#ci stiamo perdendo
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Tutti alla rincorsa della perfezione, della bellezza estetica. E l’abbronzatura, e le gambe perfette per l’estate, e i denti perfettamente dritti e bianchi all’inverosimile, e i capelli più lucenti del sole, e la pelle liscia come il culetto di un bambino.
Non so, ci stiamo perdendo le cose realmente belle ed importanti della vita.
Ci stiamo perdendo noi.
#bellezza#perfezione#la perfezione non esiste#abbronzatura#gambe perfette#pelle liscia#pensieri#pensieri tristi#frasi tumblr#citazione#sensibilità#citazioni tumblr#sono stanca#ci stiamo perdendo#pensieri confusi#perdersi#perdere la bussola#paura di perderti#paura di sbagliare#frasi malinconiche#malinconia#pensieri malinconici#amarezza#la vita#vita
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Non è indispensabile avere un periodo di merda per sentirsi full: push, chiamate, famiglia, lavoro, salute, msg, aspettative, fretta, ansie, tempo da controllare, gente che vuole venderti cose e ti parla sopra mentre parli, cose da fare, cose da vedere, da sentire, da sistemare, errori da evitare, cene, persone da incontrare, spesa da fare.
E questa è la media, la “normalità”. Quindi, sì, bisogna mettere dei confini, fra noi e le cose, anche fra noi e le persone. Fra noi e tutto quello che ci prende tempo senza darci abbastanza in cambio. E' anche vero che non tutto si può controllare e non tutto si può lasciare perdere. Che non tutto è importante.
La verità è che siamo sopraffatti dal TROPPO, dalle troppe parole, dalle troppe opinioni, dai troppi argomenti, dalle troppe persone, dalle troppe cose che non ci interessano e perfino dalle troppe cose che ci interessano...
Stiamo perdendo una delle cose piu' belle che la vita ci offre: stare bene da soli in compagnia della sola musica buona, che siano note, cose o persone..
@ilpianistasultetto
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Fai solo quello che ti nutre davvero. Il resto abbandonalo. Non perdere tempo con attività per te noiose, con persone che non riescono ad arricchirti, con situazioni fastidiose. Stai perdendo il tuo tempo. E con esso anche le energie. Le tue preziose energie vitali. Quelle che ti permettono di evolvere, di crescere, di comprendere. Ma se sono impegnate in altro come puoi trovare la tua via? Come puoi seguire la strada se sei stanco, triste, abbattuto, svuotato? Hai mai visto un cavaliere stanco della vita vincere la sua battaglia? Si vince se si è centrati, presenti, attenti e vitali. E per esserlo bisogna abbandonare ciò che non fa per noi. Anche se è la rassicurante ma paludosa abitudine, anche se ci fa sembrare egoisti, anche se va contro la recita che stiamo mettendo in atto da sempre. Segui ciò che ti appassiona, ciò che ti ricarica, quello che non ti stanca e tutto ciò che ti rapisce completamente e amorevolmente. Ubriacati delle tue passioni. Senza sensi di colpa, senza ragionamenti, senza alcun tipo di paura. Il mondo ha bisogno di persone vive, creative, vere. Non farti distrarre da notizie, eventi o persone che vogliono bloccare la tua vitalità imprigionandoti nella paura, nella vergogna o nella disperazione. Svegliamoci e andiamo nel mondo fieri, vigili ed entusiasti. Fai solo quello che ti nutre davvero. In modo spietato. Senza se e senza ma. Questa è la vera rivoluzione, dentro e fuori di noi. Elena Barnabè art on Pinterest ********************* Only do what truly nourishes you. Abandon the rest. Don't waste time with activities that are boring for you, with people who can't enrich you, with annoying situations. You're wasting your time. And with it also your energy. Your precious vital energy. The energy that allows you to evolve, to grow, to understand. But if they are busy with something else, how can you find your way? How can you follow the road if you are tired, sad, dejected, empty? Have you ever seen a knight tired of life win his battle? You win if you are centered, present, attentive and vital. And to be so, you have to abandon what is not for us. Even if it is the reassuring but swampy habit, even if it makes us seem selfish, even if it goes against the play we have always been putting on. Follow what you are passionate about, what recharges you, what does not tire you and everything that completely and lovingly captivates you. Get drunk on your passions. Without guilt, without reasoning, without any kind of fear. The world needs living, creative, real people. Do not be distracted by news, events or people who want to block your vitality by imprisoning you in fear, shame or desperation. Let's wake up and go into the world proud, alert and enthusiastic. Do only what really nourishes you. Ruthlessly. Without ifs and buts. This is the real revolution, inside and outside of us. Elena Barnabè art on Pinterest
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Non siamo costretti a restare nella vita di nessuno e nessuno è costretto a restare nella nostra.
Tuttavia, spesso, costringiamo noi stessi ad adeguamenti inauditi per non perdere qualcuno,
per non sentire un vuoto o non vedere una porta chiudersi definitivamente.
Ogni volta che ci obblighiamo a questo, dobbiamo essere consapevoli che abbandonando in un angolo ciò che eravamo, perdiamo un pezzo di noi stessi che non ritroveremo mai più.
Ogni volta che accomodanti abbassiamo la testa per non perdere qualcuno,
probabilmente stiamo perdendo i nostri lati migliori.
Lati che muteranno definitivamente il nostro essere, fino giù... In fondo all'anima.
E niente di ciò che cade a morire in fondo all'anima, torna mai indietro.
Ricordiamocelo quando per troppo amore verso qualcuno...
Smettiamo di amarci.
