. Il figlio Livio fa un’appassionata commemorazione del padre con voce stentorea: sono le parole che tutti volevamo sentire, sono la vita, le opere e le azioni che hanno fatto grande il Comandante, che gli hanno fatto avere la medaglia d’oro in vita e la stima dei nemici, anche degli Inglesi, cui ha arrecato tanti danni e tanti lutti. Lo spostiamo sempre a braccia nella cappella Borghese; qui si schiera un drappello di uomini di Avanguardia con le braccia conserte; attorno si pongono i figli per ricevere le condoglianze dei numerosi amici, parenti, ma soprattutto seguaci ed ammiratori del padre. Mi chiedono di stare al loro fianco per ricevere anch’io il ringraziamento da parte di tutti per aver reso possibile l’omaggio al padre. Finalmente abbiamo onorato il Comandante e spero che tutto questo gli abbia fatto piacere. Il 12 settembre su tutti i quotidiani di Roma esce un necrologio:” Livio Giuseppe ed Andrea Scirè, figli di Junio Valerio Borghese, Medaglia d’Oro al Valor Militare e Comandante la X flottiglia Mas, desiderano che giunga un ringraziamento particolare ai giovani che con la loro coraggiosa indisciplina hanno inteso condannare l’ingiustizia e la codardia di alcuni ed hanno dimostrato la gratitudine del Popolo Italiano verso Chi sempre si è battuto per l’Onore d’Italia.”
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La Strada della Misericordia.
La Strada della Misericordia.
Le risorse legislative, disciplinari e dottrinali della strada della felicità si ergono, in tutte le cose, sulla base morale, a incominciare dalla buona condotta e dell’etica con Allah l’Elevatissimo, e questo vale anche con la condotta della persona con se stesso, con i compagni, i parenti e i vicini. Con il nemico e il combattente, con gli animali e gli oggetti, persino con gli alberi e le piante. E tale condotta comprende anche l’etica nel parlare, nelle azioni, nei cuori e nell’apprendimento. L’Elevatissimo dice riguardo uno dei principi della buona etica nel parlare:
{83 E quando stringemmo il patto con i Figli di Israele [dicemmo]: “Non adorerete altri che Allah, vi comporterete bene con i genitori, i parenti, gli orfani e i poveri; userete buone parole con la gente, assolverete all’orazione e pagherete la decima!”. Ma dopo di ciò avete voltato le spalle, a parte qualcuno tra voi, e vi siete sottratti}. [Al-Baqara (La Giovenca):83]
https://www.path-2-happiness.com/it/le-morlita-nellislam
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Una bella storia che voglio condividere con voi pervenutami da un mio ex collega .
La commovente storia di Albino, tratta dal bellissimo libro di Vincenzo Di Michele, "Animali in guerra vittime innocenti".
Albino fu assegnato da puledro al 3° Reggimento Savoia Cavalleria a Milano tra le due guerre mondiali, presumibilmente nel 1936. Aveva allora quattro anni e si era già fatto notare tra i suoi compagni di scuderia, arrivando primo in molte gare. Stando a Milano forse credeva che tutti gli uomini fossero buoni come i soldati del suo squadrone o come il giovane sottufficiale, al quale era stato assegnato: il sergente maggiore Giuseppe Fantini. Albino era felice: la biada era fresca e abbondante, frequenti le galoppate e sempre pulita la paglia del suo giaciglio.
Ma un giorno scoppiò la seconda guerra mondiale, il "Savoia Cavalleria" partì in Russia, e Albino seguì il suo reggimento e il suo amico Fantini. Tutto adesso era cambiato per lui, ma si sentiva orgoglioso di dividere con i soldati i pericoli dei combattimenti. Siamo nell'estate del 1942, nella steppa del Don, il reggimento era dislocato a difesa di quota 213.5, una piccola sommità in mezzo a una vasta pianura, piena di girasoli verso il Don. All'alba del 24 agosto, il comando del reggimento, capì che i russi approfittando dell'alta vegetazione, erano a meno di un chilometro, quindi vicinissimi, e in procinto di accerchiarli.
Il comandante del "Savoia", Gen. Alessandro Bettoni Cazzago, allora non perde tempo e ordinò al comandante del 2° squadrone (quello di Albino) Francesco De Leone di attaccare il nemico. Albino si trovò in mezzo alle grida incitanti dei soldati e agli squilli di tromba "della carica".
Con le orecchie diritte, fremente, si lanciò con il suo cavaliere contro il nemico. Era la carica di Isbuscenskij, la più gloriosa carica della cavalleria italiana. Le cariche si succedettero ininterrottamente per buona parte della giornata e Albino continuò a galoppare insieme agli altri cavalli, anche se a un certo punto si accorse di non avere più in sella il suo amico Fantini, colpito da una raffica di mitragliatrice nemica.
Fu una grande vittoria! Seicentocinquanta cavalieri avevano combattuto e ricacciato indietro, duemila siberiani. Le nostre perdite ammontarono a 32 morti (3 ufficiali), 52 feriti (5 ufficiali) e più di 100 cavalli fuori combattimento. I russi avevano lasciato sul campo 150 morti, 300 feriti, 500 prigionieri, 4 cannoni, 10 mortai, 50 mitragliatrici e centinaia di fucili.
Tra i prigionieri c'era un intero comando di battaglione e anche alcuni plotoni di mongoli, interamente equipaggiati con uniformi italiane preda di una precedente nostra sconfitta. Che fine aveva fatto Albino? Alla fine della giornata, quando si ricomposero i corpi dei nostri soldati, si riconobbe il corpo del sergente maggiore Fantini, ma di Albino nemmeno l'ombra.
Solo dopo due giorni, Albino fu avvistato, mentre zoppicando, tornava al suo reggimento. Povero Albino, non era più l'Albino che era partito pieno di forze dal campo due giorni prima. Stava rientrando dai suoi compagni - proprio mentre il reggimento stava ritirandosi su posizioni più sicure - con una profonda ferita in una zampa dalla quale usciva ancora sangue e inoltre era privo di uno dei suoi mitissimi occhi, il sinistro.
La guerra di Russia era oramai giunta al suo epilogo e Albino sebbene gravemente ferito partecipa alla ritirata e riesce a giungere in Italia con i superstiti del "Savoia". Con la baraonda dell'otto settembre del 1943, di Albino si perde ogni traccia. Finisce la guerra e il reggimento "Savoia Cavalleria" si ricostituisce a Milano e torna nella sua sede di via Vincenzo Monti.
Un giorno del 1946, il reggimento per una cerimonia, si trova a Somma Lombardo con la propria fanfara. In quel piccolo paese, per lo più di contadini, si riunisce una piccola folla per vedere sfilare gli squadroni, quando da una strada adiacente a quella da dove sta transitando il reggimento, si sentono grida, urla, nitriti e un gran baccano. Un cavallo, forse imbizzarrito, legato a un carretto pieno di verdura, si dimenava tra la folla correndo all'impazzata verso la sfilata dei reparti.
Quel giorno, il comandante dello squadrone a cavallo del "Savoia" era il capitano De Leone, il quale capisce subito che il galoppo forsennato di "quel ronzino" non poteva essere casuale, ma aveva qualche cosa di familiare. Fa fermare la marcia del reggimento e raggiunge il cavallo che nel frattempo di era calmato arrivando vicino ai soldati. Da una sommaria ispezione non potevano esserci dubbi. Era lui, proprio Albino, il quale alle note della fanfara aveva riconosciuto il suo reggimento.
Il cavallo era scheletrico, il pelo a chiazze, ma il capitano De Leone vede il ciuffo candido a stella in mezzo alla fronte, il suo modo di piegare la testa dalla parte dell'occhio cieco, come per un'istintiva difesa. Con un'emozione indicibile, De Leone allora gli solleva lo zoccolo destro e con grande gioia riconosce il marchio del reggimento. Albino viene quindi subito riscattato e rientra al suo reggimento, dove gli viene costruita una casetta con sopra il suo nome e una fotografia del sergente maggiore Fantini.
