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Stardust David Bailey
Con un saggio di Tim Marlow
Skira, Milano 2015, 272 pagine, 26x33,8cm, Inglese, ISBN 9788857227795
euro 58,00 - 50% €29,00
email if you want to buy [email protected]
Catalogo Mostra PAC 1 marzo 2 giugno 2015
Oltre 300 fotografie, alcune delle quali inedite, selezionate personalmente da David Bailey dal suo immenso archivio, ripercorrono più di mezzo secolo di carriera del grande artista.
Francis Bacon, Salvador Dalí, Johnny Depp, Bob Dylan, Mick Jagger, Man Ray, Bob Marley, Jean Shrimpton: una straordinaria galleria di attori, scrittori, musicisti, politici, registi, modelle, artisti, ma anche persone incontrate durante i suoi viaggi in Australia, India, Sudan e Papua Nuova Guinea; molti famosi, alcuni sconosciuti, tutti assolutamente coinvolgenti e memorabili. Nato a Londra nel 1938, negli anni Sessanta David Bailey si è affermato nella fotografia di moda come collaboratore di Vogue, divenendo uno dei più popolari esponenti del mondo della fotografia d’autore; la creazione di ritratti, geniali e spesso provocatori, �� sempre stata un interesse centrale nella sua attività. Pubblicata in occasione della grande mostra milanese (co-prodotta da Comune di Milano, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea e Tod’s) proveniente dalla National Portrait Gallery di Londra, la monografia è suddivisa per temi, con immagini iconiche affiancate da ritratti meno noti e inediti, ed è introdotta da un saggio dello storico dell’arte Tim Marlow. David Bailey, membro onorario della Royal Photographic Society, è considerato uno dei più grandi fotografi viventi. Nel 2001 è stato insignito del titolo di Commander of the Order of the British Empire, come riconoscimento per il suo impegno artistico. Ha recentemente pubblicato Bailey’s East End (2015). Tim Marlow, storico dell’arte inglese, autore di numerosi libri e presentatore di programmi radiofonici e televisivi, è direttore delle mostre della galleria londinese di arte contemporanea
18/01/24
#David Bailey#Stardust#photography exhibition catalogue#PAC Milano 2015#Francis Bacon#Mick Jagger#Joseph Beuys#Anna Piaggi#Jean Shrimpton#Salvador Dalì#Bob Dylan#Man Ray#Bob Marley#Jerry Hall#Jack Nicholson#Diana Vreeland#Grace Jones#Kate Moss#Vivienne Westwood
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Così scrivevano alcuni giornalisti sul caso Tortora:
«Mi pare che ci siano gli elementi per trovarlo colpevole: non si va ad ammanettare uno nel cuore della notte se non ci sono delle buone ragioni. Il personaggio non mi è mai piaciuto. E non mi piaceva il suo Portobello mi innervosiva il pappagallo che non parlava mai e lui che parlava troppo senza mai dare tempo agli altri di esprimere le loro opinioni. Non mi piaceva neppure il modo con cui trattava gli umili: questo portare alla ribalta per un minuto la gente e servirsene per il suo successo» Camilla Cederna, sulla Domenica del Corriere.
Ne abbiamo altri, come Marino Collacciani, che su Il Tempo scriveva:
«Enzo Tortora rivela una calma addirittura sospetta al momento dell’arresto. Le labbra mosse con flemma, i muscoli del collo e della faccia tirati e la voce compassata sembrano voler ricordare e riprodurre a tutti i costi il personaggio del piccolo schermo, amato dalle massaie.»
«Dosando con grande mestiere indignazione e sbigottimento ha retto bene la parte della vittima innocente.» Wladimiro Greco, il Giorno
E ancora: «Il suo arresto conferma quello che chiare indicazioni davano già per sicuro, e cioè che Tortora è un personaggio dalle mille contraddizioni. Ligure spendaccione, se non proprio generoso, giornalista e quindi osservatore ma al tempo stesso attore e portato all’esibizione, umorale e tuttavia al servizio del più rigoroso raziocinio, colto (come ama anche ostentare in tv) eppure votato alle opere di popolarità, incline a un’affettazione non lontana dall’effeminatezza ma notoriamente amato dalle donne e propenso ad amare le più belle (due mogli e falangi di amiche). Moralista infine – proprio questo il sigillo che l’arresto imprime alla sua sfaccettata personalità – e ora colpito da un’accusa che fa di colpo traballare ogni sua credibilità morale» Luciano Visintin, dal Corriere della Sera, una persona davvero splendida, da come si può vedere...
Curioso Costanzo Costantini: «Desta qualche sospetto quando fa di tutto per nascondere la sua vita privata, quando conduce sotto l’insegna dell’ordine una vita personale tutt’altro che ordinata assumendo nello stesso tempo atteggiamenti da moralista o da Catone il Censore. I moralisti o i moralizzatori sono sempre da salutare con favore, specialmente in tempi come quelli i che viviamo, ma a condizione che non bistrattino con l’azione i loro princìpi, che conducano una vita irreprensibile.»
Già ai tempi si confondeva la vita pubblica con un'ipotizzata vita privata, costruita da questi rapsodi che invece di cucire i canti, cantavano bugie Alessia Donati, su Novella 2000: «Qualcuno a Milano dice che quando era stato licenziato dalla Rai lo si poteva vedere, di notte, in un giro di balordi. Qualcun altro si meravigliava di averlo incontrato spesso, anche in questi ultimi tempi, sugli aerei Roma-Palermo Palermo-Roma. Che interessi poteva avere Tortora in Sicilia? E poi, per chi lo conosce bene, c’è un altro elemento inquietante: Tortora, di solito violento a parole nel difendersi e così conscio del potere dei giornali e della tv, quando è uscito dalla questura di Roma aveva a sua disposizione televisione e giornalisti: poteva dire quello che voleva; invece, a parte generiche dichiarazioni di innocenza, non ha avuto le reazioni che gli erano solite.»
Pur di scrivere, pur di non "prendere un buco", come si dice in gergo... veleno «Anche perché lo spaccio operato da Tortora non consisteva certo in stecchette o bustine, ma in partite di 80 milioni a botta. Un’attività durata anni e stroncata solo ultimamente, secondo indiscrezioni, per uno sgarro commesso dal noto presentatore. E ancora, pranzi e cene con noti e meno noti camorristi, incontri segreti, rapporti, inchieste, raccomandazioni, suggerimenti, appalti» Daniele Mastrogiacomo da Repubblica, presente qui su twitter, che sicuramente penserà diversamente oggi, vero? Saviane intuì il valore del suo cognome, per il livello di errore di cui è intriso: «Era un po’ malinconico, non tanto perché costretto a camminare con le mani ammanettate e la scorta dei carabinieri, ma perché è arrivato sul teleschermo senza il suo concubino pappagallo».
Il 15 gennaio del 1986 ecco l'organo del partito comunista italiano, e anche Fausta Pizzuto sul Resto del Carlino, il 18 giugno del 1983 sbatte in prima pagina
Il bello di internet è che se un po' cerchi non si perde nulla. Qui , archiviolastampa.it/component/opti… ,possiamo leggere i giudizi dell'epoca. Anche qui, sempre dall'archivio: http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,1029_01_1983_0172_0003_14677209/
Qui i giudici spiegano in 267 pp perché lo condannarono:
Poi, con il candore ipocrita di chi ha sempre mentito senza mai dubitare, ecco che nel 1995 arriva l'articolo: in cui si scrive:
Quando decise di pentirsi, nell'inverno dell'84, Gianni Melluso era rinchiuso nel penitenziario di Paliano: «Mi portarono a Napoli, nella caserma dei carabinieri «Pastrengo», dove dove fui accolto da numerosi collaboratori di giustizia. Mi dissero: non fare il fesso, quello l'abbiamo già accusato noi, tu dacci una mano e otterrai ciò che vuoi». «Melluso - sostiene Visto «costruì un teorema accusatorio da lui stesso giudicato davvero incredibile». Un castello di menzogne, insomma, che sarebbe stato costruito a beneficio dei giudici napoletani. Almeno così sostiene l'ex pentito, che fino a qualche tempo fa ha continuato a lanciare dichiarazioni velenose contro
Tortora: «Mi si volle credere - avrebbe giurato davanti ai magistrati Scolastico e Bonadies -, avevo capito che agli inquirenti facevano comodo le mie parole: evidentemente temevano che, se le accuse ad un personaggio tanto famoso fossero cadute, sarebbe crollata anche operazione di polizia condotta contro la camorra di Raffaele Cutolo». Chiaro? Sempre che sia vero o no, il punto è quanto l'azione dei giornalisti, incompetenti peracottari che vogliono farsi du spicci porti alla distruzione di persone perbene.
