#cattivi si nasce
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Ci sono dei malvagi che sarebbero meno pericolosi se fossero assolutamente privi di bontà.
#cattivi si nasce#frasi tumblr#frasi e citazioni#cattiveria#persone malvagie#ipocrisia#arroganza#cattiva#tradimento#a buon mercato#malvagi
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Il karma si muove in due direzioni. Se agiamo in maniera virtuosa, i semi che noi piantiamo daranno risultato di felicità. Se noi agiamo senza virtù, ne risulteranno sofferenze.
#cattivi si nasce#frasi tumblr#frasi e citazioni#cattiveria#persone malvagie#arroganza#ipocrisia#cattiva#tradimento#a buon mercato#karma
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Dati inquietanti dal Medioevo
Tra il 1600 e il 1700, visitando il Palazzo di Versailles a Parigi, si può notare che, nonostante la sua sfarzosità, il palazzo non disponeva di bagni.
Nel Medioevo non esistevano spazzolini da denti, deodoranti, profumi e, tantomeno, carta igienica. Gli escrementi umani venivano gettati direttamente dalle finestre del palazzo.
Durante le festività, le cucine di Versailles preparavano banchetti per 1500 persone senza il minimo standard di igiene.
Nelle rappresentazioni moderne vediamo spesso personaggi dell'epoca sventolarsi con ventagli, ma il motivo non era il caldo: sotto le gonne delle dame si diffondeva un forte odore, poiché non esisteva una vera igiene intima. Le docce erano rare a causa del freddo e della quasi totale assenza di acqua corrente.
Solo i nobili potevano contare su servi che li sventolassero, sia per disperdere il cattivo odore del corpo e dell'alito, sia per allontanare gli insetti.
Chi visita oggi Versailles ammira i magnifici giardini, ma al tempo della monarchia erano usati anche come toilette durante le famose feste di corte, poiché non c’erano bagni disponibili.
Nel Medioevo, la maggior parte dei matrimoni si celebrava a giugno, l’inizio dell’estate. Il motivo? Il primo bagno dell’anno veniva fatto a maggio, quindi a giugno l’odore era ancora sopportabile. Tuttavia, per coprire eventuali cattivi odori, le spose portavano bouquet di fiori vicino al corpo, da cui nasce la tradizione del bouquet da sposa.
I bagni venivano fatti in una grande vasca riempita con acqua calda. Il capofamiglia aveva il privilegio di immergersi per primo, seguito dagli altri membri della famiglia in ordine di età. I neonati erano gli ultimi, e l’acqua era così sporca che poteva diventare letale per loro.
I tetti delle case erano spesso privi di soffitto interno, con travi in legno che offrivano rifugio ad animali come cani, gatti, ratti e scarafaggi. Quando pioveva e il tetto perdeva, questi animali saltavano sul pavimento.
Chi poteva permetterselo usava piatti in stagno, ma alcuni cibi, come i pomodori, ne ossidavano il materiale, causando avvelenamenti letali. Per anni i pomodori furono considerati velenosi.
Per bere birra o whiskey, si usavano tazze di latta, e la combinazione tra bevande alcoliche e ossido di stagno poteva provocare stati di incoscienza simili alla narcolessia. Chi passava per strada poteva pensare che l’individuo fosse morto, e il corpo veniva portato via e preparato per il funerale.
Il defunto veniva posto sulla tavola della cucina, dove parenti e amici vegliavano, mangiavano e bevevano aspettando di vedere se si sarebbe svegliato. Da qui nasce la tradizione della veglia funebre.
In Inghilterra, per mancanza di spazio nei cimiteri, le tombe venivano riutilizzate. I resti venivano rimossi e posti negli ossari. Aprendo i vecchi feretri, si trovavano spesso graffi sul lato interno del coperchio, segno che il defunto era stato sepolto vivo.
Da qui nacque l’idea di legare una cordicella al polso del morto, facendola passare attraverso un foro nel coperchio fino a una campanella posta fuori dalla tomba. Una persona restava di guardia per qualche giorno e, se il “defunto” si risvegliava, muovendo il braccio faceva suonare la campana.
“Salvato dalla campana”, un’espressione che usiamo ancora oggi, deriva proprio da questa pratica.
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Evol
Come nasce un cattivo
Mi sono fregata da sola. Volevo chiudere quest'anno con un dramino da quattro soldi... un qualcosa di leggero e anche un po' stupido che mi tenesse compagnia per qualche giorno fino all'anno prossimo, quando sarei tornata a bomba con i drama.
Ecco perché Evol sembrava la scelta migliore: 6 episodi di una serie con i supereroi in calzamaglia... ragazzini liceali che combattono il crimine. Roba spensierata per passare il tempo.
O almeno così pensavo.
Visti i primi due episodi, ero così sconcertata da mandare un messaggio a @ili91-efp per tenermi compagnia nella visione e perché i gioiellini ci si passano sempre <3 e per parlane assieme. Il drama meritava infatti molta attenzione.
Evol è una serie dark fantasy - con richiami a The Umbrella Academy, My Hero Academia e The Boys - tratta dal manga omonimo di Atsushi Kaneko e affronta svariati tempi come la corruzione, il disagio mentale, il suicidio, la violenza domestica... ma anche l'accettazione, il razzismo e pure la violenza sessuale. la roba leggera che volevo
TRAMA
La serie segue le vicende di tre adolescenti Nozumi, Akari e Sakura che decidono di togliersi la vita. Il loro tentativo però fallisce e tutti e tre si ritrovano in un ospedale psichiatrico per guarire. Lì oltre a conoscersi, scoprono di avere dei super poteri: Nozumi può creare dei buchi ovunque, Akari riesce a fare delle fiammelle da fiammifero e Sakura può levitare a 5 cm da terra.
Chiaramente, il tentativo di suicidio fa comprendere che questi ragazzi abbiano dei gravi problemi... forti disagi e grandi difficoltà che li hanno portati all'insano gesto. Akari con i suoi tagli nelle braccia e il terrore verso il padre che la vuole riportare a casa, fa scattare nei ragazzi la decisione di fuggire.
Con i loro nuovi poteri, Nozumi e company riescono a scappare dall'ospedale e ricercati da mezza città, si interrogano sulle loro recenti abilità: hanno dei poteri perché sono destinati ad essere degli eroi? Ma questo mondo è degno di essere salvato? Questa gente che in un modo o nell'altro li ha fatti soffrire tanto da spingerli al suicidio, meritano di essere salvati?
