#camuffarsi
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libero-de-mente · 1 month ago
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8 marzo 2025
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Oggi si celebra la giornata internazionale della donna. Non è una festa come molti erroneamente pensano, no. Si tratta di un giorno in cui tutti si dovrebbero fermare e riflettere sulle donne. Anche i gatti, si anche loro. Quanti tra uomini e tra le stesse donne avrebbero da fare mea culpa su delle mancanze che hanno avuto nei confronti delle donne? "Delle mancanze", sono stato ancora buono. Io quest'anno vorrei lasciare un pensiero non a tutte le donne. No. Ma ad alcune di esse. Dedicherò i miei pensieri a quelle donne che sono una forza primordiale, un intreccio di resilienza e grazia che attraversa il tempo. Non sono solo custodi della vita, ma anche architette di mondi invisibili, fatti di emozioni, intuizioni e sacrifici silenziosi. La loro profondità non si misura solo nelle parole o nei gesti, ma nel modo in cui tengono insieme ciò che altrimenti si spezzerebbe, spesso senza chiedere nulla in cambio. E il più delle volte ciò che tengono insieme è la loro stessa esistenza. Sono il coraggio che non sempre urla, ma che si sente, come un’eco che non si spegne mai. Quelle che si sono chiuse, che si barricano dietro scudi per evitare altri danni nella loro vita. Quelle che non si sono sentite mai abbastanza, oppure a cui hanno fatto credere loro di non esserlo mai state. Grave errore. Alcune di queste donne le ho "conosciute" o semplicemente intraviste tra la folla. Le ho notate, nonostante il loro camuffarsi e rendersi invisibili. Credo di avere visto in loro potenza, bellezza e forza che altre loro simili manco si sognerebbero di cosa significhi. In un mondo dove l'apparenza è sempre più importante, ma spesso ingannevole, chi non appare è spesso uno scrigno pieno di sentimenti preziosi. un'anima nobile. A voi. Si a voi, dedicherò i miei pensieri e questa giornata in ogni mio piccolo gesto. Spero di vedere questi scrigni aprirsi, perché l'anima di chiunque sarà sensibile possa trarne gioia, da condividere con loro. Vorrei donare loro non mimose, ma serenità a iosa.
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distaccati · 1 month ago
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Alla cara mia Luna, che non ho più veduto da quel tempo. Che i tuoi futuri raggi, possano portare alla rinascita mia, cosicché io abbia la forza ed il coraggio, di venerarti ancora.
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Nascosta tra i crateri te ne stai, lontana dagli occhi miei - 11/08/2024
Ho veduto la Luna appoggiarsi ai rami d'un albero, d'istinto mi sono spostata in più direzioni, con lo scopo di poterla ammirare. Ad un certo punto ho messo fine a quel continuo dimenarmi e il respiro, poco dopo, mi si è bloccato all'altezza del petto, al cospetto di tale consapevolezza: forse, non vuole che la guardino. Quella dolce meraviglia coi crateri scoperti s'è messa in quell'angolo provando a camuffarsi con del colore giallastro, ch'io ho prontamente scorto, imprimendolo nel verde che c'ho negli occhi. Meritevole di tale atto non sono, ritengo d'essere necessitante della maestosità che mi si è posta, rendendomi il più fortunato tra i disgraziati. Un forte tepore m'ha riacceso le membra e mi son sentito capita, ma quand'è, che non mi capisce? È raro che non lo sappia fare. Avrei voluto sussurrarle che mi avrebbe ritrovato seduto sulla seggiola in soggiorno, che non mi sarei stancato d'attendere, poiché è una cosa che faccio da tutta la vita. Ho accompagnato il liquido fresco contenuto dal bicchiere in vetro dritto alla mia bocca, l'ho sentito scorrere veloce, m'ha idratato e a tratti compatito. Sarebbe sciocco da parte mia attendere il giorno in cui sentirà profondamente la mancanza del modo mio di venerarla, sono uno tra tanti in questo pianeta così arido.
Eppure mi piacerebbe dissetarti, prendermi cura di te con tutto quello che c'ho, renderti campo fiorito e non solo magnifica desolazione¹;
questo le farei sapere, privandomi di quello che io stesso ho assaporato sulla lingua, in segno d'una devozione che vorrei durasse in eterno.
