#cani e lutto
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pier-carlo-universe · 27 days ago
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Gli Animali Capiscono la Morte? Empatia, Emozioni e Comportamenti nel Regno Animale
Un viaggio emozionante nella capacità degli animali di comprendere la perdita e il lutto.
Un viaggio emozionante nella capacità degli animali di comprendere la perdita e il lutto. Gli animali condividono con noi molte esperienze emotive, e una delle più misteriose è la loro relazione con la morte. Si pongono spesso domande su quanto gli animali siano consapevoli della perdita, se siano in grado di percepire il lutto o addirittura di elaborare il concetto di morte. Questo articolo…
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libero-de-mente · 1 year ago
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Dopo aver postato i miei addii alla chihuahua Minù e al gatto Alvin, scomparsi davvero troppo presto e a distanza di trentasei ore tra di loro, ho potuto constatare quanto la presunzione di superiorità dell'essere umano sia di quanto più lontano dall'essere davvero umani.
Semmai disumani.
Per molti lo strazio che alcuni esseri umani provano per la scomparsa di un animale domestico è una deriva.
Una preoccupante deriva, dove si pongono sullo stesso piano i nostri amici a quattro zampe con la vita di un altro essere umano.
Non credo che una persona psicologicamente equilibrata voglia mai paragonare la perdita di un cane o di un gatto con quella di un genitore, di un amico o un altro parente.
Ma resta sempre un dolore comunque, che può essere molto profondo se per la persona colpita dal lutto, l'animale, era tutta la sua famiglia. Nessun altro.
Un vuoto resta un vuoto.
A prescindere da tutto questo mio preambolo, per esperienza personale, posso dire che il vedere morire un essere umano e vedere morire un animale che ha condiviso la sua vita con te ha dei punti in comune.
Lo sguardo. Ti cercano come per avere la conferma che non saranno soli, in quel momento, che qualcuno a cui hanno voluto bene sia lì con loro.
Ho visto morire mio padre, mi ha guardato e poi con un sorriso ha guardato in alto ed è spirato.
La mattina che Alvin è morto ero uscito per un appuntamento di lavoro, dovevo portarlo al mio rientro dal veterinario eppure prima di uscire, mentre mi ero chinato su di lui per confortarlo, mi ha guardato e con la zampa mi tratteneva il braccio. Usando gli artigli.
Ho interpretato dopo, quando rientrando di corsa l'ho trovato riverso a terra, che probabilmente mi stava chiedendo di non andarmene. Di restare lì con lui.
Ho letto un post recente dove un veterinario affermava che 9 su 10 i proprietari di cani o gatti non vogliono assistere al trapasso dell'animale.
Che questi prima di essere sedati per il trapasso cercano con lo sguardo colui, o colei, per cui è valsa la pena vivere scodinzolando o facendo le fusa.
Molti credono che gli animali non abbiano un'anima, eppure animale è una parola che viene dal latino "animalis" che vuol dire "animato" o qualcosa che crea la vita. Affine al greco "anemos" (vento, soffio) e al sanscrito "atman", di uguale significato.
Anche mio padre cercò qualcuno e c'ero solo io. Altri erano usciti dalla stanza. Qualcuno addirittura se n'era andato, con una scusa.
Eppure l'essenza della riconoscenza verso un'anima sta proprio nello stargli vicino, quando quell'anima lascerà il suo corpo terreno.
Non si dovrebbe privare nessuno di questo riconoscimento, a meno che la morte non giunga inaspettata e all'improvviso sia chiaro.
Nel corso della propria esistenza le persone hanno svariati interessi e priorità. Ma per gli animali, quello che noi definiamo il loro padrone, è la cosa più importante di tutto. Di tutti.
Lo sguardo degli umani, durante l'esistenza, cambia a seconda dei sentimenti. Che sia amore o rabbia, a volte anche odio.
Ma nel momento in cui una persona capisce che è giunta la sua ora cerca il perdono, oppure di perdonare.
Un cane o un gatto non si devono far perdonare nulla da chi li ha amati. Ti guarderanno con lo stesso sguardo del primo giorno che li avrete visti. Con amore incondizionato.
Perché nell'attimo in cui se ne vanno, inizia il ricordo e l'amore si consolida nel cuore. Per alcuni umani invece rimane anche una parte di rabbia e di cose incompiute.
E nell’attimo in cui tutto finisce, niente finisce
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exterminate-ak · 2 years ago
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" - Frodo, ti sei svegliato!
- Gandalf, che è successo?
- Oh, ragazzo mio, ci sei riuscito. Hai gettato l’anello nel vulcano e con esso hai distrutto Sauron.
- Ce l’ho fatta…
- Hai salvato la Terra di Mezzo.
- Oh Gandalf, non vedo l’ora di rivedere tutti quanti.
- Li vedrai presto, Frodo. Ti stanno aspettando.
- Dove?
- Ai funerali di Sauron.
- Non ho inteso.
- I funerali di Sauron, è importante. È un evento. Lutto nazionale. Ci sono tutti i popoli della Terra di Mezzo.
- Perché?
- Come perché, per rendergli omaggio, per commemorarlo e celebrarne la vita straordinaria.
- Sauron.
- Sì.
- Ma Sauron è…
- Che?
- No, dico Sauron era un… un…
- Un?
- Un despota. Uno stregone malvagio. Ha devastato metà continente.
- Un po’ di rispetto, Frodo! Stai parlando di un morto, per la miseria!
- Ho capito, ma c’abbiamo combattuto per tre libri e tre film…
- Esatto. Non si può negare che abbia avuto un certo impatto.
- Un impatto di merda.
