#cacc
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Credit Acceptance Corp's Financial Health Plunges, Casting Doubt on Future Growth https://csimarket.com/stocks/news.php?code=CACC&date=2024-02-12171111&utm_source=dlvr.it&utm_medium=tumblr
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ed è arrivato anche il green washing yayyyy
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((Fun fact this is my most successful ask blog my others got like 2 questions max.))
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I hate when I’m high and losing my mind over something like I just sit there and cry with laughter REALLy loudly on my couch about it
#JUMP IN THE CACC#remblog with something funny you’ve done this with#I’m crying at jump in the cacc right neifhdjfnfn
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*wheezing* I'm doing it! I'm doing it!!
#i updated cacc 😭#halle-fucking-lujah#i have a lot of wips but this collection is the bane of my existence and distracts me bc i hate that it's not finished#buzz buzz
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Jump in the Cacc is iconic I just had to make my own version of it (WIP, yes I will finish it)
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Pietro Cappellari
L’INVENZIONE DELL’ANTIFASCISMO
La nascita di un instrumentum regni che impedisce la pacificazione nazionale, genera odio e produce violenza
Nel 1948, con la vittoria della DC e la sconfitta dell’asse PCI-PSI, si conclusero le convulsioni scaturite dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. La ricostruzione nazionale – però – dovette fare i conti con il Movimento Sociale Italiano, pronto a raccogliere i primi successi elettorali e ad impedire nei fatti l’applicazione della XII Disposizione della Costituzione voluta dagli Angloamericani.
Negli anni ’50, poi, si pensò che il contesto politico italiano fosse pronto per superare gli strascichi dell’odio antifascista: ciò sembrò concretizzarsi nel 1960, quando il MSI appoggiò solitario il Governo Tambroni. A questo punto, il PCI e il PSI si mobilitarono massicciamente, inscenando manifestazioni violente in tutta Italia e lanciando un inconsistente allarme sul ritorno del fascismo. In realtà, sobillando la piazza, la sinistra sbarrò la porta alla possibilità di un’apertura a “destra” della DC, costringendola al “compromesso storico”: venne così resuscitata la “epopea” dei Governi dei Comitati di Liberazione Nazionale e venne riscritta la storia della Resistenza, prontamente epurata delle pagine compromettenti e magicamente posta a base fondante della Repubblica Italiana. Il MSI venne definitivamente “ghettizzato” e diventò il bersaglio di un antifascismo militante organizzato e spietato, che porterà alla stagione di sangue degli anni ’70.
Ancora oggi, il sistema ciellenista – completato anche a destra – non smette di utilizzare l’antifascismo in assenza di fascismo come spauracchio per mascherare il proprio fallimento e perpetuare il proprio potere, scatenando allucinanti “cacce alle streghe” e diffondendo un livore inutile e pericoloso. Questo breve saggio, coraggioso e controcorrente, analizza la nascita e la creazione di uno instrumentum regni – quello dell’antifascismo – la cui retorica attesta la bassezza di un dibattito politico stagnante e incapace di proiettarsi in avanti.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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Oggi è il giorno in cui tutto mi è concesso, e quindi, esattamente come per tutti gli altri giorni dell' anno la sveglia è suonata ad un orario inopportuno.
Oggi inopportuno perché è domenica e la domenica si dorme. Voglio dire: anche i cani hanno imparato che la domenica non devono chiamare prima di una cert'ora. E invece oggi sveglia, colazione, trasferta, prima partita di campionato del nano di quest' anno.
Quest' anno è salito di categoria. Prima domanda fatta a bordo vasca: "ma voi contro quelli lì giocate? Ah sì? Sono grossi." E peloso, e magari non troppo veloci. E sta a vedere che ci ho preso e quelli grossi hanno finito il fiato prima di loro.
Va bè, prima di campionato portata a casa, con tanto di vocale dell' allenatore post partita che (giustamente) fa presente che pure "noi" abbiamo finito il fiato e quindi da ora in poi basta fare i coglioni in spogliatoio per risparmiarsi il riscaldamento nella vasca grande. E io finalmente ho capito perché alcuni giorni temporeggia così tanto prima di andare ad allenamento.
Tornando al giorno in cui tutto mi è concesso: al rientro a casa avevo due cani felici, una torta, due cacce al tesoro e la pizza.
Tutto sommato è valsa la pena di svegliarsi presto.
