#c��è troppo in ballo
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yonjuugami · 20 days ago
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Capitolo 4 - Chiusura
[ ♪ ]
Kei: È tempo di darti qualche informazione su questo locale. Si chiama "Starless", ed è un dinner theater.
I clienti possono assistere a degli spettacoli mentre desinano. Per cominciare, ti condurrò nella sala ristorante.
Noi siamo il cast che si esibisce sul palco. Allo stesso tempo ci occupiamo di servire ai tavoli.
Abbiamo rilocato e riaperto questo posto dopo un periodo di inattività...
Unei: L-le ho già detto di no. Il direttore non sarà affatto contento!
Mizuki: Ti fai troppi problemi, Unei. Preferisci che ti tiri un pugno sul muso?
Unei: No, la scongiuro...
Mokuren, la prego, lo fermi!
Mokuren: Arrangiati.
Unei: Eddaaai.
Kei: Non dirò altro che i nomi di quegli individui laggiù.
Quello che si comporta come un cane rabbioso è Mizuki. La persona che lo sta osservando è Mokuren.
Il cane rabbioso - MIZUKI
Fuoriclasse del ballo - MOKUREN
Kei: Non è difficile trattarli. Ti ci abituerai presto.
Concedimi un attimo di tempo. Vado a mettergli un guinzaglio.
Cessate immediatamente questa pagliacciata.
Mizuki: Grr, Kei! Preparatevi a perdere, tu e Haseyama!
Kei: Non so di cosa tu stia parlando. Chetati, dunque. Fiedere Haseyama non ti sarebbe di alcun beneficio.
Desideri usare quella mano per distruggere questo locale?
Mizuki: Che cazzo dici? Lo Starless non verrà distrutto.
Mokuren: Invece sì. Perché non ti rassegni?
Kei: Lo stai incitando.
Mokuren: Fermarlo sarebbe una perdita di tempo. Il proprietario è scontento.
Kei: Questo locale ti serve, se vuoi continuare a ballare.
Mokuren: … È vero, lo concedo.
Mizuki, non dare più fastidio al proprietario.
Mizuki: Ma ci sei o ci fai? Poco fa ti andava bene!
Mokuren: Continua così e perderemo lo Starless.
Mizuki: Tutte cazzate, ti dico.
Mokuren: Sei sicuro?
È un timore che abbiamo sentito a sufficienza in metà anno.
Mizuki: … Chiudi il becco.
Taci per due secondi, cazzo! Piantala di dire balle! Non perderemo lo Starless!
Kei: Sono venuto qui precisamente per proteggere questo posto.
Quello che potete fare voi è riverire questa donna come una dea.
Mokuren: Una donna?
Mizuki: Per caso parli di questa qui?
Saki: Stai scherzando vero? Non sei serio.
Kei: Dovrebbe esserci qualcuno di più importante, Saki?
È per te che proteggo lo Starless.
Mokuren: Anche il rinnovo del locale è stato per questa "dea"?
Kei: Esatto.
Mokuren: Allora benvenuta, Saki. Vieni pure dietro le quinte, ogni tanto.
Mizuki: Nemmeno per sogno. Non ho niente a che fare con questa qua.
Saki: C-credo davvero che sarei d'intralcio!
Mokuren: Le docce sono in pessime condizioni. Potresti dirlo a Kei?
Saki: Ehm, uh, cosa?
Mokuren: Su, forza.
Saki: Uhm, Kei? Pare che le docce funzionino male…?
Kei: … Non ci voleva. Dirò ad Haseyama di occuparsene.
Mokuren: Guarda e impara, Mizuki.
Mizuki: Guardare cosa, esattamente?
Mokuren: Certo che sei ottuso. Possiamo usare questa persona per manipolare Kei.
Mizuki: Ehi, è vero! Fantastico!
Mokuren: Nel backstage c'è troppo poco spazio ed è difficile uscire di scena.
Posso pagare qualsiasi prezzo per queste mie richieste.
Saki: Cheee??? Così non vale!
Mizuki: Dài, non essere egoista.
Non ti darò rogne, se ci aiuti. Altrimenti posso convincerti con la forza.
Saki: Ma anche no! Kei, falli smettere, per favore!
Kei: Al contrario, mi sembra una buona idea. Però dovrai venire qui tutti i giorni.
Unei, forniscile un pass per il backstage. D'ora in avanti risponderai a ogni sua richiesta.
Dobbiamo far sì che si trovi a suo agio. Siamo al suo servizio.
Unei: D-dice a me?
Kei: A chi altri?
La sua mera presenza è indispensabile per lo Starless.
Lei è la vostra priorità. … Molto più di quanto pensiate.
Saki: E così, che lo volessi o meno, sono giunta allo Starless.
Chissà come cambierà il mio destino...
Fine della Storia
[ ☆ ]
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giardinoweb · 9 months ago
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Orchidea Cambria: Consigli per fioriture spettacolari
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Ciao a tutti da Andrea! voglio condividere con voi la mia passione per le orchidee, in particolare, oggi vi parlerò della Cambria. Innamorarsi di questa bellezza non è stato difficile: i suoi fiori, che sembrano piccole opere d'arte, sfoggiano colori vivaci e forme incantevoli, e la loro fragranza delicata riempie la casa di un'atmosfera speciale. All'inizio, la cura di questa orchidea mi sembrava un'impresa ardua, un labirinto di termini tecnici e regole da seguire. Ma con il tempo e un pizzico di pazienza, ho scoperto che la Cambria non è poi così esigente come pensavo. Anzi, è una compagna di viaggio fiorita che regala immense soddisfazioni. Per aiutarvi a coltivare questa splendida orchidea, voglio condividere con voi alcuni consigli che ho imparato lungo il cammino, senza addentrarmi in un linguaggio troppo tecnico: Luce e temperatura: La mia Cambria ama la luce indiretta e luminosa, ma odia il sole diretto che può bruciarle le foglie. Per questo, la posiziono vicino a una finestra, ma mai sotto i raggi cocenti del sole. In quanto alla temperatura, lei preferisce un clima mite, tra i 18°C e i 24°C, evitando correnti d'aria e sbalzi termici. Acqua e umidità: Innaffiare la Cambria è un po' come un ballo delicato: troppo poca acqua la fa appassire, troppa la soffoca. Il segreto è trovare il giusto equilibrio, annaffiandola solo quando il terriccio è asciutto al tatto. Per aumentare l'umidità, che lei adora, la nebulizzo regolarmente con acqua tiepida o la posiziono su un vassoio di ghiaia umida. Concimazione e rinvaso: Per far fiorire la mia Cambria in tutto il suo splendore, la nutro con un fertilizzante specifico per orchidee ogni 2-4 settimane. Circa ogni 2-3 anni, quando le radici hanno riempito il vaso, la rinvaso in un nuovo contenitore con terriccio fresco per orchidee. Fioritura e propagazione: La fioritura della Cambria è uno spettacolo che emoziona ogni volta: i suoi fiori sbocciano in primavera e in autunno, colorando la mia casa con sfumature sempre nuove. Per favorire questo evento magico, le assicuro luce adeguata, una temperatura costante e un'umidità elevata. Se desidero moltiplicare la mia bellezza, posso dividerne i rizomi o provare la semina, anche se la divisione è sicuramente il metodo più semplice e veloce. Malattie e parassiti: La mia Cambria è una coccola, ma come tutte le orchidee, può essere soggetta ad afidi, cocciniglie e marciume radicale. Per questo, la controllo regolarmente per individuare precocemente eventuali problemi e intervenire tempestivamente. Consigli da amico: Vi consiglio di utilizzare un vaso con fori di drenaggio per evitare ristagni d'acqua che potrebbero far marcire le radici. Evitate l'acqua fredda per le annaffiature e non concimate la Cambria durante la fioritura. Se le sue foglie ingialliscono, potrebbe ricevere troppa acqua o poca luce; se invece diventano marroni, il problema è probabilmente l'eccesso o la carenza di acqua. Coltivare la Cambria non è solo una questione di regole e tecniche, ma un'esperienza che richiede amore, pazienza e attenzione. Prendervi cura di lei significa creare un legame speciale, un piccolo rituale quotidiano che porta colore e gioia nella vostra vita. Provateci anche voi, e lasciatevi conquistare dalla bellezza magnetica di questa orchidea speciale! Read the full article
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sudokulife · 2 years ago
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Hola persone, c’era un gioco che facevo anni fa con il mio migliore amico per passare il tempo mentre ero in ospedale o mentre ci annoiavamo alle gite durante gli anni da liceali incalliti o mentre ci annoiavamo e basta un po’ ovunque ecco e mi è venuto in mente di riproporlo qui, anzi se viene bene il primo proverò anche a rifarlo!
Edato che in questo momento sto aspettando che il pavimento si asciughi e c’è si è no una stanza e mezza più bagno nella mia casa e non ci posso camminare sto sul balcone ad ammazzare la noietta finche non sarà tutto lindo pinto e soprattutto asciutto lol..
Esempio: con la sua nuova 🏎️ , mio 👨‍👩‍👧 ( 🔵 )ha rotto tutte le 📦 del trasloco vicino ai 🪴 🪴 di mio 👴🏼 che si è 😡 🤬 parecchio
Spero si sia capito, niente regole e via col cazzillo di gioco, cercherò infatti di mettere tutte le emoji in ordine(le prime sono quelle più usate e poi inizieranno le altre) anche se sicuramente certe cose saranno al limite dell impossibile ma forse sarà proprio quello il divertimento 🙌🏼 o almeno il mio😂
Sono Giorgiacomo e mi fa sempre 😂 ogni volta che mi chiamano per nome allora mi faccio chiamare Cuozzo, e ogni volta che allargo le 🙌🏼 mi parte una 🤬 verso le 🪴 e mi sento sempre 😅 con mio👴🏼 e mio 👨‍👩‍👧🔵 che però si😡 sempre nonostante io pensi che per l’altro sia 👍🏻. Dico sempre poi che 👋🏼 tutti quelli che incontro rende più 💪🏼 anche se mia mamma non la pensa proprio così e non mi 🙄 però è 😍 con me quando nn rompo le 📦 e sto a giocare con le 🏎️ . 🤷🏻‍♂️ se il nervoso passerà e non sarò più 😑 verso l’ 🩵 che prova per me Armando, perché mi sta facendo anche un tantino 😨 e questo mi porta a stare 😩 … quindi ✋🏻 perché c’è in ballo il ❣️ e mi viene voglia di 🫠 . Ho aperto un profilo 💙🤍 e so che a tutti verrà da 🤣 e che pensavate che fossi un 😇🙈 ma in realtà non è così quindi ora me la 😁 e basta!
Ogni volta che 😀 lo faccio perché mi chiamano Cuozzo e penso che accettare sto soprannome del c sia stata la mia rovina ma continuo a 😃 non so bene perché ma se mi vedono 😄 nn mi rompe nessuno, bello eh, i soliti 😁 da foto di copertina, che 😆 però soffro di sbalzi d’umore è pazzo dal 🥹 all’ 😅 più totale e infine ci faccio su una bella 😂 perché sono così e tanto vale 🤣 no? Fa un po’ 🥲 il fatto che ☺️ tutto ciò ma almeno non mi tolgo il 😊 , prego gli 😇 di essere come tutti o almeno un po’ più 🙂 di così, fosse anche 🙃 . Mi fanno tutti 😉 e 😌 come sempre o meglio beffardi, dicono che sono 😍 anche così ma non credo mi 🥰 per come sono perché penso siano tutti 😘 di Giuda si proprio😗😙😚 veramente, non sto 😋 . Certi mi fanno la 😛 e io rispondo con la medesima 😝 , quelli invece che fanno l’ 😜 proprio non li capisco perché sembrano 🤪 e mi 🤨 e 🧐 di sembrare 🤓 anche se a volte mettendo solo i miei 😎 mi sento già un latinlover soprattutto quando mi faccio crescere 🥸 sono al culmine del 🤩 e 🥳 il mio compleanno ogni volta che qualcuno mi 😏 , a prescindere da chi sia anche se alla fine son tutti così 😒 e sembra li 😞 l’idea di venire con me. Mi 😔 e mi 😟 l’idea che agli altri 😕 venire a festeggiare con me, questa cosa mi rende piu 🙁 di quando mi ☹️ perché mi è scesa la mascella e ho dovuto sopportare troppo 😣 e avere 😖 a causa dell’intervento per cercare di rimetterla a posto. Non andò bene e mi 😫 perché pensavo a tutti quegli incontri mancati e a chi mi riteneva Cuozzo non solo di nome, mi disperavo e 😩 la notte e tutti i giorni dalle 17 alle 23.25 più di quando mi 🥺 per la morte della mia capra anche se tra una 😢 e l’altra scoprii poi che fu mia sorella in realtà è ci 😭 a dirotto ancora di più e mi 😤 proprio tanto perche quella notte un mio amico 😠 anche lui mi disse che mentre ero 😡 nero per il palo con un tizio travestito da caprone assoldai un serial killer anche lui 🤬come una iena per di più. Ma io mi sento bene, non sono nemmeno un po’ fuori di 🤯 anche se a volte ho gli 😳 rossi fuori dalle orbite e occhiaie stratosferiche è tutto normale, sarà il troppo 🥵o il troppo 🥶 glaciale di sti tempi eddai! Troppe persone con la 😶‍🌫️ attorno a se che poi si 😱 se gli dico:”Accupeeee” oppure “Accupiiii” per l’omini che però di solito nn capiscono e si 😨 soltanto mentre le donne si 😰 davvero pensando che qualcosa o io sia occupato.. che cavolo di 😥 che è la mia vita, con tre esse si! E impossibile che la gente si 😓 di me alla fin fine, io le vojo bene e vorrei 🤗 tutte ste persone anzi 🤔 non mi 🫣 mai più, mi fa 🤭 sta cosa anche se mi dicono tutti di tacere e tenere la 🫢 , eccerto devo 🫡 e fare🤫 dicendo solo sissignore e non posso più 🫠 per qualcuno mi state dicendo? Devo dire una 🤥 a me stesso e stare muto come se non 😶 quando invece vorrei urlare come un bove da monta ma mi toccherà essere 🫥 e vuoto come un fantasma d’ora in poi sempre 😐 senza un minimo di sorriso, sempre 🫤 e sulle mie, così mi sentirei un 😑 che cammina, nessuno potrà mai più 🫨 il mio animo e dovrò ricominciare far il solito 😬 forzato come un tempo. Allora ogni tanto 🙄 il cielo sognante, cerco di non 😯 troppo e 😦 ma ho ancora speranza in me e non è il caso di martellarmi e 😧 ancora ma che in fondo io un po’ un 😮 lo sono sempre stato e non me ne frega niente perché 😲 (notare i denti) magari sarà ancora meglio?