Chiudo (per ora) riportando questa frase:
"E quando ci saremo ripresi il nostro Paese, ricordiamoci che la democrazia non è stata uccisa dai politici, ma dai giornalisti".
Alberto Bagnai, 21 ottobre 2014
@MattSDpell
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Era il 1933 quando Alfonso Bialetti, nella sua officina per la produzione di semilavorati in alluminio - Alfonso Bialetti & C. Fonderia in Conchiglia - di Crusinallo (VB), diede vita ad un nuovo apparecchio per preparare il caffè: la Moka Express, dal nome della città yemenita di Mokha, una delle prime e più rinomate zone di produzione di caffè.
Il nuovo apparecchio, vero gioiello di ingegneria, fu una vera e propria rivoluzione.
La moka aveva, allora come oggi, una struttura in lega di alluminio con maniglie in bachelite ed era composta da tre parti: il bollitore o caldaia, il filtro dosatore e il raccoglitore per il caffè. Come previsto dal brevetto del sistema "Moka", la forma (in sezione trasversale) ottagonale serviva (serve) ad aumentare la presa in caso di superficie bagnata. Il progetto rimane tutt'ora invariato nella sua totalità dopo ottant'anni e la sua produzione avviene ancora in Italia.
Elegantissima, futurista, famosa in tutto il mondo, se ne sta lì, in piedi, nella collezione permanente della Triennale di Milano, in quella del MoMA di New York e nella nostra cucina.
È democratica, umile e funzionale: come voleva il dogma del design razionalista, costa pochissimo.
Con quel fischio familiare e quel profumo di caffè che ti avvolgono ogni mattino rendendoti misteriosamente felice, appartiene a quella classe di oggetti che solo uno sciocco potrebbe credere inanimati.(web)
Foto - Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell' industria, del commercio e dell'artigianato, Ufficio italiano brevetti e marchi, serie Modelli, n.34833 Moka Bialetti.
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La democrazia. Parola meravigliosa. Un concetto che si basa su alcuni pilastri, senza i quali (o anche senza uno solo di essi) non esisterebbe. Come un tavolino. Se manca anche una sola gamba, quel che c’è sopra crolla. E i pilastri sono quelli definiti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Dopo l’11 settembre non è più stato così. La Casa Bianca (allora era Presidente George Bush) decise che da quel momento in poi il governo degli Stati Uniti d’America aveva diritto di rapire, torturare, financo uccidere qualsiasi cittadino di qualsiasi nazione del pianeta, senza dover rendere conto a nessuno, senza dover subire nessuna implicazione penale per i crimini commessi, senza dover sottostare ad alcuna implicazione morale. La guerra senza fine al terrorismo era stata lanciata. La Bosnia aveva fatto il suo dovere. L’Italia aveva fatto il suo dovere. La mafia aveva fatto il suo dovere. La destra eversiva aveva fatto il suo dovere. Washington raccoglieva i frutti del successo del suo piano pensato oltre due decenni addietro. Giuliano Tavaroli era un ex brigadiere in servizio presso la sezione Anticrimine dei Carabinieri di Milano, poi passato alla sicurezza di Pirelli e, successivamente, del Gruppo Telecom Italia. Tavaroli (il cui nome di battaglia era “Tavola”) era un mago delle intercettazioni. Negli anni Ottanta aveva lavorato per il reparto antiterrorismo del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ricevendo un gran numero di encomi. Passato al settore privato, aveva mantenuto rapporti con agenti dell’Intelligence, come il numero due del Sismi Marco Mancini, l’ex 007 del Sisde Marco Bernardini e perfino con un agente di collegamento della Cia. Tavaroli si appoggiava anche a un investigatore privato (Emanuele Cipriani), i cui uffici erano in un appartamento della nuora del gran maestro della P2 Licio Gelli. Questi aveva costruito un proprio archivio («l’archivio Z»). Un sistema di archiviazione elettronico che si basava su tre hard disk esterni, che per precauzione venivano custoditi nella sala consolare della Guinea e richiusi in cassaforte ogni fine settimana. Eh sì, perché Cipriani era anche console onorario della Guinea. Soprattutto, il “Tavola” aveva creato il “Tiger Team”, il gruppo di hacker che aveva il compito di spiare. Chi? Cittadini incensurati, associazioni private, aziende e, se la Cia lo chiedeva, anche presunti terroristi. O quanto meno persone definite «terroriste » dalla Central Intelligence Agency. Un gruppo totalmente illegale, che agiva in maniera illegale grazie alla copertura dei servizi italiani e di quelli statunitensi. Tavaroli e Mancini si erano conosciuti nella sezione speciale anticrimine fondata dal generale dalla Chiesa. Da allora erano sempre rimasti in contatto. Fu per questo che, quando il capo del controspionaggio del Sismi (Mancini) ebbe bisogno di favorire una delicatissima operazione richiesta dal capo stazione della Cia a Milano Robert Seldon Lady e dal responsabile dell’Agenzia in Italia Jeff Castelli, pensò subito al “Tavola”. «C’era un problema. L’imam di viale Jenner era sul punto di cedere e di raccontare tutto ai magistrati milanesi. L’intera operazione progettata per oltre due decenni e attuata sul campo da undici anni stava per saltare. Inoltre, cosa ben più grave, Abu Omar avrebbe rivelato al mondo il coinvolgimento degli Stati Uniti nel terrorismo internazionale, il coinvolgimento dell’Italia nel terrorismo internazionale, l’importanza della Bosnia per il terrorismo internazionale, la natura stessa del terrorismo internazionale. Abu Omar doveva sparire e andava fatto ragionare», ha spiegato l’ex funzionario della Nsa, Wayne Madsen.
Franco Fracassi - The Italy Project
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/scandalo-dei-dossierggi-non-ne-avete-capito-la-gravita/?feed_id=1742&_unique_id=672b7b3b85499 %TITLE% Lo sapete tutti se avete guardato almeno un telegiornale o letto un sito di notizie online. Negli ultimi mesi, un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Milano ha portato alla luce un caso eclatante di accessi non autorizzati a banche dati italiane e di commercio illegale di informazioni riservate. La gravità, a quanto traspare dai giornali sembra essere legato al fatto dell'aver coinvolto molteplici attori, tra cui imprenditori, professionisti e figure di spicco nel mondo degli affari, della politica e delle investigazioni private. Solite cose: ricchi spiati, grande scandalo. Poveri ricchi spiati. Ovviamente non voglio sminuire la gravità dell'essere spiati se ricchi o famosi, ma voglio spostare l'attenzione su qualcosa di molto più grave che coinvolge tutti, anche me, anche voi che state leggendo, ed è qualcosa che mette in luce qualcosa di immensamente più grave di quanto raccontato superficialmente dalla gran parte dei media che ho visto. Faccio però prima un dovuto riassunto di quanto emerso. I Protagonisti dell’Inchiesta Al centro dell’inchiesta si trova la società di investigazioni private Equalize Srl, diretta da Carmine Gallo, ex ispettore di polizia, e Nunzio Samuele Calamucci, esperto informatico. Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano e socio di maggioranza della stessa Equalize, risulta tra gli indagati. Altri 60 individui, tra imprenditori e consulenti, risultano coinvolti e sono sospettati di avere collaborato o beneficiato dell’accesso illecito a dati riservati. Come Funzionava il Sistema di Spionaggio Secondo quanto emerso, Equalize e i suoi collaboratori accedevano senza autorizzazione a diverse banche dati italiane, ottenendo informazioni preziose sui cittadini, spesso vendute per scopi di dossieraggio e spionaggio industriale. Tra i clienti di Equalize vi sarebbero aziende e studi legali, interessati a raccogliere dati su individui o concorrenti. In pratica, devi firmare un contratto importante? Vuoi sapere se la persona o l'azienda coinvolta sia affidabile o sia pericoloso firmare? Chiedi a Equalize. Il concetto in sè non è illegale o nuovo, sono cose che sono sempre accadute nei limiti del legale. Aziende come Equalize fanno ricerche in rete, sui profili social, nelle notizie su giornali nazionali e locali, scavano in tutto quello che è accessibile. Ho parlato di cosa sanno o social di noi in questo articolo: Cosa sa Facebook di me? Cosa sa Google di me? (short.staipa.it/cqh52) Il problema è che Equalize non utilizzava solo fonti legali ma molte altre. Fonti di Dati Coinvolte Le fonti di dati più rilevanti dalle quali Equalize avrebbe tratto le informazioni sono: SDI (Sistema di Indagine) - gestito dal Ministero dell’Interno: utilizzato dalle forze dell’ordine per accedere a dati personali e a informazioni relative a precedenti penali e investigativi. Serpico - sistema dell’Agenzia delle Entrate: consente l’accesso a dati finanziari, dichiarazioni dei redditi, informazioni fiscali e movimenti bancari dei contribuenti italiani. INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) - archivio di dati previdenziali: fornisce accesso a informazioni su contributi previdenziali, pensioni, sussidi e dati di lavoro dei cittadini. Dati catastali - disponibili presso l’Agenzia delle Entrate: forniscono dettagli sugli immobili, compresi i dati relativi alla proprietà e al valore catastale, informazioni spesso utilizzate per spionaggio immobiliare e finanziario. Banche dati delle Camere di Commercio - consultabili anche tramite la piattaforma InfoCamere: forniscono dati sulle società italiane, amministratori, bilanci e altre informazioni aziendali rilevanti. L’Impatto dello Scandalo e la Reazione delle Autorità Nella gran parte dei servizi che mi è capitato di vedere si poneva l'accento sul fatto che tra le persone dossierate ci fossero presumibilmente persone del calibro di