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Using my original memory trick/mnemonic Glorfindel Can ‘Rog to remember the order in which GACC CACC and RACC subsume each other
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====> Cielle: Present wriggling day gift.
hey;; svalih;; uh;; sorry for the; delay;; but;;
i picked out; a gift; for you;;; ;v;
i; wanted to get you; flowers;; but; i guess; everyone buys flowers; for the;; uh;; turn of the sweep;;;
but;; i found; this;;;
Whatt Iss Itt? owo
it;s a; uh; melocactus;;; it;s;; uh;; little; and prickly; and pretty; just like you!;;
do y;y;you;; do you;; whoa!;;
Cacc tuss... >//w//< Squee! =^O^=
====> Svalih: Run to your respiteblock.
oh;;; good!;; i;m glad you like it;;; ;w;
happy wriggling day;; svalih;;;
i love you;;;
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Le precondizioni delle cacce alle streghe
Dobbiamo mettere in evidenza che perché potesse verificarsi una caccia alle streghe erano necessarie alcune condizioni. Tali condizioni riguardano le credenze nelle streghe da parte della popolazione locale le leggi e le istituzioni giudiziarie di una determinata area e lo stato d’animo prevalente in quella comunità. Per quanto riguarda la credenza nelle streghe era necessario che sia l’élite dominante che la gente comune avessero qualche conoscenza delle varie attività che si pensava praticate dalle streghe. Ciò significa che la gente credeva in generale nell’esistenza della magia nera e che magistrati e clero avevano per lo meno una vaga familiarità con la teoria demonologica che gli intellettuali avevano elaborato sin dal tardo medioevo per spiegare la magia. Se la gente comune non avesse creduto nella realtà dei malefici e nell’esistenza delle streghe non sarebbe stata disposta a testimoniare che la stregoneria era la causa delle proprie sventure. Una simile riluttanza avrebbe neutralizzato gli sforzi anche del più tenace inquisitore e avrebbe potuto condurre all’opposizione popolare ai processi. Pertanto prima di poter iniziare una caccia alle streghe era essenziale l’esistenza di una popolazione che credeva nelle streghe. Tale credenza veniva facilmente rinforzata dai predicatori quando questi si convincevano che le streghe di una certa comunità si stessero per scatenare. Assai più importanti delle credenze popolari erano quelle dell’élite dominante dal momento che la loro credenza nella stregoneria era essenziale per portare avanti una caccia alle streghe.
Come appare chiaro dagli avvenimenti della fine del 600 quando lo scetticismo aveva cominciato a insinuarsi negli strati più alti della società le credenze popolari non erano in grado di scatenare una caccia alle streghe. Perché una caccia alle streghe potesse verificarsi era necessario che i magistrati credessero all’esistenza della stregoneria e ne avessero paura. Era anche necessario che essi avessero una certa conoscenza della teoria demonologica sulla stregoneria secondo la quale l’essenza del crimine consisteva nel patto col diavolo. Un secondo complesso di precondizioni della caccia alle streghe riguardava l’apparato legale e giudiziario esistente nella zona in cui la caccia avveniva. Perché essa potesse iniziare era necessario che i tribunali esistenti nella zona possedessero una precisa competenza in ordine al clima di stregoneria e al tempo stesso degli strumenti necessari per perseguire efficacemente le streghe. Oltre a una precisa giurisdizione in materia di stregoneria perché i tribunali potessero agire efficacemente nei confronti delle streghe era necessario che fossero introdotte nuove procedure. Quanto meno si dovette abbandonare il principio secondo il quale l’accusatore era passibile di incriminazione per aver promosso un’accusa infondata qualora l’imputato dimostrasse la propria innocenza. Perché si potesse sviluppare una vasta caccia alle streghe era anche necessario che le autorità giudiziarie avessero il potere di promuovere l’accusa di interrogare un individuo di loro iniziativa e di ricorrere alla tortura per ottenerne la confessione. L’ultima precondizione della caccia alle streghe era l’esistenza di un’atmosfera che aumentasse la paura della stregoneria e spingesse la gente a combatterla. Una notevole ansia forniva il contorno emotivo dell’intero fenomeno della caccia alle streghe. Nelle città e nei villaggi in cui si verificarono caccia alle streghe l’ansia divenne immediatamente evidente sia all’interno del piccolo gruppo degli abitanti