#blog sulla musica
Explore tagged Tumblr posts
Text
Ciao!
Questo piccolo post ha la sola valenza di dare un po’ di info su di me :)
- Jane non è il mio nome :) (e insistere per sapere qual è quello vero non porterà a nulla)
- Non sono in alcun modo interessata al sexting e a scambiare foto e non ho alcuna intenzione di dare i miei altri social
- Se iniziate a seguirmi e dopo un minuto mi fate delle proposte nei messaggi, al 100% non vi risponderò
-Non sono simpatica, non mi piace parlare del niente e se per iniziare una conversazione mi scrivete 2/3 volte di seguito ‘Hei, ti disturbo?’ la mia risposta sarà certamente un SI
-Al contrario mi piace parlare di cose interessanti, i miei temi forti sono quelli che riguardano il mondo della psicoanalisi e della psicologia generale, mi piace parlare di film, di serie tv, di musica, di cucina, di libri e si, mi piace parlare anche di BDSM visto che è qualcosa che mi appassiona da sempre, ma con persone che ne sanno qualcosa e non che si improvvisano dom/domme/sub/slave/ecc.
-Questo blog è caratterizzato dal sesso, nelle sue svariate forme e da me, dal mio corpo, da quelle foto in cui mi sento bene, sensuale, erotica, artistica e questo non significa che io sia ridotta meramente alla rappresentazione sessuale del mio blog.
In questo blog sono accettati tutti, tranne i minori ;) basta che siate rispettosi, ciao, bacetti 💋
Ah ps. dite al vostro cane che lo saluto e fategli una carezzina sulla testa da parte mia
78 notes
·
View notes
Text
���. Sappi che se osi verrai criticato. Anche quando farai bene. Perché la voce fuori dal coro disorienta, spaventa e viene attaccata, anche quando è bella e dice giusto. Pare sentenziosa. Risuona come un giudizio. La costanza fa sì che diventi persuasiva e cominci a rappresentare un’alternativa valida anche per le pecore di quel gregge che prima erano contrarie. Ci vuole tempo e costanza. Non ridurre le tue facoltà mentali per sopravvivere nel tuo contesto.
Emmanuele Govoni - Che Profumo Ha Un Pixel?: 126 Racconti, Pensieri, Riflessioni sulla Vita e i suoi Paradossi
Ph Lois Greenfield
13 notes
·
View notes
Note
Ciao! Volevo chiederti se avessi dei consigli per libri su Friederich in italiano (o in inglese) & dove comprarli. Io sono riuscitx a trovare solo quello di Alessandro Barbero. Adoro i tuoi disegni e il tuo blog! (trovo molto ironico il fatto che io abbia dovuto riscrivere questo messaggio perché Fritz (il mio gatto) si è fatto una camminata sulla tastiera)
la gioia di scrivere i post in italiano finalmente 🧎🏻♂️ CIAO
allora, anzitutto grazie dei complimenti,, 😭 ho dei libri in italiano (e inglese), però ti devo avvertire che sono molto pochi e non si trovano tanti romanzi, la maggior parte sono (tristemente ma comprensibilmente) in tedesco, ma ti faccio comunque una lista partendo da quelli c:
re in prussia di rafael sabatini – conta che non lo trovi in libreria, devi comprarlo usato oppure affidarti a questo link se riesci a leggere le cose online senza problemi (io non riesco e l'ho trovato usato), è sia in italiano che in inglese, ma è pure del '44 (o '47? non ricordo) quindi il linguaggio è quello che è... in italiano è un po' tedioso, fritz è un queer disney villain e il protagonista è un oc di sabatini antipatico come pochi, però... if you squint hard enough...
federico il grande di william f. reddaway, è una biografia, io ho letto solo i pezzi che mi interessano per il progetto e ti posso dire tranquillamente che ci sono delle imprecisioni storiche perché è un libro del suo tempo... ma ci sono le figure!! e ha una copertina figa. pure questo lo trovi usato, sia in italiano che in inglese
stesso titolo, ma di nancy mitford – biografia, la trovi usata, sia italiano che inglese, è divertente da leggere ma non ci sono le fonti </3 quindi è un po' tutto un "source: trust me bro". sempre suoi, "voltaire innamorato" e "madame du pompadour", il primo in italiano, il secondo in inglese, sempre usati
the sorrows of frederick di romulus linney – è un copione di uno spettacolo, PIENO di imprecisioni storiche, solo in inglese (e usato, che te lo dico a fare) keith non esiste, katte è solo "hans katte" e appare per tipo 2 scene per poi morire tragicamente, però è divertente da leggere e se avessi un euro per ogni volta che le emorroidi vengono menzionate in questo libro avrei due euro, che non è molto, ma è strano che sia successo due volte
bad gays di huw lemmey e ben miller ha un capitolo che lo riguarda, esiste in italiano (non usato!!) e ci sono delle illustrazioni bellissime, ma ti dirò... a una certa mi ha sorpreso con un f slur e ho detto "HUH??" e ci sono delle parti che mi hanno un po' confuso storicamente parlando, però carino... pure se inizia con un pezzo di "la jouissance"... bleurgh
la musica del re di gabriele formenti, te lo metto solo per correttezza perché è nella mia libreria ma me ne vergogno. è orrendo. terrificante. mi ha distrutto psicologicamente così tanto che mi sono fermatx a pagina 42 e ho detto BASTA non ne posso più man che cos'è questa merda... a un certo punto ti colpisce con un "[inserire nome di un personaggio femminile] si adattava benissimo alla corte di potsdam" girl who tf 😭 no she didn't 😭
e basta, finché ricordo questi sono quelli che ho a parte quello di barbero! abbi pazienza ma ti sto rispondendo mentre sto in stazione quindi non li ho tutti sottomano per controllare </3 ce ne sono altri in tedesco che sono belle letture, se mi viene in mente qualcos'altro ti faccio un fischio!
#answers#sono talmente disabituatx a rispondere in italiano qui che scrivere questo post è stata un'impresa#ma mi ha fatto piacerissimo 😭
19 notes
·
View notes
Note
Ciao, ammetto che alle volte aspetto trepidante i tuoi scritti. Le tue parole sono armoniose, si crea un filo di sinfonia a cui è impossibile rimanere impassibili. Se mai queste verranno riportate su carta, sarei la prima a comprare un opera del genere. I miei complimenti ♥️🍓
Niente è vero, nulla è reale, il mondo si basa sulla menzogna. Ogni ombra che proietta la luce è un'illusione tessuta da mani invisibili, e noi, inconsapevoli, danziamo al ritmo di una musica che non esiste. Lo scopo di questo blog è quello di costringere le lettrici a fare i conti con la forma arzigogolata che tenta di inibire la sostanza. Qui, fra parole ornate e frasi sinuose, si cela la verità che il mondo teme di affrontare.
È il rovescio della medaglia, il riflesso che sfugge allo sguardo, la bellezza che risiede nell'imperfetto, nel non detto, nel non visto. Qui vi svelerò il sottile confine tra ciò che appare e ciò che realmente è, costringendovi a scrutare dentro l’abisso della vostra stessa anima, dove giace nascosto il vero senso delle cose. Ogni parola è un ponte verso l'infinito, ogni virgola un sospiro tra un pensiero e l'altro, e ogni punto è una chiusura ingannevole, poiché niente termina mai davvero.
Questo spazio è un labirinto di emozioni e riflessioni, un gioco di specchi in cui nulla è ciò che sembra, ma tutto ha un significato più profondo. Qui il cuore non ha paura di sanguinare, e la mente non teme di perdersi nei meandri di un'idea. Accoglierete l'inquietudine che nasce dal dubbio, la vertigine del non sapere, e troverete, forse, una nuova verità nascosta tra le pieghe dell’inganno.
Perché alla fine, la menzogna è solo una veste indossata dalla verità per proteggersi, un manto di seta che avvolge il nucleo incandescente del reale. E sarà vostra la scelta: continuare a danzare nell’ombra o strappare quel velo e abbracciare l’essenza più pura, quella che non si piega alle apparenze, ma brilla nella sua cruda, indomita sincerità.
Grazie per il tuo messaggio.
#citazioni#compagnia#distanza#frasi famose#frasi pensieri#mancanza#nuove amicizie#pagine di libri#sentimenti#tristezza
3 notes
·
View notes
Text
[✎ ITA] Hope On The Street Vol.1 : Intervista dall'Album Speciale di j-hope (INTERLUDE) | 29.03.24⠸
HOPE ON THE STREET VOL.1
__ Parte 2 : INTERLUDE __
PARTE 1
3. PLAYGROUND / OSAKA con Gucchon
j-hope : Intervista 6
- I wonder... (with JUNGKOOK of BTS) -
"Ce l'avevo nel sangue"
Ti ricordi che, prima del debutto,eri solito postare le analisi"j-hope's Street Dance Overview (Resoconti sulla Street Dance by j-hope)" sul Bangtan Blog?
Certo! Come potrei dimenticarmene? Periodicamente, postavo i miei video di street dance. Era un segmento nato di mia personale iniziativa e per un desiderio genuino. Col senno di poi, è proprio da quella serie di post che è partito tutto. Già allora, ne ero un grande appassionato. Più che appassionato – ce l'avevo nel sangue.
E, come in passato, anche qui inizi dal popping
Non c'è un motivo particolare. Quando stavo pensando a chi coinvolgere, ho pensato il popping si sarebbe ben sposato con Osaka, ed Osaka è dove balla Gucchon. È fin da quando ero ragazzino che, insieme a Boogaloo Kin, facevo ricerche sul suo conto, quindi ho pensato sarebbe stato fantastico poterci lavorare insieme.
