#chi l’avrebbe mai detto
Explore tagged Tumblr posts
Text
incredibile quanto resuscitare un kindle del 2011 e conseguentemente non dover rinunciare a una enorme collezione di pdf piratati (perché onestamente se devo guardare uno schermo luminoso anche per leggere per piacere aggredisco qualcuno) possa far tornare la voglia di leggere libri già posseduti, senza dilapidare il proprio patrimonio in un pomeriggio in libreria
#chi l’avrebbe mai detto#adesso faccio una bella lista di possibili letture#detto ciò comunque io desidero la carta non ci posso fare niente
7 notes
·
View notes
Text
Sabato sera d'agosto in paese
“Amare od aver amato, basta: non chiedete nulla, dopo. Non è possibile trovare altre perle nelle oscure pieghe della vita: amare è essere completi” (Victor Hugo)
“Spesso ci sono più cose naufragate in fondo a un’anima che in fondo al mare” (Victor Hugo)
“Vivere è simile all’arte del disegnare, solo che si fa senza la gomma” (Victor Hugo)
“Il peggior modo di sentire la mancanza di qualcuno è esserci seduto accanto e sapere che non l'avrai mai.” (Gabriel Garcia Marquez)
“Non siamo mai così indifesi verso la sofferenza come nel momento in cui amiamo.” (Sigmund Freud)
Era passata da poco la mezzanotte. Fra un po’ avrebbero finito la serata, nel pub della cittadina in cui anche Mario, rappresentante di commercio, era nato e dove tornavano ogni estate per le vacanze. Quello era decisamente il loro posto dell’anima. Lui suonava la chitarra, nel loro gruppo. Si ritenevano a buon diritto una “jazz band”, ma poi in pratica suonavano di tutto: oltre agli standard di jazz, eseguivano impeccabilmente brani rock dei gloriosi anni sessanta-settanta e canzoni italiane sempreverdi.
Che poi alla fine erano queste ultime, quelle che facevano battere il piedino a tutti. Erano bravissimi: anche gli altri componenti della band erano tutti professionisti fuori sede da decenni. Un professore, un ingegnere, un poliziotto e un dermatologo. Uomini maturi che si riunivano puntualmente in paese nell'agosto di ogni estate. Tutto l’anno ognuno nella propria città si impegnava e proponeva spunti agli altri via web.
Si scambiavano idee e brani, mantenendo così viva la loro grande passione per la musica. Accadde che quel sabato, verso la fine, durante una pausa, gli altri quattro membri della band erano già scesi dal palco: chi per andare a fare pipì, chi a bere una birra. Ma Mario invece era rimasto ancora un attimo seduto, con lo strumento in grembo. Perché gli sembrava di aver improvvisamente scorto, all’ultimo tavolo in fondo e nell’angolo buio del locale, il viso di Sonia.
All’epoca, primi anni settanta, avevano entrambi diciott’anni. Lui aveva avuto in regalo in estate dai genitori una bellissima e fiammante motocicletta Gilera 124 con cui la portava in giro e grazie alla quale potevano appartarsi lontani dalla città. Di lei era innamoratissimo e anche Sonia sembrava ricambiarlo. Amavano entrambi il rock inglese: Yes, Genesis, King Crimson, Gong, Gentle Giant…
Tra gli italiani, erano entrambi fan di Lucio Battisti; come tutti in quel periodo. E sulla moto ovviamente spesso cantavano a squarciagola “Il tempo di morire” (motociclettaa… dieci accappìììì…) e poi altre canzoni dell’epoca, quelle che oggi chiameremmo a buon diritto “evergreen.” Stettero insieme solo un altro inverno e la successiva estate, giusto il tempo di passare l’esame di stato. Lui era convinto che l’avrebbe sposata. Le aveva giurato amore eterno.
Faceva nella sua testa mille progetti. Lei invece a settembre a bruciapelo gli distrusse il cuore. Dal juke box del baretto in cui si videro l’ultima volta prima di lasciarsi si sentiva “L’Aquila” di Lucio Battisti. Questo le diede il coraggio e lo spunto per farlo: gli disse perciò che lei si sentiva come un’aquila. Che era nata libera e perciò troppo costretta in quel paesello; voleva andarsene e avere molto di più, dalla vita. Infatti dopo qualche giorno si trasferì a Roma per frequentare l’università.
Mario seppe in seguito che forse non era stato estraneo alla faccenda un altro giovane che l’aveva incantata a sua insaputa quando ancora stavano insieme. Stupido, ingenuotto, farlocco: non s'era accorto di nulla! Dopo aver rammendato - ma non curato - il suo cuore, anch’egli si iscrisse all’università. Nelle sue intenzioni da sempre avrebbe voluto anche lui scegliere Roma, ma per ragioni ovvie d’orgoglio preferì darci un bel taglio e scelse Pisa. Nessun dolore.
