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"Lo Schiaccianoci": L’Accademia Ucraina di Balletto incanta Alessandria
Sabato 21 dicembre, il Teatro Alessandrino ospita il celebre balletto natalizio con la magia della fiaba e la perfezione della danza classica.
Sabato 21 dicembre, il Teatro Alessandrino ospita il celebre balletto natalizio con la magia della fiaba e la perfezione della danza classica. “Lo Schiaccianoci” ad Alessandria: un evento imperdibile L’Accademia Ucraina di Balletto debutta al Teatro Alessandrino di Alessandria sabato 21 dicembre alle ore 21, con una straordinaria rappresentazione de “Lo Schiaccianoci”. Questo balletto, simbolo…
#Accademia Ucraina di Balletto#Accademia Ucraina spettacoli#Alessandria today#balletti classici in Italia#balletti natalizi#Balletto classico#biglietti Schiaccianoci#Clara e lo Schiaccianoci#coreografie tradizionali#cultura ad Alessandria#Danza classica#danza e magia#danza internazionale#eventi culturali Alessandria#eventi imperdibili Alessandria#eventi natalizi#favole sul palco#FIABA DI NATALE#fiaba natalizia#Google News#italianewsmedia.com#Lo Schiaccianoci#Magia Natalizia#musica e danza#Natale 2024 Alessandria#Pier Carlo Lava#Re dei Topi#regno incantato#spettacoli di qualità#spettacoli dicembre 2024
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ACCADEMIA UCRAINA DI BALLETTO presenta IL LAGO DEI CIGNI TAM Teatro Arcimboldi Milano Venerdì 9 febbraio ore 21.00 Sabato 10 febbraio ore 15.00 e ore 20.00 Domenica 11 febbraio ore 16.00
Dopo il tre sold-out di Schiaccianoci, al prestigioso TAM Teatro Arcimboldi Milano, tornano, nei giorni 9, 10 e 11 febbraio 2024, nello stesso prestigioso teatro, gli allievi dell’Accademia Ucraina di Balletto. E questa volta verrà messo in scena il balletto d’eccellenza del repertorio classico: IL LAGO DEI CIGNI.
Per la grande richiesta di biglietti, sono stati aggiunti gli spettacoli di venerdì 9 febbraio alle 21.00 e di sabato 10 febbraio alle 15.00.
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Torna a Milano “Lo Schiaccianoci” del Balletto di Milano, in scena al Teatro Lirico Giorgio Gaber
Torna a Milano “Lo Schiaccianoci” del Balletto di Milano, in scena al Teatro Lirico Giorgio Gaber Dopo un’estate segnata dal trionfo di Carmen in Spagna con ben 23 spettacoli nel mese di luglio e i due prestigiosissimi tour nei Paesi Baltici e in Marocco in apertura di stagione, il Balletto di Milano ritorna nella sua Città dove, al Teatro Lirico Giorgio Gaber, presenterà il suo Schiaccianoci, primo dei tre appuntamenti in programma. In marzo la Compagnia ritornerà sul palcoscenico milanese con Carmen (2 e 3) e Notre-Dame de Paris (27). Immancabile nel periodo natalizio, l’esclusiva versione del celebre balletto di Tchaikovsky si ispira agli anni ’20 e si contraddistingue per l'originale coreografia, la frizzante interpretazione e la colorata mise en scène. Il rosa dei raffinati arredi e preziosi costumi del primo atto si sfuma nell'azzurro cinerino della nevicata con fiocchi danzanti sulle punte nei loro tutù ricamati d'argento. Mille le pennellate di colori per il divertissement: dal rosso della Spagna e Russia al giallo oro della Cina a un delicato lilla per il Valzer dei Fiori. Meravigliosa ed abbagliante la coppia dei protagonisti Amanda Hall e Gianmanuele D’Elia, al loro debutto nei rispettivi ruoli di Clara e il Principe. Americana alla sua seconda stagione con il Balletto di Milano, Amanda Hall ha già dato sfoggio di tecnica impeccabile e grande carisma come Esmeralda in Notre-Dame e Carmen, mentre Gianmanuel D’Elia, ventenne di formazione scaligera, è al suo esordio. Attesissimo come sempre Alessandro Orlando come Drosselmeier, precettore della piccola Clara, qui mago eccentrico che conduce la vicenda. Non da meno tutti gli altri componenti dell'ensamble il cui talento è ben valorizzato nelle tante danze del primo atto e nel divertissement del secondo che vede impegnati Alessia Sasso e Hiroki Inokuchi nella danza araba, Giusy Villarà e Mattia Imperatore nella spagnola, Arianna Soleti e Romain Vandersmissen nella russa, Paloma Bonnin e Ramon Valls nella cinese, Annarita Maestri, Gioia Pierini e Leo Rech nella pastorale. Completano il cast Paolo Radogna, dispettosissimo Fritz, Akira Tamakoshi, Gaia Buono, Giulia Gasparini, Sofia Gironi e Sinthya Pezzoli. Dopo Milano pronti per i nuovi tour, attesissimi sui piu prestigiosi palcoscenici italiani e in Francia, Spagna e Svizzera. Anche questa stagione sono in programma oltre 100 spettacoli con ben sei produzioni diverse. Oltre Schiaccianoci, sono in programmazione Carmen, Notre-Dame, Romeo e Giulietta, La vie en rose... Bolero e il Galà Grandi Balletti. Lo Schiaccianoci – balletto in due atti su musiche di P.I. Tchaikovsky Coreografia di Federico Veratti - Scenografia di Marco Pesta – Costumi Atelier Bianchi Milano Teatro Lirico Giorgio Gaber - Milano - Venerdì 1 dicembre 2023 e sabato 2 dicembre ore 21.00, domenica 3 dicembre 2023 ore 16.00 - Per informazioni scrivere a [email protected] - Online ticket - Biglietti a partire da 30 euro... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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MotusArtis la musica, il bel canto e la poesia si incontrano nel movimento della danza. Le arti si fondono per dare vita ad uno spettacolo ricco di emozioni.
Lo spettatore intraprenderà un’ appassionante viaggio nel mondo dell’arte, accompagnato dalla splendida voce del soprano Tatiana Chivarova, che dopo gli studi al Conservatorio di Sofia e alla Scuola di canto del Teatro alla Scala di Milano ha cantato in diversi teatri: Teatro alla Scala di Milano (La Forza del Desino), Israeli Opera di Tel Aviv (Nabucco), Teatro Massimo Bellini di Catania (Turandot) – Sofia, Linz, St. Gallen, Treviso, Rovigo, Livorno, Mantova, Pisa, Lucca, Rotterdam, Stuttgart (Macbeth), Toulon (La Gioconda), Madrid (Fidelio), Teatro Regio di Torino (Turandot).Sarà accompagnata al pianoforte dal Maestro Marzio Fullin che è stato docente alla Scuola di perfezionamento del Teatro alla Scala dove ha collaborato in diversi spettacoli dello stesso teatro.
La parte della danza sarà interpretata dalle ballerine della MotusVitae che si esibiranno sulle coreografie di Elena Gigliucci, direttore artistico e coreografa di Motusvitae, accompagnate da Akos Barat, che dopo il diploma all’opera di Budapest ha ballato nel corpo di ballo dell’opera di Budapest, del Balletto di Zurigo, del Teatro alla Scala, ha partecipato a tournée con il Covent Garden di Londra, il Bunka Kaikan di Tokyo, il Pfalzbon Theatre Ludvigshafen e altri teatri all’estero e in Italia. Lo spettacolo sarà guidato dalle poesie interpreate dalla voce della doppiatrice Dania Cericola.
Akos Barat, Dania Cericola e il corpo di ballo di MotusVitae nel balletto “Lo Schiaccianoci”.