Le nostre riprese sono iniziate ad Osaka, quando era ancora tutto piuttosto confuso. "Com'è meglio iniziare?", "Quale approccio dovrei adottare?", "Dovrei iniziare semplicemente ballando?", "No, non credo vada bene.." Quindi alla fine ho deciso di buttarmi e prendere il progetto di petto. È ciò che amo– qualcosa che faccio fin da quando ero ragazzino – andrà tutto bene...no? Ma non appena abbiamo iniziato, mi sono subito reso conto di quanto effettivamente fosse difficile. Però, conoscete il detto, no? "Chi ben comincia, è a metà dell'opera". L'importante è iniziare.
Il tema (musicale) del capitolo dedicato ad Osaka è "i wonder..." Come mai? Cosa significa?
Ho iniziato a chiedermi cosa mi aspetterà in futuro. Chissà se mi piaceranno ancora le stesse cose, se continuerò a coltivare questa passione? Insomma, ho sviluppato una certa curiosità rispetto al futuro in generale – al mio futuro, per come me lo sono sempre prefigurato, e a quello dei miei colleghi ballerini e di gruppo. Ho pensato unire elementi di vita vera e musica col ballo avrebbe dato ottimi risultati – creato una certa sinergia. Dunque "i wonder..." mi sembrava un buon punto d'inizio.
E ora che le riprese sono finite, pensi di aver soddisfatto quella tua curiosità?
In fin dei conti, tutto mi ha ricondotto, ancora una volta, alla musica e al ballo. Ho capito che continuando ad amare ciò che facciamo, a trarne gioia e a divertirci nel processo, il futuro non può essere poi così diverso dal presente. Ovviamente, non posso averne la certezza. Ma fin tanto che continuerò a divertirmi e ad amare il ballo, credo non ci sia motivo di guardare al futuro con ansia. O almeno, questa è la spiegazione che mi son dato.
INTERVISTA con GUCCHON
Popper giapponese, Gucchon è un maestro del popping, abilissimo nel controllo dei movimenti. Ha un suo stile del tutto personale. Il suo è il genere di ballo cui j-hope è particolarmente appassionato.
Il popping è un tipo di ballo che si concentra sul ritmo e sull'isolamento* dei movimenti.
(nota a cura di Boogaloo Kin)
[isolamento: quando si muove solo una parte del corpo indipendentemente dalle altre – sia che il resto del corpo sia fermo o che esegua movimenti completamente differenti.]
Potresti presentarti brevemente?
Salve, mi chiamo Gucchon e sono di Osaka, in Giappone.
Rappresento lo studio di ballo Co-thkoo, Fab5Boogz
Da dove trai ispirazione per il ballo?
La cosa fondamentale sono i cypher (battaglie di ballo freestyle). I cypher accendono la mia immaginazione, sono una fonte d'ispirazione e mi danno sempre nuove idee creative.
Il tema dell'episodio dedicato ad Osaka è "i wonder...", quindi sarei curiosə qual è il futuro che vorresti?
Il futuro dei miei sogni è una società in cui quando camminando per strada senti una musica, il tuo corpo risponde automaticamente ed è possibile e normale ballare tutti insieme.
In conclusione, cosa significa il ballo per te?
Il ballo è tutta la mia vita. Il ballo è vita e la vita è ballo. Inoltre, il ballo fa parte del mio lavoro, ma non ho mai smesso di amarlo. La danza è il cuore pulsante del modo in cui vivo.
4. MOTIVATION / NEW YORK con Link
j-hope : Intervista 7
- What if... (dance mix with JINBO the SuperFreak) -
"L'unico modo per sopravvivere"
A New York hai ballato l'hip-hop, pensi sia lo stile con cui ti trovi più a tuo agio?
Sì, credo il popping e l'hip hop siano i due stili maggiormente radicati nel mio sangue. Ero sicuro non avrei avuto problemi, almeno su questo. Ma il tutto ha preso una piega totalmente inaspettata. Lo vedrete nell'episodio di New York. Guardando, capirete quanto fossi agitato. Non aggiungo altro (ride).
Link è uno dei pionieri dello stile hip hop. Com'è stato vederlo ballare?
Come ho già menzionato, il mio modello è Boogaloo Kin, ma il suo modello è Link. Wow! È un pezzo di storia. È davvero incredibile. È come trovarsi di fronte ad un pezzo di storia della street dance in carne ed ossa. Sono sicuro gli/le appassionatə di ballo ameranno quest'episodio, mentre coloro che non hanno tanta esperienza col ballo, ne rimarranno incuriositə, credo.
Ho saputo che Link ti ha mandato un video, prima che tu partissi per New York. Cos'hai provato quando l'hai visto?
Mi ha buttato parecchio giù, a dire il vero. Conoscevo molte delle cosiddette mosse da dance party, ma in diversi segmenti il ritmo era talmente strano che mi son chiesto se veramente avessi già provato quella routine, beat o stile in precedenza. Quindi, anche se mi ero preparato al meglio mentalmente prima di partire per New York, non appena ho visto le movenze di Link, mi sono sentito come se fino a quel momento io non avessi realmente ballato. Continuavo a chiedermi "Cos'è? Come si fa?" e non riuscivo a stare al passo. Era la prima volta nella mia vita che mi sentivo così, una sensazione del tutto inedita – sì, è stata un'esperienza davvero nuova, per me.
Dunque Link è stato il tuo tutor per il ballo hip hop, ma hai forse imparato anche altro da lui?
Ogni minuto trascorso insieme a lui è stato fonte di nuove conoscenze. Credo sia proprio questione di energia ed aura, quando si è in sua presenza, perché è letteralmente una parte di storia del ballo. È stato una grandissima ispirazione, per me, e credo di averne approfittato per chiedergli tutto ciò che avevo sempre voluto sapere. E non si è trattato solo di imparare cose sul ballo, ma anche sulla vita. L'unica cosa che mi è dispiaciuta è che non abbiamo potuto trascorrere molto tempo insieme. C'erano talmente tante cose che avrei voluto chiedergli! Gli ho chiesto che cosa pensava avrebbe fatto, se non fosse stato un ballerino, ed è stata come una domanda posta a me stesso.
E come credi sarebbe la tua vita senza il ballo?
Non credo sarei la persona che sono oggi, se non fosse stato per il ballo. Non riesco neanche a concepire l'idea di non avere il ballo nella mia vita. È impossibile. Credo né j-hope e neppure il vero Hoseok sarebbero gli stessi. Il ballo, ormai, è tutta la mia vita. È da lì che è iniziato tutto.
INTERVISTA con LINK
Il ballerino americano Link, maestro di ballo hip hop, non ha bisogno di presentazioni. È il primo ballerino cui pensiamo quando si parla di hip hop freestyle ed è sempre stato una grandissima fonte di ispirazione per me, j-hope, ed innumerevoli altrə ballerinə in tuttto il mondo.
(nota a cura di Boogaloo Kin)
Com'è andata? Come ti è parso j-hope?
Quando provavamo dei passi e coreografie complesse, j-hope non si è mai lamentato, non ha mai detto "Non voglio farlo" o "cambiamo quella mossa", era sempre pronto a mettersi alla prova. È evidente quanto ami il ballo. Credo il suo nome [d'arte, Hope / speranza] la dica lunga sul suo conto. E io "spero" continuerà a coltivare quella passione e che quella sua scintilla non sbiadisca mai. Quello è l'unico modo per continuare e sopravvivere, in ogni aspetto della vita.
La street dance incorpora diversi generi e stili di ballo, come potremmo definire lo stile hip hop, secondo te?
Se spezziamo ed analizziamo la parola, "hip" significa "sapere", tipo.. sapere quali sono i posti e i beat giusti, ma è una consapevolezza che si può applicare a tutto. E "hop" significa "muoversi". Quindi si è "hip" (consapevoli) rispetto alla musica e la si segue, hopping dove ci conduce, per esser parte del divertimento insieme. Quello è l'hip hop.
In conclusione, che cosa significa il ballo per te?
Bisogna farsi alcune domande, tipo 'e se il ballo non mi trasmettesse nulla?', 'Il motivo per cui ballo è davvero perché amo la danza?', 'È fonte di ispirazione, per me?' Se il ballo non conduce a ciò che ci eravamo prefiguratə, è inevitabile rimanere delusə. E poi si finisce per sentirsi inadeguatə. Ma se davvero ti piace ballare, non sarai mai delusə, e tanto basta.
5. ART / PARIGI con Yugson
j-hope : Intervista 8
- I don't know (with HUH YUNJIN of LE SSERAFIM) -
"Messo di fronte a quelle incertezze,
ho potuto accettarle ed affrontarle"
Il tema dell'episodio dedicato a Parigi è "I don't know". C'è forse un qualche motivo particolare per questa scelta?
Credo ognunə di noi abbia momenti di insicurezza. Può essere incertezza riguardo la nostra vita o i nostri sentimenti. Di fatto, può essere per qualsiasi cosa, ma io ho affrontato questo tema pensando al ballo e alla mia vita. Può capitare di andare in crisi o sviluppare delle cattive abitudini, senza neppure sapere perché. Nell'episodio dedicato a Parigi, ho cercato di lavorare su quel tipo di sensazioni e risolverle.
Lo stile house ti è poco familiare, dico bene?
È una totale novità, per me. È l'unico che non avevo ancora imparato. Ma credo di aver sempre avuto un po' di house in corpo, sottilmente inscritto nel mio ritmo. Quando ballo la house, mi sento come attraversare da una scossa di entusiasmo. È uno dei miei stili preferiti– non solo per quanto riguarda il ballo, ma anche come genere musicale. Credo sia proprio quell'entusiasmo, quell'ebrezza ed emozione a definire la house e renderla ciò che è. Quindi imparare lo stile house è un must. È un'occasione da non perdere assolutamente.