Tu mi sembri un po’ stupita - Perché rimango qui indifferente Come se tu non avessi parlato - Quasi come se tu non avessi detto niente
Ti sei innamorata - Cosa c'è, cosa c'è che non va? Io dovrei perciò soffrire da adesso - Per ragioni ovvie d'orgoglio e di sesso
E invece niente, no, non sento niente, no - Nessun dolore -Non c'è tensione, non c'è emozione - Nessun dolore
youtube
E adesso nel pub quella lì in fondo era lei: ne era sicuro. Scherzava e rideva assieme ai suoi amici di tavolo. Forse uno di loro era suo marito. O forse no. Era la prima volta che la rivedeva dopo moltissimi anni e gli sembrava sempre bellissima. Gli venne spontaneo: rialzò il volume dell’amplificatore e piano, da solo iniziò a suonare “L’aquila”. Dopo un’era geologica fu la prima volta.
Perché era un brano che categoricamente si rifiutava di suonare, coi suoi amici. Loro sapevano, capivano e lo rispettavano. Chi l’ha detto che dopo un po’ di tempo qualsiasi rancore sparisce: per la freddezza e l’egoismo con cui era stato liquidato, ancora dopo decenni provava soltanto un’intensa rabbia. Una pena sorda nel cuore. Eppure cominciò a suonare in modo dolcissimo.
Erano, gli arpeggi iniziali, a loro modo inesorabili e penetranti: rimandavano a una canzone che era impossibile non riconoscere. Il timbro caldo che scaturiva dalle sue dita portava l’armonia in alto. Senza ancora la melodia vocale inconfondibile: un accompagnamento armonico nudo, scarno ma bellissimo. Lei si fece seria: di sicuro ora l’aveva riconosciuto. Le era tornato in mente il brano e quell’espressione della donna fu l’ultima che vide, perché subito dopo abbassò il viso e si concentrò sui tasti, sulla diteggiatura e sulla dinamica dell’esecuzione.
Sentì appena la voce di lei che da lontano del pezzo iniziava a cantare le parole. Dapprima esitante, poi via via più decisa. Incredibile a dirsi, si fece silenzio nel locale, durante quell’esecuzione drammatica: si percepiva chiara la forte tensione emotiva tra i due. Lontani tra loro dieci metri e trent'anni. Eppure eseguivano il pezzo benissimo, incastrando la melodia della voce con l'armonia degli accordi.
Lei man mano si avvicinò: dal tavolo raggiunse dapprima il centro del pub, più vicina al palchetto. Cantava con una tale intensità che qualcuno si commosse, persino. Aveva una voce stupenda e intonata; lui l’accompagnava e sottolineava le frasi con rara perizia nel fraseggio. Finito di suonare, insieme ma ancora lontanissimi, lei arrivò vicina alla pedana.
Muta, lo fissò per tutto il tempo. Mario non alzò neppure per un momento lo sguardo. Ripose lo strumento nel suo fodero imbottito, che con un rapido movimento mise in spalla. Poi staccò la spina, prese con l'altra mano l’amplificatorino da pub che usava in quelle occasioni, si girò e senza dire una parola se ne andò.
Disse appena ai suoi amici poco distanti e imbarazzati che si sentiva poco bene, che continuassero senza di lui: tanto all’una avrebbero comunque finito e mancava pochissimo. Tornato a casa fece una doccia, si infilò nel letto in silenzio insieme alla moglie che già dormiva serena da tempo.
La guardò a lungo, ritrovò nel comodino, tra i calzini e i libri in perenne standby, un sorriso ancora pulito; le accarezzò i capelli pianissimo per non svegliarla. Si infilò sotto le coperte e finalmente si concesse due lacrime, prima di cadere nel sonno. Lei si girò e nel dormiveglia gli si strinse. Il suo cuore ebbe un lieve sobbalzo. L’amore da qualche parte in lui esisteva ancora, evidentemente.
