Tumgik
#cattivo bellissimo
hoffmans-hoffman · 1 year
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Tommy: What else have you, got in there?
Cattivo:
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angelap3 · 2 months
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Ahahahahahaha🤣🤣🤣🤣...io non so se questa storia sia vera ma mi ha strappato una risata interminabile!
Questa moglie era "un genio del male"😅/
Goditi! 😂
Dopo 37 anni di matrimonio, Jake lasciò sua moglie per la sua giovane segretaria. La sua nuova fidanzata insistette che vivessero nella casa multimilionaria di Jake e Edith, e dato che gli avvocati di Jake erano leggermente migliori, ebbe la meglio. Diede a Edith, ora sua ex moglie, solo 3 giorni per traslocare.
Il primo giorno lo passò a impacchettare le sue cose in scatole, casse e valigie.
Il secondo giorno arrivarono i traslocatori a ritirare tutto.
Il terzo giorno si sedette per l'ultima volta al loro bellissimo tavolo da pranzo, alla luce delle candele, con della musica soft in sottofondo e si concesse una festa a base di un chilo di gamberetti, un barattolo di caviale e una bottiglia di Chardonnay.
Quando ebbe finito, andò in ogni stanza e infilò gusci di gamberetti mezzi mangiati, intinti nel caviale, nelle cavità di tutte le aste delle tende. Poi pulì la cucina e se ne andò.
Quando il marito tornò con la sua nuova fidanzata, tutto sembrava perfetto per i primi giorni. Poi, lentamente, la casa iniziò a puzzare. Provarono di tutto: pulire, lavare e arieggiare la casa. Controllarono le prese d'aria per vedere se c'erano roditori morti e pulirono i tappeti. Appesero profumatori ovunque. Chiamarono disinfestatori che misero in atto delle bombole di gas, durante le quali dovettero trasferirsi per qualche giorno, e alla fine sostituirono persino i costosi tappeti di lana. NIENTE FUNZIONAVA.
La gente smise di andare a trovarli. I riparatori rifiutavano di lavorare nella casa. La domestica si licenziò. Finalmente non poterono più sopportare la puzza e decisero di trasferirsi.
Un mese dopo, anche se avevano dimezzato il prezzo della casa, non riuscivano a trovare un acquirente per la loro casa puzzolente. La voce si sparse e alla fine persino i realtor locali rifiutarono di rispondere alle loro chiamate. Alla fine dovettero prendere un grande prestito dalla banca per acquistare una nuova casa.
L'ex moglie chiamò l'uomo e chiese come andavano le cose. Lui le raccontò la saga della casa in decomposizione. Lei ascoltò educatamente e disse che sentiva terribilmente la mancanza della sua vecchia casa e che sarebbe stata disposta a ridurre la sua liquidazione del divorzio in cambio della casa. Sapendo che la sua ex moglie non aveva idea di quanto fosse cattivo l'odore, accettò un prezzo che era circa 1/10 di quanto valesse la casa, ma solo se lei avesse firmato i documenti lo stesso giorno. Lei accettò e nel giro di un'ora gli avvocati consegnarono i documenti.
Una settimana dopo, l'uomo e la sua fidanzata stavano sorridendo mentre guardavano la ditta di traslochi imballare tutto per portarlo nella loro nuova casa.
COMPRESI GLI ASTE DELLE TENDE.🙂
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abr · 1 year
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Bellissimo quello, uno famoso e per altri versi pure benemerito, che replica: senza lo Stato ci sarebbe la prevalenza del più forte.
Bella zio, quindi per impedirlo concediamo il monopolio della violenza e l'Autorità senza ritorno (*) non a un solo "cattivo" ma a un monopolio anzi a un Cartello del peggio: burocrati e politicanti.
(*) a un certo punto mi han detto che avrei firmato un "contratto sociale" che proprio non ricordo di aver mai firmato.
Al contrario, ho perfettamente presente quando, prima che mio figlio uscisse dalla nursery dell'ospedale, già mi avevan consegnato il suo codice FISCALE.
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“ Bisogna non voltarsi indietro a nessun patto, non prolungare i cattivi sogni col raccontarli. Meglio uscire nel sole, nella neve, respirare a fondo, magari vomitare, come facevano gli antichi dopo aver fatto un cattivo sogno. Oggi qui c’è un bellissimo sole. Domani, forse altra acqua, altre acque. Ma non bisogna dire ieri, domani. Oggi c’è il sole ed è così bella la quaresima col sole, la chiesa nuda, spenta, senz’organo, coi monaci (tanti!) tutti in nero che cantano Super fulmina Babylonis o i Sette Salmi Penitenziali o quel divino Salmo 138 (lo cerchi, ai Vespri del giovedì) e poi sfilano via in assoluto silenzio, col sole che stampa leggermente le loro ombre per terra. ”
Cristina Campo, Lettere a Mita
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shepherdoftheocean · 29 days
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Finalmente ce l'ho fatta e ho vinto la paura: Taron, due lanci, 117 km/h, un cavallo che ti sbatte con una cattiveria che ti ricorda che devi essere più cattivo di lui e urlare, urlare...