Sono le 14.30 ma Leo ha già un 🥱 fottuto perché stanotte non ha 😴 per un ca, oddio non è che io 🤤all’idea di andare a letto ora ma mi sento abbastanza 😪 e attenzione non ho detto che son già 😮‍💨 della giornata, ma solo che non ho avuto tempo per rimettermi sul letto,(sta faccina invece sarà l’unica che bo non so come mettere perché bo sembra spaventata ma un po’ morta che ne so .. 😵) Abeh s’e’ capito che tra pulizie e tutto sto già 😵‍💫 ma ora basta finita sta storia e 🤐 fino alla prossima storia o story time del blog.. cooomunque, si è un gioco un po’ così 🥴erello, secondo me non fa tutto sto 🤢 , vabe forse na volta un tipo mi disse che a lui faceva 🤮 ma è perché era un 🤧(traduco mocciosello) del cavolo e non capiva na ciospa secondo me e il mio migliore amico..
Fuori contesto per finire le emoji del “capitolo1” anche se pensavo o speravo forse di finirle con la storia..booo
Comunque mi è passata in mente una domanda vedendo le ultime emoji… “ chissà come sarebbe stato quando eravamo in piena pandemia con le 😷 se ci fosse stato ancora lui.. beh sicuramente anche a passare il coviddi nn sarei sicuro stato 🤒come un cane non mi sarei 🤕 prima di sapere che ero un cavolo di asintomatico.. e nada non dico di essere un malato di 🤑 ma il tampone 25/30 euro ora nn ricordo..anche no eddai! Non sono mica un fucking 🤠 che va a svaligiare la banca del paese affianco al saloon e nemmeno satana che sia 😈 oppure 👿 tanto i soldi li ha a prescindere!!
-E con questa bella rima chiudo qui il capitolo uno del gioco spastico delle emoji. In cui credo di aver messo fin troppe parentesi e virgolette ma ok va bin cosi, pt2 quando ho voglia ci sarà adios-
Leo
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soextrafabsocharlotte · 3 years ago
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il progetto per la mia vita;
« Buonasera, prof! » facendole un sorriso quieto verso di lei, dando al tempo stesso un’occhiata ammirata all’interno. Indugia qualche attimo, forse solo per farle capire chi è, e per poter entrare? Può? Beh, stibolidi: entra comunque, ma rimane ancora nei presi dell’uscio. « Mi spiace disturbarla a quest’ora, se c’ha da fare passo tipo.. domani? »
«Professoressa.» iniziamo bene, Charlotte non è nemmeno entrata e già si becca un appunto. «Buon pomeriggio a lei, signorina Charleston.» solo adesso la guarda, in tutta la sua favolositа. Non si accorge del cravattino o forse vuole solo essere clemente. «Il disturbo è un argomento arbitrario,» sempre di ottimo umore, a giudicare dall`espressione rigida che si accompagna facilmente alla postura impeccabile. No, non si rilassa nemmeno da seduta, o magari non vuole rischiare di sgualcire quell`abito in stile simil-medievale color grigio morto. «Prego, si accomodi» davanti alla scrivania ci sono infatti due poltroncine in pelle scura. In realtа sulla sinistra della porta c`è proprio una zona salottino con un divanetto ed una poltrona che richiamano quelle della sala comune, un tavolino da caffè e quella che sembra una scacchiera. Il tutto è circondato da un tappeto, mentre l`intero ambiente è riscaldato da un ampio caminetto in pietra. Sulla destra della porta, invece, la parete è coperta da scaffalature che ospitano libri e soprammobili generici, intervallate da altre due porticine rigorosamente chiuse. «Mi auguro abbia trascorso una pausa invernale rigenerante, culminata con un evento di cui, ben presto, sarа anche lei protagonista.» il ballo dei debuttanti, evento purosangue fino al midollo, tanto che è impossibile introdurre un po` di cordialitа tra persone d`elite senza menzionarlo nemmeno di sfuggita.
« Ecco, a proposito delle vacanze, volevo dirle che ho tipo preso una decisione un bel po’ importante e credo di doverla informare. Cioè, è giusto. » è la capocasa, perciò deve essere informata sulle scelte di chi riveste ruoli importanti. Fa un lungo sospiro, dopo il quale fa una breve appnea che la riporta ad un altro respiro e a poi dire « Non posso più giocare a Quidditch. » e l’uso del verbo è fondamentale, ma anche giusto. Sospira e abbassa le spalle rimasta un po’ tesa nel pronunciare la frase. « Perché ho tipo dei progetti, e voglio portare avanti quelli. »
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«Quale genere di progetto può imporsi al punto da sostituirsi ad una carriera sportiva così ben avviata come la sua?» magari non è nemmeno affar suo, ma non sembra porsi problemi nell`indagare così apertamente, come se ne avesse tutto il diritto. «Signorina Charleston, lei non è solamente una dei cacciatori di Serpeverde, e lo sa bene. Le è stato assegnato il capitanato per le sue qualitа sportive, organizzative e sociali, e l`attuale classifica non fa che supportare tali motivazioni.» finalmente siamo primi in qualcosa e Charlotte vuole mollare. «Questa sua rinuncia è a dir poco deludente.» quando è cosм diretta punta solo a colpire chiunque sia il suo interlocutore, che sia un collega adulto o una quindicenne che, tutto sommato, non sta facendo nulla di male. «Mi auguro abbia ponderato le conseguenze di una scelta che, se confermata,» no perchè Oona vuole ancora vederci uno spiraglio, si sa mai «sarа non solo irreversibile, ma potrebbe compromettere le eventuali opportunitа che il futuro ha in serbo per lei.» niente ansia, davvero.
« Beh, è il progetto per la mia vita! » asserisce con il tono di voce alto, che alza solo lei, ma perché è come se esplodesse dopo aver sentito tutte quelle cose insieme, troppo. « Lo so che sono brava, » incurante della scarsa modestia « non sarei stata il capitano se così non fosse, e la vedo la classifica! » il famoso pugnetto viene ora fatto alzare, ed il dito indice della mano stessa indica un punto alla sua destra, come a voler indicare la classifica stessa, nei risultati appesi in sala grande. « Mi dispiace se la sto deludendo, ma ho deciso così. » ma aggiunge subito, adesso ha abbassato il tono di voce, ed abbassando anche la mano che prima ha sventolato e sbattuto contro la cattedra, facendola tornare al proprio posto. « E cioè non è che tipo sono felicissima, mi piace giocare a Quidditch e non avrei voluto lasciarlo. » un sospiro più lungo. « È che io.. voglio.. mh, voglio creare lo strumento che ci fa esprimere come maghi, che è la cosa più pura che un mago possa possedere mai nella vita. È la nostra espressione e la nostra vita, e.. E se gioco a Quidditch non avrò modo, non avrò il tempo e le energie per farlo, ma voglio questo più di tutto. »
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stillhazefromtheblock · 4 years ago
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acquavite
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A | Rimane in cucina in attesa della Grifondoro mentre i fumi dell’alcol si impossessano dell’ultimo millimetro di dignità residua non ancora annegato nei bicchieri da shot. Le giunge in lontananza l’eco dei passi di Merr, che accoglierà in cucina con un « Morgana avadata, cento volte meglio farsi depilare la calotta cranica con una pinzetta che stare a sentire sto st*onzo » con un palese riferimento a Waleystock. « Vié qua sis, fregatene, non ti merita » e manca solo il ‘questo programma è stato offerto da Mediaset’ perché il cringe c’è tutto. Se ne sta lì ubriaca lercia con la t-shirt che puzza di alcol manco avesse trascorso i nove mesi di gestazione dentro un barile di Acquavite; i talloni poggiati cafonamente sul tavolo, ricoperti dai rombi delle calze a rete come il resto delle gambe, sono talmente freddi e cadaverici che se solo non aprisse bocca ogni tre per due siamo certe che due tastatine al collo per sincerarti dell’effettività del suo battito cardiaco ogni tanto gliele daresti, Merrow cara. « Che poi che volevi mica farci? Ti può venire padre, cade a pezzi! Ce rischi che se gli pigli la mano e fate due passi magari ti fai cento metri ancorata solo alle sue falangi perché il resto l’hai perso per strada senza accorgertene » colpetto di singhiozzo che la lascia retrocedere automaticamente da donna vissuta che elargisce perle di una saggezza del tutto infondata sugli uomini a neonato nel momento del ruttino post-poppata « ce hai tanti di quei manzi ai tuoi piedi » non risulta però troppo convincente nel dirlo, al punto da sentirsi in dovere di correggersi. Solleva l’indice con l’aria da maestrina « okay, so cosa stai per dire » cioè tipo niente, però lei va avanti come un treno ugualmente « MAAAAA poi, chi se ne fo*te? » facendo spallucce. « MAAAA POI, che dire amici? » congiungendo i palmi delle mani in un sonoro applauso « di bere abbiamo bevuto » si alza in piedi con uno scatto « Merlinobono che c***o di caldo, di bere abbiamo divertit- » si corregge biascinando le ultime sillabe « di divertirci ci siamo bevute » fermi, non ha capito il gioco, o sono solo gli effetti del saltello che le ha portato su la bellezza di settordici ettolitri di solfiti ed acido. « Merr, brodi » tipo 'bro', ma a modo suo « basta, andiamocene a dormire, c***o » è in piedi ma barcolla, l’orlo della maglia nera che le sfiora i quadricipiti torniti dagli allenamenti, la matassa di capelli biondi scompigliata e le palpebre cariche di ombretto nero ripetutamente strizzate come ad indicare che è semplicemente in procinto di stramazzare al suolo. Fine — quasi — delle trasmissioni.
M | Torna dalla Coleman con lo stesso cipiglio di Medusa pietrificatrice d'Eroi […] Le parte uno scoppio di risata improvviso alla visione d'un Waleystock decrepito appresso a lei: che voleva farci? Spallucce « Ma che ne so. Niente forse. O forse si, sis non me le penso sempre ste cose.. cioè vado a braccio. Teso. Sui denti, di solito. » L'arte del rimorchio by Merrow, primo volume [...] La Coleman fa saltini e tutte cose, e prima di passare al ballo dei Mooncalf, quello che fa lei è avvicinarlesi appena dichiara che "si sono bevute" per andare ad allargare le braccia e cercare di serrargliele in vita stile innamoratini. Se non fosse che poi sforza gambe e schiena per tirar su la Corvonero, facendone oscillare in aria le gambe secche come un pendolo per qualche istante mentre sbuffa « Si, sis. Leviamoci dal Gramo. E domani una bella fumiga- » attacca il risolino mentre se ne uscirebbe con lo stecchino della Coleman tenuta sollevata dalla vita, per farle fare un altro saltino e chiudere la destra a pugno attorno al polso destro sotto il fondoschiena altrui « fimiga- no fig-No » attacca a ridere a metà atrio, e quello che succede non appena giungono alle scale è che lei non riesce più a parlare da quanto le scappa da ridere. Addome contratto, vista offuscata, primo gradino che viene fatto a metà ed inciampo del piede. Ricetta perfetta per il disastro: sbatte contro il secondo gradino e per poco non si ammazzano in due, motivo per cui con un braccio regge a costo della vita la Coleman che finirebbe di schiena sulle scale, e con l'altro attutisce il dolore d'entrambe, che caracollano come sacchi di sabbia sui gradini, facendosi male ma non troppissimo. « Ahahahahha o-ora si che siamo a le-ehehetto! » Seh ciao, sta in botta piena, e supina cercherebbe d'allungare l'avambraccio verso di lei, probabilmente colpendola ad altezza occhi « Ohu » eh « OHU! » è importante ascoltami « Sei una m*da. » Ah, pure [...]. Di nuovo, con voce più alta ed urgente « Zizi, non te ne andare ok? » tipo mai, in generale « Resta nella mia cucina in calze a rete a fare lo schifo per mangiare la marmellat-hic » singhiozzino « Ok?! » A voce più alta di nuovo « NON DEVI MOLLARE LA MIA C*ZZO DI MANO, OK?! » Glielo urla in faccia a due centimetri, con gli occhietti velati di sbronza e forse altro, prima di sorridere beota e contentina «Dormiamo qui? » Ora col tono d'un cucciolo, accomodando la testolina dalla chioma nera e folta, sul petto inesistente di Haze. È pazza. Si, pazza di lei « È comodo. » Come no, scale, migliori amiche dei chiropratici.
