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Israele Attacca Basi Militari in Iran: Tre Ore di Raid e il Silenzio di Teheran
Un'escalation di tensioni tra Israele e Iran, ma Teheran annuncia che non risponderà agli attacchi.
Un’escalation di tensioni tra Israele e Iran, ma Teheran annuncia che non risponderà agli attacchi. L’articolo de Il Fatto Quotidiano descrive in dettaglio un raid di tre ore condotto dalle Israel Defense Forces (IDF) contro strutture militari iraniane, durante il quale sono stati colpiti impianti di produzione missilistica, basi missilistiche e sistemi di difesa aerea. Secondo fonti arabe e…
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Pericolo Iran: Potrebbe colpire parte dell'Europa con relativa precisione a circa 2500 km di distanza
(di Andrea Pinto) La distanza aerea tra le capitali di Iran e Italia è circa 3750 km, ma la distanza tra i due confini potrebbe essere raggiunta dai missili iraniani. I missili dell’Iran possono colpire, infatti, bersagli compresi in un raggio di azione che va dai 300 ai 2.500 chilometri dal loro punto di lancio. L’Europa, o almeno una parte di essa, facendo alcuni calcoli, potrebbe essere raggiunta dall’arsenale di Teheran.
Quando uno sciame di droni e missili da crociera hanno attaccato la più grande struttura petrolifera dell'Arabia Saudita il 14 settembre, l'amministrazione Trump ha incolpato l'Iran per quello che ha definito un "attacco senza precedenti" sulle forniture energetiche globali. Ma la vera sorpresa è stata la precisione dell'attacco: di 19 missili lanciato solo due hanno fallito il loro bersaglio. La disamina della novità strategica militare è stata pubblicata dal Washington Post. Gli analisti americani nei loro rapporti hanno descritto l'attacco all'Arabia Saudita come una sorta di campanello d'allarme: la prova, provata, di un arsenale di missili ad alta precisione notevolmente migliorato. In caso di una guerra più ampia con gli Stati Uniti, ci si può aspettare che l'Iran utilizzi tali armi per infliggere danni sostanziali a qualsiasi numero di obiettivi, come basi militari statunitensi, strutture petrolifere o addirittura attaccare Israele, affermano gli analisti. Questa notte, l'Iran ha sparato più di una dozzina di missili balistici su due basi militari irachene utilizzate dagli Stati Uniti. "Stanno dicendo:" Ora possiamo colpirli", ha dichiarato Fabian Hinz, esperto del programma missilistico iraniano presso l'Istituto di studi internazionali di Middlebury a Monterey, in California." Quello che abbiamo visto in Iran negli ultimi anni è un passaggio da missili che erano principalmente strumenti politici o psicologici a vere armi da campo. Questo è un cambiamento sostanziale". Funzionari statunitensi e mediorientali affermano che i missili potenziati utilizzati la scorsa notte - alcuni con una portata di oltre 1.200 miglia - non sono altro che una promessa fatta dall'Iran agli Usa per vendicare l'uccisione del generale Qasem Soleimani, il più potente capo dell'esercito iraniano. L'Iran ha comunque dimostrato di aver cambiato la sua strategia, questa volta ha agito direttamente. Teheran, in passato, ha spesso incaricato gruppi militanti filo-iraniani - principalmente Hezbollah con sede in Libano, ma anche delegati e simpatizzanti con base in Siria, Iraq, Yemen e Bahrain - per svolgere una vasta gamma di azioni segrete per suo conto, tra cui bombardamenti e attacchi missilistici, rapimenti e guerra cibernetica. Oggi ha dimostrato di avere le capacità di poter lanciare un efficace attacco in Iraq, alle strutture petrolifere del Golfo Persico, ovvero un a Israele. "L'Iran attacca dove vede vulnerabilità ed esercita moderazione quando pensa che potrebbero esserci conseguenze importanti", ha dichiarato Karim Sadjadpour, analista politico dell'Iran