I biglietti si possono prenotare inviando una mail a [email protected]
XOXO
Laura
MOTUS ARTIS – DANZA, CANTO E POESIA AL TEATRO LABARCA DI MILANO MotusArtis la musica, il bel canto e la poesia si incontrano nel movimento della danza. Le arti si fondono per dare vita ad uno spettacolo ricco di emozioni.
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CRONACHE DAL PACIFICO: STORIA DI UN’ORCA ASSASSINA
Rob Benatti
Se leggi le mie parole, devi prenderti anche il dolore.
0. Profilo criminale di un ribelle
Nome: Tilikum. Causa della morte: ridotto in cattività nel 1983, per almeno 33 anni. Origine: rapito da cucciolo nelle acque dell'Islanda oltre tre decenni fa. Stato autoptico: deceduto il 6 gennaio 2017, alla precoce età di 36 anni, per infezione batterica. Aspettativa di vita media in condizioni di libertà: 70/80 anni, ma l’orca Granny è arrivata a 105 anni.
1. Il rapimento e il primo repentino caso di presunto omicidio
Nonostante fosse un’orca, mammifero che in italiano è declinato al femminile, Tilikum era un maschio da reddito. Le cronache raccontano che fu rapito nel 1983, all’età di due anni nelle vicinanze dell’Islanda. Fu innanzitutto portato in Canada, a Victoria, nel parco di Sealand of the Pacific, dove conobbe Nootka IV e Haida II, tanto per chiarire la fantasia onomastica degli interessati. Con Haida II mise al mondo il primo figlio, chiamato Kyuquot (dal nome di una riserva indiana situata nell’isola di Vancouver), nato il 24 dicembre 1991. Non certo il caso volle che, poco prima del parto, sempre lo stesso giorno, l’allora addestratrice di Tilikum trovò la morte. La giovane Keltie Byrne, una biologa di 21 anni che lavorava part time, scivolò sul bordo bagnato e sdrucciolo della piscina. Tilikum e le due altre orche tirarono l’addestratrice in profondità, fino a quando non annegò. In seguito all’evento, Tilikum fu imprigionato in una stretta vasca e il 9 gennaio 1992 fu deportato nell’impianto di SeaWorld con sede a Orlando in Florida, in condizioni climatiche completamente diverse a 6000 km di distanza. La sede Sealand of the Pacific chiuse i battenti poco dopo. In fondo, Tilikum viveva in una vasca di 6 mt x 9 mt, delimitata dalle boe. E le orche valevano sul mercato milioni di dollari. 2. Il secondo caso di presunto omicidio La cattività dei mammiferi marini, abituati ai grandi spazi oceanici, non si svolge mai sotto una buona stella né sotto il brillare del buon senso. Il 6 luglio 1999 Daniel Patrick Dukes venne trovato morto nella piscina di Tilikum. L’uomo era entrato in SeaWorld il giorno precedente e si era nascosto nel parco prima della chiusura. L’analisi dell’autopsia dimostrò che Dukes era deceduto nudo per annegamento, però in aggiunta portava i segni dei morsi di Tilikum. Per il medico legale, le ferite erano state causate premortem e postmortem. L’ufficio stampa di SeaWorld diffuse più banalmente la notizia di un caso di ipotermia. Trovarono i pezzi del corpo di Dukes sul fondo della piscina, in particolare i testicoli dell’uomo. L’orca aveva creato la sua coreografia, teneva il cadavere sul dorso al pari di un trofeo. Tuttavia, alcuni giornali - per esempio, lo Houston Chronicle - riportarono in modo neppure troppo sommesso la possibilità che Dukes volesse avere un rapporto sessuale con il cetaceo. L’ex addestratore Mark Simmons sostenne con i giornalisti la tesi dei legali di SeaWorld: "Tilikum non ha mai avuto una inclinazione aggressiva". I vertici della società tacquero sui dati in loro possesso: SeaWorld aveva registrato dagli anni ‘70 più di 80 attacchi. Di lì a poco Simmons abbandonò il lavoro di addestratore, pur affermando ai media che la ribellione di Tilikum non dipendeva dalla cattività, e quindi dalla sua storia biografica, ma bensì dai geni. Una credulità scientista che ha provocato vere e proprie epurazioni etniche di animali ritenuti “problematici” in giro per il mondo. 3. Il terzo caso di presunto omicidio Con la lunghezza di 6.89 metri e il peso di 5.44 tonnellate (dati rilevati nell’inverno 2009/2010), Tilikum era una delle orche più grandi tenute in cattività e si faceva facilmente identificare rispetto alle altre orche per via della pinna dorsale incurvata a sinistra. Un segno riconosciuto di stress e problemi di adattamento all’ambiente. Proprio nel periodo di quelle misurazioni, dimostrò di aver imparato a giocare con la sua nuova addestratrice: Dawn Brancheau. I turisti si divertono, applaudono, fotografano e gridano nell’arena del Shamu Stadium con 5.500 posti a sedere, mentre mangiano popcorn al gusto di formaggio e le orche spruzzano acqua in giro con le pinne della coda. Assomigliano allo spettacolo di un camion che danza lo Schiaccianoci di Pyotr Ilyich Tchaikovsky, messo in scena da Walt Disney. Il 24 febbraio 2010, il trainer Jan Topoleski raccontò che Tilikum aveva afferrato la coda di cavallo della quarantenne Brancheau per portarla nel fondo della vasca come una bambola, facendola affogare. Gli osservatori ipotizzarono che l’orca aveva considerato i capelli dell’addestratrice al pari di un ninnolo divertente, uno dei trucchi di varietà che la donna carismatica voleva insegnare all’animale, ma un video evidenziò che Tilikum aveva trascinato la Brancheau sul fondo afferrandole anche un braccio. In ogni caso, i dirigenti di SeaWorld attribuirono la morte al comportamento poco professionale e incauto della Brancheau. Topoleski attivò velocemente la sirena della vasca. Trasmise un cosiddetto "Segnale 500" sulla rete radio di SeaWorld, chiedendo un salvataggio in acqua nella piscina G. Il personale arrivò sulla scena. "È stato spaventoso", dichiarò Susanne De Wit, una turista olandese, agli investigatori: "L’orca era davvero selvaggia”. Il personale di SeaWorld colpì a schiaffi la superficie dell'acqua, ordinando a Tilikum di liberare la Brancheau. L’orca immersa nel trambusto generale ignorò il comando. Si affrettarono a calare una rete per cercare di separare Tilikum dalla Brancheau e per condurre l’animale in una vasca laterale, la piccola piscina medica dotata di una piattaforma di sollevamento. Sul congegno meccanico l’orca poteva essere portata fuori dall'acqua e tenuta sotto controllo. La Brancheau lottò duramente. Era una forte nuotatrice, molto allenata, ma non funzionò. Pesava solo 55 chili e non poteva competere con un’orca di quasi 6 tonnellate. Riuscì a liberarsi e nuotare verso la superficie, però Tilikum l’afferrò di nuovo. Prima da un piede, poi dal collo della muta. Le pinne di gomma della Brancheau galleggiavano già disperse in superficie. Nel frattempo, chiamarono i pompieri e Thomas Tobin, il paramedico, dichiarò al telefono: “Un'orca ha divorato una delle addestratrici”. Tilikum "la spingeva con il suo naso come se fosse un giocattolo", riferì Paula Gillespie, una delle visitatrici che fissavano la scena dalla finestra subacquea con ancora l’odore di chips al bacon sulle dita, il gigantesco schermo di vetro temperato la fece sentire al cinema. Alcuni bambini cominciarono a piangere sconvolti dalle grida degli adulti. I dipendenti di SeaWorld allontanarono tutti con l’ansia dei militari. C’erano troppi soldi sul tavolo a Orlando: ogni anno, 6 milioni di visitatori, moltiplicati per biglietti da 78.95 dollari. Gente simile non si accontenta di vedere i pesci nuotare. Lo spettacolo intitolato bizzarramente A cena con Shamu (come vedremo in seguito, lo spirito dell’orca Namu aleggiava ancora nell’aria) trovò il suo epilogo maldestro. La muta della Brancheau imitava la morfologia delle orche, forse si credeva l’erede femminile di Namu, per l’appunto l’orca attrice della United Artists. Tilikum continuò a trascinare la Brancheau più volte nelle profondità della piscina, scuotendola con violenza. Infine, 20 minuti dopo dall’inizio della scena, gli addetti riuscirono a guidare l’orca sul sollevatore per il controllo medico. Anche fuori dall’acqua, Tilikum non rinunciò al gioco di varietà che le avevano insegnato. Per aprirgli le mascelle, gli addestratori dovettero forzare la presa con un bastone. Un pezzo del braccio dell’addestratrice uscì dalla bocca dell’enorme mammifero predatore. Lui tentò di afferrarlo ancora una volta e lo ingoiò. La donna era senza scalpo. I colleghi della Brancheau tagliarono la muta nera e bianca. Non aveva più battito cardiaco. I paramedici tentarono con un defibrillatore, ma era chiaro che il carisma della circense non c'era più. Anche le bambole con la coda di cavallo bionda annegano. Qualcuno stese un telo sul suo corpo. Tilikum l'aveva uccisa. Come fosse una foca, oppure una guardia carceraria, un nemico che invade lo spazio vitale, tra grida, musica da stadio, ordini improrogabili, trilli e sirene. Tutti i protocolli di sicurezza avevano fallito. Lo sceriffo della Contea di Orange identificò il caso n. 10-16715.
