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#ci stiamo perdendo
a-silent-bear · 3 months
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Tutti alla rincorsa della perfezione, della bellezza estetica. E l’abbronzatura, e le gambe perfette per l’estate, e i denti perfettamente dritti e bianchi all’inverosimile, e i capelli più lucenti del sole, e la pelle liscia come il culetto di un bambino.
Non so, ci stiamo perdendo le cose realmente belle ed importanti della vita.
Ci stiamo perdendo noi.
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ilpianistasultetto · 9 months
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Non è indispensabile avere un periodo di merda per sentirsi full: push, chiamate, famiglia, lavoro, salute, msg, aspettative, fretta, ansie, tempo da controllare, gente che vuole venderti cose e ti parla sopra mentre parli, cose da fare, cose da vedere, da sentire, da sistemare, errori da evitare, cene, persone da incontrare, spesa da fare.
E questa è la media, la “normalità”. Quindi, sì, bisogna mettere dei confini, fra noi e le cose, anche fra noi e le persone. Fra noi e tutto quello che ci prende tempo senza darci abbastanza in cambio. E' anche vero che non tutto si può controllare e non tutto si può lasciare perdere. Che non tutto è importante.
La verità è che siamo sopraffatti dal TROPPO, dalle troppe parole, dalle troppe opinioni, dai troppi argomenti, dalle troppe persone, dalle troppe cose che non ci interessano e perfino dalle troppe cose che ci interessano...
Stiamo perdendo una delle cose piu' belle che la vita ci offre: stare bene da soli in compagnia della sola musica buona, che siano note, cose o persone..
@ilpianistasultetto
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omarfor-orchestra · 2 years
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Ma che mondo ci stiamo perdendo su facebook
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gregor-samsung · 3 months
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" L'Unità dell' 11 giugno 1984, il giorno in cui il segretario del Pci sarebbe morto, ma non era ancora morto, aveva un titolo a grandi caratteri: Ti vogliamo bene Enrico. E poco sotto, c'era un editoriale firmato da Natalia Ginzburg, intitolato: L'uomo che conosciamo, in cui la Ginzburg dice che milioni di persone si chiedono se rimarrà in vita, se tornerà a casa, oppure no; però l'articolo comincia con il tempo presente e all'improvviso vira al tempo imperfetto. Per poi spiegare: «Se ho parlato di lui all'imperfetto, è perché penso che sulla scena politica italiana Berlinguer non potrà più essere presente». La Ginzburg sa che in ogni caso non potrà tornare quello di prima, ma Berlinguer morirà proprio in quelle ore, quando i lettori hanno appena letto L'uomo che conosciamo, che cerca di spiegare chi era quell'uomo che non ci sarà più.
«Da quando Berlinguer lotta con la morte in una stanza d'ospedale a Padova, milioni di persone in Italia pensano a lui con speranza e lagrime, non come si pensa a un personaggio politico o pubblico ma come si pensa a un essere che fa parte della nostra vita privata, un familiare o un amico la cui perdita sarebbe incolmabile». L'impatto emotivo della Ginzburg, nella sua scrittura semplice, diretta, è molto forte. Il linguaggio è quello di uno scrittore, lì dove il giornale e la politica usano di solito parole diverse. Ma le parole della Ginzburg sono precise perché spostano il discorso sul rapporto privato che le persone sentono di avere con Enrico Berlinguer; l'uomo pubblico per eccellenza, in quegli anni - in quei giorni, soprattutto - viene visto come un familiare che stiamo perdendo. In pratica, la Ginzburg, unendo sentimento privato e pubblico, svela che Berlinguer rappresentava già qualcosa al di là del Pci, qualcosa di più dell'appartenenza diretta. Rappresentava già quell'uomo di Stato che molti temevano diventasse, e che Moro aveva voluto tenere a bada per ragioni di opportunità, verso i democristiani e verso gli Stati Uniti. E invece Berlinguer sarebbe arrivato al cuore anche di chi non rappresentava. Cioè, al cuore di tutti. La Ginzburg spiega in anticipo e in poche parole la ragione di quell'abbraccio della gente, dei pianti e delle file per rendere omaggio. E in più spiega finalmente chi sono tutti. «A porsi queste domande incessanti non sono soltanto persone del suo partito, o di idee affini alle sue, ma sono persone varie, le quali hanno buttato via di colpo ogni concezione e idea politica, scoprendo che alla figura di Berlinguer avevano dato sempre un'ammirazione e un affetto di cui finora non si erano accorte». Se ha ragione Natalia Ginzburg, dentro quelle parole c'è la spiegazione del perché la natura di Berlinguer si esprimeva con il compromesso storico e non con l'alternativa democratica. Tutti vuol dire il Paese, e non soltanto il popolo comunista. "
Francesco Piccolo, Il desiderio di essere come tutti, Einaudi (collana Super ET), 2017; pp. 246-247.