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merrowloghain · 4 years ago
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13.12.76 Auletta al primo piano - Hogwarts - Prove generali per il Ballo dell’Agrifoglio
L: «Ehm» il tono tranquillo, ma chiaro, voltandosi verso il Serpeverde. «Lei è la mia dama.» così, di getto. «Saresti così gentile da lasciarla a me per un po`? Giusto il tempo di esercitarci per il ballo.» tono serio e sguardo tranquillo, anche mezzo sorridente, forse, prima di voltarsi verso Merrow «Se lei vuol, ovviamente» ora lo sguardo è tranquillo, lasciando completamente la scelta a lei.
T:  « Non ne sono del tutto certo. » Perché è lui ad essere il cavaliere di tale dama, almeno al momento. E fino a prova contraria, Luke ne ha già una in attesa. Una su cui posa lo sguardo bluastro del quartino per un momento, prima che lo stesso torni sul corvonero, un po’ incurante di quanto lo stesso lasci la scelta a Merrow. « Potrei sì. » Essere così gentile da lasciarla a lui. Stile pacco postale mattutino sul tavolo della sala grande. E no, non è proprio tranquillo nel dirlo, quanto lievemente ironico. « Oppure potresti essere intelligente e riuscire a capire che lasciare una dama in attesa per una già accoppiata è scortese ed indelicato. »
«Oh, bene.» Marshall cerca di riattirare l`attenzione degli Studenti, «Un lento.» zan zan. «Per questo genere di ballo, la vicinanza è più stretta rispetto a quella regolare.» mantenuta fino ad ora. (...) «I movimenti sono più lenti.» (...) «E meno marcati.» dato che i passi sono più corti e ravvicinati.
«Si» che ci andrà con Luke al ballo, ed in risposta al suo "seriamente" non detto, replica morbida con un «Dal momento che tu non ti sei pensato d`invitarmi.» ah. Bene ma non benissimo. Lo guarda, un poco di traverso, lasciando che le dita s`aprano un poco di più su quel tocco che perpetra sulla spalla del Serpeverde «Tu ci andrai?» chiede poi in maniera morbida e neutra, mentre il profumo di pepe nero e cannella, si fa più forte ora che sono così vicini «Così magari ti distrai un po`, hm?» a lasciarsi alle spalle tutto il resto. Uno sguardo più lungo e silenzioso, si sofferma in quello altrui. Un leggero rossore a tingerle vagamente il collo bianco.
Ma sotto lo scherzo e le prese in giro, ci sono ancora quei ringraziamenti e quel ciondolo che è nuova aggiunta al bracciale in cuoio e bronzo che cinge il polso destro. Resta il fatto comunque, che Merrow andrà al ballo con Luke. E sembra sia per colpa sua. « Colpa mia, scusami. » Ecco. Le parole che forse mai, nessuno, si sarebbe aspettato di sentire dalle sue labbra piene. Certo se non fosse per ciò che segue poco dopo. « Non è che fossi impegnato ad avere a che fare con l’intero Wizengamot in quel momento. » O forse sì. Secco, asciutto in quelle parole, che le rivolge con un sopracciglio finemente disegnato inarcato. Aveva altro per la testa, effettivamente, ma nulla ha spinto la Grifondoro ad una scelta frettolosa, per così dire. « Sì, direi di sì. » Ci andrà, come e con chi non è dato saperlo e non lo commenta per il momento, concentrandosi per un momento sui passi e sull’evitare di andare a sbattere contro altre coppie di passaggio. « Sì » Ancora. Ma più lento, confuso forse da quello sguardo persistente che si ritrova addosso. « Penso sia il caso. » Andare e svagarsi, distrarsi da quanto è successo. « Così ci si lascia indietro tutto prima del nuovo anno. » O forse non è proprio così, non è questo a cui mira il ballo, ma è quello che sceglie di rispondere, ignorando il singolare a favore di tutt’altro. Ma è a favore di Ollie che stacca lo sguardo bluastro dal suo, la lieve confusione che gli segna ancora le iridi. E poi .. « un lento » ecco. Non che non sappia come ballarlo, ovviamente o che si faccia remore nello spostare anche l’altra mano alla vita della Grifondoro, ma c’è ancora lo spettro di quello sguardo a lasciarlo interdetto, mentre s’avvicina maggiormente alla ragazza. E attende, limitandosi a seguire la musica, con i passi corti e lenti che li portano in giro per la sala e lo sguardo bluastro che cerca di nuovo il suo.
E` inevitabile che s`inarchi un sopracciglio al sentire quelle scuse, finendo per sbuffare l`accenno d`una risata nel sentir parlare del Wizengamot «Manderò un reclamo a loro dunque. Poi, se tu in caso preferissi i processi all`invitarmi...» perchè c`è pure quell`opzione dopotutto. Annuisce nel sentire che ci sarà anche il Serpeverde dunque, mormorando un basso «Sono contenta, Tris.» che lui si distragga, ed evidentemente che si lasci tutto alle spalle «Beh, magari non tutto tutto, hm?». Ecco quindi che parte quell`idea del lento, rimanendo a fissare Marshall come Tris per qualche secondo in più, sentendo poi entrambe le mani sulla sua vita, quindi andando ad appoggiare le sue sui trapezi del Serpeverde, avvicinandosi quasi circospetta. Non dice niente, al momento, lo guarda ed è in un moto un po` più dolce che va ad intrecciare le dita dietro la sua nuca, mormorando un «La prossima volta non ritrovarti in beghe legali e prenditi in tempo, magari...» suggerisce, ma poi la maledizione prende possesso delle sue labbra, e mentre china appena il capo, quasi guancia a guancia con gli altri, si ritrova a mormorare «Credevociandassecon qualcun`altra in realtà eropiuttostoconvintaepoi mica potevochiederloio dai. Le ragazzevanno invitate ed ionon ho voglia di prendermi l`ennesimo rifiutosefinisseancheluiperdireandiamociinamicizia finirebbe malissimo, non posso davvero sopportarlo.» e niente, finalmente tutto tace, ma lei oramai è color peperone, finendo con un lamento a collassare con la fronte contro il trapezio altrui se non si spostasse «Scusami.... è una maledizione..» porco Gramo, nemmeno un lento in pace, rialzando piano lo sguardo in quello blu di lui con un moto di scuse che non ha voce.
« Ho la netta impressione che ci sia una sola risposta prevista a questa domanda. » Ecco. « Ovviamente, volendo escludere la possibilità di trovarsi ancora una volta davanti al Wizengamot in tempi brevi. » Perché no, non dubita che potrebbe concludersi proprio in quel modo. Ma almeno per ora, quella parentesi è ben chiusa, lasciandolo ben più tranquillo e apparentemente disposto anche ad avere a che fare con momento come quello. Come i lenti non programmati con dame che sono destinate ad altri, sembrerebbe per via della sua assenza negli ultimi giorni. E c’è quella specie di abbraccio che li lega ancora una volta, lo sguardo del quartino che si perde oltre la spalla della grifondoro, concentrandosi su tutto e niente, registrando solo marginalmente le coppie che incrociano il suo sguardo con movimenti più o meno eleganti. E’ il profumo di pepe nero e cannella, che lo colpisce ancor prima delle parole di lei. Quel flusso di pensieri che lo spinge ad irrigidirsi appena mentre ne segue il processo. E se fosse una persona migliore, forse farebbe in modo che il momento si fermi, ma così non è. L’ascolta e si prende il suo tempo prima di parlare, incurante di quelle sue scuse. « Ero ‘davvero’ impegnato con il Wizengamot. » Non era una scusa. Non ha avuto tempo e modo per riflettere sul ballo se non una volta conclusa l’intera questione del processo. « E per una che casta un incendio ancor prima di capire con cosa ha a che fare, ti preoccupi davvero troppo delle convenzioni sociali. » Dov’è quell’irruenza ora? Anche in quello sguardo chino e quelle scuse che gli rivolge.
Dondola assieme a lui, prima in quella specie di Valzer elegante, sbattendo un paio di volte le palpebre, in uno sfarfallio di lunghe ciglia nere «Ah..» beh, quindi promette bene, no? «Non so quanto tu abbia voglia di tornare a trovare il Wizengamot, quindi, si. Ti toccherà invitarmi.» la prossima volta, obvs, perchè quest`anno qualcuno l`ha preceduto. Torna ad avvicinarsi per il lento, i corpi di nuovo vicini in un`intimità che continuano a ritrovare nonostante non sia naturale come inizio, ma estremamente sensata quando avviene. Di nuovo stretti, con le mani sulla sua vita che la riportano a quel binario nove e tre quarti, con la pressione dei suoi polpastrelli che sembra riconoscere istintivamente, anche se c`è stata una volta sola. La maledizione s`attiva, lei rimane senza fiato alla fine di quella collana di pensieri, rialzando gli occhi a lui che se ne esce con quelle parole, ad accentuarle l`espressione mortificata «Lo so...» che era davvero impegnato al processo «Scusa è una... maledizione» ripete di nuovo «non controllo...» ma come lo spiega? Soprattutto dopo l`aver sentito il suo dire riguardo le convenzioni sociali. Tace, abbassa un momento lo sguardo e poi torna vicino alla sua guancia, in uno sfiorare di pelle appena accennato «Mi piace venir invitata, Delation.» mormora piano «So che non sembra, ma per essere una tipa che casta incendio prima di chiedere "cosa", a volte mi piace lasciare l`iniziativa. Soprattutto se è un Cavaliere che voglio al mio fianco.» proprio come lui ha domandato a lei quel ballo, motivo per cui ciondolano in sincrono stretti l`uno all`altra, la voce bassa che non ha bisogno d`alzare il tono per farsi sentire da lui «E poi che c`entra. Ero davvero convinta che ti fossi preso in tempo ad invitare qualcun`altra. Lo so che hai avuto altro per la testa ultimamente ma... insomma, Tris.» cioè sei tu. Come fai a non avere una dama? Sottotitolo grosso come il castello intero.
« E allora lasciati invitare, ma evita di ‘accontentarti’ » indelicato, ancora. « se è questo che stai facendo. » Mette, per così dire le mani avanti. Ma è mera apparenza, considerando come l’altra abbia in qualche modo già ammesso che non è l’invito di Pyrangelus quello che sperava di ricevere. « E poi .. » quasi le fa in verso, per ricollegarsi alle sue parole. « Cosa se io non avessi ancora invitato nessuno? » Ipotesi, ipotetici scenari che le propone, continuando a parlare piano, lo sguardo che si perde oltre la sua spalla e le labbra vicino al suo orecchio. « Devi smetterla di dare per scontate le cose, Merrow. Te l’ho già detto. » E quella volta, come altre in passato, non andò per niente bene quella conversazione. « E per quanto possa piacerti essere invitata e tutto il resto, ricordati che non puoi sempre sperare che le cose ti finiscano in mano se non ti preoccupi di castare un accio alle volte. » (...)
« E allora vacci da sola. » Sbrigativo, forse troppo secco nel dirlo, mentre volta appena il volto verso di lei, continuando però a sussurrare. « Dubito che tu non abbia nessuno che possa interessarti almeno un po’ più di quello là » di cui non sa il nome e di cui non s’interessa ovviamente. « e se uno di quelli » quelli sì, chi poi non è dato saperlo. « non ti invita, vai da sola. Vai con qualche amica. O fatti schiantare e passa la notte infermeria. Ma per favore Merrow » e qui si tira indietro, per guardarla davvero in volto. « evita di accontentarti già adesso solo per convenzione. Salazar solo sa quanto dovremo farlo una volta che i nostri non ci considereranno più ragazzini e cominceranno a dirci come comportarti, chi vedere e chi sposare. »
Subisce quel discorso secco, inclinando appena il volto verso di lui ma allontanando il collo, in una curva morbida ma che sa di diffidenza, mentre il viso si fa via via più triste. Quel discorso la trapassa da parte a parte, lasciandola in un aggrottare di sopracciglia che termina un po` stupito mentre lui si tira indietro: le iridi grigio-verdi che sembrano ancora più grandi del solito mentre incontra il suo sguardo e poi lentamente, lo abbassa, sempre senza dire nulla. Doveva essere un bell`evento, renderla felice, eppure ora si sente annientata, con le spalle spioventi e le che tornerebbe vicino al Serpeverde senza aggiungere nulla. Stanno ancora danzando, ma adesso le braccia salirebbero a cingergli il collo, per tentare di posare la fronte sul suo trapezio, in un mormorio piccino 
«Volevo sentirmi desiderata, per una volta.» glielo dice con voce ferma, malinconica, ma che non si palesa con altro, cercando di trovare forse un po` di conforto in quel contatto «Probabilmente non sai cosa questo significhi, ma non è bello. Stare soli, sentirsi soli, sapere che l`alternativa è prendere sempre la via del distacco...» tu, che sei così...così: desiderato, guardato, voluto. Sospira un pochino, lo sbircia solo ora, in una richiesta di comprensione che non ha voce.