di un villaggio sia tra i magistrati. L’ansia condivisa da queste persone poteva essere causata da discussioni sulla stregoneria ma anche da vicende economiche politiche o religiose. Probabilmente ciò che determinava più comunemente un’atmosfera favorevole alla caccia alle streghe era la discussione pubblica sulla stregoneria. In molti casi i sermoni di un predicatore cacciatore di streghe preparavano gli animi dei parrocchiani a cercare le streghe tra i loro comuni conoscenti. Il ruolo del clero riformato sia protestante che cattolico nel diffondere dal pulpito l’ossessione per le streghe è stato riconosciuto da tempo. I predicatori non erano i soli individui responsabili di creare l’ossessione nei riguardi delle streghe. Notizie di caccia alle streghe e di esecuzioni in altre parti del paese potevano facilmente scatenare paure nel popolo e nella classe dominante e creare uno stato d’animo che avrebbe contribuito alla caccia alle streghe in un altro villaggio o città. Fu così che molte cacce si diffusero da un villaggio all’altro anche quando le streghe confesse non avevano coinvolto alcun complice al di fuori delle loro comunità o quando i cacciatori di streghe avevano limitato le loro persecuzioni a un sol paese. A volte anche la circolazione di trattati che esaminavano casi di stregoneria aumentava la paura nei riguardi delle streghe. In modo meno diretto ed esplicito le crisi economiche religiose e politiche provocavano spesso uno stato d’animo dal quale poteva facilmente originare una caccia alle streghe. In un certo numero di casi la frequenza dei cattivi raccolti e delle conseguenti carestie sembra aver fornito le basi psicologiche per una caccia alle streghe. Le crisi religiose ebbero una influenza praticamente incalcolabile nel generare quel tipo di ansia sociale che causò accuse di stregoneria. Il ruolo svolto dalle crisi politiche nel preparare il terreno per la caccia alle streghe è più sottile di quello delle carestie delle malattie dei cambiamenti religiosi. Di solito le crisi politiche ebbero un maggior impatto sull’élite dominante che non sul resto della popolazione e perciò probabilmente causavano ansia solo all’interno degli strati superiori della società. Tuttavia l’esperienza del disordine politico poteva creare ansia tra i magistrati e così indurli a promuovere una caccia alle streghe specialmente come conseguenza immediata della crisi. L’ultimo fattore che svolse un ruolo significativo del preparare psicologicamente la popolazione alla caccia alle streghe fu la guerra che ebbe una capacità quasi illimitata di causare ansia nella società. Trattando delle basi psicologiche della caccia alle streghe è importante osservare che nella maggior parte dei casi non fu un solo fattore a produrre lo stato d’animo che rese il popolo ansioso di dare la caccia alle streghe . Di solito ciò era dovuto alla combinazione di fattori come la guerra, la peste e la carestia. Lo stato d’animo della comunità fu semplicemente una delle condizioni della stregoneria e quelle condizioni resero solo possibile ma non inevitabile la caccia alle streghe. Ad ogni modo la caccia alle streghe delle comunità che erano intellettualmente, giuridicamente e psicologicamente preparate ad affrontarle non iniziava spontaneamente ma occorrevano degli agenti scatenanti. Prof. Giovanni Pellegrino Read the full article
#cacciatoridistreghe#credenzepopolari#crisipolitiche#inquisizione#magianera#stregoneria#teoriademonologica
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cucciola, io spero che tu possa vedere questo post un giorno. dato che mi hai bloccato e nn so x quale motivo, se tien cacc problem cu me basta scrivermi nu t fa problem. e cn questo nu kiss 💋💋
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🇺🇦 UCRAINA. DECRETATA MOBILITAZIONE GENERALE A KIEV
Mobilitazione totale: il ministero della difesa ucraino ha emesso un ordine a tutti coloro che sono arruolabili nel distretto Obolon di Kiev di presentarsi ai centri di reclutamento, che abbiano ricevuto la convocazione oppure no.
Due considerazioni:
1) le perdite devono essere ben più alte di quelle dichiarate da Zelensky e soci, altrimenti non ci sarebbe bisogno di simili ordini
2) Finora Kiev e le città più nazionaliste dell'ovest erano state risparmiate dalle vere e proprie cacce all'uomo viste nei territori russofoni e in Transcarpazia. Essere costretti alla mobilitazione nella capitale potrebbe minare il consenso per la resistenza a oltranza.