Perché nessuno potesse dimenticarsene, scrissero anche per lui, in prima persona, l'intera storia a grandi lettere nere sulla parete imbiancata a calce, firmandola con il disegno del suo zoccolo destro seguito dai titoli di benemerenza: "Mutilato, Ferito e Reduce di Russia". La storia di Albino intanto viene a conoscenza anche del Ministro della Difesa che ne perora la causa in Parlamento, affinché gli fosse concessa una pensione a vita (l'unica finora concessa a un animale) e ospitato quale mascotte del reggimento.
Negli ultimi anni della sua vita, Albino ha avuto nella sua casetta un altro compagno: l'asinello Mariolino che gli ha fatto compagnia fino alla morte. Da quando Albino tornò al suo reggimento e la sua storia fu di dominio pubblico, ricevette molte visite di scolaresche e di semplici cittadini che volevano vedere l'eroico quadrupede reduce della Campagna di Russia.
Albino partecipò sempre alle sfilate del reggimento, finché le sue zampe lo permisero, poi dopo tanti anni di servizio alla Patria morì il 21 ottobre 1960 e fu imbalsamato e collocato prima al museo dell'Arma di Cavalleria di Pinerolo (TO), quindi trasferito nel museo reggimentale di Grosseto, dove si trova ancora quale preziosa reliquia di un mondo scomparso e simbolo di una fede patriottica che anche un cavallo seppe dimostrare.
Questo il testo esposto su pergamena collocata vicino alla corpo imbalsamato del valoroso cavallo:
Ringrazio il Reggimento “Gorizia Cavalleria 3°” per avermi concesso di trascorrere la vecchiaia nella scuderia del mio Colonnello Bettoni, comandante ad Isbuscenskij, ed auguro “bonnes nuovelles” al Reggimento, allo Stendardo ed ai suoi cavalli corazzati. occhio cieco conserva luminosa l’immagine del glorioso stendardo, la mia gamba lancina per la ferita da guerra: orgoglio di combattente, le mie orecchie odono sempre la tromba del Caricat ed il grido incitatore degli squadroni al galoppo verso la morte, la gloria e la vittoria, la mia groppa porta ancora la sella affardellata ed in arcione è sempre Fantini, il sergente maggiore che colpito a morte tenne la punta della sciabola verso il nemico in fuga, la mia memoria vive del ricordo di tutti gli eroici Cavalieri che nella leggendaria carica di Isbuscenskij scrissero col sangue la più bella la più gloriosa pagina di Storia della cavalleria di tutto il mondo. Albino - Mutilato, ferito e reduce dalla Russia.”
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Ma non è mai stato serio? Non è come giocare? C'è un rischio indiscutibile, ma piuttosto si rischia di mitigare il rischio di diverse soluzioni - la diffusione su base personalizzata di alcuni dei diversi vettori che possiedi, spendendo le aziende con un unico basso cambiamento di prezzo, di gran lunga dal possedere solo azioni e inoltre aggiungendo altre gruppi di investimento. Alcune ragazze ipotizzano, semplicemente la maggior parte delle persone non stanno mai cercando di Golden Goose Scarpe Outlet iutarvi a diventare ricchi velocemente, i clienti si scambiano per il momento a lungo termine, esattamente quale è la strada più sicura per investire. Quanto più riposi investito, tanto più Scarpe Golden Goose stremamente dovrebbe essere probabilmente si renderà beni con questi investimenti. Se hai trascorso la notte investita nell'incidente del 2008, l'accordo sul mercato è salito dell'80% da questo basso anchorman. Imparare come creare campagne di affiliazione è sempre complicato nel caso in cui riceverai la tua formazione da un potente consulente esperto. È anche non solo costoso da investire quando tale corso specifico. Ognuna delle nostre cose più singolari potrebbe essere quella di operare a breve termine mentre (in bianco) è spesso essenziale per otto settimane e probabilmente sarebbe nata la tua operazione e capita di guadagnare gradualmente ogni giorno lavorativo. Probabilmente non ci sono tasse mensili o costi annuali associati con questo fornitore. La formazione e il supporto tecnico considerati come forniti sono considerati di prim'ordine rispetto ad altri programmi software. Vedete come promuovete il vostro business attraverso prodotti gratuiti come brevi articoli di marketing, annunci di addebito, craigslist, ecc. visto anche per il motivo che i piani pagati come pay pay per click o annunci classificati per portare un traffico individuale. Se il tuo desiderio è quello di venire ad essere finanziariamente libero e di fare ciò che vuoi, quando qualcuno vuole, dove vuoi, con l'individuo che vuoi davvero gestire un buon debito giornaliero non sta iniziando a crearti su quello punto lì. Gli amministratori delle tue strutture pubbliche conoscono il punteggio. Gli individui sono adeguatamente consapevoli di chi sembra che i beneficiari dei diplomi universitari in possesso di GPA e gli specifici punteggi dei test creditizi abbiano una mediamente ridotta rispetto ad altri programmi di laurea. Molti sono completamente i 'migliori e più brillanti', ma coinvolgono. queste sono perfettamente le eccezioni di cui dimostrano la regola. Istruttori ed educatori sono un po 'più propensi ad assicurarsi di essere ricercatori mediocri coinvolti nella sicurezza ma anche di essere in un ambiente non minaccioso, in particolare rispetto agli shaker e ai ritiri volontari, al fine di rischiare davvero incredibilmente molto per soddisfare molte cose. Guarda le tue sneakers ggdb. Non sorvegliare mai il cellula uovo come nostro regalo. Il nostro team si è trasformato in una necessità di modifiche che a loro piace molto di più degli ospiti. Potrebbe essere spesso scherzato, a dire il vero, di solito sei solo bravo finchè sei finalmente arrivato. Quindi è l'ultimo più importante quindi mentire. Forse non siamo quella raccolta di tutte le opzioni che tutti fanno, qualche vendita che facciamo, o quell'obiettivo che viene conquistato. Tu sei il regalo Tu sei la sneakers ggdb. L'intero uovo è in realtà solo una sorta di ultimo lavoro che hai presentato. Golden Goose Outlet otrei anche essere un po 'più giù dalla nostra timeline, sfortunatamente sembrava che ci fossero circa 2 o 5 anni di difficoltà in giro e offline, facendo anche un buon paio di soldi qui. I nostri risparmi si stavano riducendo e in realtà era una sezione dei momenti più spaventosi in cui il mio partner e io pensavamo di produrre. Tuttavia un giorno, il mio partner biz mi spiega che è il motivo per cui si è connesso a causa di questo combattente che ha completato una ricchezza online. La nostra azienda si dirige finalmente al suo ufficio, è stata questa buona tecnologia a smorzare i sogni attraverso una sala di sistema oltre alla connessione Internet in fibra ottica. Questo oggetto era importante. QUESTO è spesso il posto dove il nostro team desiderava essere nel mercato. Gli effetti personali non erano quasi identici dopo quella prima conoscenza.
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NetherRealm Studios porta su Nintendo Switch fatality e sangue a go go grazie al tanto atteso Mortal Kombat 11, nuovo capitolo della storica saga creata da Ed Boon.
Sviluppatore e programmatore statunitense, Ed Boon è riuscito a creare ormai 27 anni fa (insieme a John Tobias) uno dei picchiaduro più influenti, crudi e completi dell’intero panorama videoludico. A pubblicare i primi Mortal Kombat fu la storica e compianta Midway Games, onore passato poi alla recente Warner Bros. Games dal 2011 e, fortunatamente, senza perdere quella estrosità combattiva che ne contraddistingue la serie.