Ignazio La Russa: Presidente del Senato italiano. Un report su di lui e suo figlio Geronimo è stato commissionato nel 2023. Fonte: rtl.it Matteo Renzi: Senatore ed ex Presidente del Consiglio. È stato oggetto di ricerche da parte delle cyber-spie, con preoccupazioni espresse nelle intercettazioni riguardo alle possibili implicazioni politiche. Fonte: rtl.it Leonardo Maria Del Vecchio: Figlio del fondatore di Luxottica. Avrebbe richiesto informazioni sulla fidanzata e sul fratello per questioni ereditarie. Fonte: rtl.it Letizia Moratti: Ex sindaco di Milano e candidata alla presidenza della Regione Lombardia. Nel 2023, durante le elezioni regionali, sarebbero state richieste informazioni su persone a lei vicine. Fonte: tpi.it Paolo Scaroni: Ex amministratore delegato di Eni e attualmente presidente di Enel e del Milan. È stato oggetto di richieste di raccolta di informazioni compromettenti. Fonte: ottopagine.it Giovanni Gorno Tempini: Presidente di Cassa Depositi e Prestiti ed ex presidente di Fondazione Fiera Milano. È stato oggetto di accessi a dati riservati. Fonte: fanpage.it Alex Britti: Cantante italiano. È stato oggetto di indagini in relazione a una controversia familiare. Fonte: ottopagine.it Marcell Jacobs: Campione olimpico. Lui, il suo manager, il suo allenatore e il suo nutrizionista sarebbero stati intercettati illegalmente. Fonte: fanpage.it E sul fatto che la possibilità di dossierare a quel modo persone di quel calibro possa essere un serio “pericolo per la democrazia” del paese, le informazioni estratte erano infatti altamente sensibili e potevano essere utilizzate per manipolare decisioni aziendali o politiche, o per influenzare gare d’appalto e transazioni economiche. Tutte supposizioni gravi, anzi gravissime certo. Ma dal mio punto di vista c'è qualcosa di ancora più grave di cui non si è parlato abbastanza. Che cosa (forse) non avete capito della gravità dello scandalo dossieraggi Le fonti. Equalize, e quindi possiamo presumere che allo stesso modo possano fare o aver fatto altre aziende non ancora scoperte, hanno avuto accesso a SDI. Significa che un'azienda terza, pagando, può avere informazioni su chiunque di noi abbia commesso un reato, sia stato coinvolto in una indagine, o altro che riguardi la le forze dell'ordine. Hanno avuto accesso a Serpico. Significa che un'azienda terza può sapere tutti i nostri dati finanziari e la situazione economica. Hanno avuoto accesso a INPS. Significa che un'azienda terza può sapere tutto della nostra situazione previdenziale, bonus e contributi che abbiamo richiesto, indennità, figli che abbiamo, legami parentali, informazioni sul lavoro. Hanno avuto accesso a Dati catastali dell'Agenzia delle Entrate. Significa che una azienda terza può sapere tutto sui nostri immobili, se abbiamo una seconda casa, quanto vale la nostra casa. Hanno avuto accesso a Banche dati delle Camere di Commercio. Significa che una azienda terza può sapere se abbiamo un'azienda, ne abbiamo avuto una, abbiamo avuto un fallimento, abbiamo bilanci non perfettamente in sesto. Perché Tutto Questo Riguarda Anche Te La questione non è soltanto che i dati di persone importanti siano stati trafugati. La vera gravità è che qualsiasi informazione archiviata da questi sistemi, inclusa quella di comuni cittadini, potrebbe essere ugualmente a rischio. Una falla di sicurezza come questa, che ha permesso a Equalize di accedere senza autorizzazione a banche dati sensibili, significa che ogni cittadino italiano potrebbe vedere i propri dati personali usati senza consenso e a propria insaputa. Ecco come potrebbe influenzare direttamente la tua vita: Assunzione e Opportunità di Lavoro: Se un'azienda avesse accesso a dati sensibili e legali dei cittadini, potrebbe decidere di non assumere qualcuno a causa di precedenti giudiziari, anche se chiari e superati. O, in caso di investigazione a scopo di selezione del personale, un'azienda potrebbe valutare negativamente anche solo il fatto che qualcuno
sia stato indagato, senza considerare che poi è stato assolto o che l’indagine non ha portato a nulla di concreto. Prestiti e Mutui: Con i dati del sistema Serpico dell'Agenzia delle Entrate, una banca o una società di credito potrebbe avere accesso al tuo profilo finanziario completo, anche in modo illegale, e decidere di non concederti un prestito basandosi su una tua situazione finanziaria passata, anche se oggi stabile. Questo tipo di informazioni, se trafugate e utilizzate in modo inappropriato, rischiano di influenzare negativamente le tue possibilità economiche. Servizi Previdenziali e Assicurazioni: Se i tuoi dati previdenziali o medici sono accessibili tramite una falla di sicurezza, un'azienda potrebbe decidere di non stipulare una polizza assicurativa sulla vita o invalidità. Per esempio, potrebbero valutare il tuo stato di salute o l’entità dei contributi INPS e decidere che sei un “rischio” troppo alto. Vendita e Acquisto di Immobili: Con accesso a dati catastali dettagliati, un’agenzia immobiliare potrebbe modificare l’offerta o influenzare le condizioni di acquisto o vendita di una tua proprietà. Se i dati relativi al valore catastale della tua casa o la sua situazione legale (es. ipoteche) diventano accessibili a chiunque, potresti trovarsi a essere valutato o trattato ingiustamente in un affare immobiliare. Privacy Personale Compromessa: Infine, l’idea che aziende private possano ottenere informazioni sensibili sui legami familiari, lo stato di salute o i redditi dei cittadini, crea una situazione di controllo pervasivo che è difficile ignorare. Significa che un'azienda o un ente privato potrebbe conoscere dettagli personali che, in una società giusta, resterebbero confinati tra te e l’istituzione pubblica. La Necessità di Rafforzare la Sicurezza dei Dati Il problema non è che siano stati rubati dei dati a dei politici, o cantanti, o sportivi o imprenditori importanti. Il problema è che evidentemente i dati di enti e sistemi governativi italiani sono un colabrodo. Che siti come quello di INPS siano progettati in maniera terribile e a tratti inusabili è sotto gli occhi di tutti, ma che siano anche un colabrodo in termini di sicurezza è davvero grave perché ci può andare di mezzo chiunque di noi. Il problema è che in Italia la gran parte di chi "deve metterci i soldi" pensa ancora che l'informatica sia un giochetto semplice che si può fare al risparmio. Che gli informatici che chiedono tanti soldi o tante risorse siano solo degli esosi e che sia possibile fare lo stesso risparmiando sulla forza lavoro e sulle infrastrutture. Che basti un pc con il minimo dei requisiti a sostituire una infrastruttura con firewall avanzati, sistemi di prevenzione delle intrusioni, sistemi di ridondanza e backup, vpn, sistemi ci criptazione, disaster recovery e soluzioni di ripristino, sistemi di monitoraggio continuo e paroloni che... boh, basta che vada. Se va, siamo a posto. Se abbiamo risparmiato dei soldi meglio. Anche il fatto che quando ci sono i famosi Click Day vadano giù tutti i sistemi, ormai comunemente accettato, non è dovuto al sovraccarico ma alla mancanza di risorse nei sistemi, alla mancanza di pianificazione, al voler risparmiare a tutti i costi sulla pelle degli utenti. E gli utenti siamo noi. E a decidere dove mettere i soldi sono invece i politici che votiamo. Fonti Il Post: "L'inchiesta sui dati rubati e Equalize" Fanpage.it: "Lo spionaggio di Equalize e le banche dati violate" Il Post: "Database, furto e inchiesta di Milano"
