#chi paga
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turuin · 1 year ago
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Quindi ora se rebloggo qualcosa il mio avatar non si vede più, grazie tumblr per l'ennesimo update che non mi aiuterà a capire chi cazzo sto leggendo più in bacheca, 'tacci vostri.
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viviween · 23 days ago
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Chi rompe, paga! ❥
Spetta ai più anziani rimettere a posto questo Paese: troppo comodo pretendere, dai più giovani, che essi puliscano dove i più vecchi hanno cagato.
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I giovani non sono responsabili del mondo che ereditano: chi rompe paga, eh, cazzo!
La gioventù è fatta per essere goduta: non ritorna.
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feelingcomplet · 6 months ago
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Uma dívida de sangue deve ser paga com sangue.
( Shang Chi )
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che fatica che fatica CHE FATICA
la cosa che mi da più fastidio è se sono stanca/se ho fame la mia performance fa schifo! E CHI L'AVREBBE MAI DETTO! VOGLIO UNA PERFORMANCE PERFETTA SEMPRE! SCHIAVI DEL SISTEMA! SISTEMA CHE PAGA SOLO CHI SI SCHIAVIZZA GESU CRISTO IDDIO.
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im-tryingtoloveyou · 2 years ago
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Handanovic living his best life da quando siede in panchina
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falcemartello · 4 months ago
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Nessuno "paga le pensioni" a nessuno.
Se credete a questa formula siete completamente avviluppati nella truffa della Narrazione di Stato anche peggio di quelli che pensano che le tasse paghino i servizi.
L' INPS possiede il 5% di Bankitalia...quindi può creare moneta dal nulla ( moneta fiat) e pagare le pensioni.
Chi dice che non ci sono i soldi mente sapendo di mentire.
Provate a fare una ricerca e non solo chi dice "non ci sono i soldi" ma anche chi dice "se tu non versi io non percepirò..."
Infatti, oramai sono propenso a credere che questo sistema sia volutamente vessatorio atto a succhiare l' energia vitale degli uomini.
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palmiz · 21 days ago
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Avere più condanne, un procedimento in corso, fa' curriculum in Italia, anche grazie a chi l'ha sostenuta e votata.
Vallo a spiegare ai miei figli che essere onesti "paga"...
Oltre al comportamento discutibile in aula, fa le sue dichiarazioni senza contraddittorio e senza rispondere ai colleghi del parlamento europeo; spirito democratico ai massimi livelli.
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abr · 1 month ago
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Così parlò l'uomo Volvo, azienda 100% CINESE dal 2010.
Ovviamente i poveri wokerelli di Open si guardan bene dal chiarirlo. Parla uno di loro, quelli che si credono sapientoni avanti pro ambiente. In realtà è proprio uno di loro: un venduto arretrato ambientalista 1.0 cioè un devastatore colonialista schiavista e in più sparaballe, pàrdon "narrative".
Pronuncia perle pura propaganda del tipo: "Noi spesso semplifichiamo dicendo che in Cina le cose costano poco perché non pagano i lavoratori, ma non è così. Lì, negli ultimi vent’anni, c’è stato un investimento enorme su tutta la filiera delle auto di ultima generazione (e per forza: se no rimanevano a copiar giocattoli di plastica, fatti male e tossici come quello che fanno adesso, ndr). Le rinnovabili da loro crescono molto più che in Europa (grandissima balla: restano il paese emettitore assoluto nr.1 al mondo, caxxi loro se sono tanti, ndr)...».
Poi crolla come un woke qualunque: a domanda: "Allora gli incentivi all’acquisto servirebbero a poco", lo sciagurato svicola come segue: «La vera svolta arriverà quando riusciremo a convincere le persone ad abbracciare queste tecnologie (è un problema di arretratezza tutto nostro, capito? ndr).
E procede imperterrito: «È vero, non basteranno più cinque minuti per fare il pieno (eufemismo, ndr) ma c’è il vantaggio, per chi può, di ricaricare l’auto anche a casa con prezzi infinitamente più bassi di benzina e diesel». Infinitamente più bassi ma dove? Anche "chi può", se ricarica l'auto, s'asciuga tutta la autoproduzione fv e deve comperarsi energia elettrica per la casa, come un comune mortale. Senza contare che "chi può", se solo avesse due auto elettriche in casa, non potrebbe più. E non parliamo di condomini! Se invece si usano le colonnine pubbliche di ricarica, si paga l'energia come il gasolio. Quindi è un falso boja faus. ndr. 