Qual è stato l'aspetto più memorabile riguardo Parigi?
Non dimenticherò mai le scale. C'era questa scalinata tappezzata di scritte "Paris"– incarnav la vera essenza di Parigi. La musica, l'atmosfera–era tutto fantastico. Ed io ho potuto ballare proprio in quel luogo, non potevo desiderare di meglio. Ballare su quelle scale è il ricordo più memorabile che ho.
L'episodio è iniziato con delle domande riguardo il tuo blocco artistico. Credi di aver risolto quelle emozioni, ora?
Subito dopo il debutto, c'è stato un momento in cui ho iniziato ad avere dubbi riguardo la mia esperienza e gli stili di ballo imparati fino a quel momento. Ero estremamente insicuro e continuavo a rimproverarmi a riguardo. Continuavo a mettere in dubbio le mie capacità, non riuscivo a smettere, e non sapevo neanche il perché. Volevo migliorare nel ballo, ma non è sempre così semplice. Credo quell'esperienza mi abbia davvero aiutato molto quando si è trattato di lavorare ed esplorare il tema di "I don't know". Sicuramente non sono il solo, sono certo tuttə quantə, almeno una volta, abbiano affrontato insicurezze simili riguardo la propria vita o il proprio lavoro.
Quando poi ho riguardato l'episodio di Parigi, a fine riprese, mi son detto che forse ho potuto approcciarmi al genere house proprio grazie a quell'esperienza, al fatto che ho continuato a ballare ed insistere, nonostante i miei dubbi. Messo di fronte a quelle incertezze, ho potuto accettarle ed affrontarle. Cioè, se non si riesce ad accettare qualcosa, si finisce per svilupparne un rifiuto ad un livello emotivo ancor più profondo. Io sono riuscito a lavorarci su, ad accettare ed affrontare quei dubbi, anche a lavorare su me stesso, e penso quello mi abbia portato una maggiore consapevolezza e conoscenza di me stesso.
INTERVISTA con YUGSON
Yugson è un ballerino francese abile non solo nell'house, ma anche, tra gli altri generi, nell'hip hop freestyle. L'house europeo, in particolare, ha un'aura ed unicità diverse rispetto a quello americano o asiatico. Yugson ha vinto diverse edizioni di Juste Debout, un evento internazionale dedicato al ballo, spesso considerato come le olimpiadi della street dance
(nota a cura di Boogaloo Kin)
La street dance comprende diversi stili di ballo. Tra questi, che tipo di ballo è il genere house, secondo te?
L'house è cultura, è libertà. È l'opportunità per persone appartenenti a culture diverse di condividere idee. È come se il tuo corpo fosse pervaso da una qualche forma d'energia.
Io sono originario del Congo e, grazie alla house, riesco ancora a godere di quella carica. Credo lo si possa chiamare "potere": c'è questo scambio, ricevi questa scarica di energia e ti senti subito a casa (*house), ecco perché si chiama così.
E che cos'è il ballo, per te?
Il ballo è passato, presente e futuro. In altre parole, il ballo è tempo. Prendiamo il passato, vi riflettiamo nel presente e così facendo ci muoviamo verso il futuro– ecco cos'è il ballo per me. È qualcosa d'eterno.
Rimpiangi mai d'essere un ballerino?
Neanche per sogno. Ballo col cuore, quindi non ho rimpianti. Ogni volta che ballo lo faccio come se fosse l'ultima volta. Oggi ballo, ma chissà dove sarò domani. Ecco perché ogni volta do il 100%
Epilogo : Crudo e puro
- Conversazione tra J-Hope e Boogaloo Kin -
J-HOPE: Boogaloo Kin! Grazie mille per aver fatto quest'esperienza insieme a me. Mi hai davvero aiutato un sacco a far sì che 'HOPE ON THE STREET' filasse per il verso giusto. E, ancora una volta, grazie per tutto l'impegno che hai dimostrato. Cosa hai pensato? Cosa ti ha convinto ad accettare? La mia è stata una richiesta piuttosto improvvisa.
BOOGALOO KIN: Ero in un tumulto da ultima ora, non c'è dubbio. Non c'era nulla di chiaramente pianificato, quindi inizialmente ero un po' preoccupato. Allo stesso tempo, però, non vedevo l'ora. Ci sono tanti documentari dedicati al ballo, ma nessuno passa in rassegna tutti i generi di street dance che conosciamo e pratichiamo noi – popping, locking, hip hop e house. Sul serio, di fatto non ce n'è nessuno così preciso ed approfondito. Ho sempre desiderato, un giorno, poter creare un documentario simile e mostrare al mondo questo nostro bellissimo stile di ballo. E poi, all'improvviso, ecco che mi si è presentata l'occasione di fare di questo sogno una realtà. E, alla fin fine, mi sono preoccupato per nulla perché tu hai deciso di rimanere sul semplice – sul ballo crudo e puro. Sono felice che siamo riusciti a catturare l'essenza della danza per quella che è.
JH: Ma non è semplice catturare e rappresentare al meglio quell'aspetto grezzo. Non ce l'avrei mai fatta da solo. Se non fosse stato per te e per il tuo costante amore per il ballo, non sarei mai riuscito a tenere il progetto in carreggiata. Credo siano state la tua esperienza e la tua guida a rendere il documentario ancor più bello. E la cosa migliore è che tornare a ballare con te, dopo tanto, mi ha dato l'opportunità di riflettere su me stesso. Ti sembra sia cambiato qualcosa, dopo quest'esperienza? Se sì, cosa?
BK: La cosa migliore è stata poter lavorare a questo progetto insieme a te. Per un periodo, non abbiamo potuto lasciare la Corea a causa della pandemia, ma prima di quello, la nostra vita era un costante viaggio. Ogni luogo in cui arrivavamo, trovavamo sempre un qualche ballerino, come Gucchon, Link o Yugson. Ero solito incontrare persone come loro almeno una volta all'anno. È stato davvero fantastico poterli rincontrare dopo tanto, ma di fatto, appunto, non era la prima volta (ride). Però è stato bello poterli incontrare insieme a te e vedere come sono cambiati e che cosa hanno a cuore e quali sono i loro interessi ultimamente. Abbiamo proprio parlato un sacco durante questo viaggio, vero?
JH: Sì, avremo condiviso qualcosa come 30 anni di aneddoti e storie. Cioè, io ora ho 30 anni e mi sembra di aver coperto tutta la mia vita nelle nostre chiacchierate (ride).
BK: È stato bello conoscere questo tuo lato ancor più autentico e ho constatato con piacere che sei proprio cresciuto al meglio. Se c'è qualcosa che è cambiato da dopo il documentario, è che sento un senso di responsabilità ancor più grande nonché una certa pressione perché, con il rilascio di un progetto così bello, credo molte più persone inizieranno a prestare attenzione a ciò che faccio. Quindi, d'ora in poi, farò meglio a riflettere bene prima di parlare. Inoltre, mi sento in dovere di approfondire ancora la conoscenza degli stili di ballo che pratico da oltre 20 anni, imparare per bene tutti i dettagli storici del caso, così da poter passare questa mia conoscenza alle generazioni future.
JH: Credo quello sia un sentimento che abbiamo in comune. Penso di aver lavorato ancor più duramente proprio perché non volevo essere di peso al progetto, e ovviamente questo implica un senso di responsabilità ed una certa pressione. Inoltre, al di là del ballo, credo di aver imparato molto. Col senno di poi, c'è forse qualcosa avresti voluto fosse andato meglio? Adoro tutto ciò che abbiamo fatto, ma mi spiace anche un po' perché sapevo fin dall'inizio del tuo infortunio al ginocchio.
BK: Metterci in gioco ed in mostra per il pubblico è l'essenza del nostro lavoro, è l'unica cosa che possiamo provare a noi stessi, ciò che sappiamo fare e presentiamo a chi ci segue. Non credo il pubblico sia completamente consapevole di quanto sta dietro, ma va bene così. La cosa importante è dare sempre il 120%, ma io non ho potuto dare neppure il mio 100% e mi è dispiaciuto. Immagino ci siano persone perplesse riguardo la nostra collaborazione e, in passato, quel tipo di opinioni mi avrebbe infastidito e ferito, ma ora non me ne curo assolutamente. Chi se ne frega. Ho comunque intenzione di continuare a ballare fino all'ultimo giorno, abbiamo tuttə qualcosa in cui siamo bravə e qualcos'altro meno. Siamo tuttə diversə. Semplicemente, io ballo perché mi piace ballare. Se un giorno il mio ginocchio tornerà al 100%, potremo sempre ripetere l'esperienza. Di questo non mi preoccupo, quindi non importa. E tu?
JH: Grazie a queste riprese ho realizzato che quanto ho fatto finora non è semplice. Ho capito quanto importante sia anche il processo e ora so che ci sono ancora tante cose da imparare. Il mio scopo, in fondo, era proprio quello di imparare. Proprio per questo, ho voluto approcciarmi a questo progetto con serietà ed impegno. Ad ogni modo, è proprio vero che il tempo vola. Sembra solo ieri che abbiamo iniziato le riprese, e ora sono già finite. Grazie infinite per tutto l'aiuto che mi hai dato durante questo progetto.
BK: Grazie a te per aver pensato a me e per avermi proposto di partecipare. È stata l'opportunità di riflettere sulla mia passione per il ballo e su cosa farò ora. Facciamo un brindisi finale.
JH: Brindiamo alla 2a stagione, ad una vita pervasa dal ballo, alla buona guarigione del tuo ginocchio e all'importanza di dare sempre il 120%! (fanno un brindisi).