Se questa realtà è così marcia... perché non essere invece i cattivi e non distruggere questo mondo?
Insieme alle vicende dei tre ragazzi, la serie segue anche un vero eroe: Lighting Bolt. Eroe acclamato dal mondo, figlio di eroi e fratello di eroi, quest'uomo che ha il potere di scagliare fulmini come Pikachu, persegue la sua convinzione di essere il salvatore del mondo: colui che è destinato a salvare la Terra dalla grande oscurità che sta arrivando. Peccato che per farlo, lavori sottobanco con il Sindaco della città che usa Pikachu come assassino di fiducia per eliminare persone a lui scomode.
Questa a grandi linee la trama. E' chiaro come qui di roba leggera non ce ne sia manco l'ombra. Anzi. Ho amato la trama e come si sia evoluta lungo tutto l'arco narrativo: colpi di scena, buon ritmo, ambientazione cupa ed a tratti davvero creepy ma soprattutto un ottima evoluzione della storia. Coerente e ben realizzata.
Come scritto nel sottotitolo, questo drama mostra come si "diventa dei villain": prendi un ragazzo abusato e traumatizzato e fagli odiare la realtà che lo ha fatto soffrire. Poi dagli dei super poteri, rabbia, portalo alla disperazione e voilà: ecco il tuo cattivo.
Evol, parla proprio di questo e se all'inizio i ragazzi volevano fare i cattivi ma senza una grandissima convinzione - d'altronde sono liceali e il massimo che hanno fatto è stato fare dei graffiti in giro per la città - nel finale il loro passaggio al lato oscuro è ben delineato e molto logico con la storia raccontata fino a quel punto.
PERSONAGGI
Ottimi anche i personaggi: Nozumi, il lead di questo drama è un ragazzino molto introverso e chiuso verso gli altri. Almeno al primo sguardo. Una volta che conosce delle persone e si apre con loro, diventa più aperto e solare. E' un bravo ragazzo che vuole l'accettazione da parte degli altri e sentirsi davvero parte del mondo.
Emblematica su questo la scena dell'alieno: Nozumi parlando con la madre ammette di sentirsi un estraneo nel mondo. Un diverso. Tanto più che è gay e il ragazzo che gli piace lo ha anche rifiutato. Questo aumenta la sua alienazione e la sofferenza: chiede infatti scusa alla madre per essere gay e per averla delusa. Per non poterle dare dei nipotini... chiara dunque la sofferenza del ragazzo e da dove derivi il suo dolore.
Poi c'è Sakura che dei tre è stata quella meno esplorata. Dal poco che sappiamo è stata vittima da parte degli altri di attacchi di razzismo e bullismo, tanto che il padre si è impiccato e la madre se ne è andata con un altro uomo. Nella serie dicono che in realtà non si è ammazzata ma è stata uccisa. Qualcuno voleva farla fuori. Ma ad oggi, non si sa ancora nulla di questa storia. Ma infatti non ce la vedevo ad uccidersi!
Sakura è quella decisa e aggressiva del trio. Quella propositiva e attiva, che fa cose e poi pensa a ciò che ha fatto. Anche se può sembrare impetuosa e poco riflessiva, in realtà nasconde un grande cuore ed è molto empatica. Litiga con Akari ma poi, preoccupata per lei, fa di tutto per trovarla e andare a salvarla. Poiché è senza famiglia - e vive proprio in una casa famiglia - credo che Nozumi e Akari siano diventati per lei una sorta di casa.
Ed infine c'è Akari. Pestata e abusata sessualmente dal padre Capo della polizia - la scena dove il genitore si struscia e geme sui vestiti della figlia fermandosi sulle parti intime mi farà avere incubi per settimane cazzo! - che pensa che dentro di lei ci sia Satana, la ragazza è sull'orlo della disperazione e follia. Vede cose che non esistono - o forse esistono davvero e siamo noi spettatori i folli - e vuole solo vedere il mondo bruciare.
Poiché Akari non parla molto non è facilissimo inquadrarla ma dai suoi pensieri e chiacchierate che si è fatta con il coniglio di fumo nero - che ho chiamato Frank in onore del coniglio Frank in Donnie Darko - viene fuori un personaggio remissivo e obbediente che sopporta tacitamente gli abusi almeno finché non conosce gli altri due. Nozumi e Sakura diventano suoi amici e le danno un po' di speranza e gioia, facendole sognare un mondo diverso.
Ma ahimè il sogno sarà di poca durata.
E come con Nozumi sarà la felicità data e poi persa violentemente che la farà cadere nella vera disperazione.
Inoltre è piaciuto molto anche il personaggio di Lighting Bolt. Ad una certa mi ha fatto quasi tenerezza questa sua ricerca ossessiva di cosa significasse essere un supereroe: si è convinto di essere nato e di avere i poteri per essere il Gesù Cristo del mondo ma d'altra parte era perfettamente consapevole di fare da serial killer personale di un solo uomo, uccidendo persone innocenti. Eroe di cosa?! Cosa significa essere un eroe?!
Tra l'altro non si è manco accorto della psicopaticissima sorella che godeva nel friggere persone: eroina quanto lui, sfogava il suo desiderio di essere riconosciuta al pari del padre e del fratello, friggendo cani e bambini innocenti. E poi daje di targhe " Eroina della città".
Fatta la disamina suoi personaggi, posso dire che mi sono piaciuti tutti. Il modo in cui sono stati scritti, soprattutto. Per ogni disagio, azione assurda o discorso strano, la serie ha costruito bene i suoi personaggi, il modo che si capivano le loro motivazioni e perché agissero o reagissero in tali modi.
Buona anche la performance degli attori, in particolare i giovani: se l'attore di Nozumi ha 23 anni ed ha un curriculum di tutto rispetto con una ventina di drama e ancor più film ed idem l'interprete di Akari - che di anni ne ha 18 - colei che rappresenta Sakura ha solo tre drama nel carrello. Più qualche film. Non sono certo attori di primo pelo ma neanche dei mostri di recitazione. Tuttavia trovo che abbiano fatto un buon lavoro, soprattutto l'attrice di Akari.