- Intanto ti devi sciacquare la bocca quando parli dell’Oscuro Signore. Lui non era malvagio.
- L’hai appena chiamato Oscuro Signore.
- Ma no, lui era… come dire… ecco, sì! Era un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia.
- Un desiderio di gioia?
- Sì. Come ti sembra? Sai, mi hanno chiesto di dire due parole alle esequie.
- Sauron, il Crudele. Sauron, l’Oscuro Signore di Mordor era un desiderio di amore?
- Guarda che le cose che ha fatto lui tu te le sogni.
- Gandalf, ma che cose? Cosa stai dicendo?
- Tirala su te Barad-dûr. Dai, prova. Tirala su te una torre di millequattrocento metri su suolo vulcanico!
- Ho capito, ma era una fortezza di pura malvagità!
- Che dava lavoro a migliaia di persone.
- Orchi Gandalf! Orchi! Mostri! Nazgul! Te li ricordi, sì? Ti ricordi il fuoco, la lava, gli eserciti incazzati, le battaglie, l’ombra cupa che scende.
- Ha segnato la Storia di questo paese.
- In peggio!
- Ha dato a tutti la possibilità di essere suoi servi, senza chiedere niente in cambio.
- Voleva conquistare il mondo.
- Ma amava i cani.
- Gandalf, ti sei rincoglionito? È per via della tinta? Questo era uno stregone oscuro, non ha mai nascosto la cosa e si è comportato di conseguenza per tutta la sua vita.
- Bella gratitudine.
- Eh?
- Guarda che te senza Sauron non eri nessuno. Senza sta cosa dell’anello tu te ne stavi ancora lì in Contea a farti i drummini. Altro che eroe. Tu la carriera la devi a Sauron.
- Ma a me m’ha rovinato la vita Sauron. E pure a tanti altri.
- Quanto odio, Frodo. Che persona piccola. Da te proprio non me l’aspettavo. Sauron era uno di noi.
- Uno di noi? Io sono un postadolescente coi piedi pelosi e lui era un cristo di dio re malvagio che ha forgiato un anello per dominare tutti gli altri. Scusami eh, ma com’è passata sta narrazione che era uno di noi? Noi chi?
- Ascolta, era una persona coi suoi pregi e i suoi difetti. E magari sì, ha dedicato la sua vita all’accumulo di potere per rendere questo Paese un posto peggiore e ci è pure riuscito, ma tu dimentichi una cosa importante.
- Cosa?
- Era un grandissimo comunicatore.
- Gandalf, porcoddue…
- Di Sauron si può dire tutto ma non che non sapesse comunicare.
- Ho capito, c’hai centocinquant'anni, hai cambiato colore e mo non capisci più un cazzo e hai paura di morire e questo è un pezzo della tua vita che se ne va e tu guardi tutto attraverso un vetro spesso così di nostalgia, ma sticazzi! Proviamo a essere un attimo obbiettivi, vuoi?
- E proviamo.
- Questo c’ha fatto passare l’inferno a tutti e ha lasciato il mondo peggio di come l’ha trovato.
- Diciamo che era una figura unica nel suo genere.
- Diciamo che era letteralmente un essere spregevole. L’incarnazione di almeno cinque dei sette vizi capitali.
- Che brutta bestia l’invidia.
- Perché a Boromir non gli abbiamo fatto i funerali così?
- Boromir era divisivo.
- Théoden.
- Comunista col Rolex.
- E Sauron invece?
- Sauron, nel bene e nel male rappresenta la Terra di Mezzo.
- Ma proprio per un cazzo io mi son sentito rappresentato da questo.
- Tu non capisci, Frodo.
- Cosa?
- La Terra di Mezzo è un Paese fondato sul condono. E dopo la morte condoniamo tutto a tutti. Però recitando frasi fondamentali come “nel bene e nel male” oppure “ha fatto anche cose buone” non neghiamo che sia stato un figlio di puttana, anzi lo rimarchiamo. Perché ne abbiamo bisogno.
- In che senso?
- Abbiamo bisogno di santificare le merde. E più uno è merda, più lo dobbiamo celebrare. Sauron va santificato, è per il bene di tutti. Così i nostri egoismi, i nostri piccoli squallori, le ipocrisie quotidiane, smettono di farci star male, di metterci in crisi. Se pure Sauron incontra Dio, se pure Sauron va in paradiso, se alla fin fine riusciamo a raccontarci che anche Sauron era una brava persona, allora lo siamo tutti. E nessuno deve pagare i propri conti con la vita e con la Storia.
- Va be’, ma con questo ragionamento non finiamo per circondarci ciclicamente solo di gente che “ha fatto anche cose buone”?
- Certo.
- E quindi altri Sauron?
- Siamo un fantasy, Frodo. Noi adoriamo le saghe. "
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ypsilonzeta1 · 1 year ago
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Ti chiedo scusa
se qualche volta
non riesco a essere
felice;
eppure ho un piccolo appartamento
che raggiungo sui miei piedi
e alla fine,
per la strada, trovo quasi
sempre
da parcheggiare,
da salutare,
da sollevare
verso una fronda gli occhi,
da ritagliare un cielo,
come un sospiro
a rendere;
i miei cani
vivono
ancora
e mi festeggiano come fossi
un’altra, una brava
padrona;
ho un lavoro,
non ho mali,
che io sappia
e anche se fosse
al momento io
sono la prova che non sono
mortali;
ho una speranza,
un progetto,
ho coscienza dell’amore
adesso,
ho decenze per non piangermi
addosso,
ho amicizie che mi lasciano
da sola
alcune volte, ma mai
quando sto male;
e il passato, mi hanno detto
e l’ho imparato,
non esiste;
scusa se
qualche volta
non sono felice
mi trascino un vecchio lutto
scioccamente
ma se solo quelle volte
rileggessi,
cancellerei, ti giuro,
tutto,
mi stupirei
di averlo detto.