presso il Carnegie Endowment for International Peace, un think tank di Washington. Ad esempio, ha detto Sadjadpour, i missili potrebbero essere lanciati dagli alleati houthi iraniani nello Yemen contro "soft target" come infrastrutture petrolifere, aeroporti o impianti di desalinizzazione negli stati del Golfo. Tali attacchi potrebbero danneggiare in modo significativo le economie dei principali alleati degli Stati Uniti, innescando al contempo un rialzo importante globale dei prezzi del petrolio. Meno impattante a livello globale, ma psicologicamente distruttivo, sarebbe una serie di omicidi o rapimenti. Dopo che un agente israeliano avrebbe ucciso diversi scienziati nucleari iraniani una decina di anni fa, Teheran ha attivato cellule dormienti e inviato sicari per eseguire omicidi di diplomatici in tutto il mondo. "India, Tailandia e Georgia: luoghi che non ti aspetteresti", ha detto Sadjadpour a proposito dei tentativi già effettuati. "Le ambasciate in tutto il mondo dovrebbero essere in allerta, non solo per i prossimi giorni, ma per almeno un altro anno". Il miglioramento della capacità missilistica dell'Iran è il risultato della nuova strategia adottata dieci anni fa dal leader supremo del paese, l'Ayatollah Ali Khamenei. All'epoca, i missili più sofisticati di Teheran erano derivati dagli Scud dell'era sovietica che l'Iran e l'Iraq avevano sparato contro altre città durante la guerra degli anni '80. Da allora, i laboratori militari del paese hanno avuto milioni di dollari per creare sistemi di guida per migliorare l'accuratezza dei nuovi missili e l'aggiornamento dei modelli più vecchi. Il risultato è una linea di missili a corto e medio raggio in grado di trasportare testate con una precisione di circa 10 metri, ha detto un funzionario dell'intelligence del Dipartimento della Difesa. Il funzionario ha parlato a condizione di anonimato. "Abbiamo osservato consistenti miglioramenti nella precisione dei missili balistici iraniani", ha detto il funzionario. Tra gli sviluppi più sorprendenti e potenzialmente preoccupanti c'è la tecnologia sul missile Qiam dell'Iran da 500 miglia che consente ai controllori di perfezionare la sua traiettoria durante il volo. Anche il Fateh-110, un modello a corto raggio fornito a Hezbollah e ad altri gruppi militanti, è stato rimodellato con sistemi elettro-ottici e di radio-guida in modo che possa concentrarsi su obiettivi altamente specifici". L'attacco del 14 settembre su due impianti petroliferi dell'Arabia Saudita ha evidenziato l'utilizzo di droni armati e missili da crociera che sono entrambi altamente manovrabili e difficili da fermare con batterie antimissili. I ribelli Houthi dello Yemen rivendicarono la responsabilità di quell'attacco, anche se in seguito gli analisti statunitensi conclusero che i missili e i droni erano stati lanciati dall'Iran meridionale. Un'indagine delle Nazioni Unite non è stata in grado, tuttavia, di trovare le prove concrete che collegassero i missili e i droni all'Iran. Il costoso sistema di difesa antimissile costruito dagli Stati Uniti in Arabia Saudita non è riuscito a fermare il drone e l'attacco missilistico, lasciando le forze di sicurezza locali senza mezzi per difendere le strutture se non con le armi di piccolo calibro. Il generale Joseph Votel, ex comandante del Centcom degli Stati Uniti, andato in pensione a marzo ha affermato che i miglioramenti nella capacità missilistica dell'Iran è stata sorprendentemente rapida. "Li guardiamo da un po', sia con questi droni che con missili e altre cose che possono effettivamente penetrare nei sistemi difensivi e entrare e colpire quegli obiettivi sensibili", ha detto Votel in un'intervista al CTC Sentinel, una pubblicazione del Centro di lotta al terrorismo a West Point. L'aspetto più inquietante, ha