STILE E ATMOSFERA
Trovo che sia stata buona anche la regia: Evol ha una narrazione solida e coerente ma non sempre di facile comprensione. Alcune cose vengono infatti lasciate all'interpretazione per aumentare, a parer mio, la poeticità e anche la riflessione dello spettatore. La serie ha infatti molti momenti introspettivi e di critica alla società di oggi: corruzione, alienazione, razzismo, abusi...
Tuttavia la serie non è una palla introspettiva: ci sono molti momenti di tensione e di drammaticità grazie ad una regia che ti tiene sempre un po' sul chi vive e non annoia mai.
Questo grazie anche al comparto visivo e all'ambiente un po' cupo e certe volte angosciante che assieme alla musica azzeccatissima permette allo spettatore di percepire sempre quel filo d'inquietudine che ti tiene incollata allo schermo.
E proprio sull'aspetto visivo devo fare il mio primo appunto: la serie infatti pecca per la poca luminosità. Ok il creepy e l'angoscia ma fammi vedere qualcosa! In alcune scene si percepiva solo uno sfondo nero e le voci sotto ma niente di vedibile. Per fare alcune gif ho dovuto sbiancare le immagini!
L'altro appunto è sul fatto che la serie lascia aperte molte domande di trama ma che difficilmente avremo qualche risposta. Evol infatti, dovrebbe avere più stagioni ma onestamente io non sono fiduciosa che le faranno davvero.
sbiancatissimo.
TEMATICHE
Ultima cosa circa le tematiche portate avanti dalla serie: Evol fa a pezzi il mito del supereroe e offre una narrazione intensa e provocatoria che esplora le sfumature tra bene e male. Chi è il buono? Chi è il cattivo? ...
Ma parla anche di salute mentale, discriminazione e alienazione. Sonda il disagio mentale e la sofferenza soprattutto degli adolescenti, epoca tragica a parer mio, che molto spesso urlano il proprio tormento a persone che non sanno o non vogliono ascoltare.
Quello che resta è una riflessione su dei ragazzini soli e persi nel mondo - alla fine del drama tutti e tre i personaggi rimangono orfani - che trovano nell'odio e nella distruzione la risposta a tutto il loro dolore.
Concludendo: una serie sicuramente da vedere. Soprattutto per chi, come me, è un amante delle opere introspettive e piene di spunti di riflessione. Il cast e la regia hanno fatto un ottimo lavoro nel raccontare questa storia contando solo i 6 episodi di questa prima stagione. Sicuramente non la serie leggera e spensierata che pensavo... tuttavia mi ha davvero sorpresa per la sua intensità e riflessività.
Attendendo con forte speranza la seconda stagione...
Voto: 7.9
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Dall’eco-ansia all’eco-razzismo
Di Marcello Veneziani
L’angoscia si esprime oggi in due modi: ego-ansia ed eco-ansia. Siamo angosciati per l’io e per il pianeta; di tutto quel che sta nel mezzo – persone, famiglie, società, nazioni, popoli, culture, religioni, civiltà, umanità – ci interessa sempre meno.
L’eco-ansia è la patologia dei nostri giorni, una specie di infiammazione ecologica. I malati più acuti sono i ragazzi, poi vengono i media e tutti gli altri; ma ne patiscono anche alcuni ministri. La nuova linea di discriminazione tra i buoni e i cattivi, gli insider e gli outsider, è quella: se ti affibbiano il marchio di negazionista ambientale sei fritto, come il pianeta; hai perso ogni rispetto, non puoi coprire alcun ruolo, devi solo nasconderti.
Ma cos’è l’eco-ansia? E’ un fenomeno non solo italiano ma occidentale, trae suggestioni dal movimento di Greta Thunberg, però non nasce dal nulla: alcune emergenze ambientali e climatiche toccano reali alterazioni dell’eco-sistema. Quanto però queste dipendano dai comportamenti umani è da verificare: alcune di più (per es. la plastica nei mari), altre assai meno (i mutamenti nell’ecosistema). E poco dipendono da singoli stati e singoli paesi, di modeste dimensioni, come il nostro. L’eco-ansia è divenuto improvvisamente ossessivo, monomaniacale, con un giacobinismo ideologico e un fanatismo patologico.
Ma la sua motivazione originaria, la salvaguardia della natura in pericolo, è sacrosanta. Ed è più coerente con una visione del mondo conservatrice e tradizionale, in cui è un bene primario la difesa, il rispetto e l’amore per la natura, a partire dalla natura umana. Il legame profondo tra l’uomo e la terra, le sue radici, il suo habitat, i suoi luoghi originari e identitari sorgono non a caso in una concezione della tradizione, nei suoi legami spirituali e biologici, naturali e culturali. A lungo questa visione della natura ha trovato come suoi avversari il capitalismo e il comunismo, il mercato globale e la pianificazione statale socialista, figli entrambi della rivoluzione industriale, e legati entrambi a una visione utilitarista, produttivista e antinaturale. Alla fine degli anni ottanta, in Processo all’Occidente, analizzai questo scontro tra la difesa della natura e i suoi nemici ideologici, sovietici e mercantilisti.
Poi con gli anni è avvenuto qualcosa: da una parte l’insensibilità verso i temi della natura in pericolo da parte di una “turbo-destra” liberista e ipermercatista, dall’altra la sostituzione di madre natura con la maternità surrogata dell’ambiente, termine più asettico che può valere per qualunque habitat, anche una fabbrica. Da lì nasce il ménage à trois fra eco-ansia, progressismo radical e capitalismo “eco-sostenibile”.
Il risultato che ne è derivato è questo ambientalismo allarmato, antinatura, ideologico e funzionale al nuovo capitalismo globale e allo sfruttamento del business ambientale. Al massimalismo ideologico e al suo profitto politico si unisce così l’eco-speculazione. La strategia pubblicitaria delle grandi aziende alimentari non vanta più le qualità dei prodotti ma il fatto che siano eco-sostenibili; vantano la loro buona coscienza ecologica oltre alla buona coscienza ideologica (gli spot con dosi obbligate di mondo verde, ma anche nero, gay e arcobaleno). Il pregio principale del prodotto è che non nuoce all’ambiente ed è ideologicamente conforme; non conta la qualità del cibo ma i rifiuti e gli effetti ideologici derivati. All’industria del food eco-sostenibile si è aggiunta la cosmesi e la moda eco-sostenibile; grandi marchi vendono vestiari, scarpe, creme eco-sostenibili. L’eco-sostenibile leggerezza dell’essere… Ma il core business dell’eco-ansia è nei farmaci, nella sanità e nelle cure psicanalitiche. Viene monetizzata l’ansia. Per non parlare della riconversione verde dell’industria e delle case, dei trasporti e dell’energia. Un business enorme sullo spavento diffuso e sulle nuove norme obbligate da adottare.