Beatrice Zerbini
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vengosicuro · 4 months ago
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...Quando non si è nella luce ci si contenta di sentire delle ombre. Ombre nel cammino come alberi attorno a un viale. Soltanto i marciti, gli incattiviti non fanno ombra attorno a sé. L'ombra è la ricchezza che non si vede, ma rende luccicante il cammino là dove si deve andare da soli. Per quei viaggiatori soli, quelli che arrivano più lontano, ci vogliono le ombre. Per non perdersi del tutto. Che cosi passano tra gli uomini, dandogli a loro volta il bagliore, la perla che essi hanno intravisto. Nella nostalgia e nell'euforia. Così sono quelli che arrivando a sé trovano anche la vita, e nella loro ebrezza c’è la perla. Quelli che ancora si addentrano nella notte, nelle pieghe, nelle visioni, e rimangono altro da sé. Cantano celebrando, e allora soltanto amano. E amano così, come nella sbornia, nella luce che gli si apre davanti a squarci, e poi ritornano quelli di prima, peggio di prima, per quanto poco sopportano di ritrovarsi.
È tutto li fa soffrire e li ottunde... il miracolo appena accaduto, perfino. Non li appaga affatto!Continuano, come per acciuffarne ancora, però non si sa quando succede. Sono iracondi e non lo sanno fare a comando. Perciò soffrono come cani, come cani soli, rimpiangendo sempre la sera prima. E ogni cosa intravista è per loro un sorriso tra i denti nell'estasi e un lutto. Però… dignitosi. Nel continuo ombreggiare intricato, dignitosi. Come chi possiede qualcosa. Solo allora finisce. Senza abbracci si ritorna...
"Non si muore tutte le mattine" - Vinicio Capossela
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luigidelia · 1 year ago
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Ti chiedo scusa se qualche volta non riesco a essere felice; eppure ho un piccolo appartamento che raggiungo sui miei piedi e alla fine, per la strada, trovo quasi sempre da parcheggiare, da salutare, da sollevare verso una fronda gli occhi, da ritagliare un cielo, come un sospiro a rendere; i miei cani vivono ancora e mi festeggiano come fossi un’altra, una brava padrona; ho un lavoro, non ho mali, che io sappia e anche se fosse al momento io sono la prova che non sono mortali; ho una speranza, un progetto, ho coscienza dell’amore adesso, ho decenze per non piangermi addosso, ho amicizie che mi lasciano da sola alcune volte, ma mai quando sto male; e il passato, mi hanno detto e l’ho imparato, non esiste; scusa se qualche volta non sono felice mi trascino un vecchio lutto scioccamente ma se solo quelle volte rileggessi, cancellerei, ti giuro, tutto, mi stupirei di averlo detto. (Beatrice Zerbini) grazie
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fatalquiete · 2 years ago
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- Frodo, ti sei svegliato! - Gandalf, che è successo? - Oh, ragazzo mio, ci sei riuscito. Hai gettato l’anello nel vulcano e con esso hai distrutto Sauron. - Ce l’ho fatta… - Hai salvato la Terra di Mezzo. - Oh Gandalf, non vedo l’ora di rivedere tutti quanti. - Li vedrai presto, Frodo. Ti stanno aspettando. - Dove? - Ai funerali di Sauron. - Non ho inteso. - I funerali di Sauron, è importante. È un evento. Lutto nazionale. Ci sono tutti i popoli della Terra di Mezzo. - Perché? - Come perché, per rendergli omaggio, per commemorarlo e celebrarne la vita straordinaria. - Sauron. - Sì. - Ma Sauron è… - Che? - No, dico Sauron era un… un… - Un? - Un despota. Uno stregone malvagio. Ha devastato metà continente. - Un po’ di rispetto, Frodo! Stai parlando di un morto, per la miseria! - Ho capito, ma c’abbiamo combattuto per tre libri e tre film… - Esatto. Non si può negare che abbia avuto un certo impatto. - Un impatto di merda. - Intanto ti devi sciacquare la bocca quando parli dell’Oscuro Signore. Lui non era malvagio. - L’hai appena chiamato Oscuro Signore. - Ma no, lui era… come dire… ecco, sì! Era un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia. - Un desiderio di gioia? - Sì. Come ti sembra? Sai, mi hanno chiesto di dire due parole alle esequie. - Sauron, il Crudele. Sauron, l’Oscuro Signore di Mordor era un desiderio di amore? - Guarda che le cose che ha fatto lui tu te le sogni. - Gandalf, ma che cose? Cosa stai dicendo? - Tirala su te Barad-dûr. Dai, prova. Tirala su te una torre di millequattrocento metri su suolo vulcanico! - Ho capito, ma era una fortezza di pura malvagità! - Che dava lavoro a migliaia di persone. - Orchi Gandalf! Orchi! Mostri! Nazgul! Te li ricordi, sì? Ti ricordi il fuoco, la lava, gli eserciti incazzati, le battaglie, l’ombra cupa che scende. - Ha segnato