Mortal Kombat 11 è il seguito diretto di Mortal Kombat X infatti le vicende narrate nella modalità Storia si svolgono appena dopo quelle del capitolo precedente. La Storia di gioco, proprio come per i precedenti episodi, è divisa in capitoli (12) suddivisi a sua volta da 4 combattimenti. La trama vera e propria strizza l’occhio a quella in Injustice, giocato e molto apprezzato su Nintendo Wii U, in cui i personaggi principali incappavano in un’interferenza temporale. I personaggi delle due linee temporali avrebbero così stretto alleanza con l’intento di portare tutto alla normalità. A grandi linee, e spiegata molto brevemente, il concetto di trama in Mortal Kombat 11 è più o meno lo stesso.
Bene o male questo a noi non importa molto, giocare la modalità Storia in solitario è comunque un piacere. Questa modalità può far da apripista ai novelli videogiocatori, così facendo faranno “amicizia” con i personaggi storici del franchise oltre che a capire il significato di “giocare a Mortal Kombat”.
Abbiamo avviato per la prima volta Mortal Kombat 11 in modalità portatile trovando le icone delle quattro modalità principali del menu leggermente sfocate. Inserendo la console in dock, la sensazione di sfocatura scompare. Gran parte del menu è occupato dalla modalità Konquista, Kombatti, Personalizza e Palestra. In basso a destra troviamo il Negozio dove acquistare, tramite Kristalli Temporali e soldi veri, skin e oggetti vari. Disponibile anche la sezione dedicata all’eShop dove troverete i DLC e i pacchetti di Kristalli da acquistare.
La parte bassa sinistra dello schermo è invece dedicata alla Kombat Kard, ovvero un recap completo del nostro profilo MK con le sfide quotidiane, le notifiche e le statistiche di gioco. Da notare, al centro basso del menu, l’azione veloce per la ricerca locale di una seconda console per battaglie in wireless istantanee.
La modalità Konquista è, senza alcun dubbio, la più ricca di MK 11. Qui troviamo la già sopracitata Storia, le modalità Torri (direttamente da Mortal Kombat X) del Tempo e Torri Klassiche, e l’esordio della modalità Krypta. Quest’ultima è, inizialmente, interessante e vede un combattente senza nome (in pratica, un tizio preso per strada..) esplorare liberamente l’isola di Shan Tsung, scenario dello storico e indimenticabile primo Mortal Kombat, il tutto in terza persona. WOW. Si, peccato che il fine principale di questa modalità è quello di scovare quanti più kollezionabili potete aprendo forzieri in cambio di valuta. Sperimentare questa nuova veste di Mortal Kombat è molto interessante ma ci saremo aspettati qualcosa di più intenso da un MK in terza persona. Niente nemici da uccidere, solo forzieri da aprire (con valuta per trovare poi altra valuta al suo interno.. ) e qualche puzzle.
Le modalità Torri le conosciamo già: nelle Torri del Tempo troverete le classiche sfide di abilità e combattimento arcade mentre terminando le sfide delle Torri Klassiche sbloccherete i finali di tutti i personaggi.
Potrete anche personalizzare o creare da zero (sulla base di uno dei tanti combattenti disponibili) il vostro personaggio preferito, scegliendo la sua attrezzatura dalla maschera alle armi, senza dimenticarvi delle sue abilità.
Nella Palestra di Mortal Kombat 11 potrete imparare tutto sul combattimento di gioco svolgendo lezioni di base e avanzate del Tutorial o allenarvi ad eseguire le Fatality.
La modalità Kombatti è quella da usare non appena arriverà a casa il vostro amico fidato con cui avete intrapreso mirabolanti battaglie. In Locale potrete sfidare gli amici o il computer mentre in Online potrete sfidare il mondo intero, ma sarà dura però. Ottima e praticamente priva di difetti la modalità multiplayer. Stabile, fluida e ben realizzata. Nintendo Switch Online necessario per giocare, ah, funziona anche la chat su smartphone.
Insomma, i contenuti di gioco davvero non mancano, vi assicuriamo che provando tutte le modalità passerete ore e ore di gioco visto che soltanto la Storia dura dalle 8 alle 9 ore.
Dopo aver scelto uno dei 20 circa personaggi di gioco, ben alternati da vecchie conoscenze e interessanti esordienti, iniziamo finalmente a giocare. Naturalmente, ogni personaggio ha il suo tipo di combattimento, così come la sua entrata ad effetto.
Se la grafica ci sembra, in alcuni punti, un po’ sfocata e di bassa qualità, la giocabilità è a dir poco perfetta. I combattenti se le danno come se non ci fosse un domani, avanzando e arretrando sul “ring” come se fosse una battaglia di scherma. Ogni personaggio ha a disposizione 2 tipi di pugni e 2 tipi di calci. Ogni botta può essere trasformata in combo utilizzando la croce direzionale o il pad analogico. Qui, notiamo che alcune combo sono state semplificate: niente più azioni impossibili da eseguire. Ma se vogliamo complicarci la vita abbiamo comunque una vasta scelta di opzioni per aumentare la difficoltà di esecuzione di una combo.
Raiden o Scorpion che sia potrà agguantare il suo sfidante con una delle tre prese disponibili, infilzare il cranio del malcapitato su una roccia tramite interazione con oggetti scenici e, naturalmente, Fatality e Brutality a go go. Il massacro non è mai abbastanza, infatti è stata aggiunto allo show il Fatal Blow, una specie di super mossa con cutscene utilizzabile quando la propria vita è bassa. Novanta secondi di lotta e vittoria al meglio di 2.
Tutte queste azioni girano su Nintendo Switch sempre a 60 frame-per-seconds, sia in portatile che in TV, con una risoluzione fissa a 1080×720 in dock (in portatile oscilla tra i 960×540 e i 854×480, ma la giocabilità non ne risente). Il gioco è anche compatibile con il rumble HD della console. Dopo i lavori di PanicButton (DOOM, Wolfenstein 2 e Warframe) e il recente Hellblade, non possiamo che apprezzare il lavoro svolto da NetherRealm Studios e da Shiver Entertainment sperando che i prossimi port third party siano tutti sulla stella lunghezza d’onda, questa.
Mortal Kombat 11 è un treno inarrestabile di violenza e sangue, di combattimenti brutali ben studiati, con vagoni e vagoni pieni di contenuti da scoprire e giocare per mettere alla prova le vostre abilità. Il picchiaduro di NetherRealm Studios vince e convince anche su Nintendo Switch e va a collocarsi in cima alla classifica di questo splendido e storico genere videoludico.
Mortal Kombat 11 è già disponibile in versione digitale sul Nintendo Switch eShop dal 23 aprile 2019 al prezzo di € 69.99 per la bellezza di 22.5 GB di spazio disponibile su console o microSD. Peccato che per l’edizione fisica si dovrà attendere il 9 maggio 2019 (che necessiterà comunque di un notevole spazio per una patch D1). Il gioco è compatibile con il Pro Controller e con il Cloud dei dati di salvataggio. Localizzato (testi e audio) in italiano.
Disponibile su eShop anche il Kombat Pack al prezzo di € 39.99 che da accesso ai 13 futuri DLC previsti.
Pro:
Giocabilità perfetta
Gameplay unico
Tantissimi contenuti
Caricamenti veloci anche in portatile
Tanti personaggi e stages
Fatal Blow, Fatality e Brutality non sono mai abbastanza
Combattenti dettagliati..