Se gli esseri umani sapessero volare, credo che la sensazione che ho provato su questo coaster potrebbe essere molto simile
Bellissimo bellissimo
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spettriedemoni · 11 months
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Film che amo
Ringrazio @sottileincanto per avermi invitato a giocare e metto di seguito una mia personalissima lista di film che mi piacciono sempre.
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Sono i miei 5 film preferiti.
I primi due data la mia passione per i fumetti sono abbastanza scontati. Il Castello di Cagliostro, nonostante Myazaki sia un po’ antipatico, è un capolavoro dell’animazione. Il Silenzio degli Innocenti è un film che mi affascina forse perché contrariamente a quello che succede nella realtà il male viene fermato e il cattivo catturato.
Infine Rocky che dimostra come anche un bulletto di periferia può avere il suo bellissimo anche se momentaneo momento di gloria. Vincere pur perdendo.
Questi sono i miei. Taggo @mybittersweet @mina-s-vagante @mineestellepolari @dem0n10 @byronnight2 @essereononesseresestessi
Se vi va altrimenti tranquilli.
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multiverseofseries · 7 months
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C'è ancora domani: il bellissimo (e arrabbiato) esordio alla regia di Paola Cortellesi
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C'è ancora domani, esordio da regista più che convincete di Paola Cortellesi, qui anche sceneggiatrice e interprete: un film da vedere, magari insieme ai propri figli.
Non importa a quale estrazione sociale appartengano e indipendentemente dal livello di istruzione ed economico, tutti gli uomini del film d'esordio da regista di Paola Cortellesi dicono alla protagonista Delia, interpretata dalla stessa Cortellesi, che "se deve impara a sta' zitta". Ma L'attrice più popolare del cinema italiano contemporaneo non ci sta e, preso in mano il microfonoe la macchina da presa, ne ha diverse di cose da dire. Alla faccia di chi fa notare con pregiudizio e senza domandarsi mai realmente cosa abbiano da raccontare, fermandosi solamente al perché - come mai negli ultimi anni, sempre più attrici stiano passando dietro la macchina da presa. Con C'è ancora domani si può dire che Cortellesi ha stupito: non è soltanto perchè è importante ciò che dice, ma anche come.
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C'è ancora domani: foto di gruppo del cast
Il film è ambientato in un Italia del primissimo dopoguerra, e per essere precisi nel 1946, nei giorni che precedono il voto tra Repubblica e Monarchia, primo vero suffragio universale del nostro paese. In un bianco e nero che ricorda i film del Neorealismo, la fotografia è di Davide Leone, ci si accorge subito che la vita di questa donna non è semplice: oltre a curare la casa e prole fa tre lavori diversi. Ma nonostante il suo impegno quotidiano, niente sembra sufficiente per il marito Ivano. Un Valerio Mastandrea che raramente ha ricoperto un ruolo così cattivo sul grande schermo. L'uomo la umilia e la svaluta continuamente. E soprattutto la picchia, o come si dice a Roma la mena. Tanto, ed a ogni minimo cambiamento d'umore. Persino la mattina appena svegli.
Ma nonostante tutto, Delia lavora, per i tre figli, in particolare la maggiore, Marcella (Romana Maggiora Vergano). La ragazza vorrebbe continuare a studiare, ma il padre invece pensa solamente a farla sposare bene, in modo da togliersi dalle spalle una bocca in più da sfamare. E magari nel mentre guadagnarci pure. Sì perché nella casa, oltre ai genitori e ai tre ragazzi, c'è anche il nonno Ottorino (Giorgio Colangeli): e sentendolo parlare si capisce subito da dove provenga la violenza di Ivano. Ma l’uomo non è il solo a prendersela con Delia: anche la figlia maggiore la insulta, le dice che non vale niente e accusandola di essere debole perché non reagisce. In realtà la ragazza rivede nella madre il suo futuro.
Paola Cortellesi ha scritto, insieme agli sceneggiatori Furio Andreotti e Giulia Calenda, diretto e interpretato un film, anche se ambientato negli ultimi anni quaranta del secolo scorso è pieno di "rabbia giovane". Questo perché la rabbia delle donne non conosce tempo: in un mondo fatto su misura per gli uomini, rientrare nel genere che viene considerato "minore" è un peccato originale con cui bisogna fare i conti ogni giorno. Soprattutto quando capisci che, per quanto tu possa lavorare sarai molto spesso pagata meno e considerata meno. Anche fastidiosa, specialmente quando cercherai di dire la tua. Perché "quello è omo!", come dice a Delia il datore di lavoro, quando gli chiede spiegazioni sulla differenza di compenso con il nuovo apprendista. Nonostante le donne come lei, madri, nonne e sorelle, siano state e sono le fondamenta su cui si basa la società, la nostra incrollabile cultura patriarcale, forse ora in modo meno sfacciato, dice sempre "e ringraziate che vi facciamo esistere".