¹ Buzz Aldrin - Astronauta statunitense che mosse i primi passi sul suolo lunare, definendo la visione che gli si pone dinanzi una magnifica desolazione.
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neroegiallo · 7 months ago
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"Mascherarsi senza camuffarsi mai"
Drusilla
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telefonamitra20anni · 2 years ago
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Passaporto Mastrojanni.
Quando si pensa a Marcello, lo si identifica come icona di stile italiano, in "divisa da stereotipia" dell'eleganza universale, etichettato latin lover per la sua "grande bellezza" da una America che gli ha lasciato il segno. Il suo nome oggi è unione, apertura, condivisione, continuità. Nel cinema ha fatto storia. Insieme a Federico Fellini e molti altri, ha mostrato al mondo uno spaccato di italianità, mai perfetta, eppure bellissima. Si è levato il gusto della seduzione, per gioco, in contropiede, come nel suo stile. Erotico involontario, potentissimo nei gesti e nello sguardo, fruiva della verità comunicativa di quel momento. Se la fortuna gli ha sorriso lui le ha strizzato un occhiolino per farla innamorare, infondo, era o non era un "latin lover" ? Ma lui, etichette a parte, con quel cognome apriva mondi, emozioni, permetteva agli altri di sognare mentre lui stesso sognava Brodway, la conquista di se stesso, e da chi fosse veramente Marcello; perché camuffarsi da latitante, con il mestiere da attore, lo stimolava all'evasione, e la fuga non sarebbe mai stata banale.
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lightofathousandworldswinx · 2 months ago
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☆ 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒚𝒍𝒊𝒏𝒆 : Quando Anya tornò a casa e si trovò quella scena davanti agli occhi, ne rimase estasiata: capì che il figlio aveva ereditato le capacità della donna e, a quel punto, raccontò a lui e al marito la verità sulle sue origini. Quel bambino, da seccatura, era diventato improvvisamente la risorsa più preziosa per i due coniugi. Non potevano permettersi di mandarlo a una scuola di stregoneria, ma accettarono di comprargli dei libri per insegnargli a padroneggiare i suoi poteri. Anya, fortunatamente istruita, gli insegnò a leggere, scrivere e fare semplici operazioni matematiche. Le sue attenzioni, però, non si estendevano a molto altro: Alcryst crebbe in un ambiente piuttosto arido, dove imparò presto a ingannare gli altri invece di aiutarli. I soldi della famiglia e quelli che guadagnava suonando per strada non bastavano per acquistare libri di magia più avanzati. Così, presto Alcryst iniziò a sfruttare la telecinesi per rubare volumi da mercanti, librai e bibliotecari. La sua tecnica non era perfetta, ma il bottino gli permise di affinare le sue abilità, grazie anche al suo impegno nello studio. Crescendo, però, Alcryst iniziò a non accontentarsi più di rubare per la propria istruzione: l’invidia per le famiglie ricche che vedeva per strada lo consumava. Perché qualcuno con un potere come il suo doveva possedere così poco, mentre altri vivevano nel lusso? La sua attenzione si spostò quindi su denaro, abiti e gioielli, diventando un ladro che colpiva chiunque. La merce rubata gli serviva anche a camuffarsi e affinare le sue doti di ladro. Così si spacciava per un ragazzo benestante, sfruttando la sua abilità oratoria e le sue esperienze di lavoro come domestico, cameriere e cuoco. Un giorno, però, durante un inseguimento, Alcryst venne catturato da Koichi, un uomo senza figli ma dal cuore generoso. Comprendendo le difficoltà del ragazzo, gli offrì una seconda possibilità: lo portò con sé e lo crebbe come un figlio. Alcryst sperimentò per la prima volta il calore di una famiglia, ma faticava a comprenderlo e a fidarsi. Nonostante i suoi dubbi, pian piano si aprì a quell'affetto, pur mantenendo una certa diffidenza. Reiko, la moglie di Koichi e anch’ella una strega, si accorse che la sua guida non era sufficiente per gestire il potere di Alcryst, che nel frattempo rivelò la sua discendenza. Reiko, allora, lo contattò con Torrenuvola, l’istituto dove aveva studiato anni prima, e lo mandò lì all’età di 18 anni. Grazie al legame con Liliss, la strega ancestrale, Alcryst ottenne un posto tra le matricole, pur essendo un anno indietro rispetto ai suoi compagni.