In questa storia non si vuole mancare di rispetto a Dawn Brancheau. Tuttavia, il lettore attento ha sicuramente notato uno sviluppo bizzarro della narrazione, alquanto metaforico. Un’orca dal nome indiano dei nativi d’America viene addomesticata per essere cavalcata come fosse un toro da rodeo, nel migliore stile degli yankee. E il nativo indiano non si fa completamente addomesticare, si ribella e toglie lo scalpo alla cowgirl che s’impegna ogni giorno per sottomettere un animale che ricorda la libertà dell’oceano.
Foto 1: Costantemente sotto controllo: turisti provano l’ebbrezza di osservare Tilikum alla finestra subacquea (Blackfish, Magnolia 2013) 4. Le orche sono schiave circensi
Prima di allora, le orche in cattività avevano effettuato innumerevoli tentativi di liberazione, con un solo esito mortale in Spagna: nel 2009, il maschio Keto aveva ucciso l’addestratore Alexis Martinez in una vasca del Loro Parque di Tenerife, nelle Canarie. L’evento passò quasi inosservato. Anche Keto proveniva dalla sede di SeaWorld in Florida. Gli attivisti per i diritti degli animali crearono un grande movimento di opinione per difendere Tilikum, il movimento più intenso almeno da quando tentarono di liberare Keiko, la star di successo del film Free Willy (1993), prigioniero del misero parco marino di Città del Messico, il famigerato Marineland. Keiko, anche lui catturato in Islanda, era scomparso nel 2003 all’età di 27 anni. La Warner Bros. voleva l’happy end e sganciò fior di quattrini per creare il caso pubblicitario da dare in pasto al pietismo hollywoodiano. Liberato, Keiko nuotò 1.400 km per raggiungere un fiordo norvegese e lasciarsi morire di disperazione. Anche le orche subiscono traumi motivati dalla violenza delle relazioni interspecie e la loro pazzia è sociale, affezionata. Checché ne dicano gli etologi scientisti, quelli delle gabbie d’acciao, dei pulsanti colorati e dei tubi che dispensano cibo secondo il modello nazista di Burrhus Frederic Skinner. Si nasconde all’opinione pubblica che le orche tenute in cattività hanno i denti rotti per i tentativi di spezzare le reti di metallo. Un’attivista ha descritto bene alla CNN la condizione delle orche: “Se foste in una vasca da bagno da 25 anni, non vi sentireste un po’ irritati, aggressivi, e forse un po’ psicotici?”
Il giornalista Tim Zimmermann ha affermato, invece, l’aspetto biografico ed esistenziale delle orche: “Per capire la morte della Brancheau, è necessario capire la vita di Tilikum. È necessario sapere da dove veniva e che cosa ha vissuto nel corso degli anni precedenti all'attacco. È necessario capire come la vita in un parco marino sia diversa dalla vita in natura. È necessario prendere in considerazione i modelli di comportamento che l’hanno resa l’orca più letale della storia dei parchi marini. Solo allora si può cominciare a capire come la sua vita sia diventata lo strumento della morte di Dawn Brancheau.”
Passò poco più di un anno di isolamento forzato e il 29 marzo 2011 SeaWorld notificò ai media che Tilikum sarebbe tornata a prendere gli applausi rivolti alle orche tenute in cattività.
Foto 2: Tilikum in un momento di pausa nell’arena di Orlando (SeaWorld) 5. Questione di nomi Il pubblico sapeva poco sulle orche al di là del nome minaccioso. Senza tenere conto che sono i membri più grandi della famiglia dei delfinidi (Cetacei Odontoceti) e che la fama di killer deriva dai pescatori che sparavano contro le orche quando si avvicinavano alle loro riserve di salmoni e aringhe, oppure alle balene e balenotteri che miravano di arpionare. Effettivamente, l’aggettivo macabro fu inventato dai balenieri perché le orche sottraevano una preziosa fonte di ricchezza, come se i balenieri non fossero degli assassini. Il nome orca deriva dal latino orcus, ovvero orco il dio degli inferi. Fu attribuito da Linneo nel 1758. Dal punto di vista linguistico è evidente, tuttavia, che la definizione è il frutto di un fraintendimento, siccome in greco antico l’espressione ὄρυξ a cui si riferiva Linneo significa semplicemente grosso pesce. In Inghilterra, l’orca è spesso chiamata blackfish, in Russia kasatka, in Giappone shachi, in eskimese sverdifscur. La fama infernale (Orcinus Orca, il demone orco) fu diffusa anche dal film horror L’orca assassina, uscito sulla scia di Lo squalo, tratto dall’omonimo romanzo di Arthur Herzog (Pocket, 1977) e prodotto da Dino de Laurentis lo stesso anno. Il pubblico dei parchi marini aumentò tra i brividi di paura e le risate.
Foto 3: Tilikum durante un esercizio circense, mentre il pubblico esulta (SeaWorld) 6. Una storia di soldi e faccendieri
È inutile stupirsi, quando gli eventi sono preceduti da una storia basata sul profitto. I dati riportati da Zimmermann sono amari: le orche sono diventate attrazioni nei parchi marini dal 1965 in poi. Vale a dire da quando Edward “Ted” Griffin, il proprietario del Seattle Marine Aquarium, comprò un’orca nella Columbia Britannica per 8.000 dollari. Con l’animale girò il film Namu, the Killer Whale (edizione italiana: Namu - La mia amica orca), distribuito nel 1966 dalla United Artists. Così, nacque l’industria dell’intrattenimento basato sulle orche. Namu morì il mese seguente al rilascio del film, il 7 settembre, a causa di una infezione intestinale. Il film divenne celebre anche per la ballata composta da Tom Glazer sulla triste storia di Namu: “Vivi e lascia vivere, lascia che la natura sia la tua maestra, rispetta la vita della creatura tua compagna. Vivi e lascia vivere, qualunque cosa tu faccia e ricorda sempre l’orca assassina Namu.” Pare che Ted Griffin, citato nei titoli di testa come consulente tecnico, non abbia tratto molto giovamento dalle parole di Glazer. La qualifica professionale è altisonante: “catturatore di orche”.