#Seoul_ItalyBTS#TradITA#ITA#Traduzione#Interviste#BTS#방탄소년단#J-Hope#제이홉#HOPE_ON_THE_STREET_VOL_1#290324#Album
3 notes
·
View notes
Text
STANOTTE
HO SCOPERTO UN BLOG
.
youtube
.
IL CARATTERE
DEI ROMAGNOLI
.
E niente, volevo dirvelo...
stanotte ho scoperto un Blog.
Un blog che all'inizio non gli daresti un soldo, perchè non ha proprio nulla di particolarmente moderno o tecnologico. Non c'è infatti nemmeno un briciolo di Intelligenza artificiale (A.I.), quella che si scorge è interamente intelligenza e sensibilità U-MA-NA !
Completamente umana.
Come dire? Umanamente si tratta di un prodotto D.OC. E' un blog scoperto per caso alle 4 di notte durante una fase di insonnia conclamata, assai comprensibile dopo l'alluvione che ci ha colpito.
Quindi lo ripeto, se vi aspettate numeri da circo o effetti speciali tecnologici vi dico di no. Non fa al caso vostro.
Da questo punto di vista, siete fuori strada sul blog, di questo, finora sconosciuto, (almeno per me), Francesco Satanassi da Forlì!!
🤷🏻♂️
Eppure io, lì dentro, ci sento come una intera miniera d'oro.
E vi leggo tutto il carattere, la forza indomita, la fierezza, l'anarchica indipendenza di giudizio, tipica dei romagnoli fra i suoi Post.
Perchè lì io sento le radici.
.
Le radici di quella pianta bellissima che si chiama " ROMAGNA ".
La solida concretezza e la passionalità dei miei conterranei, che quando credono in certi valori...È PER SEMPRE.
E poi percepisco la medesima qualità, la stessa saggezza antica e contadina dei miei nonni. La loro dignità e la capacità di sentirsi ugualmente in armonia con la Terra, la Natura, con la Storia e con la semplicità e il piacere del vivere attraverso l'assaporare e l'apprezzare ogni tipo di emozione.
In estrema sintesi : il vivere senza freni, a perdifiato.
.
Avverto nelle parole di questo Blogger di Forlì, la consapevolezza di non voler mai dimenticare il sacrificio e l' altruismo di chì è venuto prima di noi. Di chi ha saputo scegliere con coraggio e si è schierato per una causa ben precisa: l'antifascismo e la libertà, fino a sacrificare la propria piccola vita a favore di un bene e di valori ben più grandi del proprio misero egocentrismo. E ancor di più, ritrovo la schiettezza tipica delle persone dirette, che vanno dritte al cuore delle cose, perchè apprezzano la semplicità e la poesia e la verità che si nasconde nelle piccole cose concrete .
Così come emerge cosa sia davvero sacro: l'onorare con la nostra memoria i nostri antenati. Così come la capacità di diventare noi stessi "Storia", incarnandola con la passione che esprimiamo coi nostri giorni e col nostro corpo.
Sapere da dove veniamo, e cosa abbia attraversato chi è venuto prima di noi sul pianeta.
Ecco, se oggi penso, agli "angeli del fango" di Cesena e della Romagna intera, ai volontari che senza preavviso sono spuntati come funghi, per venirci ad aiutare nello spalare il fango in ogni cortile, in ogni scantinato, in ogni garage, ritrovo intero il carattere deila gente di Romagna.
Se penso ai ragazzi delle Superiori, agli Universitari che hanno scelto di scendere in strada, in autentici "battaglioni della solidarietà", ecco che io la ritrovo subito la continuità fra i nostri antenati e i romagnoli di oggi e ritrovo nel contempo, tutti i valori che esprime un Blog come " HANNO DETTO CHE PIOVE " di Francesco Satanassi.
Io lo vedo benissimo il filo di continuità che esiste in tutto questo.
È il filo dell'avere i piedi ben piantati per terra! Anzi, nel fango e nella melma. Ma starci dentro, per esserci, per contare, per mostrare alle persone più fragili, agli anziani, a chi ha perso la casa o tutto quel che c'era dentro, che la presenza e la solidarietà, non sono solo vuote parole sulla bocca del Politico di turno, che si lancia nella consueta "marchetta politica" con promesse sconsiderate, ma una pratica diffusa e collettiva. L'attitudine di una intera comunità di persone sensibili e responsabili.
Questi valori devono farsi musica, canzoni, condivisione!
Canzoni da cantare tutti insieme, in coro, non cercando l'impossibile unisono, ma raggiungendo un altro risultato miracoloso che è la coesione sociale, il sentirsi tutti parte di un unico essere, a cui diamo il nome di "collettività".
L'esempio della canzone "ROMAGNA MIA", cantata in mezzo al fango, ai rifiuti e ai detriti dell'alluvione, è illuminante.
youtube
youtube
youtube
Pur non considerandola un capolavoro nè da un punto di vista poetico nè tantomeno musicale, quella canzone è però una "bomba atomica" dal punto di vista emotivo!
Una bomba di energia sociale, tutte le volte che inspiegabilmente permette l'aggregazione di centinaia di persone che si trovano a lavorare, senza tregua e senza compenso, perchè tutti insieme e ognuno individualmente, si avverte la comune responsabilità di dare una mano alla comunità a cui si appartiene.
.
Penso ai volontari giunti da Amatrice, oppure a quelli arrivati da Reggio Emilia ( a cui avevamo dato una mano noi in occasione del terremoto dell'Emilia del 2012 ), o ancora, ai volontari giunti da L'aquila.
Mi coinvolge questa idea: una sorta di " fratellanza nella sventura ".
Avverto in tutte queste persone, al di là della provenienza da una determinata terra, proprio l'appartenenza ad una precisa tipologia umana, ad una "tempra" di cui io stesso, sento di essere parte.
"Chi vive all'incrocio dei venti ed è bruciato vivo" come canta il poeta-cantautore Francesco De Gregori nella sua sublime "Santa Lucia".
.
Chi vive sporgendosi continuamente verso gli altri, affacciato verso l'universo dell'altro da una comune inquietudine umana ed esistenziale. Chi insomma vive e non ha paura della generosità, della gratuità, del dare aiuto senza chiedere nulla in cambio, e sempre, difendendo il valore del "restare umani" anche nelle situazioni più drammatiche della Storia.
È come avvertire un sangue comune che circola nelle vene di tutte queste persone: dai giovani romagnoli ai meno giovani, dai volontari del posto, a quelli arrivati dalle altre città. Tutte persone che "più li butti giù e più si rialzano" e più energia e carica umana, sono capaci di trasmetterti, consapevoli tutti quanti del valore del lavorare tutti per una buona causa.
Per tutto questo, mi sento grato anche a Francesco e al suo Blog per testimoniare cosa ci sia dietro la "Romagnolità".
Per darci con le sue parole intense e sentite, una lezione di umanità e di passione civile.
Per restituirci il buon sapore di tuttò ciò che è sentito e vissuto con l'anima, che poi é molto simile al sapore del pane caldo, appena sfornato, al suo profumo di buono.
Sono i valori che fanno della nostra comunità, un meraviglioso popolo che sa cos'è la fatica, l'impegno costante e la responsabilità verso gli altri, e insieme verso la propria coscienza di cittadini con gli occhi aperti.
Per noi in fondo è questo ciò che importa: il rimboccarsi le maniche tutti i santi giorni e lavorare finchè un lavoro, un'opera, un'impresa non sia finita, compiuta, realizzata.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
youtube
.
.
.
.
.
#Romagna interiore#Riflessioni#Blog che valgono#Valori e solidarietà#Volontariato#La Resistenza oggi
22 notes
·
View notes
Note
Ho avuto praticamente tutti i social esistenti tranne Snapchat, e poi all'età di 16 anni ho abbandonato tutto.
Ho abbandonato per la mia sanità mentale. Già il bullismo a scuola era duro da superare, in più l'idea di essere presa in giro anche li mi ha sempre fatto male emotivamente e mentalmente.
Idea che penso che prima o poi, si sia realizzata, ma mi era già tolta per pensarci.
Quindi da quel giorno vivo con dubbi su dubbi, ed ogni sguardo di gente sconosciuta penso che invece, loro, conoscano me. (Eh sì, mi è venuta l'ansia sociale).
Per questo motivo per me, è anche difficile farmi nuovi amici.
Tumblr è l'unico social che non implica "il mostrarti" ma mi permette di usare il mio blog come diario personale.
Me ne sono andata tante volte da qui, e tante volte sono tornata, perché è veramente l'unico social che per me vale la pena di avere.
Qui ci sono anche meno pazzi rispetto a Twitter, per esempio, e si litiga per meno roba stupida tipo qua che tipo di musica ascolti non gliene frega nulla a nessuno, li invece ti fanno lo screenshot, ti bloccano e ti mostrano ai loro followers, chiedendo loro di segnalarti e bloccarti. Bambinate insomma. (A me capitò con una attrice che seguo, giudicata inadatta dall'essere definita attrice e non volevano che parlassi dei miei problemi fisici, che per loro servivano per guadagnare followers e io risposi che manco venivo pagata per scrivere quelle cose).
Ecco perché mi sono tolta da tutti i social. In più senza social ho un sacco di tempo libero, posso dormire e uscire senza per forza farlo sapere a tutta Italia, e poi se non pubblico per giorni, non sono obbligata a dare spiegazioni, perché non sono un influencer. In più, non mi interessa sapere che fa il vicino del piano di sopra nel suo giorno libero dal lavoro.
La scelta di non avere più profili social è stata molto coraggiosa oltre che molto saggia! Hai avuto la capacità di riconoscere e capire cosa potevi evitare per stare meglio con te stessa, proteggere le tue fragilità e i lati deboli.