Contro:
..ma scenari un po’ sfocati
Grafica generale in portatile
La versione digitale del gioco occupa poco meno dei 32 GB della console
Pad analogico non perfetto per le combo
Link utili:
Sito web Mortal Kombat 11
Scheda gioco su Nintendo.it
Mortal Kombat 11 – Recensione NetherRealm Studios porta su Nintendo Switch fatality e sangue a go go grazie al tanto atteso…
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Al mattino non intendo che bruciate solo qualcuno che usa queste scelte. Voglio verificare il modo in cui stai per aiutare forse a salvare la tua ultima organizzazione fin dalla chiusura abbassata e generare una eccellente offerta di moneta una volta maggiore. L'ascesa di Manny Pacquiao per te alla fama è stata nella nostra lotta contro l'opposizione a Marcos Antonio Barrera, anche lui ha eliminato una nuova leggenda messicana nella nostra undicesima della loro prima gara unica. La futura Lounge of Famer di Barrera ha avuto tre guerre positive attraverso un'altra leggenda messicana al futuro Space of Famer Erik Morales. Barerra trovato nelle ore del loro scontro su Pacquiao sembrava non essere l'arrivo di tre guerre, ma che era anche ben prima che il suo punteggio più alto fosse ogni pugile a 60 combattimenti tra professionisti sotto la cintura di perdita di peso fino alla fine finalmente che un po ' . 60 litigi nello sport dei tempi moderni sono considerati un numero abbastanza lungo, tuttavia, se una parte delle dimensioni dei suoi combattimenti è già stata a Sud rispetto a quella precedente. Barrera era già pronto e poi pronto sulla strada per essere preso da Golden Goose Alte Uomo Saldi uesto combattente che incombeva sul suo picco, che inizialmente offriva il primo posto in assoluto fino a quel momento. Questo account è utilizzato in precedenza per avviare attività, investimenti, fondi comuni, CD, azioni immobiliari. Non investiamo mai i tuoi soldi WBA. Affatto. MAI!!! Tutti si sono imbattuti nelle sneakers ggdb. Qualcosa hanno fatto i trainer ggdb? (spazio) Golden Prole! Puoi Scarpe Golden Goose Alte Donna Saldi Online assare ancora le uova, non demolire mai la tua oca. C'è un'ampia area aperta per la crescita, ma i conducenti DEI hanno effettivamente finito le competizioni nel 2009. Junior e di conseguenza Truex Jr. ha avuto undici guasti al motore e un numero di incidenti al loro interno come parte del '07. All'inizio della loro stagione insieme alla condivisione di auto con Rich Childress Racing, i cinque proprietari dell'equipaggio avevano solo tre motori coperti, uno per il surriscaldamento, e un incidente prima di Dover. Smith, uno dei tre driver positivi DEI ha ereditato l'anno di lavoro della fusione Ginn Racing, ha completamente terminato ogni gara nella stagione da principiante di una persona, ma ha ancora una volta spezzato la top 11 specifica. I negozi delle aree commerciali sono diventati l'uomo che lavora offre grandi operatori immobiliari. Quelli gestivano i centri commerciali più importanti. Ha fatto il loro patto con loro. In precedenza copriva i principali punti vendita vuoti con cartelli e li aiutava ad agguantare quel negozio pieno più rapidamente. Poi raccomandano un ragazzo ai tuoi nuovi proprietari di negozi al dettaglio che sono venuti qui. Così, o altrimenti, di Scarpe Golden Goose Alte Saldi endere un cartello qua e là nei negozi, ora il tuo ragazzo ottiene quasi tutti i negozi come un cliente importante il 2 ogni volta che si svuota Inoltre, ogni volta che può avere un proprietario del negozio affiliazione negozio incredibile. E, in cima a questo, molti di questi negozi sono franchising, quindi è diventato referente di altri negozi in città che solitamente si trovano in una stessa organizzazione. In realtà, sembra avere un premio scontato per il solito autista del negozio che gli stabilisce una buona referenza solida con la quale viene distribuito ad altri negozi. Ora buona parte, come sicuramente aiutate. Non è necessaria alcuna pagina del cyberspazio, nessuna pagina di vendita delle merci necessaria, nessuna pagina di distribuzione necessaria, nessuna gratitudine per il sito web necessaria, praticamente nessuna pop-up o annullamento sotto l'area necessaria, basta seguire e-mail sveglie, nessun supporto prodotto, no supporto per gli acquirenti. Nessuna preoccupazione di consegna e per e dopo. Tra l'altro, dopo aver visto la complessità legata alla consegna dei prodotti, a non menzionare con successo la possibilità di fare l'utente finale al primo posto, qualcuno può vedere i nostri vantaggi per assicurarsi che si affiliazione web marketing con assolutamente sito web? Nonostante abbiano decisamente le loro zampe piene, ogni persona ha un compito semplice e concentrato. Ulteriore mercato e persino vendere Pillola X. Mentre invece di tutte le piccole imprese possono spendere per perdere i clienti, qualsiasi verità è che mentre il cliente è di solito giusto, non tutti i potenziali consumatori sono redditizi. E due dei bisogni primari più importanti per prepararsi ad essere in affari sono nel servire il nostro cliente e guadagnare profitti.
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Il film racconta il lungo e impegnativo percorso di crescita un combattente di strada che si ritrova ad allenarsi per partecipare ad un torneo e vendicare la morte di un amico. Sullo sfondo una città controllata dalle bande in cui ognuno deve difendere la propria vita. Il giovane Mike Moller scrive, dirige e interpreta un film acclamato anche dal regista e dall’interprete di Undisputed 2 e 3,..
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Kresley Cole
Come molti di voi già sanno Leggereditore editore, dopo aver pubblicato Lara Adrian ha pubblicato e sta a tutt'oggi pubblicando Kresley Cole, e la sua serie intitolata Immortals after dark. Una lunghissima serie paranormal romance che però non è stata interrotta. Applauso prego Sito dell'autrice: http://www.kresleycole.com/ Personalmente non amo questa serie e non la seguo, ma ogni serie urban fantasy e paranormal romance che viene pubblicata in Italia, va comunque spinta. Ognuno ha gusti diversi e io parlo solo per me, per quanto mi riguarda dopo i primi due libri ho smesso di leggerla perchè proprio non mi piaceva. La trovavo banale e non amo molto i libri che fanno riferimento alle leggende nordiche, perchè trovo tolgano realismo alla trama. Ma vediamo di cosa parlano i libri. Da un lato abbiamo una sorellanza, donne dotate di poteri soprannaturali, leggendarie valkyrie, che hanno delle missioni da portare a termine e che amano eliminare mostri come vampiri, licantropi ed altro….Anche se alcune di loro sono per metà vampiro o sidhe o altro…. Dall'altro lato abbiamo uomini affascinati anch'essi dotati di poteri soprannaturali, licantropi o vampiri o altro, che entrano in contatto (spesso si scontrano) con le suddette sorelle, e si innamorano di una di loro. Da qui nasce passione, poi conflitto, breve lotta e poi lieto fine. Questo, in breve, è ciò che accade nei libri di questa serie. Se dovessi fare un paragone con altre serie lo farei certamente con Cheyenne McCray, infatti la trama risulta in secondo piano rispetto alla storia d'amore.
Detto questo perché ho deciso di parlarvi di nuovo di questa serie proprio oggi? Perché in concomitanza con l'uscita in Italia del nuovo libro il n.17, La seduzione dell'ombra, Leggereditore ha organizzato una interessante promozione che vi potrebbe permettere di acquistare anche i libri precedenti a solo 1,99 in ebook.
La serie Immortals after dark è formata fino ad ora da ben 18 libri e diverse storie brevi, in Italia siamo quasi alla pari con l'America! questi i libri disponibili in italiano:
1. Dark forever
Nikolai Wroth, un antico signore della guerra ora divenuto vampiro, è alla ricerca della sposa che lo accompagni per l'eternità e che lo faccia diventare invincibile. La sua natura lo rende più debole di un comune vampiro, e per recuperare le sue forze deve trovare una donna che si leghi a lui. Non è il sentimento a tracciare le sue mosse, almeno fino a quando il suo cuore ricomincia a battere, senza preavviso... Myst è conosciuta come la valchiria più affascinante al mondo, ed è allo stesso tempo una spietata guerriera e una seduttrice senza rivali. Per cinque lunghi anni cerca di sfuggirgli, fino a quando Wroth le ruba il prezioso gioiello al quale è profondamente legata, ribaltando le regole del gioco. Ora è la pericolosa valchiria a essere soggiogata dal vampiro. Mentre il gioiello è fra le sue mani, Wroth potrà indurla a fare qualsiasi cosa...
