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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l'autore prescelto è Herman Melville e l'opera "Billy Budd".
Billy Budd fu ritrovato e pubblicato postumo nel 1924 e può essere interpretato come una metafora della natura, poiché essendo egli "radicalmente buono" non può integrarsi nella società umana (considerata cattiva e corrotta) e di conseguenza di fronte all'ingiustizia Billy non può parlare, ma solo agire, proprio come la natura che è muta. Melville, come nelle altre sue "sea stories", ci porta su una nave della marina inglese in un luogo imprecisato del Mediterraneo, nell'estate del 1797 durante la guerra tra l’Inghilterra e la Francia napoleonica. La vicenda si svolge alcuni mesi dopo il Grande Ammutinamento del Nore, cui sono seguiti durissimi provvedimenti e il timore per atti di ribellione simili si aggira come uno spettro su ogni nave della flotta reale inglese, anche in seguito agli arruolamenti forzati cui la marina è costretta a ricorrere per cercare di resistere nella guerra in corso.
Billy Budd, il bel marinaio ventunenne protagonista della vicenda, è stato a sua volta obbligato a lasciare il mercantile sul quale prestava servizio per diventare gabbiere di parrocchetto sulla nave di Vere, serio e valoroso comandante attento alla disciplina, riservato e dall'indole sognatrice. Un uomo poco incline al cameratismo forse, ma onesto e giusto, che come il resto dell’equipaggio prende fin da subito in simpatia il buon Billy, trovatello analfabeta che nulla sa del suo passato se non di essere stato lasciato ancora in fasce in un cesto foderato di seta appeso alla porta di un brav'uomo di Bristol che lo ha allevato come un figlio. Le nobili origini traspaiono dal contegno e da quella finezza di lineamenti che ne fanno il “bel marinaio”, giovane e innocente, la cui perfezione è rotta solo da un lieve difetto di balbuzie che lo coglie nei momenti di tensione.
Billy, proprio per il buon carattere e la sua serietà, finisce per suscitare l’invidia di un membro della nave, il perfido sottufficiale John Claggart: maestro d’armi di aspetto gradevole ma di quella bellezza velata da un’indole malvagia, misterioso, ossequioso nei riguardi dei superiori, fa del bel marinaio oggetto di attenzione particolare nei suoi compiti di garante della disciplina. Billy, semplice e ingenuo, inizialmente non crede alle parole amichevoli di chi lo vuol mettere in guardia dall'invidia di Claggart ma presto il caso e la malizia del sottufficiale conducono il giovane marinaio verso la rovina. Quando, ingiustamente accusato di ammutinamento, Billy reagirà violentemente in un folle avventato gesto, questa sarà la causa ultima della tragica caduta. Mentre il capitano Vere è straziato dal dilemma sulla sorte di Billy, il marinaio va incontro al proprio destino forte della sua integrità morale, preservando fino all'ultimo l’innocenza e la bontà del suo cuore.
Nel tratteggiare il carattere del protagonista, Melville regala al lettore un personaggio molto interessante che dimostra una notevole complessità psicologica pur nello spazio del romanzo breve. Il punto focale della vicenda e della tragica caduta di Billy non è l’accusa di ammutinamento, presto liquidata, ma il folle gesto da lui compiuto: quando il giovane, incapace di rispondere a parole alle accuse, colpisce a morte il suo antagonista sarà proprio questa azione ad essergli fatale. In tempi come questi e secondo un integerrimo capitano quale Vere è, la mancanza di rispetto della disciplina e dei superiori deve essere punita duramente, anche se a farne le spese è un’anima pura come Billy.
E nell'universo biblico-simbolico di Melville, Vere diviene al tempo stesso Dio che sacrifica il Figlio prediletto per salvare l’umanità (quello stesso figlio che aveva mandato tra gli uomini affinché la sua anima innocente fosse luce in quegli anni oscuri, allo stesso modo di Billy) ma anche Abramo pronto ad immolare Isacco. Sicuro della necessità di punire con la morte l’infrazione della legge, Vere è moralmente dilaniato e terribilmente dispiaciuto della sorte toccata al bel marinaio: egli chiama a decidere la corte marziale (è strano che il capitano anziché aspettare di trovarsi di fronte all'ammiraglio, come la legge prevede in casi simili, affretti la decisione sulla sorte di Billy verso una celere conclusione) in un gesto che inizialmente pare dettato dal desiderio di non prendersi la responsabilità dell’atto e in generale rimettere ad altri la decisione sul destino del marinaio, ma poi di fronte all'indecisione degli ufficiali lascia il posto di testimone per suggerire quale sia l’unica decisione possibile, seppur a malincuore.Il buon carattere di Billy, ma soprattutto questo suo aspetto spirituale contribuiscono ad alimentare la leggenda intorno al bel marinaio la cui storia, accenna l’autore nei capitoli finali, si è tramandata sui giornali seppur un poco discosta dai fatti reali e che ha ispirato una ballata messa a chiusura del romanzo (ma che pare sia stata la prima cosa su cui Melville ha lavorato e da cui quindi è nata la storia). Ballata dolce e struggente sull'ultima notte di Billy, passata ai ceppi in attesa della morte tra delirio e rassegnazione che nel corso degli anni ha ispirato molti altri autori.
Herman Melville (1819 – 1891) è stato uno scrittore, poeta e critico letterario statunitense. Tra le maggiori personalità dell'Ottocento americano, esplorò problematiche basilari dell'esistenza quali il rapporto tra uomo e natura, i limiti della morale comune, l'essenza del male. Tali temi sono compiutamente espressi in "Moby Dick" (1851), che solo a distanza di molti decenni verrà indicata come una delle maggiori opere della narrativa di tutti i tempi. In essa, la dissennata caccia del capitano Ahab alla balena bianca acquista i contorni di un dramma faustiano in cui l'uomo, nel tentativo folle di trascendere i limiti propri della sua condizione, condanna sé stesso e i suoi seguaci al baratro morale, all'annichilimento della ragione, alla morte. Melville approdò alla letteratura dopo aver trascorso alcuni anni come marinaio nella marina mercantile prima, su una baleniera poi.
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