[1ª edizione nel 2013 nella collana Supercoralli]
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veritanascoste · 7 months
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🔴 IL SISTEMA STA CROLLANDO...….😉
Segretario: Mio capo di Stato, non abbiamo più la situazione sotto controllo.
....Che cosa è successo?
Segretario: I nostri cittadini stanno cambiando.
....È impossibile!
Segretario: È proprio così. Stanno cominciando a ridere.
....Forse sono semplicemente impazziti per la disperazione?
Segretario: È improbabile. Credo che stiano tornando ad essere più felici.
...E i media? Ci sono solo cattive notizie, spero.....
Segretario: Sì, non c'è niente di peggio.
....E la gente è ancora di buon umore?
Segretario: Sì, l'umore è in aumento.
....E la guerra?
Segretario: Ne parliamo tutte le volte che possiamo.
....E i prezzi?
Segretario: Li aumentiamo sempre.
...E gli stipendi?
Segretario: Il minimo.
....E loro ridono ancora?
Segretario: Sì, immagina. Incredibile. Non solo, stanno iniziando a fare qualcosa.
...Ad esempio?
Segretario: Si stanno aiutando a vicenda.
....Cosa? Non si odiano più? E l'invidia?
Segretario: Hanno smesso di essere invidiosi.
.....Hanno già messo sul mercato nuovi dispositivi?
Segretario: Sì, ma nessuno li compra. La gente ha smesso di prendere prestiti. La situazione è diventata davvero critica.
....Forse un taglio degli stipendi?
Segretario: Una volta aiutava.
....Oppure mandate tutti in guerra. 
Segretario: Scrivono che sono felici. Signore, stiamo perdendo persone. Cominciano a ridere sotto i nostri occhi. Il loro buon umore contagia gli altri e influisce negativamente sulla salute generale del Paese.
....Quali sono le conseguenze?
Segretario: La produttività aumenta, le persone scoprono capacità nascoste in loro stesse.
....Per esempio?
Segretario: Indipendenza. Non dipendono più dallo Stato.
....Che cosa significa? Non incolpano più lo Stato per tutti i loro problemi?
Segretario: No, non ci pensano più.
....Cos'altro sta succedendo?
Segretario: Sono emersi segni sospetti di una presa di coscienza positiva. Le persone cominciano a riunirsi e a creare qualcosa di nuovo.
.....Qualcosa di nuovo? - Batte i pugni sul tavolo - E il vecchio grigio? È meraviglioso.
Segretario: Non è più popolare. Siamo nei guai, signore, siamo finiti,
La gente conduce uno stile di vita sano,
iniziano a fare attenzione a ciò che mangiano, a mangiare sano. E i bambini non frequentano più le nostre scuole.
...,.Chi insegna loro adesso?
Segretario: Loro stessi. Per qualche motivo si vedono come creatori.
.....Dobbiamo aumentare il numero di sigarette.
Segretario: Nessuno le fuma.
....Perché?
Segretario: Non sembra più una cosa bella.
......Come mai?
Segretario: Tutti sono diventati creativi.
....Senza sigarette e creativi? E l'alcol?
Segretario: Non bevono più. Preferiscono bere acqua.
.....Bene, bene. Come li sistemiamo?
Segretario: Ormai è impossibile, signore. Non c'è più odio, non c'è più invidia, hanno smesso di odiare anche noi.
.....In queste circostanze, siamo impotenti......
(Autore sconosciuto ...da condividere ovunque)
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canesenzafissadimora · 11 months
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Non siamo costretti a restare nella vita di nessuno e nessuno è costretto a restare nella nostra. Tuttavia, spesso, costringiamo noi stessi ad adeguamenti inauditi per non perdere qualcuno, per non sentire un vuoto o non vedere una porta chiudersi definitivamente. Ogni volta che ci obblighiamo a questo, dobbiamo essere consapevoli che abbandonando in un angolo ciò che eravamo, perdiamo un pezzo di noi stessi che non ritroveremo mai più. Ogni volta che accomodanti abbassiamo la testa per non perdere qualcuno, probabilmente stiamo perdendo i nostri lati migliori. Lati che muteranno definitivamente il nostro essere, fino giù... In fondo all'anima.