Conosco bene purtroppo cosa sia il bullismo e delle ferite che lasciano anche dopo tanti anni.
Tanti anni fa feci questa scelta con facebook. In quel periodo vivevo il bullismo già a scuola e quel social non fece altro che ampliare le mie insicurezze: tizia aveva molti più like di me nelle foto soprattutto da parte di ragazzi mentre io ne avevo molto meno; foto di gente che usciva il sabato sera e si divertiva mentre io non avevo nessuna vita sociale oppure c'era persino il controllo di quello che postavo e i giudizi ipocriti e non richiesti; chi si metteva su un piedistallo pensando di sapere tutto di me solo da ciò che pubblicavo e poi magari nemmeno mi salutava di presenza. E da lì decisi di eliminarlo.
Tutte le mie insicurezze effettivamente sparirono e chi si accorse che non lo avevo più mi disse "e ora senza facebook che farai?"
E io "torno a vivere" 😂
Ma che domanda è? Questo fa capire quanto la gente non sappia più distinguere la realtà dal virtuale.
Dopo fb ho avuto twitter senza più usare nome né foto personale e devo dire che in quel periodo mi sono trovata bene. Era tra il 2013 e il 2015. Poi non l'ho più usato.
Ho ridato fiducia a Instagram quando ancora non lo aveva quasi nessuno (2014) ma dopo qualche annetto è diventato più popolare di facebook.
Non demonizzo i social perché altrimenti sarei incoerente. Sono un bel mezzo per esprimersi, fa piacere avere apprezzamenti sulle foto ma non ti nascondo che ci sono stati momenti dove ho dovuto disattivare il profilo per la mia sanità mentale. E sono stata bene. È da lì che spesso derivano certe paranoie, foto o storie che ti appaiono all'improvviso sulla home di cose che non avresti voluto sapere. Ha dato vita a tante ansie che ci distruggono mentalmente ed emotivamente...
Tumblr è un rifugio. Anche io ho provato tante volte ad avere un blog ma solo adesso sto riuscendo a mantenerlo. Ne avevo bisogno! Finché c'è gente educata e matura si può stare bene!
Dopo questo enorme papiro (che mi perdonerai spero ahah) voglio dirti che la tua scelta è senza dubbio molto saggia. È da un po' che penso di prendermi una pausa da alcuni social per un periodo che sto attraversando e mi sei quasi di ispirazione 🥹
Chissà quanta pace potrei riscoprire con questa scelta.
4 notes
·
View notes
Text
MADONNA CELESTIALE
Un messaggio di amore e musica
Madonna Celestiale è un progetto artistico che nasce nella primavera 2013 da un’idea di Flavio Scutti elaborata in collaborazione con Paola Stasi.
Viene presentato per la prima volta in un articolo pubblicato sul blog PILL TAPES con foto dedicate alla Madonna nel mese di maggio, insieme ad una mixtape incentrata sulla musica spirituale (contaminata da sonorità che abbracciano diversi generi e culture, dal pop all’elettronica). Il tutto è scaturito dall’idea di diffondere un messaggio d’amore e di speranza, nell’intento di sensibilizzare il pubblico verso una maggiore cura e valorizzazione del patrimonio culturale artistico rappresentato dall’iconografia sacra.
Non vuole essere alcuna vetrina d’esaltazione cristiana, ma intende mostrare al pubblico (turista, curioso o appassionato che sia) l’arte di cui è piena la nostra storia e le nostre città, in chiave festosa e d’intrattenimento, con la passione per l’iconografia, l’amore per il sacro e la natura. Abbiamo scelto la Madonna perché rappresenta la figura della maternità che nella sua forma di icona partendo dalla Grande Madre si ritrova in quasi tutte le culture, dalla Dea Iside degli Egizi, alla Leucotea Ellenica, alla Mater Matuta Italica, ecc…
Progetto
Le Scritture, la liturgia, le preghiere litaniche, le arti figurative e plastiche raccolgono un’enciclopedia di figure relative alla simbologia marianica in grado di oltrepassare il senso comune di religiosità per addentrarci in un orizzonte più stratificato di sedimentazione culturale, fatto di medesime radici – persino etimologiche (culto-cultura) – intrecciate alle peculiarità dell’umano “vivere nel mondo”. Possiamo facilmente tradurre questo insieme di radici intrecciate nel termine “simbolo”.
Il senso letterale di «simbolo» è di «messo insieme» e lo deriva dal greco «sumballein» (gettare insieme). Gli uomini, secondo Platone (Convito 189-93), si amano perché, all’origine, sono stati tagliati in due dalle divinità gelose e, da allora, ognuno va alla ricerca della propria metà smarrita; facilmente sentiamo in noi la necessità di comporre divisioni interne; i primi cristiani hanno sentito il bisogno di raccogliere in un Simbolo, detto degli Apostoli, la somma delle verità da professare e l’esigenza di unire la terra e il cielo.
Questa attività di ricomposizione appare indispensabile. Luca (2,19) si avvale del medesimo termine per significare che «Maria custodiva tutte queste parole collegandole insieme in cuor suo». Non solo indispensabile ma anche assolutamente decisivo appare il termine «Diavolo» (dal greco «diaballein») dice proprio il suo contrario: dividere. Il simbolo ricollega il diviso, il diavolo persegue la divisione dell’unito.
In questo caso il simbolo:
• suscita tensione invece di annullarla
• crea una spinta in avanti, proponendo aperture progettuali
• si protende verso un equilibrio che rimane costantemente al di la di esso
• si fa metapoietico, cioè trasformatore, unificando tutto il mondo in un atto di ri-creazione e di pienezza, nella ricerca di un’inarrestabile e mai raggiunta partecipazione al tutto.
È «fare anima», dice James Hillman, l’unica condizione indispensabile perché una parola richiami altre parole, un’immagine evochi altre immagini, un singolo oggetto si faccia manifestazione del tutto. Chi fa questa esperienza vive la mobile staticità della vita spirituale, il movimento nell’unicità.
Contemplare Maria significa vedere in Lei, sempre eguale a se stessa, le varianti di ogni epiteto che le si attribuisce. Solo chi spazia nell’infinito universo semiotico, può accostarsi alla conoscenza simbolica di Maria (e di qualsiasi altra entità). Maria può non solo contenere simboli, ma essere essa stessa un simbolo. Come tale, escludendole il suo ruolo sovrannaturale, si fa educatrice anche attraverso ciò che essa rappresenta: nel rapporto con la Madonna, l’uomo può integrare in sé il femminile e maturare la sua individuazione, mentre alla donna può accadere di identificarsi nella sua portata materna, generatrice, ma soprattutto nella sua matrice affatto passiva di accettazione dall’Alto di un feto (o compito, o punizione, a seconda delle circostanze) autogeneratosi di cui lei è soltanto la sacca momentanea verso il passaggio alla terra, ma di attrice attiva nella nascita del Bene.
Infatti, a seconda delle radici semitiche alle quali i filologi la fanno risalire - già nel XV-XIV sec. a.C. è documentata su una tavoletta di Ugarit la radice mrym - Maria potrebbe significare «ribelle», l’«amara», la «forte», «colei che si innalza» o che «è innalzata», oppure ancora «profetessa» o «Signora».
Dall’egiziano mrit deriverebbe il significato di «amata» (sembra il più celebrato); dall’ebraico Miryam o marah, quello di «mare amaro», «amarezza», «dolore»; dal siriaco mâr, «signora», «padrona»; dall’egiziano ed ebraico or, «essere luminoso», «stella del mare». Sant’Eusebio professa: “Maria è detta «Stella del mare» perché innumerevoli stelle ha il cielo, il mare una sola e questa è la più luminosa di tutte”.
Dello stesso avviso San Gerolamo, il quale deriva dall’ebraico mar yam («goccia di mare»), il latino Stilla maris, da cui poi il poetico Stella maris, «stella del mare» (stella polare).
Intorno al nome di Maria, è opportuno inoltre citare l’abate Giovanni Caramuele, un Vescovo poliglotta morto a Vigevano nel 1682, nato a Madrid 76 anni prima, autore fra l’altro di un Maria Liber (Praga 1652) in cui viene registrato il «Discorso sul dolcissimo Nome di Maria per anagrammi», in cui riporta le differenti e possibili manipolazioni del nome «Maria». Potrebbe sembrare fanatismo retorico, in realtà è manifestazione di entusiasmo interiore (energia inconscia) che si accontenta di un minimo segno per vedere in esso, tramite assonanze, dissonanze, vicinanze, comunanze l’occasione di liberare tutta la tensione interna centrata sulla cosa o persona amata. Come il fuoco, coinvolge tutto ciò che incontra. Del resto, nell’Antico Testamento, simili procedimenti sono ben documentati.
In conclusione, Madonna Celestiale non è una messa in scena della grandezza e bellezza di Maria, in un ordine puramente spirituale. È piuttosto una specie di operazione archeologica, documentata attraverso foto che ritraggono la Madonna da ogni parte d’Italia e del mondo, tendente a evocare il passaggio simbolico - incarnato in Maria – tra l’anima e la necessità di un suo referente terreno, immobilizzato in un angolo, sulla facciata di un palazzo, in una nicchia, in un’immagine iconica. Questo passaggio trascina con sé il legame umano con la bellezza e all’assoluto, seppure declinato talvolta in termini barocchi, altri austeri o riformatori, altri ancora allegorici, documentando una necessità atavica della specie che va scomparendo in terra, quella della traccia, per essere assimilata in una quinta dimensione, uno spazio dell’immaginario diventato realtà: l’universo digitale.
