#cippy 42
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That sketch you sent its about
Not having many good memories so really inflating the few you have (only 1 dangerous night) and its about only having memories of remembering things to the point where its like a feedback loop of memory where everything gets distorted and things that werent so big get made into focal points (sloppy steaks)
Also its about desperately hating how things are and deciding to make a change in yourself when you didnt even have a pattern of horribleness in the first place. And its about wanting to believe that things have changed when they really havent (pushback hair being basically slickback, he still thinks sloppy steaks are great)
He really wants to believe that he used to suck (so he tells everyone repeatedly as if looking for confirmation of it) because if he didnt then hes just making himself miserable by not being himself for no reason
Interesting !
i definitely agree! first few times i saw it i read allll the comments on the video and there were a lot of comments that mentioned how he considers himself a piece of shit but like. he didn't do anything that bad, really? the worst thing he did was be pretty annoying at a restraunt semi-regularly (enough for them to have are reputation), which is bad but it's like, not that bad. none of the things he mentioned make him a piece of shit really. glass house, white ferrari, live for new years eve? None of those things make you a piece of shit! also the car wasn't even a white ferrari, more of him distorting his memories.
another thing i really agree with is like, the thing with the pushback hair, and how he still says sloppy steaks are really really good. i feel like that's something that really resonates with me, when he says like "oh i miss those nights i WAS a piece of shit though!" (and then that's followed with the "used to be" "I SAID WAS!". he's trying hard hard hard to believe that he's changed).
I think Shane/Tim's primary problem is that he's just trying really hard to hold up this story in his mind of growth from a piece of shit with slicked back hair eating sloppy steaks to a good person with pushed back hair eating normal steaks. But really he never wanted to stop slicking back his hair. he never wanted to stop eating sloppy steaks. like. the only difference between slicked and pushed back hair, really, is that one is slicked back with some kind of product or maybe just water, and one is just pushed back with force and maybe slight wetness. but they look the same! pushed back hair, all it really is, is slicked back hair that takes more effort to achieve! sloppy steaks taste good to him. he likes them. and he could always just make them at home with takeout steaks or even steaks he makes himself! there's no moral boundary stopping him from eating sloppy steaks. but he doesn't! (while idt it was ever mentioned that he doesn't eat sloppy steaks anymore in the actual sketch, it was implied, and the script does include the line "I do miss sloppy steaks."). He's created this narrative of change and growth, and based his whole identity around it, and so when he's confronted with this idea that his piece of shit history can still be sensed in a gut feeling, everything goes out of control. i think there's a chance that in his heart, he thinks people can't change. and that's what's making him so scared. i think this mainly because of the scene with Meredith's dad. look at how he discovers that he used to be a piece of shit. all he has to do is push back his hair, and once he sees how well it would slick back, that's immediately enough evidence for him to conclude that meredith's ol grampaw used to be a huge piece of shit. like yeah he was right but meredith's father is clearly not a piece of shit. so sure, maybe Shane believes that 'people can change'. but he also believes that being a piece of shit leaves a stain. and no matter how long he works really really hard to change. no matter what he gives up: glass house, white ferrari, slicked back hair, his Dangerous Nights Crew, sloppy steaks! people will be able to tell he used to be a piece of shit for the rest of his life – even when he's as old as Meredith's ol grampaw.
this is the sketch btw, for anyone unaware:
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WORLD’S 101 BEST STEAK RESTAURANTS 2023: VINCE IL PARRILLA DON JULIO
«Estamos muy felices»: è questa la dichiarazione pubblicata sui social dal patron del ristorante argentino “Parrilla Don Julio”, incoronato dalla casa editrice londinese Upper Cut Media House, che da 4 anni a questa parte stila la classifica delle migliori steakhouse (o, per meglio dire, ristoranti la cui specialità è la carne) al mondo, ovvero la World’s 101 Best Steak Restaurant. Il ristorante di Buenos Aires, gestito da Pablo Rivero e dall’executive chef argentino-piemontese Guido Tassi, lavora esclusivamente carne di origine argentina proveniente dalle razze Aberdeen Angus e Hereford del proprio programma di allevamento sostenibile. Al secondo posto troviamo il ristorante Hawksmoor di Londra, vincitore nel 2022, e al terzo il ristorante American Cut, Tribeca, New York. Sorpresa tutta italiana al settimo posto: si tratta del I due Cippi, locale conduzione familiare che si trova nella piazza storica di Saturnia, in provincia di Grosseto. Gli altri italiani? La Trattoria dall’Oste di Firenze (24°); La Braseria di Luca Brasi ad Osio di Sotto, Bergamo (42°); sempre a Firenze Regina Bistecca (45°); Asina Luna di Riccardo Succi a Peschiera Borromeo, Milano (66o); il Bifrò, Torino (78°), il locale di Roberto Pintadu e Laura Lattore che entra per la prima volta nei primi 100 migliori del mondo.