🟥 Segui Giubbe Rosse
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In un celebre passo dell'𝑂𝑟𝑙𝑎𝑛𝑑𝑜 𝐹𝑢𝑟𝑖𝑜𝑠𝑜 - il duello tra Orlando e Cimosco - Ludovico Ariosto descrive un tentativo di imboscata del secondo, armato di un'arcaica arma da fuoco, ai danni del primo. L'appostamento di Cimosco è paragonato a quello di un cacciatore, che attende il cinghiale con l'arma e "cani armati" (XII, 73).
Era consuetudine all'epoca provvedere alla difesa dei cani da caccia, in genere con strutture difensive in tessuto (fig. in alto a destra: due esempli in lino seicenteschi, Veste Coburg). A questi andava l'ingrato compito di "accompagnare alla morte" il cinghiale, in genere già ferito dal cacciatore con uno spiedo.
Seppur rari, esistono pure alcuni esemplari di armature canine in piastre di ferro. L'esemplare più famoso è conservato nell'Armeria Reale di Madrid (inv. 254235) e appartenne all'imperatore Carlo V. E' stata realizzata da Desiderius Helmschmid di Augusta intorno al 1540 e presenta, incisa all'acquaforte, l'immagine di un cacciatore che infilza un cinghiale con uno spiedo.
Fig. in basso: dettaglio dell'arazzo Le cacce di Massimiliano (Capricorno), 1531-1533. Uno dei cani è "armato": l'aspetto dell'armatura suggerisce un materiale rigido ma che si adatta al movimento del corpo. Potrebbe essere una copertura in cuoio abbellita nella parte esterna da una trapunta.
*
In a famous passage from the 𝐹𝑢𝑟𝑖𝑜𝑠𝑜 - the duel between Orlando and Cimosco - Ludovico Ariosto describes an ambush attempt: Cimosco, armed with an archaic firearm, tries to surprise and kill Orlando. The ambush of Cimosco is compared to the ambush of a hunter, who awaits the wild boar with the weapon and "armoured dogs" (XII, 73).
It was customary at the time to provide for the defense of hunting dogs, generally with defensive structures in fabric (fig. above right: two examples in linen, 17th centuruy, Veste Coburg). The dogs had to "accompany to death" the wild boar, usually already wounded by the hunter.
Although rare, there are also some examples of canine armor in iron plates. The most famous specimen is housed in the Real Armeria of Madrid (inv. 254235) and belonged to the Emperor Charles V. It was made by Desiderius Helmschmid of Ausburg around 1540 and has etched a hunter spearing a wild boar with a spear.
Fig. at bottom: detail of the tapestry The hunts of Maximilian (Capricorn), 1531-1533. One of the dogs probably wears a fabric armour.
Photo Credits: Patrimonio Nacional, David Hancock.
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<you’ve been sent a note, it says “Happy birthday! We have a wonderful offering for you!”>
<Attached is ₽350,000, a specialty brush for Pokémon with wispy fur, and some miscellaneous small trinkets>
<from, the Coalition of Anons Causing Chaos, aka CACC>
Arc, for the last time, guys, I don't need money! I'm fine! Give it to someone else!
Well, I guess I can just give it to someone else, too. I appreciate the brush, though. I go through these so fast...
#not even going to ask what the purpose of your little coalition is.#pokeblogging#pkmn irl#ask vanilla#vanilla's 26th
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Alle venti di una calda serata d’agosto accade quel che neanche i più pessimisti sullo stato del servizio pubblico avrebbero potuto immaginare. Accade cioè che il generale Roberto Vannacci, vittima a suo dire del politically correct, della cancel culture, della dittatura delle minoranze e di chissà che altro, appaia nell’edizione principale del Tg1. Senza che gli sia mossa alcuna contestazione, senza una reale domanda, senza un servizio che faccia capire di cosa si stia parlando.
Sgombriamo il campo da bugie e post verità. C’è un principio che non c’entra nulla con quel che sta accadendo intorno al caso Vannacci. Quel principio è la libertà di opinione.
Nessuno di coloro che lo criticano la mette in discussione. Chi lo difende, la tira in ballo come ormai è d’uso a destra: per giustificare qualsiasi dichiarazione abbia a che fare con odio, violenza, discriminazione, razzismo. “Che c’è di male, io la penso così, sono libero di dirlo”.
