#asfissia
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Kenneth Eugene Smith, l'uomo giustiziato due volte
La richiesta dell'Alabama di sperimentare su Kenny Smith utilizzando un metodo di esecuzione controverso e non testato solleva serie questioni costituzionali e dovrebbe essere impugnata in tribunale.
De Ficchy Giovanni Un detenuto americano di 58 anni, Kenneth Eugene Smith, sarà giustiziato attraverso l’inalazione di azoto puro, utilizzato per la prima volta e in maniera sperimentale. Sarà il primo a subire il nuovo metodo di esecuzione. Lo scorso anno si salvò perché non riuscirono a inserirgli gli aghi, l’equipe incaricata dell’esecuzione non era riuscita a individuare le vene dove…
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Asfissia I - Massimiliano Alioto , 2018.
Italian , b. 1972 -
Oil on canvas , 100 x 80 cm.
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tutte ste relazioni mi sanno di asfissia
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Tre di Spade.
"La proiezione sull'Altro: la trappola del Riconoscimento".
Il compito del mese di Maggio è accompagnarci alla frattura con la nostra profonda "Ferita del Riconoscimento".
Essere stati "ignorati" o "svalutati", "boicottati" o "abusati" all'interno del percorso di crescita, tra le mura di casa, nei luoghi più intimi ed emozionali, nelle relazioni primarie, può generare schemi di profonda disfunzione e colpa.
Il dolore non passa solo.
Si deposita nelle memorie cellulari e si riattiva ad ogni simbolo o associazione con l'Evento traumatico, sia esso breve ed estemporaneo o reiterato nel tempo.
Il tempo non sistema le cose. Le complica.
E' per questo che non basta affidarsi alla parte Divina per compiere quel passaggio così strettamente Umano.
Siamo tutti chiamati ora a rivedere amorevolmente i nostri automatismi di manifestazione della sofferenza.
Tutta la rabbia, la violenza, il malessere che si stanno scatenando all'interno dei Sistemi di Relazione, sono frutto di un passaggio delicato della "Coscienza", sempre meno "presidiata" e sempre più libera di esprimere il proprio vissuto.
I terremoti Energetici di questi ultimi anni hanno assediato le fondamenta di tutti gli edifici, anche quelli apparentemente solidi, rendendone evidenti le infiltrazioni di umidità e il marciume del basamento, producendo irreparabili crolli, riducendo in macerie interi caseggiati.
E molti, invece di ristrutturare alla base la loro casa distrutta, ci hanno "messo la pezza", restando però nella costante sensazione che, un'ulteriore potente scossa, potrebbe davvero essere la definitiva per loro.
L'Evoluzione è un processo legato all'Umiltà.
L'Umano si rende strumento di se stesso.
E accoglie con coraggio e resilienza la Verità, che di volta in volta si palesa di fronte a sé.
Si affida al Viaggio. Sa che il percorso sarà accidentato, sa che dovrà distruggere una ad una ogni illusione, ogni contraddizione, ogni trigger interiore.
Ma non si abbatte, non si demotiva, non si appoggia pesantemente sulle schiene degli altri.
E' la sua Casa a necessitare di restauro. E' il suo Giardino interiore che va bonificato a fondo. Sono i suoi "Mostri" da sconfiggere.
Ed è l'unico che può affrontare il suo percorso trasformativo. Nessun altro lo potrà fare al suo posto.
E se ad un certo punto del Viaggio, si è scelto di percorrere la scorciatoia, si mollano gli ormeggi e si decreta "ho già fatto troppo, è tutto inutile, io sono fatto così, sono gli altri che non mi capiscono e non mi accettano per quello che sono", sarà naturale incappare nella solita "risoluzione infantilizzata".
Dove la Struttura immatura necessita costantemente di attenzione, di riconoscimento e premi di partecipazione.
Nessuno ci darà il premio o "la pacchetta sulla spalla" quando avremo compiuto i nostri faticosi passi.
Saremo noi ad omaggiarci con Gratitudine e tanta Gioia. A festeggiare con un sorriso l'ennesimo tassello d'Amore che abbiamo aggiunto al nostro "edificio emotivo".
E mattone dopo mattone, fatica dopo fatica, piano piano vedremo la nostra Nuova Casa Interiore prendere forma.
Sentiremo il Cuore pulsare nuovamente di Vita, irradiare quella sua sconfinata potenza e trasparente purezza in ogni istante ed in ogni respiro del nostro procedere.