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La Giustizia
"Tutto chiede purezza"
"Dire la Verità", è un privilegio per pochi.
"Essere la Verità" stessa, è ancora più raro.
Appoggiare le nostre Maschere sul comodino e uscire nel Mondo senza bisogno di "nascondere" o "difendere", e senza sviluppare atteggiamenti di sfida, di rabbia, di bisogno di riconoscimento, è salute, è vitalità, è pienezza.
Offrire a se stessi il "permesso" per esprimere il proprio talento, per abbracciare la vita desiderata, per la piena e consapevole realizzazione della missione d'Anima, in coerenza e rispetto con la propria struttura fisica e psichica, è illuminazione.
Chi ama se stesso fin dentro le profondità, chi è onesto, sincero, integro e incorruttibile, non ha necessità di mentire, né di temere ritorsioni.
La Verità in Passato ci ha posto in condizioni "scomode".
Ma ci ha liberato dal dover "fingere" ciò che non eravamo e non potevamo essere, dall'obbligarci a compiacere gli altri, dalla triste e complessa dinamica delle alleanze e delle obbedienze.
Ci ha spogliati dalla "non Vita" che stavamo interpretando con così tanto ardore e inconsapevolezza.
Assecondare una Vita che non ci piace, accomodarci dentro alla "tranquilla" routine e sperare che prima o poi qualcuno venga a salvarci dalla nostra incoerenza, è tremendo.
Sentirsi vittime delle nostre stesse scelte, è velenoso.
Novembre ci invita a "dire la Verità".
Agli Altri in primis, ma soprattutto a noi stessi.
A vuotare il sacco. Fino in fondo.
A rinnovarci nell'onestà e nella trasparenza.
La Verità, espressa con chiarezza e amore, salverà il Mondo. Il nostro e, contestualmente, anche quello di chi ci cammina accanto.
Potrà non essere compresa o accolta con favore.
Ma è la Verità. E come tale apre una serie di ampie possibilità di crescita per tutti.
Basterà concedersi di esprimerla. E tutto cambierà.
Ma non sarà la nostra "parte vittima" a parlare. Sarà il Cuore.
Novembre ci guida all'atto finale delle nostre paure e reticenze.
Chiude "cicli di riverenza", "asservimenti al potere", "vittimismi", "timori di ritorsione", "bisogni di riconoscimento".
Chiude i "ricatti emotivi", gli "inchini", le "finte alleanze".
Rompe il silenzio e l'omertà dei "giusti".
Provoca partenze. Tante partenze.
Frantuma tutto ciò che non è retto dall'Onestà interiore.
Sconvolge.
Apre strade nuove. A volte perdendo nuovamente tutto, ma è un "perdere" voluto, partecipato, anelato.
Non è il "perdere della Vittima".
E' il coraggioso "perdere dell'Eroe" che ha ritrovato dentro se stesso la sua amata Itaca.
E la raggiungerà con tutti i mezzi. Dovesse pure ritrovarsi solo tra le onde del mare in burrasca.
Novembre ci stupirà. Ci lascerà assolutamente attoniti di fronte alla Potenza della nostra nuova Struttura Cristallina.
Ci regalerà attimi mozzafiato.
Ci trascinerà nel vortice del cambiamento repentino, veloce, inaspettato.
Faremo i conti con le subdole "bugie" che ancora ci raccontiamo.
E sarà bello vederle animarsi intorno a noi.
Gli Altri ne saranno la proiezione.
E noi sapremo perfettamente che stiamo guardando il nostro mancato coraggio, le nostre paure, le distorsioni che ancora ci impediscono di "cambiare scena".
E ce ne prenderemo carico. Per la prima volta "senza se e senza ma". Senza puntare il dito all'esterno. Senza distribuire colpe o recriminazioni. Senza aspettarci che l'Altro lo faccia per noi.
Con amore e riconoscenza. Con determinazione e forza d'animo.
Le vedremo danzare nel loro atto finale, le vedremo allontanarsi da noi come stormi di uccelli migratori, le saluteremo con la grazie e l'eleganza di chi sa che presto giungeranno nuove Primavere e nuove opportunità di "cambio direzionale".
Sarà bello e commovente. La Gratitudine inonderà i nostri occhi.
Si chiuderà un'Epoca interiore.
Lo sentiremo. Lo stiamo già sentendo.
Ultimi saluti. Ultimi abbracci.
E' tempo.
Fino ad aprile 2025, il nostro viaggio sarà dedicato a congedare persone e luoghi, ad accomiatare automatismi del Passato, a chiudere con parti di noi esaurite nella funzione evolutiva, a rischiarare la Verità dentro ai nostri passi.
E molto, molto ancora.
Ma un gradino alla volta.
La Terra si prepara all'ennesimo scossone. Stavolta si trascinerà via un bel po' di iniquità di Sistema. Attenti a dove mettete i piedi nei prossimi giorni.
Mirtilla Esmeralda
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Ma che mondo ci stiamo perdendo su facebook
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Siamo ancora capaci a rinunciare al cellulare?
