#citazioni comuniste
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Non è la Famiglia Tradizionale e Patriarcale ad avere problemi, ma la Famiglia borghese dove né l’Uomo né la Donna sono Esempio, ma solo degli alienati l’un contro l’altro armati dalla società capitalista.
-kulturaeuropa
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“ Dolores Gomez Ibarruri nacque il 9 dicembre 1895 a Gallarta, una piccola città mineraria nella provincia basca di Vizcaya, nel nord della Spagna. Era l'ottava di undici figli: suo padre Antonio, detto l'Artigliere, lavorava in miniera. Sua madre, come facevano tante donne povere, aveva lavorato in miniera sino al matrimonio. Il nonno materno era morto in miniera, schiacciato da un blocco di minerale. I suoi fratelli erano minatori, l'uomo che sposò, a 20 anni, era minatore. « Io non ho dimenticato niente » dice Dolores nelle sue memorie. « E fra i ricordi dolorosi di una infanzia triste e di una adolescenza senza illusioni vive quello di mio padre anziano che lavorava nella miniera Justa alla raccolta e pulizia delle scorie trascinate dalle piogge dei terrapieni e dall'acqua delle laverie del minerale ». Per gli uomini anziani come suo padre non c'era altra scelta, o la mendicità o un lavoro mostruoso, immerso tutto il giorno nell'acqua putrida. La condizione operaia, di schiavi di un padrone potente e inumano era questa, in quegli anni terribili di una monarchia inetta, con Alfonso XIII, e di una dittatura durissima, come quella di Miguel Primo de Rivera. « Come un deposito amaro si andava sedimentando nella mia anima di adolescente un sentimento di rabbia disperata, istintiva, contro tutto e contro tutti (a casa mia mi consideravano indomabile), sentimento di ribellione che più tardi si sarebbe fatto consapevolezza ». A 15 anni, Dolores deve interrompere, con dolore, gli studi, va a imparare cucito, a fare la cameriera in case benestanti, vende per strada sardine (e infatti la chiameranno anche « la sardinera »). A 20 anni conosce una vita peggiore di quella di figlia di minatore, diventa cioè moglie di minatore. Il marito entra e esce di prigione per ragioni politiche, spesso lei e i bambini mangiano quello che qualche caritatevole vicina dà loro. Nasce e muore Ester, la primogenita, sopravvive l'unico maschio Rubén, nascono tre gemelle e sopravvive solo Amaya, nasce e muore un'altra bambina: sei figli, quattro piccole bare fatte con scatole usate. Dolores si allontana a poco a poco dalla sua fede cattolica, legge Marx e Engels, con grande fatica e grande passione: « Fu per me come una finestra aperta nella mia coscienza verso la vita... E quanto più procedevo nella conoscenza del socialismo, più mi riconciliavo con la vita, che, non vedevo più come un pantano nel quale gli uomini sprofondano senza remissione, ma come un campo di battaglia, nel quale ogni giorno l'immenso esercito del lavoro guadagnava posizioni... ». [...] Ma non è la fortuna politica a rendere la Pasionaria un personaggio che suscita amore e paura. Sono gli episodi della sua indomabilità a farne una leggenda. Eccola, nel 1927, guidare un gruppo di donne comuniste, mogli di carcerati politici, sino nell'ufficio di un governatore particolarmente duro, e piegarlo; eccola guidare gli scioperi dei minatori e incitarli alla resistenza; eccola organizzare nel '31 un comizio a Bilbao, resistere alle guardie a cavallo, afferrare una bandiera e condurre i compagni per le vie della città, in un corteo di protesta; eccola, nel settembre del '31, arrestata per la prima volta a Madrid, messa in carcere insieme alle delinquenti comuni e capace, anche qui, di imporre il suo imperio e la sua dignità. È lei che dà il via, in carcere, allo sciopero della fame per ottenere la libertà dei detenuti politici, è lei che, in seguito a un altro arresto, fa cantare l'Internazionale nel parlatorio e nel cortile, incita le recluse a rifiutare il lavoro miseramente pagato; è lei che verso la fine del 1934, in piena repressione restauratrice, va nelle Asturie, con due repubblicane, per prendere più di un centinaio di bambini, figli di operai in sciopero, che muoiono letteralmente di fame e portarli a Madrid in famiglie disposte ad accoglierli. È lei, dopo che il Fronte Popolare è salito al potere, che riesce a far liberare i prigionieri politici di sinistra e, come deputato comunista al parlamento, è lei che convince i minatori delle Asturie a sospendere uno sciopero. Il 16 giugno del 1936, in un parlamento acceso dal furore reazionario delle destre, assopito dal presidente Casares Quiroga, che si ostina a non credere al pericolo fascista, Dolores in uno dei suoi celebri appassionati discorsi denuncia apertamente la preparazione di un colpo di Stato. « Per mettere fine allo stato di inquietudine che esiste in Spagna... bisogna cominciare a mettere in galera i padroni che si rifiutano di accettare le disposizioni del governo. Bisogna mettere in galera i proprietari terrieri che gettano nella fame e nella miseria i contadini; bisogna gettare in carcere coloro che, con cinismo senza uguali, ancora macchiati del sangue della repressione di ottobre, vengono qui ad accusare per quel che non si è fatto ». E un mese dopo, infatti, scoppia la rivolta militare che parte dal Marocco, guidata da un gruppo di generali tra cui Francisco Franco. Alle dieci di sera, dalla radio, la Pasionaria si rivolge al popolo spagnolo, incitandolo alla resistenza, con un grido che diventerà celebre: « Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio! No pasaràn! » Il nemico non passerà. “
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Brano tratto dall’articolo La regina rossa della guerra di Spagna scritto da Natalia Aspesi per:
AA. VV., Le donne che hanno vissuto la storia, Istituto Geografico De Agostini (collana I grandi nomi del XX secolo, n° 14), 1974; pp. 19-20 e 22-23.
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