Non soffermiamoci nella solita "zona di sconforto", di immobilismo e di "vittimismo".
C'è tanto da smaltire.
Ora più che mai.
Bisogna trovare il coraggio di osservare il "Passato devitalizzato" che torna. Ci dobbiamo stare.
Nessuna fuga, nessuna scorciatoia, nessun premio.
Si resta. Si affronta. Si elabora. E poi si espelle via!
Se lo tratteniamo finirà per intasare il Sistema e ci porterà ad una lenta agonia di "morte" per soffocamento o asfissia.
Lasciamo che i dolori del Passato si trattengano solo il tempo necessario per preparare l'espulsione finale.
Non identifichiamoci con le nostre Ferite. Non partiamo a razzo con gli automatismi che proiettano questi informi cumuli di tossine in transito.
Restiamo concentrati, consapevoli, presenti e partecipativi.
E smettiamola di giocare alla Ferita del Riconoscimento con gli altri! Di voler a tutti i costi attirare l'attenzione del "genitore" di turno. Di agganciare dinamiche infantilizzate di confronto, di invidia, di competizione, di pietismo o, peggio ancora, di vendetta.
Siamo adulti.
Curiamo il nostro Giardino. E smettiamola di ficcare il naso nel Giardino altrui.
Restiamo Radicati a noi stessi, presenti e orientati.
Si tratta di Noi. Della nostra Vita. Delle nostre Emozioni e Disfunzioni. Della nostra Responsabilità su noi stessi. Delle nostre scelte di Guarigione.
L'Altro non c'entra. Mai.
Ricordiamocelo sempre.
E proseguiamo con tanta Fede, Impegno e Dedizione nel nostro straordinario Cammino Evolutivo.
Mirtilla Esmeralda
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un uomo, tale kenneth smith, negli stati uniti, in particolare l’alabama, è stato condannato (giustamente per aver commesso omicidio su commissione) e messo nel braccio della morte, in attesa dell’esecuzione della pena di morte per oltre 30 anni, la quale è avvenuta nel 2022
il problema è che nel 2022 la cosiddetta iniezione letale è fallita, l’addetto (penso un medico) non ha beccato la vena e il veleno non ha ucciso l’uomo ma gli ha provocato solo atroci sofferenze
la conseguenza? è che nel 2024 sarà eseguita nuovamente la pena capitale, ma con l’azoto (la prima volta nella storia), ossia dovrà in sostanza indossare una maschera e respirare azoto puro per circa 15 minuti, finché non sarà morto per asfissia
PREMESSO che quest’uomo merita il carcere, merita l’ergastolo e merita di passare i suoi giorni rinchiuso, ci rendiamo conto che è folle condannare un uomo a morire asfissiato? questa non è una pena, è una tortura folle e scriteriata, quando in italia parlano i provincialotti da tastiera dovrebbero pensare a cos’è la pena di morte, perché forse non vi è chiaro di quanto sia pericoloso uno strumento di morte LEGALE nelle mani di esseri umani incapaci di empatia (come sono pieni negli stati uniti e come ne siamo pieni noi)
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Tutte 'ste relazioni mi sanno di asfissia
La nostra storia che diventa un'elegia
C'è chi insegue e chi respinge, non è solo una teoria
Dopo l'orgasmo tutta la magia va via…. -kid yugi
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Amore, caro amore mio.
Raccontami una storia, che strappi pezzi di me seduta davanti al pianoforte, ti suono una canzone, accompagnamento, melodia che accolga i colpi di machete sulla mia schiena.
Distruggimi ch'è l'unica cosa che sai fare, rigirami fra le dita delle tue mani, sporche e stracolme di sangue che cola dalle mie ferite.
Alzo piano la testa e ti guardo negli occhi.
Un colpo sordo, il pavimento nero accoglie il mio corpo bianco e divento un quadro. Appendimi sopra il muro dietro al pianoforte che suona incontrollabile il dolore della perdita del pianista.
Divento tua creatura, esistenza inumana, colore sulla tela e dolore sulle labbra.
Mi mordo il labbro inferiore ed un sapore deciso nella bocca accoglie la tua anima dannata e la mia essenza più pura d'odio e amore.
Una nuova guerra.
Amore, caro amore mio.
Siamo sempre noi. Le bestie feroci. Animali assetati di sangue. Una dipendenza reciproca.