RDA
17 notes
·
View notes
Text
Il vaccino a mRNA può produrre proteine non volute - Le Scienze
Ma pofferbacco, chi l’avrebbe mai detto! L’analisi di campioni di sangue prelevati da animali di laboratorio e da alcune decine di persone vaccinate con formulazioni a base di mRNA ha evidenziato la presenza di una risposta immunitaria anche a queste proteine. Una conseguenza che, seppur non associata a effetti collaterali dei vaccini stessi, deve essere tenuta in considerazione specie per lo…
View On WordPress
34 notes
·
View notes
Text
chi l’avrebbe mai detto che avere dei tratti borderline potesse essere un problema
7 notes
·
View notes
Text
Quando rimaniamo delusi da una relazione,sia che si tratti di un amico,di un collega o di un amore,di solito reagiamo dicendo “ Chi l’avrebbe mai detto! Come ho fatto a sbagliarmi così tanto su quella persona? Sembrava così diverso!”. In realtà se riflettiamo bene già all’inizio della conoscenza c’erano dei piccoli dettagli che erano già dei campanelli d’allarme. Una frase fuori luogo,un comportamento che non ci piaceva,una mancata risposta a un messaggio,una parola sbagliata…Ma si sa all’inizio di un rapporto si è presi dall’entusiasmo,dalla voglia di conoscersi e di fronte ai tanti lati positivi dell’altro preferiamo non soffermarci sui pochi difetti che gli troviamo. Li riteniamo cose di poco conto; invece hanno molta importanza,perché se gli avessimo dato più peso,avremmo capito prima che quella persona non era quella che credevamo fosse e ci saremmo risparmiati delusioni e dispiaceri dopo.
45 notes
·
View notes
Text
“Il prezzo della vittoria “
CAP. 44
In piedi sul ponte della Philomene, Jamie Fraser guardava l’acqua che scivolava via senza fine, e pensava alla morte. Se non altro aveva smesso di pensarci in modo personale, dal momento che il mal di mare si era finalmente calmato, dopo averlo tormentato per tanti, tanti giorni. I suoi pensieri, adesso, si erano fatti più astratti. Per Claire, rifletté, la morte sarà sempre il Nemico. Una realtà da combattere, a cui non cedere mai. Lui la conosceva altrettanto bene, ma era stato costretto ad accettarla di buon grado. O, almeno, così credeva. Come il perdono, non era una cosa che potevi mettere comodamente da parte, quando l’avevi conosciuta; occorreva un esercizio costante per accettare la propria mortalità e vivere la vita appieno. Un paradosso degno di Socrate. E quel meritevole ateniese l’aveva abbracciato fino in fondo, pensò, con l’ombra di un sorriso. Si era trovato abbastanza spesso di fronte alla morte - e ricordava quegli incontri con sufficiente realismo - da sapere che c’erano cose peggiori. Molto meglio morire che restare a piangere chi se ne andava. Provava ancora una sensazione spaventosa, peggiore della sofferenza, quando guardava la sorella, piccola e sola, e sentiva la parola «vedova» riecheggiare nella sua testa. Era del tutto sbagliata. Jenny non poteva essere vedova, non poteva essere separata da suo marito in quel modo così brutale. Era come restare in un angolo a guardare mentre veniva fatta a pezzi, e non poter fare nulla. Da quel pensiero passò ai ricordi legati a Claire, al suo desiderio di lei: la fiamma che la illuminava era la sua candela nell’oscurità. Il suo tocco gli donava un conforto e un calore che andavano al di là di quelli corporali. Ripensò all’ultima serata che avevano trascorso insieme, prima della partenza di lei: l’aveva tenuta per mano, sulla panca fuori dal broch, aveva sentito le sue pulsazioni sotto le dita, e il suo stesso cuore si era placato, avvertendo quel ritmo caldo e veloce. Strano il modo in cui la morte sembrava portare con sé tante ombre da tempo dimenticate, che comparivano brevemente nella penombra sempre più fitta. Mentre pensava a Claire, e alla sua promessa di proteggerla sin dalla prima volta che l’aveva tenuta tra le braccia, gli tornò in mente quella fanciulla senza nome. Era morta in Francia, e nella sua testa occupava un posto al di là del vuoto creato da un colpo di scure. Non pensava a lei da anni, ma d’un tratto era ricomparsa. Aveva pensato a lei, quando aveva stretto Claire a Leoch, e aveva avuto la sensazione che il suo matrimonio potesse essere una piccola espiazione. Lentamente, aveva imparato a perdonarsi per una cosa di cui non aveva colpa e, amando Claire, aveva concesso all’ombra di quella fanciulla un po’ di pace, o almeno lo sperava. Aveva provato l’indistinta sensazione di dovere una vita a Dio, e di aver pagato il suo debito prendendo in sposa Claire - anche se Dio sapeva che l’avrebbe presa in ogni caso, pensò con un sorriso ironico Comunque, aveva tenuto fede alla promessa di proteggerla. Hai il mio nome e la mia famiglia, il mio clan e, se necessario, anche la protezione del mio corpo, aveva detto. La protezione del mio corpo. L’ironia di quelle parole gli provocò un profondo imbarazzo, mentre intravedeva un altro volto nell’ombra. Un volto stretto dagli occhi allungati e l’espressione ironica; era così giovane. Geneva. Un’altra fanciulla morta a causa della sua lussuria. Non era stato proprio lui a causarne la morte: aveva dovuto lottare contro il senso di colpa durante le lunghe giornate e le notti successive alla tragedia, solo, nel suo letto freddo sopra le stalle, mentre traeva tutto il conforto possibile dai cavalli che si muovevano e masticavano rumorosamente nei box sottostanti. Ma, se non fosse andato a letto con lei, non sarebbe morta; da questa verità non poteva fuggire. Forse doveva un’altra vita a Dio? Aveva creduto che fosse Willie, la vita che gli era stata affidata affinché la proteggesse, al posto di quella di Geneva. Ma aveva dovuto rinunciare all’incarico in favore di un’altra persona.
