#bei libri
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silviaaquilini · 1 year ago
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jollijeff · 14 days ago
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Richard Condon
Una Canaglia Impeccabile
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princessofmistake · 4 months ago
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«Prendiamo l’amore, per esempio» disse Sanborne quel giorno, il giorno del loro primo incontro. «Sa, mia cara, cosa succede davvero alle persone durante l’innamoramento?» «Be’, secondo la mia esperienza, diventano nervose, euforiche, sudano molto.» «Queste cose, sì, certo, succedono. Ma i nervi, la sudorazione, sono le manifestazioni esteriori di un fenomeno interiore. E sa qual è questo fenomeno?» «Immagino di no.» «Al di là di tutta la poesia, al di là di tutte le canzoni, l’amore è questo, mia cara: un’espansione dell’io. È quando i confini dell’io si allargano a includere qualcun altro, e quello che prima era loro adesso diventa te.» «Sembra una cosa bella.» «Certo che lo è! È una sensazione meravigliosa identificare una qualità in un’altra persona – il suo carisma, il suo fascino, il suo temperamento, il suo punto di vista, le sue conoscenze, le sue risorse, il suo aspetto –, si vede quella cosa e la si vuole per sé. E così i confini dell’io si espandono verso di essa, come un’ameba, come il fluido del film Blob. Ci si aggrappa a lei, la si circonda e la si racchiude, fino a inglobare e digerire completamente quest’altra persona, lentamente, nel corso di molti mesi.» «All’improvviso l’ha fatta sembrare una cosa molto meno bella.» «Si identifica un aspetto che ci piace in un’altra persona e lo si attira nei confini concettuali del proprio io. E l’esperienza soggettiva di tale processo, l’illusione che la mente elabora per spiegarlo, è ciò a cui abbiamo dato il nome di “amore”.» «Quindi» disse Elizabeth «deduco che lei non sia uno di quei romantici senza speranza.» «No! Ciò che gli altri chiamano romanticismo, io lo chiamo annessione.» «Quindi l’amore è solo egoismo, è questo che sta dicendo? Il matrimonio è solo egoismo?» «Il matrimonio, mia cara, è una condizione in cui si trovano in un’altra persona così tante qualità che si vorrebbero possedere che si è disposti ad assumerne anche i difetti, i quali per estensione entreranno a far parte dell’io anche loro, per tutta la vita.» «È mai stato sposato, dottor Sanborne?» «Mai.» «Si è mai innamorato?» «Troppe volte per contarle! Il che mi porta al presente studio. L’amore, soprattutto nelle fasi iniziali, quel primo colpo di fulmine, quel momento alla Romeo e Giulietta, è notoriamente difficile da studiare in un contesto di laboratorio, controllato.» «Be’, non è che si possono mettere due sconosciuti in una stanza e dire loro di innamorarsi.» «Esatto! Ma la domanda che questo studio si pone è: e se fosse possibile? Se l’amore nasce da un sentimento di interconnessione tra me e l’altro, è possibile simulare questo sentimento?» «Come?» «Attraverso un’intensa e sempre più intima rivelazione di sé.» «E cosa significa, di preciso?» «Le fornirò un elenco di domande indagatrici e inopportunamente personali, alle quali risponderà con uno sconosciuto.» «Domande di che tipo?» «Ci sto ancora lavorando, ma la prima probabilmente sarà: “Su una scala da uno a dieci, quanto ti volevano bene i tuoi genitori?”.» «Wow, si butta proprio a capofitto.» «Dopo si va più a fondo. L’idea è che rivelazioni intime tra due persone in un lasso di tempo molto breve possano simulare l’esperienza dell’amore a un livello abbastanza solido da poterla studiare. Naturalmente lavorerò con lei sulle domande e sulle risposte, per verificare l’efficacia di entrambe.»
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madiocane · 8 months ago
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una vita troppo breve per leggere tutti i bei libri
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caffeacolazione · 2 months ago
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Molti bei cattivi propositi per il 2025 Beaucoup des beaux mechants résolutions pour 2025 Many good bed resolutions for 2025
4 - fare le orecchie ai libri
4 - plier les coins des livres
4 -bending your ears to books
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tendreestlanuit · 6 months ago
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La gente deve capire che il fatto che mi piaccia leggere studiare non vuol dire che non mi piaccia vestirmi bene; non mi voglio provare di niente: voglio i bei libri e i bei vestiti
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poesiablog60 · 1 year ago
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Buongiorno...