Laura Migliano
Project
Madonna Celestiale Tour 2013
Media / Mixtape / Download
Photo Tour 2013
Photo Tour 2014
Facebook Event
Archive
Submit your icon for Madonna Celestiale
Instagram
Facebook
Ask
2 notes
·
View notes
Text
Tuttosullamusica
Tuttosullamusica è un progetto volto alla valorizzazione della musica e della danza a 360°, ma non solo. Tuttosullamusica vuole diventare nel tempo un'associazione culturale con degli obiettivi molto precisi tra cui appunto la sensibilizzazione sulla musica e della danza, anche nel territorio, sensibilizzazione della loro storia e delle loro origini, valorizzazione e approfondimenti sugli stili e sui generi della musica e della danza, ma anche con l'obiettivo di trattare di temi di attualità attraverso un forte mezzo di comunicazione ed espressione come quello della musica e delle discipline.
Tuttosullamusica porterà contenuti di vario genere, ma nel caso di Tumblr penso che lo renderò un vero e proprio blog, del progetto, dove esprimere pensieri, raccontare storie, commentare notizie, ecc., ecc., volti però al tema della musica e delle discipline
Questo vuole essere un primo contenuto di presentazione, ma l'attività partirà all'in circa nella metà di settembre. In un seguente post inserirò un paio di link sugli altri due social che fanno parte del progetto di cui il principale è attualmente Instagram. con il medesimo nome.
Spero che i contenuti che porterò su Tumblr possano piacervi e spero che possiate apprezzare questa nuova iniziativa.
Ci vediamo presto e stay tuned.
2 notes
·
View notes
Text
Fine Settembre.
Ieri c'era la luna piena e come sempre non ho dormito bene, pazienza, tanto dormire a che serve se poi ci si riposa in eterno dopo la morte?
Ma lasciando questi quesiti così macabri che al mattino non sono il massimo, passo alla notiziona del giorno. Il ministro, che se non era cognato della melona non avrebbe sicuramente fatto il ministro, ne dice un'altra delle sue, copio e incollo, "Abbinare il vino al benessere fisico con gli eventi sportivi". Allora, a parte che il benessere col vino non c'azzecca proprio, ora non sto qua a menarvela con cosa l'alcol provoca al nostro corpo e che sarebbe ideale non bere, ognuno fa quello che vuole, ma come dice l'articolo forse si riferiva a quel video norvegese del drink football, un video dove i giocatori devono scendere in campo ubriachi e che quando segnano gli viene fatto l'alcol test, na cosa ironica. No, pollofrigido non si riferiva a quel video, ma la sua sembra un'iniziativa seria, ma si può essere seri e proporre boiate simili sulla salute delle persone? Dopo la tizia che ha detto di costruire un'isola artificiale per ospitare i migranti e il mojito man che ogni giorno ne spara una, si capisce perfettamente che farei meglio il politico io anche a 3k al mese netti in tasca. Lasciando perdere di chi è la colpa, chi li ha votati, chi non è andato a votare, la sinistra ecc ecc, ma veramente ci sono persone che credono che sti qua siano dei bravi politici, tanto da votarli? Contenti voi.
Ieri Spock mi ha comunicato che il suo gatto "Gatto" (si chiamava così) è morto 😢 con molta probabilità avvelenato, purtroppo lui è in nave e non può constatare, ma le modalità con cui è morto fanno pensare appunto a quello, poverino 😢. Com'è possibile che ci siano persone così, sappiamo che i gatti passano ovunque e sicuramente attraversava lo spazio di qualcuno a cui dava fastidio, ma mi sembra strano visto che mi diceva che il gatto è parecchio schivo con gli estranei. Va bè oramai è tardi, mi dispiace povero Gatto.
Ricordate quella cosa del video della stampante, ma anche quella precedente del video della performance del matto col rullante? Mi ero impuntato che volevo una risposta, allora ero andato via help desk scrivendo che il video non è niente di che ecc ecc, oggi ho ricevuto una prima risposta, sta tizia Breanna, mi chiede di inviare il link del video, ma come ho scritto ieri ho eliminato instagram e relativa email di G, così facendo ho eliminato il video dal tubo, quindi ho rifatto il post e mandato il nuovo link, vi aggiornerò.
Ultime due cose, ieri pensavo di aprire un altro blog per i miei manufatti di arte visuale, però sono indeciso perché non sono molto prolifico e potrei anche postare una volta l'anno. Per chi è curioso ho fatto due ready made, niente di eccezionale, arte concettuale anche se i concetti sono chiari e non c'è molto da spiegare, ci penserò su.
Leggo un post su FB del tizio che abitava (o abita, non lo so) sotto casa dove stavo a CT, dove ora vive solo mia madre, anche lui suona anche se quello che fa non mi è mai piaciuto, comunque uno bravo, un pò testa di minchia, va bè ... dice che una volta si scriveva la musica prima di suonarla, e fin qua ok, poi dice che alla musica hanno precluso ogni futuro, ma dove? C'è una gran differenza tra la musica, che è la forma d'arte, e il commercio della musica, enorme differenza, siccome tutti vedete il commercio musicale, quello che vi spacciano per musica, allora pensate che la musica sia quello, non è vero, la musica non è quella robaccia li. Di musica nuova e anche valida il mondo è pieno, di persone che si ritrovano nei garage, nelle cantine, nei solai per dare vita a qualcosa di unico, anche inconsciamente, perché la musica è anche quello, l'unione di diverse idee musicali che trovano un filo conduttore per diventare brano, album, concerto o semplicemente puro divertimento per chi suona. Non fatevi abbindolare da quello che i media propongono perché la corruzione non aiuta l'arte e se il direttore di una radio sigla un accordo con una major per pubblicizzare dei brani è semplicemente commercio.
La musica è in continua evoluzione, l'ascolto no. John Cage.
Vi saluto con della musica astratta o quasi
youtube
1 note
·
View note
Text
… non bisogna conformizzarsi per essere felici. La standardizzazione è quanto di più lontano dalla realizzazione di essere unici, e sono quelli a essere realmente apprezzati e ricordati. Se vogliamo essere speciali
dobbiamo osare essere autenticamente noi stessi.
Sicuramente siamo i migliori interpreti di quel ruolo. Vi pare poco? Emmanuele Govoni - Che Profumo Ha Un Pixel?: 126 Racconti, Pensieri, Riflessioni sulla Vita e i suoi Paradossi
Ph Jack Davison
15 notes
·
View notes
Text
Ho postato 232 volte nel 2022
Sono 222 post in più del 2021!
19 post creati (8%)
213 post rebloggati (92%)
Blog che ho rebloggato di più:
@killiandestroy
@segretecose
@lasciva-puella
@pietroleopoldo
@aqua-regia009
Ho taggato 29 dei miei post nel 2022
#d'idilli e di pinakes - 10 post
#lucrezia ignone - 9 post
#taccuino - 3 post
#lignone - 3 post
#labc - 2 post
#università - 2 post
#studio - 2 post
#fisica - 2 post
#musica classica - 1 post
#italian tumblr - 1 post
Tag più lungo: 91 caratteri
#qualche peso dal petto va gettato oltre l'ostacolo e se si confonde col cuore non fa niente
I miei post migliori nel 2022:
#5
Sulla scrittura (in itinere) I
Non è dubbio che la percentuale di persone che si approcciano alla scrittura o, in maniera compiuta, arrivano a pubblicare qualche proprio scritto è aumentata in maniera molto forte nell'ultimo secolo o poco meno.
Mi rendo conto della poca veridicità della prima espressione, o meglio della sua incertezza. Non si può determinare con alcun grado di sicurezza, nel limite della coscienza della poca diffusa scolarizzazione e alfabetizzazione, chi fosse appunto in grado di scrivere versasse questa propria capacità nello stilare un diario personale come forma di auto analisi. Alcuni di questi diari sono stati poi pubblciati, se non dagli scrittori, da qualche altro amico o storico nel caso di personaggi rilevanti -- e non. Ad ogni modo l'atto della pubblicazione di un diario, se non avviata dallo scrivente stesso, non è da considerarsi intenzionale quando attuata da qualcun altro che si sia trovato in facoltà di occuparsi di queste scritture.
Questa stessa è una bozza che precede lo stilamento di un più compiuto e accessibile saggio a riguardo, limitatosi all'esperienza descrivente/scrivente che solo lateralmente tange quella del lettore e della biblioteca.
Si scrive per differenti ragioni. Alcune di queste, o almeno la premessa che spiega le mie, sono già state accennate in uno degli articoli precedenti, forse il primo davvero che sia stato posto qui. Si trattava però di inclinazioni personali e assolutamente particolari rispetto a quel dato progetto.
Esiste la scrittura come forma di autoanalisi, e di autogodimento o passatempo ("In treno porto sempre il mio taccuino: bisogna pur aver qualcosa di fantasmagorico da leggere"); e la scrittura come comunicazione, figlia istruita del parlato. Parlato si intende non interiore ne delirante ma estroverso e significativo.
Se è ovviamente lecito scrivere-pensare qualche ovvietà precedentemente espressa, è però altrettanto lecito scrivere-pubblicare la stessa? Non si intende un esempio in buona fede, ovvero lo scrivere-ideare qualche cosa di cui non si conoscono i limiti storici, perché laddove l'ignoranza sopperisce alla personalità non c'è maniera di determinare quanto già stato fatto. Esempio: può essere che queste ovvietà da me ripetute siano pari ad un prodotto pubblicato in altro luogo in altro tempo, oppure anche solamente compite e poi perdute nel tempo stesso.
Non si intende nemmeno il plagio vero e proprio. Si intende invece la limitatezza nella conoscenza, ovvero: giungo ad una conclusione, trovo che è già stata condivisa; prendo coscienza del fatto che questa conclusione sia già stata espressa, ma non rinuncio al mio diritto di esprimere la stessa. Questo si estende alla dimostrazione di data conclusione quando la stessa è conosciuta.