Foto 4: La locandina del film Namu - La mia amica orca (United Artists, 1966) Veniamo ai numeri. Nel 2010, erano presenti 42 orche nei parchi marini di tutto il mondo - SeaWorld ne possedeva 24 - e nel corso degli anni, da allora, più di 150 animali sono morti in cattività. Fino al 1960, nessuno ha mai pensato di mettere un’orca assassina in un acquario e tanto meno di farle prendere parte a uno spettacolo. Manco a dirlo, Ted Griffin incontrò Don Goldsberry, insieme fiutarono l’affare. Catturarono 15 orche facendone morire una. La sostituirono con Shamu (abbreviazione per She-Namu - la Namu femmina), nome ripreso in seguito dall’arena di SeaWorld. E a tale proposito il gioco si fece pesante. SeaWorld comprò Shamu per deportarla in California, a San Diego, pagando ai due faccendieri 70.000 dollari. Nell’arco del decennio successivo, i due compari catturarono 300 orche al largo della costa nord-occidentale del Pacifico e 51 sono state vendute ai parchi marini in Giappone, Australia, Paesi Bassi, Francia e altrove. Goldsberry divenne la testa di cuoio di SeaWorld. Prima del suo ritiro dal commercio di animali, avvenuto alla fine del 1980, catturò altre 252 orche per venderne 29 e ucciderne 9. Nel mese di agosto del 1970, preoccupato per la reazione dell’opinione pubblica, Goldsberry scaricò nelle acque profonde dell’oceano le orche morte. Riempite di sassi e legate alle ancore. Quando la fossa della morte fu trovata da un pescatore che usava la rete a strascico, la gente cominciò a comprendere la realtà brutale della "corsa all'orca d’oro". Con l’emissione del Marine Mammal Protection Act, Goldsberry e SeaWorld ebbero i primi problemi legali e aggirarono la cosa rivolgendosi all’Islanda, dove mancava una legislazione in merito. E trovarono Tilikum. Nel novembre del 1983, nelle acque gelide al largo di Berufjörður, l’islandese Helgi Jonasson gettò in mare una grande rete attorno a un gruppo di orche. Catturò tre giovani animali - due maschi e una femmina che furono trasportati nel parco marino di Hafnarfjörður, nei pressi di Reykjavík. La storia cominciò a delinearsi, gli attivisti compresero: alla fine del 1984, una giovane orca venne spedita al parco Sealand of the Pacific, da cui eravamo partiti, un parco marino alle porte di Victoria, sull'isola di Vancouver della Columbia Britannica. Gli fu dato un nome per andare incontro alla sua nuova vita in cattività: Tilikum, che significa "amico" nella lingua degli indiani chinook, ormai estinti. A Sealand 7 orche erano già morte sotto le cure del parco, raggiungendo un tempo di sopravvivenza di poco più di tre anni. Qui Tilikum conobbe Nootka IV e Haida II, ma conobbe anche addestratori e affaristi privi di scrupoli che basavano l’educazione delle orche su metodi violenti e punitivi. I media riportarono che venne venduto a SeaWorld contrattando la valutazione di 1 milione di dollari.
Foto 5: Tilikum durante un esercizio circense con i turisti che imitano i gesti degli addestratori (SeaWorld) 7. Blackfish, il film di denuncia A Tilikum venne dedicato anche un celebre film uscito nel 2013, Blackfish (diretto da Gabriela Cowperthwaite e distribuito da Magnolia Pictures). Il documentario analizzò la causa delle morti in cui l’orca si era trovata suo malgrado, per confutare le affermazioni di SeaWorld sulla durata di vita delle orche (30 anni per i maschi e 50 anni per le femmine) e mostrare la crudeltà esercitata dall'industria dei parchi acquatici sugli animali per addestrarli, sottovalutando anche la sicurezza delle persone. Il documentario, tramite le interviste, giunge alla conclusione che l’incidente della Brancheau dipendeva dalle condizioni di cattività e che la stupida tesi della coda di cavallo era insostenibile alla prova dei fatti e dei testimoni.
Foto 6: La locandina del documentario Blackfish - Amico. Emarginato. Assassino. (Magnolia 2013) In seguito al film, i cantanti e band Heart, Barenaked Ladies, Willie Nelson, Martina McBride, .38 Special, Cheap Trick, REO Speedwagon, Pat Benatar, The Beach Boys, Trace Adkins, Trisha Yearwood e Joan Jett annullarono i loro spettacoli organizzati da SeaWorld (Orlando) e dal parco zoologico Busch Gardens Tampa. Da allora, gli affari di SeaWorld Parks & Entertainment iniziarono seriamente a vacillare.
Foto 7: Drastico calo dei profitti di SeaWorld dopo l’uscita del film Blackfish (Google Finance) 2 8. Cattedrali dell’intrattenimento In effetti, l’immediatezza documentaria del film era insolita per un’organizzazione che aveva creato il proprio lessico da dare in pasto ai media. Nel manuale di addestramento di SeaWorld si legge, per esempio: “Certe parole e frasi hanno connotazioni negative. Presso SeaWorld, le chiamiamo parole alla moda. Evita le parole alla moda e usa parole più positive – darai agli ospiti una migliore impressione generale.” Il manuale suggerisce l’uso di “acquisito” invece di “catturato”, di “acquario” invece di “vasca” e di “ambiente controllato” invece di “cattività”. Va da sé che, in un tale contesto, le orche abituate a fare almeno 120 km di oceano al giorno, a cacciare e condurre una esistenza sociale di gruppo si sentissero in carcere e che i tentativi di ribellione non fossero rari e riconducibili solo a Tilikum. Nel 1987, SeaWorld di San Diego ha annoverato tre incidenti con addestratori dalle vertebre fratturate e un bacino fracassato. Durante il suo spettacolo, l’addestratore Jonathan Smith è stato trascinato a dieci metri di profondità da due orche, per cinque volte prima di potersi liberare. Parole di Smith: “Un’altra immersione e per me sarebbe finita”. Sempre a San Diego, capitò la stessa cosa a Kenneth Peters, attaccato dall’orca chiamata in russo Kasatka, vale dire orca, come chiamare Cane un cane o Figlia una figlia all’anagrafe. A Kasatka SeaWorld prese il cucciolo Takara e lo spostò altrove, ritenendo che il rapporto affettivo fosse dannoso per l’addestramento. Il documento proposto da Blackfish che mostra il pianto di Kasakta in cerca del cucciolo è straziante.
Nonostante miri a sostenere che l’aggressività delle orche non dipenda dalla cattività, l’opinione di Mark Simmons, il già citato ex addestratore di SeaWorld, registrata da Zimmermann, dimostra quanto gli animali siano privati della loro soggettività emozionale. Simmons si sofferma su un punto centrale che ha causato l’”annegamento” della Brancheau: “Una volta che l'allarme è stato suonato e le procedure di emergenza di lancio della rete sono state avviate, il comportamento di Tilikum è diventato agitato. Ciò appare a un osservatore inesperto come un ‘attacco’.” L’argomento dell’osservatore è noto in epistemologia e in antropologia, l’osservatore umano influenza il fenomeno, oppure la dinamica, lo stato del mondo, che sta osservando. Prova ne è che nella vasca di Tilikum erano presenti dei dispositivi idrofonici. È molto probabile che non solo la cattività dell’orca abbia provocato le sue reazioni, ma anche le azioni umane nei suoi confronti. Senza dimenticare il fatto che gli animali nelle vasche di SeaWorld si trovano nel ventre di una cattedrale sonora peggiore di un rumoroso centro commerciale.