Fonte: Tendenze, Eurocarni 5/23
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Pesaro, nuovo allestimento al Museo Archeologico Oliveriano
Pesaro, nuovo allestimento al Museo Archeologico Oliveriano. Martedì 13 dicembre alle 17 il Museo Archeologico Oliveriano apre le sue porte al pubblico nel nuovo allestimento rinnovato: un momento importante che restituisce a Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024 uno dei suoi luoghi della cultura più significativi. Per gestire al meglio le presenze, sono previste visite gratuite dalle 17.30 alle 21 da prenotare al telefono (0721 33344) o via mail ([email protected]). Per le feste di Natale, residenti e turisti potranno quindi contare su un museo - uno dei più antichi delle Marche - che grazie al nuovo assetto promette un’esperienza di visita decisamente coinvolgente. Fino al 31 dicembre (unica chiusura il 25 dicembre), l’Oliveriano sarà aperto da giovedì a domenica e festivi dalle 15.30 alle 18.30; ingresso con card Pesaro Cult (costo 3 euro, validità annuale), gratuito fino a 18 anni. In occasione dell’inaugurazione, mercoledì 14 dicembre ci sarà un’apertura straordinaria dalle 15.30 alle 18.30. Dal mese di gennaio, partiranno poi anche le visite per le scuole, il mattino dal lunedì al venerdì. Curiosità: durante l’apertura del 13 dicembre, la corte di Palazzo Almerici verrà intitolata al pesarese Marco Livio Druso Claudiano (93? a.C. - 42 a.C.), padre di Livia, seconda moglie di Ottaviano Augusto di cui il Museo Oliveriano conserva un busto. Gestito dalla Fondazione Ente Olivieri, il museo ha sede al piano terreno di Palazzo Almerici, edificio del XVII secolo nel cuore del centro e nasce dal lascito testamentario di Annibale degli Abbati Oliveri (1708-1789) - geniale erudito settecentesco – attraverso cui arriva a Pesaro e ai suoi concittadini il suo ingente patrimonio bibliotecario, documentario e archeologico. Del lascito Olivieri fa parte anche una notevole quantità di reperti donati dall’amico Giovan Battista Passeri (1684-1780), intellettuale eclettico che ha segnato il settecento pesarese. Il nuovo percorso documenta mille anni di storia del territorio - dal periodo piceno alla tarda età imperiale - e si articola in quattro sezioni espositive, vere e proprie chiavi di narrazione dell’intero corpus delle collezioni: la necropoli picena di Novilara, il lucus pisaurensis (importante luogo di culto connesso alla romanizzazione del territorio, scoperto dallo stesso Olivieri sulla collina di Santa Veneranda), il municipio di Pisaurum e il collezionismo settecentesco. All’interno di queste macro-aree l’esposizione è organizzata in ordine cronologico per singoli argomenti. I quattro temi sono introdotti nella prima sala, in modo che il visitatore possa seguire un filo logico all’interno dei diversi ambienti. Qui è esposta la famosa "stele della battaglia navale", rinvenuta nel 1866 in circostanze sconosciute sulla collina di San Nicola in Valmanente, tra Pesaro e Novilara. Nella seconda sala si ammirano i reperti provenienti da Novilara, una delle più importanti necropoli dell’Età del Ferro, indagata estensivamente per la prima volta dall’archeologo Edoardo Brizio negli anni 1892-‘93. A questi si sono aggiunti di recente i materiali provenienti dagli scavi condotti nel 2012-‘13 dalla Soprintendenza Archeologia delle Marche in un ampio settore della stessa necropoli: si tratta di alcuni dei corredi funebri provenienti dalle oltre 450 tombe maschili e femminili dei secoli VIII e VII a.C.. L’attenzione è posta sulla narrazione della società del tempo, per quanto ricostruibile tramite la simbologia del rito funebre. Proseguendo in ordine cronologico, l’esposizione dei cippi del