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Edison accelera nella realizzazione di nuova capacità rinnovabile
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Edison investe 5 miliardi di euro per accrescere la capacità di produzione di energia rinnovabile. L'obiettivo di Edison è di passare dagli attuali 2 GW a 6 GW. Edison ha un parco di produzione altamente sostenibile e flessibile distribuito su tutto il territorio nazionale, con cui assicura circa il 7% della domanda di energia elettrica. Obiettivo del piano di sviluppo è di accrescere di 1 GW ulteriore l’installato eolico, quello fotovoltaico di 2 GW e di dedicare 1 GW allo sviluppo di rinnovabili per la produzione di idrogeno verde e ai sistemi di accumulo dell’energia (come le batterie e, in particolare, i pompaggi), indispensabili per il bilanciamento della rete e garantire il rilascio di energia green anche nelle ore di mancato funzionamento degli impianti rinnovabili. "Rafforziamo il nostro impegno nell’accompagnare il Paese nella sfida della transizione energetica", dichiara Marco Stangalino, Executive Vice President e Direttore Power Asset Edison. "Stiamo implemetando un piano concreto di crescita organica, focalizzato sulla realizzazione di nuova capacità rinnovabile, e che integra le diverse fonti di produzione introducendo anche sistemi di flessibilità come i pompaggi e le batterie elettrochimiche, indispensabili per gestire l’intermittenza delle rinnovabili. Entro il 2030 la generazione green rappresenterà il 40% del nostro mix produttivo in uno sforzo importante di decarbonizzazione". Edison ha attualmente progetti eolici e fotovoltaici in corso di autorizzazione per circa 1.100 MW di potenza complessiva, principalmente al Centro-Sud Italia, di cui 500 MW di greenfield fotovoltaici e circa 600 MW di nuove realizzazioni eoliche (di cui una quota dedicata alle intergrali ricostruzioni). A questi si aggiungono cantieri aperti per 92 MW di nuovo fotovoltaico (45 MW in Sicilia che entreranno in esercizio nel corso del 2023, e 47 MW in Piemonte) e circa 170 MW, già approvati, per la realizzazione di nuovi impianti in Campania, Puglia, Sicilia e Veneto. Recentemente la società ha anche ricevuto giudizio positivo di compatibilità ambientale da parte del Consiglio dei Ministri in riferimento al progetto di pompaggio idroelettrico da 270 MW presentato nel 2021, nel comune di Pescopagano in Basilicata. Inoltre, nel corso del 2023 il Gruppo prevede di accelerare ulteriormente il ritmo di sviluppo, attraverso l’avvio dell’iter autorizzativo per nuove installazioni da fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico) per 1400 MW, di cui circa 600 MW di integrali ricostruzioni di impianti eolici esistenti. Ambito questo in cui Edison vanta un’esperienza unica, essendo stato uno dei primi operatori a effettuare il repowering di campi eolici esistenti.Un’attività che le è valsa il prestigioso riconoscimento Envision Gold, il massimo livello di rating per le infrastrutture sostenibili che attesta l’attenzione posta dalla società all’intero ciclo di vita degli impianti perché gli impatti sul territorio siano ridotti al minimo e perché venga creato valore condiviso nelle comunità locali che li ospitano. Lo scorso anno Edison ha compiuto un passo in avanti nel percorso strategico di rafforzamento delle rinnovabili superando 1 GW di capacità eolica installata. La società si è confemata tra i leader di settore, grazie alla realizzazione e messa in esercizio di un nuovo impianto eolico a Mazara del Vallo (TP) da 45 MW di potenza complessiva e l’acquisizione di un parco eolico da 66 MW in Campania, in provincia di Avellino, dove - sfruttando le sinergie con un altro impianto limitrofo appartenente al Gruppo - ha dato vita a uno dei parchi eolici più grandi d’Italia, con una potenza complessiva di 136 MW. L’idroelettrico è il settore storico per Edison, che sul finire dell’800 ha costruito le prime centrali d’Italia sulle rive del fiume Adda, tutt’ora in funzione. Rappresenta un ambito in cui la società intende continuare a essere protagonista con impianti sia di grande