Sulla nuova pandemia chiamata eco-anxiety e sul suo target giovanile, ho scritto nel recente libro Scontenti. L’eco-ansia investe la salute mentale; vi si accompagna un disturbo psichico chiamato solastalgia, generato dal cambiamento eco-climatico. I sintomi e gli effetti dell’eco-ansia sono: attacchi di panico, traumi, depressione, disturbi da stress, abuso di sostanze, aggressività, ridotte capacità di autonomia e controllo, senso d’impotenza, fatalismo e paura, spinta al suicidio. E un grande senso di colpa ambientale. Il popolo degli eco-ansiosi reputa il futuro “spaventoso”.
Gli eco-ansiosi sono considerati malati virtuosi, i loro disturbi sono ritenuti lodevoli perché denotano sensibilità green. I colpevoli invece sono quegli adulti che hanno così malridotto il pianeta e non patiscono eco-ansia. L’umanità viene nuovamente divisa in buoni e cattivi, e dopo i no-vax, i no-war, ecco i no-eco: da una parte le vittime gli eco-ansiosi, dall’altra i negazionisti, gli eco-mostri, che minimizzano il problema da loro creato.
La follia ulteriore di questa drammaturgia ambientale è che non produce effetti concreti sull’ambiente: una volta esaltata la minoranza benemerita degli eco-attivisti e vituperata la minoranza maledetta degli eco-negazionisti, non viene fuori alcun risultato pratico in tema di degrado ambientale. Si è solo usata un’ennesima discriminazione ideologica per sostenere un nuovo, manicheo eco-razzismo da cui trarre profitto politico. Allo stesso tempo l’eco-ansia dirotta il mondo dalla realtà: l’incubo è il clima, concentriamoci sul riscaldamento globale, il resto è irrilevante o meno urgente. Non pensate più all’economia e alla politica, alla società reale e all’economia, alla famiglia e alle ingiustizie, alla disumanizzazione e alla fine della civiltà; è in ballo il pianeta da salvare. Tra l’io e il pianeta c’è di mezzo il vuoto; di quello spazio se ne occupa la governance globale. Voi pensate al clima, agli animali e ai ghiacciai, e al vostro io angosciato. Il mondo si va disumanizzando, ma il tema su cui concentrarsi è il clima. L’importante è salvare il pianeta; e se l’umanità è di ostacolo, salviamo il pianeta anche a prezzo dell’umanità.
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Dati inquietanti dal Medioevo
Tra il 1600 e il 1700, visitando il Palazzo di Versailles a Parigi, si può notare che, nonostante la sua sfarzosità, il palazzo non disponeva di bagni.
Nel Medioevo non esistevano spazzolini da denti, deodoranti, profumi e, tantomeno, carta igienica. Gli escrementi umani venivano gettati direttamente dalle finestre del palazzo.
Durante le festività, le cucine di Versailles preparavano banchetti per 1500 persone senza il minimo standard di igiene.
Nelle rappresentazioni moderne vediamo spesso personaggi dell'epoca sventolarsi con ventagli, ma il motivo non era il caldo: sotto le gonne delle dame si diffondeva un forte odore, poiché non esisteva una vera igiene intima. Le docce erano rare a causa del freddo e della quasi totale assenza di acqua corrente.
Solo i nobili potevano contare su servi che li sventolassero, sia per disperdere il cattivo odore del corpo e dell'alito, sia per allontanare gli insetti.
Chi visita oggi Versailles ammira i magnifici giardini, ma al tempo della monarchia erano usati anche come toilette durante le famose feste di corte, poiché non c’erano bagni disponibili.
Nel Medioevo, la maggior parte dei matrimoni si celebrava a giugno, l’inizio dell’estate. Il motivo? Il primo bagno dell’anno veniva fatto a maggio, quindi a giugno l’odore era ancora sopportabile. Tuttavia, per coprire eventuali cattivi odori, le spose portavano bouquet di fiori vicino al corpo, da cui nasce la tradizione del bouquet da sposa.
I bagni venivano fatti in una grande vasca riempita con acqua calda. Il capofamiglia aveva il privilegio di immergersi per primo, seguito dagli altri membri della famiglia in ordine di età. I neonati erano gli ultimi, e l’acqua era così sporca che poteva diventare letale per loro.
I tetti delle case erano spesso privi di soffitto interno, con travi in legno che offrivano rifugio ad animali come cani, gatti, ratti e scarafaggi. Quando pioveva e il tetto perdeva, questi animali saltavano sul pavimento.
Chi poteva permetterselo usava piatti in stagno, ma alcuni cibi, come i pomodori, ne ossidavano il materiale, causando avvelenamenti letali. Per anni i pomodori furono considerati velenosi.
Per bere birra o whiskey, si usavano tazze di latta, e la combinazione tra bevande alcoliche e ossido di stagno poteva provocare stati di incoscienza simili alla narcolessia. Chi passava per strada poteva pensare che l’individuo fosse morto, e il corpo veniva portato via e preparato per il funerale.
Il defunto veniva posto sulla tavola della cucina, dove parenti e amici vegliavano, mangiavano e bevevano aspettando di vedere se si sarebbe svegliato. Da qui nasce la tradizione della veglia funebre.
In Inghilterra, per mancanza di spazio nei cimiteri, le tombe venivano riutilizzate. I resti venivano rimossi e posti negli ossari. Aprendo i vecchi feretri, si trovavano spesso graffi sul lato interno del coperchio, segno che il defunto era stato sepolto vivo.
Da qui nacque l’idea di legare una cordicella al polso del morto, facendola passare attraverso un foro nel coperchio fino a una campanella posta fuori dalla tomba. Una persona restava di guardia per qualche giorno e, se il “defunto” si risvegliava, muovendo il braccio faceva suonare la campana.