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ninocom5786 · 2 months ago
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Le grandi democrazie occidentali hanno favorito l'ascesa del fascismo e del nazismo tra gli anni 20 e 30 del XX secolo. Quando la rivoluzione bolscevica russa trionfò nel 1917, subito dopo la prima guerra mondiale, in Italia e in Germania, nacquero movimenti politici ultranazionalisti, sciovinisti, oscurantisti, anticomunisti e antipopolari tra cui il fascismo e il nazismo.
La loro ascesa al potere fu accolta dagli industriali, agrari, aristocratici, nobili, politici liberal-democratici e socialdemocratici corrotti e alti funzionari dello Stato a fine di reprimere sul nascere i movimenti operai e popolari in lotta e difendere lo sfruttamento, le disuguaglianze, le ingiustizie e le discriminazioni attraverso la repressione di tali movimenti.
A scatenare la seconda guerra mondiale non fu il Patto Molotov Ribbentrop del 1939 tra Unione Sovietica e Germania, ma due patti: il patto a quattro del 1933 e il patto di Monaco del 1938. A firmare questi patti furono due dittature, fascista e nazista, e due democrazie, Francia e Regno Unito. Lo scopo reale di questi patti era schiacciare l’Unione Sovietica vista come "minaccia".
Il movimento sionista simpatizzava fascismo e nazismo per creare lo Stato ebraico nella Palestina, che a quell'epoca fu colonia britannica dal 1917 tramite la dichiarazione di Balfour. Il sionismo cominciò a complottare e a colludere coi nazisti per trasferire in massa gli ebrei in Palestina.
Prima dell'avvento del nazismo, in Germania vi furono repressioni violente contro il movimento operaio tedesco, tra cui la rivoluzione di Berlino del 1919 dove furono uccisi Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht.
Quando la Germania nazista invase la Polonia facendo scoppiare la seconda guerra mondiale, nessuna democrazia occidentale intervenne per fermarla. Solo l’Unione Sovietica preparò il suo esercito per un'ormai imminente invasione. Molti purtroppo inconsapevolmente e in malafede accusano l'Unione Sovietica di aver permesso alla Germania di fare scoppiare la guerra che in realtà non fu così.
Oggi, giorno della memoria, troppa gente crede alle solite cagate revisioniste sulla liberazione degli ebrei, rom, slavi e altre etnie sterminate dai nazifascisti.
Il vero negazionismo è quello di cancellare dalla storia chi liberò veramente l'Europa e i popoli dal nazifascismo.
Il vero revisionismo è quello chi cerca di camuffarsi dei meriti non propri quando in precedenza aveva favorito l'ascesa del fascismo e del nazismo.
Purtroppo tutto questo si sta ripetendo e si usa l'olocausto per far tacere qualche voce fuori dal coro.
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claudiotrezzani · 3 months ago
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Sarà il desiderio, il motore.
Perchè all'inizio non avevo avuto dubbi.
Dovrei averne avuti, ed invece.
Un delizioso attico irrorato da un abbacinante sole.
Questa la mia prima - salda - percezione.
A sinistra lo spazioso balcone.
Dietro il centrale muro - quello non a tutta altezza - forse, doccia.
Aggettante, una pensilina.
Ma incosciente, l'architetto.
Perchè non ha collocato ringhiere, ed anzi ha fatto digradare il davanzale sino a propiziare cadute nel vuoto.
Ennò, non è così.
Non è quello che ha fotografato Pinho Carolina.
Pinho ha fotografato un cortile.
Unica aria, lì, lo spezzone di cielo in alto, sopra la pianta.
E quello che credevo cielo, bianco muro.
A mirabile inquadratura -  l'immagine di Pinho è una composizione pregna di fine sensibilità grafica  e talento per la pesatura di parti e dosatura di toni - corrisponde - in me - dolce inganno.