Decise di ricordare quello che aveva amato nella vita.
Rievocò le sue musiche preferite, l'odore delicato dei garofani, il gusto del pepe grigio, lo champagne, il pane fresco, i bei momenti trascorsi con le persone care,
l'aria dopo la pioggia, il suo abito blu, i libri migliori.
Era bello, ma non le era bastato.
"Quello che avrei vissuto più di tutto non l' ho vissuto!"
Pensò anche che aveva tanto amato il mattino.
Amélie Nothomb
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chez-mimich · 22 days ago
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A COMPLETE UNKNOW
I film sui musicisti vivono su una sostanziale ambiguità: li amiamo perché amiamo la musica dei musicisti di cui raccontano la storia? Oppure li amiamo perché sono dei bei film? O per entrambe le cose? Naturalmente, vale anche il contrario: se detesto i Queen è difficile che possa apprezzare “Bohemian Rhapsody” (io effettivamente detesto i Queen e so che ammetterlo mi creerà dei nemici). Naturalmente amando (e come potrebbe succedere il contrario a uno della mia età?) Bob Dylan, sono davvero in imbarazzo a dover commentare (per poi giudicare) un film come “A Complete Unknow” di James Mangold tratto dal libro di Elijah Wald, “Dylan Goes Electric!". Partiamo dal libro e non dal film, poiché il suo titolo specifica già esaurientemente di cosa si occupa il film di Mangold. Non già quindi un film, onnicomprensivo sulla vita del menestrello di Duluth, ma un film sulla “scelta elettrica” di Mr. Robert Zimmerman. Al capezzale di Woody Guthrie, che lo incorona idealmente suo erede spirituale, Dylan giovane ragazzo sembra sposare la causa della country music e del folk, tanto che Pete Seeger lo prende sotto la sua ala protettrice portandolo con sé e procacciandogli non pochi ingaggi a cominciare dalla partecipazione al Newport Folk Festival. Detto per inciso, chi di noi non ha mai guardato e riguardato il giovane Bob che canta Mr. Tambourine Man in qualche video su You Tube, proprio a Newport? Ma torniamo al film di Mangold che ci porta velocemente ad una data simbolo per la musica di Dylan, ovvero il 25 luglio del 1965, quando a Newport davanti ad una platea divisa e ribollente, decide di non sottostare più ai canoni della folk music, sempre rigorosamente acustica e piena zeppa di messaggi politicamente e socialmente impegnati, per abbandonarsi alla chitarra elettrica ed incominciare quella lunghissima, strabiliante, lirica, onirica e poetica cavalcata che non conosce generi definiti una volta per tutte, che non conosce canoni e non rivendica stili, una cavalcata che dopo il Nobel per la letteratura (il primo per un musicista), non sembra ancora terminata. Dopo 55 album, centinaia e centinaia di canzoni, di liriche, di poesia in musica, di libri e anche di pittura, credo che Dylan abbia detto molto di sé nel 2020 in “I Contain Multitudes”, lungo brano singolo, una dolce melodia di oltre cinque minuti. Nel verso, mutuato da Walt Whitman, Bob Dylan ci dice che ha contenuto e contiene moltitudini, questo è l’unico incontestabile messaggio che ci ribadisce, quasi come in un manifesto poetico. Non stupisce quindi che Bob, che si fece chiamare Dylan in onore di Dylan Thomas, si appropri di un verso di un altro grande poeta americano, un verso che lo fotografa alla perfezione. Abbiamo divagato? Sì abbiamo divagato, ma come non farlo di fronte ad un film dedicato ad uno dei più grandi poeti viventi? Il film si ferma molto, molto prima di tutto questo, ma in nuce mostra bene i tormenti di Dylan e la sua incapacità di restare fedele ad un genere e ad un genere molto codificato. Non restò fedele nemmeno a Sylvie Russo, quando sulla scena comparve una nuova figura femminile, con la quale aveva grande affinità musicali ed intellettuali, Joan Baez. Il racconto cinematografico di questa “prima vita” di Dylan, che ne fa Mangold, è suggestivo e misurato, puntuale e anche poetico. Ma la domanda vera è, come dicevo all’inizio, quanto pesa la musica di Dylan nel gradimento del film? Eh, pesa tanto, tantissimo. Il colore smorto, i mezzi piani, il ritmo cadenzato, la notevole bravura di Timothée Chalamet che lo interpreta, sono tutti elementi preziosi, ma chissà se invece di Dylan, il regista avesse raccontato la vita di una mezza calzetta, se il risultato sarebbe stato lo stesso… È la domanda che vale per ogni film su un musicista, ma che per Dylan diventa ineludibile.