Ci è voluto un guasto al cellulare per mettermi alla prova. Appartengo alla generazione che per prima a usato il PC per lavoro, metà degli anni '90 e i social non arrivarono prima del 2000 o giù di lì. Molti hanno rinunciato alle telefonate, scrivere lettere...quanto era bello aprire quella busta e far uscire tutte le emozioni o semplicemente aspettare di di tornare a casa per sentirsi con comodo. Solo gli ultra 50enni ricordano com'era prima della tecnologia invadente. Diciamo che amiamo la privacy, ma la maggior parte pubblica quasi tutto della vita privata senza rendersene conto. Pensiamo che saremo capaci a non usare il cellulare, per breve s'intende, ma abbiamo sempre un gesto automatico di ricerca verso la macchinetta infernale. Certo è comodo avere tutto a portata di clic, qualsiasi informazione, prenotazione e acquisto. Rischiamo però di isolarci sempre di più, stiamo perdendo il contatto visivo, a pelle, incontri e persino molti corteggiamenti avvengono on line... pochi sono disposti a incontrarsi poi veramente. Quante volte vedi persone allo stesso tavolo immersi ognuno nel proprio cellulare senza dialogare o guardarsi.
Quando sono andata all'assistenza per il guasto ho pensato che sarebbe stato un problema stare giorni senza cellulare. Non sei raggiungibile per il lavoro, per chi ti interessa e non ho neanche i numeri di telefono perchè sono rimasti tutti nel telefono. E invece... il lavoro attenderà che sono in ufficio, chi ho nel cuore aspetterà e non mi pesa non essere sempre raggiungibile. Si la prova l'ho superata. Certo si tratta di pochi giorni e sembra di essere tornata indietro nel tempo. E voi ci volete provare per pochi giorni?
P.S. la prima cosa che ho fatto appena me lo hanno ridato è stato trascrivere tutti i numeri di telefono su una vecchia rubrica...la carta non tradisce mai.
cywo
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" L'Unità dell' 11 giugno 1984, il giorno in cui il segretario del Pci sarebbe morto, ma non era ancora morto, aveva un titolo a grandi caratteri: Ti vogliamo bene Enrico. E poco sotto, c'era un editoriale firmato da Natalia Ginzburg, intitolato: L'uomo che conosciamo, in cui la Ginzburg dice che milioni di persone si chiedono se rimarrà in vita, se tornerà a casa, oppure no; però l'articolo comincia con il tempo presente e all'improvviso vira al tempo imperfetto. Per poi spiegare: «Se ho parlato di lui all'imperfetto, è perché penso che sulla scena politica italiana Berlinguer non potrà più essere presente». La Ginzburg sa che in ogni caso non potrà tornare quello di prima, ma Berlinguer morirà proprio in quelle ore, quando i lettori hanno appena letto L'uomo che conosciamo, che cerca di spiegare chi era quell'uomo che non ci sarà più.
«Da quando Berlinguer lotta con la morte in una stanza d'ospedale a Padova, milioni di persone in Italia pensano a lui con speranza e lagrime, non come si pensa a un personaggio politico o pubblico ma come si pensa a un essere che fa parte della nostra vita privata, un familiare o un amico la cui perdita sarebbe incolmabile». L'impatto emotivo della Ginzburg, nella sua scrittura semplice, diretta, è molto forte. Il linguaggio è quello di uno scrittore, lì dove il giornale e la politica usano di solito parole diverse. Ma le parole della Ginzburg sono precise perché spostano il discorso sul rapporto privato che le persone sentono di avere con Enrico Berlinguer; l'uomo pubblico per eccellenza, in quegli anni - in quei giorni, soprattutto - viene visto come un familiare che stiamo perdendo. In pratica, la Ginzburg, unendo sentimento privato e pubblico, svela che Berlinguer rappresentava già qualcosa al di là del Pci, qualcosa di più dell'appartenenza diretta. Rappresentava già quell'uomo di Stato che molti temevano diventasse, e che Moro aveva voluto tenere a bada per ragioni di opportunità, verso i democristiani e verso gli Stati Uniti. E invece Berlinguer sarebbe arrivato al cuore anche di chi non rappresentava. Cioè, al cuore di tutti. La Ginzburg spiega in anticipo e in poche parole la ragione di quell'abbraccio della gente, dei pianti e delle file per rendere omaggio. E in più spiega finalmente chi sono tutti. «A porsi queste domande incessanti non sono soltanto persone del suo partito, o di idee affini alle sue, ma sono persone varie, le quali hanno buttato via di colpo ogni concezione e idea politica, scoprendo che alla figura di Berlinguer avevano dato sempre un'ammirazione e un affetto di cui finora non si erano accorte». Se ha ragione Natalia Ginzburg, dentro quelle parole c'è la spiegazione del perché la natura di Berlinguer si esprimeva con il compromesso storico e non con l'alternativa democratica. Tutti vuol dire il Paese, e non soltanto il popolo comunista. "
Francesco Piccolo, Il desiderio di essere come tutti, Einaudi (collana Super ET), 2017; pp. 246-247.
[1ª edizione nel 2013 nella collana Supercoralli]
#Francesco Piccolo#Enrico Berlinguer#leggere#letture#letteratura italiana contemporanea#narrativa#citazioni letterarie#libri#politica italiana#etica#XX secolo#Prima Repubblica#Partito Comunista Italiana#PCI#L'Unità#sinistra#comunismo#Padova#antifascismo#Natalia Ginzburg#compromesso storico#alternativa democratica#democrazia#Aldo Moro#Bettino Craxi#intellettuali del '900#Il desiderio di essere come tutti#il più amato#Storia d'Italia#progressismo
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🔴 IL SISTEMA STA CROLLANDO...….😉
Segretario: Mio capo di Stato, non abbiamo più la situazione sotto controllo.
....Che cosa è successo?
Segretario: I nostri cittadini stanno cambiando.
....È impossibile!
Segretario: È proprio così. Stanno cominciando a ridere.
....Forse sono semplicemente impazziti per la disperazione?
Segretario: È improbabile. Credo che stiano tornando ad essere più felici.