#Poleminformatica#SicurezzaInformatica#AgenziadelleEntrate#Equalize#INPS#Ministerodellinterno#Privacy#Scandalodeidossierggi#SDI#serpico
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Cesano Boscone: litiga con l’ex allenatore del figlio e gli spacca il naso con una testata
articolo di FRANCESCA GRILLO: https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/cesano-boscone-testata-allenatore-idrostar-0655b9be L’allenatore è stato soccorso al campo di calcio (Archivio) Il genitore violento contestava al tecnico di avere trattato male il bambino. Il mister nega tutto, i vertici della Idrostar sono al suo fianco Cesano Boscone (Milano), 25 febbraio 2024 Dissapori tra un allenatore…
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Regione Lombardia stanzia 900.000 euro per la valorizzazione delle aree protette regionali
Regione Lombardia stanzia 900.000 euro per la valorizzazione delle aree protette regionali. E' di 900.000 euro lo stanziamento di Regione Lombardia per la valorizzazione delle aree protette regionali. Lo prevede la delibera 'Programma pluriennale 2024-2026 per iniziative di educazione ambientale e di valorizzazione delle aree protette regionali' approvata dalla Giunta regionale e proposta dall'assessore Gianluca Comazzi (Territorio e Sistemi verdi) di concerto con l'assessore Giorgio Maione (Ambiente e Clima). I soggetti beneficiari sono gli enti gestori dei parchi regionali e tre riserve naturali: Torbiere del Sebino (Bs), Pian di Spagna (Bs), Lago di Mezzola (So) e le Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (Bs). "L'impegno di Regione Lombardia - ha affermato l'assessore Comazzi - nelle azioni di valorizzazione del capitale naturale e dell'educazione e sensibilizzazione sui temi ambientali nei confronti dei proprio cittadini è costante. Il precedente programma pluriennale è stato un enorme successo e ha coinvolto più di 81.000 persone. Abbiamo quindi ritenuto necessario dare continuità così da non interrompere i processi virtuosi già avviati. Con questa delibera viene così predisposto un nuovo programma che ci vedrà impegnati per il prossimo triennio 2024-2026 con nuove, importanti iniziative". Queste alcune delle proposte: - Progetti di durata triennale con gli enti gestori dei parchi e le tre riserve naturali realizzabili grazie ad un contributo regionale di 796.500 euro. Tra queste: 'Bioblitz: esploratori della biodiversità' con uno stanziamento di 202.500 euro in tre anni; 'Territorio: una scuola a cielo aperto' (405.000 euro in tre anni); 'Ben-essere in natura' (189.000 euro in tre anni). - Giornate formative annuali per gli operatori che lavorano nel campo dell'educazione ambientale nelle aree protette. Saranno svolte dai parchi che si sono candidati a mettere a disposizione la propria sede. nello specifico: Parco Oglio sud, Parco del Mincio, Parco Pineta di Appiano Gentile. Il contributo regionale complessivo è di 15.000 euro. - Sondrio Film Festival (Mostra internazionale dei documentari sui parchi): stanziamento di 15.000 euro al Parco delle Orobie Valtellinesi per sostenerne le spese. - Archivio regionale sull'educazione ambientale nei Parchi lombardi (Area Parchi). Destinati 73.500 euro al Parco Nord Milano. L'obiettivo è infatti dare continuità alla gestione del servizio messo a disposizione delle aree protette lombarde e di altri soggetti pubblici e privati che svolgono attività di educazione ambientale. Tutto ciò avviene grazie alla sottoscrizione della convenzione tra Regione Lombardia e Parco Nord Milano.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Anselmo vive
Poco meno di un mese fa moriva Giovanni Anselmo e il fatto mi ha colto di sorpresa: la mostra a Milano di qualche mese prima (nella galleria di Lia Rumma, da me commentata su questo foglio in un articolo precedente) mi era sembrata l’espressione poetica di una persona nel pieno delle proprie energie, più che una summa del suo lavoro. Dopo averla visitata, pur sapendolo molto anziano (aveva 89 anni) ho constatato che non aveva perso la verve giovanile che ha sempre dimostrato.
Come ho detto a suo tempo, attraverso gli interventi su questo foglio e sul mio blog, considero le sue opere, per rigore esecutivo, inventiva e coerenza, tra le poche oggi in circolazione veramente uniche.
Non si è riflettuto abbastanza su quanto importante è stato ed è tuttora il messaggio particolare che lui ha lasciato a noi con quella che si può ancora definire autentica scultura. Le categorie nelle quali si è portati a dividere il visivo sono da tempo superate, ma la confusione dei generi e gli sconfinamenti che hanno introdotto nell’arte visiva nuovi modi d’espressione, pur fecondi, a un certo punto hanno dato la stura al dilagare di una superficialità di cui soffriamo ogni giorno le conseguenze.
Anselmo da più di mezzo secolo ha affermato e tenuto in evidenza, con tenacia e coerenza poetica, una verità importantissima, che purtroppo è passata inosservata ai più, anche alle persone che si sono dimostrate vicine ad altri aspetti del suo lavoro e del lavoro di suoi sodali più stretti. In parole molto semplici: da quando l’uomo ha lasciato gli alberi e percorre il pianeta in lungo e in largo ha instaurato un rapporto particolare con l’energia e prima di tutto con la massa, nella sua espressione più elementare e diretta che è il peso. Lo sa bene qualsiasi vecchio ma anche, per fare un paio di esempi, la casalinga con i sacchi della spesa o un comune manovale costretto a scaricare quotidianamente sacchi di cemento in betoniere.
L’energia è alla base della vita. E’ una banalità, ma spesso sono le evidenze più comuni a costituire l’importanza di un lavoro. Infatti è proprio la presenza costante dell’energia fisica illustrata in tutte le sue forme nelle sue opere a far tramontare i cosiddetti “valori plastici”. Ed era tempo.
L’aver tenuto fermo il dato di cui ho parlato sopra fa del lavoro di Anselmo un punto di riferimento imprescindibile che va sottolineato e sostenuto. Penso che questo sia il suo legato principale e più duraturo. La fisicità elementare sempre presente nei suoi lavori li rende particolarmente chiari e pregnanti. La Mano che lo indica, anche trasversalmente, come era cinquant’anni fa alla galleria di Salvatore Ala a Milano, è il raffinatissimo segno della leggerezza poetica con la quale quest’artista ci ha liberato del grigio e pesantissimo paesaggio che incombe oltremare su tutti noi.
P.s. A giorni nel celebre Museo di Bilbao si terrà un retrospettiva dell’artista.
Installation view of "Grigi che si Alleggeriscono verso Oltremare" (Grays Lightening toward 'Oltremare') (1984) by Giovanni Anselmo in the exhibition "The Knot: Arte Povera at P.S. 1" (October 6–December 15, 1985). Ph moma.org. Sopra : Mano che indica (Hand indicating), 1981. Drawing on paper. Courtesy Archivio Giovanni Anselmo, Turin. Photo Paolo Mussat Sartor
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Poppi e il Casentino dei Guidi (8)
Pubblichiamo a puntate la storia di Poppi a cura di Giovanni Caselli Diploma di Ottone III (Milano, Archivio di Stato) I Conti Guidi si ritenevano legittimati dal Sacro Romano Impero nell’esercizio del loro potere e vantavano il titolo di Conti Palatini conferito loro dall’Imperatore. Con cadenza trentennale – cioè circa ogni generazione – i Conti ricevevano diplomi dall’Imperatore a conferma…
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22 nov 2023 16:00
“IN CASA LO CHIAMO ISTERIX” - ILARIA CERRINA FERONI RACCONTA LA SUA STORIA QUARANTENNALE (E LE LITI EPICHE) CON GIORGIO FORATTINI: "LE SUE VIGNETTE NON SONO PIACIUTE A D’ALEMA, A CRAXI, A CASELLI. COME LA PRENDEVA? LUI BENE, ERO IO A RIMANERCI MALE. DI GIORGIO HO SENTITO TANTE COSE INGIUSTE: UNA È CHE ERA VENALE, QUANDO SO PER CERTO DI TANTI SOLDI CHE HA PRESTATO. GLI DAVANO DEL FASCISTA, SOLO PERCHÉ NON ERA COMUNISTA” – IL FASCINO DI BERLUSCONI (“ERAVAMO A VENEZIA E SI OFFRÌ DI RIPORTARCI A MILANO IN ELICOTTERO, MA RIFIUTAI”) – “DOMANI DONIAMO IL SUO ARCHIVIO ALLA TRIENNALE DI MILANO” -
Elvira Serra per il “Corriere della Sera” - Estratti
Giorgio Forattini e Ilaria Cerrina Feroni stanno insieme da quarant’anni e sono sposati da 26. Da sette vivono una nuova fase dell’amore, quella della dolcezza incondizionata, della purezza dei sentimenti: nel 2016, durante un intervento chirurgico, l’anestesia ha restituito lo storico vignettista di Repubblica , della Stampa e del Giornale a una innocenza tenera e spiritosa; i ricordi hanno lasciato il posto a una quotidianità semplice.