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oltreladistanzaa · 1 year ago
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Quando un giorno ci incontreremo, sappi che avrò sofferto abbastanza, avrò accumulato ore di pianti, kg di biscotti e qualche ricordo sparso di vita. Adoro girovagare per i supermercati il giovedì dopo il lavoro, l'inverno, le grandi felpe , le camicie con i quadri, le montagne, laghi e i tramonti. Potrei scattarti foto senza che tu te ne renda conto, ma solo per farti vedere con i miei occhi come io vedo te. Non mi arrabbio spesso, ma le poche volte, inizio a sbattere le cose, senza fare male a nessuno meno che a me. Non sono mai stato amato,ho solo tanti libri che parlano di questo questo grande "amore" ma tutto mi è sfuggito di mano. Sedersi a terra dopo il lavoro è terapia, è avere il controllo delle piccole cose che sfuggono ogni giorno è fare un reset. Lascio andare così tanto la mia mente che non riesco neanche a controllarla, lei va da sé, ma non avere paura so prendermi cura degli altri, del prossimo e a chi voglio bene. Sedermi accanto e rimanere in silenzio. Lavoro troppo è vero, non riesco a prendermi cura di me, vuoi insegnamii tu a farlo? Non veniamo al mondo completi, perfetti, sono sempre gli altri ad aggiungere qualcosa dentro di noi. Adoro viaggiare, ma ho poco tempo, un po' di timore e ormai la poca voglia di mettermi in gioco, quindi impariamo a giocare?. Non amo guardami allo specchio, mi ricorda vecchi momenti di vita, lasciami guardare nei tuoi occhi, sarà perfetto così. Non ti prometto una grande casa, tanti soldi, tanti viaggi, gli aperitivi in centro, ti assicuro una casa piena di polaroid, il profumo di dolce la Domenica mattina, i Post-it sul comodino, la musica per casa, i silenzi come terapia seduti per terra e tanti tanti bei ricordi.
- Ricordati di essere luce, sempre.
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francescacammisa1 · 8 months ago
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E le belle vite sono come i bei libri: finisce la storia, ma continua la memoria, l’insegnamento, il soffio che gira una pagina senza che nessuno la sfiori.
Gabriele Romagnoli – La prima cosa bella
Ph Robert Stivers
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princessofmistake · 10 months ago
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« Esercitate davvero una cattiva influenza, Lord Henry? Cattiva come sostiene Basil? » « Non esistono influenze buone, signor Gray. Influenzare qualcuno è di per sé immorale – immorale dal punto di vista scientifico, intendo. » « Perché? » « Perché influenzare qualcuno significa trasmettergli la propria anima. Significa che costui non pensa più i suoi pensieri naturali, non brucia delle sue naturali passioni; significa che sente irreali le proprie virtù e presi in prestito i propri peccati, se davvero esiste qualcosa che si può chiamare peccato. Diventa l’eco della musica di un altro, l’attore di una parte che non è stata scritta per lui. Lo scopo della vita è lo sviluppo di noi stessi, la perfetta realizzazione della nostra natura: ecco la nostra ragione d’essere. Ma al giorno d’oggi gli uomini hanno paura di se stessi. Hanno dimenticato il dovere supremo, il dovere che ciascuno ha verso di sé. Naturalmente sono caritatevoli: nutrono gli affamati e vestono i mendicanti. Ma sono le loro anime a essere affamate e nude. Il coraggio è sparito dalla nostra razza, o forse non ne abbiamo mai avuto. Il timore della società – che è il fondamento della morale – e il timore di Dio – che è il segreto della religione – sono le sole due leggi che ci governano. Eppure…. » [...] « Eppure, » continuò Lord Henry con la sua voce bassa e musicale e con quel movimento della mano, simile a un’onda leggera, che era un suo gesto caratteristico fin dai tempi dei suoi studi a Eton « io credo che se un uomo vivesse la sua vita con totale pienezza, se desse forma ai suoi sentimenti, espressione a ogni suo pensiero, realtà a ogni suo sogno, ebbene io credo che il mondo sarebbe rigenerato da impulsi tanto gioiosi da costringerci ad abbandonare tutte le nostre malattie medievaleggianti per ritornare all’ideale ellenico, o addirittura a qualcosa di più raffinato e più ricco dell’ideale ellenico, probabilmente. Ma anche i più coraggiosi fra noi hanno paura di se stessi. La mutilazione dei selvaggi sopravvive tragicamente nella negazione