Lui, d`altro canto, è colpevole solo d’averle sbattuto in faccia una verità che si negava di vedere. E forse è con la consapevolezza d’aver mancato ancora una volta di delicatezza, a lasciarle modo di stringersi a lui, le mani in vita che scivolano per creare un abbraccio che li vede dondolare sul posto e fare poco altro. E se gli altri guardano, che così sia, non si farà nessun problema a fulminare con lo sguardo chiunque. « E lo capisco Merr » Più piano ora, più delicato. « E non pensare che non possa capirti anche io. » Perché è forse più solo di quanto l’altra possa immaginare, per quanto forse per sua stessa scelta egoistica. Ma non è quello il punto, non oggi almeno. « Sai quanto mi piace sentirmi desiderato. » Smussa, o almeno cerca di farlo, quei momenti con un sorriso lieve, appena accennato. « Ma non ridurre tutto a questo. Se sei contenta di andare con lui…» e sì, s’impegna per un attimo per recuperare quel nome dalla memoria. « Luke. Allora vai. Ma non farlo solo perché pensi di non avere altra alternativa o perché è stato l’unico a chiedertelo. » Perché in quello ci sono troppo errori, che però evita di elencare, la consapevolezza di aver rovinato quel momento e forse altri a venire, già pesante fra loro.
Non dice nulla, ma quando lui la stringe in riflesso al suo abbraccio, tutta la freddezza che sentiva addosso, a causa del discorso appena pronunciato dal Serpeverde, pare attenuarsi visibilmente: perchè è il corpo intero che reagisce proprio come se lui fosse l`unica fonte di calore in un mondo colpito dall`ennesima era glaciale, con lei che solleva la fronte a guardare con occhioni chiari, grandi ed affusolati, il niente oltre la sua spalla. Perchè non vede nulla, non davvero, perchè non esiste nessuno, non davvero, ora che stanno stretti così. Ed ha ragione, lo sa che ha ragione, e quando lui la chiama, più delicato, è con un piccolo muoversi di capo che porterebbe la tempia destra vicino al viso altrui, aggrottando le sopracciglia forse stupita, nel sentirlo dire che forse lui la possa capire. Davvero? Annuisce piano al suo sentirsi desiderato, ma non dice altro riguardo il voler andare al ballo con Luke, di cui lui cita persino il nome, in quello sforzo che lei coglie ed apprezza, strusciando d`un centimetro appena, la parte laterale della fronte, contro il capo altrui, qualora lui non glielo impedisse (...) 
«Sono contenta d`andare con lui.» lo dice, ma forse era più vero qualche minuto prima «Ma a venire con te, sarei stata felice.» c`è differenza, forse, ed in quella confessione non c`è nessuna ironia, nessun battibecco, solo una dolcezza sottile e vulnerabile, perchè si sente in condizione di potersi aprire, nonostante quella brutale onestà «E poi se devo andare al ballo con un amico, voglio sapere dall`inizio che quelli sono i termini. E...con...» ma si ferma, perchè va bene l`onestà, ma c`è comunque timore nel tono, con la voce che è poco più d`un sussurro. Inudibile a chiunque non siano loro.
Non pensava di colpire così nel segno, e qui, ancora una volta, pecca stranamente di mancanza di egocentrismo. E se la stringe addosso, una mano lievemente più in alto dell’altra, senza però sfociare in pose compromettenti, mentre lo sguardo si perde oltre la sua spalla. E come ha già fatto ormai diverse volte, guarda davanti a sé quasi indifferente, quasi come se con quel fare algido possa in qualche modo difendere ciò che sta succedendo contro il suo petto. Non commenta su come volessero dare la possibilità ai terzini di unirsi al ballo, no, lì si limita ad annuire lasciando che siano le parole di poco dopo a spingerlo a parlare a sua volta. « Almeno capisci le differenze basilari. » C’è un pizzico di divertimento in quelle parole, eppure sono sporcate dal dubbio, dalla confusione portata dal fatto che, in quelle di lei, non sembrava esserci nulla del genere. E si trincera dietro il suo vanesio egocentrismo, dietro quei battibecchi già sentiti e vissuti fra i due, lasciando che il dubbio rimanga inesplorato. Eppure cresce, per quelle parole che non trovano una fine, per quel che pensa potrebbe essere il continuo di una frase che sfuma nella canzone che Ollie ha scelto per loro. E lo sguardo, si adombra di quel dubbio, dei pensieri a cui non ha modo di dar voce, grazie ad Ollie che decreta la fine della loro piccola lezione di danza. E’ solo a quel punto che ferma il suo dondolare, prendendosi un paio di secondi prima di rilassare la presa su quell’abbraccio condiviso. Non chiede come sarebbe finita quella frase, perché non è certo di esser pronto ad ascoltare qualsiasi sia la risposta al momento, semplicemente stira un sorriso lieve nel guardarla. « Se riuscirà ad imparare un po’ di buone maniere forse non sarà un cavaliere totalmente inutile. Ma ci vorrà parecchio lavoro e io … » lui, sì, che sorride un po’, e parla con tranquillità. « non sarò ovviamente disponibile per aiutarti. » Lui è un figlio di banshee. Che si tira indietro, finalmente, e in qualche modo benedice quell’unione, anche se solo per un ballo, con quelle parole.
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tashaodinsbane · 4 years ago
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12.12.76                                 WtF?
L:«Eccoci.Mettiamoci in cerchio, tipo. Usiamo questa» ed alza la bottiglia a mezz`aria, prima di posarala al centro del cerchio. «Inizio io  e la faccio girare. Io e la persona che esce ci dovremo baciare.Poi toccherà alla persona che è uscita a me girare. Baciare la persona che uscirà e così via.Vogliamo iniziare?» sorride. La bottiglia, sul ghiaccio, inizia a rallentare, fermandosi proprio davanti a... Tasha. Lo sguardo di Luke, dalla bottiglia, sale lentamente, fino a raggiungere il viso della Serpevede. Sorride, divertito. Inspira, e mentre lo fa, le mani vanno a spingere sul ghiaccio e con l`aiuto delle cosce si alza un po`, avvicinandosi alla Terzina. Il viso sorridente ma tranquillo di lui raggiunge quello di lei, lentamente, ed anche senza troppa ansia. Le sue labbra vanno a posarsi su quelle della compagna di classe, senza pressione e abbastanza tranquillamente. Il bacio che le da è un semplice bacio a stampo, che non richiede particolari abilità (?). Fatto ciò, si allontana, ancora una volta lentamente, osservando il viso di Tasha, per cercare di vederne una reazione. «Sta a te!» sorride
Tasha  deglutisce, si mordicchia un labbro mentre si tende in avanti quasi in risposta automatica ai movimenti del corvonero. Cerca di ignorare la presenza dei compagni,degli occhi puntati su di loro, e piega la testa da un lato per evitare di sbattere il naso contro quello di lui. Le labbra calde aderiscono perfettamente a quelle di lui,restano lì un istante,secondi che sembrano minuti, poi si allontanano nuovamente. Tasha incrocia lo sguardo di Luke e un sorriso timido le compare lentamente sul viso,prima di distogliere velocemente gli occhi di lui e tendersi in avanti ad afferrare la bottiglia. «Vado allora» annuncia ruotando poi velocemente il polso e osservando la bottiglia che va a fermarsi indicando... WESLEY. Tasha ridacchia nervosamente e quindi solleva lo sguardo verso il ragazzo,chiedendogli silenziosamente se gli va di farlo. Quindi esitante ma neanche troppo, si alza per camminare verso di lui e fronteggiarlo. Si posiziona in modo da avere il viso di lui vicino e,dopo un’altra occhiata alla “fermami ora o mai più” ,piega la testa da un lato e senza ulteriori indugi si avvicina alle sue labbra per dargli una bacio stampo con tanto di schiocco finale.
Tr:«STRINGILA COME SE FOSSE ARTIE!» paragoni poetici significativi.
W:« Ah ma ti alzi pure? » che imbarazzo. Lui col cavolo che si alza, quindi mi dispiace Tasha ma ti tocca abbassarti per arrivargli ad altezza viso. Si degna anche di abbassarsi la sciarpa con la mano destra per poi chiudere gli occhietti in una frazione di secondo e scambiarsi quel bacino innocente con la ragazza. «Ma così ho praticamente baciato anche Luke? » ragiona Vabbe che da qui a breve ci sarà uno scambio di germi che è una bellezza. [...] C:  «Mi tocca di nuovo, eh?» ironica e non è nemmeno una vera domanda. Nel frattempo, si è mossa per raggiungere nuovamente Tristran ma non si alza, gattona sulla tovaglia. E una volta davanti al malcapitato - o bencapitato? - quello che compie è un rapido gesto, sporgendosi verso il ragazzo, inclinando il capino di lato e facendo poggiare le sue labbra su quelle altrui. Le regole sono chiare e quello che lascia sulle labbra altrui non deve essere un semplice bacettino a stampo. La mancina fredda viene delicatamente appoggiata sul viso del ragazzo mentre il bacio leggermente approfondito. Nei suoi gesti c’è tutta l’inesperienza dell’età e l’imbarazzo di essere in mezzo agli altri. Non è certo un limone, solo qualcosa in più di un bacetto a stampo. Il tutto durerebbe non troppo a lungo, giusto il tempo necessario per elaborare quanto sta succedendo e poi, si staccherebbe con un mezzo sorriso. [...]
A: «Tasha» colpetto del palmo della mano alla fronte «Mah» si alza pesantemente da terra e muove quel paio di passettini per farsi sotto alla compagna la osserva un attimo come a dire “dobbiamo” esitando un attimo avvicinandosi poi lentamente, gli occhietti continuano a fissarla in attesa che questa possa opporsi, se così non fosse appoggerebbe le labbra su quelle della Serpina, un paio di secondi, percependo quella morbidezza. Si stacca quasi subito e torna a sguardo basso al suo posto. T:«Oh» commenta mentre il viso sale di scatto dalla bottiglia al tassorosso. Gli occhi grigi si soffermano su quelli chiari di lui,niente popodimeno (o come si scrive) del suo migliore amico. E mo’?Beh,almeno qua è ancora un bacio stampo. Quindi Tasha si alza e resta ferma aspettando che Allister la raggiunga. L’imbarazzo è forte, un disagio vero e proprio,ma almeno non si è parenti. Giusto il tempo di grattarsi la punta del naso,prima di abbassare la mano e avvicinare il viso a quello di Allister . E mo chi lo dice a Lex. Le labbra si toccano, premono per una frazione di secondo tra loro e poi di nuovo si allontanano.  M:«Bleah» commenta ridacchiando a quel bacio tra Allister e Tasha che sembra quasi incestuoso .Sigaretta stretta tra indice e medio della destra, ed uno sporgersi veloce ad acchiappare il tessuto del maglione di LUKE per dargli un piccolo strattone leggero verso di sè «Porta bene, prima del ballo.» ma cosa? Questo: il viso si porta in direzione di quello del Corvonero, e sarebbero le sue labbra morbide e dal sapore di mandorla amara, a vincere quelle altrui, in un contatto che lascerebbe morbido, libero d`approfondirsi come no, lasciando a lui l`iniziativa, limitandosi a modellarle su quelle di LUKE in quei lunghi attimi sospesi. Il profumo di pepe nero e cannella che irretisce, e la Merlino`s che accumula cenere, a qualche centimetro dal maglione di lui.
L:«Sicuramente» annuendo pure, piano. Quindi le sue labbra si avvicinano a quelle di MERROW, posandovisi delicatamente per qualche secondo, prima che questo vada ad approfondirsi e le due labbra si schiudano, lasciando libero il passaggio alla lingua, che andrebbe a cercare quella altrui. Chrlt: « Ora possiamo andare. » 
W:« Ma dove vai »eccolo che si alza  per partire alla carica di Charlie e Niall per evitare di farli alzare. « WAAA » urla mentre gli si lancia letteralmente addosso. Li avvolge entrambi con le braccia per cercare di buttarli indietro con la schiena. E poi avvicina il viso a Charlie per stamparle una serie di bacetti su tutto il viso, magari pure sulla bocca chi lo sa. « Mica te ne puoi andare senza darlo a me » è di rito ormai, si torna sempre alle origini. Finito lo show, comunque, cerca di rimettersi seduto e di togliersi un po` da dosso la neve che sicuramente gli si sarà appiccicata ai vestiti. 
Tr:«Pyra?» ma Luke sta baciando Merrow, una ship che sicuramente un po` lo stranisce... salvo poi incurvare le labbra in un sorriso rincuorato. Tossicchia, cercando di richiamare l`attenzione degli ultimi limonatori «Burrobirra per tutti, che dici?»