“Salvato dalla campana”, un’espressione che usiamo ancora oggi, deriva proprio da questa pratica.
FrancoCirillo
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A volte ti prende la voglia di diventare cattivo, ma purtroppo lo dici ma poi non lo fai, per il semplice motivo che cattivi ci si nasce.
Le persone cattive hanno proprio un'anima diversa, un modo di pensare diverso.
Inutile dannarsi e domandarsi perché arrivano a tanto. Chi non conosce "valori & sentimenti" non lo capirà mai... ♠️🔥
Silvia Nelli ✍️
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A volte ti prende la voglia di diventare cattivo, ma purtroppo lo dici e poi non lo fai, per il semplice motivo che cattivi ci si nasce. Le persone cattive hanno proprio un'anima diversa, un modo di pensare diverso. Inutile dannarsi e domandarsi perché arrivano a tanto. Chi non conosce "valori e sentimenti" non lo capirà mai.
Silvia Nelli
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L'amore nasce da un dettaglio.
La vita, in fondo, è sempre una tragedia. Non perché "lui" o "lei" siano cattivi - a meno di non restare prigionieri dell'infanzia e dei mostri oscuri che ci perseguitano durante la notte. Non perché "lui" o "lei" siano sbagliati - a meno di non illudersi che la persona giusta si nasconda in qualche posto e che prima o poi finiremo per trovarla anche noi. Semplicemente perché "lui" o "lei" sono come noi alla ricerca di qualcosa che sfugge, l'origine dell'irrequietezza, la fine del desiderio. E come noi combattono contro la perdita di quel paradiso, quando tutto era fusione e indeterminatezza.
Roland Barthes lo spiega bene nei suoi "Frammenti di un discorso amoroso": l'angoscia che si prova quando si ama una persona è legata a una perdita che si è già vissuta.
La persona che amiamo l'abbiamo già persa prima ancora di averla conosciuta e di averla amata. Anzi, la si ama proprio perché la si è già persa.
Michela Marzano, da L'amore è tutto: è tutto ciò che so dell'amore
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#cattivi si nasce#frasi tumblr#frasi e citazioni#cattiveria#persone malvagie#ipocrisia#arroganza#cattiva#tradimento#a buon mercato#riso#offesa
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Il malvagio finisce sempre col trovarsi con un altro malvagio. (Tito Livio).
Ci si incontra per caso..ci si perde per scelta..
#cattivi si nasce#frasi sulla cattiveria#malgività#persone malvagie#citazione#frase#frasi e citazioni#tumblr#debolezza#infelicità#paura#invidia#tempo#dolore#cattiva#frasi tumblr#cuore#amore malato#traditori#Ci si incontra per caso#Ci si perde per scelta
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La rinascita…
“Ho sempre pensato che cattivi non si nasce, si diventa.” “È più facile parlare con qualcuno se non ti interessa la sua opinione.”Scopri ciò che vuoi e cerca di ottenerlo senza esclusioni di colpi.La forza con cui neghi è più forte di quanto pensassi e ti impedisce di vedere la verità.Tu trovi del buono negli altri, e quando non c'è, lo crei tu. L'amore può essere una debolezza, ma può anche essere un'arma.Non è folle vedere e non credere?
il dolore ti coglie sempre di sorpresa
L’unica gioia al mondo è cominciare è bello vivere perché vivere è cominciare sempre ad ogni istante.
Ho pianto i primi 10 giorni dopo l'incidente, piangevo tutte le sere come uno stupido sul letto ascoltando musica triste o che mi faceva pensare a te, rivedevo le foto, i video, i tanti momenti passati insieme. Mi mancavi, avevo paura che non ti svegliassi e che ti avessi perso per sempre. Poi il miracolo, una calda giornata di maggio dove io ero al mare, hai aperto gli occhi, hai ricominciato a vivere. Ho trattenuto a stento le lacrime, che stavolta però erano di gioia. Tu dici che non possiamo capire ciò che hai provato e hai pienamente ragione, ma ti posso assicurare che i miei pensieri, le mie emozioni in quei giorni erano rivolti solo e solamente a te. Poi la prima chiamata verso inizio giugno, con la tua voce fioca e nelle parole ancora la paura per quel brutto giorno di fine aprile. Ti ricordi poi quando ci siamo rivisti la prima volta al santa lucia? Sei scattata in piedi, mi hai riconosciuto subito e dato quell'abbraccio che dai poche volte nella vita. Ecco da lì io non ti ho mai lasciato, ma in realtà neanche da prima. Il tuo sorriso, i tuoi occhi e la felicità nel rivedermi sono cose che non capitano tutti i giorni. Il peggio è passato amore mio e vorrei che tu sapessi che ci sono io vicino a te, sei una guerriera e non ti devi arrendere, non ti devi buttare giù, devi tenere duro, se non vuoi farlo per te stessa, fallo almeno per me. Sappi che io di quel cerbiatto con gli occhi così profondi ed un sorriso che fa invidia a tanti io non posso farne a meno. Poi i tuoi baci, i tuoi abbracci, le tue coccole, il modo in cui mi guardi, mi scatenano una pace interiore che non provavo da tanto tempo e che credevo di non provare più nella vita dopo le tante delusioni che ho avuto, invece poi sei arrivata tu e mi hai riaperto il mio cuore all'amore. Sei il mio punto di riferimento, il mio ossigeno, la mia luce nei giorni bui. Mi sto innamorando di te amore mio. Non ti prometto che sarà facile ma sono qui se vuoi rischiare…❤️
Ciao amore mio,
Non riesco a non scriverti, mi manchi un casino mi manchi come l’aria. Ho una grande voglia di te che tu non hai idea. Ho voglia dei tuoi baci, delle tue carezze, di quei occhi che mi guardano e che dicono molte cose. Ho voglia di te perché voglio fare l’amore con te. Ho voglia di te perché mi fai stare bene. Ho voglia che tu sei qua ad abbracciarmi. Ho voglia di te perché sei la mia vita. Riesci sempre a strapparmi un sorriso dalla faccia. Sei bello forte e affascinante. Sei entrato a far parte della mia vita così velocemente, mi sono affezionata a te piano piano. Mi stai rendendo una terribilmente romantica. Non ti voglio abbandonare per nessuna ragione al mondo. Mi sta battendo forte il cuore scrivendo questa cosa, ho gli occhi gonfi, le lacrime scendono come fosse pioggia.Ho fatto una promessa e la mantengo. So che non troverò mai una persona come te. Combatto per averti. So che sarà dura... Ti voglio ora, ho voglia di te, perché TI AMO e ti ameró sempre. ❤️
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A volte ti prende la voglia di diventare cattivo, purtroppo lo dici e poi non lo fai, per il semplice motivo che cattivi si nasce.