di sé che impoverisce le nostre esistenze. Siamo puniti per ciò che ci proibiamo. Gli impulsi che ci affanniamo a reprimere rimangono a covare nella mente e ci avvelenano; viceversa, il corpo che cede al peccato si libera di quel peccato perché l’azione è una forma di purificazione: ci lascia, tutt’al più, la memoria di un piacere o il lusso di un rimpianto. L'unico modo di liberarsi da una tentazione è cedervi. Rinuncia, e la tua anima si ammalerà rimpiangendo le cose che si è vietata e languendo nel desiderio di cose che solo leggi mostruose hanno bollato come illecite e mostruose. È stato detto che i grandi eventi dell’umanità si compiono nella mente. Ma anche i grandi peccati dell’umanità si compiono nella mente, e soltanto nella mente. Voi stesso, signor Gray, nella vostra giovinezza scarlatta e nella vostra candida fanciullezza, avrete conosciuto passioni che vi hanno fatto paura, pensieri che vi hanno riempito di terrore, e sogni – nel sonno o a occhi aperti – il cui solo ricordo vi farebbe arrossire di vergogna… » « Basta! » balbettò Dorian Gray. « Basta! Sono sconvolto da quello che dite! Non so che cosa rispondere. Ci sarà qualcosa da obiettarvi, ma non riesco a trovarlo. Tacete. Lasciatemi pensare; o, piuttosto, permettetemi di non pensare.»
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greatmoonballoon · 7 months ago
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Ultimamente provo nostalgia verso quei periodi della mia vita in cui non c'erano ancora gli smartphone e i social network quindi quando ero bambina/ragazzina.
Leggevo tantissimi libri, ero molto curiosa su vari argomenti, giocavo e mi godevo di più le cose, aspettavo con ansia che la radio trasmettesse le mie canzoni preferite e quando riuscivo ad acquistare un CD era come possedere un tesoro. Oppure le videocassette dei film di Barbie, le riviste e le mie bambole. Che bei tempi!
Quanto mi manca quella versione di me.
Sto pensando di prendere una pausa da alcuni social come instagram, vorrei essere meno dipendente anche da questo cellulare ma non ci riesco. Eppure sento di averne bisogno perché ogni volta che apro un social c'è sempre qualcosa che mi fa stare male.
Inoltre perdo un sacco di tempo quando potrei utilizzarlo per studiare, leggere, guardarmi intorno e ricordarmi che il mondo reale non è in uno schermo. Mi sento apatica e spenta, indifferente su tanti argomenti. Dipendente dall'attesa di chissà quali notifiche. Prima o poi ce la farò!
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klimt7 · 1 year ago
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Aveva un folletto...
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Aveva un folletto dentro di sé
che voleva scherzare e ballare,
e uno spirito sognatore
che voleva scrivere favole,
e un continuo desiderio di associare
la piccola vita quotidiana
alla vita grandiosa e magnifica
che risonava nelle canzoni e nei dipinti,
nei bei libri e nelle tempeste
dei boschi e del mare.
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Non era contenta che un fiore
dovesse essere solo un fiore
e una passeggiata solo una passeggiata.
Un fiore doveva essere un elfo,
uno spirito bello sotto bella forma
e una passeggiata non solo un piccolo e
doveroso esercizio fisico e una ricreazione,
bensì un viaggio ricco di presagi
verso l'ignoto
una visita al vento e al ruscello,
un colloquio con le cose mute.
[ Hermann Hesse ]
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generaleinverno · 2 years ago
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Ovviamente @goldengrounds si vendica e mi tagga in un altro coso.
1. Are you named after anyone?
No. Non credo che i miei avessero Andreotti o Cesare in mente.
2. Quando è stata l'ultima volta che hai pianto?
2 giorni fa.
3. Hai figli?
Non che io sappia no ma sono sempre molto attento in queste cose quindi no.
4. Fai largo uso del sarcasmo?
I miei colleghi mi odiano perchè non capiscono mai se una cosa che dico la dico veramente o meno.
5. Quali sport pratichi o hai praticato?
Da bambino ho fatto basket con scarsi risultati, calcio con discreti risultato e poi all'età di 14 anni ho detto sai che c'è? Correre è un rompimento quindi mi sono dato al gaming (che pratico quando ho tempo ancora oggi) con risultati discreti. Ovviamente incrementando il dolore per il tunnel carpale che mi opererò solo quando me lo passano con l'INAIL.