L:«Che?» eh oh, fatelo riprendere.
N:« GNN » mugugna ancora « gua.. le pago io.. basta levarsi di qui » mugugna a Tristran che gli sta sopra, ancora.
Chrlt:« Oh-ohhh, c’è la burrobirra? Io io e Tris la prediamo grande, Nì. Tira fuori la grana, eehhoo.  » 
L:«Ah! Sì sì, andiamo va!» sorriderebbe divertito, iniziando ad alzarsi. «Allora paga O`Gallagher?!» divertito, rivolgendo un sorriso divertito a MERROW e porgendole la mano per alzarsi.
A:«Beh io mi sono beccato solo un bacio con la best» scrolla leggermente le spalle in un espressione che sa di “ti tocca” e si lancia letteralmente all’assalto delle labbra di MERROW – magari sta per arrivare una cinquina in pieno volto, nel frattempo però si inebria di cannella e pepe nero. Il sorrisetto di Tasha le muore sulle labbra quando si volta e si trova davanti la scena di LUKE e MERR. Che si baciano. La quattordicenne aggrotta le sopracciglia, s’è persa qualcosa, o forse no. Gli angoli della bocca che si piegano in giù e le sopracciglia che si sollevano nella sua tipica espressione da ‘boh’. Gli altri cominciano a parlare di burrobirra e Tasha ascolta solo in parte,perplessa com’è nel fissare Luke e Merr con l’espressione da snaso confuso. Non si perde quindi il commento di ALLISTER né il suo slancio verso Merr. Istintivamente allunga quindi una mano in avanti,di scatto, con l’intenzione di afferrare l’amico per il colletto e tirarlo indietro «A cuccia playboy !»esclama allungando anche l’altra mano per trattenerlo da un braccio «Ti basta la best» lo avvisa con quello che vorrebbe essere un tono divertosamente (?) minaccioso ,ma che forse esce un po’ troppo duro «o l’altra mia best diventa una bestia»E vai di scioglilingua, ma insomma leggi il nome tra le righe «Basta baci»aggiunge quindi. E,se le fosse riuscito di bloccare l’amico, gli darebbe una pacca sulla schiena prima di lasciarlo andare. «Si,dai. Burrobirra per tutti»esclama poi voltando le spalle ai restanti e seguendo Charlotte e company. Mentre si incammina, tiene lo sguardo basso e il cappuccio sollevato,quasi volesse nascondere il proprio volto agli occhi degli altri,o forse solo per ripararlo dal freddo.
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toscanoirriverente · 4 years ago
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Ad personam
È difficile restituire il significato di surreale meglio di quanto abbiano fatto i partiti, di sinistra e di destra, nella quasi totale interezza, con la geremiade per la scarcerazione del pentito di mafia Giovanni Brusca. Un' eccezionale unanimità nello scandalo per lo schiaffo allo Stato, mollato però per mano di una legge votata dal Parlamento, come tutte le leggi, e che soltanto il Parlamento può cambiare.
Dunque, i partiti indignati per la legge votata da loro e mai cambiata da loro, precisamente con chi ce l' hanno? (Chiedo scusa se, per le attuali consuetudini, mi sono spinto troppo nel tecnico). A destra perlomeno c' è una tradizione: negli anni Novanta si progettava una riforma, sebbene su presupposti leggermente più meditati di «Brusca è un uomo molto cattivo».
Si temeva che, spinti dalla premialità in cambio del pentimento, i pentiti si pentissero oltre il dovuto, e tirassero in ballo chi non c' entrava niente. E si temeva che alcune procure ne approfittassero per mettere fuori gioco dei competitori politici. Naturalmente il competitore politico era Silvio Berlusconi, e non sempre su di lui i pentiti erano stati di una precisione chirurgica, diciamo così.
A sinistra, dove ricordo un giovane e brillante leader come Enrico Letta, si imputò a Forza Italia di fare gli interessi della mafia, di tradimento nei confronti di Giovanni Falcone, sulla cui dottrina del pentitismo si erano raggiunti eccellenti risultati, e soprattutto di imbastire leggi al solo scopo di salvare il capo dai pm. A sinistra ci si oppose, come suggerisce il ribaltone di oggi, al solo scopo di aiutare i pm a farlo fuori.
Mattia Feltri
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ilarywilson · 5 years ago
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Highlands Games -  Piana di Braemar - Scotland
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«Diciamo che ora incendiario e zucca è ufficialmente servito da qualche parte» evasiva. Lo sguardo a roteare nei dintorni prima di tornare con un piccolo broncetto su di lui. Un adorabile modo di esprimere la preoccupazione per quello che lui potrebbe dire adesso, non c`è che dire.
«Oh andiamo, hai paura che vada a mangiarmi lui invece della zucca sul menu? Non pare molto polposo» e un altro sorrisino sghembo viene sparato, nel lasciare intendere che anche senza essere Auror si può fare due più due, data la compagnia portata al processo. «Facciamo così, una mela per una notizia, ci stai?»
«Ovviamente no!» le guance gonfie, ormai rosse, appena imbronciata ma visibilmente tentata dal deal che lo scozzese mette sul tavolo e che gli fa guadagnare un`occhiata attenta e prolungata. Una mela per una notizia. «Ci sto» allungando persino una mano per siglare, solenne, l`accordo.
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[ Una sfida ad azzannare mele (caramellate?) coi denti, mani dietro la schiena e “occhio ai falli di lingua”, più tardi... ]
Gli angoli della bocca si curvano in alto, sempre più in alto, fino a dargli un sorriso da Stregatto, pungolando con un dito le guance rosse. 
«E' bello vederti felice» così, semplice e diretto, tanto per farla sprofondare nell'imbarazzo.
Gli occhioni appena più liquidi a sgranarsi, nell'apprendere dallo specchio che lui le offre come si sente. Classic Wilson. «Non sono felice!» protesta, ti pareva. A Seb hanno appena spezzato la bacchetta (peccato fosse quella sbagliata), sarebbe da insensibili! «Sono solo ragionevolmente tranquilla» gli eufemismi, quelli belli. 
«A sproposito» non sia mai lasciamo in pace Illy, oggi.  «Tra poco comincia la gara di ballo a cui ci ho iscritti» a sgamo, esattamente. «C'è un cesto strapieno come premio, quindi nessuna pietà per gli avversari». Si gareggia per partecipare e non per vincere, really?
«Sì, ho in mente qualcuna» anche se non può mostrare la stessa serenità di Illy nel parlare della sua qualcuna, perché si sa che si va cercando le situazioni difficili.
«Prima mangio la mia mela caramellata. Se sarai bravo la dividerò con te» solenne, il tentativo di fargli l'occhiolino, scegliendo di non tirare troppo la corda per scucirgli il nome. Piuttosto si limita ad assicurargli che «sono nata merciless» che fa un sacco ridere, mentre addenta il caramello croccante e si concede il sorriso spensierato di qualcuno di felice, in barba a tutto e tutti.  
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«E' bello vederti ridere» che vuole essere un po' un "altrettanto", come da tradizione, proferito quando meno se lo aspetta. A bocca piena, mentre lo segue verso la pista e gli sorride con uno sputacchio a colarle proprio lì, a lato del mento. Principesco.
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ethernalflower · 5 years ago
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« Balliamo » il punto di domanda non si è sentito perché quella non è una domanda. Scosta la sedia dal tavolo abbastanza per potersi rimettere in piede, allungare la mano destra di lei e farle cenno con la testa verso lo spazio davanti al palchetto rialzato dove ci sono i musicisti e alcuni ragazzi e ragazze che si divertono, certamente più di loro che parlano di scuola e di esami.
Le guance si arrossano ancora un altro po`, se possibile, mentre muove qualche passo incerto verso la pista improvvisata. E tutta la sua insicurezza si fa ben vedere visto che non sembra attivarsi più di tanto in questo ballo, gli occhi che cercano i suoi quasi in una richiesta di aiuto.
Evanna potrà accorgersi però che è sempre dietro di lei e molto vicino, quando sentirà una mano che le sfiora le spalle e subito dopo il braccio, e quindi un fianco « Eddai, cosa c`è? » le parla accostando la bocca al suo orecchio « sei davvero troppo » parola che non si capisce, scusate (?) la musica « per la vergogna. »
Si gira per ritrovarsi davanti a lui mentre i denti affondano nella carne interna delle guance. « Troppo cosa? » mica te la cavi così Daemon. La parola non le è arrivata per via della musica ma lei pretende di saperla.
Tira aria dal naso, gonfiando il petto più del dovuto o del necessario, mentre apre la mano sinistra per poggiarla al centro della sua schiena, sorreggendo la sua posizione sulle punte dei piedi, verso di lui, senza nessuna particolare pressione o forza. Gentile, in quel tocco. Molto più ruvide, al contrario, le sue labbra quando cercano di incontrare con un bacio la bocca di Evanna. Il contatto non dura moltissimo, nell`ordine di una manciata di secondi. « Scusami » severo, divincola il polso dalla presa della ragazza, cercando di passarle oltre e lo fa con così poca attenzione che per poco non rischia di mandare la propria spalla a sbattere contro quella della ex-Corvonero. 
Aggrotta leggermente le sopracciglia quando lo vede muoversi tutto nervoso e seccato. E` lui il seccato adesso? E gli occhi si sgranano pure, increduli, con un certa ironia che quasi le fa venire da ridere. « Tu non stai bene » sussurra però sbattendo le braccia contro i fianchi.
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« L`altra sera al paiolo ho incontrato un ragazzo di Hogwarts » ancora nessun nome, per ora « Mi ha invitato ad uscire il giorno dopo e ho accettato perché forse un po` avevo bisogno di svagarmi » c`è sempre un velo di ironia mal celata nel tono con cui pronuncia tutte quelle parole. « Siamo andati in un pub, abbiamo ballato un po` e poi lo sai che ha fatto? » la coinvolge, addirittura, in questo racconto. « Mi ha dato un bacio, così dal nulla » mentre gli occhi si sgranano un po` a rimarcare tutta la sua confusione. « Ma il bello è arrivato dopo » mentre scuote pure il capo, fermandosi giusto per bere un sorso di tè e dare un po` di suspance al racconto. « Dopo » riprende leccandosi le labbra « Se n`è andato. Mi ha lasciato lì in mezzo alla pista comportandosi da offeso, tutto innervosito » e di nuovo alza le sopracciglia. Che solo ripercorrere quel momento la lascia ancora incredula. « Giusto per far riferimento alla stupidità maschile » con un risatina secca e poco divertita.
‘Sinclair’. E improvvisamente tutto non è più divertente. Strabuzza gli occhi, il liquido che le va di traverso, un colpo di tosse, poi un altro a liberarsi la gola in uno strozzato «Non ci posso credere» Che, a prescindere, le esce dalla bocca in un sussurro senza fiato. Le gote sono arrossate, la tazza è stata fatta cadere bruscamente, quasi sbattendola, sulla superficie lignea.
« Lis » la richiama stringendo appena i denti. « Perché quando l`ho nominato hai fatto così? » hai cambiato espressione. « Che cosa c`è? » il tono è grave, non si farà bastare delle parole a mezza bocca. [...] « Per gelosia? » la butta lì anche se un po` suona strano anche a lei. 
«Non sono io ad essere gelosa» Il verde guizza agli occhi altrui, un istante, prima di fuggire di nuovo. Poggia la tazza, sul tavolo, il pollice a giochicchiare con gli altri anellini. [...] «Devi pensare soltanto che hai incontrato un cretino» Shame on Daemon, oh yes. La voce è avvolgente, tranquilla, consolante senza assumere toni patetici, anzi. «E che il suo atteggiamento…» Non gli trova un aggettivo e quindi sbuffa, indispettita, disgustata anche un po’, procedendo di nuovi su toni pacati a rasserenarla «è colpa sua, non tua, comportandosi da vile con te per la sua gelosia» Non ti dirà per ripicca, non si può fare, ma ormai il concetto le pare essere abbastanza chiaro. «Tu non dargli peso, fregatene». 
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harryduffany · 5 years ago
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I’m broken
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25th April 2076 Una Giornata da dimenticare
H: Quante probabilità ci sono che due (tipi? Frequentanti?) si incontrino in uno dei buchi più buchi di tutto il Regno Unito, su un prato che come quello che ne sono a decine in tipo due km quadrati? E ora ha la Wilson proprio lì accanto. Non è in grado di calcolare la distanza tra il naso di lui e gli occhi di lei, ma ancora una volta riuscirebbe a sentire l`odore profumato e zuccheroso che la Wilson sembra portarsi sempre con sé. Quasi torna con la mente a quella sera al Back to 50`s, in quel ballo lento, in cui non sarebbe riuscito a dire chi fosse chi e cosa fosse cosa. Anche oggi, su quel prato, la mente di Duffany appare confusa.
«A me non dispiace averti intorno» le dice, di nuovo schietto, con un` alzata di spalle.  «Preferirei vederti sdraiata, almeno non devo ciecarmi, se ho il sole accanto e non davanti»
I: «Cerchi di coprire le tracce di un omicidio?» domanda alludendo prima alla coperta, poi alle ceneri (...) e poi a lui, su cui torna con sguardo curioso.