taglia sia di piccola taglia, grazie a un patrimonio di competenze unico nella realizzazione e gestione degli impianti e a rapporti consolidati con le comunità e i territori in cui opera. Edison considera l’energia idroelettrica, che è l’unica fonte rinnovabile programmabile, un asset strategico per la transizione energetica. Una revisione dell’attuale quadro normativo sulla durata delle concessioni idroelettriche permetterebbe di sbloccare investimenti complessivi da parte di tutti gli operatori per almeno 9 miliardi di euro aggiuntivi , di cui beneficerebbe una filiera industriale interamente italiana e che consentirebbero di incrementare la produzione da fonte idroelettrica, rendendola più efficiente. Negli ultimi anni, Edison ha investito oltre 200 milioni di euro nell’acquisizione e realizzazione di nuove centrali, portando il suo parco di produzione idroelettrico a oltre 120 impianti, di cui 80 di piccola taglia, per una potenza complessiva di circa 1 GW. L’anno scorso, ha inaugurato una nuova centrale idroelettrica sul fiume Sesia a Palestro, in provincia di Pavia, da 3.600 kW e aperto 2 nuovi cantieri sulla Dora Baltea, in Piemonte. Inoltre, nel 2022 la società ha acquisito 10 impianti che si trovano sui maggiori canali irrigui del Piemonte, con una potenza complessiva di circa 20 MW. Nel 2022 Edison ha prodotto oltre 3.358 GWh di energia rinnovabile, pari al fabbisogno di circa 1.250.000 famiglie, consentendo di evitare l’emissione di 1,3 milioni di tonnellate di CO2. Read the full article
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ioprimadime · 7 years
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Porto d'Adda, il cardinale e l'ingegnere sulla riva
Porto d’Adda, il cardinale e l’ingegnere sulla riva
Porto d’Adda, 5 dicembre 1921: il card. Achille Ratti visita le centrali Edison del medio corso, “ammirando e benedicendo”. Le firme siglate sul libro d’onore restituiscono il profilo alto degli ospiti convenuti. Sacerdoti e ingegneri mettono così in singolare colloquio i numeri della scienza e la Parola di Dio. La centrale “Carlo Esterle” di Porto d’Adda (Foto storiche da ProLoco Cornate)…
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freedomtripitaly · 4 years
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Crespi d’Adda è considerata “la città ideale” del lavoro operaio. Fu realizzata tra Ottocento e Novecento dalla famiglia Crespi per l’industria del settore tessile cotoniero. Nel 1995 è stata inserita tra i siti Patrimonio dell’Unesco in quanto “Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa”. In provincia di Bergamo, è uno dei luoghi più interessante da visitare in giornata per una gita fuoriporta, non lontano dalle principali città del Nord Italia. Crespi d’Adda è anche un punto di partenza per organizzare escursioni in bicicletta andando alla scoperta dei dintorni del villaggio operaio e di altri siti industriali, ma anche di alcuni testori nascosti. Vi sono itinerari lungo il fiume Adda particolarmente affascinanti, da percorrere a piedi o sulla due ruote. Lungo la via Alzaia si risale il fiume lungo un percorso sterrato che giunge fino a Lecco. Lungo il percorso si arriva a Trezzo, dove si trovano la centrale idroelettrica Crespi-Taccani (oggi di proprietà dell’Enel) e i ruderi del castello medievale dei Visconti di Milano. Tra Cornate e Paderno d’Adda si incontrano anche le centrali idroelettriche della Edison e il Naviglio di Paderno, oggi divenuto, insieme alle conche di navigazione e a tutte le opere idrauliche di quel tratto di fiume, l’Ecomuseo Adda di Leonardo. E a Da Vinci è dedicato il traghetto di Imbersago, in provincia di Lecco. Il Traghetto di Leonardo è un particolare tipo di traghetto a mano, che prende il nome proprio dal suo (presunto) inventore e che è tuttora funzionante. Collega i moli di Imbersago e di Villa d’Adda. Crespi d’Adda è raggiungibile anche da Milano partendo dal Naviglio Martesana detto anche Naviglio Piccolo, all’altezza di Cassina de’ Pomm. Risalento il corso d’acqua si raggiunge Vaprio d’Adda, restando tra l’Adda e il Martesana. A Vaprio imperdibile