I nuovi riti sono il bacio sulla mano di Ilaria prima di mettersi a dormire, i «rintocchi» che le fa per accertarsi che ci sia sempre, «mi vuoi bene?» appesi a una risposta affermativa. Vivono circondati da libri e quadri in una casa di ringhiera che fu caserma di Radetzky, in zona Porta Venezia a Milano, con fichi e nespoli nel cortile condominiale, cachi, melograni, un ulivo e frutti rossi.
Giorgio, cosa le piace di più di sua moglie?
«La bellezza e l’allegria. Sono felice di stare con lei, mi sono sempre divertito molto.
È stato un colpo di fulmine».
Del divertimento, delle liti epiche, dei viaggi, dei regali, degli amici, di tutto quello che ha cementato questa elegante e bellissima coppia di 92 e 80 anni, continuiamo a parlare con Ilaria, memoria storica degli otto lustri volati in un soffio, come succede con le cose che rendono felici.
Si ricorda il vostro primo incontro?
«Certo, anche perché è l’unico anniversario che festeggiamo: il 13 dicembre 1983 a Venezia, all’Harry’s Bar. Arrivavo in ritardo da Milano e lui era già seduto a tavola con Giovanni Nuvoletti, Giampaolo Pansa e una collega della Stampa . Giorgio avrebbe dovuto presentare un libro nel pomeriggio e io ero la responsabile dell’ufficio stampa Mondadori, con cui pubblicava».
Davvero colpo di fulmine?
«Sì. Non capivo perché mi sentissi così emozionata. Mi colpirono gli occhi celestissimi. Era carino con tutti, in particolare con i camerieri. Semplice, timido, educato».
La storia cominciò subito?
«Lui stava chiudendo con Samaritana Rattazzi. Per fortuna lei si innamorò di un altro!».
(…)
E come faceva lui a mandare le vignette?
«Certe volte era in ferie. Altre lo salvava il fax. Per anni siamo andati d’estate in Sardegna, in una struttura molto semplice di fronte all’isola di Caprera, si chiamava Li Capanni. Un paradiso: gli avevano messo a disposizione un fax personale. Purtroppo poi Peter Gabriel lo ha comprato e non siamo più tornati».
(…)
E lei non protestava?
«Non protestavo? Qui a Milano quando si è liberato l’appartamento accanto l’ho comprato e ce l’ho spedito!».
Condividevate la passione per la pittura: avete anche seguito un corso insieme.
«Sì, a Parigi. Una volta dovevamo replicare un autoritratto di Delacroix e mentre dipingevo mi accorsi che dietro di lui si era formato un capannello di persone che ridevano: gli aveva fatto una caricatura, era più forte di lui».
Avete ancora casa a Parigi?
«No, l’abbiamo venduta durante il Covid, ormai ci andavamo pochissimo. Però ci abbiamo trascorso 25 anni, mi sentivo prigioniera politica!
Giorgio voleva andare sempre negli stessi ristoranti, negli stessi mercatini di antiquariato, era molto abitudinario».
In Francia vi siete anche sposati.
«Sì, il 20 settembre del 1997 al Consolato italiano, che era un ex casino. I suoi testimoni erano Renzo Piano, Giancarlo Giannini, Umberto Veronesi e Salvatore Accardo. Le mie Emanuela Properzi e Nicoletta Prinetti Castelletti. Arrivai in auto con i miei figli, perché gli sposi non si dovevano vedere prima: peccato che lui non ci fosse, perché il pullmino che avevo noleggiato per trasportare gli ospiti, una quindicina in tutto, non conosceva la strada. E mica c’erano i cellulari come ora, che ti fanno da mappa».
Era vestita di bianco?
«No, indossavo un bellissimo Versace arancione che mi aveva regalato Giorgio. È sempre stato molto generoso. Mi ha regalato tanti gioielli, che però sono in banca, io indosso solo le perle: finalmente quando ho compiuto 70 anni lo ha capito. Dopo le nozze andammo a casa nostra e la sera continuammo i festeggiamenti con cena e balli a casa di Renzo Piano».
Amico di sempre.
«Abbiamo girato mezza Europa per assistere alle inaugurazioni dei suoi progetti. Siamo stati anche alla Casa Bianca quando ricevette il Pritzker e gli inquilini erano Bill e Hillary Clinton. Lei mi fece un’ottima impressione, il suo discorso fu impeccabile; lui mi colpì meno. Ci fecero fare il tour nello Studio ovale».
Liti epiche?
«Sempre prima dell’uscita dei suoi libri».
Ma sono stati tantissimi!
«Infatti lo chiamavo Isterix».
E lui come la chiamava? «Ciuciu, ancora adesso».
Giorgio Forattini è stato querelato più volte. Le sue vignette non sono piaciute a D’Alema, a Craxi, a Caselli, a Orlando. Come la prendeva?
«Lui bene, ero io a rimanerci male. Di Giorgio ho sentito tante cose ingiuste: una è che era venale, quando so per certo di tanti soldi che ha prestato e che non sono mai tornati indietro. Gli davano del fascista, semplicemente perché non era comunista. Una volta presi da parte Oreste Del Buono: “Tu puoi dire quello che vuoi su Giorgio, ma dopo averlo conosciuto”. Organizzai una cena e cambiò idea».
E con Eugenio Scalfari com’era il rapporto?
«A Scalfari Giorgio piaceva proprio fisicamente, lo trovava elegantissimo. Conservo il loro epistolario, è bellissimo. Scritto in un italiano meraviglioso: questo puoi farlo, questo non puoi farlo. Giorgio faceva sempre come voleva lui».
Di Berlusconi subì il fascino.
«Lo stimava. Però io mantenni le distanze. Una volta a Venezia per il Campiello si offrì di riportarci a Milano in elicottero, ma rifiutai».
Le ha mai fatto una caricatura?
«Sì, mio malgrado, perché mi ha fatta bruttissima: nei libretti sociali o nelle brochure che faceva per le banche. Ma tanto anche se mi opponevo non mi dava retta».
Domani pomeriggio donerà il suo archivio alla Triennale di Milano. Un’iniziativa del presidente Stefano Boeri. «L’archivio di Giorgio comprende circa diecimila vignette e sarà utilizzato anche con le scuole. Per questa cerimonia ci saranno i nostri amici cari: Renzo, Accardo, Giancarlo Giannini, Antonio Ricci, Montezemolo e tanti altri. Si collegherà in video perfino Fiorello. Sarà bello vederli tutti intorno a lui».