Le persone cattive hanno un'anima diversa, un modo di pensare diverso. Inutile dannarsi e domandarsi perché arrivano a tanto.
Chi non conosce "valori e sentimenti" non lo capirà mai ♡
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Napoli Ponticelli: i 9 anni dell'ambulatorio Emergency
Napoli Ponticelli: festa all'ambulatorio Emergency con la partecipazione del cantante Piero Pelù. Il cantante fiorentino, da sempre al fianco di Emergency, ha incontrato lo staff e i pazienti che abitualmente frequentano l’ambulatorio. Proprio per le persone presenti durante la visita, Pelù ha deciso di improvvisare una versione unplugged de “Il mio nome è mai più”, brano pubblicato il 17 giugno del 1999 e che ancora oggi è un inno contro tutte le guerre. Napoli: l'ambulatorio Emergency di Ponticelli L’ambulatorio di Napoli Ponticelli è nato nel 2015 per facilitare l’accesso delle persone al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) di persone in difficoltà. Un team di medici, infermieri, psicologi, mediatori culturali e volontari assicura gratuitamente servizi di medicina di base e specialistica, prestazioni infermieristiche, orientamento socio-sanitario ed educazione sanitaria a persone italiane e straniere in difficoltà. “Ringraziamo Piero Pelù per aver deciso di venire qui oggi, dedicando il suo tempo ad ascoltare le voci dei pazienti che quotidianamente curiamo gratuitamente nell’ambulatorio di EMERGENCY di Napoli Ponticelli - ha detto Tetyana Zolotarova coordinatrice del progetto – è molto importante continuare a tenere alta l’attenzione sulle periferie urbane.” Programma Italia L’ambulatorio fisso di Napoli Ponticelli si inserisce nel più ampio progetto di Emergency Programma Italia, attivo dal 2006, che nasce dalla volontà di rendere concreto, per ogni individuo, il diritto alla cura sancito dall’articolo 32 della Costituzione italiana. Oltre a Napoli Ponticelli, Emergency è presente in Italia per supportare le persone in condizioni di fragilità, italiani e stranieri, in Sicilia a Ragusa e Vittoria, in Sardegna a Sassari, in Campania a Castel Volturno, in Calabria a Rosarno, Polistena e San Ferdinando in Veneto a Marghera e in Lombardia a Milano e Brescia. Nel 2023, in Italia, sono state 9.703 le persone che si sono rivolte agli ambulatori di Emergency di Programma Italia e per cui sono state erogate gratuitamente 42.962 prestazioni socio-sanitarie di cui 24.430 prestazioni di mediazione; 9.688 prestazioni di medicina generale; 5.602 prestazioni infermieristiche; 363 prestazioni pediatriche e 894 prestazioni psicologiche. Piero Pelù ed Emercency Il legame di Piero Pelù con l’associazione fondata da Gino Strada trent’anni fa, nel maggio 1994, è sempre stato molto forte, come da lui stesso sottolineato. Fu proprio per questo che insieme a Luciano Ligabue e Jovanotti, incisero il singolo “Il mio nome è mai più” per raccogliere fondi a favore di Emergency, e destinarli ai progetti umanitari dell’ONG in particolare in Afghanistan. "Mi sembra ieri che ci incontrammo con Gino e fu amore a prima vista, un amore che dura ancora oggi e durerà per sempre - ha raccontato Piero Pelù - So che l’ospedale a Kabul aperto grazie alla canzone con Luciano e Lorenzo è ancora aperto e questa cosa mi riempie di orgoglio perché so che è un ospedale che cura tutti, compreso i cattivi. La cura non si deve mai rifiutare a nessuno esattamente come la pace. Lunga vita a Emergency!" In copertina foto di Julio César Velásquez Mejía da Pixabay Read the full article
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High and Low The Worst Episode 0 + High and Low the Worst
Il nemico del mio nemico è mio amico
Sono tornati. E più belli che mai.
Non mentirò: fino a quando non ho ripreso in mano la Saga di High and Low non avevo idea di tutti questi nuovi drama/film.
D'altronde dopo High and Low: the story of SWORD, High and Low 2, Road to High&Low, High&Low The Movie e High&Low The Red Rain e gli ultimi due film High & Low: End Of Sky e The Final Mission, uno pensa che finiranno ad una certa!
Ero rimasta alla fine di High and Low e la vittoria dei Nostri contro i cattivi e sapevo che mi mancava solo la serie DTC per chiudere il cerchio di tutta la storia. Certo, avevo adocchiato anche la presenza di The Worst - sia drama che film - ma l'avevo preso più come uno spin-off di High and Low, facilmente saltabile poiché non si parlava più delle vicende dello SWORD.
La mia presa di posizione era centrata In virtù anche del fattore emotivo: nessuno avrebbe mai potuto prendere il posto di Cobra, Rocky, HYUGA... sono personaggi così amati e così entrati nel profondo del mio cuore che pensare di poter affezionarmi ad altri personaggi, ad un altra storia, pareva pura utopia.
Pareva.
Perché dopo la serie ad a metà del film successivo, mi sono ritrovata a commentare sorridendo:- " alla fine ti ci affezioni a questi piccoli mostri."
Ma andiamo con ordine:
La serie - tra i due prodotti - è quella che mi è piaciuta meno. Fondamentalmente è una presentazione dei ragazzi che andranno poi ad essere i futuri protagonisti della storia ( esattamente come la prima stagione di HIGH and LOW presentava i propri componenti e basta!) e che almeno qui, non mi hanno fatto morire, onestamente.
Nota a margine per Todoroki, gemma che splende tra la bigiotteria tutta uguale.
Questo infatti è stato il mio problema con i personaggi presentati: mi sembravano tutti uguali. Nessuna particolarità, mania o caratterizzazione che potesse distinguerlo dalla massa di ragazzini intenti a conquistare la posizione di leader.