2. Dark love
Titolo originale: A hunger like no other Trama:
Dopo aver sopportato anni di torture inflitte dai vampiri, Lachlain MacRieve, capo del clan dei lykae, è furioso quando scopre che la compagna che aspetta da millenni e che gli è destinata è in realtà un'esile ed eterea creatura, metà valchiria e metà vampiro. Porta il nome di Emma e anche lei ha un passato tormentato alle spalle; nel momento in cui Lachlain la reclama come Compagna è costretta ad abbandonare la ricerca della verità sulla morte dei genitori per seguirlo nel suo antico castello in Scozia. Laggiù, il timore che la giovane prova per il popolo dei lykae e per la loro fama di oscuri amanti comincia ad affievolirsi, mentre lui porta avanti un lento e perverso gioco di seduzione. Il suo unico scopo è quello di soddisfare i desideri nascosti che lei non ha mai osato rivelare. E quando un antico dolore tornerà dal passato di Emma, il profondo desiderio che li unisce rischierà di mettere in ginocchio perfino un valoroso combattente come Lachlain e risveglierà in lei uno spirito guerriero mai sopito.
3. Dark pleasure Sebastian è stato trasformato in vampiro contro la sua volontà, solo e disperato per secoli, finchè un giorno una bellissima donna, metà valkirya e metà sidhe, arriva per ucidero, risvegliando invece la sua voglia di vivere e di amare. La donna in questione è Kaderin, che distrutta dal dolore per la perdita di due sorelle, è stata toccata dai sidhe e ora vive senza emozioni, un cuore di giacchio è nel suo petto, almeno finchè non incontra Sebastian.
4. Dark passion Bowen è un licantropo che vive in un mondo senza emozioni da quando la sua compagna predestinata è stta brutalmente uccisa. Vive solo nelle tenebre, ma tutto cambia quando una bellissima donna arriva per ucciderlo, e risveglia in lui desideri sopiti. La donna è Mariketa, una valkirya che però è temporaneamente senza poteri….
5. Dark night Nèomi divenne un fantasma la notte in cui la uccisero e da allora infesta la sua amata dimora. Finchè un vampiro non viene rinchiuso dentro di essa perchè ritenuto troppo pericoloso dai suoi stessi compagni e Conrad può vedere Nèomi….
6. Dark Desire Cadeon è un demone che deve redimersi, poi incontra Holly, che è stta cresciuta come un umana quando in realtà è una mezzademone…….
7. Dark dream Per secoli Rydstrom, ex re dei Demoni Rage ha lottato per riconquistare il suo trono, senza mai arrendersi, almeno finchè non viene intrappolato nell'antro di Sabine, maga delle illusioni, ingaggiata per sedurlo….
8. Dark whisper
Intoccabile... La vita di Murdoch Wroth, vampiro bello e spregiudicato, è destinata a cambiare per sempre. Il suo cuore ha ripreso a battere, conquistato dalla bellezza di un'affascinante Valchiria. Ma la loro unione non sarà priva di ostacoli, perché una terribile maledizione pende sulla donna, e se Wroth osasse anche solo sfiorarla, le infliggerebbe terribili sofferenze. Ad attenderli però c'è la giusta ricompensa: un'onda di passione travolgente, come il sentimento che li attrae inesorabile. Riusciranno, insieme, a trovare la strada per farsi avvolgere dal bruciante desiderio che arde tra di loro? Per sempre la mia tentazione... L'amore può letteralmente trasformare Aleaha Love: basta il contatto con la pelle di un'altra persona perché lei cambi aspetto e assuma qualsiasi identità. Durante la sua ultima trasformazione, ha svolto una missione per catturare un gruppo di guerrieri ultraterreni, ma è stata presa da Breean, un comandante pericoloso e seducente. Per la prima volta, Aleaha vorrebbe solo essere sé stessa... anche se questo significa trasformarsi da cacciatrice a preda.
9. Dark Prince (Pleasure of a Dark Prince)
Lucia riesce a fuggire dalla grotta in cui la tenevano prigioniera. E di nuovo libera, adesso, ma in fin di vita per le atroci torture subite da Cruach, un dio malvagio che era stato segregato con lei. Aiutata da sua sorella, arriva al cospetto di Skathi, la dea della caccia, che in cambio della sua castità la salverà e le donerà i poteri da arciera. Mille anni dopo Lucia farà l'incontro che le cambierà la vita: quello con Garreth MacRieve, un licantropo brutale e determinato che nasconde un oscuro segreto.
10. Dark Demon (Demon from the Dark)
Un demone pericoloso a cui lei non può resistere. Una strega crudele che lo fa impazzire. Malkom sta per perdere il controllo... a causa di quegli occhi verdi che deve proteggere. Malkom Slaine è tormentato da un passato sordido e doloroso e dalla fame: la sua esistenza non è stata che un lungo incubo. Lei si chiama Carrow Graie e sa nascondere bene la sua natura di strega, almeno finché non incontra un guerriero che ha bisogno di essere salvato e non si ritrova intrappolata con lui in una prigione. Per proteggere la vita di Carrow, Malkom dovrà fare i conti con il proprio essere a metà tra demone e vampiro. Anche se il prezzo da pagare potrebbe risultare molto alto: perdere la donna di cui desidera ardentemente il corpo e l'anima, l'unica che gli abbia mai toccato il cuore.
11. Dark Warrior (Dreams of a Dark Warrior)
Assassinato prima di poter sposare Regin la Radiosa, il signore della guerra Aidan il Fiero cerca la sua amata attraverso l'eternità. Rinasce ogni volta con una nuova identità, ignaro delle sue vite passate e condannato a morire nel momento in cui le ricorda. Quando Regin incontra Declan Chase, un feroce soldato irlandese, riconosce in lui la reincarnazione del suo signore. Ma Declan la fa sua prigioniera per vendicarsi degli immortali, inconsapevole di appartenere al loro stesso mondo. Per salvarsi Regin dovrebbe ricordargli chi è veramente, anche se questo significherebbe perdere per l'ennesima volta l'unico uomo che abbia mai amato... Può il desiderio dell'altro essere più forte della morte?
12. Lothaire (Lothaire)
Guidato dalla sua insaziabile sete di vendetta, Lothaire, il vampiro più spietato del Lore, trama per conquistare la corona dell'Orda in cambio dell'anima della sua nuova e incantevole prigioniera, Elizabeth Peirce. La vita di Ellie è stata un vero inferno, anche prima che una creatura malvagia come lui la rapisse sottraendola al braccio della morte. Anche se Lothaire ha in mente di sacrificarla, il vampiro sembra desiderare il suo tocco, la circonda di lusso e di piacere sensuale. Per cercare di salvare la sua anima, Elizabeth decide di arrendersi con il proprio corpo, e nel frattempo giura a se stessa di non cedere anche con il proprio cuore. Ma è molto più difficile di quanto pensi.
13. Il richiamo dell’ombra (Serie nella serie, The Dacians #1)
Trehan Daciano, conosciuto come il Principe delle Ombre, ha trascorso la vita a servire il suo popolo, eliminando nel silenzio della notte ogni minaccia che potesse colpirlo. Vampiro della stirpe segreta dei Daci, il freddo assassino non ha mai desiderato nulla per sé stesso, fino a quando non ha incontrato Bettina. La sua mano sarà il premio di un torneo in cui i suoi corteggiatori si sfideranno in cruenti duelli. Ma anche se Trehan dovesse uscirne vincitore e reclamare il corpo di Bettina, questo non basterebbe. La vera battaglia per il suo cuore deve ancora cominciare, e scatenare i suoi desideri più selvaggi potrebbe spaventare la giovane sposa. Oppure portarla al colmo della passione...
