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La Gran Piramide di Cheope: L'Enigma Silenzioso che Sfida gli Storici
Segreti nascosti e misteri irrisolti: cosa si cela dietro le mura della Grande Piramide di Cheope?
Segreti nascosti e misteri irrisolti: cosa si cela dietro le mura della Grande Piramide di Cheope? La Gran Piramide di Cheope, uno dei monumenti più iconici e antichi del mondo, continua a suscitare domande che né gli storici né gli archeologi hanno ancora risposto completamente. Con i suoi quasi cinquemila anni di storia, la piramide è considerata una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico e…
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Ex Mira Lanza: al via alla collaborazione tra Roma Capitale e Università Roma Tre per riqualificazione ex stabilimento industriale
Ex Mira Lanza: al via alla collaborazione tra Roma Capitale e Università Roma Tre per riqualificazione ex stabilimento industriale. Roma Capitale e Università Roma Tre insieme per la riqualificazione dell'ex stabilimento Mira Lanza, nel Municipio Roma XI. Il Sindaco Roberto Gualtieri e il Rettore Massimiliano Fiorucci hanno firmato una lettera di intenti con la quale Roma Capitale e l'Università RomaTre si impegnano alla realizzazione di azioni congiunte volte a recuperare e riqualificare l'ex complesso industriale con il duplice intento di fornire servizi e spazi per la cittadinanza e di soddisfare il fabbisogno di residenze e strutture a disposizione degli utenti dell'Università. Con il documento siglato, che anticipa la sottoscrizione di un vero e proprio accordo di collaborazione, l'Amministrazione capitolina si impegna a rendere accessibile l'area ai tecnici o soggetti autorizzati dell'Università per consentire le opportune verifiche sullo stato di fatto dell'immobile nonché eventuali campagne di indagine o rilievi; a fornire tutti i documenti di carattere tecnico-amministrativo relativi al compendio immobiliare anche riguardo l'esistenza di eventuali vincoli, oneri o gravami relativi agli immobili e ad avviare tempestivamente l'iter autorizzativo necessario alla successiva concessione amministrativa dell'area all'Università. L'Università si impegna, invece, a effettuare le opportune verifiche preliminari riguardo la fattibilità tecnico-economica dell'intervento di recupero ipotizzato e per avviare tempestivamente l'iter autorizzativo necessario alla successiva acquisizione in concessione dell'area. La lettera di intenti siglata oggi da Gualtieri e Fiorucci nasce da una manifestazione di interesse per l'area avanzata da Roma Tre a seguito della partecipazione al bando Reinventing Cities 2022 che vedeva tra i siti candidati proprio l'ex stabilimento industriale situato nel quartiere Marconi e versante da anni in uno stato di abbandono e degrado. La candidatura al concorso internazionale, promosso dalla rete di città europee C40, aveva come obiettivo l'individuazione di un percorso di valorizzazione, senza vendita, del compendio della Ex Mira Lanza, prezioso complesso di archeologia industriale tutelato dal codice dei Beni Culturali. La proposta di Roma Tre, pur non rientrando formalmente nell'alveo del Bando Reinventing Cities, ne sposa a pieno le caratteristiche permettendo di modulare, con maggior flessibilità, le condizioni concessorie in un rapporto diretto tra soggetti pubblici in analogia con quanto si sta già facendo per l'ex Mattatoio di Testaccio e in coerenza con il lavoro di revisione dell'assetto urbanistico del quadrante Ostiense-Marconi portato avanti dal Dipartimento di programmazione e attuazione urbanistica proprio in collaborazione con lo stesso Ateneo. Una collaborazione che, tra l'altro, coinvolgerà anche l'Eni proprietaria dell'area ex Italgas, situata proprio di fronte alla ex Mira Lanza, il Municipio Roma VIII e il Municipio Roma XI. "Inizia un percorso per risolvere una vicenda che la città si trascina da troppo tempo e realizzare spazi universitari e aree verdi al posto di un vecchio complesso industriale abbandonato da anni" ha sottolineato il Sindaco Roberto Gualtieri. "La rigenerazione urbana è stata da subito uno dei principali obiettivi di questa amministrazione per riconvertire gli spazi, sconfiggere il degrado e avvicinare servizi e luoghi di pregio alle romane e ai romani in tutti i quartieri: questa operazione con Roma Tre si colloca perfettamente in questo percorso di rivitalizzazione di aree urbane in disuso così come lo sono i tanti altri interventi che abbiamo messo in campo in tante zone della città. Inoltre, il tessuto universitario rappresenta per Roma una straordinaria potenzialità di crescita ed aumentare le residenze universitarie è uno degli strumenti principali che abbiamo in mano per sviluppare sempre di più la nostra capacità di essere protagonisti nel panorama scientifico nazionale ed internazionale". "La forte crescita di Roma Tre degli ultimi anni, in termini di immatricolazioni e di presenza sul territorio, richiede sempre di più l'attivazione di servizi che assicurino alti standard