la Storia di questo paese. - In peggio! - Ha dato a tutti la possibilità di essere suoi servi, senza chiedere niente in cambio. - Voleva conquistare il mondo. - Ma amava i cani. - Gandalf, ti sei rincoglionito? È per via della tinta? Questo era uno stregone oscuro, non ha mai nascosto la cosa e si è comportato di conseguenza per tutta la sua vita. - Bella gratitudine. - Eh? - Guarda che te senza Sauron non eri nessuno. Senza sta cosa dell’anello tu te ne stavi ancora lì in Contea a farti i drummini. Altro che eroe. Tu la carriera la devi a Sauron. - Ma a me m’ha rovinato la vita Sauron. E pure a tanti altri. - Quanto odio, Frodo. Che persona piccola. Da te proprio non me l’aspettavo. Sauron era uno di noi. - Uno di noi? Io sono un postadolescente coi piedi pelosi e lui era un cristo di dio re malvagio che ha forgiato un anello per dominare tutti gli altri. Scusami eh, ma com’è passata sta narrazione che era uno di noi? Noi chi? - Ascolta, era una persona coi suoi pregi e i suoi difetti. E magari sì, ha dedicato la sua vita all’accumulo di potere per rendere questo Paese un posto peggiore e ci è pure riuscito, ma tu dimentichi una cosa importante. - Cosa? - Era un grandissimo comunicatore. - Gandalf, porcoddue… - Di Sauron si può dire tutto ma non che non sapesse comunicare. - Ho capito, c’hai centocinquant'anni, hai cambiato colore e mo non capisci più un cazzo e hai paura di morire e questo è un pezzo della tua vita che se ne va e tu guardi tutto attraverso un vetro spesso così di nostalgia, ma sticazzi! Proviamo a essere un attimo obbiettivi, vuoi? - E proviamo. - Questo c’ha fatto passare l’inferno a tutti e ha lasciato il mondo peggio di come l’ha trovato. - Diciamo che era una figura unica nel suo genere. - Diciamo che era letteralmente un essere spregevole. L’incarnazione di almeno cinque dei sette vizi capitali. - Che brutta bestia l’invidia. - Perché a Boromir non gli abbiamo fatto i funerali così? - Boromir era divisivo. - Théoden. - Comunista col Rolex. - E Sauron invece? - Sauron, nel bene e nel male rappresenta la Terra di Mezzo. - Ma proprio per un cazzo io mi son sentito rappresentato da questo. - Tu non capisci, Frodo. - Cosa? - La Terra di Mezzo è un Paese fondato sul condono. E dopo la morte condoniamo tutto a tutti. Però recitando frasi fondamentali come “nel bene e nel male” oppure “ha fatto anche cose buone” non neghiamo che sia stato un figlio di puttana, anzi lo rimarchiamo. Perché ne abbiamo bisogno. - In che senso? - Abbiamo bisogno di santificare le merde. E più uno è merda, più lo dobbiamo celebrare. Sauron va santificato, è per il bene di tutti. Così i nostri egoismi, i nostri piccoli squallori, le ipocrisie quotidiane, smettono di farci star male, di metterci in crisi. Se pure Sauron incontra Dio, se pure Sauron va in paradiso, se alla fin fine riusciamo a raccontarci che anche Sauron era una brava persona, allora lo siamo tutti. E nessuno deve pagare i propri conti con la vita e con la Storia. - Va be’, ma con questo ragionamento non finiamo per circondarci ciclicamente solo di gente che “ha fatto anche cose buone”? - Certo. - E quindi altri Sauron? - Siamo un fantasy, Frodo. Noi adoriamo le saghe.
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sandromada · 2 years ago
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Non riesco ad aprire gli occhi, sono come rinchiusi in una gabbia nel mar morto. Mi guardo attorno, piego la schiena, e si, era territorio estraneo. I cani segnano i loro confini con l’urina, io con gli abiti sporchi. Ovunque vado inquino, occupo tutto ciò che non è armadio, perché infondo mi infastidisce che una multinazionale abbia deciso per me dove io debba poggiare le mie mutande. Non lo fanno i miei, figuriamoci l’Ikea. Piuttosto, una sedia, gialla, color canarino, un colore fastidioso, che non dispiace coprire con una felpa rossa.
Ho sempre odiato fingere il sonno. Ricordo ancora il me preadolescente, un ammasso maleodorante e stronzo, che dorme nella casa delle vacanze in Puglia, aspettando le 9:00 del mattino, o qualche rumore sospetto, per capire che poteva finalmente alzarsi da un materasso troppo morbido, andare in sala da pranzo, e fare una cosa a lui sconosciuta… colazione.
Mi muovo, faccio dei versi, agito le braccia, una atto che infastidirebbe chiunque. Si rigira, mi ignora. È ancora nel confine tra la burocrazia del mondo reale, e Narnia. Io Ho sempre amato i grandi boschi ripieni d’aghi e foglie gialle, un tappeto cosi ecosostenibile, che mi verrebbe quasi la tentazione di far parte di questo grande concerto silenzioso. Mi pareva mostruoso cacciarlo dal suo armadio. Vabbè, ognuno ha il suo orologio.