...E i media? Ci sono solo cattive notizie, spero.....
Segretario: Sì, non c'è niente di peggio.
....E la gente è ancora di buon umore?
Segretario: Sì, l'umore è in aumento.
....E la guerra?
Segretario: Ne parliamo tutte le volte che possiamo.
....E i prezzi?
Segretario: Li aumentiamo sempre.
...E gli stipendi?
Segretario: Il minimo.
....E loro ridono ancora?
Segretario: Sì, immagina. Incredibile. Non solo, stanno iniziando a fare qualcosa.
...Ad esempio?
Segretario: Si stanno aiutando a vicenda.
....Cosa? Non si odiano più? E l'invidia?
Segretario: Hanno smesso di essere invidiosi.
.....Hanno già messo sul mercato nuovi dispositivi?
Segretario: Sì, ma nessuno li compra. La gente ha smesso di prendere prestiti. La situazione è diventata davvero critica.
....Forse un taglio degli stipendi?
Segretario: Una volta aiutava.
....Oppure mandate tutti in guerra.
Segretario: Scrivono che sono felici. Signore, stiamo perdendo persone. Cominciano a ridere sotto i nostri occhi. Il loro buon umore contagia gli altri e influisce negativamente sulla salute generale del Paese.
....Quali sono le conseguenze?
Segretario: La produttività aumenta, le persone scoprono capacità nascoste in loro stesse.
....Per esempio?
Segretario: Indipendenza. Non dipendono più dallo Stato.
....Che cosa significa? Non incolpano più lo Stato per tutti i loro problemi?
Segretario: No, non ci pensano più.
....Cos'altro sta succedendo?
Segretario: Sono emersi segni sospetti di una presa di coscienza positiva. Le persone cominciano a riunirsi e a creare qualcosa di nuovo.
.....Qualcosa di nuovo? - Batte i pugni sul tavolo - E il vecchio grigio? È meraviglioso.
Segretario: Non è più popolare. Siamo nei guai, signore, siamo finiti,
La gente conduce uno stile di vita sano,
iniziano a fare attenzione a ciò che mangiano, a mangiare sano. E i bambini non frequentano più le nostre scuole.
...,.Chi insegna loro adesso?
Segretario: Loro stessi. Per qualche motivo si vedono come creatori.
.....Dobbiamo aumentare il numero di sigarette.
Segretario: Nessuno le fuma.
....Perché?
Segretario: Non sembra più una cosa bella.
......Come mai?
Segretario: Tutti sono diventati creativi.
....Senza sigarette e creativi? E l'alcol?
Segretario: Non bevono più. Preferiscono bere acqua.
.....Bene, bene. Come li sistemiamo?
Segretario: Ormai è impossibile, signore. Non c'è più odio, non c'è più invidia, hanno smesso di odiare anche noi.
.....In queste circostanze, siamo impotenti......
(Autore sconosciuto ...da condividere ovunque)
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Non per amarlo, ma per amarci...
Dio creò l'uomo, ma si rese subito conto che da solo, sarebbe rimasta creazione fine a se stessa. Dunque creò anche la donna e li creò maschio e femmina. Lui ci ha creati, non per essere amato, bensì per amarci. Dio che è uno e trino, non può accontentarsi di amare una sola persona perchè il suo amore incondizionato è incontenibile, è un amore illimitato, infinito e incomprensibile per il genere umano. Lui ci ha amati per primo, ci ama sempre tutti e dall'alto della sua misericordia, ha lasciato a noi il libero arbitrio e la scelta libera se amarlo o no. Talmente è immensa la sua fiducia, che ha accordato al Nemico, il favore di regnare anch'egli sulla terra. Ha fatto affidamento su un maschio che diventasse uomo, ed una femmina che crescesse donna, conoscendo benissimo, il risultato finale. Ma ci ha lasciato ugualmente, la scelta tra il bene e il male, tra amore e odio e tra guerra e pace. Oggi il risultato è manifesto, e ce lo abbiamo sotto gli occhi a partire da noi stessi.
Ci ha regalato tutto il meglio secondo l'anima ed il discernimento d'ognuno. Nel suo "testamento" ci ha donato l'amore, nella misura delle capacità di amare per ciascuno. Ci ha lasciato scritto che la ricchezza, lecitamente acquisita non da diritti e che la povertà non è peccato ma un'ingiustizia sociale. Ci ha dato il sesso e la passione col suo corteggiamento, con i suoi preliminari e le sue emozioni, sesso quello facente parte dell'amore da goderne pienamente non nella pornografia o la prostituzione. Ci ha fatto conoscere l'amicizia e la fratellanza, la condivisione e l'empatia, ci ha fornito i doni e frutti dello spirito, l'autocontrollo e la decisione della felicità. Ci ha regalato, ci ha donato, ci ha lasciato e ci ha fatto, ma è tutto al presente già fino dal passato. Lui " È, era e sarà", Lui è: "Io sono" e vedeva e vede e vedrà sempre, come su un grande schermo, passato, presente e futuro come fosse adesso. Per Lui tutto è "Ora e adesso" e così sempre sarà per tutti i secoli dei secoli. Dunque godiamoci la vita ora, godiamoci l'amore adesso, godiamoci la felicità oggi, senza aspettare il domani che no, non ci appartiene.