E niente di ciò che cade a morire in fondo all'anima, torna mai indietro...
Ricordiamocelo quando per troppo amore verso qualcuno.
Smettiamo di amarci.
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Silvia Nelli
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elperegrinodedios · 1 year
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Non per amarlo, ma per amarci...
Dio creò l'uomo, ma si rese subito conto che da solo, sarebbe rimasta creazione fine a se stessa. Dunque creò anche la donna e li creò maschio e femmina. Lui ci ha creati, non per essere amato, bensì per amarci. Dio che è uno e trino, non può accontentarsi di amare una sola persona perchè il suo amore incondizionato è incontenibile, è un amore illimitato, infinito e incomprensibile per il genere umano. Lui ci ha amati per primo, ci ama sempre tutti e dall'alto della sua misericordia, ha lasciato a noi il libero arbitrio e la scelta libera se amarlo o no. Talmente è immensa la sua fiducia, che ha accordato al Nemico, il favore di regnare anch'egli sulla terra. Ha fatto affidamento su un maschio che diventasse uomo, ed una femmina che crescesse donna, conoscendo benissimo, il risultato finale. Ma ci ha lasciato ugualmente, la scelta tra il bene e il male, tra amore e odio e tra guerra e pace. Oggi il risultato è manifesto, e ce lo abbiamo sotto gli occhi a partire da noi stessi.
Ci ha regalato tutto il meglio secondo l'anima ed il discernimento d'ognuno. Nel suo "testamento" ci ha donato l'amore, nella misura delle capacità di amare per ciascuno. Ci ha lasciato scritto che la ricchezza, lecitamente acquisita non da diritti e che la povertà non è peccato ma un'ingiustizia sociale. Ci ha dato il sesso e la passione col suo corteggiamento, con i suoi preliminari e le sue emozioni, sesso quello facente parte dell'amore da goderne pienamente non nella pornografia o la prostituzione. Ci ha fatto conoscere l'amicizia e la fratellanza, la condivisione e l'empatia, ci ha fornito i doni e frutti dello spirito, l'autocontrollo e la decisione della felicità. Ci ha regalato, ci ha donato, ci ha lasciato e ci ha fatto, ma è tutto al presente già fino dal passato. Lui " È, era e sarà", Lui è: "Io sono" e vedeva e vede e vedrà sempre, come su un grande schermo, passato, presente e futuro come fosse adesso. Per Lui tutto è "Ora e adesso" e così sempre sarà per tutti i secoli dei secoli. Dunque godiamoci la vita ora, godiamoci l'amore adesso, godiamoci la felicità oggi, senza aspettare il domani che no, non ci appartiene.
Uno dei vantaggi legati ai momenti difficili è che ci avviciniamo a Dio tramite Gesù che è il nostro Salvatore e Amico. Tra le sue braccia cerchiamo sicurezza e tranquillità, ma troveremmo tanto di più. Egli ci ama d'un amore eterno e immutabile; ha molto da offrirci, e desidera aiutarci in tanti e tanti modi. Vuole passare tempo con noi e vuole averci sempre vicini, al suo fianco, per istruirci e renderci sempre di più simili a Lui. Non vediamo cosa ci stiamo perdendo, noi no, ma Lui si.
lan ✍️
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abr · 1 year
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Memoria storica recente - promemoria appunto.
Chi ha ancora un minimo di memoria, non si affida solo ai giga e alla polemica politica giornalaia non ci casca, ricorda antefatti e perché del superbonus.
Con altri bonus, tipo il mitico "facciate", esso fu introdotto con tutti o quasi i partiti non contrari, mi par di ricordare, parallelamente e a bilanciamento del RdC. Come questo, ricade nel mazzo degli incentivi ai consumi (prima voce dei PIL dei paesi avanzati); rispetto all'assistenzialismo clientelare del RdC, era misura apparentemente più potabile, più "nordica" anche se keynesiana (incentivi pubblico-->privato = distorsione del mercato).