6. Qual è la prima cosa che noti in una persona?
I capelli, le scarpe, gli occhi e in caso sì anche le tette se è una donna. Poi il modo di parlare e come si dimostra/portamento.
7. Qual è il colore dei tuoi occhi?
Come quelli di Bambi.
8. Scary movies o happy endings
Fervente amante dell'horror ma dico both.
9. Qualche talento particolare?
Daltonismo e capacità naturale di fare lo slav squat senza problemi.
10. Dove sei nato?
Thiene con l'H
11. Quali sono i tuoi hobby?
Leggere libri e manga, guardare film e anime, giocare al PC e commentare i canetti degli altri su IG.
Ovviamente il mio hobby più grande è andare in montagna dove il silenzio impera.
12. Hai animali domestici?
Ho 4 nipoti.
13. Quanto sei alto?
Per 10 anni io ero alto 1.75 perchè la tizia all'anagrafe al comune era buona e si è fidata di quello che dicevo io. Poi l'anno scorso ho dovuto rifare la carta d'identità ma la tizia era andata in pensione nel mentre e c'era una diversa che non si è fidata e mi ha voluto misurare, la stronza. Quindi per lo stato italiano sono alto 1.73 cm.
14. Materia preferita a scuola?
Storia. Ma avevo una naturale predisposizione per il francese in cui prendevo bei voti facendo niente, ovviamente dimenticato del tutto.
15. Dream job?
Smartworking tutto l'anno tranne in caso di feste aziendali, poche responsabilità, colleghi simpatici (magari non solo uomini), RAL alto e la possibilità di scegliere il sistema operativo su cui lavorare, cioè non obbligarmi ad usare un Mac. Ambito IT, qualsiasi, tranne Dev.
Dunque ho già taggato prima quindi non rompo i cojoni ancora alla stessa gente, ma vediamo cosa hanno @krisomela @givemeanorigami @ettoutsetient @crisigenerica & @vpervaffanculo (anche se so che non lo farà mai).
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emmabraslavsky · 1 year ago
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Gestern war der ERDLING zu Gast bei Ex Libris auf Ö1.
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poesiablog60 · 2 years ago
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Grazie del tuo amore
è il mio ultimo miracolo
passato il tempo dei prodigi.
Grazie del tuo amore…
mi ha insegnato a leggere, a scrivere
mi ha regalato meravigliose parole
è quel che ha annullato le altre donne…in un momento
catturando i miei più bei ricordi.
Grazie dal profondo
a te che sei apparsa dai libri del culto e della preghiera.
Grazie del tuo abbraccio che ha esteso per me sogni e immagini
e del tuo viso che si è insinuato come un uccellino
tra i miei quaderni e appunti.
Grazie perché vivi nelle mie poesie,
Grazie…
perché regni tra le mie dita
Grazie perché sei nella mia vita.
Grazie del tuo amore
mi ha dato la buona novella prima di tutti i credenti
e mi ha fatto re…
mi ha incoronato
mi ha battezzato con l’acqua del gelsomino
Grazie del tuo amore,
mi ha onorato, educato ed insegnato la scienza degli avi
mi ha concesso la felicità del Paradiso dinnanzi agli uomini.
Grazie…
dei giorni incerti sotto le volte delle nubi e l’acqua triste d’Ottobre,
degli attimi di smarrimento e di certezza.
Grazie dei tuoi occhi che viaggiano soli
verso le isole delle violette e della nostalgia.
Grazie…
di tutti gli anni trascorsi
perché sono gli anni più dolci.
Grazie del tuo amore
è il più caro e leale degli amici
è quello che piange sul mio petto
quando piange il cielo.
Grazie del tuo amore, è un’elica,
un pavone…menta…acqua,
una nuvola rosa che è passata per caso all’equatore,
è la sorpresa che disorienta i profeti.
Grazie dei tuoi capelli…distrazione del mondo,
ladri di ogni foresta di palme.
Grazie per ogni minuto…
i tuoi occhi ne sono stati generosi in un’epoca avara.
Grazie delle ore di imprudenza e di sfida
e della ricerca dell’impossibile…
Grazie di tutti gli anni del tuo amore
del loro autunno e del loro inverno,
delle nuvole e del sereno,
del reciproco contrasto del loro cielo.
Grazie per il tempo del pianto e le stagioni della lunga insonnia
Grazie per questa dolce tristezza…
Grazie per questa dolce tristezza…
Nizzar Qabbani
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