Lucus Pisaurensis introduce alla terza sala, interamente dedicata alla Pesaro di età romana. Le più antiche are votive del Lucus testimoniano che già nel III secolo a.C. - prima dunque della fondazione della colonia di Pisaurum (184 a.C.) - persone provenienti dal Lazio si erano insediate sul territorio pesarese. All’interno di una sezione destinata alle divinità viene esposta la celebre epigrafe bilingue (etrusco e latino) di Lucius Cafatius indovino che praticava l’arte degli aruspici. Si prosegue con il racconto degli edifici pubblici della Pisaurum di età imperiale, tramandato dalle testimonianze epigrafiche. Viene poi data voce agli abitanti di Pisaurum, attraverso le epigrafi che ricordano la presenza di sacerdoti e sacerdotesse, maestri, soldati, fabbri, addetti alle lavorazioni navali e molto altro. La sezione si conclude con numerose epigrafi funerarie. Negli ultimi due ambienti della terza sala trova spazio, infine, il collezionismo settecentesco di Passeri e Olivieri con un esempio per ogni tipologia delle numerose categorie di oggetti che componevano le due collezioni (bronzetti di divinità, lucerne, vasi dipinti, altro). L’insieme degli altri reperti, posto in secondo piano alle spalle di questi elementi, suggerisce l’idea di una wunderkammer particolarmente suggestiva per il visitatore grazie ad un senso della tridimensionalità molto forte. Intervenire su un museo esistente non è mai semplice; spesso si pensa agli edifici storici come contenitori da riempire successivamente con vetrine, tavoli, supporti per i reperti archeologici. Nel caso dell’Oliveriano, l’obiettivo è stato di creare uno spazio integrato che parli delle collezioni e allo stesso tempo rimandi al vasto territorio di Pesaro. Si è scelto così di lavorare in modo radicale: l’idea guida è stata quella di pensare la ‘scatola’ (lo spazio architettonico) parte del disegno del museo, in modo da creare un ‘ambiente integrato’ e avvolgente dove architettura storica, reperto e supporto interagiscono tra di loro. Ogni sala racconta storie antiche e recenti della città legate ai diversi gruppi di oggetti. Per coinvolgere emotivamente il visitatore si è guardato al linguaggio dell’arte: in questo senso l’allestimento è un omaggio a Jannis Kounellis, grande maestro dell’arte italiana, e alla sua lezione sull’uso poetico del frammento. Il nuovo Oliveriano dà forma al progetto scientifico proposto ed elaborato da Chiara Delpino (archeologa del Ministero della Cultura) ed è stato curato e finanziato dal Comune di Pesaro con un importo totale di 1.225.469 euro - di cui 229.635 per il risanamento del museo e 995.834 euro per i 4 stralci dell’allestimento permanente - e dal Ministero della Cultura che attraverso il Segretariato Regionale delle Marche ha destinato ai lavori di riallestimento 150.000 euro. Anche la Provincia di Pesaro e Urbino ha fornito un contributo di 31.365 euro. Un ulteriore finanziamento di 100.000 CHF è stato concesso dall’Ufficio Cultura del Governo Svizzero per il progetto di restauro dei corredi della Necropoli di Novilara, elaborato dai funzionari della Soprintendenza delle Marche (Fabio Milazzo e Chiara Delpino). La Fondazione Scavolini ha sostenuto il restauro di 5 corredi funerari della Necropoli. Per il Comune di Pesaro, i lavori sono stati coordinati dall’ingegnere Maria Cristina Rossi/Servizio Opere Pubbliche. Il progetto museografico è firmato da STARTT (studio di architettura e trasformazioni territoriali) fondato da Simone Capra, Claudio Castaldo e Dario Scaravelli. I restauri sono a cura di: Mirco Zaccaria, Renaud Bernadette, Federica Russo, Giorgia Gili, Cristiana Giabbani, Laura Petrucci. Imprese esecutrici: Mancinelli Allestimenti/Pesaro