Non siamo qui a invocare roghi di libri, si tranquillizzi il vicepremier Matteo Salvini. Non siamo qui ad armare cacce alle streghe. Secondo il saggio di Vannacci, del resto, le “fattucchiere” siamo noi: persone secondo cui il ruolo delle donne non è quello di stare a casa per dare figli alla patria e prendersene cura senza gravare lo Stato con i costi di servizi inutili come gli asili nido. E per le quali l’”emancipazione femminile” non è una pericolosa fissazione, ma un sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione che parla di eguale dignità. Così come parla di accoglienza dello straniero e del profugo, non accetta distinzioni di sesso, razza o religione, vieta la discriminazione per orientamento sessuale. E in nessuna sua parte mai giustifica la violenza che Vannacci invoca in caso di quella che lui definisce “legittima difesa”, né sancisce il “diritto all’odio e al disprezzo” che il generale rivendica contro la dittatura dell’inclusività.
Non si tratta quindi di libertà di pensiero, ma di etica della responsabilità di un rappresentante dell’esercito chiamato a difendere la Costituzione, non a sovvertirla con i suoi vagheggiamenti di mondi al contrario.
Per questo il ministro della Difesa Guido Crosetto ha fatto quel che doveva fare e per questo chi oggi lo attacca o anche solo ne prende le distanze nella maggioranza, fa qualcosa di molto pericoloso: perché vorrebbe consentire che un simile pensiero, violento, sessista, machista, razzista, possa albergare e cercare proseliti – è il chiaro intento del libro – all’interno delle Forze armate.
Che sono – lo prescrive l’articolo 52 della Carta – informate allo “spirito democratico della Repubblica”. E che quello spirito devono difendere “con disciplina e onore”.
Ora, se le farneticazioni di Vannacci – che è certo libero di esprimerle da privato cittadino, ma non da generale di un qualsiasi settore dell’esercito italiano – si fossero limitate a un libro autoprodotto, ma perfettamente e velocemente editato come ha fatto notare su queste pagine Gianluca Nicoletti, e a qualche apparizione su tv semiclandestine e No vax come Byoblu, potremmo anche non essere preoccupati. Certo, ci sono già i siti che vendono le magliette. E sì, i nerissimi come Gianni Alemanno si sono ringalluzziti. Ma insomma, tutto questo resterebbe nell’ombra che compete ai pensieri eversivi.
Ieri sera però il Tg1 delle 20 – il principale telegiornale del servizio pubblico nell’ora di punta – ha pensato bene di intervistare Vannacci senza in alcun modo chiedergli conto di quanto scritto, né evidenziando nei servizi che hanno preceduto il colloquio il contenuto osceno del suo libro. Quello che hanno visto i cittadini è stato un mite generale che dice di aver servito la patria per 37 anni, di non escludere nulla, in merito a una sua discesa in politica, e di essere certo di non aver leso la dignità di alcuno. Quindi non delle persone omosessuali: “Fatevene una ragione: non siete normali!”. Non di Paola Egonu che non può essere considerata a tutti gli effetti italiana per via dei suoi tratti somatici. E potremmo continuare.
Il tg sovranista per eccellenza ha così fatto il giro completo. Non solo non racconta adeguatamente quel che accade nel Paese per evitare di disturbare la narrazione estiva del governo in vacanza.
Non solo non spiega in alcun modo come questa vicenda stia scuotendo – dividendola – la maggioranza. Per non parlare delle migliaia di minori non accompagnati che arrivano sulle nostre coste senza che un piano adeguato sia stato approntato per loro e per gli oltre 100mila migranti sbarcati.
Ma fa torto perfino alla premier: una donna che lavora, con una figlia, non sposata. Quella che Vannacci definirebbe “una fattucchiera” del mondo al contrario.
Qui non si tratta di denunciare la lottizzazione della Rai e la presa asfissiante della politica e del Parlamento che ne è di fatto l’editore (modello Bbc, dove sei?).
Tutti i governi, a partire da quelli che dicevano di voler cambiare le cose, si sono spartiti direzioni, vicedirezioni, aree di influenza, e i pochi che lo hanno denunciato sono stati messi a tacere.
Questa volta però c’è di più: c’è un totale, pervicace, sorprendente e prepotente sovvertimento della realtà. Senza che questo Paese stia mostrando gli anticorpi che servono a smascherarlo.
Meloni per prima ha molto da temere dai rigurgiti neri che pure il suo partito non riesce ad abbandonare. Potrebbe – se volesse - lasciare il buen retiro pugliese, mettere da parte le interviste soft-pop al settimanale Chi e schierarsi senza se e senza ma con Guido Crosetto.
In difesa del buon senso e della dignità delle Forze Armate. Della Costituzione e del Paese che è stata chiamata a guidare. Potrebbe, se volesse. Ma questo è ancora da capire.
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