Mosso da desiderio, dicevo.
Desiderio di cielo; desiderio d'altezza.
Cielo che non è quello che pensavo, la vasta bianca area sulla destra.
Altezza che lambisce il suolo, mica il confine con il cielo istesso.
Del resto, lo sapete:
il cervello tende vedere ciò che s'aspetta, vedere.
Chi voglia rivestire panni altrui può camuffarsi anche in maniera approssimativa, purché si mostri in un tempo ed in una situazione ove i suoi osservatori siano familiari con la persona per cui ci si vuole essere scambiati.
Ma qui non vi è approssimazione.
Pinho orchestra una immagine tanto potente nella sua icasticità che vola verso l'astrazione.
E l'astrazione è al servizio dei desideri di chi guarda.
Voglia di cielo; voglia d'altezza, per me.
All rights reserved Claudio Trezzani
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crossroad1960 · 1 year ago
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“A pensarci bene, nell’improvvisa fortuna dell’ideologia rossobruna si nasconde una singolare ironia della storia: tutta quella paccottiglia sinistreggiante con cui l’estrema destra aveva cercato di camuffarsi negli anni settanta (ma a guardar bene anche prima, con lo pseudo-socialismo mussoliniano delle origini, riscoperto nella Repubblica sociale) diviene oggi il modello, malamente scimmiottato proprio dagli ultimi reduci dell’estrema sinistra.”
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personal-reporter · 1 year ago
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Le origini misteriose di Halloween: Una breve storia delle festività dell'orrore
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Halloween è una festa che si celebra la notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre, in occasione della vigilia di Ognissanti. È una festa popolare, caratterizzata da costumi spaventosi, zucche intagliate, dolcetti o scherzetti e falò. Ma quali sono le origini di questa festa? Le origini di Halloween sono misteriose e controverse. La teoria più accreditata è che Halloween derivi dall'antica festa celtica di Samhain, che si celebrava il 1º novembre. Samhain era il capodanno celtico, che segnava la fine dell'estate e l'inizio dell'inverno. In questa notte, secondo le credenze celtiche, il mondo dei vivi e quello dei morti si incontravano, e gli spiriti dei defunti potevano tornare sulla terra. In occasione di Samhain, i Celti accendevano falò per allontanare gli spiriti maligni e indossavano costumi spaventosi per camuffarsi da loro. Si dice che in questa notte i druidi, i sacerdoti celtici, raccogliessero le anime dei defunti in una borsa di pelle di capra. Nel corso dei secoli, le tradizioni di Samhain si sono mescolate con elementi cristiani, dando vita a Halloween. La Chiesa cattolica istituì la festa di Ognissanti nel 731 d.C., in occasione della quale si celebravano tutti i santi e i martiri. La vigilia di Ognissanti, chiamata All Hallows' Eve, divenne gradualmente Halloween. Nel XIX secolo, gli immigrati irlandesi portarono Halloween negli Stati Uniti, dove la festa iniziò a diffondersi rapidamente. Negli anni '50, Halloween divenne una festa popolare anche in altri paesi del mondo. Le tradizioni di Halloween Halloween è una festa ricca di tradizioni, che variano da paese a paese. In Italia, le tradizioni più comuni includono: Costumi spaventosi: i bambini si vestono da streghe, fantasmi, zombie e altri personaggi dell'orrore. Zucche intagliate: le zucche vengono intagliate per creare facce spaventose, chiamate jack-o'-lantern. Dolcetto o scherzetto: i bambini vanno di casa in casa a chiedere dolcetti, minacciando di fare uno scherzo se non vengono accontentati. Falò: in alcune località vengono accesi falò per allontanare gli spiriti maligni. Halloween nel mondo Halloween è una festa celebrata in tutto il mondo, con tradizioni che variano da paese a paese. In Irlanda, Halloween è una festa molto importante, che viene celebrata con grande entusiasmo. Le tradizioni più comuni includono: Samhain: una cena tradizionale a base di carne, patate e pane nero. Candles in the Dark: una passeggiata notturna nei boschi, illuminata solo da candele. Fortune