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Emilio Federico Schuberth
Moda e media ai tempi della dolce vita
Dorothea Burato
Electa, Milano 2023,128 pagine, 17,2x24cm, ISBN 9788892824317
euro 24,00
email if you want to buy : [email protected]
Il volume è l’esito di una approfondita ricerca sulla figura dello stilista di origini napoletane attivo a Roma a partire dagli anni Quaranta. Emilio Federico Schuberth si impone sul territorio nazionale e internazionale grazie soprattutto al sapiente uso di strategie di promozione del suo marchio attraverso il medium cinematografico e quello televisivo. Nel panorama della moda italiana, che si afferma a partire dal dopoguerra, Schuberth rappresenta una voce fuori dagli schemi: il suo atelier è stato una tappa obbligata per le dive del cinema, le soubrette del varietà e le donne più eleganti del jet set internazionale. Schuberth veste le più grandi dive del cinema, come Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Martine Carol, Valentina Cortese, Alida Valli, Anna Magnani, Bette Davis e Gloria Swanson, sia dentro che fuori dallo schermo, recita in alcuni film e partecipa a trasmissioni televisive di grande popolarità come Carosello, Il Musichiere e La via del successo. Nel volume la storia dello stilista-star viene raccontata attraverso quattro macro-sezioni: la prima è dedicata alla biografia del sarto, fino ad oggi poco indagata; la seconda alla ricognizione del proficuo rapporto che Schuberth ha instaurato con il mondo del cinema in venti anni di attività, dalla partecipazione come attore in alcuni film, alla promozione del proprio marchio grazie alle più famose dive del cinema; la terza si focalizza sul lavoro di Schuberth come stilista al servizio del grande schermo; la quarta sezione è dedicata alle esperienze nell’ambito radiotelevisivo e all’uso strategico che lo stilista fa del neonato medium televisivo promuovendo le sue creazioni anche al pubblico di massa. Chiude il volume l’analisi del filmato promozionale Vedette 444, brillante analogia tra la creazione di moda e l’industria meccanica cui prende parte anche Schuberth. Il materiale dell’archivio CSAC, nello specifico i figurini del Fondo Schuberth e le fotografie del Fondo Publifoto Roma, si è rivelato uno strumento di studio fondamentale per la ricostruzione dell’attività del sarto in oltre due decenni di attività e ha fornito un ricco repertorio di immagini e documenti per il libro. Ne è testimonianza l’album dei figurini di moda, in chiusura del libro, con una selezione di materiale particolarmente rappresentativo della vivacità e varietà che ha caratterizzato l’attività dell’atelier di Schuberth nei decenni centrali del Novecento. Il volume è il quarto di una serie di pubblicazioni e iniziative in collaborazione tra la casa editrice Electa e CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma. Lo studio, e il prezioso lavoro di riordino e catalogazione di cui questa pubblicazione offre testimonianza, ha dato a CSAC l’opportunità di catalogare e digitalizzare tutti i bozzetti e le fotografie del sarto in modo da rendere fruibile il patrimonio del fondo all’esterno.
02/11/23
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Gli Archivi Fotografici Italiani: custodi della memoria e della storia
L'Italia è una terra ricca di storia, cultura e bellezza, e la sua eredità è stata ampiamente documentata attraverso l'arte della fotografia. In tutto il paese, esistono numerosi archivi fotografici di grande rilevanza che custodiscono preziose collezioni di immagini, consentendo alle generazioni presenti e future di esplorare il passato e immergersi nella storia. In questo articolo, esploreremo alcuni dei più famosi archivi fotografici italiani, veri e propri tesori nazionali che preservano la memoria e la storia del paese. Archivi Fotografici Italiani: l'Archivio Centrale dello Stato - Fototeca Tra gli archivi più importanti dell'Italia si trova l'Archivio Centrale dello Stato, che ospita una vasta collezione di fotografie storiche che abbracciano un ampio spettro di temi e periodi. Le immagini documentano la storia, la cultura, gli eventi e le personalità italiane, permettendo di immergersi nelle vicende del passato e di approfondire la conoscenza della nazione. Archivio Fotografico Fratelli Alinari Fondato a Firenze nel 1852, l'Archivio Alinari rappresenta uno dei più antichi e prestigiosi archivi fotografici al mondo. La sua collezione comprende oltre 5 milioni di fotografie, che spaziano dalla fotografia storica all'arte e alla documentazione. Attraverso le immagini, è possibile rivivere momenti chiave della storia italiana e ammirare l'arte e la bellezza che il paese ha da offrire. Archivio di Stato di Torino - Fototeca L'Archivio di Stato di Torino non solo è una fonte importante per la documentazione storica, ma dispone anche di una Fototeca che conserva una vasta gamma di fotografie. Grazie a questa ricca collezione, è possibile esplorare la storia del Piemonte e approfondire la comprensione di questo affascinante angolo d'Italia attraverso le immagini. Fototeca della Biblioteca Panizzi Situata a Reggio Emilia, la Fototeca della Biblioteca Panizzi è un'istituzione che custodisce una vasta collezione di fotografie. La sua raccolta comprende immagini storiche, documentaristiche, artistiche e di interesse locale, offrendo un'ampia panoramica della storia e della cultura della regione. Fondazione Fotografia Moden La Fondazione Fotografia Modena è un'organizzazione dedicata alla promozione della fotografia contemporanea. Dispone di una preziosa collezione di opere fotografiche, che rappresentano un'espressione artistica moderna e innovativa. Attraverso mostre, eventi e attività di ricerca, la Fondazione offre una piattaforma per esplorare e apprezzare l'evoluzione della fotografia nel contesto contemporaneo. Museo di Fotografia Contemporanea Il Museo di Fotografia Contemporanea, situato a Cinisello Balsamo, vicino a Milano, è un'importante istituzione che celebra la fotografia contemporanea italiana e internazionale. La sua collezione comprende opere di artisti di fama mondiale e offre una visione approfondita delle tendenze e degli stili fotografici più recenti. Archivio Fotografico Lucchini L'Archivio Fotografico Lucchini, situato a Brescia, conserva una vasta collezione di immagini storiche che documentano la storia e la cultura della regione lombarda. Grazie alle fotografie, è possibile scoprire e comprendere meglio la ricca eredità di questa parte d'Italia. L'importanza di archivi fotografici italiani Gli rappresentano un patrimonio prezioso per il paese, custodendo la memoria e la storia attraverso le immagini. Questi archivi offrono una finestra sul passato, consentendo alle generazioni presenti e future di esplorare, apprendere e apprezzare la ricchezza culturale e storica dell'Italia. Grazie a istituzioni come l'Archivio Centrale dello Stato, l'Archivio Alinari, la Fototeca di Torino, la Fototeca della Biblioteca Panizzi, la Fondazione Fotografia Modena, il Museo di Fotografia Contemporanea e l'Archivio Fotografico Lucchini, il patrimonio fotografico italiano è adeguatamente conservato e reso accessibile a tutti coloro che desiderano immergersi nelle immagini del passato e apprezzare l'arte e la storia che esse racchiudono. Foto di Gerd Altmann da Pixabay Read the full article
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Zanele Muholi
https://www.unadonnalgiorno.it/zanele-muholi/
Le persone nere in Sud Africa non hanno neppure il lusso di avere delle immagini che attestino le loro conquiste, figuriamoci la possibilità di visitare musei e gallerie. Parlando di noi insegneremo che esiste ben altro al di là degli stereotipi che ci vogliono promiscui e malati di AIDS. Ho anche voluto educare quanti, nella comunità LGBTI, hanno interiorizzato stereotipi e traumi a causa di ciò che è stato detto o taciuto durante la loro crescita. Lavoro, creo con consapevolezza e responsabilità, per onorarci.
Zanele Muholi si definisce un’attivista visiva che esercita l’arte, la sua macchina fotografica è uno strumento di denuncia contro i soprusi e la marginalizzazione della comunità LGBTQIA+ nera sudafricana.
Indaga instancabilmente temi come razzismo, eurocentrismo, femminismo e politiche sessuali.
Gli scatti, sempre in bianco e nero e spesso autoritratti, ormai esposti in tutto il mondo, rappresentano un mezzo per affermare la necessità di esistere, la dignità e il rispetto a cui ogni essere umano ha diritto.
Nata a Umlazi, in Sudafrica, il 19 luglio 1972, sin da giovanissima si è sentita differente, notando che non c’erano immagini di corpi neri nei mainstream, ha avvertito la necessità di utilizzare la fotografia per sfidare l’approccio ai racconti spesso fraintesi da chi si trova al potere.
Ha seguito uncorso di fotografia al Market Photo Workshop di Johannesburg e iniziato come fotoreporter per Behind the Mask, fanzine online con cui ha documentato crimini e aggressioni contro la comunità lgbtq+, subendo anche devastanti conseguenze personali.
Ha voluto sopperire alla negazione di visibilità e rappresentazione attraverso una documentazione appropriata e testimonianze visive, in luoghi dedicati alla cultura e nei media.
Nel 2002, ha contribuito a fondare il Forum for the Empowerment of Women, organizzazione lesbica nera dedicata a fornire uno spazio sicuro dove incontrarsi e organizzarsi.
Ha conseguito un Master of Fine Arts alla Ryerson University di Toronto con una tesi sulle rappresentazioni visive del lesbismo nero nel Sud Africa post-apartheid.
Fa parte del collettivo Inkanyiso che ha prodotto un poderoso archivio LGBTI il cui motto è Produrre, educare, diffondere.
Nel 2010 ha co-diretto il documentario Difficult Love, presentato in vari festival internazionali, il suo primo approccio alla filmografia era stato quattro anni prima col corto, Enraged by a Picture.