Il piano era il secondo, le scale di marmo, di quello comune. La prima cosa che noto fuori dalla grotta arricchita, è la biodiversità umana. I marciapiedi erano svergognati da un sole da me poco stimato in quel momento. Se ai belli baciava, a me forse evidenziava. C’era la qualunque, di ogni specie. Dal vecchio, allo scolare. Dirigendomi alla fermata dell’autobus più vicina, mi accorgo delle fasi della vita, passata e futura. La ragazzina coi capelli tinti, zaino verde fosforescente, eye-liner, delle imitazioni delle Monolith di Prada, jeans oversize, e sguardo ansioso, probabilmente per la materia che avrebbe dovuto affrontare alla prima ora scolastica. Il bambino indipendente, che ha il coraggio di salire sull’autobus senza genitore. Con addosso uno zaino ingombrante, e un mazzo vintage di figurine Pokemon, quasi tutti doppioni purtroppo. L’anziana signora in nero, che non si capisce se sia in lutto per il marito, o per il mondo attorno a lei che muta. È arrabbiata col tempo, un maleducato di base. È rancorosa col moto di rotazione della terra, che ogni giorno la offende a suon di rughe e ricordi a loro associati. Si possono notare i suoi occhi pettegoli fissare le gesti altrui, come fossero bestemmie in messa. Cipolla in testa, abito lungo, ballerine ortopediche, e rosario tra le mani, che non scorda di usare quando vede due donne amarsi, come fosse una croce d’aglio contro Dracula. L’uomo in camicia color celeste, un po sudata sotto le ascelle, niente che non si possa coprire con una giacca di Zara. Sua moglie le aveva detto di non spendere tanto per l’abito, anche perché si sa, in quei posti si spende troppo per della pessima qualità, cosa che lei sapeva, visto che a differenza di loro figlia che strappa le calze per moda, lei le rattoppava. Immagino farà un colloquio. Ha messo l’orologio buono, ma non troppo sfarzoso da far credere di poter fare a meno di quel lavoro. Spero vada bene. Amo le fermate, di ogni tipo, perché ci costringono al confronto. Ascoltiamo solo la musica che ci emoziona, frequentiamo solo persone simili a noi, leggiamo libri che la pensano come noi. Prendere un mezzo di trasporto pubblico aiuta l’ambiente, e mi orienta allo sguardo delle vite altrui, scrostandomi da me stesso.
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le uniche cose che mi danno gioia in questo momento da mesi a questa parte:
-il posto dove lavoro, spero continui ad essere così
-video funny moments degli One Direction che trovo su tiktok e YouTube (la me 13enne deve ancora capire come guarire dalla morte del suo preferito, si è passato un mese e mezzo, si non rompetemi i coglioni sono ancora in lutto e non so più come uscirne)
-i miei cani e quelli di mia sorella
-un paio di amicizie(nel senso tipo 3)
fine, ci risentiamo quando avrò voglia di scrivere su questo sito di merda o quando disattiverò il blog, ciao
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m2024a · 7 months ago
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Natisone, trovato un corpo: «È di Cristian Molnar». Era in una pozza vicina a quelli di Patrizia e Bianca Un corpo è stato trovato questa mattina nel Natisone, nei pressi del greto dove è avvenuto l'incidente che ha coinvolto tre ragazzi. Non c'è ancora l'identificazione ufficiale, ma è praticamente certo che si tratta di quello di Cristian Molnar, l'ultimo che ancora non era stato trovato. Come hanno riferito i vigili del fuoco, il corpo è stato trovato in una pozza, ormai libera dell'acqua, in un luogo non lontano dai punti in cui erano state trovate le due ragazze, Patrizia Cormos, di 20 anni, e Bianca Doros, di 23. Cristian, insieme alla fidanzata e a un'amica, erano stati trascinati dall'onda di piena il 31 maggio scorso.  Il calo del livello dell'acqua ha facilitato ritrovamento.   La tragedia I tre ragazzi erano andati sul greto del Natisone per scattare alcune foto il 31 maggio scorso quando, a causa delle intense precipitazioni dei giorni precedenti, il livello delle acque del Natisone è rapidamente salito. Fino a quando i ragazzi, stretti in un abbraccio, non sono stati travolti. Da allora non si sono mai interrotte le ricerche e dapprima sono stati trovati i corpi delle due ragazze, e soltanto oggi quello del giovane romeno, residente in Austria. Con modalità e con numero di soccorritori e di corpi e mezzi impegnati, le ricerche erano in corso anche questa mattina. Ventiquattro giorni di ricerche Nell'ultima settimana le ricerche si erano concentrate sulle sponde del fiume con il supporto dei cani molecolari. Una rimodulazione dell'unità di soccorso intrapresa dopo il vertice in Prefettura dei giorni scorsi, che aveva stabilito questo protocollo almeno fino a giovedì, quando una nuova riunione alla presenza del prefetto e delle persone preposte alle ricerche avrebbe deciso come procedere. Sempre nel corso dell'ultimo incontro era stata fissata anche la zona nella quale si sarebbero concentrate le ricerche. Un'area compresa tra il ponte Leproso di Orsaria e la confluenza con il fiume Torre. Il post del sindaco "Abbiamo trovato un corpo nel fiume....." scrive così il sindaco Michele De Sabata sulla bacheca del suo profilo Facebook, diventata dal 31 maggio un diario di bordo con costanti aggiornamenti sullo sviluppo delle ricerche. In pochi minuti sotto il post si è raccolta una lunga fila di commenti di una comunità che in questi giorni non ha mai smesso di perdere le speranze, all’inizio di trovare il ragazzo in vita poi di restituire alla famiglia il corpo. Campane a morto per Cristian e lutto cittadino «Abbiamo fatto suonare le campane a morto e domani ci sarà il lutto cittadino. Chiudiamo una delle pagine più tristi della nostra piccola comunità. Il nostro compito era quello di restituire un corpo ai familiari e oggi l'operazione è stata portata a termine. Mi dicono, tra l'altro, che oggi è la giornata mondiale degli abbracci». Lo dice all'Adnkronos il sindaco di Premariacco Michele De Sabata dopo il recupero del corpo di Cristian Molnar, ultimo disperso della tragedia del Natisone. «E' come togliere una cappa dalla comunità. Oggi il reparto fluviale dei Vigili del Fuoco non doveva esserci sul teatro delle ricerche, erano previsti solo i cani ma per la loro caparbietà hanno chiesto di esserci per continuare le ricerche in alcuni posti, dove peraltro erano già passati, ma questa volta con l'acqua più bassa lo hanno trovato». Quanto al progetto di una statua in omaggio ai tre ragazzi, il sindaco De Sabata racconta di aver da poco «terminato un colloquio con la comunità romena del nostro comune che mi sostiene in questo progetto. Non mi interessa fare lapidi ai caduti ma vorrei che a chiunque passi da qui arrivi il senso di quell'abbraccio tra i tre ragazzi, un segnale straordinario che porta via il cuore, l'ultimo regalo che ci fanno prima di sparire tra i flutti. Io quell'abbraccio lo voglio cristallizzare».