telling: la lettura della fortuna con le nocciole o con le foglie di tè. Negli Stati Uniti, Halloween è una festa commerciale molto importante. Le tradizioni più comuni includono: Trick-or-treating: i bambini vanno di casa in casa a chiedere dolcetti, minacciando di fare uno scherzo se non vengono accontentati. Costumi spaventosi: i bambini e gli adulti si vestono da streghe, fantasmi, zombie e altri personaggi dell'orrore. Partite a palloncini d'acqua: le persone si lanciano addosso palloncini pieni d'acqua. In Giappone, Halloween è una festa relativamente recente, che è stata introdotta negli anni '70. Le tradizioni più comuni includono: Costumi spaventosi: i bambini e gli adulti si vestono da personaggi dell'orrore, ma anche da personaggi di anime e manga. Dolcetto o scherzetto: i bambini vanno di casa in casa a chiedere dolcetti, ma non c'è la minaccia di scherzi. Halloween cakes: torte decorate a tema Halloween. Halloween: una festa tra orrore e divertimento Halloween è una festa che celebra l'occulto e l'orrore, ma è anche una festa divertente e allegra. È una festa che permette di esprimere la propria fantasia e creatività, e di passare una serata in compagnia di amici e familiari. Fonti: Wikipedia: Halloween FocusJunior: Come nasce Halloween Irlandando: Samhain Foto di Alexa Read the full article
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scrivereversi · 2 years ago
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In questo tunnel adornato di maschere sorridenti,non riesco a trovare il mio di riso.
Ogni passo è metallo ai piedi.
Ogni pensiero vento freddo in petto.
Ogni ora una sentenza.
Camuffarsi guerrieri,perché incerti di poter vincere davvero là guerra.
Ferite invisibili ma doloranti.
Ogni essere umano è un vaso perfettamente rotto.
È così,si continua là vita.
Vada come vada.
Andrà,frantumandosi silenziosamente.
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giancarlonicoli · 2 years ago
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23 giu 2023 18:34
VITA DA CARLO - VERDONE: "LA GENTE MI RICONOSCE SEMPRE E OVUNQUE, ALL’INIZIO AVEVO GLI ATTACCHI DI PANICO, ORA PENSO “MENO MALE...” – LA FRECCIATA AI COLLEGHI ATTORI: "GLI CHIEDI DI FARE QUALCOSA E SEMBRA DI PRENDERE APPUNTAMENTO CON IL PRESIDENTE CINESE" - IL QUADRO CHE GLI HA VENDUTO YOKO ONO, LA CORRISPONDENZA CON JIMMY PAGE, DAVID BOWIE E IL FUTURISMO - IL RITORNO IN TV A SETTEMBRE SU "PARAMOUNT+". AD INTERPRETARE VERDONE DA GIOVANE E' SANGIOVANNI: "QUANDO LO VEDO NELLA SERIE MI PRENDE UN COLPO, INVECE POI FUNZIONA…" -
Estratto dell'articolo di Chiara Maffioletti per https://www.corriere.it/sette/attualita/23_giugno_23/verdone-non-ero-cosi-convinto-poter-diventare-attore-mia-ex-moglie-gianna-sempre-stata-un-alleata-44c48ffe-0e83-11ee-8d71-890509a9730d.shtml
L’ascensore si apre sul pianerottolo di un palazzo romano, signorile ma per nulla appariscente. Alla porta c’è Annamaria che in Vita da Carlo - la seconda stagione sarà su Paramount+ a settembre - è una governante diventata di famiglia, che grazie alla confidenza conquistata in tanti anni, si permette, pur dando sempre del lei, osservazioni e appunti difficilmente concedibili ad altri. Succede in Vita da Carlo. Ma nella vita di Carlo, anche. «Quando ha visto gli episodi si è risentita, mi ha detto: ma scusi tanto, ma non la potevo fare io quella parte?».
Carlo è Carlo Verdone e mentre racconta questo aneddoto quasi sussurra per non farsi beccare. Per dissimulare, muove impercettibilmente i muscoli del suo volto con dei piccoli tic e rotea velocemente lo sguardo in direzione della signora Annamaria, come per dire: «Non facciamoci sentire». Poche espressioni, ma che bastano per far comparire, di fatto, decine dei suoi personaggi, evocati da una mimica che è parte della grandezza di questo attore. Sa di essere amato. «E ne sono riconoscente. Diventa una condanna solo quando vado in qualche bella città, programmo di visitarla ma poi mi accorgo che non è possibile: ti fermano a ogni passo. E così torno in albergo, potrei fare un libro sulle camere degli alberghi... le città che ho visitato le ho viste di notte».