Uno dei vantaggi legati ai momenti difficili è che ci avviciniamo a Dio tramite Gesù che è il nostro Salvatore e Amico. Tra le sue braccia cerchiamo sicurezza e tranquillità, ma troveremmo tanto di più. Egli ci ama d'un amore eterno e immutabile; ha molto da offrirci, e desidera aiutarci in tanti e tanti modi. Vuole passare tempo con noi e vuole averci sempre vicini, al suo fianco, per istruirci e renderci sempre di più simili a Lui. Non vediamo cosa ci stiamo perdendo, noi no, ma Lui si.
lan ✍️
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Memoria storica recente - promemoria appunto.
Chi ha ancora un minimo di memoria, non si affida solo ai giga e alla polemica politica giornalaia non ci casca, ricorda antefatti e perché del superbonus.
Con altri bonus, tipo il mitico "facciate", esso fu introdotto con tutti o quasi i partiti non contrari, mi par di ricordare, parallelamente e a bilanciamento del RdC. Come questo, ricade nel mazzo degli incentivi ai consumi (prima voce dei PIL dei paesi avanzati); rispetto all'assistenzialismo clientelare del RdC, era misura apparentemente più potabile, più "nordica" anche se keynesiana (incentivi pubblico-->privato = distorsione del mercato).
Il contesto era più tragico e urgente di quanto si ricordi: la necessità di una terapia choc, di defibrillare malato terminale "lo stiamo perdendo". La causa, terrorismo pandemico e lockdown demenziali, peggiori come effetti dei bombardamenti su Mariupol anche come numero di vittime.
In tale scenario tragico, il superbonus qualcosa ha prodotto: una scossa defribillante, un boost all'economia (cfr. crescita Pil). Potente ma keynesiano, quindi istantaneo, locale, profilo basso ma diffuso, efficace nell'ottica facce campà. Tant'è, solite misure viste e riviste, soliti sprechi necessari per non morire.
Ciò che ha provocato il salto di qualità rispetto ai disastri standard precedenti, ciò che ha reso il superbonus una catastrofe non è la misura in sé: sta nella burosaurofureria. Come i medici del SSN, i burocrati d'oggidì da Millennial sono mediamente ignoranti, non son capaci di scrivere regole e renderle efficaci, inefficienti non controllano, vagolano dietro ai computer solo per prendere lo stipendio.
Da inculatina standard chi ha dato ha dato, il superbonus è diventato gang bang record per i conti dello Stato.
Quindi, riassumiamo:
la causa: il terrorismo pandemico (senza dover risalire ai suoi perché "globali", fermiamoci all' hic et nunc) genera frenata del PIL da guerra mondiale,
l'effetto: "piano marshall de'noantri", fatto di cure locali e sintomatiche, distorsive e prive di controlli seri, più assistenzialismo a pioggia.
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Tre giorni fa mi sono svegliata con una notizia: Liam Payne è morto. Non mi sono scomposta più di tanto, abituata alle solite ‘fake news’. Poi però le notizie a riguardo aumentavano, e diventava sempre più una certezza. E mi si gela il sangue. Il primo pensiero è andato a te, alla mia Chiaretta,alla persona con la quale avrei condiviso questa notizia, e con la quale ho condiviso negli anni la stessa musica,il primo loro concerto a Milano, emozioni,sogni. Una lacrima mi riga il viso.
Inizio a leggere gli articoli,inizio a fare ricerche per capire cosa sia successo. Resto shockata. La mente fa un salto temporale, torno a 14 anni fa. Ricordo ancora i provini fatti ad X-factor,ricordo la formazione della band, i video diary che aspettavo ogni settimana, ricordo le risate e la piccola me che si sforzava di capire l’inglese.
Ricordo quella ragazzina, e il suo vissuto, e riaffiorano tutte quelle sensazioni, o forse non se ne sono mai andate, con il tempo e con l’età uno ha imparato solo a gestirle, ma certe ferite,certe cicatrici ti sono cucite addosso, te le porti per sempre.
Il tempo sembra essersi fermato, indosso le cuffiette,schiaccio play, chiudo gli occhi. Ho 11/12 anni, sono alle medie, e loro sono i miei compagni di vita. Ho sempre vissuto la musica a mille, come una cosa che ti appartiene e ti arriva da dentro, e cosa voi siete stati per me allora e cosa continuate ad essere oggi non si può spiegare. Ringrazio i miei genitori, per avermi fatto vivere quell’esperienza quel 28 giugno 2014, che mi ha dato così tanto. Ricordo ancora perfettamente ogni dettaglio, di quando all’uscita piangevo come una disperata, perché era stato tutto così bello e surreale, e da allora ho iniziato ad aspettare il prossimo. Poi quel 25 marzo 2015 Zayn lascia la band, e nel 2016 voi vi prendete una pausa. Da allora non ci sono più i One Direction, niente più musica. Sono passati 10 anni e ancora aspetto e ci spero.. come ricordo le riprese per girare il video del 1D day in rappresentanza dell’Italia e poi un’intera notte sveglia per potervi seguire in diretta dall’America conclusasi rigorosamente con un’english breakfast. Ricordo la fan page che creai: I’m a Directioner, che mi ha fatto conoscere tante persone, per assurdo prima era così semplice fare amicizia, eravamo una famiglia, ci riconoscevamo e sembrava conoscerci da chissà quanto , ricordo delle storie che pubblicavo su wattpad e su Efp fanfiction,dei raduni che facevamo. E di essere finita al tg, sopra una transenna a cantare allegramente. E non a caso il mio primo viaggio l’ho fatto in Inghilterra..
Chiaretta non c’è più da 6 anni, e ora Liam, sei volato via anche tu. Ma io lo so, che quando indosso quelle cuffie,e chiudo gli occhi, siamo di nuovo tutti insieme. Io e lei sotto a quel palco a cantare a squarciagola, guardarci e piangere ma felici come non mai, perché stiamo vivendo il nostro sogno, e voi 5 insieme su quel palco, a cantare le nostre canzoni preferite.