è la visita alla Villa Melzi, dove soggiornò anche Leonardo, e lo stabilimento ex Visconti di Modrone. E poi, su fino al villaggio di Crespi. Anche l’ex abitato industriale può essere girato in bicicletta. Le domeniche e nei giorni festivi Crespi d’Adda è Zona a Traffico Limitato, eccetto per i residenti (perché qualcuno ci vive ancora). Crespi d’Adda è un luogo fuori dal tempo. Un microcosmo dove tutto è stato studiato affinché funzionasse alla perfezione e costruito secondo il principio per cui le cose utili potevano essere anche belle ed è un viaggio dentro un’aspirazione industriale, quella di Crespi, e alle origini di un’utopia. Si possono visitare la casa padronale dei Crespi, quelle dei dirigent, degli impiegati e dei capireparto, ma anche quelle del medico e del parroco del villaggio e le case operaie. Girando per Crespi si incontrano anche il dopolavoro (ricavato nell’ex albergo), l’ospedale, la scuola, il campo sportivo, il lavatoio i bagni pubblici e anche il cimitero. Il villaggio operaio di Crespi d’Adda @123rf https://ift.tt/3iZWZgM Crespi d’Adda da scoprire in bicicletta: gli itinerari Crespi d’Adda è considerata “la città ideale” del lavoro operaio. Fu realizzata tra Ottocento e Novecento dalla famiglia Crespi per l’industria del settore tessile cotoniero. Nel 1995 è stata inserita tra i siti Patrimonio dell’Unesco in quanto “Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa”. In provincia di Bergamo, è uno dei luoghi più interessante da visitare in giornata per una gita fuoriporta, non lontano dalle principali città del Nord Italia. Crespi d’Adda è anche un punto di partenza per organizzare escursioni in bicicletta andando alla scoperta dei dintorni del villaggio operaio e di altri siti industriali, ma anche di alcuni testori nascosti. Vi sono itinerari lungo il fiume Adda particolarmente affascinanti, da percorrere a piedi o sulla due ruote. Lungo la via Alzaia si risale il fiume lungo un percorso sterrato che giunge fino a Lecco. Lungo il percorso si arriva a Trezzo, dove si trovano la centrale idroelettrica Crespi-Taccani (oggi di proprietà dell’Enel) e i ruderi del castello medievale dei Visconti di Milano. Tra Cornate e Paderno d’Adda si incontrano anche le centrali idroelettriche della Edison e il Naviglio di Paderno, oggi divenuto, insieme alle conche di navigazione e a tutte le opere idrauliche di quel tratto di fiume, l’Ecomuseo Adda di Leonardo. E a Da Vinci è dedicato il traghetto di Imbersago, in provincia di Lecco. Il Traghetto di Leonardo è un particolare tipo di traghetto a mano, che prende il nome proprio dal suo (presunto) inventore e che è tuttora funzionante. Collega i moli di Imbersago e di Villa d’Adda. Crespi d’Adda è raggiungibile anche da Milano partendo dal Naviglio Martesana detto anche Naviglio Piccolo, all’altezza di Cassina de’ Pomm. Risalento il corso d’acqua si raggiunge Vaprio d’Adda, restando tra l’Adda e il Martesana. A Vaprio imperdibile è la visita alla Villa Melzi, dove soggiornò anche Leonardo, e lo stabilimento ex Visconti di Modrone. E poi, su fino al villaggio di Crespi. Anche l’ex abitato industriale può essere girato in bicicletta. Le domeniche e nei giorni festivi Crespi d’Adda è Zona a Traffico Limitato, eccetto per i residenti (perché qualcuno ci vive ancora). Crespi d’Adda è un luogo fuori dal tempo. Un microcosmo dove tutto è stato studiato affinché funzionasse alla perfezione e costruito secondo il principio per cui le cose utili potevano essere anche belle ed è un viaggio dentro un’aspirazione industriale, quella di Crespi, e alle origini di un’utopia. Si possono visitare la casa padronale dei Crespi, quelle dei dirigent, degli impiegati e dei capireparto, ma anche quelle del medico e del parroco del villaggio e le case operaie. Girando per Crespi si incontrano anche il dopolavoro (ricavato nell’ex albergo), l’ospedale, la scuola, il campo sportivo, il lavatoio i bagni pubblici e anche il cimitero. Il villaggio operaio di Crespi d’Adda @123rf Dal villaggio operaio Patrimonio Unesco in provincia di Bergamo si diramano splendidi percorsi tra storia, cultura e natura.