H: «E no, è morto mio padre» conclude, con lo stesso tono che si utilizza per un` informazione tipo "sto andando a fare la spesa".
I: «Sul-sul serio? Non è una di quelle metafore fraintendibili tipo quella dei pagamenti in natura o-o dei cani e dei maiali nel labirinto...?» Ilary Wilson saprà sempre come tirar fuori la cosa più inopportuna di tutte. «Mi dispiace. Stai-stai bene?»
La teoria degli abbracci-da-almeno-trenta-secondi. 
H: Le sorride di nuovo, quando osserva il tono della sua voce cambiare da "sono preoccupata per te" a "ti tratto con dolcezza". «Non preoccuparti, Ilary, sto bene» la rassicura, alla sua ennesima occhiataccia di apprensione. Non necessita in questo momento della crocerossina, in realtà; lui sta bene così e di suo padre non glien`è mai infischiato un grinzanfico secco. «Non è stato un buon padre e non ci parlavamo da anni... lo stesso con mio fratello»
«Dannazione, Wilson», ora mi fai anche raccontare di me.
Avverte quella mano piccola, dalla pelle liscia e profumata, tirare verso di sé quella più grande dell`uomo che, come un fulmine inaspettato, riavverte di nuovo le viscere dentro di lui scomporsi e fremere. E poi all`improvviso, si ritrova a non produrre solo endorfine, ma sicuramente qualcosa di più a cui però ancora non riesce a dare un nome. Deglutisce, mentre la osserva fare. Quelle braccette vanno a coprire le spalle larghe dell`uomo che, inerme, non fa altro che deglutire ancora. E ancora, cinge la vita di lei con un braccio, inspirando quell`odore forte di camomilla non del tutto sconosciuto, che lo inebria e lo avvolge. 
«Magari mi dessi solo endorfine, Wilson...» sussurra di rimando, con il fantasma di suo padre ormai dimenticato e la presenza di un sorriso spensierato sulle labbra. Come potrebbe approfittarsene? 
Harry Duffany è tornato adolescente.
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I: Ingenua rompitrice di gusci, spontanea conceditrice di abbracci e disinvolto animaletto che infine riesce ad accoccolarglisi contro senza dare a quella vicinanza niente di malizioso. Perché gli abbracci sono una cosa, you don`t mess with hugs, everybody knows that. Lo lascia ricambiare quella stretta, finendo ad incastrare la testolina nell`incavo della sua spalla, gli occhi socchiusi a riaprirsi un istante quando lui parla e a lei tocca reprimere un brivido che non è chiaro se sia la semplice reazione involontaria a quel sussurro troppo vicino, se sia colpo del contenuto ambiguo che sceglie saggiamente di non approfondire o ancora dell`angoscia viscerale che a quanto pare ora le prende quando sente qualsiasi cosa che non sia più che prevista e calcolata. Alla faccia della reputazione di fatina spensierata, eh Sorriso Wilson?
Profumi ancora di muschio bianco, Duffany? Potremmo esserci affezionate al tuo colletto, tutto sommato.
H: Quella mano che prima si agganciava alla vita vestita di verde acqua, ora si sposterebbe sul caschetto biondo, esattamente sulla nuca, andando ad accarezzare con il dorso dell`indice, quei capelli soffici e camomillosi. Un accarezzare lento, ritmico e distratto. Sdraiato sulla schiena Harry Duffany si ritrova a guardare il cielo.
«Non ho proprio intenzione a liberarmi di te» sussurra, a mezzavoce, perché giusto lei potrà sentirlo. «Da un cielo terso e limpido che non nasconde alcun rumore... Perdendomi negli angoli del tuo splendore, mi chiedo dove mai sia finito il sole...»
I: Lo sanno tutti che non bisogna mai toccare i capelli a qualcuno. E` sleale. E ora le palpebre sono così pesanti che potrebbero quasi convincerla ad abbandonarsi a quella bella sensazione. Ma poi lui inizia a canticchiare e lei cade vittima dell`ennesimo flashback intrusivo che le fa strizzare gli occhi. «Dannazione, Duffany» annaspa per scacciare la sensazione formicolante di pericolo. Ora deve davvero impegnarsi per non dire qualcosa di scortese, per non far ritrarre lui, giacché si sente un po` colpevole d`avergli chiesto di piantarla con le maschere. Scatta a sedere. Privandolo in un colpo solo di testolina, camomilla, calore, abbraccio e vicinanza. How rude, Wilson. 
«...S-scusa è che... Mi sono appena ricordata... di una sostituzione...d`emergenza, in ospeda- un collega di diploma! Come ho fatto a scordarlo!» 
«sto impanicando» confessa senza troppi giri. «Restaci tu, fermo, mentre impanichi!» E una Wilson spaventata è una Wilson aggressiva. «Non è logico!» esattamente come lei in questo momento. L`unica cosa chiara nell`ombra di sincera difficoltà che le attraversa le iridi, è che su quelle microscopiche spalline verde acqua sosti forse un peso più ingombrante del previsto. La manina libera a sfregare nervosamente contro una gamba e le dita dell`altra a impastare altrettanto nervosamente il palmo altrui. Nonmollarelapresa-nonmollarelapresa-nonmollarelapresa diventa un mantra silenzioso.
H: La mano è ancora a presa salda con la sua. Non riesce a capire cosa sia effettivamente successo dal momento che se ne stavano tranquilli abbracciati su una coperta a quello in cui lui, implorante la trattiene per una mano.
La maschera, quella che lei gli aveva minacciosamente detto di togliere, torna al suo posto, e un involucro invisibile si riadatta al suo corpo, caldo come un vecchio amico.
Sarà perché lui non ha mai affrontato un divorzio, sarà che per lui le relazioni siano qualcosa di completamente inesistente, sarà perché era davvero la prima volta che si toglieva quella maschera. Si irrita quando non riesce a spiegare una cosa. E se non riesce a spiegarla, automaticamente è sbagliata. «Dammi un motivo valido».
I: «Ti sei scottato» proprio quello che lui doveva evitare di fare. «E` che... sono veramente un casino in questo momento. Ho divorziato solo venerdì scorso, ho una casa di cui non so che fare e...»
«Potresti per favore provare a portare pazienza?»
H: Appena terminate quelle tre parole “ti-sei-scottato”, lascia andare la presa perché, nel profondo, sa che quella sbruffona ha pienamente ragione. La sua bocca si assottiglia in una linea e volge lo sguardo altrove: non ha proprio voglia di guardarla. 
Inspira. «E ora vai a fare la tua sostituzione del gramo, e non tornare a cercarmi». Espira.
I: «Sei un idiota che preferisce mandare tutto a morgane piuttosto che fare lo sforzo di conversare col proprio ego per spiegargli che non tutto gira intorno a lui perché è troppo... spaventato per farlo!»
H: Due falcate e la raggiunge. «Se tu pensi che il mio unico obiettivo era quello di portarti a letto, allora di me non hai capito una scopa». Respira. Inspira. Espira. «Ti ho dimostrato in tutti i modi che tengo a te. E che l` unico tavolo al quale vorrei sedermi, porta inciso il tuo nome sul legno, a caratteri cubitali. 
Mi sono aperto con te e ancora non so quali siano le tue intenzioni. Ecco perché mi mandi in pappa il cervello»
Si toglie il cappello di paglia dalla testa e se lo rigira tra le mani, guardandolo con un tiepido sorriso sulla bocca. «Dannazione, Ilary...»
I: «Okay. Sono stata molto bene con te. Mi dispiace se ho mandato segnali ambigui. Non l`ho calcolato. E` solo successo. E` stato spontaneo, ok?»
Comprami una mela caramellata mentre io guardo gli altri suicidarsi e rido e dico "ahah-che troll, IO non lo farò mai" ma poi lo faccio».
H: Quel battibecco lo sta stancando e quel sole gli sta offuscando la vista.  Eppure, c`è ancora qualcosa, in quelle iridi azzurre, che lo tengono ancorato alla proprietaria.  Non gli vuole dare un nome. Ilary ha ragione: per paura.
«È la prima volta che ho intenzione di conoscere tutto dell` altra persona.
Ora prenditi tutti i giorni che vuoi, e quando pensi di essere pronta, mi troverai nello stesso posto»
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I: "Tutto dell`altra persona" e gli occhi si sbarrano increduli. Un piccolo broncio antilacrima le curva le labbra all`ingiù, mentre le deglutisce appena in tempo tutte le risposte a tutte le domande per non mandare segnali ambigui. Non riesce a trattenere solo quel «dici sul serio?» che esce fuori come un mormorio incredulo. Il tempo è decisamente qualcosa che non è mai stata abituata ad avere. 
«Posso vedermi accordata un` ambiguità?» «Dipende» «Sei bello»
H: Schiude la bocca, giusto per far entrare un po` d`aria nei polmoni, non per far uscire una risposta.   "Anche tu" è la prima. "Dannazione, Wilson" è la seconda. "Non puoi uscirtene così" è la terza e ultima. Quella sensazione d`assenza di superficie sotto i suoi piedi è tornata più solida che mai. Senza dire alcunché, la vede voltarsi, quel vestito che la rende irresistibile si apre a ruota con lei, e lì un sorriso gli scappa. 
Sicuro, sarà una giornata da dimenticare.
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mcl-luce · 6 years ago
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DF - All’università Episodio 13 Guida
- Risultato negativo / Risultato neutro + Risultato positivo / o +  Significa che il mio Lov’o’metro con quel personaggio è al massimo, ciò vuol dire che il risultato può essere sia neutro che positivo.
Punti Azione: 1.200 - 1.400 massimo
Illustrazioni: 5 in totale, una per ogni ragazzo. E’ possibile prendere 1 illustrazione per giocata. Se volete l’illustrazione con la vostra crush bisogna avere il lov’o’metro più alto con lui/lei, con il colpo di fulmine.
La zia: La trovate alla fermata del bus, prima di andare al lavoro.
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Soldi: - 195 $ Vestito lungo con spacco: Rayan - 195 $ Abito di pizzo giallo: Nathaniel/Hyun - 195 $ Giubbotto di pelle: Castiel/Priya
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~ Nuova giornata.
Melody: A. Già, non siamo state il duetto più dinamico della classe. Ma ce la siamo cavata lo stesso. - B. È stato bello lavorare insieme. Mi ha fatto piacere. + C. Faremo meglio la prossima volta. /
Chani: A. I miei genitori invece non si sono neppure degnati di farsi vivi! - B. Sono in pensiero per la loro figliola? La piccola Chani che fa urbex e ogni sorta di strane esperienze? + C. Ha ragione di preoccuparsi per sua figlia. Cosa vuoi, è una mamma! /
A. Sì, puoi metterla così. B. È in parte grazie a te. / C. Sapessi, sono successe così tante cose questa settimana, mi sembra quasi che sia passato un anno intero! +
A. Ho l'impressione di parlare solo di me quando siamo insieme. + B. Vi capita di uscire insieme, a prescindere del fatto che sia la tua coinquilina? /
Responsabile amministrativo: A. No! Ho solo dimenticato di mettere la sveglia! Ma certo che avevo intenzione di andare a lezione! / B. Si è messo a fare le ronde di notte? /
Se avete Rayan come crush:
A. Non mi aspettavo di vedere il mio nome sulla lavagna. / B. Devi assolutamente rimanere concentrato a lezione… La prossima volta mi siederò in fondo. - C. Se lei mi chiama ogni volta alla fine della lezione, gli altri finiranno per capire… professore. +
Nathaniel: A. Credevo che dovessimo incontrarci per parlare. Hai… altre intenzioni? - B. Andiamo, sono curiosa di vedere com'è il tuo appartamento. +
A. Sono ancora qui, no? + B. Nath, devi assolutamente andare dalla polizia, qualunque sia il prezzo da pagare. C. Non riesco a credere che tu abbia fatto questo… Come… /
A. Anche tu hai lezione. No? + B. Sì, hai ragione… È meglio che torni. /
Se avete Nath come Crush:
A. Chi ha detto che volevo che tu facessi il bravo? + B. Beh, allora è meglio che mi riaccompagni.
~ Andiamo al lavoro.
Hyun: A. Ti senti meglio? / B. A proposito… i tuoi genitori stanno bene? Hai riparlato con loro? +
Se avete Hyun come crush:
A. Sono contenta di vederti, la settimana è stata lunga senza di te. + B. A proposito… i tuoi genitori stanno bene? Hai riparlato con loro?
Alexy: A. Mi sembra che ti sia ripreso alla grande, tu! + B. È un ricatto inaccettabile, signore! /
~ Allo snake room.
Priya: A. Sul serio? Eppure sembri così forte, dai l'impressione di non incontrare difficoltà negli studi. + B. Ne so qualcosa! Forza dai. /
Se avete Priya come crush:
A. S-sì, no, davvero, tutto va bene. B. Credo che dovremmo aspettare un po' prima di farci vedere insieme. C. È solo che… è la prima volta per me. È sciocco, mi sembra che tutti ci guardino. +
A. Senti, probabilmente la mia coinquilina non è ancora tornata… Potresti venire in camera mia. + B. Sono felice di averti incontrata stasera… Imprevisti così, rendono le serate più belle. /
Se avete Castiel come crush:
A. Credevo che non potessimo vederci perché eri troppo impegnato… E aspettavo tue notizie per il week-end. B. Mi sarebbe piaciuto passarla con te, la serata… Mi dispiace non averti visto prima. +
A. Dovete proprio? B. Capisco, sarai stanco morto dopo una giornate di prove… + C. Quindi questo week-end non ci vediamo?