14. MacRieve (MacRieve)
Uilleam MacRieve credeva di aver sepolto per sempre i fantasmi della sua infanzia, ma quando una tortura brutale gli fa rivivere quell'antica agonia, l'orgoglioso scozzese comincia a bramare l'oblio della morte. Finché non incontra lei, un'umana piena di vitalità e coraggio, che lo salva dall'abisso nel quale stava precipitando. Venduta come schiava, Chloe Todd viene offerta alle creature del buio ed è sicura che non sopravvivrà alla notte. Finché non la rivendica un malvagio immortale, che però ha negli occhi uno sguardo straziante e possiede un tocco che la fa bruciare di desiderio. Ma si può amare e temere qualcuno allo stesso modo? E riuscirà MacRieve a salvarla da sé stesso?
15. Dark Skye (Dark Skye)
Nonostante siano passati secoli da quando ha perso l'unica donna che abbia mai desiderato, Thronos, principe di Skye Hall, sa che il tempo non potrà mai lenire l'eterno bisogno di lei. Il desiderio di ritrovarla diventa un'ossessione, capace di distrarlo pericolosamente dalle vicende politiche del suo clan, i vrekener. Lei è Lanthe, una potente maga che ora sembra aver perso il controllo delle sue abilità. Nonostante tenti di negarlo, soprattutto a sé stessa, non ha mai dimenticato Thronos, l'angelo caduto che l'ha protetta fino alla notte in cui la violenza ha preso il sopravvento... Da quel momento, tutto è cambiato. Le rispettive famiglie si sono dichiarate un'eterna guerra, e Thronos e Lanthe sono diventati nemici giurati. Ma sotto le braci del legame che li ha uniti in passato continua ad ardere la passione, una passione più forte dell'odio, che forse può scacciare anche i dubbi più cupi.
16. Dark heart (Sweet Ruin)
Orfana ed emarginata, Josephine è cresciuta senza poter conoscere la sua vera natura. I poteri che solo lei possiede la rendono qualcosa di diverso da ogni altro essere, ma chi è lei veramente? Suo fratello minore Thaddeus, al contrario, è un essere perfetto, e lei ha giurato di difenderlo a ogni costo. Così, quando il piccolo viene rapito, Josephine parte alla sua ricerca in un'avventura proibitiva, che la esporrà a enormi pericoli ma che forse, alla fine, le permetterà di scoprire chi è realmente. La sua strada incrocerà quella del letale Rune, essere soprannaturale inviato sulla Terra per uccidere la più antica Valchiria vivente. Per Rune, che non conosce il fallimento né come assassino né come amante, l'incontro con Josephine sarà sconvolgente e lo trascinerà in un vortice di doloroso piacere, fino a comprometterne i segreti più profondi... Riusciranno Rune e Josephine a compiere il destino per cui sono nati?
17. La seduzione dell'ombra, (serie nella serie,The Dacians #2)
Il principe Mirceo Daciano e Caspion il Cacciatore battono le strade di Dacia, ubriachi e alla ricerca dei piaceri della carne. Dopo aver adescato uno stuolo di ninfe, per impressionarle il demone e il vampiro si baciano per scommessa. Una volta interrotto il bacio si ritrovano soli... e tremanti. Hanno solo immaginato quella chimica esplosiva? Gli ostacoli, che vanno da una condanna a morte all'esilio, minacciano di distruggere la loro vita... e la fugace promessa contenuta in quel bacio.
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17 NOV 2019 13:11
ARCHEO - I RICORDI (AL VETRIOLO) DI ANTONELLO FALQUI: “MIKE BONGIORNO ERA BRAVO MA ARIDO CON LE DONNE. RASCEL ERA PERFIDO: QUANDO SBAGLIAVA, DAVA LA COLPA AGLI ALTRI. CON NUREYEV VENIMMO QUASI ALLE MANI. ERA LEGGIADRO, MA AVEVA UN CULONE E DETESTAVA ESSERE RIPRESO DA DIETRO - QUANDO GUARDO LA TV DI OGGI MI INCAZZO. GLI AUTORI SONO PATETICI. I REGISTI NON SANNO NEANCHE DA DOVE SI COMINCI. MINA ODIAVA ANCHE ROMA. SOSTENEVA CHE I ROMANI FOSSERO VILLANI. BERLUSCONI, CON MEDIASET, HA INVOLGARITO TUTTO E LA TV DI ANTONIO RICCI È DOZZINALE. QUANDO LO BOCCIAI ALL'ESAME DA PRESENTATORE, BAUDO PARLAVA SICILIANO STRETTO, ERA CAFONE E VOLGARE”…
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Condivido in pieno: Nella sua tv c'è un paradosso. Nasce a Milano, nella culla della moda, ed è provinciale.
Malcom Pagani per il "Fatto quotidiano" del 13 aprile 2014
I coltelli d'avorio sono chiusi nella teca: "Una mania di mio padre che li collezionava" perché le armi sono una tentazione: "Non bisognerebbe mai custodirle in casa" e rimandano sempre un sinistro riflesso: "Il regista Enzo Trapani, un caro amico, teneva in bella vista sulla parete le sue pistole. Un giorno più triste di altri ne prese una e si sparò".
A 88 anni, le memorie di chi inventò i varietà televisivi più moderni del ‘900 italiano sfumano in controluce. Dietro tende, libri e velluti, oltre un portone solido come la stretta di mano che concede indifferente al bastone, Antonello Falqui ha smesso di fare i conti con l'età: "Invecchiare disturba, ma avendo iniziato a riflettere sul senso della fine già un quarto di secolo fa, non mi farò sorprendere. Quando lavoravo non lasciavo molto spazio all'esitazione. Allora ero giovane, deciso e con le idee molto chiare. Oggi molto meno. Non mi ricordo i cognomi, i dubbi sono aumentati e i confini tra il bene e il male restano confusissimi".
Seduto su una poltrona, con le Muratti sul tavolo: "Ne fumo 15 pacchetti alla settimana" e una consapevole, impressionante somiglianza con Aldo Grasso: "Me l'hanno detto, non hanno torto", Falqui ritrova le costellazioni del suo passato solo a tarda notte. Quando: "La robaccia che propongono in tv evapora" e alle ore più improbabili, nel silenzio, sugli schermi clandestini dei canali tematici passano buchi neri e asteroidi, meteore, stelle e frammenti di Canzonissima, Studio Uno e Milleluci: "Le trasmettono di nascosto, alle 3 di mattina e li capisco.
Era un'altra tv. Un'altra civiltà. Un'altra cultura. Non vogliono avere raffronti". Pausa: "Altrimenti la gente penserebbe ‘ma si sono rincoglioniti?'". Pianeti lontani, figli di una Rai in cui lavoravano Flaiano e La Capria: "Come i suoi coetanei, Dudù venne via da Napoli perché lì non si può fare niente. La città è magnifica, ma in sincerità, che si combina a Napoli? A sud amano esagerare. Mettono al mondo 10 figli, poi la vettovaglia scarseggia e alla fine si trovano male. La filosofia è generosa, non troppo meditata".
A Roma: "Peggiorata, imbarbarita, ancora bellissima", in una famiglia "con qualche ristrettezza economica", da unico erede di sua madre "Alberta, casalinga e di Enrico, critico letterario" Falqui ha sempre abitato. "Se si esclude un lampo milanese all'inizio dei '50, non l'ho mai lasciata. Con i miei abitavo in Via Giulia, di fronte a Ponte Sisto. All'inizio di quei portici, vivevano Carlo e Mario Verdone, mio insegnante al Centro Sperimentale di Cinematografia. Era un uomo sapiente e buonissimo, promuoveva tutti".
Promosse anche lei.
Iniziai nel cinema. Aiuto regista di Curzio Malaparte e poi di Anton Giulio Majano nel primo orrendo film da attore di Mastroianni. Marcello era meraviglioso. Simpatico. Nelle pause ci raccontavamo l'infanzia.