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Il caos cosmico
Le vicende politiche ultime, eccezionalmente insolite anche per una Nazione come la nostra, stanno spingendo moltissimi italiani, aventi o meno capacità critica e conoscenze specifiche, a prodursi in analisi, a dare giudizi.
Che lo facciano i sostenitori, a vario titolo, degli altri schieramenti politici ci sta.
Ognuno deve pur portare acqua al proprio mulino, e parafrasando Totò possiamo dire che: “Ognuno ll'adda fà chesta crianza; ognuno adda tené chistu penziero”.
E secondo la sponda d’approdo ecco che c’è chi si spertica le mani a sostegno del nascente Governo e c’è chi, evidentemente appartenente all’altra sponda, inorridisce al solo pensiero che questa ipotesi possa diventare realtà.  
Poi ci siamo Noi, noi che rappresentiamo, anche in questo caso, l’altra Italia.
Noi che abbiamo avversato, sul piano delle proposte politiche e programmatiche, in campagna elettorale - ma comunque da sempre- il Centrodestra, la Sinistra e quella cosa informe, indefinibile, che è il Movimento pentastellato.
L’esito delle elezioni, nei numeri, è noto a tutti.
Sappiamo come il Centrodestra unito abbia avuto la maggioranza dagli italiani, ma non quella assoluta necessaria per governare; sappiamo come al secondo posto sia arrivato il Movimento pentastellato e sappiamo pure come il PD si sia disintegrato.
A questo punto voglio fare una puntualizzazione che ci tornerà utile più avanti, nel ragionamento.
Il Centrodestra ha preso i voti in funzione anti grillini; i grillini hanno avuto i voti per mandare a casa il vecchio Sistema (così dicevano), quindi in funzione anti Centrodestra e PD; Il PD voti non ne ha preso.
Siccome il pasticcio creato da loro stessi e che pomposamente avevano chiamato “Legge Elettorale” si è rivelata quello che abbiamo fin dall’inizio denunciato, cioè: un sistema ibrido che non avrebbe garantito la governabilità ma che, invece, avrebbe portato la Nazione nel caos.
Ecco che i Leghisti, che hanno aumentato in voti, e i Pentastellati, hanno deciso di saltare il fosso e di unirsi per cercare di realizzare un Governo.
Come si dice: Franza o Spagna purché se magna.
Sono spariti di colpo tutte le contrapposizioni programmatiche, gli insulti, i veti personali, le battute provocatorie.
Di colpo Salvini e Di Maio hanno avvertito una contemporanea attrazione, tanto forte da spingere il primo ad abbondonare il Capo e il secondo a rimangiarsi tutte le invettive che sul leghista aveva usato in campagna elettorale e non.
Hanno trovato il collante nella loro comune appartenenza a quella corrente di pensiero politico che vuole l’Italia perfettamente subalterna agli interessi americani.