Ho temuto, che perdendo te, io debba dire addio a quella parte di me, così come ho dovuto dire addio a lei.. e invece no, vi prometto che non perderò mai questa parte di me,che custodisco gelosamente. Come mi batterò sempre per l’importanza di un’idolo, l’appartenenza ad un fandom.
Prima nato morto, poi con un solo rene, successivamente vittima di bullismo. Poi il successo, che ti travolge.
La salute mentale è alla base, e chiedere aiuto è la cosa più difficile, ed è così bizzarro di come tu stesso Liam sia stato l’ancora di salvezza di così tanti ragazzi.. io ancora non me ne capacito..
Sarai sempre una parte di me Payno, e ti vedo proprio lì accanto a lei.
Ci sentiamo tra le note. Oggi, da 14 anni e per sempre.
Infinitamente, e fieramente la directioner che è in me,forever ❤️
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Settembre* e cambiamenti, le due cose che ho sempre fatto fatica ad affrontare.
Quella di ora non è la solita routine, non sono i soliti respiri, la solita vita. È un po' come l'orario provvisorio a scuola, te lo ritrovi ma non sai quando cambia. E quando cambia ti fa schifo comunque e vorresti fosse diverso, ci metti un po' a tirarne fuori il meglio.
(Fa caldo e freddo ma voi avete già il piumone?)
Irma, la mia prima bici bolognese, ci ha abbandonato, ruggine e san pietrini hanno spezzato il manubrio..Benvenuta Bulma!
C. non fa altro che studiare cose vecchie e ne inizia veloce già di nuove. L'ansia è sempre tanta e a volte ci servirebbe più ossigeno, ma da Ottobre potrebbe essere tutto finito e finalmente lei potrebbe frequentare un'università che le piace davvero. Siamo dovuti tornare in Lombardia per due giorni..aiuto.
Vorrei solo vederla felice e fare tante giravolte, sono stati mesi difficili, grigi e incompresi.
La tesi è bellissima e io sono tanto fiero di lei!
P.s. ripetendo storia per l'esame con lei ora so l'epoca Giolitti molto bene, credo..
Ospitiamo a tempo indeterminato E., una sua amica storica che cerca casa per iniziare la magistrale qui a Bolo mentre finisce gli ultimi dettagli per la laurea. Stiamo strettini e stressatini in 3 in casa, ma sembra di essere in una sitcom e troviamo il modo di sdrammatizzare sempre.
Vediamo serie TV: "The Bear" e "OMITB".
Io a lavoro sto praticamente cambiando tutto, collegh3, servizi, orari, luoghi. Per coprire le ore faccio tutti i giovedì, venerdì e sabato notte..Inizio a sentire i 30 anni e mi fa male il ginocchio. 15 mila passi a serata oh..
(Cercate "Nottambula" su Instagram).
Rastignano è lontana ma ci arrivo in meno tempo che a Barca, c'è molto silenzio per le strade, beat* loro la notte.
Da Novembre dovrei lavorare con orari differenti e più stabili, sempre salvo casini dell'ultimo momento by Comune di Bologna.
A me e a C. rode tanto non riuscire a fare più vita sociale se non la solita passeggiata per la spesa o per mangiare qualcosa al volo, ci stiamo perdendo un po' di serate carine del weekend, Bologna va tanto veloce, come sempre. Ti riacciufferemo, occhio a te!
Siamo un po' dei fantasmi con amic3 e ci dispiace, prevedo seratine giochi da tavolo in casa e uscitine indie.
(Dobbiamo ancora fare la "serata proiettore", film da consigliare per serata trash tra amiki?)
Sto suonando e cantando un po' di più anche grazie a G., qualche ginseng di troppo mi farà schizzare il cuore, ma ne vale la pena per la musica. Da novembre spero di mollare il lavoro di notte, spararmi qualche jam in settimana e aiutarlo di più con la band, sento che sta andando meglio.
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Settembre è sempre stato così, "provvisorio".
Con l'asterisco.
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È bene che le persone aprano gli occhi sulla direzione che ha preso questo Governo di Destra.
Riprendo due articoli comparsi sulle pagine di Repubblica negli ultimi cinque giorni.
Più disturbi alimentari e meno fondi dal governo: “Lasciano sole le Regioni”
LA TESTIMONIANZA
“Io, madre di un’anoressica, vi dico che questo governo se ne frega dei più deboli”
di Caterina Giusberti
Niente più fondi per i disturbi alimentari che riguardano 4 milioni di italiani: “E’ la seconda causa di morte tra i ragazzi, senza sostegno sono perduti”
«Queste non sono devianze, sono malattie psichiatriche gravi. Queste ragazze e questi ragazzi non hanno più voglia di vivere, si trasformano. Senza la rete sui disturbi alimentari dell’Emilia-Romagna la mia famiglia sarebbe stata persa. Ma a questo governo dei fragili, dei deboli, non importa nulla: si vede dalle scelte che fanno». Claudia è mamma di una ragazza di 17 anni che si ammalata di anoressia a luglio 2020, in piena pandemia. All’improvviso al mare non voleva più mangiare il gelato, a cena litigava con la forchetta, sminuzzava tutto, ha iniziato a pesare sempre meno.
La situazione è precipita in pochi mesi, a ottobre 2020 ha vissuto il primo di una serie di ricoveri salva-vita. «E ne stiamo uscendo, faticosamente, adesso», dice Claudia.