In High and Low, ogni gruppo aveva delle particolarità che li differenziava dagli altri: I Rude Boy praticavano parkur e proteggevano la loro baraccopoli, i White Rascal si vestivano tutti di bianco e proteggevano le donne ed i bambini e così via... erano talmente diversificati che li inquadravi subito.
In The Worst invece, oltre all'ambizione di conquistare la vetta dell'Oya, di questi personaggi poco si è parlato.
Ed ecco che allora Todoroki splende. Un po' perché l'ho visto leggere un libro - oggetto mistico al pari del Santo Graal - ed un po' perché la sua determinazione a sconfiggere Murayama e prenderle sempre, era davvero ammirevole.
Ho apprezzato come la sua forza non significasse necessariamente la sua posizione di leader - come ci ricorda Murayama - ma è necessario il carisma per conquistare tutti gli studenti e che questo, lo stesso Todoroki lo capisca nel finale, quando accetta Fujio come capo.
Tra questi baldi giovani alla conquista del trono, vanno notati Tsukasa e Fujio. Se il primo - uno dei più belli, esteticamente parlando - si mostra "dormiente" per gran parte della serie, il secondo passa il tempo con il nonno, facendoci sì vedere il suo buon cuore e l'essere un bravo guaglione ma d'altra parte togliendolo dall'azione per tutta la storia. Infatti Fujio entrerà in scena solo nel film.
Tsukasa poi è quello che mi ha lasciata più perplessa: chiaramente si era iscritto all'Oya per conquistare la vetta al fianco dell'amico ed è bello che si sia "fatto da parte" per amicizia accettando un ruolo "secondario." La perplessità nasce quando lo vedo andare a far a botte con Fujio per superare i propri limiti ed ho pensato che alla fine volesse anche lui partecipare alla corsa per il trono.
Ed invece no.
E la scazzottata allora? che ci siamo andati a fare?!
Va bene, non importa.
Ho visto così tante botte in testa, sediate nei reni e cazzotti in faccia che una rissa in più o una in meno ormai non mi sconvolge manco più.
E finisce così la serie di The Worst, con questi ragazzi che si presentano nelle classi, distruggendo porte, sedie, facce... mentre si urlano addosso imprecazioni ed intanto progettano la conquista del trono.
Ma.
Ma se c'è un trono vuol dire che c'è un RE.
E mi spiace per tutti loro, ma L'UNICO VERO RE è e sarà per sempre Murayama. #stacce
tutta la sua sobrietà in questa gif XD
Che qui, con questa serie e film si conferma uno dei personaggi più belli ed il mio migliore dell'intera saga.
Potrei scrivere un ode su questo personaggio, facendo notare come abbia preso un liceo di ragazzini e l'abbia trasformato in un gruppo capace di stare sullo stesso piano dello SWORD, di poter sedersi allo stesso tavolo con "i grandi " della città. Come ci ricorda la voce narrante nell'intro " Il Liceo Oya contribuisce alla forza dello SWORD".
Oppure potrei parlare della sua evoluzione da tizio forte che sa solo menar le mani a leader capace sotto i consigli di Cobra. Trasformazione che trova il suo apice sul finire di questa serie, quando Murayama nega agli studenti del tempo pieno la partecipazione agli affari dello SWORD. Capolavoro.
Ed infine potrei parlare della sua maturità sul finale del film, quando ormai diventato uomo, lascia il Liceo per diventare finalmente "grande" ed andare avanti con la sua vita, lasciando il passo alla generazione che verrà.
Perché High and Low, tra botte e amicizia, parla anche di cambiamento e crescita e nessuno più di Murayama ha saputo racchiudere questa tematica.
VOTO: 7+
E poi c'è il film.
Solo dopo averlo visto si capisce l'intento della serie precedente: un conto è vedere un centinaio di ragazzi sconosciuti che se la suonano di santa ragione. Un altro è vedere i ragazzi a cui un minimo ti sei affezionata, vederli spaccarsi teste, rotule e ginocchi in maxi risse sotto i ponti.
Ed in effetti, funziona. Funziona perché ho onestamente seguito con attenzione questi combattimenti, preoccupandomi un po' per tutti, riconoscendoli e facendo il tifo per ognuno di loro.
Il film segue diversi filoni che si riuniscono poi nel finale:
Mentre lo SWORD è in guerra con i Doubt e la yakuza, gli studenti a tempo pieno della Oya High sono combattuti tra la guerra delle fazioni all'interno della scuola, il conflitto con la Housen Academy e il tentativo di sconfiggere Kidra, una banda di spacciatori che stanno cercando di infiltrarsi nelle scuole locali.
(la vita impegnatissima degli studenti dell'Oya. E' per questo che non studiano. C'hanno da fa'!)
Murayama, che è il leader della Oya High, trova la sua posizione messa alla prova da un gruppo di ambiziosi nuovi arrivati, soprattutto lo studente trasferito Hanaoka Fujio. ( fonte mydramalist)
Ora, questa è un po' una cazzata perché tranne Todoroki, NESSUNO di questi pretendenti al trono ha mai avuto le palle di sfidare in combattimento Murayama. XD
Ovviamente i più attenti hanno già rizzato le orecchie perché leggendo questa trama c'è una parola che immediatamente dovrebbe far alzare in piedi la gente a festeggiare gasata come un furetto sotto steroidi.
Housen.
La Housen.
Ma io infatti vedevo questi ragazzi pelati con l'uniforme e pensavo:-" io questi lo ho già visti. Ma dove? sto nome non mi è nuovo."
Crows Zero docet.
Ed infatti sono proprio loro: la scuola che nel secondo film di Crows Zero si scontrò contro il Suzuran in un epica guerriglia fatta di pugni, calci, risse e mani in faccia.
Aggiungo che vengono presentati con una delle OST più belle e azzeccate di sempre. Appena ascoltata la loro canzone mi sono precipitata a scaricarla!
In questo film si presentano in una veste nuova, con nuovi attori ovviamente, ma sempre ordinati e preparati come piccoli soldatini super efficienti. e ovviamente pelati
Ma c'è di più: se nel film di Crows Zero, loro erano i "cattivi", i rivali da abbattere, questa volta sono dalla "parte nostra" ... nostri alleati. Ed è un piacere conoscerli in questa veste.