Come arrivò in televisione?
Sandro Pugliese, il direttore dei programmi della Rai di allora, era molto amico di mio padre. Si lamentava: "Ho solo verbosa gente di teatro qui. Teorici e parolai. Non c'è nessuno che curi l'immagine". Non me lo feci ripetere e corsi a Milano per sperimentare. Firmai da regista la prima trasmissione in assoluto della tv di Stato. Si intitolava "Arrivi e partenze". L'esordio di Bongiorno. Mike intervistava personaggi celebri in partenza.
Era il gennaio del 1954.
Bongiorno nel mestiere era bravo, ma un po' arido con le donne. Non le trattava bene. Stava con un'attrice, Flora Lillo. Andavamo a sciare al Sestriere. Lui partiva per conto suo e la abbandonava nella baita, tristissima.
Che televisione era quella dell'epoca?
Non volevo alfabetizzare il Paese come il maestro Manzi, ma solo intrattenerlo con grazia ed eleganza. Così provai a trasformare la tv e spostai in quel contenitore il teatro di rivista, già declinante all'inizio degli anni '50. L'avanspettacolo lo conoscevo bene. Facevo sega a scuola per andare a vedere Rascel al Bernini. Era fantastico. Evadeva dalla classica corrente del comico. Accostava arditamente, osava, rischiava. Poi certo, come tutti i bassi e i brutti, era cattivo.
I bassi e i brutti sono cattivi?
Non è determinismo, è la verità. Prenda Brunetta, non è forse cattivissimo? Rascel, cresciuto nei teatrini felliniani, sui palchi della Barafonda in cui il pubblico era indisciplinato e se non gradiva il numero ti tirava addosso un gatto morto, era proprio perfido. Quando sbagliava, dava la colpa agli altri. Una volta con Garinei e Giovannini dimenticò la parte e invece di scusarsi se la prese con l'uomo che azionava le luci: "O lui o me" gridava.
A lei capitava di litigare?
Raramente. Con Nureyev però, faccia a faccia, venimmo quasi alle mani. Era leggiadro, ma aveva un culo molto grosso e detestava essere ripreso da dietro. Gli spiegai che seguire un ballerino che volteggia senza immortalare le terga era impossibile, ma quando si rivide, perse la testa, si incazzò e gettò un cappuccino caldo sul monitor. I cameraman commentarono ad alta voce: "Anvedi questo". Poi si avvicinarono truci. Lo volevano ammazzare. Io anche.
Lei aveva fama di decisionista.
Ero duretto, ma sapevo farmi voler bene. Ai miei tempi l'autore non entrava in studio. Che mettesse becco sulla scaletta poi, era impensabile. Mi occupavo di tutto. Scene, costumi, testi. Quando guardo la tv di oggi mi incazzo. Gli autori sono patetici. I registi non sanno neanche da dove si cominci. Fanno solo stacchi, per lo più sbagliati.
Lei con Mina non si sbagliò.
La conobbi per la prima volta nel Musichiere condotto da Riva. Un capitolo era dedicato agli urlatori. Lei e Celentano uscivano dalle ombre di un Juke-Box. Capii che c'era un talento insuperabile, una strada fantastica da percorrere insieme. Nessuno è stato o sarà mai più come lei.
Fu difficile incanalare il lampo?
La rassicuravo. Mina odiava il pubblico e la routine. Quando andava alla Bussola doveva passare attraverso un corridoio. Ai lati, due file gonfie di assalitori che la toccavano e allungavano le mani. In realtà odiava anche Roma. Sosteneva che i romani fossero villani e un po' aveva anche ragione. I paparazzi prendevano i numeri di targa, ci seguivano, rompevano le palle. All'epoca della nostra storia d'amore ci costrinsero a emigrare.
Mina non amava l'aereo.
In viaggio eravamo felici. Se ne fregava. Andammo in Jamaica. Da New York a Montego Bay. Poi, sbarcando da un volo minuscolo, atterrammo sulla punta estrema dell'isola. Al Frenchman's Hotel credevamo di essere soli. Ci fecero firmare il registro degli ospiti. Leggemmo il nome di 10 conoscenti. Eravamo affranti: "Non si può stare in pace neanche qui".
Ha amato molto in vita sua?
Ero un infedele, un convinto libertino, mia moglie ne ha passate di tutti i colori. Noi libertini ci riconoscevamo alla prima occhiata, eravamo quasi una setta, con i De Sica ci capivamo al volo. Il lavoro non mi aiutava a dimostrarmi retto. Si creavano situazioni imbarazzanti. Ai 2.000 metri del rifugio di Passo Pordoi, in una baita che è la metà della stanza in cui conversiamo adesso, io e Letizia Della Rovere, fedifraghi, pensavamo di essere al riparo. Entrammo e ci sorprese Pino Calvi, il maestro di musica: "Signori qual buon vento vi porta fino a qui?".
Anche Mina è stata un tuono. Finita la tempesta già non c'era più.
Ritirarsi a 35 anni, sulla soglia della maturità, al comparire della prima ruga per conservarsi bella fino all'ultimo istante, mi è sempre sembrato un peccato di vanità. Lo hanno fatto solo lei e Greta Garbo. Non ci sentiamo da 25 anni, siamo due timidi e forse non sapremmo neanche cosa dirci. Ma è meglio così. È bellissimo proteggere il ricordo delle persone amate. Riscoprirlo immutato. Mai avuto una discussione con lei. Uno screzio. Si fidava. Si faceva servire.
Si favoleggiò sulla sua rivalità con Raffaella Carrà.
Menzogne. Erano amiche. Mina metteva a proprio agio chiunque. La Carrà comunque è la donna più determinata che abbia mai visto. Una combattente mostruosa. In Milleluci, Mina era una diva senza pari, ma Raffaella riusciva ad avere lo stesso gradimento. Provava fino all'alba, era animata dal fuoco sacro. Alla prova dei fatti, non sbagliava una virgola.
Prima di Milleluci, ci fu Studio Uno, eredità di una trasvolata americana.
Mi nutrii del know-how americano, ma loro ricambiarono le attenzioni. Studio Uno era settimanale. A New York erano stupiti. Per fare una cosa del genere impiegavano un anno. Intuii che per creare straniamento bisognava rinunciare alle scenografie, immaginare uno studio vuoto in cui il fondale combaciasse con il movimento, esprimersi in un altro modo disegnando un'oasi di bianco che con gli attori vestiti di nero producesse un contrasto. Mettere luci e microfoni in scena. Con Garinei e Giovannini discutemmo. Venivano dalla rivista, dal Rugantino, da un'accozzaglia di scene, dai colori forti. Si guardavano intorno e non capivano: "Ma è vuoto".
Fatica e costi esorbitanti?
Balle. Le leggende fanno il loro corso, ma non hanno senso. Allo spettacolo lavoravamo 6 giorni alla settimana. La domenica era libera e le spese erano poco più alte della media. La differenza era nella qualità. Quando Mina canta la sigla della rubrica "È l'uomo per me" sull'aria della sua canzone, tra i pretendenti ci sono Mastroianni, Cervi e Gassman. Una cosa seria.
Con Gassman eravate in buoni rapporti?
Dopo Randone, era il più grande attore italiano di sempre. Aveva avuto 5 mogli, denaro, plauso critico e successo, ma era afflitto da preoccupazioni minime: "Non sono più come una volta, sto perdendo la memoria e decade anche il fisico". La chiamava depressione, ma io non riuscivo a spiegarmela con razionalità. Una sera per convincerlo che si trattava di sciocchezze tenemmo aperto un ristorante fino alle 5: "Tutti possono essere depressi tranne te" arringavo. "Sei alto, bello, intelligente. Andiamo, Vittorio mio, tu dalla vita hai ricevuto tutti i doni".
Le molte mogli erano anche il sintomo di un'inquietudine profonda?