9. Orca da reddito
Nell’angusto spazio offerto dalla cattedrale consumistica di SeaWorld, nel contesto quotidiano della ripetitività degli esercizi, a Orlando, Tilikum ha messo al mondo 13 figli, un vero affare per il parco marino visti i prezzi: Taku (orca nata nel 1993 e morta nel 2007), Nyar (orca nata nel 1993 e morta nel 1996), Unna (orca nata nel 1996 e morta nel 2015), Sumar (orca nata nel 1998 e morta nel 2010), Tuar (1999), Tekoa (2000), Nakai (2001 tramite inseminazione artificiale), Kohana (2002 tramite inseminazione artificiale), Ikaika (2002), Skyla (2004), Malia (2007), Sakari (2010) e Makaio (2010). In sintesi, il 54% delle orche allevate in cattività da SeaWorld possiede il corredo genetico di Tilikum. Il suo sperma vale milioni di dollari sul mercato.
10. L’ultima timeline
L’8 marzo 2016, SeaWorld comunicò che lo stato di salute di Tilikum era peggiorato. Il 6 gennaio 2017 SeaWorld di Orlando in Florida ha reso noto ai mezzi della stampa che l’orca era deceduta a 36 anni. The New York Times ha informato i suoi lettori che si è trattato di una “infezione batterica ai polmoni”, nessuno ha visto la documentazione degli esami necroscopici. È curioso ricordare che solo una manciata di mesi prima, in marzo, SeaWorld aveva deciso di smantellare l’allevamento delle orche in cattività. Pensare male non è bene, ma ci si becca quasi sempre:
Il 26 febbraio 2016, la CNN afferma che SeaWorld utilizza i dipendenti come spie per infiltrarsi tra gli attivisti che lottano contro la cattività delle orche, gli zoo e i delfinari.
Il 9 marzo 2016, SeaWorld comunica che l’orca Tilikum soffre di una infezione batterica ai polmoni.
Il 17 marzo 2016, dopo anni e anni di lotte internazionali, SeaWorld fa un annuncio stupefacente: interromperà il programma di allevamento artificiale delle orche.
L’8 agosto 2016, British Airways decide di interrompere la collaborazione con SeaWorld, la compagnia non venderà più biglietti per i parchi marini allegati ai suoi voli.
Il 6 settembre 2016, Jerry Brown, il governatore della California, firma una legge con cui si vieta l’allevamento delle orche nello stato federale.
Il 16 settembre 2016, si calcola che il valore delle azioni di SeaWorld continua a scivolare in basso, già dall’uscita di Blackfish, i profitti sono drasticamente diminuiti: da 37.4 milioni di dollari del 2013 a 5.8 milioni di dollari del 2016.
Il 6 gennaio 2017, l’orca Tilikum muore nel parco di SeaWorld in Florida dopo 33 anni di prigionia.
Foto 9: Lo spettacolo alla finestra (SeaWorld, San Diego) 11. Conclusioni: sulla libertà
All’uscita della notizia, centinaia di migliaia di persone protestarono in tutto il mondo per la morte dell’orca prigioniera. Joel Manby, il presidente di SeaWorld, non mancò di esibire l’ottusità delle teste di cuoio: “Mentre oggi è un giorno difficile per la famiglia di SeaWorld, è importante ricordare che Tilikum ha vissuto una vita lunga e arricchente, inoltre a SeaWorld ha ispirato milioni di persone a prendersi cura di questa specie sorprendente. (...) Tilikum aveva, e continuerà ad avere, un posto speciale nel cuore della famiglia di SeaWorld, come in milioni di persone in tutto il mondo che ha ispirato.”
Nel frattempo, SeaWorld sta aprendo un altro parco marino ad Abu Dhabi.
Foto 10: Tilikum esegue un salto dopo il comando, per divertire i turisti (SeaWorld) Chi scrive condivide le riflessioni di Jason Hribal su Tilikum. Perché Hribal si rifiuta di dare del comportamento di Tilikum una spiegazione dovuta all’istinto della specie, ma definisce le ribellioni di Tilikum come la reazione intenzionale a una situazione post-traumatica indotta dalla cattività e dalla monotona, persistente ripetizione degli esercizi. Inoltre, Hribal sostiene che il disturbo da stress post-traumatico non deve essere confuso con la resistenza alla cattività. La resistenza è un’illuminazione, la presa d’atto del brillare di un momento favorevole. Potrebbe sembrare una tesi psicologista. Diversamente, Hribal mette bene in luce che ribellarsi è un diritto da cui sono alienate la soggettività, nonché la socialità, degli animali sfruttati. Sono stati studiati gruppi di orche, chiamati pod, composti anche da 20/50 individui e capaci di un linguaggio di comunicazione socialmente molto raffinato, addirittura con varianti diverse tra branchi, tanto che - per esempio - la separazione dal gruppo costituisce un trauma, considerato che la crescita dei piccoli è condivisa e sociale. Aggiungo che la libertà è “embedded”, è senso incarnato. La libertà è destino e desiderio di ogni essere vivente a cui hanno negato le braccia, le pinne, le ali o le zampe.
Per Jean-Paul Sartre, ogni animale-umano è "condannato a essere libero", perché esiste nel mondo per sé. Dunque, senza neppure un salto carpiato, è possibile trasferire la consapevolezza di esistere per sé anche agli animali-animali, ai grandi predatori marini, senza dover ricorrere a categorie come l’intelligenza o a modelli cognitivisti. Non c'è alcuna necessità di dimostrare l'intelligenza degli animali, per attribuire loro diritti, compassione e volontà di liberazione.
Foto 11: L’orca Lolita cavalcata come in un rodeo durante uno spettacolo (Miami, Seaquarium) Questa triste storia di Tilikum va intesa come un breve contributo alla scrittura civile antispecista. L’”effetto Blackfish" non riguarda solo le azioni della borsa, ma anche la coscienza e la lotta contro ogni tipo di cattività e sfruttamento degli animali. Oggi, si crede che nel mondo siano ancora tenute prigioniere per scopi di intrattenimento, attrazione turistica e allevamento circa 57 orche. Ricordo tra loro Lolita, l’orca tenuta in cattività nel piccolo Seaquarium di Miami e catturata dal già menzionato Griffin nel 1970, con 46 anni di carcere. Certo è una eccezione, siccome una ricerca della rivista Marine Mammal Science, pubblicata nell’ottobre 2015, ha documentato che la vita media di 201 orche detenute in cattività osservate in tutto il mondo è stata poco più di sei anni. Lo studio ha evidenziato la mortalità più frequente nelle orche che hanno conosciuto la libertà degli oceani.
Quell’orca assassina. Tutto con Tilikum era assurdo. Incomprensibile. In rapporto alle onde, all’orizzonte, ai banchi di ghiaccio, alla sabbia dei fondali, alle stelle, al cielo. Tutto era irriducibile. No, non ci riuscivo. Nemmeno uno scuotimento profondo e segreto del Pacifico settentrionale poteva spiegare quell‘orca. Davanti alla sua alta pinna nera che svettava sulla schiuma del mare prima d’incurvarsi, né l’ignoranza né il sapere avevano più importanza. Il mondo dei chiarimenti e delle ragioni non è quello dell’esistenza. Quell’orca tenuta in ostaggio per decenni esisteva nella mia memoria, in un modo che non riuscivo pienamente a comprendere. Così mi convinsi che Tilikum poteva sognare, anche da ribelle. Il vantaggio del sogno è che i faccendieri non sono in grado comprarlo. Per contatti: Rob Benatti @re_wording
La diffusione di questo articolo, completamente o in parte, è sottoposta alla licenza Creative Commons, previo accordo con l’autore. BY NC ND - Alcuni diritti sono riservati.