Per un periodo sua figlia è stata seguita anche dal centro Gruber. «Ma i posti in residenza erano pieni - racconta - quindi ci avevano prese in day hospital: io la portavo tutti i giorni alla mattina e la andavo a prendere la sera. Dopo un po’ però ci dissero che non era il posto per lei, perché era troppo grave, stava perdendo troppo peso. Così alla fine abbiamo trovato posto a Parma, in una struttura residenziale che si chiama Il Volo». Sua figlia c’è rimasta nove mesi. «Quando è arrivata lì non mangiava niente, pesava 37 chili. Poi lentamente, piano piano, hanno iniziato a farle riprendere un pochettino di peso. Col tempo ha iniziato a potere uscire un po’ e alla fine è tornata a casa». Ma ancora adesso è seguita da uno psicologo, un dietista e un neuropsichiatra. In casa, a ogni pasto, misuriamo quello che mangia con la bilancia o con un mestolo. La rassicura sapere che lo facciamo», spiega Claudia
Sapere del taglio del fondo nazionale sui disturbi alimentari l’ha molto allarmata. «Penso a mia figlia che ha ancora bisogno di essere seguita - prosegue - Ma penso anche chi ha un ragazzo o una ragazza che precipita in questo problema oggi. Senza una rete di sostegno sei perso. Il rischio al quale esponi i tuoi figli è elevatissimo. È la seconda causa di morte per i ragazzi in Italia, dopo gli incidenti stradali. Servono risorse strutturali, stabili, sicure».
Disturbi alimentari, rete di cura più fragile
di Jessica Muller Castagliuolo
Le strutture dedicate alla cura dei disturbi alimentari e della nutrizione in Italia sono 126, frammentate a livello regionale. Senza il finanziamento molte rischiano la chiusura
Negoziare una tregua. Fermarsi prima che sia troppo tardi.
È complesso quando teatro di battaglia politiche è il proprio corpo che, chilo dopo chilo, finisce per identificarsi con la malattia che lo divora. Un percorso feroce, che svuota o sedimenta troppo. A camminare su questo filo sospeso sono sempre più ragazze e ragazzi che dai disturbi alimentari stanno cercando di uscire. Un grido collettivo che proviene da corpi silenziosi, la cui traccia evapora davanti a uno specchio.
Nel riflesso, l’immagine di un’epidemia: i disturbi alimentari sono la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali.
Oltre 3 milioni le persone prese attualmente in carico in Italia.
“Oggi il disturbo prevalente è la bulimia nervosa. I disturbi mutano rapidamente perché sono collegati a contesti culturali e sociali del nostro tempo. Sono sofferenze profonde, c’è un desiderio di morte dentro”. Laura Dalla Ragione, direttrice della Rete disturbi alimentari Usl 1 dell’Umbria, ci racconta che negli ultimi anni la situazione è cambiata, non solo per l’aumento dei casi, che dai 680.456 del 2019 sono cresciuti di un milione nel 2023, per arrivare a 1.680.456, “a cambiare è la psicopatologia: in questo momento i quadri dei disturbi alimentari puri sono il 40%, il 60% sono invece quadri di comorbilità con altre patologie. Ad esempio, l’autolesionismo, un fenomeno che è aumentato moltissimo”.
Vale anche per le malattie del nostro tempo: anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, sono sempre più presenti nell’immaginario collettivo, ma i connotati clinici faticano ancora a trovare residenza stabile e un “paesaggio" concreto.
Susan Sontag scriveva che “è quasi impossibile prendere residenza nel regno dei malati senza lasciarsi influenzare dalle sinistre metafore architettate per descriverne il paesaggio”. Vale anche per le malattie del nostro tempo: anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, sono sempre più presenti nell’immaginario collettivo, ma i connotati clinici faticano ancora a trovare residenza stabile e un “paesaggio" concreto.
Il Fondo cancellato
Tuttavia, l’emendamento votato dal Senato il 21 dicembre 2021 sanciva un passo in avanti con l’istituzione di un Fondo presso il Ministero della Salute di 25 milioni di euro (15 milioni di euro per il 2022 e 10 milioni per il 2023) dedicato all’apertura di centri specializzati e alla creazione di una rete di sostegno per pazienti e famiglie. Ma la Legge di Bilancio 2024 taglia il finanziamento e i centri di assistenza, già pochi e frammentati a livello regionale, rischiano la chiusura il 31 ottobre prossimo.
Le strutture sul territorio nazionale, secondo l’ultimo censimento al 2023, sono 126 di cui 112 pubbliche 14 appartenenti al settore del privato accreditato. 63 i centri al Nord (20 in Emilia-Romagna e 15 in Lombardia), 23 al Centro (di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria), 40 quelli distribuiti tra il Sud e le Isole (12 in Campania e 7 in Sicilia). “Ci sono regioni che hanno attivato degli ambulatori con questi fondi perché non avevano nulla: il Molise, l’Abruzzo, le Marche, la Campania, la Puglia. È stato assunto personale a termine che non potrà essere rinnovato”, commenta Dalla Ragione.
Ma cosa implica per una persona affetta da un disturbo alimentare interrompere le cure?
“L’interruzione delle cure è un elemento di aggravamento del quadro e significa lasciare i pazienti in balia di sé stessi. Quando si inizia un trattamento si instaura un rapporto di fiducia.
Non puoi dire a un paziente, dopo averlo a fatica convinto che questo sia il percorso giusto, che l’ambulatorio ora chiude.