Nel 2013 è stata nominata professoressa onoraria di cinema e fotografia presso l’Accademia di Brema, in Germania.
Negli ultimi anni è diventata una delle artiste più rappresentate. Dopo aver esposto allo Stedelijk Museum di Amsterdam (2017), al Museo de Arte Moderna di Buenos Aires (2018), alla Biennale di Venezia (2019) e al Gropius Bau di Berlino (2021), nel 2023 è toccato a Parigi, alla Maison Européenne de la Photographie e al Mudec di Milano.
Zanele Muholi è una figura unica nel mondo dell’arte contemporanea internazionale, le sue fotografie hanno innescato un’importante discussione su questioni come identità e attivismo politico che, da tempo, non si vedeva nel mondo dell’arte.
I suoi lavori documentano, fanno sorgere domande, hanno il potere di cambiare la prospettiva sul mondo, ci costringono a ripensare al concetto stesso di rappresentazione.
Racconta storie individuali e collettive andando oltre le rappresentazioni convenzionali. Dona la possibilità di auto rappresentarsi rendendo le persone protagoniste attive anche nella costruzione dell’immagine, definendo insieme location, abbigliamento e pose.
I suoi splendidi autoritratti in bianco e nero rappresentano narrazioni della segregazione della donna nera, degli stereotipi, arrivano a raccontare la sua vita personale, la storia di sua madre, i suoi amori, creando un potente corto circuito visivo.
Sono anni che si dedica a creare tantissimi ritratti per costruire il puzzle della comunità black e queer sudafricana, compresi quelli delle persone sopravvissute ai crimini d’odio.
Alla base dell’intolleranza, del razzismo e della violenza c’è l’ignoranza, alla quale si può porre un limite solo attraverso l’istruzione. Questo messaggio è per le generazioni future e per quanti avranno il desiderio di imparare. Non tutti sono liberi, le ramificazioni del colonialismo e dell’Apartheid si continuano a percepire ovunque e si manifestano sotto forma di disoccupazione, black out, inefficienza del sistema di istruzione. Se non lavoriamo per cambiare la schiavitù mentale che tiene ancora molti in ostaggio, continueremo a vedere razzismo, povertà e guerra prendere sempre più slancio. Questo lavoro va oltre me stessa, riguarda noi. Il mio è un invito a combattere in nome di coloro che non possono farlo, in patria e oltre i nostri confini.
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Ofelia, annegamento di un ghiacciaio a Voltorre
Per la Giornata Internazionale della Terra, sabato 22 aprile 2023 alle 16, l’Associazione Sarisc per la promozione della cultura e dell’ambiente presenterà al Chiostro di Voltorre Ofelia, annegamento di un ghiacciaio un racconto per immagini fotografiche di Luca Brunelli a cura di Carla Tocchetti, nelle sale al primo piano con ingresso lato lago. Fotografo sensibile al richiamo del teatro, Luca Brunelli si è formato con Karen Berestovoy e ha approfondito tecnica e linguaggio frequentando i corsi dell’Istituto Italiano di Fotografia di Milano ed affianca la sperimentazione sulle tecniche di stampa nell’ambito di un percorso di ricerca sul versante materico. Per il progetto Ofelia, presentato in alcune locations del Lago di Como tra cui il Limiti Humanities Festival presso il Chilometro della Conoscenza, Villa del Grumello, Brunelli ha realizzato alcuni scatti sulla reinterpretazione della figura di Ofelia, protagonista dell’Amleto di Shakespeare. La giovane Ofelia, che per un tragico ripudio sprofonda nelle acque di un torrente, rappresenta una Natura abbandonata dall’Uomo che con le sue azioni provoca il surriscaldamento del Pianeta e la morte dei ghiacciai. Il ghiacciaio, trasformato in massa d’acqua, confluisce nel lago in cui anche l’Ofelia impersonificata da Brunelli si avvia alla fine. Il racconto per immagini ha nel ruolo di protagonista l’attrice Sonia Cucco ed è stato realizzato tra settembre e dicembre 2019 sulle pendici del ghiacciaio del Ventina in Valmalenco, nei pressi del torrente Lanza a Valmorea in provincia di Como, e sulle sponde del Lago di Como presso Domaso. Pervasi da un lirismo che attraversa stati emotivi legati alla sorpresa e alla presa di coscienza, gli scatti di Brunelli ci accompagnano al cuore di una tragedia il cui finale tuttavia, a differenza di quello di Shakespeare, potrebbe essere ancora riscritto. L’iniziativa si inquadra nelle buone prassi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile per una urgente riflessione sulle tematiche ambientali e sulla sostenibilità relative al cambiamento climatico e territoriale, che sta mettendo a rischio la disponibilità idrica a medio e lungo termine nei territori del Lago di Varese. Il programma include anche una sezione storico documentativa con interviste e cimeli d’epoca, fondati sulla testimonianza di Maria Antonia “Tona” Sironi, l’alpinista protagonista con Vivi Papi nel 1958 della spedizione varesina per il nascente Catasto dei Ghiacciai Italiani, per conto del CAI Varese, del Comitato Glaciologico Italiano e del professore Nangeroni dell’Università degli Studi di Milano. I materiali iconografici di Papi, fino ad inediti, testimoniano il fermento che si concentrava intorno al CAI Varese e il desiderio dei giovani di mettersi a disposizione di una maggiore conoscenza dello status ambientale montano e sono stati concessi dall’International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities, Archivio fotografico, Fondo Vivi Papi che si trova a Villa Toeplitz presso l’Università degli Studi dell’Insubria, inoltre verrà proiettata una intervista video a Tona Sironi, realizzata nel 2014 da Cesare Gandini e Annamaria Fumagalli Papi. La sezione espositiva al Chiostro è arricchita dalla esposizione di alcuni materiali tecnici da scalata in uso negli anni Sessanta, di proprietà della famiglia Sironi Diemberger. Read the full article
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Zucchi Collection: una storia da scoprire
Zucchi Collection: una storia da scoprire
Vortici.it, questa volta, decide di proporvi un viaggio storico - culturale davvero affascinante... Vi portiamo poco lontano dall’autostrada Milano - Varese nello specifico a Rescaldina.
Nella sede principale della Zucchi Bassetti Spa, sono visitabili su prenotazione, gli spazi del Zucchi Collection Museum, che vanta una collezione che ripercorre tre secoli di cultura tessile in Europa.
Più precisamente parliamo della Zucchi Collection of Antiques Handblocks, la più grande raccolta al mondo di blocchi per stampa a mano su tessuto, in legno e metallo, catalogati e ordinati secondo criteri di stile e raccolti in un archivio con informazioni sulla conservazione e la provenienza di ogni pezzo. Sono celebrati la maestria e l’ingegno di abili artigiani che hanno fatto la storia del tessuto. Si compie un viaggio nella memoria, nelle emozioni e nei sentimenti. L’inesauribile energia del passato si può percepire ancora oggi e il tutto s’interpreta con uno sguardo rivolto al futuro. La collezione è composta da 56.000 blocchi da stampa a mano, corrispondenti a circa 12.000 disegni, realizzati da artigiani inglesi, francesi e austriaci e oltre 1.000 blocchi in rame per la stampa a cera (batik) provenienti da Giava. È coperto un arco storico - temporale che attraversa tre secoli, dal 1785 al 1935 registrando l’evolversi di mode e stili in uno dei periodi più fecondi della storia Europea. I vari disegni, vanno dagli stili più classici ai motivi floreali e cachemire, fino alle prime avanguardie artistiche rappresentate dall’Art Noveau e dall’Art Decó. Il lavoro di classificazione e di restauro, condotto secondo criteri museali, ha permesso di suddividere i disegni in sei grandi categorie: cachemire, floreale, ornamentale, pittorico, astratto e geometrico. Durante la visita c'è la possibilità di assistere a una dimostrazione di stampa a mano, a testimonianza di una tecnica ormai scomparsa ma che ha costituito una tappa fondamentale nell’evoluzione delle tecnologie tessili. La dimostrazione di una stampa, preceduta dalla proiezione di un video esplicativo, vede la partecipazione diretta del pubblico che ha la possibilità di cimentarsi con una tecnica artigianale affascinante. Per rendere più completa l’esperienza e avvicinare gli utenti al mondo del tessile, i blocchi possono essere toccati e sperimentati sotto la guida di un maestro stampatore che permette ai visitatori di realizzare una stampa a mano su tessuto. È importante ricordare come al Gruppo Zucchi sia stato assegnato, nel 1997, il 1° Premio Guggenheim, per aver salvato da sicura distruzione un patrimonio prezioso di materiali che hanno fatto la storia del tessuto e per aver trasformato la più grande collezione di antichi stampi per tessuti, in un archivio e un museo aperto al pubblico. Immagine di copertina: Touring Club Italiano Read the full article
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Nasce a Salerno l’archivio online dell’artista pre-pop americano Ray Johnson.