Impererrito prosegue (del resto, il livello del'audience aiuta): «Il racconto andrebbe un po’ cambiato, le persone andrebbero tranquillizzate (riecco l'arma woke per eccellenza: propaganda propaganda, ndr). E soprattutto va invertito il discorso sul grande spauracchio secondo cui se andiamo verso l’elettrificazione creiamo disoccupazione. È vero il contrario».
Ve lo dico: in casa abbiamo fin di peggio di Tavares.
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lady--vixen · 2 months ago
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"non un euro dei cittadini italiani è stato mai speso in questa vicenda"
ma chi cazzo te lo paga lo stipendio, scusa?
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angelap3 · 1 month ago
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Il bello e il brutto della vita 👇
Chi lavora 12 ore al giorno: “NON HA UNA VITA”
Lavora 6 ore: “NON AVRÀ MAI NULLA NELLA VITA”
Non lavora: “FANNULLONE”
Vive con i genitori: “MANTENUTO”
Ha due lavori: “STA RUBANDO IL POSTO A CHI NE HA BISOGNO”
È imprenditore: “È UN SFRUTTATORE”
Dipendente: “VIVE PER ARRICCHIRE IL SUO CAPO”
Paga l’affitto: “STA BUTTANDO VIA I SUOI SOLDI”
Casa di proprietà: “NON LA FINIRÀ MAI DI PAGARE”
Ha una macchina nuova: “CHE RIDICOLO, COMPRATI UNA CASA”
Beve: “ALCOLIZZATO, SPENDI MEGLIO I TUOI SOLDI”
Non ha una macchina: “CHE RIDICOLO, COMPRATENE UNA”
Ha una macchina vecchia: “NON HA I SOLDI NEMMENO PER UNA MACCHINA NUOVA”
Ha una macchina nuova: “DI SICURO STA FACENDO QUALCOSA DI LOSCO, E NON È NEMMENO SUA, LA DEVE ANCORA PAGARE”
Viaggia: “NON HA IMPEGNI NELLA VITA”
Non viaggia: “NON SA GODERSI LA VITA”
Resta a casa: “DEPRESSO, NOIOSO”
Esce tutti i fine settimana: “LA SUA VITA È VUOTA, TUTTE APPARENZE”
Pubblica una foto: “VUOLE ATTIRARE L'ATTENZIONE”
Non pubblica niente: “STA SICURAMENTE FACENDO QUALCOSA DI SBAGLIATO”
Single: “NESSUNO LO VUOLE”
In una relazione: “VEDIAMO QUANTO DURA”
È sincero: “NON SA COME TRATTARE LE PERSONE”
Non potrai mai rendere tutti felici. Per questo, finché stai bene con te stesso, lascia che il mondo vada come vuole. Ricorda che la vita è solo un viaggio, non una gara. Quindi vivi e lascia vivere.
Piccole Storie
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raffaeleitlodeo · 17 days ago
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Discorso tenuto da Daniele Leppe davanti al papa nella Basilica San Giovanni in Laterano, in data 25 ottobre 2024.
Ringrazio Sua Santità e ringrazio il Vicariato di Roma per questa opportunità unica. Nel ringraziarLa Le rappresento una realtà invisibile, quella di una trincea dove anche Dio ha abbandonato tutti.
Credo di essere la persona meno adatta a raccontare il disagio che vivono le nostre periferie.
Nella vita di tutti i giorni faccio l’avvocato. Sono nato in un quartiere popolare di Roma, figlio di un impiegato e di una casalinga, una famiglia semplice che mi ha dato la possibilità, con molto sacrificio, di studiare. Per questo ho deciso di restituire ai quartieri dove sono nato e cresciuto un po’ della fortuna che ho avuto. Ho messo a disposizione la mia professionalità per aiutare le persone più semplici, gli ultimi quei dannati che non sanno di esserlo, gli abitanti dei quartieri popolari di questa città, troppo spesso dimenticati, che troppo spesso tornano ad essere cittadini come gli altri solo in occasione delle campagne elettorali.
Al di fuori della mia attività lavorativa, esercito il mio volontariato professionale in due quartieri difficili di Roma: Tor bella monaca e il Quarticciolo.
Il primo, nato nei primi anni ‘80, rappresenta l’ultimo intervento di edilizia pubblica fatto nella capitale, che doveva essere un quartiere modello e che, invece, è diventato il terzo carcere a cielo aperto della capitale: ci vivono ben 800 persone agli arresti domiciliari.
Il secondo, il Quarticciolo, anch’esso ultimo quartiere popolare edificato, ma questa volta durante il fascismo, negli anni 40, che è rimasto tale e quale a 80 anni fa.