Va da sé che una forma tale in opera matematica non ha alcun senso. Discopro io una proposizione: la dimostro così com'è stata precedentemente dimostrata. Ora, non ha alcun senso che io pubblichi questo, anche perché relativamente facile constatare se nella letteratura questa mia pseudo-scoperta abbia un precedente identico.
Quando invece si parla di un proprio pensiero non strutturato--e che cosa rimane? Forse, ma stentatamente, la filosofia: negli ambiti della coscienza si scade velocemente nella più nera malafede: sicuramente nel romanzo e nella poesia, nella supposizione, nell'immaginazione. Ecco, indirizziamo il tiro: è lecita o significante la ripetizione nell'opera immaginativa-raziocinante non filosofica? Non si esclude che questa parte di ragionamento sia parte integrante stessa della supposizione, cioè soggetto e oggetto dell'elaborazione.
2 note - Postate 22 maggio 2022
#4
Le sconfitte di Napoleone
La tomba di Napoleone non l'ho veduta di persona. A Parigi ho incontrato le tombe di Voltaire, di Rousseau, di Skłodowska e di Hugo; non quella di Napoleone. Gargantuesco e pantagruelico (!) l'appetito di tanto porfido rosso! Un volume smisurato solido per un corpo piccolo tanto quanto un qualsiasi corpo umano.
Davanti alla tomba di Napoleone che sovrasta in altezza quattro uomini non mi sovvengono le vittorie di Napoleone ma la sua ultima sconfitta: quel tipo di sconfitta che in vita non è possibile riscontrare, perché terminale, sensibile solamente al termine della vita stessa; Napoleone non sarà mai tanto immortale quanto avrebbe desiderato essere. Non: non sarà mai immortale come aveva desiderato (vero per certi versi, inesatto per altri: morto, sì, ma solo nella coscienza di chi l'abbia avuto vicino in vita, così com'è vero per qualsiasi altra persona - che differenza apporta la morte di chi non hai fatto esperienza in vita? Una morte apparente o vita raccontata non distano) ma non tanto quanto avrebbe desiderato, cioè non effettivamente divino. Chissà. Tanto spreco di porfido (porfido o imitazione?) per una persona sola e per il gusto di perseverare nelle coscienze altrui lungo il brevissimo periodo di pochi secoli.
Pochi secoli non bastano ad una stalammite per estendersi di millimetri. Che cosa vogliamo mai fare noi, che non siamo roccia?
(Forse la reazione è proporzionale soltanto alla misura in cui ci si trova feriti dal constatare che l'ambizione altrui non è più vile della propria. Questa sera ogni forma di ambizione mi sembra olezzare di zolfo.)
2 note - Postate 12 ottobre 2022
#3
A proposito di diari
Tengo su per giù un paio di diari. Quello onorato è un quaderno cartaceo rilegato che porta incisa la partitura dell'Erlkönig di Schubert, con segnalibro a nastro rosso e foggia blu iridescente. Non è un oggetto artigianale ma ricade nell'intersezione di quei prodotti industriali altamente personalizzati—che non ho ancora valutato se sia lodevole o triste, decisione poco interessante finché i prodotti sono gradevoli e utili. L'acquisto di questo diario l'ho programmato ed è stato effettuato qualche mese fa—l'etá! Non ricordo se fosse addirittura l'anno scorso, e che sia testamento della confusione di quei giorni—a Pisa in questa maniera: stazione di Pisa, polo Fibonacci, Corso Italia, polo Fibonacci; a piedi, in ritardo sulla lezione. Chi conosce la città saprà valutare se un desiderio così sommariamente eseguito abbia avuto un senso. Insomma, questo diario è il Diario ed è cartaceo. L'ultima entrata è datata ad un generico Giugno 2022; prima di questa, giorni di aprile.
Tengo poi (stavolta in senso quasi letterale: supporto sullo smartphone) un diario digitale, i cui contenuti sono stati travasati da un altro diario digitale che a suo tempo aggiornavo con regolarità. Lo utilizzo per le foto perlopiù. Il mio archivio è personale e sui social gocciola residui che non sono un decimo del suo corpo—fotografo molto, in alcuni casi considerando quanto ritraggo e in molti altri per fermare un frammento temporale—che sfoglio spesso con amici al fianco. Questo diario è più simile ad un cestino: c'è affollamento, c'è anche disordine.
Il calendario (anche di quello ne tengo due copie, uno cartaceo a muro e l'altro virtuale) assume da sè certe innegabili caratteristiche di diario, ma siccome nessuno chiamerebbe mai diario un calendario e viceversa consideriamo i due oggetti sufficientemente distinti da indossare il paraocchi e proseguire coi libri in mano.
Il blog D'idilli e di pinakes così come questo blog informale non sono diari. Ritengo la pubblicazione negli spazi virtuali sempre più vicina alla pubblicazione editoriale che alla stesura di un diario, nonostante la bassa aspirazione contenutistica di alcuni social o dei loro avventori.
Sia nel Diario che nel blog principale ho trovato un vuoto consistente per i mesi di Aprile, Maggio e Giugno. Non sono stata male in quei mesi; tutt'altro: sospetto anzi questo, che la fortissima avversità—quasi fisica—avvertita negli ultimi mesi ogni qualvolta mi sono avvicinata alla pagina bianca sia derivata da un istinto di auto-preservazione. Temendo di scompigliare l'ordine precario della mia persona, non ho ardito scandagliare in lei nemmeno per fissarne le impressioni private. Ora mi sarebbe piaciuto ripensare quanto ho pensato nei mesi passati, ma non posso: almeno non più, almeno supponendo che io non pensi adesso quello che pensavo allora. Non c'è modo di dirlo: non lo ricordo piú.
In quei mesi non ho fatto poche cose di poco peso. Non fatico a ricordare i fatti: a casa la vita benedetta con mia madre, e a Bologna l'incontro con Vivica Genaux, la frequentazione con Carlo Vitali, le raccomandazioni. Sono i pensieri il problema. Nemmeno ora faccio poco: ho un esame in vista (di cui non riesco a prevedere l'esito, ma il cui materiale mi piace); oggi ho dato le mie prime ripetizioni di matematica, che male non fa; sono volontaria di un collettivo freschissimo e socia di un'associazione storica in cui mi si prospettano incarichi rilevanti; ho due viaggi non brevi in programma e un coniglietto che mi rallegra il cuore quando dorme sopra di lui.
Eppure i fatti non mi bastano,
e alla me di ieri avrei voluto chiedere che cosa abbia pensato proprio mentre riteneva che i suoi pensieri non fossero meritevoli di essere ricordati.
Gli scritti come questo non sono rivisti e non nascono (o almeno non muoiono) per essere letti sul mio vero blog, lucreziaignone.wordpress.it — si chiama D'idilli e di pinakes. D'idilli e di pinakes si chiama anche il tag con cui cercare i miei scritti in questa pagina, auspicando la possano presto prendere d'assalto e asservirsi ad un vero, astratto diario umano.
2 note - Postate 30 giugno 2022
#2
'A serenata 'e Pulecenella Domenico Cimarosa (1749)
Peppe Barra e Angelo Branduardi
3 note - Postate 5 luglio 2022
Il mio post numero 1 del 2022
Question: how does one get into the Frev community?
It sounds fun
10 note - Postate 24 aprile 2022
Guarda ora l'Analisi del tuo anno 2022 di Tumblr →
#tumblr2022#bilancio annuale#Il mio bilancio dell'anno 2022#Il tuo bilancio annuale#year in review#my 2022 tumblr year in review#your tumblr year in review
3 notes
·
View notes
Text
Jaywork Music Group, idee e risorse per DJ e produttori
L'idea giusta, per chi è DJ o vuol diventarlo, è iscriversi alla newsletter di Jaywork Music Group - www.jaywork.com/newsletter una miniera di nuove tracce tutte da ascoltare e perfette per i club. Non solo, Jaywork sta ottenendo ottimi risultati in tanti DJ Pool di riferimento. Ad esempio, su Digital DJ Pool mentre scriviamo ci sono 5 tracce in Top Ten, tra cui una di Stefano Mattara al primo posto - https://digitaldjpool.com/record-pool/charts/house - Nella chart elettronica dello stesso sito, invece, ecco al numero uno Roby B, mentre su Masspool MP3 in Top 50 c'è Simone Berto.
Non è affatto da sottovalutare anche l'utile blog di Jaywork Music Group, in cui si possono trovare tanti consigli utili sulla propria attività di DJ e produttore. Ad esempio, molti artisti sottovalutano l'importanza di Beatport come luogo in cui promuovere la propria musica e non solo come shop musicale. E' fondamentale in questo contesto farsi vedere e sentire in modo professionale. Ad esempio, serve Creare le proprie DJ Chart. "Può aiutarti a far conoscere il tuo gusto musicale, a mettere in luce le tracce che ami e a costruire il tuo profilo come artista influente. E la parte migliore? È più facile di quanto tu possa immaginare!", scrive Jaywork sul suo blog.
COS'E' JAYWORK MUSIC GROUP
Jaywork Music Group è presente ed attiva sul mercato discografico dal 1998. Dal 2011 Luca Facchini, dj e produttore, ha acquisito il marchio e tutto il catalogo trasferendolo a Ferrara per proseguirne l'attività discografica. Dal 2018 Luca Peruzzi diventa A&R delle Label di Jaywork e gestisce il gruppo con Luca Facchini. Jaywork Music vanta all'attivo la produzione di numerose Hit tra le quali il progetto "2Black" con la notissima "Waves of Luv", che ricalca il grande successo del brano musicale "In alto mare" di Loredana Bertè.