Mai pensato di camuffarsi?
«Ma che camuffare, fai solo la figura del ridicolo. E poi mi riconoscono lo stesso. Durante la pandemia avevo il casco, gli occhiali scuri e la mascherina. Uno da dietro mi ha urlato: “A Ca’, guarda che pure così te riconosco”. Ma come è possibile? Ero come dentro un’armatura. Ma meglio sia andata in questo modo... metti che non succedeva niente».
Mai avuto questo dubbio?
«Dopo Bianco, rosso e Verdone è successa una cosa strana: non mi chiamava più nessuno. Si erano messi in testa che dopo tutti quei personaggi non potevo fare nient’altro, almeno era l’idea che mi ero fatto. Ho passato due mesi sul divano, guardavo il soffitto. E pensavo: “Ma questo cinema, tutti questi premi - avevo preso un David subito, all’inizio della mia carriera (per Un sacco bello , ndr.) -...ora, improvvisamente, sono tutti spariti. Qua ha ragione mio padre”. Ma una settimana dopo quei ragionamenti mi chiamò Mario Cecchi Gori e insieme abbiamo messo su il film che diventò Borotalco . Non più personaggi, ma un personaggio unico: vincemmo cinque David e facemmo andare le cose per il verso giusto».
(...)
Ed è arrivato il grande successo.
«Per me è stato molto difficile dal punto di vista della stabilità: mi sono trovato improvvisamente proiettato in un mondo che mi stava portando ad essere riconosciuto da tutti e per questo sempre abbordabile: chiunque mi indicava, anche quando camminavo per strada. Questo mi spaventava, mi ha creato anche molti problemi all’inizio».
In che senso?
«Ho vissuto un anno molto difficile dal punto di vista dell’equilibrio nervoso. Ho cominciato ad avere delle debolezze, degli attacchi di panico abbastanza penosi. Sono durati poco, devo dire. E ce l’ho fatta da solo a uscirne, senza l’aiuto di farmaci ma con quello di un bravo psicanalista. Mi aveva detto: “Non c’è niente da analizzare, qui il mondo per te sta cambiando e tu hai paura. Ti devi mettere alla prova, soffrire qualche mese. Piano piano, troverai la strada”. È andata così, ma è stato faticoso all’inizio perché non era il mio obiettivo, non era preventivato. Mi era esplosa un bomba tra le mani. Solo poi mi sono reso conto che avevo delle qualità».
(...)
In questa nuova stagione gira un film sulla sua vita. E a interpretarla da giovane c’è Sangiovanni...
«Me lo impone, nella serie, il mio produttore che vuole qualcuno che piaccia ai giovani. Ovviamente Sangiovanni sarebbe l’ultima persona al mondo che avrei potuto scegliere: cosa c’entra Sangiovanni da Vicenza con Carlo Verdone da Ponte Sisto. Quando lo vedo nella serie mi prende un colpo, vorrei mollare tutto... invece poi funziona, è pure bravo. Io dei dubbi li avevo davvero, non aveva mai recitato, è pure un po’ timido... e invece...».
Vuol dire che potrebbe quindi essere...
«No, no, non potrebbe essere, no. Però ha dato qualità alla serie, assolutamente. Ma in generale, anche io che sono un criticone, devo dire che sono particolarmente felice di come è venuta questa seconda stagione. Dopo il successo della prima avevo tanta paura, invece sono molto soddisfatto».
Nella prima le chiedevano di diventare sindaco di Roma. Sa che Paolo Bonolis ha detto che gli è successa la stessa cosa?