qualitativi per studentesse e studenti. La speranza, dunque, è di poter realizzare nel complesso servizi fondamentali, tra i quali una foresteria per visiting professors e uno studentato moderno e funzionale", dichiara il Rettore di Roma Tre, prof. Massimiliano Fiorucci. Il Direttore Generale dell'Ateneo, arch. Alberto Attanasio, conferma: "Con le attività nello stabilimento ex Mira Lanza vogliamo continuare e rafforzare il processo di rigenerazione urbana e di rivitalizzazione del tessuto sociale, economico e produttivo del quadrante Ostiense – Marconi. Per collocazione urbanistica e caratteristiche, il complesso è pienamente in linea di continuità con la storia e la tradizione dell'insediamento dell'Ateneo in questo quadrante cittadino". "L'idea di favorire nuove funzioni universitarie nel quadrante Marconi si coniuga con l'obiettivo di ampliare l'offerta di strutture universitarie anche nel Municipio XI, di recuperare l'ex complesso industriale della Mira Lanza, che attende da anni di essere riqualificato, e di realizzare il parco "Papareschi" per dotare il quadrante di uno spazio di verde attrezzato – ha commentato l'Assessore all'Urbanistica di Roma Capitale, Maurizio Veloccia – Questo comune impegno è dunque un passo importantissimo: dopo il parco fluviale, un'altra porzione del quadrante Marconi sarà riqualificata e prenderà forma grazie alla sinergia tra Istituzioni e al lavoro portato avanti dall'Amministrazione Gualtieri" conclude Veloccia.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Studi / Archeologia, datate le canoe neolitiche della Marmotta, (lago di Bracciano): hanno tra i 7.000 e i 7.500 anni e sono le più antiche d'Europa
Studi / Archeologia, datate le canoe neolitiche della Marmotta, (lago di Bracciano): hanno tra i 7.000 e i 7.500 anni e sono le più antiche d'Europa La ricerca, guidata dal Museo delle Civiltà, dall’Università di Pisa e dal CSIC, è pubblicata su PLoS ONE
Redazione Un gruppo di ricerca guidato dal Museo delle Civiltà, dall’Università di Pisa e dal CSIC ha datato cinque canoe neolitiche trovate in un sito sommerso nel Lago di Bracciano (Roma): hanno tra i 7000 e i 7500 anni. Si tratta delle uniche e più antiche canoe neolitiche d’Europa e le loro caratteristiche rivelano una tecnologia di navigazione notevolmente avanzata. Il lavoro pubblicato…
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Vorrei ricordare però che Wikipedia è controllato dal CICAP.
Quello che è stato scoperto a Cuba è sorprendente ed inspiegabile - Hack The Matrix  Sono passati ormai 16 anni dalla sua scoperta ed il mistero continua. Nei primi mesi del 2001 a Cuba, sono state documentate per la prima volta immagini sonar che mostrano strutture simmetriche e geometriche di pietra che sembrano essere un antico complesso urbano, che copre una superficie di 2 chilometri quadrati ad una profondità compresa tra i 600 e 750 metri. E ‘quanto ha da Pauline Zalitzki, un ingegnere navale, e il marito Paul Weinzweig, proprietario di una società canadese chiamata Advanced Digital Communications, che ha lavorato su un’esplorazione e indagine in collaborazione con il governo cubano. La squadra è tornata sul luogo una seconda volta ed ha girato un video con un robot subacqueo. Le immagini sonar hanno rivelato diverse strutture piramidali e strutture circolari realizzate con enormi blocchi di pietra che sembrano lisci e scolpiti in granito. Zalitzki ha dichiarato: “E ‘davvero una struttura meravigliosa che sembra essere stata veramente un grande centro urbano.” Dopo aver studiato le immagini, l’editor di National Geographic John Echave ha dichiarato: “Ci sono anomalie interessanti.” Il professore di Oceanografia Robert Ballard: “Quello che è stato trovato è molto in profondità, sarei sorpreso se fosse umano. Bisogna chiedersi, come hanno fatto a costruire cose simili a quel tempo? Mi limiterò ad aspettare di avere un paio di dati prima di dire la mia opinione. ” Il geologo Marine Manuel Iturralde ha chiesto più prove prima di trarre conclusioni circa il ritrovamento, dicendo: “Abbiamo alcune figure che sono estremamente rare, ma la natura è molto più ricca di quanto pensiamo.” Sono strutture dall’età di 50.000 che ha quanto pare sono affondate con il tempo. “50.000 anni fa non c’era la capacità tecnologica che conosciamo per costruire edifici così complessi.” Uno specialista in archeologia subacquea presso la Florida State University ha aggiunto: “Sarebbe bello se avessero ragione, ma sarebbe veramente una cosa molto avanzata per quel periodo. Le strutture sono fuori dal tempo e fuori luogo.” a cura di Hackthematrix Altre notizie su WIKIPEDIA
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Il 59° frammento del Mitra Tauroctonos ritorna al Museo Nazionale Romano