Esci dalla buia casa e lascia il quadro in bilico tra l'essere distrutto o accolto dall'umana sostanza.
Poi muori. Come sono morta anch'io che volo e sono libera, prima creatura incatenata. L'anima venduta al diavolo e poi restituita agli angeli. Volo.
Ricordati i tramonti e il mare fuori dalla finestra, poi buio.
Ti strappo gli occhi mentre mi strappi il cuore.
Prendi fuoco e resti cenere in penombra della vita che non hai vissuto.
Tu carnefice, io vittima. Io carnefice e assassino della tua anima dannata incatenandoti al muro, braccia, gambe per poi strapparti in due.
Viscere per terra, sangue sul mio volto, sorrido.
Tu, creatura mia, io prima, creatura sola. Nessun padrone, niente salvezza, colpisci e guardo il massacro nella buia stanza della nera casa.
T'odio, massacro creatura mia e piango, dopo sparo.
Il mio cervello sui muri tristi e sporchi, il pianoforte suona la canzone della morte del carnefice.
Muori che sono morta e perdiamoci negli inferi, nel quadro appeso al muro.
Fuori, la tempesta perfetta e colpisce come un'enorme palla da demolizione che compare dal nulla e sbatte dritta contro il cervello.
Distrugge tutto, dietro di lei, solo polvere, fumo denso, asfissia.
Amore, caro amore mio.
Ci siamo distrutti così tante volte.
Ci siamo mischiati il sangue e chi sei?
Chi sono?
L'odore del mare mi solletica le narici e di questa volta siamo in spiaggia.
Che arma utilizzerai?
Come mi difenderò?
Gli occhi, quei occhi scuri e freddi.
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Pensiero del sabato mattina.
Sto commettendo un errore sostanziale nel cominciare a fare cose per me (e me ne rendo conto solo ora, in questo preciso momento che sto scrivendo).
Vado a mostre, a concerti, programmo eventi futuri, vedo persone (anche di una certa caratura) in un attivismo insolito per me e mai sperimentato prima. Certo che è un percorso di disibernazione che sto facendo, complice l’essere da solo (mia figlia non c’è, è lontana), non ho nessuno (ahimè) e ho una piccola disponibilità economica maggiore rispetto agli anni di asfissia in cui ho vissuto.
Ma capisco, ora, che non ho lo spirito giusto. Non lo sto facendo per me (si lo faccio ma non è così): insomma sono mosso più dal dover dimostrare a qualcuno (a chi? Chi c’era mi ha dato il due di picche e chi potrebbe esserci non si staglia all’orizzonte) che so fare, posso fare, che sono autosufficiente. Dentro invece sono morto, non ne riesco a godere. La tentazione di rintanarmi e rifare l’orso è fortissima. Non lo sto facendo per me e quindi alla fine della giostra mi resta l’amaro in bocca, sempre nell’attesa che qualcuno mi dia una pacca sulla spalla e mi dica “bravo”
Quel qualcuno, semplicemente, dovrei essere io. Darmi da solo le pacche e vaffanculo il mondo è tutti gli altri. Devo farlo e farlo esclusivamente per me. Starò da solo ad assistere ad uno spettacolo? E fanculo lo stesso. Mi godrò lo spettacolo.
Se ci sarà qualcuno accanto a me, va bene, altrimenti la vita è troppo breve per stare ancora con la mano alzata e dire “io sono qui”, sperando che qualcuno si accorga di me.
Io sono qui, anche senza nessuno, perché sono vivo e come tale la vita la devo cominciare davvero a vivere
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Ri-referendum indipendentista scozzese
La signora Nicola Sturgeon, primo ministro scozzese, vorrebbe si ritornasse a votare per l'indipendenza del Nord dal Regno Unito il prossimo ottobre. Un primo referendum non vinse nel 2014.
Siamo sempre molto coinvolti dall'indipendenza dei popoli, a maggior ragione quando avviene per via pacifica democratica ma in questo caso siamo perplessi: la richiesta scozzese é una mera reazione alla Brexit, trionfo di vero indipendentismo. Pare che i politicanti scozzesi bramino tornare nelle sgrinfie di padroni ben più centralizzatori di quelli che hanno ora.