Fonti: Carl Nilsson Linnaeu, Systema Naturae (Imprensis Laurentii Salvii, 1758) Tom Glazer, The Ballad Of Namu The Killer Whale (1965 - https://www.youtube.com/watch?v=QYmZGGxiBB0) Tim Zimmermann, The Killer in the Pool (New Word City, 2014; articolo originale pubblicato il 30 luglio 2010) David Kirby, Death at SeaWorld: Shamu and the Dark Side of Killer Whales in Captivity (St. Martin's Press, 2012) Gabriela Cowperthwaite, Blackfish (Documentario: Magnolia, 2013) Jason Hribal, Fear of the Animal Planet: The Hidden History of Animal Resistance (CounterPunch, 2013) John Hargrove, Howard Chua-Eoan, Beneath the Surface: Killer Whales, SeaWorld, and the Truth Beyond Blackfish (St. Martin's Press, 2015)
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MACERATA – Giovedì 24 gennaio alle 21 al TLR per i Concerti di Appassionata si esibisce il nuovo talento del pianismo italiano, Leonardo Colafelice.
“Pianista favoloso” per Martha Argerich, e impressionante “virtuoso della tastiera” nelle parole di Aldo Ciccolini, a Macerata Colafelice suona alcune fra le più straordinarie pagine nella storia della musica da camera, la Partita in do minore BWV 826 di Johann Sebastian Bach, le Variations sérieuses in re minore op.54, le Visions fugitives op.22 di Sergej Prokofiev, e la Suite dallo Schiaccianoci di Piotr Ilic Čajkovskij.
Un ‘viaggio’ in note che celebra quasi due secoli di musica e che Colafelice – neanche ventiquattrenne – interpreta con eccezionale maturità artistica che gli deriva da qualità innate e profonda determinazione.
Ad appena 21 anni, in ambito internazionale si è aggiudicato il secondo premio alla prestigiosa Cleveland International Piano Competition, e sempre nel 2016 è diventato il più giovane docente di pianoforte principale di conservatorio in Italia.
Lunga la serie di ambiti riconoscimenti ottenuti all’estero, dalla “Yamaha USASU International Piano Competition” in Arizona, in cui a premiarlo è stata proprio la leggendaria Martha Argerich, al Concorso pianistico internazionale di Aarhus in Danimarca fino al Concorso pianistico internazionale di Hilton Head, negli Stati Uniti.
Regolarmente invitato in importanti festival musicali nelle principali città italiane, Colafelice si è esibito anche in numerose sale da musica in Europa, America del Nord e del Sud e Medio Oriente. Ha suonato, inoltre, con orchestre del calibro della Israel Philharmonic Orchestra, Rochester Philharmonic Orchestra, Aarhus Symphony Orchestra, Chile Symphony Orchestra, Orchestra dei Pomeriggi Musicali, Orchestra di Padova e del Veneto.
La mattina prima del concerto, alle 10 di giovedì 24 gennaio, il giovane musicista incontrerà gli studenti maceratesi nell’ambito dell’appuntamento organizzato da Convitto, Appassionata e ANMIG per la Giornata della Memoria. L’incontro prevede, oltre ai saluti istituzionali, l’intervento di Daniela Meschini, docente e vicepresidente ANMIG Macerata, e l’esecuzione da parte di Colafelice brani di Mendelssohn e Schoenberg, autori banditi dal nazismo per il fatto di essere ebrei.
La stagione 2018-2019 dei Concerti di Appassionata è organizzata dall’Associazione musicale Appassionata con il contributo del Comune di Macerata, MiBAC, Regione Marche, Società Civile dello Sferisterio-Eredi dei Cento Consorti, APM, Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata, Università degli studi di Macerata, Istituto Confucio, ANMIG. In collaborazione con Marche Concerti, Consorzio Marche Spettacolo, Accademia di Belle Arti di Macerata, Associazione Musica con le Ali, Politeama. Main sponsor sono Menghi Shoes e Mosca srl.
Biglietti da 5 a 20 euro presso la Biglietteria dei Teatri, piazza Mazzini a Macerata (mart.-sab. 10-13, 17-20). Il botteghino del Lauro Rossi è attivo dalle 20 il giorno del concerto. Biglietti online su Vivaticket. Agevolazioni per studenti e accompagnatori. Appassionata è accreditata per App18.
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Vinci gratis biglietti per il film “Lo Schiaccianoci e i 4 Regni” - GLI INFORMATI
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Dopo il terzo anno dalla sua inaugurazione, il centro eventi Il Maggiore di Verbania per il 2018 – 19, proporrà una stagione ricca di appuntamenti che vanno dalla prosa alla danza, dai musical alla lirica, fino alla commedia, con artisti come Giuseppe Fiorello, Simona Marchini, Paolo Calabresi, il Classic Russian Ballet, Claudio Insegno, Elio (delle Storie Tese), Gabriele Cirilli, Giampiero Ingrassia, EgriBiancoDanza, Michele Mirabella, l’orchestra cinese NINGBO Symphony Orchestra, l’Opera di Budapest, Roberto Ciufoli, Gianluca Gobbi, Alessio Boni, Enrico Bertolino.
Una novità di quest’anno saranno i progetti dedicati alle formazioni dei giovani, con produzioni che li vedranno coinvolti direttamente sul palcoscenico, oltre alla collaborazione con alcune realtà produttive importanti come il Teatro Nuovo di Milano, per la stagione Musical, e con la Compagnia degli Ipocriti/Melina Balsamo di Napoli, che per la prima volta al Teatro Maggiore terrà un debutto nazionale con lo spettacolo di Jasmine Reza Bella Figura, con Anna Foglietta, Anna Ferzetti, Simona Marchini, Paolo Calabresi, David Sebastiano e la regia di Roberto Andò, che debutterà il 16 ottobre.
Il 6 novembre ci sarà Penso che un sogno così, con Giuseppe Fiorello nel ruolo di Domenico Modugno, regia di Giampiero Solari, poi il 6 dicembre uno dei classici pirandelliani, Il berretto a sonagli con Sebastiano Lo Monaco e Marina Biondi.
Il 23 gennaio 2019 arriverà Alessio Boni in Don Chisciotte, tratto dal romanzo di Miguel de Cervantes, con la regia di Alessio Coni, Roberto Adorai e Marcello Prayer e il 15 febbraio 2019 il Don Giovanni di Molière, produzione del Teatro Stabile di Torino e la regia di Valerio Binasco, direttore artistico dello Stabile.
Per il 2018 – 19 il calendario della Prosa terminerà il 21 marzo 2019 con Regalo di Natale, tratto dal film di Pupi Avati, con Gigio Alberti, Gennaro Di Biase, Filippo Dini, Giovanni Esposito, Valerio Santoro, regia di Marcello Cotugno.
Una novità importante sono i quattro musical prodotti dal Teatro Nuovo di Milano, che partiranno il 23 ottobre con La febbre del sabato sera, con la regia di Claudio Insegno, seguirà il 28 novembre Spamalot, tratto da Monty Python e il sacro Graal, con nel ruolo di Re Artù, Elio Belisari, lo storico front-man delle Storie Tese.
Gabriele Cirilli, il 17 febbraio 2019, sarà Gomez, il capofamiglia della Famiglia Addams, mentre per il 12 marzo 2019 arriverà Hairspray grasso è bello, con Giampiero Ingrassia.
Per la danza la Compagnia EgrBiancoDanza proporrà un ricco calendario di spettacoli, con un programma d’incontri e conferenze tematiche dedicati al pubblico e spettacoli per le scuole.
In occasione dell’anno Rossiniano, la stagione del Maggiore verrà inaugurata il 5 ottobre con Tourdedanse a la Rossini, un mix di danza neoclassica e moderna dedicato al grande compositore, con l’Orchestra dal vivo Camerata Ducale.
Il 23 febbraio 2019 ci sarà Prometeo oltre il fuoco, dove quattro affermati coreografi di fama internazionale, con vari stili coreografici, racconteranno il mito di Prometeo paladino dell’umanità e il 30 marzo 2019 è previsto Apparizioni di Raphael Bianco, sul tema dell’apparizione e della percezione della realtà in tutte le sue forme.