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C'è ancora domani: un primo piano di Valerio Mastandrea
E all’interno del film questo è evidente quando il fidanzato di Marcella, Giulio (Francesco Centorame), nonostante si presenti come un bravo ragazzo dolce e innamorato, ripete presto nei confronti della ragazza schemi già visti: possesso, violenza, prevaricazione. Ecco perché il film di Paola Cortellesi ha una forza che serve come non mai, soprattutto al giorno d’oggi, quando pensiamo che la società abbia fatto grandi passi avanti invece orrendi fatti di cronaca ci smentiscono quotidianamente. L'utilizzo di canzoni moderne in un film ambientato quasi 80 anni fa non è per nulla casuale. Perché storie come questa possono anche sembrarci lontane, ma accadono quotidianamente, anche nel "civile" 2024. E dare per scontati diritti come quello del voto, al divorzio e all'aborto, conquistati se ci fermiamo a pensare praticamente ieri, è un pericolo insidioso. quindi anche in tempi moderno e più “civili” non bisogna abbassare la guardia.
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Cortellesi non lo ha fatto di certo e ha avuto la grande intelligenza di rendere anche istruttivo il proprio film, senza però mai fare la morale o uno "spiegone-manifesto". Ma nonostante la pesantezza del tema, C'è ancora domani risulta essere anche un film divertente - grazie a quell'ironia popolare e acutissima della Cortellesi, spalleggiata nel film in modo sublime da Emanuela Fanelli, che ha il ruolo di Marisa, migliore amica della protagonista -, dal ritmo incalzante, che, anzi, ha proprio come impronta stilistica quella di smorzare e dissacrare ogni climax emotivo, che esso sia positivo o negativo. Ed ecco quindi che l'ennesima scarica di schiaffi diventa un ballo in cui i lividi spariscono o una scena d'amore viene "sporcata" da della cioccolata rimasta tra i denti.
È un esordio alla regia più che riuscito quello di Paola Cortellesi, in cui si trova finalmente qualcuno nel cinema italiano che non è nostalgico del passato ma, anzi, è invece totalmente proiettato verso il futuro. C’è ancora domani è un film che sarebbe bello le madri vedessero insieme alle figlie e, si spera, vedano anche padri e figli. Per capire che non basta dire "io non sono così", ma è il momento di dire: non voglio che queste cose succedano ancora e ancora, quindi cosa posso fare per cambiare le cose?
In conclusione C'è ancora domani, il film esordio di Paola Cortellesi alla regia, è più che convincente: ed è un film che bisognerebbe far vedere a quanti più giovani possibile, per mostrare come una società che considera meno, e umilia, più della metà della sua popolazione sia una società malata. Divertente in diversi punti e con tante scelte di regia interessanti estremamente consapevoli e con un cast perfetto sicuramente una delle pellicole migliori del 2023 per quanto riguarda il cinema italiano.
👍🏻
- La regia di Paola Cortellesi, strepitosa e piena di idee interessanti.
- La recitazione di tutto il cast.
- Il ritmo incalzante.
- La scrittura, che si poggia su un'ironia dissacrante.
👎🏻
- Non c’è nulla che non vada in questo film ma qualcuno potrebbe non apprezzare l'utilizzo di musiche moderne per un film d'epoca ma in realtà il loro utilizzo è una scelta perfettamente coerente con quanto viene raccontato.
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kyda · 1 year
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scusate ma io non ho nessuna empatia e non riesco a provare ammirazione e/o simpatia per l'eroina di un libro che è una vittima poverina rinchiusa a cui mentono per tutta la vita fino a quando Il Cattivo non viene a rapirla e la prende in giro per suo tornaconto ma nel frattempo inequivocabilmente e profondamente e irrimediabilmente si innamora di lei e la trova straordinaria bellissima super eccitante soprattutto perché lei continua a pugnalarlo perché lO oDia per quello che le ha fatto ma comunque lei vittima non ci vuole credere ai suoi sentimenti e anche lei ovviamente lo ama ma non lo vuole dire a nessuno né tantomeno ammettere a se stessa perché non si può assolutamente innamorare dell'uomo BELLISSIMO muscoloso forte cattivo ma in realtà buono con degli scopi discutibii e nobili allo stesso tempo che profuma di spezie e ha gli occhi color ambra e delle fOsSette che la fanno impazzire perché comunque l'ha rapita e le ha mentito e l'ha presa in giro ma lei niente lo ama non ci può fare niente e alla fine dopo 800 pagine finalmente si confessano il loro amore indistruttibile e scontatissimo dalla prima pagina e si sposano e ora tutto il regno di lui e il suo popolo è sacrificato per lei perché quelli che la tenevano prigioniera sono tornati a prenderla ma al signore oscuro principe di quel mondo oscuro di uomini coraggiosi che combattono contro i cattivi non gliene potrebbe fregare di meno dei lupi fedeli e della sua gente visto che ora deve salvare e proteggere a costo non solo della sua vita ma anche di quella degli altri la sua regina 🤢
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88-ita · 6 months
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col passare degli anni ho capito che non ci ho capito molto nella vita...
assurdo come si dice che il diavolo non ti si presenta, brutto e cattivo, ma elegante e bellissimo, ed è proprio così che adesso me ne accorgo e faccio due somme sulla quantità delle persone che ho conosciuta, frequentato, ecc.