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sebastiandrogo · 1 year ago
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Agente patogeno
La vita si allunga
stende i piedi allarga le braccia
rotea la testa tira fuori la lingua
nel 2050 perché bisogna pensare
al 2050 non al 2024
saremo 5 milioni in meno
forse avremo più spazio per respirare
gli agenti patogeni che madre natura
ci avrà regalato o forse mangeremo la
solita mela col verme dentro
blocchi di carne avvolti in plastica per alimenti
un lento scivolare verso la notte dei tempi
un annichilire il bagaglio genetico
un ululare alla luna che si fa beffe di noi
che uriniamo su questa zolla di terra
come cani al guinzaglio alziamo la gamba
spruzziamo il nostro liquido giallo
ci grattiamo e abbaiamo ma senza costrutto
poi andiamo a dormire col nostro orsetto di pezza
prima però affiliamo la lama del coltello
poi andiamo a cozzare contro un'auto e ne
uccidiamo il conducente e non finiamo neppure
in prigione perché compriamo l'assenso dell'ufficiale
giudicante dei parenti in lutto di tutto il mondo
poi magari invadiamo un paese a caso
droni che bombardano case piene di civili
o inseguiamo tre ladri con la pistola in pugno
e li abbattiamo per legittima difesa
poi li prendiamo a calci e giustizia è fatta
poi devastiamo la barriera corallina per fare
un'olimpiade di surf o uccidiamo un gattino
per mero divertimento tanto bisogna pure
passare la giornata senza annoiarsi troppo
quindi andiamo a dormire e il nostro orsetto
di pezza ci guarda allibito e ci fa le smorfie
ci culla attraverso il buio nella terra incantata
dei sogni dove gli agenti patogeni trovano riposo
prima di ricominciare la mattina dopo.
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enkeynetwork · 1 year ago
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kon-igi · 3 years ago
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L’ORDALIA SPIRITUALE
Secondo la mitologia greca Algos era il dio del Dolore, figlio di Eris (Discordia) e fratello di un sacco di divinità simpatiche tipo Lutto, Guerra, Ira, Omicidio, Follia, Fame etc... insomma, immaginatevi come potesse andare la riunione di famiglia per Natale.
Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, invece, il dolore è ‘un'esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a (o simile a quella associata a) un danno tissutale potenziale o in atto’.
Ma alla fine il dolore è, oltre ogni umana possibilità di classificazione e comprensione reale, SOGGETTIVO cioè quantificabile e qualificabile solo dalla persona che lo sta provando...
Nessuno può provare il dolore specifico di un’altra persona ma solo immaginarne l’intensità sulla base di proprie esperienze pregresse simili.
A livello fisiologico ed evolutivo il dolore ha una sola funzione: SMETTI DI FARE QUELLO CHE STAI FACENDO, SCAPPA LONTANO, NASCONDITI AL SICURO E ASPETTA CHE VADA MEGLIO!
A livello spirituale, mistico e religioso, invece, non c’è che l’imbarazzo della scelta per provare a darne una spiegazione ma quella che andrò a raccontarvi è stata per me l’esperienza migliore per avere un’intima e personale conferma di ciò che esso può significare. Ah... intima e personale significa che non mi dovete rompere il cazzo.
Antefatto. Chi mi segue da un po’ sa come la penso sul consumo di Cannabis: chi ne propugna l’innocuità è un tendenzioso e/o ingenuo ignorante che fa fatica a (o non vuole) reperire semplici dati scientifici. Come ogni sostanza che altera funzioni organiche (soprattutto cerebrali) è ben lungi dall’essere innocua e se per me potrebbe essere legalizzata e venduta alla Coop a partire da domani, questo non significa ignorarne gli effetti avversi neurologici nel breve e nel lungo periodo, adducendone la ‘naturalità biologica’ o il fatto che ci siano sostanze ben peggiori.
La scienza è vera anche se non vi piace.
Comunque, lo scorso fine settimana ho ricevuto la visita inaspettata di un vecchio amico che, senza averglielo chiesto, ha sentito il bisogno di venire a darmi una mano in un momento in cui credevo di non averne necessità e invece.
Sono venuto perché siamo la mosca del karma l’uno dell’altro - ha detto
Domenica mattina, dopo lunghe discussioni che sembravano vertere esclusivamente sui cani e invece riguardavano ogni essere vivente che dalla notte dei tempi avesse sviluppato coscienza, autocoscienza e spirito, ho commesso cinque leggerezze in rapida successione:
Ho dimenticato che io non fumo tabacco ma solo sigaretta elettronica
Ho scordato che fumo saltuariamente solo purini al CBD
Ho rimosso l’informazione che l’hashish contiene il triplo di THC rispetto alla marijuana
Non mi è sovvenuto che le canne non si tirano a pieni polmoni come il Ventolin di un asmatico
E, errore imperdonabile, non ho riflettuto sul fatto che non si fuma se i problemi li hai solo spazzati sotto al tappeto senza prima averne investigato a fondo le cause e riflettutoci sopra.