Jaywork Music attraverso le sue etichette discografiche si propone di dare spazio e scoprire nuovi talenti emergenti in Italia e non solo, essendo proiettata nel futuro ed alla costante ricerca di contenuti innovativi. Jaywork Music dispone di numerose Sub-Labels che abbracciano vari generi e stili musicali, dalla musica Italiana alla musica Dance. "Se siete dei produttori e state cercando un etichetta discografica sempre in evoluzione, Jaywork è la vostra scelta migliore", spiegano Luca Facchini e Luca Peruzzi.
0 notes
Text
Jaywork Music Group, idee e risorse per DJ e produttori
L'idea giusta, per chi è DJ o vuol diventarlo, è iscriversi alla newsletter di Jaywork Music Group - www.jaywork.com/newsletter una miniera di nuove tracce tutte da ascoltare e perfette per i club. Non solo, Jaywork sta ottenendo ottimi risultati in tanti DJ Pool di riferimento. Ad esempio, su Digital DJ Pool mentre scriviamo ci sono 5 tracce in Top Ten, tra cui una di Stefano Mattara al primo posto - https://digitaldjpool.com/record-pool/charts/house - Nella chart elettronica dello stesso sito, invece, ecco al numero uno Roby B, mentre su Masspool MP3 in Top 50 c'è Simone Berto.
Non è affatto da sottovalutare anche l'utile blog di Jaywork Music Group, in cui si possono trovare tanti consigli utili sulla propria attività di DJ e produttore. Ad esempio, molti artisti sottovalutano l'importanza di Beatport come luogo in cui promuovere la propria musica e non solo come shop musicale. E' fondamentale in questo contesto farsi vedere e sentire in modo professionale. Ad esempio, serve Creare le proprie DJ Chart. "Può aiutarti a far conoscere il tuo gusto musicale, a mettere in luce le tracce che ami e a costruire il tuo profilo come artista influente. E la parte migliore? È più facile di quanto tu possa immaginare!", scrive Jaywork sul suo blog.
COS'E' JAYWORK MUSIC GROUP
Jaywork Music Group è presente ed attiva sul mercato discografico dal 1998. Dal 2011 Luca Facchini, dj e produttore, ha acquisito il marchio e tutto il catalogo trasferendolo a Ferrara per proseguirne l'attività discografica. Dal 2018 Luca Peruzzi diventa A&R delle Label di Jaywork e gestisce il gruppo con Luca Facchini. Jaywork Music vanta all'attivo la produzione di numerose Hit tra le quali il progetto "2Black" con la notissima "Waves of Luv", che ricalca il grande successo del brano musicale "In alto mare" di Loredana Bertè.
Jaywork Music attraverso le sue etichette discografiche si propone di dare spazio e scoprire nuovi talenti emergenti in Italia e non solo, essendo proiettata nel futuro ed alla costante ricerca di contenuti innovativi. Jaywork Music dispone di numerose Sub-Labels che abbracciano vari generi e stili musicali, dalla musica Italiana alla musica Dance. "Se siete dei produttori e state cercando un etichetta discografica sempre in evoluzione, Jaywork è la vostra scelta migliore", spiegano Luca Facchini e Luca Peruzzi.
0 notes
Text
Saremo noi: Giorno 1
Così, all'improvviso, ho deciso di tornare. Se mi seguite sui miei vari canali forse saprete che ho messo da parte Instagram per dedicarmi alla scrittura e al mio blog personale. Quando è arrivato il momento di decidere dove postare questi aggiornamenti giornalieri però il mio sito ufficiale non mi è sembrato il luogo adatto: preferisco riservare il mio blog personale a contenuti più a lungo termine. Perciò eccomi qua! Ho iniziato un nuovo libro. Avevo deciso di riprendere ufficialmente a scrivere a novembre, ma novembre è arrivato così all'improvviso che stamattina ammetto di essermi trovatɘ in difficoltà. I miei piccoli rituali però mi hanno aiutato e qualcosa ho finito con lo scriverlo.
Quante parole ho scritto: 983 // 983 (totale)
Quando ho scritto: dalle 9:00 alle 11:00.
Che musica ho ascoltato: Brani dalla mia playlist del romanzo. In particolare ricordo Nella vasca da bagno del tempo di Erica Mou; Writer in The Dark di Lorde; xanny di Billie Eilish; What Was I Made For? di Billie Eilish; Carlo di Celeste Gaia; You Keep Me Crawling di AURORA.
Osservazioni: Come al solito i miei personaggi secondari prendono vita nel momento in cui li metto sulla pagina. Le zie di Cielo sono fantastiche e non vedo l'ora di farle venire fuori ancora di più.
Estratto di oggi: Vi lascio l'incipit provvisorio dal punto di vista di Cielo, una delle due protagoniste.
La lista appesa al mio armadio mi guida nella sequenza di gesti quotidiani che ho ripetuto decine di volte da quando sono arrivata alla villa di zia Ebe, ma che ogni volta mi richiedono la stessa fatica. Oggi non è un giorno come gli altri, ma lo faccio cominciare esattamente allo stesso modo. Sveglia. Accendi la lampada di sale rosa. Metti la maschera per gli occhi e i tappi per le orecchie a loro posto sul comodino. Scendi dal letto. Vai in bagno. Lavati. Vestiti con gli abiti che hai preparato la sera prima. Fai colazione. Al tavolo della cucina mia zia Ebe sfoglia un quotidiano e mi lancia di soppiatto occhiate allarmate da dietro le lenti quadrate dalla montatura spessa e la sua tazza di caffé quando pensa che non la stia guardando, ma me ne accorgo sempre. Zia Clara inspira i vapori della sua tisana alla malva con gli occhi chiusi. Ha già il volto macchiato di giallo navone e verde petrolio. Ogni giorno cambia l’ora della sua sveglia seguendo l’oscillazione delle albe e dei tramonti per poter dipingere con la prima luce del mattino. «Oggi sarà una bella giornata.» Fuori dalla finestra il cielo è quasi indaco, senza nuvole. «Non dovrebbe piovere per tutta la settimana.» Zia Clara sbircia da un’occhio e sorride. «Voglio dire che quando mi sono alzata stamattina ho sentito delle forti energie positive. Oggi succederà qualcosa di bello. Di importante.»
Per il momento è tutto. Ci si vede domani!
0 notes
Text
Oggi una strategia ben definita su YouTube può sicuramente accelerare il successo di un artista o musicista. YouTube è una delle piattaforme più potenti per il lancio di carriere nel settore musicale grazie alla sua portata globale e alla possibilità di connettere direttamente l'artista con il pubblico. Ecco alcuni punti chiave per una strategia efficace:
1. Creare un'identità chiara
Branding coerente: Il canale YouTube deve avere un'identità visiva chiara e professionale (logo, banner, foto profilo) che rappresenti lo stile dell'artista.
Descrizione efficace: La descrizione del canale e dei video deve essere coinvolgente e includere parole chiave rilevanti per essere facilmente trovati.
2. Caricare contenuti regolarmente
La costanza è fondamentale su YouTube. Un caricamento regolare di contenuti aiuta a mantenere il pubblico coinvolto e a migliorare il posizionamento nei risultati di ricerca.
Video di performance dal vivo, versioni acustiche, cover e dietro le quinte sono un buon modo per variare i contenuti.
3. SEO per YouTube
Usare titoli, descrizioni e tag ottimizzati con parole chiave rilevanti aiuta ad aumentare la visibilità dei video. Anche le miniature personalizzate sono essenziali per catturare l’attenzione.
Includere parole chiave come il genere musicale, il nome dell’artista, titoli di canzoni famose se si fanno cover.
4. Engagement con il pubblico
Rispondere ai commenti, fare sondaggi e creare connessioni con i fan sono attività importanti per costruire una base di follower fedeli.
Le live stream possono essere utilizzate per interagire in tempo reale con i fan, rispondere alle loro domande e fare performance dal vivo.
5. Collaborazioni
Le collaborazioni con altri artisti o creator su YouTube possono aiutare ad espandere il pubblico. Questo può includere featuring in brani o video musicali, o semplici video in cui ci si scambia esperienze o si parla di musica.
6. Promozione sui social
Collegare YouTube ad altri canali social come Instagram, TikTok e Twitter per promuovere i video, estrarre brevi clip e aumentare il traffico verso il canale.
Teaser o clip brevi sui social media possono invogliare gli utenti a vedere il video completo su YouTube.
7. Playlist e algoritmi
Creare playlist personali con la propria musica e aggiungere altre canzoni simili può aumentare la visibilità grazie ai suggerimenti automatici di YouTube.
Entrare in playlist curate o essere inclusi nei video di tendenza è un grande vantaggio.
8. Monetizzazione e partnership
Una volta raggiunto un certo livello di successo, iscriversi al Programma Partner di YouTube per monetizzare i video. Inoltre, è possibile cercare sponsorizzazioni con marchi che si allineano al profilo dell'artista.
9. Storytelling attraverso i video
Raccontare una storia attraverso i video, che si tratti del significato di una canzone o del processo creativo, aiuta a coinvolgere emotivamente il pubblico.
10. Collaborazioni con i media e piattaforme esterne
Interagire con blog musicali, podcast o radio per ottenere visibilità aggiuntiva e fare in modo che i video su YouTube abbiano più copertura.
Utilizzare queste strategie permette di crescere in modo organico, creare un pubblico fedele e ottenere maggiore visibilità sulla piattaforma, accelerando così il percorso verso il successo.
ALTRI ARTICOLI
MIGLIORARE IL PAGERANK
CREATORE DI CONTENUTI
ARTICOLISTA
0 notes