sono arrivata ad una conclusione quelle persone che mi sembrano più per il bene, sono molto più ignoranti, rispetto a una persona che si presenta tutta "diversa" per la "normalità" della società.
e quelle persone che sembrano più per il bene, con un buon abito sanno ingannare perché sono le prime persone che nascondono la loro non umanità.
boh sarà, questo penso per il momento 😅
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hoffmans-hoffman · 1 year
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Paul Anderson as Cattivo Bellissimo in Mafia Definitive Edition
“The things....I do for love„
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canterai · 1 year
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Oggi mi sentivo proprio di cattivo umore e quindi sono uscita col canzoniere e mi sono rifugiata a studiare con del tè caldo, e da qui la giornata ha iniziato a migliorare. Ho fatto un mini giro in libreria e poi psicologa. Mamma mi è venuta incontro e ci siamo bevute una cosa in un posto bellissimo dopo esserci divise un pezzetto di focaccia genovese caldo.
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popolodipekino · 1 year
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good friday
nel parsifal di wagner il terzo atto comincia con il good friday spell, che è bellissimo:
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parsifal, detto anche il puro folle, perché insomma è un po’ tonto però in fondo buono nell’animo... tanto per dire, appena arrivato nel regno dei cavalieri del graal prima cosa che fa è ammazzare un cigno sacro, attirandosi le reprimende dei cavalieri: ma che cosa fai, ma sei scemo, ma non sai dove siamo qui ecc.
vien fuori che il poveretto non ricorda nemmeno il proprio nome, sicché si decide di soprassedere alla malefatta e lo si fa partecipare al rito del graal - ché qui se glielo spieghiamo a parole si fa notte
la cerimonia è presieduta da amfortas, il capo dei cavalieri che è afflitto da una ferita incurabile, inflittagli tempo addietro da klingsor - il cattivo della storia – con nientedimenoche la sacra lancia (di longino, quella che ferì il costato di cristo sulla croce). solo l’arma che causò la ferita può guarirla, epperò amfortas la lancia non ce l’ha (ha solo il graal): secondo una profezia un puro folle giungerà che sarà il suo salvatore
il terzo atto, dicevo, si apre in un venerdì santo, con parsifal che torna finalmente al regno del graal dopo lunghe peripezie alla ricerca della lancia. torna vincitore, ma stanchissimo: ma per fortuna è una splendida mattina di primavera, c’è un magnifico prato fiorito, un ameno boschetto, una limpida fonte, la capanna di un eremita (il cavaliere che lo riconoscerà e lo accompagnerà alla corte di amfortas). è tutto meraviglioso come in un sogno: è l’incanto del venerdì santo, quando il mondo si rinnova e riacquista la pace, l’amore e l’innocenza originarie
in realtà wagner ci ha ricamato un po’ su, su ‘sta storia del venerdì santo, nella sua autobiografia, dove scrive:
il venerdì santo mi svegliai ed il sole splendeva per la prima volta in questa casa: il giardino era di un verde raggiante, gli uccelli cantavano e potei finalmente sedermi in terrazzo e godermi la tanto anelata pace con il suo messaggio di promessa. Pieno di questo sentimento, realizzai d’improvviso che era venerdì santo […] e di getto concepii un intero dramma, di cui buttai giù una bozza in pochi tratti di penna, dividendolo in tre atti.
successivamente sua moglie lo smentisce, ricordando che lui stesso avrebbe commentato l’episodio in questi termini:
non era affatto venerdì santo – solo un amabile spirito nella Natura mi fece pensare “ecco come un venerdì santo dovrebbe essere”
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susieporta · 2 years
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IL DOLORE DEI BAMBINI NON AMATI
"Il dolore dischiude la via che ci porta alla verità. Se neghiamo di non essere stati amati da bambini ci risparmiamo il dolore, ma ci ostruiamo la via verso la nostra verità. E per tutta la nostra vita andremo in cerca di amore paterno e materno, perché crediamo e speriamo che esso sia lì ad attenderci fin dall'infanzia, perché ci spettava. Ma l'amore che ci è mancato da bambini non sta ad aspettare; se non c'è stato allora, non ci sarà mai. Da adulti però possiamo imparare, nella terapia, ad amare il bambino che eravamo.
Purché ci liberiamo dai sensi di colpa. La maggior parte dei clienti pensa che è stata colpa loro se non sono stati amati. Il senso di colpa ci protegge dal prendere dolorosamente coscienza che il destino ci ha dato una madre (e/o un padre - aggiungo) incapace di amare. Questo è molto più doloroso che pensare: "Ah, lei era una buona mamma, ero io invece troppo cattivo". Perché così possiamo ancora rimediare. Possiamo impegnarci per ottenere l'amore. Ma l'amore non si può conquistare dandosi da fare. E i sensi di colpa perciò che abbiamo fatto o tralasciato rinforzano ancora il nostro accecamento ed il nostro malessere.”
- Alice Miller ne Riprendersi la vita (libro bellissimo, ve lo consiglio!)
Io vedo ovunque vite adulte che scorrono anno dopo anno nella più completa negazione del dolore più antico: il non essere stati amati da bambini. L'essere stati rifiutati, tenuti lontani, non ascoltati, non presi sul serio, non cullati, non abbracciati, non resi liberi, non rispettati... NON AMATI.