Sia come sia, fatti loro. Per come conosciamo quei posti e nel nome dell'indipendentismo senza se e ma, ci permettiamo di suggerire alla Sturgeon un trucco poco localista per una vittoria a mani basse: sottoporre il quesito sull'indipendenza scozzese anche agli inglesi, far votare pure i vicini da cui separarsi. Sarebbe un trionfo, un epico FOERA DAI BALL, un plebiscitario " 'a morti de fame tojeteve de torno" di proporzioni bulgare.
(in Italì purtroppo è tutto rovesciato. Qui vige la mentalità della vecchia carampana cornuta che chiagne e disprezza il marito Lombardo Veneto, un grezzo tutto lavoro sempre in giro; ma non lo molla, lo asfissia tenendoselo stretto in regime di 41bis).
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14 maggio 2023
È l'una e 50 del mattino, tra sei ore suonerà la sveglia e io non avrò dormito abbastanza per affrontare la giornata che mi aspetta. Mi scoppia la testa e mi sento uno schifo. Ho rubato un oki lasciato da un ex coinquilina, e sono sola. Vorrei avere qualcuno con cui parlare ma sono sola, perché sono riuscita ad allontanare tutte le persone che avevo intorno e adesso rimango solo io.
Lei è sparita, e sto morendo di ansia e di preoccupazione... non so come dormirò con questa sensazione di paura e asfissia nel petto. Va tutto male.
Sono andata in terapia, sto andando in terapia, ma va tutto male. Mi sento un fallimento su ogni fronte, sono emotivamente esausta. Uscita dalla prima seduta mi sono sentita su di giri perché finalmente c'era qualcuno ad ascoltarmi che non se ne sarebbe andato, con cui non mi sentivo in colpa a stare male perché la pago per ascoltarmi. È a questo che mi sono ridotta. E adesso ho paura che non ci tornerò più perché tutto sembra andare contro di me.
Tra poco sarà il mio compleanno e vedrò come risolvere quell'altra situazione... se arrendermi per sempre o lasciare una porticina aperta, ma non ho molte speranze...
Mi sento così stanca... e drenata... spenta... non mi riconosco più. Sono costantemente in modalità sopravvivenza e non riesco più a essere positiva come prima... voglio solo morire
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Asfissia II - Massimiliano Alioto , 2018.
Italian , b. 1972 -
Oil on canvas , 100 x 80 cm.
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Vizi d’arte Ugo Nespolo
A cyìura di sandro Parmiggiani, Prefazione di Alberto Manguel
Skira, Milano 2022, 312 pagine, 16.5 x 24 cm,Cartonato, ISBN 978-8857249438
euro 29,00
email if you want to buy [email protected]
“Vizi d’arte” è una raccolta di scritti frutto dell’appassionata ricerca critica portata al torbido cuore dell’Artworld. Studio che nasce in Ugo Nespolo come abbraccio affettuoso ma cosciente della vana ambizione che prova a mimare il personaggio di Thomas Carlyle, nel suo On Heroes, quando lo racconta come artista impavido, solitario e disilluso, sorta di aristocratico dell’intelletto intento a condurci verso autonomi ideali di cultura. Sogno fragile, donchisciottismo ingenuo, illusione che in un attimo ci proietta in quella confusa wasteland popolata di figuranti interessati, artefatti senza teoria, assordanti silenzi d’artista, asfissia mercantile. Scritti malinconici, allora, lampi tenui tra cultura e arte, quella che – a sentire Jean Baudrillard – con successo “tenta di abolire se stessa man mano che si esercita”.
"Ugo Nespolo, artista versatile, opera in un ampio campo di discipline, dalla pittura al cinema e alla scultura. Negli anni sessanta lavora con la Galleria Schwarz e la sua prima mostra milanese, presentata da Pierre Restany, in un certo senso precorre il clima e le innovazioni del gruppo che Germano Celant chiamerà Arte Povera. Nel 1967 è pioniere del Cinema Sperimentale Italiano, sulla scia del New American Cinema. A Parigi Man Ray gli dona un testo per un film che Nespolo realizzerà con il titolo Revolving Doors. I suoi film sono proiettati e discussi in importanti musei e istituzioni tra cui il Centre Pompidou a Parigi, la Tate Modern a Londra, la Biennale di Venezia. Nei tardi anni sessanta, con Ben Vautier, dà vita a una serie di eventi Fluxus e in seguito fonda con Enrico Baj l’Istituto Patafisico Ticinese. Sicuro che la figura dell’artista non possa non essere quella di un intellettuale, studia e scrive con assiduità sugli sviluppi dell’estetica e del sistema dell’arte. Ha esposto con grande intensità in gallerie e musei in Italia e nel mondo."