Il contesto era più tragico e urgente di quanto si ricordi: la necessità di una terapia choc, di defibrillare malato terminale "lo stiamo perdendo". La causa, terrorismo pandemico e lockdown demenziali, peggiori come effetti dei bombardamenti su Mariupol anche come numero di vittime.
In tale scenario tragico, il superbonus qualcosa ha prodotto: una scossa defribillante, un boost all'economia (cfr. crescita Pil). Potente ma keynesiano, quindi istantaneo, locale, profilo basso ma diffuso, efficace nell'ottica facce campà. Tant'è, solite misure viste e riviste, soliti sprechi necessari per non morire.
Ciò che ha provocato il salto di qualità rispetto ai disastri standard precedenti, ciò che ha reso il superbonus una catastrofe non è la misura in sé: sta nella burosaurofureria. Come i medici del SSN, i burocrati d'oggidì da Millennial sono mediamente ignoranti, non son capaci di scrivere regole e renderle efficaci, inefficienti non controllano, vagolano dietro ai computer solo per prendere lo stipendio.
Da inculatina standard chi ha dato ha dato, il superbonus è diventato gang bang record per i conti dello Stato.
Quindi, riassumiamo:
la causa: il terrorismo pandemico (senza dover risalire ai suoi perché "globali", fermiamoci all' hic et nunc) genera frenata del PIL da guerra mondiale,
l'effetto: "piano marshall de'noantri", fatto di cure locali e sintomatiche, distorsive e prive di controlli seri, più assistenzialismo a pioggia.
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clo-rofilla · 6 months
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Caro diario segreto, quick updates della mia vita da adulta in questo mondo di m.... adulti (warning ⚠ parolacce a seguire):
- Ho fatto una sfuriata al geometra dicendogli che ero INCAZZATA NERA (sic), grazie alla quale ha decurtato 4k dalla sua ultima fattura (piccola vittoria in una guerra che comunque ha vinto lui, eh, figuriamoci)*
- a lavoro mi stanno finalmente dando la promozione che aspetto da oltre un anno ma con un job title che NON MI PIACE, sono piccolezze ok ma io ne avevo proposto un altro che mi piaceva molto di più e sono, come sopra, incazzata nera
- la banca SI È PERSA UN MIO BONIFICO, ora voi spiegatemi come cazzo è possibile che una banca lo abbia fatto con tutti i crismi del caso contabile e codice di tracciamento e tutto e l'altra, del ricevente, "non lo trovi", e in due stiamo perdendo da UN MESE un sacco di tempo dietro a questa cosa e alle banche maledette e dove cazzo sono i miei soldi e niente: sono, come sopra e come sopra ancora, incazzata nera
- se un altro passante che vede me o Matteo alle prese con Dakota si azzarda a dire cose come "poverina ma cos'ha, paura?" o simili, io gli mollo un pugno in testa. SI HA PAURA OK LO SAPPIAMO STIAMO DILAPIDANDO STIPENDI CON UNA EDUCATRICE CINOFILA e quel cristiano si sveglia alle 6.30 ogni giorno per portarla nel bosco lontano dal centro abitato dove non c'è nessuno SE VOLETE FATELO VOI oppure vi imparate a farvi i cazzi vostri per strada come noi ci facciamo i nostri OK?!?!?!
- il mio colon irritabile si è irritato (forse perché in questo periodo sono ansiata e incazzata nera!!!!????? chissà....) e se gli antispastici non funzionano io torno dal dottore e mi faccio dare le benzodiazepine BASTAHHHHHH mi ha scassato pure sto cazzo di colon ve lo regalo chi lo vuole se lo pigli io sono PIENAH 🔫🔫🔫
Però:
- Dakota sta pian piano (molto piano) migliorando 🤞🏻
- Oggi mi hanno detto che a fronte del nuovo ruolo l'azienda accetta di spesarmi trasferte nella branch a Parigi (WHAT?!!!!), e non solo una volta al mese come avevo proposto io senza nutrire grandi speranze (!!!!!!) MA ADDIRITTURA OGNI DUE SETTIMANE. OGNI - DUE - SETTIMANE - A PARIGI - NON SO SE STATE CAPENDOOOO???!!!
Io no, infatti non ci credo fino a che non me lo scrivono da qualche parte e timbrano col sangue perché oh, sto mondo di adulti è una cazzo di fatica continua, ma quando e dove ho firmato per farne parte?