Vedo ovunque vite che gestiscono il disagio di questa antica ferita in svariati modi: con le dipendenze relazionali, con la disregolazione emotiva, con l'ansia, con i disordini alimentari, con il tabacco, con l'alcool, con le droghe, con i comportamenti compulsivi, con la compiacenza, con l'attaccamento disperato a persone, religioni ed ideologie, con la fuga dalle relazioni, con la violenza affettiva e fisica... Ogni sintomo emotivo, relazionale e fisico rappresenta un modo attuale di gestione di un disagio profondissimo che è radicato nella infanzia. Ogni sofferenza attuale grida ad adulti ciechi e sordi la verità di quanto accaduto.
Ma il mondo non vuole vedere. Vive ancora nella paura di riscoprire la verità del proprio dolore e del proprio antico destino. Pensa che sia ancora oggi necessario mantenersi sottomessi alla narrazione falsa della propria antica storia. Vive oggi con gran parte della vita al tempo antico del trauma. Non sa che oggi può, può tollerare quel dolore che un tempo lo avrebbe annientato. Non sa che oggi può rinunciare all'illusione dell'amore, al ricatto relazionale, alla speranza che prima o poi qualcosa di buono arriverà se... Non sa che può lasciare andare la colpa, perché non vi era alcuna colpa, ma solo un amaro destino. Non sa che la rabbia di cui fanno le spese altri, singoli e popoli, innocenti era giusta e oggi può essere riconosciuta e legittimata. Non sa che tanti altri si indignerebbero a si leverebbero in un grido indignato di rabbia e dolore a testimonianza della solitudine dei bambini di ieri e a loro compatimento amorevole. Non sa che quel buco può essere riempito dall'amore per sé e dal circondarsi poi di persone autentiche vere. Non sa che quel dolore schiude le porte alla libertà.
Marta Petrucci
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danilacobain · 2 years
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Ossigeno - 11
11. Casa Ibrahimovic
I ragazzi arrivarono a casa di Zlatan per ora di cena. Sveva aveva parlato poco per tutto il viaggio ed era ancora di cattivo umore. Serena, la ragazza di Stephan, aveva parlato di Ibrahimovic per tutto il viaggio. Aveva detto di essere una sua grande fan e di essere impaziente di incontrarlo. Stephan a poco a poco si era rabbuiato, evidentemente non gradiva questo eccessivo entusiasmo da parte della sua ragazza. Ignazio e Valentina erano stati per tutto il viaggio da soli con Matteo a coccolarlo. Sveva non aveva sopportato a lungo quella vista. Non che fosse gelosa del fratello, era felice per Ignazio e Valentina, ma il ricordo delle parole di Logan sulla famiglia che voleva creare con lei era ancora troppo fresco e non ce la faceva a vedere altre persone felici. Mark di tanto in tanto le aveva rivolto qualche domanda ma si era accorto presto della sua poca disponibilità al dialogo e l'aveva lasciata in pace.
Quando arrivarono, Zlatan era tutto sorridente. Sveva ebbe un tuffo al cuore quando lo vide. Non si era mai resa conto di quanto fosse bello il suo sorriso. Era ipnotizzante. Per la prima volta in quella giornata si ritrovò a sorridere per pura voglia di farlo e non per circostanze. E si sentì ancora meglio quando lui pronunciò il suo nome e le diede due baci sulle guance. ‹‹Ciao Zlatan.›› ‹‹Come stai? Sei stanca dal viaggio?›› ‹‹Un po'.›› ‹‹Vuoi una mano con la valigia?›› ‹‹N...›› ‹‹No, lascia stare, ci penso io.›› intervenne Mark. ‹‹Oh mio dio! Zlatan!›› Il taxi con a bordo Stephan e Serena era appena arrivato e la ragazza stava correndo incontro a Zlatan. Lui la guardò perplesso. ‹‹Tu devi essere la fidanzata di Stephan.›› ‹‹Esatto. Sono Serena.›› ‹‹Ciao Serena.›› ‹‹Sono una tua grandissima fan! Vieni qui, fatti abbracciare!›› Non gli diede neanche il tempo di respirare, si gettò su di lui e lo strinse forte. Zlatan, imbarazzato, ricambiò l'abbraccio ridendo e guardò Stephan che si avvicinava con le valigie in mano e la faccia rossa per l'imbarazzo. ‹‹Wow quanto sei alto›› continuò Serena, squadrandolo dalla testa ai piedi. ‹‹Sei bellissimo.›› ‹‹Serena smettila dai, lascia stare Zlatan›› intervenne Stephan. Lei si avvicinò al fidanzato e gli diede un bacio. ‹‹Oh amore, sono così felice di essere qui.›› ‹‹Ma dove l'ha trovata questa scema?›› Disse Mark in tedesco a Sveva, sapendo che lei lo avrebbe capito. Sveva rise e rispose nella stessa lingua. ‹‹È una ragazza che ha appena incontrato il suo idolo, è comprensibile che sia così euforica.›› ‹‹Sarà, ma a me sembra tanto una scema.