A. Lo so, avresti già dovuto essere con loro, come fanno ad andare avanti con il lavoro senza il cantante del gruppo? B. Grazie per avermi accompagnata. +
A. Confesso che mi dà un po' fastidio sapere che magari c'è un paparazzo nascosto dietro un cespuglio in attesa di scattare la foto perfetta. B. No… In realtà sono sorpresa. Pensavo che non te la sentissi di “assumerti” la responsabilità della nostra relazione. +
Castiel: A. Volevo dirti l'ultima volta, so che ci hanno interrotti… B. Sono felice di vederti. / C. Allora, le foto di noi due sul giornale non ti hanno causato troppi problemi? +
~ Il giorno dopo.
Yeleen: A. È tua madre che ti ha fatto ottenere il colloquio? / B. Volevo ben dire, pensavo a un posto di gallerista alla Tate! -
A. Tua madre sa… che lavorerai come guida? + B. (Ho preso il cellulare, ho voglia di starmene ancora un po' a letto.)
Finale con Rayan:
A. Non potrai accompagnarmi fino alla porta della mia stanza, ma… niente male. B. Sono con te e possiamo parlarci sottovoce, quindi sì, complimenti. C. Sono con te e  Bruce Willis, quindi sì, perfetto, complimenti. +
Finale con Castiel:
A. Allora… La serata a casa tua ieri è andata bene? B. Sei riuscito a lavorare ieri sera? + C. Stento a credere che ce l'abbiamo fatta a vederci.
A. (Mi son avvicinata, gli ho messo una mano intorno alla vita e ho premuto le mie labbra contro le sue.) B. (Ho messo la mia mano nella sua senza farmi vedere.) +
Finale con Nathaniel:
A. Non ti sentirai male? Devo tenere a portata di mano l'ossigeno? B. Faccio fatica a crederti. Ti sarà sicuramente capitato di avere degli appuntamenti negli ultimi anni? C. Allora avremmo dovuto farlo alla grande: ristorante, cinema, festa da ballo e cocktail. +
Finale con Priya:
A. Hmm, i film horror non sono i miei preferiti, ma tu sai vendere bene! - B. Lo vedrei pure, ma per i film horror sono davvero terra a terra, sarò spaventata a morte, lo so già! +
Finale con Hyun:
A. Non siamo riusciti a vederci, e dire che solo un piano ci separa. B. La cosa più difficile è averti accanto al bar. /
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giardinoweb · 9 months ago
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simonettiwalter · 5 years ago
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WALT WHITAM canto di me stesso
1
Canto me stesso, e celebro me stesso, E ciò che assumo voi dovete assumere Perché ogni atomo che mi appartiene appartiene anche a voi. Io ozio, ed esorto la mia anima, Mi chino e indugio ad osservare un filo d'erba estivo. La mia lingua, ogni atomo di sangue, fatti da questo suolo, da quest'aria, Nato qui da genitori nati qui e così i loro padri e così i padri dei padri, lo, ora, trentasettenne in perfetta salute, ora incomincio, E spero di non cessare che alla morte. Credi e scuole in sospeso, Un po' discosto, sazio di ciò che sono, ma mai dimenticandoli, Accolgo la natura nel bene e nel male, lascio che parli a caso, Senza controllo, con l'energia originale.
2
Case e stanze sono piene di profumi, gli scaffali affollati di profumi, Respiro la fragranza, la riconosco e mi piace, Il distillato potrebbe ubriacare anche me, ma non lo permetto. L'atmosfera non è un profumo, non ha il gusto del distillato, è inodore, È fatta per la mia bocca, in eterno, ne sono innamorato, Andrò sul pendio presso il bosco, sarò senza maschera e nudo, Mi struggo dalla voglia di sentirne il contatto. Il fumo del mio fiato, Echi, gorgoglii, diffusi bisbigli, radice d'amore, filamento di seta, inforcatura e viticcio, Il mio inspirare ed espirare, il pulsare del cuore, il transitare dell'aria e del sangue attraverso i polmoni, Il sentore delle foglie verdi e delle foglie secche, della spiaggia e degli scogli neri, del fieno nel fienile, Il suono delle parole eruttate della mia voce abbandonata ai vortici del vento, Pochi rapidi baci, pochi abbracci, un tendere a cerchio di braccia, Il gioco delle ombre e dei riflessi all'oscillare dei rami flessuosi, Il godimento da soli o tra la folla nelle strade, o lungo i campi o sui fianchi d'una collina, La sensazione di salute, il vibrare del pieno mezzogiorno, il canto di me che mi alzo dal letto e vado incontro al sole. Hai creduto che mille acri fossero molti? che tutta la terra fosse molto? Ti sei esercitato così a lungo per imparare a leggere? Tanto orgoglio hai sentito perché afferravi il senso dei poemi? Fermati con me oggi e questa notte, e ti impadronirai dell'origine di tutti i poemi, Ti impadronirai dei beni della terra e del sole (ci sono ancora milioni di soli), Non prenderai più le cose di seconda o terza mano, né guarderai con gli occhi dei morti, ne ti nutrirai di fantasmi libreschi, E neppure vedrai attraverso i miei occhi o prenderai le cose da me, Ascolterai da ogni parte e le filtrerai da te stesso.
3
Ho udito ciò che i parlatori dicevano, il discorso del principio e della fine, Ma io non parlo del principio o della fine. Non ci fu mai più inizio di quanto ce n'è ora, Ne più gioventù o vecchiaia di quanta ce n'è ora, Ne vi sarà più perfezione di quanta ce n'è ora, Ne più cielo o più inferno di quanto ce n'è ora. Urgere, urgere, urgere, Sempre l'urgere procreante del mondo. Dalla confusa oscurità gli opposti eguali avanzano, sempre sostanza e accrescimento, e sesso, E intrecciarsi di identità, e sempre distinzione, sempre riproduzione. Elaborare è inutile, dotti e non dotti sentono che è così. Sicuri come ciò che è più sicuro, i muri a piombo, ben connessi, la travatura rinforzata, Forti come un cavallo, affezionati, tracotanti, elettrici, Io e questo mistero qui ci ergiamo. Limpida e dolce è la mia anima, e limpido e dolce è tutto quello che non è la mia anima. Se manca uno, mancano entrambi, e il non veduto è provato dal veduto, Finché questo non diventi invisibile e debba a sua volta esser provato. Ogni età tormenta l'altra mostrando il meglio e separandolo dal peggio, Conoscendo la perfetta giustezza e imparzialità delle cose, mentre quelle discutono sto zitto, e vado a fare il bagno e ad ammirare me stesso. Benvenuto ogni mio organo e attributo, e quelli di ogni uomo onesto e vigoroso, Non un pollice è da scartare o frazione di pollice, e niente dev'essere meno familiare del resto. lo sono pago: vedo, ballo, rido e canto; E se l'amato compagno di letto che dorme abbracciato al mio fianco, allo spuntare del giorno si ritira con passo furtivo, Lasciandomi cesti di bianchi asciugamani che mi riempiono la casa con la loro abbondanza, Dovrò posporre la mia accettazione e comprensione e gridare ai miei occhi Che si astengano dopo dal guardare giù per la strada, E mi mostrino sùbito, calcolato al centesimo, L 'esatto valore di uno e l'esatto valore di due, e chi è in vantaggio?
4
La gente che passa e che m'interroga, Le persone che incontro, gli effetti su di me dei miei primi anni o del quartiere, della città, della nazione in cui vivo, Gli avvenimenti recenti, le scoperte c invenzioni, le società, gli autori vecchi e nuovi, Il pranzo, gli abiti, i compagni, il bell'aspetto, i complimenti, i doveri, L'indifferenza reale o immaginaria di qualcuno che amo, La malattia d'uno dei miei o mia, le malefatte, la perdita o la penuria di danaro, le depressioni o l'euforia, Le battaglie, gli orrori della guerra fratricida., la febbre delle dubbie notizie, lo spasmo degli avvenimenti, Tutto questo mi arriva giorno e notte, e se ne va, Ma non sono il mio Io. Separato da ciò che attira e trascina sta quello che io sono, Se ne sta divertito, compiacente, compassionevole, inattivo, unitario, Guarda dall'alto, è eretto, o appoggia un braccio a un impalpabile sicuro sostegno, Con la testa piegata di Iato, curioso di ciò che verrà dopo, Dentro e fuori del gioco, osservandolo e meravigliandosi. Ripenso ai giorni passati quando mi affaticavo nella nebbia con linguisti e dialettici, Non ho battute o argomenti, io testimonio e attendo.
5
Io credo in te anima mia, e l'altro che io sono non deve umiliarsi Davanti a te ne tu davanti a lui. Ozia con me sopra l'erba, rimuovi il groppo dalla gola, Io non chiedo parole, né musica, né rime, né conferenze o patrocini, sia pure i migliori, Solo la nenia mi appaga, il mormorio della tua voce a bocca chiusa. Rammento come una volta in un simile limpido mattino d'estate noi due giacevamo, E tu posavi il capo di traverso sui miei fianchi e ti volgevi a me con tenerezza, E aperta la camicia sullo sterno, affondasti la lingua dentro al mio cuore nudo, E ti stendesti fino a sentire la mia barba, e ti stendesti fino a trattenermi i piedi. Rapidamente sorse e si diffuse intorno a me quella pace e quella conoscenza che oltrepassano ogni disputa terrestre, E ora so che la mano di Dio è la promessa della mia, So che lo spirito di Dio è il fratello del mio spirito, Che tutti gli uomini nati sono anche fratelli miei, e le donne sorelle ed amanti, E che la controd1iglia della creazione è l'amore, E che sono infinite le foglie dritte o recline nei campi, E le brune formiche nei piccoli pozzi sotto di loro, E le croste di muschio del recinto serpeggiante, i mucchi di sassi, il sambuco, la fitolacca, il verbasco.
6
Che cos'è l'erba? mi chiese un bambino, portandomene a piene mani; Come potevo rispondergli? Non so meglio di lui che cosa sia. Suppongo che sia lo stendardo della mia vocazione, fatto col verde tessuto della speranza. O forse è il fazzoletto del Signore, Un ricordo profumato lasciato cadere di proposito, Con la cifra del proprietario in un angolo sicché possiamo vederla e domandarci di Chi può essere? O forse l'erba stessa è un bambino, il bimbo generato dalla vegetazione. O un geroglifico uniforme Che voglia dire, crescendo tanto in ampi spazi che in strette fasce di terra, Fra bianchi e gente di colore, Canachi, Virginiani, Membri del Congresso, gente comune, io do loro la stessa cosa e li accolgo nello stesso modo. E ora mi appare come la bella capigliatura delle tombe. Ti userò con gentilezza, erba ricciuta, Forse traspiri dal petto di giovani uomini, Che avrei potuto amare, se li avessi conosciuti, Forse provieni da vecchi, o da figli ghermiti appena fuori dai ventri materni, Ed ecco, sei tu il ventre materno. Quest'erba è troppo scura per uscire dal bianco capo delle nonne, Più scura della barba scolorita dei vecchi, È scura per spuntare dal roseo palato delle bocche. Oh nonostante tutto io sento il parlottio di tante lingue, E comprendo che non esce dalle bocche per nulla. Vorrei poter tradurre gli accenni ai giovani morti, alle fanciulle, Gli accenni ai vecchi e alle madri, ai rampolli ghermiti ai loro ventri. Che cosa pensate sia avvenuto dei giovani e dei vecchi? E che cosa pensate sia avvenuto delle madri e dei figli? Vivono e stanno bene in qualche luogo, Il più minuscolo germoglio ci dimostra che in realtà non vi è morte, E che se mai c'è stata conduceva alla vita, e non aspetta il termine per arrestarla, E che cessò nell'istante in cui la vita apparve. Tutto continua e tutto si estende, niente si annienta, E il morire è diverso da ciò che tutti suppongono, e ben più fortunato.
Walt Whitman
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crowleysreligion · 6 years ago
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Il matrimonio di Sabina (+ qualcos'altro MetaMoro)
Questa cosa mi è venuta in mente e voglio condividerla. Punto.
Il gran giorno per la piccola Meta era arrivato: 14 settembre 2018, una data che avrebbe ricordato per sempre insieme ad un anello d'oro stretto intorno al dito.
Sabina era pronta. Vestito in ordine, trucco sistemato, acconciatura perfetta... sorriso smagliante.
Non appena arrivò davanti all'ingresso della chiesa incontrò lo sguardo di Ermal.
Ermal che era lì, a guardarla commosso, gli occhi velati di lacrime sincere: quella donna, che in fondo per lui sarebbe sempre stata la sua bambina, ora stava per incoronare il suo più bel sogno d'amore e spettava proprio a lui il grande onore di portarla all'altare.