P.S. Non avevo mai fatto sfuriate a fornitori nella mia vita privata quindi nonostante tutto consentitemi di essere anche un po' proud of myself :')
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klimt7 · 8 months
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È bene che le persone aprano gli occhi sulla direzione che ha preso questo Governo di Destra.
Riprendo due articoli comparsi sulle pagine di Repubblica negli ultimi cinque giorni.
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Più disturbi alimentari e meno fondi dal governo: “Lasciano sole le Regioni”
LA TESTIMONIANZA
“Io, madre di un’anoressica, vi dico che questo governo se ne frega dei più deboli”
di Caterina Giusberti
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Niente più fondi per i disturbi alimentari che riguardano 4 milioni di italiani: “E’ la seconda causa di morte tra i ragazzi, senza sostegno sono perduti”
«Queste non sono devianze, sono malattie psichiatriche gravi. Queste ragazze e questi ragazzi non hanno più voglia di vivere, si trasformano. Senza la rete sui disturbi alimentari dell’Emilia-Romagna la mia famiglia sarebbe stata persa. Ma a questo governo dei fragili, dei deboli, non importa nulla: si vede dalle scelte che fanno». Claudia è mamma di una ragazza di 17 anni che si ammalata di anoressia a luglio 2020, in piena pandemia. All’improvviso al mare non voleva più mangiare il gelato, a cena litigava con la forchetta, sminuzzava tutto, ha iniziato a pesare sempre meno.
La situazione è precipita in pochi mesi, a ottobre 2020 ha vissuto il primo di una serie di ricoveri salva-vita. «E ne stiamo uscendo, faticosamente, adesso», dice Claudia.
Per un periodo sua figlia è stata seguita anche dal centro Gruber. «Ma i posti in residenza erano pieni - racconta - quindi ci avevano prese in day hospital: io la portavo tutti i giorni alla mattina e la andavo a prendere la sera. Dopo un po’ però ci dissero che non era il posto per lei, perché era troppo grave, stava perdendo troppo peso. Così alla fine abbiamo trovato posto a Parma, in una struttura residenziale che si chiama Il Volo». Sua figlia c’è rimasta nove mesi. «Quando è arrivata lì non mangiava niente, pesava 37 chili. Poi lentamente, piano piano, hanno iniziato a farle riprendere un pochettino di peso. Col tempo ha iniziato a potere uscire un po’ e alla fine è tornata a casa». Ma ancora adesso è seguita da uno psicologo, un dietista e un neuropsichiatra. In casa, a ogni pasto, misuriamo quello che mangia con la bilancia o con un mestolo. La rassicura sapere che lo facciamo», spiega Claudia
Sapere del taglio del fondo nazionale sui disturbi alimentari l’ha molto allarmata. «Penso a mia figlia che ha ancora bisogno di essere seguita - prosegue - Ma penso anche chi ha un ragazzo o una ragazza che precipita in questo problema oggi. Senza una rete di sostegno sei perso. Il rischio al quale esponi i tuoi figli è elevatissimo. È la seconda causa di morte per i ragazzi in Italia, dopo gli incidenti stradali. Servono risorse strutturali, stabili, sicure».
Disturbi alimentari, rete di cura più fragile
di Jessica Muller Castagliuolo
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Le strutture dedicate alla cura dei disturbi alimentari e della nutrizione in Italia sono 126, frammentate a livello regionale. Senza il finanziamento molte rischiano la chiusura
Negoziare una tregua. Fermarsi prima che sia troppo tardi.
È complesso quando teatro di battaglia politiche è il proprio corpo che, chilo dopo chilo, finisce per identificarsi con la malattia che lo divora. Un percorso feroce, che svuota o sedimenta troppo. A camminare su questo filo sospeso sono sempre più ragazze e ragazzi che dai disturbi alimentari stanno cercando di uscire. Un grido collettivo che proviene da corpi silenziosi, la cui traccia evapora davanti a uno specchio.
Nel riflesso, l’immagine di un’epidemia: i disturbi alimentari sono la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali.
Oltre 3 milioni le persone prese attualmente in carico in Italia.