›› Un po' lo pensava anche Sveva e, a giudicare dall'espressione del suo volto, anche Zlatan. Quando anche Ignazio e la compagna furono arrivati, Zlatan mostrò loro le camere. Erano tutte grandissime, con una vetrata ampia che affacciava su un balconcino con vista sul giardino. ‹‹Se hai bisogno del bagno ce ne sono due su questo piano o puoi utilizzare quello in camera mia, che è questa porta di fronte alla tua›› disse Zlatan a Sveva dopo averle mostrato la sua stanza. ‹‹Grazie Zlatan.›› Lui le sorrise. ‹‹Quando hai finito di sistemarti scendi giù che ti faccio vedere il resto della casa.›› ‹‹Arrivo subito›› disse lei, ma Zlatan era già scomparso. Lo sentì chiacchierare con Mark e poi sentì la voce inconfondibile di Serena che lo chiamava. Si guardò intorno, la camera era bella, come il resto della casa di Zlatan per quel poco che aveva visto. Si avvicinò al balcone e scrutò fuori. Anche se era buio, le luci nel giardino erano accese e riusciva a vedere il gazebo illuminato e il bordo di una piscina. Disfece le valigie e andò a rinfrescarsi. Si cambiò d'abito e scese. Nel salotto c'erano già tutti, seduti sul divano che chiacchieravano. Lei si sedette accanto al fratello. Mark le fece un sorriso e continuò a parlare con Serena. ‹‹Quindi state insieme da quattro mesi›› stava dicendo ‹‹Strano, Stephan non ci ha mai parlato di te.›› ‹‹È un ragazzo riservato›› rispose lei, sorridendo al fidanzato. ‹‹Non è vero che non vi ho mai detto nulla, lo sapevate che uscivo con una ragazza.›› ‹‹È vero›› disse Zlatan. ‹‹E quanti anni hai?›› continuò Mark. ‹‹Diciotto.›› ‹‹Una bambina, praticamente.›› ‹‹Mark non è educato chiedere l'età ad una signora›› disse scherzando Valentina. ‹‹Hai ragione, scusatemi.›› ‹‹Stasera volevo portarvi a cena in un posto dove si mangia benissimo, ma quando ho telefonato per prenotare mi hanno detto che non c'era posto. Perciò ho ordinato a domicilio.›› ‹‹Mangeremo roba tipica svedese?›› domandò Ignazio. ‹‹Sì›› Zlatan rise ‹‹È d'obbligo›› si alzò dal divano ‹‹Vado a preparare la tavola, aspettatemi qui.›› ‹‹Aspetta, ti do una mano›› disse Sveva alzandosi. ‹‹Anche io!›› disse subito Serena. Zlatan guardò prima l'una e poi l'altra. ‹‹Okay, venite.››
Zlatan condusse le ragazze in cucina e insieme iniziarono ad apparecchiare la tavola. La fidanzata di Stephan era una ragazzetta tutto pepe e spesso l'aveva beccata a guardarlo con insistenza. Non era insolito che le persone lo guardassero così, ma questa ragazza, per essere così piccola, era veramente sfacciata. Ma probabilmente il mondo della moda, del quale lei faceva parte, faceva perdere l'innocenza troppo presto. Sveva invece era triste. Lo aveva capito dal primo momento in cui aveva incontrato il suo sguardo quando era scesa dal taxi. Mark non le staccava gli occhi di dosso e lei non sembrava nemmeno curarsene. Quando fuori le aveva parlato in tedesco a lui aveva dato profondamente fastidio non sapere cosa si erano detti. Vederla ora così concentrata su quello che stava facendo gli fece desiderare di essere solo con lei e di potersi soffermare a guardare ogni suo gesto, le espressioni del suo volto, le sue movenze... magari poi l'avrebbe fermata e l'avrebbe attirata a sé per un bacio... ‹‹E quindi ti sei lasciato con Megan.›› La voce di Serena lo riportò bruscamente alla realtà e si rese conto che, ancora una volta, stava fantasticando su Sveva. Lei alzò gli occhi dal tovagliolo che stava piegando e lo guardò. ‹‹Sì›› rispose senza guardare nessuna. ‹‹E come mai?›› ‹‹Non andavamo d'accordo.›› ‹‹Quindi adesso sei single... o c'è già qualcuna?›› ‹‹No, non c'è nessuna. Mi stai facendo il terzo grado?›› Serena rise. ‹‹Scusami, ero curiosa. E tu invece Sveva? Ce l'hai il fidanzato?›› Questa volta fu Zlatan a guardare nella sua direzione. Sicurmente c'era un ragazzo nella sua vita, quello che aveva visto con lei in clinica... ‹‹No›› fu la sua risposta. Involontariamente, Zlatan sorrise. Era sola. Dunque, chi era quel tipo dell'ospedale? ‹‹E come mai? Sei così bella›› continuò Serena. Già, vero. Era bellissima, pensò Zlatan. ‹‹Sono uscita da poco da una relazione.›› ‹‹Oh... era una storia importante?›› ‹‹Serena perché non vai a chiamare gli altri di là?›› la interruppe Zlatan, allarmato dalla reazione di Sveva a quelle parole. ‹‹Okay›› rispose la ragazza rivolgendogli un ampio sorriso, ed uscì dalla stanza. ‹‹È tutto okay?›› chiese poi a Sveva, che era rimasta silenziosa e a testa bassa. ‹‹Sì. Tutto okay.›› Voleva chiederle di più, ma gli altri arrivarono un secondo dopo e per il resto della serata non ebbe più occasione di rimanere solo con lei.