Per concludere, il 25 maggio 2019, ci sarà il Sogno di una notte di mezz’estate, una performance itinerante nel Teatro il Maggiore, dove spazi e anfratti saranno la scenografia di una versione danzata del capolavoro Shakespeariano, in cui canto, prosa, danza e musica dal vivo s’intrecciano.
Per la danza classica, giovedì 17 gennaio 2019 ci sarà Lo schiaccianoci di Ciaikosvsky, con il Classic Russian Ballet.
Inoltre c’è un nuovo progetto per il Maggiore, Invito alla lirica, dove Michele Mirabella, grande esperto di musica e regista di opera, racconterà quattro opere significative del tempo in cui sono state create, musicate e cantate, con quattro cantanti lirici e accompagnato al pianoforte dal maestro Enzo Sartori.
Il 15 dicembre ci sarà Il barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini, il 26 gennaio 2019 Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, il 2 marzo 2019 La Traviata di Giuseppe Verdi, il 6 aprile 2019 Madama Butterfly di Giacomo Puccini.
Per la formazione, il balletto La bella addormentata, tratto dall’omonimo balletto di Ciaikosvsky debutterà il 25 novembre al Teatro dal Verme di Milano con i giovani allievi delle scuole di danza del territorio, diretti da Raphael Bianco e accompagnati dall’orchestra dei Giovani Pomeriggi Musicali di Milano, per poi essere replicato al Maggiore il 2 dicembre.
Il 12 maggio 2019 è previsto il progetto AIDA, con un centinaio di bambini delle scuole del territorio, che dopo un lavoro di preparazione musicale nel corso dell’anno scolastico e una decina di giorni di prove di regia, saranno il coro, i danzatori e le comparse della versione ridotta dell’opera, con la regia di Manu Lalli e l’Orchestra Talenti Musicali della Fondazione CRT.
Il 15 marzo 2019 ci sarà Le Nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart, con l’Opera di Budapest e la regia di Mate Szabo, uno dei più noti rappresentanti della nuova generazione dell’Opera ungherese, direttore Sillo Istvan e l’orchestra delle Kodaly Philarmonic Orchestra.
Per il 17 aprile 2019 il Maggiore proporrà il Requiem di Mozart K626 in RE minore, con il Coro schola cantorum San Gregorio Magno di Trecate e l’Orchestra Filarmonica Italiana, direttore Mauro Trombetta.
Inoltre, per festeggiare l’arrivo del nuovo anno, il 31 dicembre verrà rappresentato A Christmas Carol con Roberto Ciufoli, che sarà replicato il 1 gennaio 2019.
Per il teatro comico il 6 febbraio 2019 ci sarà Enrico Bertolino in Instant Theatre 2018, dove narrazione, attualità, umorismo, storia, costume, comicità, politica e satira si trovano sulle assi di un palcoscenico.
Il 15 maggio 2019 a Verbania tornano I Legnanesi con 70 anni di risate in dialetto, con Antonio Provasio, Enrico Dalceri, Luigi Campisi. Teresa, Mabilia e il Giovanni che festeggeranno i 70 anni dalla nascita della compagnia.
Il 24 marzo 2019 il teatro proporrà Potted Potter, scritto da Daniel Clarkson e Jefferson Turner, regia di Richar Hurst, dove i libri di Harry Potter saranno, in 70 minuti, condensati sul palco.
A luglio 2019, ci sarà a Il Maggiore di Verbania un evento internazionale, un concerto con l’orchestra cinese NINGBO Symphony Orchestra, con direttore il Professor Yu Feng, Presidente del Conservatorio Centrale di Musica.
Prelazione abbonati: dal 2 al 20 luglio
Abbonamenti in vendita presso Centro Eventi “Il Maggiore” dal lunedi al venerdì dalle 12 alle 17.30.
Nuovi abbonati: sabato 21 luglio presso Centro Eventi Il Maggiore dalle 15 alle 19, da lunedì 23 luglio online e presso URP di Pallanza (piazza Garibaldi 15) dal lunedi al venerdì dalle 9 alle 12.30.
Abbonamento Libero 2+1+1+1: in vendita dal 9 settembre presso l’URP di Pallanza, in piazza Garibaldi 15, dal lunedi al venerdì dalle 9 alle 12.30.
Biglietti in vendita on line e dal 27 agosto 2018 presso lo IAT di Pallanza, in via Ruga 44, dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17 agli uffici URP di Pallanza e Intra dal lunedì al venerdì.
www.ilmaggioreverbania.it
La grande stagione 2018 – 19 di Il Maggiore di Verbania Dopo il terzo anno dalla sua inaugurazione, il centro eventi Il Maggiore di Verbania per il…
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Per il ciclo "Musiche tra i libri", vi aspettiamo oggi alle 18.00 nell'Auditorium della Fondazione Paolo Grassi a Martina Franca per un appuntamento speciale dedicato ai più piccoli: "Lo schiaccianoci" di di Čajkovskij raccontato per musica, immagini e parole dai bravissimi musicisti della Fondazione. Lettura del libro di George Balanchine e Valeria Docampo (Terre di mezzo Editore), a cura di Elisabetta Maurogiovanni, in collaborazione con #Spine. Ingresso a pagamento, è possibile acquistare i biglietti telefonando ai numeri 080 4306763 - 3346075833 oppure scrivendo a: [email protected]
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Al Teatro Alessandrino arriva "Lo Schiaccianoci": magia e tradizione natalizia con l’Accademia Ucraina di Balletto
Un classico senza tempo per incantare grandi e piccoli nella cornice del Natale
Un classico senza tempo per incantare grandi e piccoli nella cornice del Natale Sabato 21 dicembre 2024, alle ore 21:00, il Teatro Alessandrino di Alessandria ospiterà per la prima volta l’Accademia Ucraina di Balletto, che porterà in scena uno dei balletti più amati e rappresentativi delle festività natalizie: “Lo Schiaccianoci”. Dopo il successo delle date sold-out degli anni precedenti,…
#Accademia Ucraina di Balletto#accademie di danza#Alessandria eventi#Alessandria today#balletti classici#balletti fiabeschi#balletti per bambini#balletti tradizionali#balletto Alessandria#biglietti Teatro Alessandrino#coreografia tradizionale#danza accademica#Danza classica#danza e musica#danza internazionale#eventi culturali dicembre#eventi natalizi Alessandria#favole di Natale#favole teatrali#fiabe classiche#Google News#italianewsmedia.com#Lo Schiaccianoci#Magia del Natale#musica di Tchaikovsky#Natale ad Alessandria#Pier Carlo Lava#Re dei Topi#regno incantato balletto#regno incantato Schiaccianoci
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La Spezia, in arrivo la rassegna di cinema “Giorni di festa”
La Spezia, in arrivo la rassegna di cinema “Giorni di festa”. Giorni di festa è una rassegna di cinema di qualità in Mediateca Regionale Sala Odeon che programma tanti, imperdibili, film per bambini, ragazzi e famiglie. In occasione della rassegna per ogni adulto pagante un bambino entra gratis. Un cartellone per avvicinare il pubblico più giovane al cinema con la Mediateca che continua a essere uno schermo al centro dell'attenzione della città. Una rassegna pensata per le famiglie che vorranno usufruire dell'opportunità di assistere agli spettacoli insieme ai figli. Si parte con ERNEST E CELESTINE. L'AVVENTURA DELLE 7 NOTE di J. C. Roger dal 23 al 28 Dicembre, tutti gli spettacoli alle ore 15.30. Dopo la candidatura agli Oscar Ernest e Celestine sono tornati per una nuova entusiasmante avventura: il loro amore per la musica li porterà a scoprire mondi fantastici, in una storia poetica e commovente che affascinerà grandi e piccini. Dal 29 Dicembre al 2 Gennaio (ore 15.30) LO SCHIACCIANOCI E IL FLAUTO MAGICO, l'ultimo adattamento animato dello Schiaccianoci; del racconto, ma soprattutto della versione francese di Alexandre