detto Votel, è la "maturazione di questi sistemi e la velocità con cui gli iraniani stanno imparando. Stanno approfittando di ciò che noi abbiamo imparato" La potenza militare iraniana La difesa iraniana è a “mosaico”, con molti centri delle Guardie Rivoluzionarie e delle forze armate del tutto autonomi per quanto riguarda il comando e controllo. La Marina opera con il concetto di una “difesa a strati”, con il massimo di potenza di fuoco in ogni fase. I missili sono l’asse strategico primario della “dissuasione costrittiva”. L’aviazione e la missilistica iraniana, quasi integralmente sotto il controllo delle Guardie Rivoluzionarie, sono in buona efficienza: 16 Embraer 312 Tucano, aerei da addestramento e da attacco leggero; circa 100 Toofan, elicotteri da combattimento integralmente prodotti in Iran; circa 10 Ilyushin da trasporto strategico adattati al combattimento in aria; circa 30 Antonov da trasporto, di fabbricazione sovietico-ucraina (nome in codice NATO “Cooler”); circa 10 Dassault Falcon 20F, aerei da trasporto leggero usati comunemente per business e rappresentanza; circa 30 Harbin cinesi da trasporto leggero; circa 70 elicotteri da trasporto materiali e trup- pe Mil Mi-17, sempre di fabbricazione russa. Le forze aeree dispongono di 20 basi, con 16 squadre aeree fornite di F14, MiG 29, F5, F7 e Fokker F27. Teheran ha anche a disposizione i russi Sukhoi Su30MKM, supersonici ad altissima manovrabilità, e i cinesi J10 e JF17 multiruolo. Tutti sono armati da missili aria-superficie a lunga gittata. I Droni Ben cinque sono le tipologie di velivoli senza pilota, tutte di fabbricazione iraniana: l’Ababil, per riconoscimento-sorveglianza a medio raggio; le varie tipologie di Mojaher, che spia le installazioni militari e le posizioni nemiche; il Karrar da combattimento, con annesso missile UAV ad alta velocità; lo Shahed 129, altro UAV da riconoscimento-combattimento, che può stare in azione per oltre 24 ore continue; infine, lo ScanEagle, un UAV della Boeing a corto raggio. I missili Le forze missilistiche, tutte poste sotto l’egida dei Pasdaran, si basano, per quanto riguarda i propellenti solidi, su tre classi di armi: il Fajr 3 e 5, con gittata massima di 75 km; il Naze’at, con gittata da 100-130 chilometri; lo Zelzal, con tre tipologie che col- piscono obiettivi rispettivamente a 150, 200 e 210 chilometri. Si tratta di missili costruiti tutti in Iran ma con il supporto della Cina. Attualmente, la Repubblica Islamica Iraniana è del tutto autonoma da Pechino per ciò che concerne, invece, la gestione e la manutenzione di tutti i missili con propellente solido. Teheran può produrre autonomamente anche i missili a combustibile liquido, gli ormai classici SCUD B e C.
L’Iran possiede anche missili a corto raggio con propellenti solidi, come il Tondar 69, di fabbricazione cinese, progettato sul modello del terra-aria S-75 sovietico, e il Fateh 110, con un raggio di 200 chilometri. La missilistica a lungo raggio è il punto di forza presente e futuro dell’Iran: Teheran oggi possiede lo Shahab 3, basato sul Nodong nordcoreano, che, nella sua versione MBRM (Medium Range Bal- listic Missile) può raggiungere obiettivi distanti 1.930 chilometri ed è dato in armamento standard a ben 6 brigate missilistiche. Vi sono inoltre: il Ghadr 110, missile da 1.800-2.000 chilometri di distanza; l’Ashoura, un MBRM a due stadi, tecnologicamente evoluto, a propellente solido, probabilmente progettato in proprio; il Sejil, a combustibile solido, che andrà a rimpiazzare gli Shahab; il Bina, con guida laser utilizzabile sia per azioni terra-terra che terra-aria, con testata a frammentazione e alta precisione; il Simorgh, missile intercontinentale per lancio di satelliti dual-use. Read the full article
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