Nasce in Italia l’archivio online dell’artista pre-pop americano Ray Johnson.
Presentazione a Salerno a cura di Sandro Bongiani dell’Archivio online delle opere di Ray Johnson presenti nella raccolta Coco Gordon dello stato americano del Colorado, visibile dal 13 gennaio 2023 in una startup tutta italiana di arte contemporanea.
SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA
RAY JOHNSON / ARCHIVIO COCO GORDON, COLORADO - USA
Dopo l’Archivio “Ray Johnson Estate” di New York, nasce in Italia “Ray Johnson Archivio Coco Gordon”, archivio online del grande artista pre-pop Ray Johnson, uno dei più influenti artisti americani contemporanei accessibile ora nella startup Sandro Bongiani Arte Contemporanea con una raccolta ragionata di materiali inediti per tutti gli studiosi e per chi intende conoscerlo meglio. In questa piattaforma web é possibile consultare una parte considerevole di opere, foto dell’artista, performances, e testi scritti di Ray Johnson degli anni 1970-1995, che grazie alla collaborazione di Coco Gordon in oltre 25 anni di assidua frequentazione ha raccolto e conservato, ora finalmente pubblicati online. Oggi, nell’’era del Web e del sapere stratificato, la raccolta dell’archivio digitale Ray Johnson di Coco Gordon conserva e diffonde il sapere rispondendo a esigenze specifiche di consultazione dei materiali visivi archiviati assolvendo alla fondamentale funzione di conservazione, selezione e accessibilità dei dati che diventano l’oggetto primario di attenzione e consultazione da parte dello studioso d’arte. Uno strumento necessario e utile che svolge la doppia funzione di rendere accessibile il patrimonio e conservarlo correttamente senza esporlo a imprevedibili rischi. L’Archivio Ray Johnson comprende un ampia raccolta di materiali tra cui, ma non solo, corrispondenza, mail art, collage, fotografie documentarie, oggetti e cimeli. Un ringraziamento speciale va all’artista Coco Gordon e ai diversi collaboratori che hanno contribuito a realizzare la sezione del sito web dedicato a Ray Johnson. Sandro Bongiani
La Galleria Sandro Bongiani Arte Contemporanea nata come spazio culturale no-profit, vuole mettere in discussione il proprio ruolo di spazio culturale indipendente sostenendo nuovi modi di interagire con il pubblico e attivando nuove forme di partecipazione e di coinvolgimento con presenze e progetti interattivi che possano essere condivisi in tempo reale con il maggior numero di utenti in qualsiasi parte del mondo. A distanza di 60 anni dalla nascita della Mail Art (1962) e a 50 anni esatti (1972) dalla prima e unica mostra in Italia di Ray Johnson presso la Galleria Schwarz a Milano con una presentazione di Henry Martin, noi della Sandro Bongiani Arte Contemporanea di Salerno abbiamo dedicato quasi un intero anno di lavoro a Ray Johnson con cinque mostre interattive e un progetto internazionale svolte da aprile fino a novembre 2022, in contemporanea con la 59 Biennale Internazionale di Venezia 2022.
Inoltre, a 27 anni esatti dalla scomparsa di Ray Johnson (13 gennaio 1995), è stata realizzata catalogazione e la digitalizzazione online di tutte le opere di Ray presenti nell’Archivio Coco Gordon di Colorado USA, con oltre 780 documenti tra opere e foto inedite dell’artista americano, testi, inviti, lettere, opere e riflessioni con i relativi commenti di Coco Gordon, memorial e collaborazioni, cronologia degli eventi e testi critici di Sandro Bongiani, archiviati, ognuna per codice numerico per essere più facilmente consultata, in una utile e significativa presentazione interattiva destinata ad essere conosciuta e valorizzata da parte degli studiosi per opportuni studi e approfondimenti sul lavoro innovativo svolto da questo importante artista pre-pop americano.
L’Archivio Ray Johnson, a completamento dell’attività in corso, viene presentato ufficialmente e reso visibile permanentemente il 13 gennaio 2023, (giorno e mese della sua scomparsa), nella startup web https://www.sandrobongianivrspace.it/, che si affianca con orgoglio e per importanza all’Archivio americano “Ray Johnson Estate” di New York. Tutto ciò ci sembra un chiaro esempio di come si può relazionare con l’arte contemporanea in modo creativo e produrre nuova cultura. Sandro Bongiani
Presentazione di 781 documenti in 11 sezioni e 34 box
Dynamic vision of the interactive itinerary Slide Show, durata 54 minutes
su: https://www.sandrobongianivrspace.it/ray-johnson-coco-gordon
BIOGRAFIA di Ray Johnson 1927 - 1995
Ray Johnson, è stato un personaggio chiave nel movimento della Pop Art. Primariamente un collagista, è stato anche un precoce performer e un artista concettuale. Definito nei primi tempi “Il più famoso artista sconosciuto di New York”, è considerato uno dei padri fondatori e un pioniere dell'uso della lingua scritta nell'arte visuale. In scena negli anni ' 60, il suo lavoro e il modo in cui che ha deciso di distribuirlo ha influenzato il futuro dell'arte contemporanea.
Nato il 16 ottobre 1927 a Detroit, nel Michigan, Johnson ha frequentato il Black Mountain College sperimentale con Robert Rauschenberg e Cy Twombly. Ray Johnson era un artista americano noto per la sua pratica innovativa di Correspondence Art. Una pratica basata su collage, il suo lavoro combina fotografia, disegno, performance e testo su distanze geografiche, attraverso la spedizione della posta. I progetti di Johnson includevano prestazioni concettualmente elaborate che si occupavano di relazioni interpersonali e disordini psichici. "sono interessato a cose e cose che si disintegrano o si disgregano, cose che crescono o hanno aggiunte, cose che nascono da cose e processi del modo in cui le cose mi accadono realmente", ha detto l'artista. I suoi primi anni di vita comprendevano lezioni sporadiche al Detroit Art Institute e un'estate alla Ox-Bow School di Saugatuck, nel Michigan. Nel 1945, Johnson lasciò Detroit per frequentare il progressivo Black Mountain College in North Carolina. Durante i suoi tre anni nel programma, ha studiato con un certo numero di artisti, tra cui Josef Albers, Jacob Lawrence, John Cage e Willem de Kooning. nel 1948, trascorse un po’ di tempo creando arte astratta e poi approdando al Dada con suoi collage che incorporano frammenti di fumetti, pubblicità e figure di celebrità. Johnson spesso rifiutava di partecipare a mostre in galleria e ha preferito creare una rete di corrispondenti di mailing e un nuovo modo di fare arte. Questo metodo di diffusione dell’arte divenne noto come la corrispondenza School di New York e ampliato per includere eventi improvvisati e cene. Trasferitosi a New York nel 1949, Johnson stringe amicizia tra Robert Rauschenberg e Jasper Johns, sviluppando una forma idiosincratica di Pop Art. Nei decenni successivi, Johnson divenne sempre più impegnato in performance e filosofia Zen, fondendo insieme la pratica artistica con la vita. Nel 1995 Ray Johnson si suicidò, gettandosi da un ponte a Sag Harbor, New York, poi nuotando in mare e annegando. Le circostanze in cui è morto sono ancora poco chiare. Nel 2002, un documentario sulla vita dell'artista chiamato How to Draw a Bunny, ci fa capire il suo lavoro di ricerca. Oggi, le sue opere si trovano nelle collezioni della National Gallery of Art di Washington, D.C., del Museum of Modern Art di New York, del Walker Art Center di Minneapolis e del Los Angeles County Museum of Art. In questi ultimi anni tutto il suo lavoro sperimentale è stato rivalutato dalla critica come anticipatore della Pop Art e persino dell’arte comportamentale americana.
PRESENTAZIONE ONLINE DELL’ARCHIVIO RAY JOHNSON
Salerno | Italia
Raccolta ARCHIVIO COCO GORDON Colorado - USA
Aperto permanentemente alla consultazione dal 13 Gennaio 2023
LUOGO: Sandro Bongiani Arte Contemporanea
INDIRIZZO: Via S. Calenda, 105/D
ORARI: 00.00-24.00 -
TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 3937380225
E-MAIL INFO: [email protected]
SITO UFFICIALE: https://www.sandrobongianivrspace.it/
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