Vittorio, almeno in parte, somigliava a Bruno Cortona, il suo personaggio del Sorpasso. Era duro e istintivo, ma buono. Mai come Chiari. Un pezzo di pane morto senza una lira perché i soldi preferiva darli agli altri. Non aveva alcun senso del denaro, Walter. Era un prìncipe. Una persona che sapeva conquistare Ava Gardner e rialzarsi dopo una caduta. Quando venne coinvolto in un'infondata storia di cocaina con Lelio Luttazzi, ne uscì benissimo. A Lelio, per dire, quella vicenda rovinò completamente l'esistenza. Non lo aiutò nessuno. Una vergogna.
Censure dell'età democristiana?
Neanche mezza. Ettore Bernabei, il più grande dirigente della tv pubblica di sempre, probabilmente l'unico, era un vero signore. Parco, sobrio, discreto. Mai una parola su calze a rete, gemelle Kessler, ospiti o sketch. E sì che Bernabei era un democristiano sfegatato.
Lei lavorò anche per Filiberto Guala, amministratore delegato della Rai del ‘54. L'uomo che si presentò con un limpido piano: "Chi sono io? Un moderno crociato chiamato a lottare per il sepolcro della pubblica coscienza e venuto a cacciare pederasti e comunisti".
Uno che a differenza di Bernabei mi i rompeva i coglioni su tutto. Dal Can-can alle luci peccaminose. Si è fatto frate, si immagini la testa che doveva avere. Mi divertivo con altre persone. Con Marchesi, Villaggio, Dino Risi e Fellini, giocavamo sempre al varietà della vita. Ce la godevamo. Quando veniva a trovarmi Federico erano subito mangiate surreali. Lui era sublime. Bugiardo come la peste. Glielo dice anche la Magnani in Roma: "A Federì, va a dormì". Lui le chiede se può farle una domanda e lei rapida: "No, nun me fido".
Fellini era amico di Andreotti. Lei si è mai interessato di politica?
Molto più oggi di ieri. Sono sempre stato socialista, mai votato Pci. Renzi mi sembra volenteroso, ma non so se potrà mantenere quel che ha promesso. Ha molti ostacoli. Grillo era meglio come attore. La politica della distruzione non mi affascina. Lei scrive per il Fatto?
Sì.
Per caso è comunista? Glielo chiedo per curiosità. Il mio rinnovato interesse per la politica prende il via dagli anni '90, dall'avvento di Berlusconi. Il suo arrivo ha radicalizzato i piani. In politica e in tv. Quarant'anni fa, la tv viaggiava in prima classe . Ora è diventata triviale. Berlusconi, con quella Mediaset lì, ha involgarito tutto.
L'ha mai conosciuto?
Per portarmi a Milano mi tenne a colloquio per 3 giorni in un palazzo a due passi dalla Rai. Entravo di nascosto e lo trovavo, preparatissimo, dall'altra parte del tavolo. Aveva studiato programmi, testi e persino inquadrature. Voleva gli spiegassi la tv.
Che impressione le fece?
Era un fenomeno nell'eloquio e aveva certamente un estro non comune. A parlare non lo fregava nessuno e d'altronde, se non avesse avuto talento non sarebbe mai arrivato a fare le puttanate che ha fatto. Detto questo, non avevo nessuna voglia di finire sotto padroncino perché la Rai ha molti difetti, ma almeno il padroncino non ce l'ha. Ha i Cda emanati dalla politica che sono un male, ma un male minore. Così rifiutai un miliardo di lire all'anno per tre stagioni. Era l'83. Berlusconi, incredulo, mi invitò a riflettere: "Porti l'assegno in bianco in Rai e veda cosa le dicono".
Lei lo portò?
Sissignore. Andai da Emanuele Milano, il direttore di Rai1 e lui sbiancò. Si mise le mani nei capelli. Balbettò: "No, aspetta, ora vediamo, adesso risolviamo, ti prometto che cambiamo il contratto". In effetti lo migliorarono, senza però sfiorare neanche lontanamente le cifre di Berlusconi. Nella sua tv c'è un paradosso. Nasce a Milano, nella culla della moda, ed è provinciale. Nel '60 in tv andava Gazzelloni. Oggi vanno le Veline.
Guardi che Antonio Ricci si arrabbia.
Mi dispiace, ma la sua tv è dozzinale e volgare. Non mi piace. Come, esclusa forse Non è la Rai, che almeno aveva l'idea delle ragazzine, non mi piace neanche la tv di Boncompagni. Non si può elevare il nulla a massimo sistema. Il nulla è solo il nulla. È vuoto.
Potrebbero ribattere che la sua è una visione filtrata dagli anni. Una visione che confligge con gli ascolti.
E io risponderei che non c'è prova che alla gente piaccia veramente quella robaccia come giurano i santoni di una certa dialettica molto in voga. Dicono: "Il pubblico vuole questo", ma è una bugia. Solo un espediente per scusarsi e giustificarsi. Il pubblico vuole altro. Basta darglielo. Ma il pubblico va anche allevato, quasi educato. Se gli dai l'immondizia si avvilisce. Si abbrutisce.
Perché ha smesso di lavorare per la tv relativamente presto?
Non c'erano più i miei dirigenti e non c'era più la mia Rai. Quella in cui per varcare il profilo del Cavallo si veniva sottoposti a un esame difficilissimo ed era richiesto il sapere. Oggi dominano incompetenza, cooptazioni politiche e raccomandati. Purtroppo si vede. Ed è un peccato. Sa cosa è stata la tv per gli italiani?
Cosa è stata?
Una manna. Un aiuto dal cielo. Li ha resi svelti, gli ha insegnato a leggere e a scrivere, gli ha aperto le teste. Ora gliele sta richiudendo.
Se le chiedessero aiuto per una nuova tv?
Li lascerei nel loro brodo. Non esistono più le categorie, è saltato tutto e io non sono un presenzialista come Freccero. Metto l'idea per farmela massacrare? No, l'idea non la metto. Lei mi chiede come si può pensare a una nuova forma televisiva, ma forse dovrebbe chiedersi prima con quali figure potrebbe nascere. Rifare la tv di ieri nel 2014 sarebbe impossibile. L'unico con cui, se gravemente minacciato, potrei pensare di collaborare è Fiorello.
Lo apprezza?
È il solo che si avvicini al nostro modello. A Walter Chiari. In più sa anche cantare. Purtroppo gli dipingono attorno durate eccessive. Il varietà dovrebbe durare un'ora, al massimo 75 minuti. Oltre si sbrodola. Si annoia e ci si annoia. In un'ora ci sono 40 idee. Ma in due ore e mezza, può star tranquillo, non ce ne saranno mai cento.
E di Fabio Fazio? Per qualcuno è il nuovo Baudo. Lei all'esame bocciò il presentatore.
Fazio non mi dispiace, quel che fa lo fa discretamente. Baudo racconta sempre l'episodio della sua bocciatura con la pretesa di ironizzare. Dice: "La lungimiranza di Falqui, figuratevi, mi respinse". Rivendico la scelta. Lo bocciai perché non bisogna pensare al Baudo di oggi. Parlava siciliano stretto, era cafone e volgare, nulla a che vedere con quello di oggi.
I rapporti tra voi?
Con Baudo non ho mai lavorato. Lui non si capacitava: "Hai lavorato con tutti e non con me" e io, calmissimo, senza emozione: "Perché io e te non abbiamo nulla da dirci".
Se pensa a domani?
Ci penso con la serenità di chi ha condotto un'esistenza felice. Cammino poco e presto compirò 90 anni. Ma ho fatto il lavoro che sognavo e ho tenuto più di 20 milioni di italiani di fronte a una tv che mi permette di guardarmi ancora in faccia. Poi vado ancora al cinema. Ho visto il film di Sorrentino. Bellissime immagini per carità, ma non le è sembrato un po' astruso?
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