“Oggi il disturbo prevalente è la bulimia nervosa. I disturbi mutano rapidamente perché sono collegati a contesti culturali e sociali del nostro tempo. Sono sofferenze profonde, c’è un desiderio di morte dentro”.��Laura Dalla Ragione, direttrice della Rete disturbi alimentari Usl 1 dell’Umbria, ci racconta che negli ultimi anni la situazione è cambiata, non solo per l’aumento dei casi, che dai 680.456 del 2019 sono cresciuti di un milione nel 2023, per arrivare a 1.680.456, “a cambiare è la psicopatologia: in questo momento i quadri dei disturbi alimentari puri sono il 40%, il 60% sono invece quadri di comorbilità con altre patologie. Ad esempio, l’autolesionismo, un fenomeno che è aumentato moltissimo”.
Vale anche per le malattie del nostro tempo: anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, sono sempre più presenti nell’immaginario collettivo, ma i connotati clinici faticano ancora a trovare residenza stabile e un “paesaggio" concreto.
Susan Sontag scriveva che “è quasi impossibile prendere residenza nel regno dei malati senza lasciarsi influenzare dalle sinistre metafore architettate per descriverne il paesaggio”. Vale anche per le malattie del nostro tempo: anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, sono sempre più presenti nell’immaginario collettivo, ma i connotati clinici faticano ancora a trovare residenza stabile e un “paesaggio" concreto.
Il Fondo cancellato
Tuttavia, l’emendamento votato dal Senato il 21 dicembre 2021 sanciva un passo in avanti con l’istituzione di un Fondo presso il Ministero della Salute di 25 milioni di euro (15 milioni di euro per il 2022 e 10 milioni per il 2023) dedicato all’apertura di centri specializzati e alla creazione di una rete di sostegno per pazienti e famiglie. Ma la Legge di Bilancio 2024 taglia il finanziamento e i centri di assistenza, già pochi e frammentati a livello regionale, rischiano la chiusura il 31 ottobre prossimo.
Le strutture sul territorio nazionale, secondo l’ultimo censimento al 2023, sono 126 di cui 112 pubbliche 14 appartenenti al settore del privato accreditato. 63 i centri al Nord (20 in Emilia-Romagna e 15 in Lombardia), 23 al Centro (di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria), 40 quelli distribuiti tra il Sud e le Isole (12 in Campania e 7 in Sicilia). “Ci sono regioni che hanno attivato degli ambulatori con questi fondi perché non avevano nulla: il Molise, l’Abruzzo, le Marche, la Campania, la Puglia. È stato assunto personale a termine che non potrà essere rinnovato”, commenta Dalla Ragione.
Ma cosa implica per una persona affetta da un disturbo alimentare interrompere le cure?
“L’interruzione delle cure è un elemento di aggravamento del quadro e significa lasciare i pazienti in balia di sé stessi. Quando si inizia un trattamento si instaura un rapporto di fiducia.
Non puoi dire a un paziente, dopo averlo a fatica convinto che questo sia il percorso giusto, che l’ambulatorio ora chiude.
Ci sono pazienti delicati che possono anche rapidamente avere un’evoluzione negativa”
Stefano Tavilla, co-fondatore della Fondazione Fiocchetto Lilla, spiega: “Le liste d’attesa si allungheranno e purtroppo si inizierà a pensare a una risoluzione della cura verso il basso. In quel contempo, la malattia va avanti. A quel punto la condizione di salute del paziente si aggrava e quando si è finalmente presi in carico la malattia non sarà più certificata da un percorso di guarigione, ma di raggiungimento di minimi obiettivi, che possono essere un particolare peso o la scomparsa di sintomi. Questo vuol dire che andiamo a creare una generazione di malati a lungo termine”.
I livelli essenziali di assistenza [L.E.A.]
È intanto in corso la revisione dei Lea (livelli essenziali di assistenza), ferma al 2017, e sono state fatte proposte dalle società scientifiche e dalle associazioni dei familiari, per inserire finanziamenti vincolati e permanenti per i Disturbi dell’alimentazione e della nutrizione e di allargare le prestazioni gratuite necessarie al monitoraggio della patologia, vista la complessità e la durata delle patologie.
“La nostra istanza è nata già con una manifestazione di piazza ad ottobre 2021, in pieno Covid – continua Tavilla - Attualmente su 21 regioni solo 9 hanno una rete completa.
Si finisce per peregrinare in Italia alla ricerca di un sistema di cura e si creano lunghe liste d’attesa.