Be’, adesso aveva sua sorella e in silenzio, assicurò a Ian che l’avrebbe protetta. Finché vivrò, si disse. E probabilmente sarebbe vissuto ancora a lungo. Era convinto di aver usato solo cinque delle morti che gli erano state promesse da quell’indovina, a Parigi. Gli aveva predetto che sarebbe morto nove volte, prima di riposare nella tomba. Servivano tanti tentativi per farlo nel modo giusto? si chiese.
5 notes
·
View notes
Text
Chi l’avrebbe mai detto che dopo essermi lasciata avrei preso l’aereo per Salerno? Incredibile..
4 notes
·
View notes
Text
per una rarissima volta si è creata la situazione in cui ho letto e raccomandato un libro a una mia amica e lei ha subito colto il consiglio E PER GIUNTA il libro le sta piacendo quanto è piaciuto a me quindi noi così
#il libro è chiaramente la marcia di radetzky veramente scoperta dell’anno#chi l’avrebbe mai detto che un autore mitteleuropeo dal mood un po’ polveroso potesse rivelarmi tali segreti della condizione umana#eppure era palesemente una trappola perché il mood un po’ polveroso è il mio mood#e dai giulia ripigliati
14 notes
·
View notes
Text
Chi l’avrebbe mai detto che sarei arrivata a mettere la sveglia per andare a camminare?
8 notes
·
View notes
Text
Chi l’avrebbe mai detto che avrei amato la Lis così tanto
3 notes
·
View notes
Text
chi l’avrebbe mai detto che, per l’ultimo dell’anno, avrei organizzato una cena a casa mia con tutti i miei amici
8 notes
·
View notes
Text
- Mai poi ci é riuscita?
- A fare cosa, a smettere di scrivere?
- Sì, questo. Diceva di voler smettere perché le prendeva troppo tempo e la portava a scavare insistentemente dentro se stessa. Che desiderava solo ore di leggerezza, un po’ di inconsapevolezza, un po’ di superficialità. Lo diceva lei, mica io.
- Sì, lo so quello che ho detto. E ho agito di impegno, sa? Anche se, quando nasci tondo, tondo muori. Cambi poco. Però io la scrittura non l’ho più cercata.
- Allora non scrive più, ne sono felice. Felice per lei, intendo, che voleva raggiungere questo traguardo.
- E chi gliel’ha detto che non scrivo più?
- Scusi, l’ha detto lei. Ha detto che non ha più cercato la scrittura.
- Io non l‘ho cercata ma la scrittura ha cercato me.
- La scrittura ha cercato lei, ma si rende conto di quello che dice?
- Certo che me ne rendo conto.
- E in che modo la scrittura l’avrebbe cercata?
- Ha presente quando ha troppi pensieri o non ne ha neppure uno, quando ha bisogno di un momento per capire cose del mondo o di se stessa, quando deve risolvere questioni, analizzare emozioni e sensazioni o prendere a schiaffi un periodo nero?
- Sì, ho presente.
- Ecco, in quei momenti é come se la scrittura bussasse alla porta della mia anima dicendo “ciao, amica mia. Hai bisogno?” E io rispondo di sì, cavoli.
- E non potrebbe risponderle di no?
- Lei direbbe di no all’unica cosa che, quando pensa di star precipitando in tutto ciò che la destabilizza, viene e la salva? A qualcosa che, meglio di tutto il resto, riesce ad evitarle la follia vera, che le colora un mondo che, altrimenti, vedrebbe in bianco e nero?
- Bé, no.
- Allora capisce bene che la risposta alla sua domanda é no. Ci ho provato, eh. Ma non sono riuscita a smettere di scrivere.
~ Gabriela Pannia ~
3 notes
·
View notes
Text
E alla fine io i complimenti me li devo fare, perché mai mi sarei immaginata di diventare così. Ho ancora tanto da imparare e migliorare, ma chi l’avrebbe mai detto che nonostante tutto, mi sarei considerata una forte, una tosta, una che continua a rialzarsi. Io, proprio io, che sono stata sempre definita “quella troppo buona, quella troppo fragile”.
10 notes
·
View notes
Text
Sto fumando come non mai, chi l’avrebbe mai detto che saremmo passati dall’estate 2021 a QUESTO
3 notes
·
View notes