Ho dato il mio cuore a Odajima Yuken, sappiatelo. Con l'addio di Murayama ho trovato una nuova fonte di gioia.
I ragazzi dell'Housen si dimostrano dei delinquenti dal cuore d'oro ( più o meno). Degli specchi dei nostri Oya e vederli combattere tutti assieme è una gioia per gli occhi. Il film infatti, ne approfitta per delinearli e caratterizzarli un po', prima come avversari e poi come alleati.
Tra l'altro, mentre vedevo i ragazzi dell'Housen assaltare un palazzo con delle scale, dopo averle usate a mo' di scudo, pensavo:-" ed io che mi sono emozionata per la battaglia la Fosso di Helm! Guarda questi che stanno a fa'!!! "
Nota di merito poi per Fujio che finalmente viene messo in primo piano ed in relazione con gli altri: come prevedibile risulta avere quel carisma necessario ad unire l'Oya ed in più - per diversificarlo da Murayama - ha quella vena di pazzia ingenua dei bambini che ti lascia piacevolmente sbigottita.
Perché andare sotto casa del Suzuran per spiarne i ragazzi e vedere quanto sono forti è follia.
Mi ricorda un personaggio come Rufy di One Piece: quella sconsideratezza gioiosa che porta il sorriso ovunque vada.
Ma se con l'Housen di toccano i cuori degli amanti di questo genere di drama/film, è con il nome Suzuran che The Worst tocca l'epicità. Prima solo nominato - con riverenza - e poi fattaci vedere solo l'entrata, il film ti alza l'hype a livelli atomici facendoti supporre uno scontro/ sfida / incontro futuro contro i ragazzi del Suzuran.
E ma qui giochi troppo facile! mi sono gasata peggio dei bambini!
Ed infatti andando ai trailer dei prossimi drama/film di High and Low, indovina chi ci sta?!
Tornano i ragazzi della scuola più malfamata del circondario! E l'effetto nostalgia vola altissimo. Io ero anche convinta che non avrei visto più prodotti di High and Low! Ma non si può dir di no all'Housen e al Suzuran.
Tornando al film in questione, due sono le cose che mi hanno lasciata invece più freddina: la prima è la questione di Arata.
L'amico di Fujio che spaccia droga per pagare le spese ospedialiere della madre e tutto il contorno degli amici che si conoscono da bambini è idealmente molto bello. Ma devi farmelo vedere.
Il film e la serie prima ci dicono che Fujio e Takeshi ad esempio sono amicissimi, tanto che il secondo fa da braccio destro al primo, ma non viene mai mostrata questa grande amicizia nata a quanto pare in passato.
Idem per i ragazzi del bar della Nonna. Non basta farmeli vedere da bambini mangiare tutti assieme una volta per farmi percepire la grande amicizia che dovrebbe legarli. Soprattutto se poi ognuno di loro è andato e va per la sua strada.
L'altro problema è lo stesso che riscontro sempre nei drama di High and Low: i villain sono piatti come tavole da surf. Cattivi perché sì, senza nessuna introspezione o profondità che fanno cose malvagie perché gli va. Sono tutti uguali, tanto che da Ranmaru alla yakuza, per passare ai Dubt e adesso a questi Kidra, se ci metti dei cartonati al loro posto, sarebbe uguale.
Detto questo, The Worst è un bel film per chi piace veder menar le mani in modo coreografico:
ha un buon ritmo, una storia un po' contorta per gli standard di questo genere ma che poi si semplifica verso il finale, due grandi ritorni che toccano il cuore dei nostalgici come me e belle scene d'azione.
Il combattimento contro l'Housen prima e il Kidra poi è spettacolare: musiche, inquadrature, montaggio... una bella visione che non può non emozionare gli amanti delle scazzottate.
Con questo film, High and Low di apre a nuovi protagonisti che hanno un ardua missione: non far rimpiangere le colonne portanti di High and Low. Ci riusciranno? Per me è ancora troppo presto per giudicare, avendo visto solo un drama e un film ma voglio dargli fiducia.
Il pezzo forte di High and Low, oltre alle botte e ai bei messaggi d'amicizia, erano i personaggi, le loro personalità e le loro introspezioni.
Fujio può essere un buon protagonista, diverso da tutti gli altri dello SWORD. Todoroki può interpretare il freddo ma costante contraltare del leader, così come Tsukasa e Jamuo possono diventare interessanti.
Va capito se anche gli altri prodotti di The Worst prenderanno i ragazzi dell'Housen come "protagonisti" o li lasceranno in secondo piano. Ricordo che in High and Low, la serie era iniziata con Cobra ed i suoi amici come protagonisti, per poi virare sugli altri leader dello SWORD, fino ad arrivare ad approfondire Murayama, per dire. Faranno una cosa simile anche per questa storia?
Oh, a me, se mi mettono l'Housen come "protagonisti" mi va benissimo, eh!
Ed infine l'ultima cosa che ci tengo a dire:
per quanto io ami alla follia le storie di ragazzi - di cui il 99% ha superato l'adolescenza da anni - che si gonfiano per diventare il capo della scuola e le storie di scuole VS scuole, onestamente non vorrei vedere di nuovo questa dinamica.
In Crow Zero assistevamo alla scalata di Genji e nel secondo film alla battaglia del Suzuran contro l'Housen. In High and Low The Worst episode 0, seppure in misura minore, abbiamo avuto lotte per la conquista della vetta e con il film, una lotta contro un altra scuola.
Qua si è differenziato con le scuole che si univano contro gli spacciatori ed ho apprezzato il cambio di mood e vorrei che rimanesse così.
Ho un po' paura infatti, di vedere sempre la stessa dinamica sapendo già che la versione di Crow Zero rimarrà imbattibile.
Vedremo cosa accadrà.
Anche perché risulterebbe inevitabile. Con la divisione dei ragazzi dell'Oya in studenti a tempo pieno e part-time, questi ultimi non possono più partecipare agli affari dello SWORD. Ciò significa che se anche i ragazzi di High And Low si trovassero ad affrontare nemici da ogni parte, Fujio e compagnia non potrebbero essere presenti.
Ed ecco quindi che per loro, l'unica possibilità di scontro è con le altre scuole.
Boh, vedremo...
Per adesso...
VOTO: 8
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