L’inserimento nei L.e.a. permetterebbe a tutte le regioni di avere le risorse dedicate per creare una rete minima di cura che va dall’intercettazione del paziente in ambulatorio, alla comunità residenziale o all’ospedale”. Laura Dalla Ragione aggiunge: “Ci devono essere dei fondi vincolati per i disturbi alimentari, esattamente come per l’autismo.
Sono patologie dove il tasso di mortalità e molto alto e dove, essendoci una componente psichica e medica, la mortalità non è solo legata al suicidio (come avviene per le salute mentale), ma anche a conseguenze organiche”.
Dai disturbi alimentari si può però guarire. Ma, come conclude Laura Dalla Ragione: “Non c’è in letteratura un caso di remissione spontanea da queste patologie: non si guarisce senza cure.
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soul72 · 5 months
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Questa è la storia di un uomo affranto dal potere, dagli impegni, dalle responsabilità.
Pensavo, pensavo a quanti anni sono che non vado più a pescare…
mi piaceva così tanto andare a pescare, non sono più andato…
magari avevo delle cose più importanti da fare anche se in questo momento non saprei dire quali, non sono più andato!
abbiamo sempre delle cose più importanti da fare che non ci fanno stare bene, come se stare bene non fosse abbastanza importante…
io quando andavo a pescare per l’eccitazione mi svegliavo prima della sveglia anzi ero io che svegliavo la sveglia SVEGLIAAA!!!!
e sei lì che peschi e sei solo e se sei solo… sarai tutto tuo non pensi più a niente
non pensi al mutuo da pagare, non pensi alla guerra in corso…
non pensi al mutuo da pagare per mantenere la guerra in corso…
senti una voce gentile, una voce garbata
una voce che abbiamo sentito almeno tutti una volta nella vita, una voce di dentro una voce che ti dice…
uèh… uèh… uèhi… come sei fortunato!
come sono fortunato… come sono fortunato!
per me pescare è un lavaggio un battesimo
l’acqua del fiume se la lasci lavorare ti porta via tutti i tuoi pensieri e forse anche tutti i tuoi peccati, compreso il peccato originale che tra tutti i peccati è quello che più mi sta sulle balle è puro accanimento giudiziario…
l’acqua del fiume se la lasci lavorare ti lava via tutti i tuoi pensieri e forse anche tutti i tuoi peccati e ti rimette al mondo nuovo, ti sistema tutto
e allora ho pensato, a tutta la gente… paralizzata dal potere, diamogli una canna da pesca, diamogli la possibilità di stare con se stessi, aiutiamoli a dimenticare di essere indispensabili gli farà del bene, CI farà del bene! pescare, può sembrare una cosa piccola e banale però è un ritorno alle cose semplici, a quei fondamentali che stiamo perdendo
bene, pescare mi dava la grande occasione di sentire quella voce garbata, quella voce gentile, quella voce che ti dice…
ohh… come sei fortunato!
come sono fortunato, come sono fortunato!
come siamo fortunati… come siamo fortunati
però…
però io ogni volta che sento quella voce un pò mi vergogno e quasi mi imbarazzo…
allora ho pensato… dobbiamo essere messi proprio male, se ci vergogniamo di star bene…
forse è per questo che sono affranto, forse è per questo che non vado più a pescare, perchè mi fa paura sapere che volendo… VOLENDO…  posso stare bene.
Di Antonio Albanese
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art-emide · 11 months
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Siamo abituati a farci l'abitudine, a credere che tanto fa male uguale. Siamo abituati a stare in silenzio, a lasciar credere agli altri che siamo "cosi" perché non sanno ascoltare. Siamo abituati alla distribuzione delle colpe, a credere che non possiamo farci più niente e che le persone se ne vanno. Perché è questo che ci hanno lasciato: resti. Siamo abituati a farci l'abitudine, a stare per conto nostro perché ci si sente più al sicuro.
Stiamo perdendo cosi tanto talento, cosi tanta ispirazione perché le nostre crush sono più soli di quanto ci dicono, più fragili di quanto traspare. La loro corazza si costruisce di numeri, tendenze, vestiti firmati, mode. Sono dipendenze che nascono da debolezze cosi forti da annichilire il concetto stesso di forza. Bisogna innamorarsi dell'arte, non delle tendenze. Nel virtuale siamo in grado tutti di costruire un'immagine e una vita da invidiare. Corriamo velocissimo perché vogliamo i soldi, la fama, essere in tour, non fermarci mai, non avere mai paura e poi scadiamo a 22 anni.