29/03/23
orders to: [email protected]
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ASFISSIA EMOZIONALE
Nell'abisso delle emozioni,
dove l'anima si perde tra le illusioni,
nasce un fiume di sensazioni sottili,
che attraversa i sentieri più fragili.
L'asfissia emotiva mi avvolge,
come un velo che il cuore assolve,
i pensieri si confondono, si fondono,
in un turbinio di emozioni che sfuggono.
La gioia danza con la tristezza,
la rabbia si mescola alla dolcezza,
la paura e la speranza si sfiorano,
in un tango di sentimenti che si abbracciano.
Le lacrime diventano parole,
sciolgono i nodi più profondi e mole,
svelano la vulnerabilità nascosta,
che rende l'anima umana così composta.
L'asfissia emotiva è un mare in tempesta,
che mi travolge senza darmi tregua,
come uno scorpione che mi punge senza sosta.
Attraverso le emozioni, mi sento vivo,
nel loro colore troviamo la mia essenza,
che dona profondità all'esistenza.
Quindi abbraccio l'asfissia emotiva,
lasciandola fluire senza paura o parvenza,
perché solo attraverso il suo abbraccio intenso,
possiamo vivere l'autentica esistenza.
Analisi:
La poesia affronta il tema dell'asfissia emotiva, un'esperienza di soffocamento interiore che nasce dall'intensità delle emozioni che travolgono l'individuo. In un gioco di contrasti, la gioia e la tristezza, la rabbia e la dolcezza coesistono, creando una dinamica di emozioni che si intrecciano. L'asfissia emotiva diventa un simbolo della lotta con la propria vulnerabilità, ma anche della profondità che solo il vissuto emotivo può conferire alla vita. La conclusione suggerisce una visione di accettazione e abbraccio della propria emozionalità, come via per vivere un'esistenza autentica e completa.
Descrizione:
"La poesia esplora la complessità delle emozioni umane, portando alla luce il conflitto interiore causato dall'intensità dei sentimenti. L'asfissia emotiva, rappresentata come un velo o un mare in tempesta, simboleggia la difficoltà di respirare e di vivere in equilibrio emotivo. Tuttavia, l'autore invita ad abbracciare questa esperienza come una via per scoprire la vera essenza dell'esistenza, dove la vulnerabilità diventa una forza che arricchisce la propria vita."
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"Hanno causato la morte di 10 migranti per asfissia": eseguiti due provvedimenti di fermo
"Hanno causato la morte di 10 migranti per asfissia": eseguiti due provvedimenti di fermo La Polizia di Stato ha dato esecuzione a due provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi... #SiciliaTV #SiciliaTvNotiziario Read the full article
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Perugia: 34enne muore nel tentativo di fuggire dopo un furto
Perugia: 34enne muore nel tentativo di fuggire dopo un furto La notte del 30 aprile, poco dopo le 24.00, i Carabinieri della Stazione di Corciano sono intervenuti sul capoluogo, a seguito della comunicazione pervenuta al “Numero Unico di Emergenza – 112NUE” in cui si segnalava un furto in atto all’interno di un negozio di generi alimentari in zona Prepo. I militari, giunti sul posto, hanno rinvenuto il cadavere di un 34enne, di origini tunisine, senza fissa dimora, con precedenti di polizia. Dagli accertamenti esperiti è emerso che il ragazzo, introdottosi nell’esercizio commerciale, sorpreso dalla titolare a forzare il registratore di cassa, abbia tentato di fuggire da una piccolissima finestra posta sul retro del locale, restando però incastrato con il corpo a penzoloni all’esterno ed il collo e le braccia all’interno, decedendo verosimilmente per asfissia meccanica. A seguire, sono sopraggiunti i Carabinieri della Stazione di Perugia, Sezione Radiomobile della Compagnia, oltre che personale del servizio sanitario 118 e dei Vigili del Fuoco. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, la salma è stata trasportato presso l’obitorio dell’Ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia, per i successivi accertamenti tesi a stabilire le cause della morte. Sul caso indagano i Carabinieri della Stazione di Perugia.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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"... la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai."
[Pietro Calamandrei - in una conferenza sulla Costituzione rivolta a studenti tenuta a Milano 26 gennaio 1955]
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