Andando oltre, si badi bene, oltre, non contro gli interessi dell’UE.
Hanno preparato un contratto, sì perché loro non fanno programmi o, meglio, progetti, loro stipulano contratti, che vorrebbe essere la guida per il Governo dei prossimi cinque anni.
Averlo letto ci ha fatti un po’ sorridere e molto angosciare, e in entrambi i casi il motivo era sempre lo stesso: La pochezza, la fatiscenza, l’irrealizzabilità di quanto in quel contratto era scritto.  
Intanto il tempo passa e a oggi ancora non abbiamo il Governo.
Abbiamo, questo sì, potuto assistere alle sceneggiate sulle riunioni tra Salvini e Di Maio prima; alle salite al Colle con nessuna proposta, come se andassero in gita fuori porta.
Abbiamo assistito al mantenimento del segreto sul nome del Presidente del Consiglio che doveva essere nominato; alla querelle sul nome del Ministro proposto e inviso al Capo dello Stato (quest’ultimo sta andando oltre –in ossequio agli ordini d’oltralpe- quelle che sono le sue prerogative istituzionali) a prescindere dal fatto che Paolo Savona sia favorevole o meno alla politica economica dell’UE.
Egli è, infatti, solo un filo americano, assertore della supremazia del Dollaro sull’Euro.  
Dovremmo stare attenti, anche e soprattutto dalle Nostre parti, quando facciamo commenti favorevoli a questo o a quel personaggio senza conoscere la vera natura politica del soggetto di cui si parla.
Il fatto che una persona sia osteggiata da Mattarella non necessariamente significa che è una persona che vada bene per l’incarico cui è proposto.
Quindi, volendo tirare le somme, ad oggi la situazione è di estremo caos.
Un’Italia, che avrebbe bisogno di un Governo forte, con un Programma chiaro e realizzabile, per cercare di recuperare il passo con le altre Nazioni, si trova ad avere un Presidente del Consiglio incaricato che non ha partecipato alla realizzazione del contratto che dovrebbe attuare; un Ministro nominato ma inviso alla prima carica istituzionale e con una Maggioranza (forse) che è una vera accoppiata contro natura.
A tutto questo si aggiunge l’ingerenza nei nostri affari interni di quelle centrali del potere che vedono con forte dispiacere, se non il nascente Governo, ma il fatto che un popolo, così come accadde negli Stati Uniti con Trump, possa scegliere autonomamente, rispetto alle direttive dell’UE, da chi farsi rappresentare.
Per reazione a queste inopportune ingerenze si è portati, e alcuni nel nostro ambiente lo stanno facendo, a sostenere la causa del duo Salvini-Di Maio.
Ed è anche questo un errore.
Noi siamo il MSFT. Abbiamo un progetto politico che ci differenzia da ogni altro soggetto politico.
I nostri giudizi, le nostre azioni non possono prescindere da questi riferimenti certi e ineludibili.
Non commettiamo gli stessi errori che alcuni di noi fecero con la Le Pen (Marine), o con Trump, per esempio.
Siamo cauti.
Sappiamo aspettare, non facciamoci prendere dall’orgasmo, nella certezza che il tempo –breve, tra poco si tornerà al voto- ci darà ragione.
 Mario Settineri
Segreteria politica MSFT
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ioprimadime · 10 years
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Adda segreta, isole e sponde annegate dalle Centrali
Adda segreta, isole e sponde annegate dalle Centrali
L’Adda segreta; il fiume modificato a immagine e somiglianza delle esigenze umane. Ecco l’unica foto delle isole, inabissate a Trezzo dopo la costruzione della centrale idroelettrica “Alessandro Taccani”.
L’unico salice superstite della “Saliccia” d’Adda
Il fiume passa ma rimane. I celti veneravano l’Adda come una liquida dea. La leggenda vuole che a infestarne le acque, ancora impaludate nel Lag…
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