per la realizzazione dell’allestimento, Dago/Pesaro e Fano per gli impianti, Montenovi/Roma per la movimentazione delle opere d'arte, Gambini Restauri/Pesaro per le opere edili, DL Impianti/Longiano (FC) per la sicurezza, ing. Andrea Cardinali/progetto impianto elettrico. Testi: Chiara Delpino, Valeria Valchera, Oscar Mei. Grafica: Giorgio Donini con Silvia Borghetto, Katia Fornaroli, Michele Marchionni. STORIA DEL MUSEO Oliveriani hanno una prima sistemazione a Palazzo Olivieri, inaugurata il 2 maggio 1793; mancano però le epigrafi del Passeri e le collezioni epigrafiche di origine municipale e ducale, allora esposte in altri luoghi della città. Solo nel 1885 - in occasione del trasferimento nell’attuale sede di Palazzo Almerici - vengono finalmente riunite in un solo luogo tutte le raccolte, cui si aggiungono nel tempo reperti di privati. A queste collezioni che costituiscono il "fondo antico" del museo, si sono affiancati materiali archeologici di proprietà statale provenienti dagli scavi archeologici condotti nel pesarese dalla Soprintendenza delle Marche; tra di essi i più rilevanti, i corredi della necropoli dell’età del Ferro di Novilara. Nel corso del XX secolo l’esposizione museale subisce numerose traversie tra cui si possono ricordare il terremoto del 1916 che danneggiò le sale espositive e i trasferimenti affrettati durante il secondo conflitto mondiale per portare i reperti verso luoghi più sicuri. Nel 1928, la decisione di chiudere il museo al pubblico e di smontarlo per consentire alcuni interventi urgenti di restauro determina ulteriori danni. L’Oliveriano riapre al pubblico solo nel 1967, senza un vero criterio allestitivo scientifico né un apparato didattico.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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>>Raccontiamo la nostra Storia ripercorrendo con le immagini mostre ed eventi internazionali del MAEC<< #MAEChistory - ANNO 2011 - Mostra "Le collezioni del Louvre. Gli Etruschi dall’Arno al Tevere" pensata come collaborazione triennale che ha visto protagonisti il museo francese e la città toscana. La mostra è stata curata da Paolo Bruschetti, François Gaultier, Paolo Giulierini e Laurent Haumesser, la rassegna ha proposto i capolavori secondo le aree di provenienza dei pezzi dell’Etruria interna, fra cui Fiesole (con il famoso bronzo "Testa da Fiesole" del II sec. a. C.) Statuette in bronzo, gioielli, fibule, cippi, urne e decorazioni. 42 pezzi etruschi di grande valore sono stati riportati a casa dal Museo del Louvre dove giunsero a metà Ottocento attraverso collezionisti come Edme-Antoine Durand che li acquistò sul mercato fiorentino, o Giovanni Pietro Campana, direttore del Monte di Pietà di Roma che li mise in vendita dopo un tracollo finanziario e la condanna per peculato. Tutti furono acquistati da Napoleone III, o Alessandro Castellani che, introdotto nella società francese dall’amico Gioacchino Rossini, ebbe contatti personali con lo stesso imperatore. Fra i preziosi reperti esposti abbiamo potuto ammirare le statuette votive in bronzo dal Lago degli Idoli sul monte Falterona (rinvenuti nel 1838), la pisside in avorio proveniente dalla necropoli di Fonte Rotella a Chiusi lavorata in un’unica zanna di elefante o la straordinaria terracotta con busto di Arianna (III sec. a.C) frammento di una statua monumentale. #sistemamuseoparco #seduzioneetrusca #MAECcortona #MAECmuseo #apropositodelmaec #cortonaetrusca #archeologicalpark #parcoarcheologico @comunedicortona http://www.cortonamaec.org https://www.instagram.com/p/BoqpHt8H5De/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1p1rzqldznnx8
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