Cenarono e trascorsero la serata in giardino, al fresco, tra risate e birre. Zlatan ogni tanto rivolse qualche occhiata fugace a Sveva che sembrava essersi ripresa. Sorrideva e lui pensò che gli sarebbe piaciuto tanto poterla conoscere meglio. Che peccato che presto sarebbe andato via da Milano e lei sarebbe tornata alla sua vita a New York.
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behindblueeyes-97 · 2 years
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Mi sembri simpatico ma pubblichi troooppe cose porno.
Amo, il sesso è bello, bellissimo però un po' meno perché poi si sfocia nel cattivo gusto😂
Perché mai si dovrebbe sfociare nel cattivo gusto?
Non trovo nessun nesso onestamente. Il sesso non è un tabù così come pubblicare 830 gif porno non è indice di essere depravati o persone che non sanno pensare ad altro.
Hai ragione, sono molto simpatico, e se mi contattassi invece di fermarti su quello che una persona pubblica scopriresti che ho molti altri interessi 😃
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v3rsoaltrilidi · 1 year
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Io e io.
y: ho capito.
x: cosa hai capito?
y: non voglio più infilarmi in situazioni in cui non ci metto più il cuore.
x: e perchè lo fai allora? Nessuno ti costringe.
y: Lo so, mi costringo da solo, per dimostrare a me stesso che riesco a farlo senza fossilizzarmi nel passato, voglio andare avanti.
x: cerchi di dimostrarlo a te stesso o agli altri?
y: non lo so, credo a me stesso, non mi importa di dimostrare le cose agli altri
x: sei sicuro?
y: non sono sicuro
x: prima hai detto andare avanti, da cosa?
y: C'è stato un momento in cui tutto si è fermato, ma davvero, non come si dice nei film sai, almeno io sento davvero questo
x: e cosa è successo dopo?
y: dopo? Non lo so, ho perso il controllo
x: di cosa?
y: di tutto, delle mie scelte, dei miei soldi, della mia salute, delle persone che ho scelto di frequentare, ho conosciuto una parte di me orribile, sono diventato cattivo
x: cattivo in che senso?
y: ho ferito le persone che amo
x: perchè sei diventato cattivo?
y: perchè ero arrabbiato, infelice, insoddisfatto, disperato
x: ma tu non sei così
y: non è vero, sono anche questo a quanto pare
x: non ti ho mai visto così
y: forse perchè niente mi ha mai fatto sentire così
x: parli di una persona in particolare?
y: no, non solo parlo di una persona in particolare, parlo di come mi sono sentito a perderla quella persona
x: era importante?
y: si, era parte della mia vita
x: le relazioni spesso finiscono, non siamo fatti per stare con chiunque
y: si ma con lei era diverso
x: diverso come?
y: eravamo io e lei, non te lo saprei spiegare, non era come le altre persone
-: io la guardavo e mi perdevo in ogni sfaccettatura del suo carattere, spesso non la sopportavo ma adesso se ci penso era bellissimo
x: era bello stare male?
y: no, quello no, era bello stare con lei, ero stupido io a farglielo pesare a volte, solo che non mi sentivo amato e ci stavo male perchè io la amavo tantissimo, non l'ho gestita bene
x: ne avete mai parlato?
y: parlavamo tanto di tante cose, forse alcune le abbiamo trascurate, forse io vedevo solo nero
x: forse non vi aprivate più l'uno con l'altro
y: no, non lo facevamo più così tanto, tante cose accumulate e poi si finisce per non sopportarsi più
x: vedi ancora nero?
y: non lo so
x: senti di averla persa?
y: beh..si
x: Non ne sei sicuro?
y: Si ne sono sicuro
x: perchè eri incerto prima?
y: è semplicemente il mio carattere che mi porta ad essere preciso e puntiglioso per ogni singola cosa, ma dentro di me sento che non la perderò mai
x: perchè non la perderai mai?
y: perchè me la tengo dentro, nel mio cuore, la custodisco, è quella storia che forse non riuscirò mai a raccontare a nessuno perchè scoppierei a piangere prima di finirla
-: Il tempo lo conto con o senza di lei, ho la sensazione che il resto mi attraversi , non lo sento
x: ci pensi spesso?
y: Si ma non costantemente se no non riuscirei a fare nulla, in molti momenti della giornata faccio finta di niente e a volte mi riesce benissimo
x: è lei che ti viene in mente per qualcosa o sei tu a pensarci?