Fortuna vuole che io sia uomo di scienza e quindi conosca la differenza tra crisi vagale ipotensiva e collasso cardio-circolatorio ma la pletora di sintomi che ho provato in rapida successione sembravano copiati dal manuale di semiologia medica del primo anno di medicina: prima di tutto sono andato giù come se Neferpitou avesse finito il Nen per Terpsichora e meno male che avevo una sdraio dietro, poi sono diventato prima tachipnoico e infine dispnoico, tachicardico ma non fibrillante, diaforetico con pupille midriatiche, parestesie agli arti, disestesie terminali, scialorrea prima e secchezza delle fauci poi, tenesmo vescicale (grazie di non avermi fatto pisciare addosso), tinnitus, miodesopsie, scotoma scintillante, visione a tunnel e infine senso di morte.
So che l’ultima cosa sembra un modo di dire ma in realtà è un sintomo medico molto preciso e specifico, che avevo sempre sentito citare ma mai provato di persona nei miei 49 anni di vita.
La morte stava per arrivare aldilà di ogni ragionevole dubbio.
E poi - perché nemmeno in momenti simili riesco a smentire me stesso - ho pensato: No, il viaggio non finisce qui... La morte è soltanto un'altra via. Dovremo prenderla tutti. La grande cortina di pioggia di questo mondo si apre e tutto si trasforma in vetro argentato. E poi lo vedi... Bianche sponde, e al di là di queste un verde paesaggio sotto una lesta aurora.
E in quel momento ho capito che dovevo arrivare fino a quel punto affinché una parte di me morisse e si portasse dietro la rabbia, la paura, lo sconforto, la solitudine e il senso di impotenza che fino ad allora mi avevano tolto il colore delle cose.
Io non ricordo ma il mio amico mi ha detto che dopo le tre ore peggiori della mia vita ho sussurrato ‘Ero stanco di essere stanco’ e poi mi sono addormentato.
Quando mi sono svegliato ho visto questo 
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e per quanto la mia testa mi dica che era solo una pareidolia del mio pattern-seeking brain, io voglio pensare che Gea - da cui tutto nasce, viene nutrito e cresce e infine muore e si dissolve - mi abbia vegliato fino alla conclusione vittoriosa della mia Ordalia.
Grazie @salfadog​
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annalobergh · 2 years ago
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Ci sono eventi, cose che succedono che inevitabilmente ti cambiano, e poi niente è più come prima, non si torna indietro e ci si trova a vivere con una parte di noi che non conoscevamo, una vita che non ci appartiene più.. è impossibile abituarsi e ci si sente a disagio, fuori posto, a metà e profondamente infelici.. è così che sto da quando Zero non c'è più. Un amico psicologo che mi conosce da una vita, senza chiedermi il permesso ma con immenso tatto ha provato ad affrontare questo argomento con me, come fa con i suoi pazienti che si rivolgono a lui per affrontare il dolore di un lutto, so che lui è molto bravo a trattare anche il dolore della perdita di animali domestici. Noi ci frequentiamo da sempre ma, dal punto di vista professionale, oltre a qualche suo sporadico racconto di lavoro non lo conosco, ho capito però da come aveva cambiato il tono di voce che stava tentando con me un approccio terapeutico, che in quel momento non avevo di fonte l'amico di una vita ma il professionista che voleva aiutarmi forse perché in venti anni di amicizia non mi aveva mai visto così demolita da un dolore tanto incontenibile da farmi scoppiare a piangere all'improvviso, io che non piango mai. Sarà stata la disperazione non lo so, ma l'ho lasciato fare, parlarmi della perdita, delle emozioni che si provano, di come elaborare il dolore, poi sono arrivati i consigli finali sul cosa fare per poter trovare serenità e tra le varie cose arriva il consiglio di prendere un altro cane, di una razza differente, di sesso differente, di taglia diffente e di mantello diffente, rimango in silenzio, gli lascio il tempo di finire, poi gli chiedo se i suoi pazienti dopo questo tipo di seduta stanno meglio, la sua risposta è stata si, allora gli chiedo se oltre me ha mai aiutato una persona che ha perso un Dobermann a superare la perdita, mi ha risposto di no, ma dentro di me già lo sapevo, così mi ha chiesto il perché di questa domanda, sorpreso per la distribuzione fatta sulla razza. Gli ho risposto che nel mondo cinofilo c'è una nicchia di persone, poche, diverse, folli persone che hanno avuto il privilegio di conoscere e amare questi cani, queste creature aliene, profondamente diverse dagli altri cani, che hanno il potere di entrarti dentro, di creare assuefazione, come una droga che una volta provata diventa indispensabile come l'ossigeno alla sopravvivenza, che sono così straordinari e speciali che quando vanno via l'astinenza d'amore e la mancanza di quel legame viscerale è tanto forte da spezzare l'umano che rimane da solo. In questi giorni più che mai, tanti dobermannisti mi sono stati vicini, un loro "ti capisco" vale più di mille parole, perché loro veramente sanno quanto sia profondo e inconsolabile il dolore che provo e tutti mi hanno detto due cose: vivrai per sempre con questo dolore e l'unico modo per sopravvivere è fare entrare nella tua vita un altro Dobermann. Ieri sera dopo la nostra chiacchierata mi ha detto che mi aveva chiamata con l'idea di aiutarmi ma che alla fine è stato lui ad imparare qualcosa che non conosceva e alla fine dopo che gli ho raccontato quanto sia profondo il legame che unisce un Dobermann al suo umano mi ha detto che il suo consiglio di cambiare razza dovevo dimenticarlo.
#dobermann #lovedoberman #doberman #dobermannforever #chiarabautista
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darkrose99 · 4 years ago
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Esattamente una settimana fa mi è crollato il mondo addosso.