A Tor bella monaca collaboro con l’associazione Tor Più Bella di Tiziana Ronzio; una donna che da sola combatte una lotta senza sconti, e per questo paga lo scotto dell’isolamento umano, contro gli spacciatori, che dispensano la vita e la morte in quel quartiere. Tiziana è riuscita, da sola, a liberare dal controllo della criminalità organizzata il suo palazzo, in via santa Rita da Cascia, con un effetto domino su tutto il comprensorio di case che costeggiano la via.
Ha lottato per i suoi figli e per le persone che vivono nel suo palazzo, e per questo paga un prezzo altissimo.
Vive sotto scorta ogni ora della sua giornata perché la sua vita è in pericolo. Non può uscire da sola nel quartiere. Riceve continue minacce da parte della criminalità organizzata mentre le Istituzioni non riescono ad andare al di là di una solidarietà formale.
Non sappiamo nemmeno quante persone abitino in quel quartiere.
Le statistiche parlano di 28000 persone, ma poiché molti degli immobili pubblici sono occupati, i dati non corrispondono alla situazione reale. Nel quartiere ci sono 14 piazze di spaccio. Gli spacciatori, il primo datore di lavoro del quartiere, pagano le vedette, i pusher; le famiglie che nascondono la droga nel proprio appartamento, corrompono l’anima dei giovani e privano le persone di un futuro dignitoso.
C’è una presenza altissima di ragazze madri con figli nati da relazioni diverse, con mariti ristretti in carcere. Di anziani disabili. Di povertà, educativa e alimentare. Accanto a un tessuto sociale straordinario colpisce, nell’anno giubilare, l’assenza delle Istituzioni, che intervengono nel quartiere solo come forza repressiva e per questo sono viste come nemiche, incapaci di comprendere il disagio e le difficoltà di chi vive nella povertà.
Sembra di assistere ad una sorta di tacito patto sociale in questa città.
Nei quartieri poveri della capitale viene lasciata vita facile alla criminalità organizzata più invadente, per consentire agli abitanti della Roma bene di vivere in tranquillità.
La mia attività, in realtà, non è tanto giuridica: il più delle volte mi occupo di collegare i fili immaginari fra i poveri diseredati e le Istituzioni, per risolvere problemi che altrove sarebbero semplici, ma che in condizioni di povertà diventano insormontabili.
Le condizioni di degrado umano, abiezione, povertà, sono indicibili.
Donne che vendono il proprio corpo per comprare la droga, genitori in mano ad usurai per pagare i debiti contratti dai figli, bambini che crescono con i nonni, famiglie distrutte dalla droga e dalla povertà.
Quattro mesi fa ho partecipato ad una messa tenutasi in ricordo di un bimbo morto nel quartiere a causa dei ritardi nei soccorsi provocati dalla rottura di un ascensore e di una ragazza morta investita lungo via di Torbellamonaca.
La messa si teneva di domenica mattina, dietro la famigerata R5, un complesso popolare situato in via dell’Archeologia attualmente in ristrutturazione. Per entrare nel complesso ho contato 4 ingressi. Ognuno di questi ingressi era presidiato da spacciatori che, come in una sorta di confine immaginario, segnano l’ingresso fra il dentro e il fuori. Questo accadeva in pieno giorno, senza alcun imbarazzo, a pochi chilometri da qui.
Quando iniziai a lavorare nel quartiere ho conosciuto una donna che viveva prigioniera degli spacciatori. Il figlio aveva contratto un debito con uno di essi. Non riuscendo a pagarlo, è fuggito. Alla madre hanno bruciato l’attività imprenditoriale per vendetta. Non sa dove è andato a vivere il figlio e non vuole saperlo. Lo fa per proteggerlo. Lo sente solo con telefoni usa e getta. Lei continua a vivere nello stesso quartiere dove è cresciuto il figlio e dove riceve le minacce dei criminali per il debito contratto del figlio. Sembra un altro mondo. Siamo a 10 km da San Giovanni. Non sembra di essere in un paese ricco, in una democrazia liberale.
Il Quarticciolo, invece, è l’esempio dell’abbandono pubblico - né più né meno come Tor bella monaca - e della capacità delle persone di reagire, costruendo una speranza concreta per i più poveri.
Li collaboro con un’associazione; Quarticciolo ribelle, composta da ragazzi e ragazze che, finita l’università, hanno deciso di andare a vivere in quel quartiere, cui si dedicano giorno e notte.
Anche il Quarticciolo è una nota piazza di spaccio di Roma.
Come tutti i quartieri di edilizia popolare, la povertà economica e sociale e l’abbandono del patrimonio pubblico da parte delle Istituzioni costituiscono l’humus ideale per la proliferazione della criminalità.