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gonfiatalavena · 4 months
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Non siamo costretti a restare nella vita di nessuno e nessuno è costretto a restare nella nostra… Tuttavia, spesso, costringiamo noi stessi ad essere adeguamenti inauditi per non perdere qualcuno, per non sentire un vuoto o non vedere una porta chiudersi definitivamente. Ogni volta che ci obblighiamo a questo, dobbiamo essere consapevoli che abbandonando in un angolo ciò che eravamo, perdiamo un pezzo di noi stessi che non ritroveremo mai più. Ogni volta che accomodanti abbassiamo la testa per non perdere qualcuno, probabilmente stiamo perdendo i nostri lati migliori. Lati che muteranno definitivamente il nostro essere, fino giù… In fondo all'anima. E niente di ciò che cade a morire in fondo all'anima, torna mai indietro. Ricordiamocelo quando per troppo amore verso qualcuno, smettiamo di amarci. Silvia Nelli.
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ladydark75 · 8 months
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In un mondo dove apparire è più importante di essere… dove un volto indica più di un cuore… dove le parole sono leggerezza dinanzi alla volgarità… dove chi alza la voce vince su chi rimane in silenzio… dove un numero sulla bilancia indica quanto vali e il diametro della tua pancia quanto sei bello o bella… dove un’etichetta stabilisce quanto sei “normale” e una laurea quanto sei importante…. In una società che ci impone di essere eccellenti, esuberanti, sempre all’altezza, dannatamente perfetti, penso che stiamo perdendo di vista la bellezza delle cose imperfette. La perfezione non è ciò che vediamo ma ciò che amiamo. Fiera di essere così imperfetta, astratta e distratta. Sweet dreams 🌒
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cywo-61 · 1 year
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Siamo ancora capaci a rinunciare al cellulare?
Ci è voluto un guasto al cellulare per mettermi alla prova. Appartengo alla generazione che per prima a usato il PC per lavoro, metà degli anni '90 e i social non arrivarono prima del 2000 o giù di lì. Molti hanno rinunciato alle telefonate, scrivere lettere...quanto era bello aprire quella busta e far uscire tutte le emozioni o semplicemente aspettare di di tornare a casa per sentirsi con comodo. Solo gli ultra 50enni ricordano com'era prima della tecnologia invadente. Diciamo che amiamo la privacy, ma la maggior parte pubblica quasi tutto della vita privata senza rendersene conto. Pensiamo che saremo capaci a non usare il cellulare, per breve s'intende, ma abbiamo sempre un gesto automatico di ricerca verso la macchinetta infernale. Certo è comodo avere tutto a portata di clic, qualsiasi informazione, prenotazione e acquisto. Rischiamo però di isolarci sempre di più, stiamo perdendo il contatto visivo, a pelle, incontri e persino molti corteggiamenti avvengono on line... pochi sono disposti a incontrarsi poi veramente. Quante volte vedi persone allo stesso tavolo immersi ognuno nel proprio cellulare senza dialogare o guardarsi.
Quando sono andata all'assistenza per il guasto ho pensato che sarebbe stato un problema stare giorni senza cellulare. Non sei raggiungibile per il lavoro, per chi ti interessa e non ho neanche i numeri di telefono perchè sono rimasti tutti nel telefono. E invece... il lavoro attenderà che sono in ufficio, chi ho nel cuore aspetterà e non mi pesa non essere sempre raggiungibile. Si la prova l'ho superata. Certo si tratta di pochi giorni e sembra di essere tornata indietro nel tempo. E voi ci volete provare per pochi giorni?
P.S. la prima cosa che farò appena me lo ridanno sarà trascrivere tutti i numeri di telefono su una vecchia rubrica...la carta non tradisce mai.
cywo
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valium-a · 5 months
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La stanza è in disordine, noi disorientati da alcolici e droghe
Questa vita ci ha reso già tristi, così tristi da ambire alla morte
Non sarà un addio, chiudi gli occhi, torniamo felici
Mentre sale 'sta dose letale prendimi la mano, restiamo vicini
Non sarà un addio, il tuo sangue che si unisce al mio
Il dottore grida, "Li stiamo perdendo", ma già lo eravamo da tempo
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