y: Direi entrambi, quando non mi viene in mente mi assicuro di pensarci io, la metto in tutte le cose
x: fammi degli esempi
y: ogni mattina quando mi lavo la faccia mi ricordo di lei che mi diceva di mettere la crema
-: se per esempio faccio il caffè penso chissà se lei, ovunque sia, lo sta prendendo
-: o quando taglio i capelli penso sempre a come li commenterebbe lei, non le piacevo molto quando mi tagliavo i capelli
x: cos'altro ti viene in mente?
y: mi viene in mente la mia casa a mare, il mio posto preferito con la mia persona preferita, la vita è una cosa assurda
-: mi mancano le sigarette fumate insieme
-: mi manca cucinare per lei o con lei, la prendevo in giro ma se la cavava in cucina, doveva avere tutto sotto controllo, ogni minima cosa, se chiudo gli occhi riesco quasi a vederla mentre controlla ogni singolo ingrediente
-: se vedo un albero, un paesaggio, le nuvole
-: o quando vedo qualcosa di bello che vorrei commentare con lei o quando faccio qualcosa di bello sento ancora quella voglia di raccontarle le cose
-: quando torno a casa ogni sera, prima che finisca la salita mi immagino di vedere la sua macchina parcheggiata e lei li che mi deve parlare
-: o quando accarezzo i miei cani, mi chiedo a volte se a loro manca come manca a me, Black non c'è nemmeno più adesso, ha avuto un tumore e non ce l'ha fatta, volevo chiamarla ma non ci sono riuscito, avrei voluto averla vicino in quel momento ma il senso di colpa ha prevalso, non riuscirei più a chiederle niente
x: senti di averle chiesto troppo?
y: Si
x: e adesso?
y: adesso cosa?
x: adesso come ti senti?
y: mi sento come l'ultima volta che l'ho vista, se chiudo gli occhi vedo lei davanti a me che soffre e io che non riesco ad abbracciarla
x: come te la immagini adesso?
y: Mi immagino sempre lei, un po' cresciuta, più stronza, più dolce, libera, anche felice ma con sempre quella malinconia e quel modo di vedere le cose che un po' ci accomunava
x: intendo come te la immagini davanti a te
y: non è una bella immagine questa, vedo lei ferita che mi guarda male, delusa da me, non me la immagino più arrabbiata, con tutto il tempo che è passato sarà rimasta soltanto la delusione
x: perchè la immagini arrabbiata?
y: perchè ho mollato la presa e perchè l'ho ferita
x: spiegati meglio
y: perchè ho mollato, non ce la facevo più e l'ho mandata via, ho avuto una crisi e non ho fatto altro che accartocciarmi sempre di più, ho provato ad andare avanti ma non funzionava, ho provato a stare da solo per mesi ma il pensiero di lei mi torturava ogni giorno così cercavo distrazioni e mi illudevo pure di riuscirci
x: e quando l'avresti ferita?
y: quando stavamo insieme ci ferivamo spesso e sono stato con altre ragazze dopo di lei
x: ma quello che succede dopo non conta, la vostra storia è finita
y: è questo il punto, per me conta, non ce la faccio più, non voglio che nessuno mi faccia i complimenti, che mi dedichi canzoni, che mi porti nei posti, che nessuno pensi nella sua testa di potermi avere, che nessuno mi tocchi, mi da fastidio, mi sento inerme, se non posso stare con lei non voglio più stare con nessuno
x: questo lo dici adesso, troverai un'altra persona con il tempo, forse non hai ancora trovato la persona giusta con cui ricominciare
y: ma non voglio ricominciare capisci? Non voglio che quel momento arrivi. Io voglio pensare a lei tutti i giorni, voglio amarla da lontano, voglio ancora stampare le nostre foto e metterle ovunque nella mia stanza
-: voglio vedere per caso una foto mentre è in giro per la sua città e piangerci su, mentre so che è felice perchè forse ha trovato la sua dimensione adesso
-: voglio vederla viaggiare e sorridere con persone sconosciute, raccogliere fiori che porterà a casa provando a prendersene cura, guardare tramonti ed immaginarmi il suo sguardo intenso, scoprire che ha sperimentato un nuovo modo di truccarsi, che prova a tenere in ordine la camera, che si sveglia libera come ha sempre voluto essere
-: pensavo che il tempo senza di lei mi facesse bene, come è sempre stato con tutte, ho avuto tante relazioni, vissute tantissimo, ho amato e perso tante volte e ho sempre ricominciato raccogliendo i pezzi, ma dopo di lei niente mi ha più toccato, lei è un mondo a parte
x: forse hai bisogno di più tempo
y: no, il tempo non è la soluzione, il tempo ti fa solo dimenticare, ma io non voglio dimenticare, alla fine i ricordi sono tutto quello che abbiamo
-: per questo mi sforzo di ricordare ogni giorno, mi sento male quando non mi ricordo qualcosa su di noi, qualcosa che lei diceva spesso o le cose che commentavamo insieme, non voglio dimenticare niente, mai, a volte vorrei solo più ricordi
-: che più passa il tempo più non la conosco, più mi perdo
-: piú tutto si allontana, offuscandosi
-: sono passati 301 giorni dall'ultima volta che l'ho vista
x: credo che tutto questo non ti faccia bene
y: non lo so, non mi importa
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