In quel quartiere gli spacciatori smerciano la loro roba seduti su comode sedie agli angoli delle strade, in particolare vendono crack, che trasforma i ragazzi che ne fanno uso, in zombie che girano come morti per il quartiere. È un quartiere dove la polizia di Roma capitale ha paura ad entrare e ha bisogno di un parcheggio privato per i propri poliziotti per evitare che le macchine siano vandalizzate, dove gli spacciatori minacciano gli operai delle ditte dell’Ater in occasione dei interventi per la manutenzione degli stabili, e tanto altro ancora.
I ragazzi di Quarticciolo Ribelle costruiscono, invece, giorno per giorno, un’alternativa possibile, con il loro esempio e con le loro attività.
Nel quartiere hanno realizzato una palestra popolare dove i bambini e le bambine sono seguiti, direi accuditi, e tenuti fuori da ambienti malsani.
I familiari i che non possono permetterselo, non pagano rette. Questi ragazzi, che come detto si sono soprannominati Quarticciolo Ribelle, hanno organizzato il doposcuola per i bambini.
Hanno creato, nel deserto, un ambulatorio sociale che interviene laddove lo Stato arretra.
Cercano di creare lavori, fornendo un’alternativa concreta, con un birrificio, una stamperia.
Come dicono loro, dove tutto chiude, noi apriamo.
Supportano le famiglie nei colloqui con i servizi sociali e nei colloqui scolastici.
Collaborano con l’università nell’immaginare un possibile alternativa.
Coprono buchi.
Danno ovviamente fastidio. Innanzitutto alla criminalità, che prospera laddove è maggiore il bisogno. Ma anche alle Istituzioni. Sono sentinelle attive che denunciano, senza sconti, le loro mancanze, le loro lacune.
Raccontano di come i prezzi delle case, sempre più insostenibili, allontano i poveri dalla loro città, trasformata in una Disneyland per ricchi e turisti.
Collaboro con associazioni scomode con problematiche insostenibili.
Perché la povertà e l’abbandono sono scomode.
È più facile costruire una cancellata, un recinto, un ghetto, per occultare la realtà che dare risposte concrete ai bisogni dei poveri.
Con tristezza infinita sono costretto a constatare che gran parte degli interventi pubblici delle Istituzioni per onorare il giubileo, nato anche per la promozione della dignità di ogni persona e per il rispetto del creato, non siano stati investiti e utilizzati per dare dignità agli abitanti più sfortunati della nostra città ma per rendere più comodi, belli e sicuri i quartieri bene della Città Santa che santa non può essere se non apre gli occhi sulle povertà diffuse che la popolano.
#roma
#giubileo
#periferie
#realtà_vs_belleparole
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ilpianistasultetto · 6 months ago
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Economia -Lesson two
Vi spiego, in parole povere, come funziona il mondo Taxi in Italia. I comuni emettono licenze Taxi che assegnano, gratuitamente, seguendo una graduatoria per titoli (quasi sempre appannaggio di figli, mogli o parenti di chi e' gia' tassista o sta dentro quel mondo) Insomma, come primo atto, i comuni regalano a una minoranza di cittadini, 150mila euro (valore medio di una licenza sul mercato quando il tassista la vende). Una volta avuta una licenza, come succede per tutte le attivita' commerciali o artigiane, il tassista dovrebbe iscriversi in camera di commercio, inail, inps e partita iva, come devono fare tutte le imprese commerciali e artigiane di questo Paese. Invece i tassisti che fanno? Hanno costituito, nel tempo, delle cooperative di lavoro; conferiscono le loro licenze alla cooperativa e ne diventano dipendenti. Peccato che sono dipendenti "finti". Loro non versano gli incassi alla coop, come un vero dipendente e a fine mese prendono la busta paga. No! Si tengono gli incassi e versano alla coop solo i costi che la coop stessa sostiene per loro: contributi inps, inail e un piccolo contributo per tenere in piedi la struttura. Parlando con i numeri (almeno nelle grandi e medie citta'), incassi per 5mila euro mensili, 1mille per pagare le ritenute irpef-inps in busta paga, 1mille di costi gestionali dell'auto, 3mila il guadagno netto. Tutto questo a fronte di una busta paga netta emessa dalla coop per 1mille euro. Busta paga che permette vantaggi che i cittadini onesti nom hanno: avere il doppio dell'assegno unico per i figli rispetto al dovuto, meno della meta' della retta di asilo, un terzo del canone per chi ha una casa popolare, un terzo della retta universitaria e mille altre agevolazioni che spettano presentando ISEE.