«Lo hanno chiesto anche a lui? È un brutto segno. Quando cominciano ad andare verso le celebrità vuol dire che sono messi male. Che c’è scarsità in chi avrebbe dovuto studiare politica. Quando sono venuti da me per farmi questa proposta io, dopo trenta secondi, pensavo solo: “Qua bisogna mandarli via il prima possibile”. Dicevano che avevano fatto un sondaggio dove addirittura più dell’80 per cento di chi aveva risposto mi voleva sindaco. Ma sarà vero? Mi è stato detto che lo era».
(...)
Reciteranno anche Ibrahimovic e Maria De Filippi, tra gli altri.
«Non è un pretesto, entrano nella storia perché era giusto farli entrare. Con Maria ci conoscevamo, siamo amici. Mi ha colpito per quanto è stata collaborativa. Quando l’ho chiamata mi ha detto subito: “Non c’è problema, fatemi sapere le date”. Mi capita di chiedere a colleghi attori di fare qualcosa e mi cascano le braccia, sembra di prendere appuntamento con il presidente cinese... lei no ed è stata anche bravissima come attrice, non ha sbagliato niente, ci siamo pure sbrigati in fretta. Ma anche Ibra era molto tranquillo: è arrivato, ha detto le sue battute poi ha ripreso il suo aereo ed è ripartito».
Ritroverà anche Claudia Gerini.
«Abbiamo fatto una scena insieme, ci siamo divertiti. Le donne sono state sempre i personaggi più importanti per me, quelli da curare meglio, da esaltare. Infatti tutte le mie attrici sono quelle che hanno preso più premi e io sono più felice che se lo danno a me. La mia miglior interpretazione comica di un personaggio l’ho fatta con lei, in Grande, grosso e Verdone . Lì ci ho visti perfetti».
(…)
Indossa quasi sempre una maglietta blu. È la sua divisa?
«Non lo so nemmeno io perché mi vesto così - sorride -. Anzi, lo so: per pigrizia, per una grande pigrizia. Ma il blu è il colore che mi sta meglio e sono trent’anni che lo porto: lo so, avete ragione, sono pigro».
Tra i suoi amori, c’è la musica. Anche su Instagram segue solo musicisti.
«Ma in realtà io non seguo nessuno, li seguiranno quelli che mi coordinano i social. Io preparo i miei post, che scrivo di solito in piedi, in tre minuti, glieli mando loro postano. Poi leggo i commenti, alcuni mi fanno ridere. In genere non ho tanti odiatori perché rispetto sempre tutti e non mi metto a pontificare o a scrivere banalità. Per questo pubblico poco, solo se ho qualcosa da dire».
Non si sognava attore, ma musicista?
«No, no. Sono un grande ascoltatore, un grande spettatore e un grande fan ma il lavoro del musicista è super faticoso, si dorme poco e io già dormo poco di mio. Ho avuto la fortuna di conoscere molti dei miei miti. Mi è dispiaciuto non aver mai parlato con i Beatles che però ho visto dal vivo. Anni fa, poi, una mia amica gallerista aveva esposto delle opere di Yoko Ono. Un quadro mi piaceva in maniera particolare: era stato dipinto il giorno dopo la morte di Lennon, in un momento di profonda depressione. Dissi alla mia amica che lo volevo comprare, ma Yoko Ono non lo voleva vendere. Dopo qualche anno tornò con una mostra di installazioni. Dissi alla mia amica: “Tu le devi dire che io sono stato un grande ammiratore del marito e - gliel’ho buttata -, dille che ho amato in modo particolare Double Fantasy , il disco in cui cantava con lei, dille che è un capolavoro”. Glielo ha detto e Yoko Ono ha risposto: “Se ci vuole così bene, va bene, glielo vendo”».
E lei?
«Ho detto alla mia amica: “Sì, mo me devi dire quando vuole però”. Lasciamo perdere va’ a quel punto l’ho preso comunque».
Tra i miti che ha potuto conoscere chi cita?
«I Led Zeppelin: per un po’ di tempo mi sono scritto anche con Jimmy Page. Mi ha sempre colpito la cultura di queste persone, il loro spessore. Non parliamo di Bowie che conobbi a casa di Versace: parlammo di Futurismo e conosceva anche alcuni artisti minori italiani».
Mai deluso da nessuno?
«No, alcuni italiani mi hanno deluso».
(...)