Ho perso il pilastro più importante della mia vita il mio Nonno..
Non ci sono parole per descrivere quello che sto passando, posso solo dire che nel mio cuore c'è un grande vuoto.
La rabbia che ogni singola notte mi divora dentro è che non abbiamo potuto dirti addio, né tantomeno starti accanto e cazzo non è giusto, darei tutto l'oro del mondo per vederti e stringerti la mano un ultima volta.. Non sai quanto mi manchi..
Mi sembra di vivere in una bolla, ho perso la cognizione del tempo e dei giorni.
Sto ancora metabolizzando il lutto e non è affatto semplice.. Non ci credo che non ci sei più.
Sei stato la mia guida, il mio eroe, il mio guerriero che fino alla fine ha combattuto contro un male al di sopra più forte di te.
Sono fiera di aver avuto un nonno speciale come te che mi ha tramandato e insegnato così tante cose che porterò sempre nel mio cuore.
Non auguro a nessuno di vivere e provare quello che ho provato io perché nemmeno i cani meritano di morire così soli e abbandonati.
È vero che noi non siamo niente di fronte alla morte siamo solo polvere, un puntino minuscolo in mezzo ad altri mille.
Mai avrei pensato di vivere questi momenti e di provare un così grande dolore.
Ma sfortunatamente la vita è così tanto bella quanto crudele.....
Il cielo ora ha una nuova stella, spero che dovunque tu sia mi protegga e mi faccia da faro nei momenti più cupi e tristi.
Ho bisogno di sapere che c'è la posso fare che non sarò mai sola, te non avresti voluto vederci così con il viso pieno di lacrime.
Mi manchi.
Oggi il cielo piange, piange lacrime d'amore l'amore che hai saputo donare alla tua famiglia. Te che chiamavi noi la tua "Gente" e ogni volta che venivo a salutarti anche se a distanza mi mandavi un bacino. Quanto vorrei tornare indietro a quei momenti..
Non è giusto.
Non lo meritavi.
Riposa in pace Nonno💔.
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falcemartello · 5 years ago
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Toh, il razzismo a Sondrio l'ha inventato una Sardina
Nella Alabama degli anni Cinquanta, dove gli atti razzisti si commettevano, i giornali li nascondevano. Nell’Italia di fine 2019, dove il razzismo non esiste, i media invece se li inventano. Guardiamo per esempio alla prima del Riformista di oggi diretto da Piero Sansonetti: “Siamo tutti Nigeriani. La storia della madre insultata in ospedale”. Con un piccolo particolare, l’evento che, giustamente, avrebbe dovuto far urlare di indignazione se fosse avvenuto, non sarebbe mai accaduto. Niente insulti alla madre nigeriana che aveva appena perso la figlia di 5 mesi, come raccontano sempre il 19 dicembre, sia pure titolando in maniera ambigua, fonti insospettabili come Repubblica e La Stampa.
Eppure nella tarda mattinata del giorno prima, l’hashtag Sondrio era in trend topic, con commenti indignati (vedete, cosa produce la destra?) del sinistrismo vario e quelli di alcuni leader di destra, un po’ sulla difensiva, a condannare ovviamente l’accaduto. Che però non era accaduto. Qualche sospetto noi l’avevamo nutrito subito. Che una dozzina di persone, nella civilissima Sondrio, insultasse una signora di colore, soprattutto dopo un così grave lutto, ci pareva inverosimile. E una lampadina ci si era accesa quando avevamo letto (sul sito online del Corriere) che l’unica testimone era una consigliera comunale del Pd, che aveva riportato l’accaduto su Facebook per poi andarlo a denunciare in piazza con le sardine. E infatti, nessuno ha sentito insulti, neanche la povera mamma nigeriana, intervistata da Repubblica. Ma prima che questo si sapesse è scattata la solita muta di cani democratici sui social a ululare contro il razzismo immaginario. Tre lezioni dobbiamo trarre.
La prima lezione è che, come aveva scritto quasi un secolo fa Marc Bloch nel suo saggio sulle false notizie di guerra, esse si propagano anche quando l’evidenza empirica e il senso comune le contraddicono e che fermarne il decorso e la diffusione è pressoché impossibile.
Seconda lezione. I giornali riportano le notizie ma a rimorchio dell’emozionalismo imposto dai sentimenti della folla si trasformano anch’essi in attori rafforzativi della falsa notizia. Nessun giornale che a caldo, si chiedesse se un solo testimone, per di più cosi particolare, non rendesse perlomeno tutta da verificare la vicenda.
Terza lezione. La fanciulla da cui è partito il caso non ha purtroppo costruito la vicenda in modo freddo e cinico per visibilità politica e per dimostrare che Salvini e Meloni sono nemici da abbattere. E diciamo purtroppo perché se fosse così saremmo nell’orizzonte del normale orrore del politico. Orrore ma politico, quindi in qualche modo razionale.
No, guardando la pagina fb della fanciulla, che pure è consigliere comunale, nulla traspare di pensiero politico, è tutto un florilegio di buoni sentimenti e di moralismo, e probabilmente si è convinta di aver visto quelle scene e di aver sentito quelle voci. Con il fuoco nella mente della ideologia apparentemente debole ma in realtà totalitaria dell’anti razzismo, le deve essere apparso naturale ingigantire quello che forse è stato il commento a bassa voce di un tizio e trasformarlo in una sorta di mob razzista contro una madre sconvolta dal dolore.
E se le sardine sono queste, altro che amore: il loro totale impoliticismo si sposa con una ideologia talmente radicale da far costruire nelle loro menti un mondo inesistente. Nel quale vorrebbero probabilmente vederci tutti morti.
Marco Gervasoni
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