Ecco, questa e' la casta dei tassisti. Una di quelle caste difesa da certa politica e tollerata da milioni di italiani che vota "certa politica" senza battere ciglia.
Ah, dimenticavo.. in 50anni "certa politica" e' stata tutta, dx o sx che sia, visto che tutti hanno tollerato, sapendo... @ilpianistasultetto
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clarissasworld · 3 months ago
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Chi tortura gli animali paga già nella sua miseria.
Sono contro la debolezza umana e a favore della forza che le povere bestie ci dimostrano tutti i giorni perdonandoci...
(Anna Maria Ortese)
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vale2294 · 5 months ago
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No rega, state tutti boni, la situazione si risolverà al meglio.
Sarà sicuramente successa una cosa del genere:
Quei due mentre si avvicinavano al ragazzo in moto gli urlano con tono minaccioso "Andrea!" Lui si gira confuso e gli fa: "scusate, ma io sono Marco. Andrea è mio fratello. Lo conoscete? Se ci dovete parlare ci sto al telefono in questo momento" i due restano sbigottiti dalla situazione, pensano che Andrea stia provando a fregarli ma prendono lo stesso il telefono che il ragazzo gli stava porgendo. Dall'altro lato del filo c'è un Andrea tutto preoccupato che continua a dire "Marco? Marco ci sei? A Ma! Che succede?" Il tutto si risolve con delle scuse da parte dei due verso il motociclista "scusaci. Marco giusto? È che non sapevamo che Andrea avesse un gemello" riprendono la macchina e si avviano per raggiungere il quartetto. Marco sempre più confuso ma si ricorda di Carola che lo sta aspettando e si avvia anche lui.
Insomma deve per forza succedere una cosa del genere, altrimenti chi me la paga la terapia?
Con tutti i casini che stanno succedendo almeno ad Andrea lasciatelo tranquillo e felice per più di una notte, vi prego!
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falcemartello · 4 months ago
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+++Breaking Samsung News+++
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Forse offendere e odiare, per rivendicare il diritto di non essere offesi e odiati, è diventato un grande autogoal per la causa woke.
Samsung ritira un miliardo di sponsorizzazioni, ma non certo per altri motivi che i numeri, le indagini di mercato.
La violenza dell'odio della cancel culture, dell'ideologia woke, sta producendo effetti contrari a quanto sperato.
Invece di imparare a rispettare la comunità lgbtq+ le persone cominciano a stancarsi della loro derisione feroce di tutto ciò che non è uguale a loro.
Da discriminati si sono trasformati in discriminatori.
Sicuramente i numeri mostrano che c'è una sempre più forte disaffezione alla causa lgbtq+ a causa del loro incessante esprimere odio (si, scherzano, così dicono, ma sono ferocissimi).
Samsung mostra che il sentimento creato dalla propaganda woke, insistita sui media, nei social, nei film, negli spettacoli dal vivo, sta diventando pesante da sopportare.
Essere provocatori e divisivi non paga.
Un pessimo esempio di tolleranza e inclusività da chi chiede(va) tolleranza e inclusione.
Cattivi maestri ottengono cattivi risultati da cattivi allievi.
M. Gazzolo
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occhietti · 1 year ago
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Io non voglio una Giornata Contro La Violenza Sulle Donne!
Io voglio che dalle scuole materne venga trasmesso il rispetto, l'uguaglianza, la gentilezza; prima ai genitori poi ai bambini.
Io voglio che dalle elementari in poi venga insegnata anatomia ed educazione sessuale; che venga fatto sapere cos'è concepire, cos'è il travaglio, cos'è il dolore, cos'è crescere ed educare un figlio. Io voglio test, prove pratiche che uomini e donne sappiano che si è uguali; che nessuno può spegnere l'identità dell'altro, materie di psicologia nelle scuole e non lo psicologo quando nasce un problema.
Io voglio che chi si macchia di un delitto anche se non è omicidio, sconti delle pene severe ma non a fare palestra in carcere; mentre paga deve studiare tutto quello che voglio s'insegni sin dall'infanzia.
Io non voglio una giornata mondiale
contro la violenza sulle donne.
Io voglio che il mondo intero ogni giorno insegni, educhi i bambini, adolescenti, uomini e donne al rispetto, perchè ognuno di noi è unico nel suo essere e non si può vivere come vogliono gli altri. Se tu uccidi con una pistola, con un coltello, con l'acido, con il terrore, con le parole, Tu non meriti d'avere quello che togli a qualcun altro.
- Ketty Karol
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