"Amore... amore sei un incanto." le sussurrò accarezzandole la guancia, sorridendole con una dolcezza inaudita.
I due fratelli si abbracciarono per qualche secondo, ritrovando quell'abbraccio che tante volte Ermal le riservava quand'era piccola. Un abbraccio che spesso la salvava, facendole sentire un affetto che la piccola imparò presto a definire casa.
Memé e i suoi abbracci erano casa.
Sabina posò la mano sul braccio di Ermal ed insieme fecero il loro ingresso nella piccola chiesetta, adornata a cerimonia.
C'era poca gente, Sabina aveva voluto organizzare qualcosa di intimo e solo per parenti e amici stretti.
Ed Ermal naturalmente, in quanto autorizzato a portare un accompagnatore, non aveva esitato a chiedere al suo Fabrizio di essere al suo fianco in quel giorno per lui così speciale.
Gli sguardi dei due si incrociarono verso metà navata, dove un Fabrizio insolitamente elegante ricambiò il sorriso radioso di Ermal, trasmettendogli coraggio.
Agli occhi di Fabrizio, Ermal quella mattina era semplicemente meraviglioso.
E la stessa cosa valeva per Ermal.
Durante tutta la cerimonia Fabrizio non fece altro che osservare il suo ricciolino: notò chiaramente i suoi occhi brillare commossi, il suo sorriso allargarsi alla vista dello scambio delle fedi, le sue dita muoversi freneticamente contro i propri palmi (gesto che Ermal compiva sempre quando era particolarmente felice. Suonava la sua chitarra, pur non avendola sotto mano).
E d'improvviso, nel vedere l'immensa felicità del fidanzato di fronte all'atto matrimoniale, qualche domandina se la fece.
E se Ermal volesse sposarsi? Forse non aspetta altro. Forse l'idea di essere legato alla sua metà con un matrimonio lo fa sentire speciale. Forse portare una fede al dito lo farebbe sorridere come nient'altro. Cazzo ma aspetta, IO sono la sua metà.
Il resto della giornata volò via in un attimo. Fra un brindisi, un calice di champagne, un piatto rubato dal buffet e un pezzo di torta nuziale, arrivò il momento del primo ballo.
Ermal si sedette accanto a Fabrizio ed osservò ammirato la sua sorellina ballare lentamente abbracciata a suo marito.
Fabrizio guardò per qualche secondo la coppia, poi girò la testa verso Ermal e sentì il proprio cuore accelerare nel vedere quell'espressione estremamente serena e felice dipinta sul suo volto.
"Come ti senti?" "Sono venti metri sopra il cielo Fabri. Sono così felice che nemmeno ti immagini."
Fabrizio gli prese una mano baciandogli il dorso ed Ermal si girò verso di lui, sorridendogli dolcemente.
Fabrizio gli lasciò un bacio veloce sulle labbra, poi si abbandonò alla richiesta del riccio di ballare il prossimo lento con lui e si alzò tenendolo per mano, seguendolo in un angolino della pista da ballo.
Ermal gli circondò il collo con le braccia e Fabrizio lo strinse a sé per la vita, appena in tempo perché la musica iniziasse.
Si appoggiarono fronte contro fronte, chiusero gli occhi ed iniziarono a danzare lentamente, a tempo della musica.
"Amore..." sussurrò Fabrizio.
"Mh?" "Tu credi nel matrimonio?" "Prima non gli davo tanta importanza." "E adesso?"
Ermal sorrise appena, continuando a danzare ad occhi chiusi "Oggi ho visto mia sorella felice come non lo era mai stata. E beh Fabri... se il matrimonio fa questo all'amore allora sì, ci credo."
Fabrizio si scostò appena e lo guardò negli occhi, azzardando la domanda che gli frullava nella testa "Tu vorresti sposarti?"
Ermal ridacchiò, appoggiando la testa sulla spalla di Fabrizio per nascondere quel "sì" che inaspettatamente trapelava dai suoi occhi, cogliendo persino lui di sorpresa.
Da quando aveva questo profondo desiderio di coronare il proprio amore con un matrimonio?
"Su Fabri, c'è tempo a sufficienza per pensare anche a questo." la concluse brevemente, lasciandogli un soffice bacio sulla pelle del collo per togliergli ogni dubbio a riguardo.
Inutile dire che a Fabrizio quello bastò per avere la risposta definitiva.
Dopo ancora due orette passate a festeggiare e chiacchierare, gli invitati lasciarono uno dopo l'altro la festa, congratulandosi ancora con gli sposi e augurandogli tante cose belle.
Fabrizio abbracciò Sabina e strinse la mano allo sposo, dopodiché venne Ermal che, ignorando completamente l'uomo, strinse fortissimo la sorellina.
"Qui c'è tutto quello che meriti, tesoro. C'è la tua felicità e, Dio, non sai quanto è stato bello vedere i tuoi sorrisi oggi. Ti voglio tanto bene. Abbi cura di questo amore perché è la cosa più bella che sarebbe mai potuta capitarti."
Sabina baciò il fratello sulla guancia più volte e lo strinse ancora a sé, commossa da quelle parole paterne. Il bene che aveva per lui era indescrivibile, era riuscito ad essere al contempo un fratello maggiore ed un padre per lei.
Ermal e Fabrizio si presero per mano e si diressero verso la macchina del romano, avvolti nel silenzio della notte.
"Fabri perché sei così silenzioso?" "Sono solo stanco, è stata una giornata lunga."
Ermal si sporse a lasciargli un bacio sulla guancia e Fabrizio in tutta risposta lasciò la sua mano per circondargli le spalle col braccio, stringendolo a sé.
Salirono in macchina, Fabrizio alla guida ed Ermal al posto passeggero, con lo sguardo che vagava dal mare notturno di Bari al fidanzato, sempre bello come il sole.
"Ti ho già detto che sei bellissimo oggi?"
E Fabrizio in tutta risposta "T'ho già detto che tu sei sempre il diamante più bello?"
Ermal appoggiò la mano sinistra sulla sua, fissa sul cambio, e Fabrizio per qualche attimo la osservò.
Osservò la sua pelle lattea, le sue dita snelle.
L'attimo dopo la macchina inchiodò di colpo e Fabrizio scese in fretta, incitando Ermal a scendere con la stessa rapidità.
Lo prese per mano e iniziò a correre verso il mare, tirandoselo dietro ed ignorando le sue mille mila domande alle quali sinceramente non aveva voglia di rispondere.
Si fermarono in riva al mare, giusto giusto un metro dalle onde che si infrangevano sulla spiaggia fine, ed entrambi respirarono affannosamente per riprendere il fiato perso.
"Ma dico, ti sei scemonito tutto d'un colpo!? È notte tarda Fabrizio, hai lasciato una macchina aperta e con le chiavi dentro in mezzo alla strada! E poi perché hai fatto questa corsa, a che ti serviva!? Sei mica sbronzo? Hai bevuto troppo champagne? Spiegami da dove nasce questa pazzia di prendere d'improvviso e-
"ERMAL MI VUOI SPOSARE?"
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Ermal si ammutolì completamente, sgranando gli occhi notevolmente e sentendo il proprio cuore iniziare a pompare più veloce.
"C-cosa... che cos'hai detto?" chiese con un filo di voce, la loquacità di poco prima andata completamente persa nel momento in cui gli occhi tremendamente seri di Fabrizio avevano trovato il suo sguardo.
Fabrizio, che dal canto suo stava letteralmente morendo dentro per ansia, emozione e chi più ne ha più ne metta, trovò chissà dove la forza di prendere le mani di Ermal e inginocchiarsi davanti suoi suoi occhi increduli.
"Ermal Meta, mi vuoi sposare?"
Il riccio liberò qualche lacrima di gioia, cadendo in ginocchio all'altezza del fidanzato e prendendogli il viso fra le mani per baciarlo come mai prima di allora.
"Fabri io... insomma, non devi sentirti obbligato a... capisci, io ti amo lo stesso anche se... non vorrei che tu ti senta sotto pressione e..."
Fabrizio sorrise, mettendolo a tacere con un altro bacio e guardandolo poi negli occhi brillanti di lacrime e gioia.
"Non te l'avrei mai chiesto se non l'avessi sentito dentro di me come un bisogno importante. Quindi, per la terza volta, prima che il mio cuore scoppi d'ansia... Ermal, mi vuoi sposare?"
Il riccio abbracciò stretto stretto il fidanzato, affondando la testa nella sua spalla e tremando appena, scosso dalla potenza con cui la gioia stava smuovendo ogni sua particella.
"Sì. Assolutamente sì. Mille volte sì."
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Ciao C.,
so che non dovrei scriverti
so che non dovrei neanche più pensarti.
Lo so.
Ma perdonami, perdonami se ne sento il bisogno.
Perdonami, perché sei sempre stata la mia più grande amica e il mio unico amore.
Ho proprio bisogno di parlarti.
Io non so cosa stia accadendo, non lo so.
Sai, le cose qui vanno sempre come non si spera debbano andare.
Ho qualche amico in meno, qualche lacrima in più e un sorriso forte. L'altro giorno mentre preparavo una nuova coreografia, mia madre mi ha chiamata dall'altra stanza.
Non stava bene quindi sono corsa e le ho chiesto cosa avesse, sai cosa ha detto? Ha detto che io sono la figlia più sensibile e che poteva dirlo a me quello che stava pensando. Ha pensato di star morendo, ha cominciato a piangere e io ho fatto di tutto per trattenermi, per essere grande. Perché a volte sì, mi sento una bambina, come tu mi hai definita. Forse hai ragione, forse sono una bambina o forse sono solo un'anima cresciuta troppo presto.
Tornando a quello che stavo raccontando, lei poi mi ha fatto promettere di non dire niente alle mie sorelle, e io l'ho promesso. È quando sono uscita da quella stanza che la realtà mi ha travolta come un treno in corsa. Mia madre è depressa e io non posso più sperare di vederla sorridere, non posso più sperare di sentirla cantare con la sua dolce voce, in giro per casa ad ogni ora del giorno. Non posso più.
Avrei tanto voluto correre tra le tue braccia, raccontarti tutto, e tu mi avresti capita, tu mi avresti ascoltata.
Alla fine ho capito che non bisogna sperare, che le nostre scelte dicono molto di più su di noi che le nostre capacità.
Alla fine ho capito che le tue braccia non mi avrebbero potuta sostenere e che tu non avresti potuto comprendere.
Alla fine mi sono rinchiusa in quella piccola stanza e ho continuato a ballare, come se niente intorno a me fosse più reale.
E sai la cosa migliore qual è? Questo ti farà ridere.
Ballo la nostra canzone, che ti penso, che ti penso sempre. Ti sento in ogni discorso, in ogni profumo, ti ritrovo nei gesti, ti sento in tutte le canzoni, in ogni mia lacrima, in ogni mio movimento.
E anche quando ho creduto di potercela fare da sola, di poter resistere, il mio punto fisso eri tu. Sempre tu.
Alla fine ho capito che per quanto io voglia andare avanti, voglia riuscire ad odiarti, a credere a tutte quelle cazzate del 'sono esperienze' o 'evidentemente così doveva andare, per vivere qualcosa di migliore', io mi sono rotta il cazzo. Perché il mio meglio sei tu, perché sei il meglio di me, tutto quello che sono, sei tu. Non credo più, non credo più che l'universo abbia questa unica legge, che le persone arrivano per poi andarsene dopo averti insegnato e dato quello di cui avevi bisogno, non credo più a quello in cui forse credo troppo.
Io credo solo a quello che provo, che sento, che percepisco.
Credo solo a questo amore folle, questo fuoco che ogni giorno mi fa bruciare viva, che ogni notte mi priva del sonno.
Credo a questo cuore che sento sincero solo quando si tratta di te, credo a queste mani che toccano realmente soltanto quando è la tua pelle che possono sfiorare, credo a queste labbra che attendono ancora un ultimo potente bacio, credo a questi occhi che vedono in ogni bellezza del mondo, te.
Io ci credo all'amore.
E potrai anche dirmi che sono una bambina, che ora tu ti senti grande, hai un lavoro, una famiglia, delle amiche, fai cose da adulta ma sai una cosa?
Non sarai mai grande se non avrai questo amore accanto.
Avevo solo bisogno di raccontarti qualcosa.
A volte mi manca un battito quando vedo una notifica di troppo sullo schermo del telefono, ma poi mi rendo conto che sono proprio un'illusa.
Ma non posso farmi male, anche se per te ne vale la pena. Sempre.
Mi manchi e anche se cerco di convincermi del contrario, la verità è questa.
Sei stata la mia famiglia, la mia migliore amica, la mia ragazza, il mio amore migliore, il più grande.
Sei tutto ciò che ho desiderato e ti tengo ancora qua, un altro po', ancora qui.
Non sto bene, non sto affatto bene e ho un esame a breve e non penso ad altro e vorrei solo che questa pioggia di sottofondo, questo temporale io possa ascoltarlo stando sotto le coperte tra le tue braccia, anche solo un attimo, cristo, un minuto di tregua in tutto questo inferno. Mi manchi.
Ti aspetterò tutta la vita, tutte le vite.
Buonanotte C., sei bellissima.
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