Dumas, cui si ispirò Cajkovskij per il celebre balletto. I giocattoli prendono vita per magia, su note musicali dirompenti, e accendono l'atmosfera natalizia. Toccherà poi dal 3 al 6 Gennaio (ore 15.30) STRANGE WORLD - UN MONDO MISTERIOSO, una tappa importante nella storia dell'animazione Disney: una fiaba aggiornata, avventurosa ricca di colori accesi, forme visionarie e anche gag, che non si accontenta della forza coreografica garantita dalla grande tradizione dei Walt Disney Animation Studios. Dal 7 al 8 Gennaio (ore 15.30) IL RAGAZZO E LA TIGRE. Il piccolo Balmani che, rimasto solo al mondo dopo il terremoto che ha devastato il Nepal, scappa dall’orfanotrofio e si inoltra nella fitta foresta, cercando di ritrovare la strada per Kathmandu. E lì il suo destino si incrocia con quello di un cucciolo di tigre del Bengala, catturato da una banda di bracconieri. I biglietti in vendita presso la biglietteria della Mediateca sala Odeon (Via Firenze 37) sono acquistabili anche il giorno stesso dello spettacolo. Costi: 6 euro intero, 5 euro ridotto. Per ogni adulto pagante un bambino entra gratis. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Milano, iniziati i preparativi per i Balletti alla Scala
Milano, iniziati i preparativi per i Balletti alla Scala. Ferve l’attività in sala ballo per gli artisti scaligeri impegnati nelle produzioni con cui si aprirà la programmazione di Balletti alla Scala. A partire dal 15 dicembre, con l’Anteprima giovani andata esaurita in pochi minuti, la serata inaugurale del 17 dicembre e fino all’11 gennaio, torna il balletto che più si identifica con il periodo di festività, e uno dei titoli che più si lega alla storia del balletto alla Scala: Lo schiaccianoci di Rudolf Nureyev, che, a sedici dalle precedenti rappresentazioni, avvenute nel 2006, sarà una nuova vetrina per gli artisti della Compagnia: in 11 recite, cinque cast si alterneranno nei ruoli principali, tutti da scoprire: Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko protagonisti dell’ Anteprima Giovani (15 dicembre), della recita di apertura il 17 dicembre e dello spettacolo del 18 dicembre (ore 14.30) ; Agnese Di Clemente e Claudio Coviello, in scena il 21 e poi il 28 dicembre; Alice Mariani e Navrin Turnbull il 30 dicembre e il 3 gennaio; Martina Arduino e Jacopo Tissi che saluteranno il 2022 nella recita di fine anno, il 31 dicembre (ore 18), poi di nuovo in scena il 4 e il 7 gennaio; Virna Toppi e Nicola Del Freo a cui è affidata la recita del 5 gennaio e la serata conclusiva dell’11 gennaio . Ma in sala ballo si alternano in questo periodo anche le prove dei quattro titoli, altrettanto nuovi per la attuale Compagnia, che compongono il programma atteso per sette rappresentazioni dal 3 al 9 febbraio, Dawson/Duato/Kratz/Kylián, un "mixed bill" imperdibile, una ricca serata che riunisce con quattro firme di grande originalità diverse generazioni e universi creativi: in prima assoluta la creazione di Philippe Kratz Solitude Sometimes, in debutto nazionale Anima Animus di David Dawson¸ creato nel 2018 per il San Francisco Ballet su musica di Ezio Bosso; Bella Figura, gioiello del 1995, che ritorna in scena in omaggio a Jiří Kylián e , mai visto alla Scala Remanso, trio maschile che vedrà protagonista Roberto Bolle, creato da Nacho Duato nel 1997 per l’American Ballet Theatre. La Campagna abbonamenti è ancora in corso e sono già in vendita anche i biglietti per il programma di febbraio.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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MACERATA – Mentre cresce l’attesa per A Macerata tutti i capodanni, l’originale iniziativa ideata dal Comune di Macerata in collaborazione con gli esercizi pubblici aderenti per festeggiare in modo nuovo l’arrivo del 2019 con un brindisi che abbraccia tutto il mondo, in programma la serata a cavallo tra il 31 dicembre e il 1° gennaio 2019, il calendario delle iniziative Macerata d’Inverno. Feste di piazza organizzate e promosse per le festività dall’assessorato alla Cultura in collaborazione con le associazioni cittadine, propone nuovi appuntamenti.
Sabato 29 dicembre, dalle 16 alle 21, il bellissimo e tipico borgo di Villa Ficana, dove si trova la sede dell’Ecomuseo della rete Macerata Musei, per un pomeriggio si trasformerà nella piccola Bethlemme di più di 2000 anni fa, quando la nascita di un bambino in una capanna stravolse la storia di quasi tutto il pianeta.
Ad accogliere i visitatori ci sarà il Presepe vivente, una proposta di don Alberto Forconi e dall’attivissimo gruppo di volontari della parrocchia di Santa Croce. Oltre all’orìginale ambientazione con atmosfere incantevoli, ci saranno personaggi con vestiti d’epoca, che oltre a mostrare i mestieri di una volta, come falegname, fabbro, macellaio, pastaia, fornaio e oste, offriranno dei piccoli assaggi fino ad arrivare al cuore dell’evento con la visita alla capanna, dove troveranno Maria, Giuseppe e il Bambino Gesù riscaldato oggi come all’ora dal bue e l’asinello. Un’espèrienza tutta da vivere tra i vicoli del borgo di case di terrea.
Sempre sabato, alle 21, al Teatro Lauro Rossi in scena come spettacolo fuori abbonamento della stagione realizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Macerata con AMAT, Lo schiaccianoci danzato da Moscow Classical Russian sulle straordinarie musiche di Čajkovskij.
Metafora psicoanalitica del passaggio, tra luci e incubi, dall’infanzia all’adolescenza, Lo schiaccianoci fa sognare sotto l’albero di Natale, un sogno che però non fa dimenticare le asperità della vita e forse proprio questo mix tra fiaba, sogno e realtà lo rende un mito senza tempo.
Classical Russian Ballet è stato fondato a Mosca nel 2004 da Hassan Usmanov, direttore artistico della compagnia e principale ballerino. Riconosciuta in tutto il mondo come una delle compagnie di balletto russo di maggior prestigio.Il corpo di ballo è composto da ballerini provenienti dalle maggiori Compagnie russe, diplomati all’Accademia di danza del Bolshoi, all’Accademia di Vaganova e in altre rinomate scuole di danza della Russia. La compagnia si è esibita con successo in Russia e all’estero.
È stata accolta con entusiasmo in Austria, Germania, Grecia, Finlandia, Israele, Spagna, Ucraina, Giappone e altri Paesi. Il suo repertorio comprende capolavori classici come Swan Lake, The Sleeping Beauty, The Nutcracker, Giselle, Cenerentola, Don Chisciotte e altri balletti. Informazioni e biglietti: tel. 0733/ 230735 , www.comune.macerata.it.
In piazza della Libertà aperta la pista di ghiaccio dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 22 così come le casette di legno del Villaggio di Babbo Natale dove si possono trovare articoli da regalo, di artigianato e abbigliamento. Infine, ai Musei civici di Palazzo Buonaccorsi si può visitare la grande mostra di respiro internazionale Lorenzo Lotto: il richiamo delle Marche a cura del Comune di Macerata e della Regione Marche che rimarrà aperta fino al 10 febbraio. L’esposizione potrà essere visitata nella suggestiva location, insieme alle altre collezioni, il Museo della Carrozza e l’arte del Novecento.
Il programma completo di Macerata d’inverno. Feste di piazza disponibile nel sito www.comune.macerata.it.
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