Ci sono pazienti delicati che possono anche rapidamente avere un’evoluzione negativa”
Stefano Tavilla, co-fondatore della Fondazione Fiocchetto Lilla, spiega: “Le liste d’attesa si allungheranno e purtroppo si inizierà a pensare a una risoluzione della cura verso il basso. In quel contempo, la malattia va avanti. A quel punto la condizione di salute del paziente si aggrava e quando si è finalmente presi in carico la malattia non sarà più certificata da un percorso di guarigione, ma di raggiungimento di minimi obiettivi, che possono essere un particolare peso o la scomparsa di sintomi. Questo vuol dire che andiamo a creare una generazione di malati a lungo termine”.
I livelli essenziali di assistenza [L.E.A.]
È intanto in corso la revisione dei Lea (livelli essenziali di assistenza), ferma al 2017, e sono state fatte proposte dalle società scientifiche e dalle associazioni dei familiari, per inserire finanziamenti vincolati e permanenti per i Disturbi dell’alimentazione e della nutrizione e di allargare le prestazioni gratuite necessarie al monitoraggio della patologia, vista la complessità e la durata delle patologie.
“La nostra istanza è nata già con una manifestazione di piazza ad ottobre 2021, in pieno Covid – continua Tavilla - Attualmente su 21 regioni solo 9 hanno una rete completa.
Si finisce per peregrinare in Italia alla ricerca di un sistema di cura e si creano lunghe liste d’attesa.
L’inserimento nei L.e.a. permetterebbe a tutte le regioni di avere le risorse dedicate per creare una rete minima di cura che va dall’intercettazione del paziente in ambulatorio, alla comunità residenziale o all’ospedale”. Laura Dalla Ragione aggiunge: “Ci devono essere dei fondi vincolati per i disturbi alimentari, esattamente come per l’autismo.
Sono patologie dove il tasso di mortalità e molto alto e dove, essendoci una componente psichica e medica, la mortalità non è solo legata al suicidio (come avviene per le salute mentale), ma anche a conseguenze organiche”.
Dai disturbi alimentari si può però guarire. Ma, come conclude Laura Dalla Ragione: “Non c’è in letteratura un caso di remissione spontanea da queste patologie: non si guarisce senza cure.
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Non siamo costretti a restare nella vita di nessuno e nessuno è costretto a restare nella nostra. Tuttavia, spesso, costringiamo noi stessi ad adeguamenti inauditi per non perdere qualcuno, per non sentire un vuoto o non vedere una porta chiudersi definitivamente. Ogni volta che ci obblighiamo a questo, dobbiamo essere consapevoli che abbandonando in un angolo ciò che eravamo, perdiamo un pezzo di noi stessi che non ritroveremo mai più. Ogni volta che accomodanti abbassiamo la testa per non perdere qualcuno, probabilmente stiamo perdendo i nostri lati migliori. Lati che muteranno definitivamente il nostro essere, fino giù... In fondo all'anima.
E niente di ciò che cade a morire in fondo all'anima, torna mai indietro...
Ricordiamocelo quando per troppo amore verso qualcuno.
Smettiamo di amarci.
Silvia Nelli
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Questa è la storia di un uomo affranto dal potere, dagli impegni, dalle responsabilità.
Pensavo, pensavo a quanti anni sono che non vado più a pescare…
mi piaceva così tanto andare a pescare, non sono più andato…
magari avevo delle cose più importanti da fare anche se in questo momento non saprei dire quali, non sono più andato!
abbiamo sempre delle cose più importanti da fare che non ci fanno stare bene, come se stare bene non fosse abbastanza importante…
io quando andavo a pescare per l’eccitazione mi svegliavo prima della sveglia anzi ero io che svegliavo la sveglia SVEGLIAAA!!!!
e sei lì che peschi e sei solo e se sei solo… sarai tutto tuo non pensi più a niente
non pensi al mutuo da pagare, non pensi alla guerra in corso…
non pensi al mutuo da pagare per mantenere la guerra in corso…
senti una voce gentile, una voce garbata
una voce che abbiamo sentito almeno tutti una volta nella vita, una voce di dentro una voce che ti dice…
uèh… uèh… uèhi… come sei fortunato!
come sono fortunato… come sono fortunato!
per me pescare è un lavaggio un battesimo
l’acqua del fiume se la lasci lavorare ti porta via tutti i tuoi pensieri e forse anche tutti i tuoi peccati, compreso il peccato originale che tra tutti i peccati è quello che più mi sta sulle balle è puro accanimento giudiziario…
l’acqua del fiume se la lasci lavorare ti lava via tutti i tuoi pensieri e forse anche tutti i tuoi peccati e ti rimette al mondo nuovo, ti sistema tutto
e allora ho pensato, a tutta la gente… paralizzata dal potere, diamogli una canna da pesca, diamogli la possibilità di stare con se stessi, aiutiamoli a dimenticare di essere indispensabili gli farà del bene, CI farà del bene! pescare, può sembrare una cosa piccola e banale però è un ritorno alle cose semplici, a quei fondamentali che stiamo perdendo
bene, pescare mi dava la grande occasione di sentire quella voce garbata, quella voce gentile, quella voce che ti dice…
ohh… come sei fortunato!
come sono fortunato, come sono fortunato!
come siamo fortunati… come siamo fortunati
però…
però io ogni volta che sento quella voce un pò mi vergogno e quasi mi imbarazzo…
allora ho pensato… dobbiamo essere messi proprio male, se ci vergogniamo di star bene…
forse è per questo che sono affranto, forse è per questo che non vado più a pescare, perchè mi fa paura sapere che volendo… VOLENDO… posso stare bene.
Di Antonio Albanese
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