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alemicheli76 · 2 years ago
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"I tre esorcismi di Rafilina da Torrecuso" di Giuseppe Franza, Ortica editore. A cura di Alessandra Micheli
Ci sono libri dal significato mutevole come il cielo sopra le nostre teste. Cambiano a seconda del volere non di un dio sconosciuto, ma di una mente che a volte deve essere pronta a cogliere l’essenza, quella che sfugge ai cinque sensi. Deve essere pronta a indagare tra le pieghe di una scrittura che può camuffarsi dietro l��abito dell’ironia. E diventano la Sfida, non una sfida qualunque ma…
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copihueart · 2 years ago
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rosaleona · 2 years ago
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Iran, poetessa allo stadio vestita da uomo, incarcerata e torturata dal regime, ora è in fuga
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ideeperscrittori · 4 years ago
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SONO ANTIFASCISTA PERCHÉ NON SI PUÒ STARE A METÀ STRADA. Oggi, 25 aprile, mi hanno linkato il post di uno che si definisce "né fascista né antifascista" (e lo fa con il chiaro intento di spiegare le cose a noi antifascisti). L'autore del post si proclama, per la precisione, a-fascista. Non è la prima volta che leggo scritti di questo tipo. Sono sempre basati su giochetti retorici, come quello che mi piace chiamare "argomento della presunta complessità". Chi usa questo trucchetto, per proclamarsi migliore dagli antifascisti, si aggrappa a una complessità definita con criteri arbitrari. Si pone a metà strada per suggerire l'idea che la posizione dell'antifascista sia da considerare, proprio per la sua nettezza, troppo semplice e rozza. Forse per gente simile anche chi si schiera senza tentennamenti contro il terrapiattismo è troppo netto e radicale. E che dire di chi si sbilancia in campo aritmetico? Anche il responso della calcolatrice non coglie le infinite sfumature della complessità? In realtà, paradossalmente, quelli che non colgono la complessità sono proprio gli autori di questi post, perché definiscono un principio ("nulla è bianco o nero") e lo applicano senza fare opportune distinzioni, senza individuare casi in cui le cosiddette sfumature sviliscono i concetti. Tanto per fare un esempio, quando si parla di genocidio (un lascito del fascismo), dichiararsi "né a favore né contro" è semplicemente disumano. C'è poi un'altra debolezza in certi ragionamenti, e cioè la scarsa credibilità di quel posizionarsi "a metà strada". I post a cui mi riferisco, in realtà, sono sempre chiaramente costruiti per gettare discredito sugli antifascisti (e non sui fascisti). Il bersaglio è evidente. Non siete a metà strada, sedicenti a-fascisti: siete contro gli antifascisti. La "posizione intermedia", in questo caso, è un escamotage che svela un atteggiamento benevolo nei confronti del fascismo. Quando qualcuno si chiama fuori con veemenza dal campo antifascista, tira aria di "ha fatto anche cose buone" (che puntualmente si rivelano bufale storiche). Tutto ciò si trasforma in libri di Bruno Vespa, tweet di Diego Fusaro, titoli su Libero, interviste di Byoblu. Per finire, cari nemici degli antifascisti che tentano di camuffarsi con trucchetti retorici, per la legge del contrappasso voglio rivolgervi un'esortazione semplice, netta, senza sfumature: fottetevi.
— L'Ideota
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theshitiseverywhere · 3 years ago
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condivido pienamente la posizione di Valentina Petrini su quello che è successo ieri a Roma: l'assalto alla sede della CGIL, il caos e gli scontri con le forze dell'ordine non c'entrano nulla con il green pass, c'entra con il fascismo e con la violenza. usano la scusa delle manifestazioni (consapevoli che la maggior parte dei manifestanti siano di destra) per camuffarsi tra la folla. questa volta è successo con i no green pass, l'anno scorso con i gilet arancioni e i no mask. è questo quello che vogliono: dividere la gente e creare un clima di tensione. ma alla fine loro la passano sempre liscia perché la colpa se la prendono sempre tutti i presenti, vanificando così il senso e i motivi della manifestazione stessa. e la soluzione non può essere (solo) sciogliere i partiti di estrema destra perché il problema non è il nome sotto cui si uniscono, il problema sono le persone
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