ROMA: IL COMANDO CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE RESTITUISCE AL MUSEO NAZIONALE ROMANO IL 59° FRAMMENTO DEL GRANDE RILIEVO IN MARMO DEL MITRA TAUROCTONOS Oggi, presso le Terme di Diocleziano, il Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, Comandante Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), ha restituito alla Dottoressa Daniela Porro, Direttore del Museo Nazionale Romano, il 59° tassello del grande rilievo in marmo lunense del Mitra tauroctonos, raffigurante la testa del toro e la mano sinistra del dio. l recupero del brano lapideo ha consentito la ricomposizione definitiva dell’importantissimo rilievo marmoreo (opera databile al II-III sec. d. C.), uno dei più significativi e preziosi fra quelli conservati nella sede delle Terme di Diocleziano del Museo Nazionale Romano, nuovo istituto reso autonomo dalla riforma del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT). L’intervento testimonia, ancora una volta, l’eccellenza dell’operato del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e dei tecnici del MiBACT. L’importante recupero, reso possibile grazie all’azione che il TPC svolge, quotidianamente, nella lotta alla dispersione del patrimonio culturale italiano, è stato recentemente effettuato dai militari del Nucleo TPC di Cagliari, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale del Capoluogo sardo, nell’ambito di una più ampia attività d’indagine che ha visto il sequestro anche di altri beni culturali. L’attività è scaturita, nel mese di febbraio di quest’anno, da un controllo amministrativo ad un esercizio antiquariale del cagliaritano, durante il quale i militari del locale Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno notato esposti due frammenti in marmo di verosimile interesse archeologico. I reperti, di cui non sono stati forniti legittimanti dati di provenienza, sono stati quindi sequestrati e posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, dopo accurato esame, ha giudicato i beni autentici, di sicuro interesse archeologico e riconducibili a maestranze altamente qualificate del II-III secolo d.C.. Considerato il pregio dei reperti, i Carabinieri hanno proseguito le indagini effettuando ricerche sul web e nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal TPC, con mirate verifiche delle opere riferibili alla rappresentazione del culto del dio Mitra nel mondo antico romano. Durante tali ricerche, l’attenzione di un militare si è concentrata sull’immagine del grande rilievo esposto alle Terme di Diocleziano in cui appariva, in piena evidenza, l’assenza della parte raffigurante la testa del toro e la mano del dio. Una prima sovrapposizione fotografica di uno dei due reperti sequestrati, che rappresentava lo stesso soggetto del tassello mancante al rilievo delle Terme di Diocleziano, con l’immagine acquisita dal web del bene esposto, ha permesso ai Carabinieri di rilevare numerose e significative attinenze formali e stilistiche tali da far considerare plausibile l’appartenenza del frammento al rilievo. I Carabinieri TPC, quindi, si sono messi in contatto con la direzione del Museo Nazionale Romano e con i Laboratori di Restauro ivi presenti al fine di effettuare gli accertamenti comparativi e di pertinenza. A seguito della consegna del brano marmoreo ai suddetti Laboratori, sono stati compiuti alcuni preventivi riscontri ma, soprattutto, si è potuta compiere la cosiddetta “prova provata”, ovverosia la verifica dell’effettiva pertinenza del frammento con testa di toro al grande rilievo con raffigurazione di Mitra. I risultati hanno comprovato – senza ombra di dubbio – che le parti risultavano compatibili, anzi, perfettamente combacianti. Al termine della pulitura e a seguito dell’assemblaggio e successivo incollaggio del brano recuperato dal TPC con il grande rilievo delle Terme di Diocleziano, si è potuto tecnicamente ricollocare il frammento attinente al fregio con raffigurazione del dio Mitra che uccide il toro esposto nelle sale museali delle Terme. Si tratta del 59° frammento di un manufatto straordinario, sia per la qualità dell’esecuzione sia per le vicende che ne hanno consentito la ricomposizione. L’opera acquisisce così non solo un’ulteriore, intrinseca parte, ma anche un importante elemento di rilevante valore nella raffigurazione poiché, proprio in questo frammento, viene a focalizzarsi l’azione saliente della narrazione mitologica. Oggi, quindi, è con viva soddisfazione che il frammento raffigurante la testa del toro e la mano del dio è tornato a far parte del grande rilievo scoperto oltre cinquant’anni fa, a disposizione del grande pubblico e degli esperti che visitano gli splendidi spazi del Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano. Mentre sono tuttora in corso le indagini finalizzate ad accertare la provenienza dell’altro elemento frammentario sequestrato, la posizione giudiziaria di una persona è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione. Il reperto ricomposto ha un valore di mercato stimato in due milioni di euro. CRONACA DEL RECUPERO PRECEDENTE Nel 1964, a Roma, in località Tor Cervara (sulla Via Tiburtina) – durante un’operazione di bonifica da residuati bellici – furono portati alla luce 57 frammenti di marmo lunense che andavano a comporre un grande rilievo. Una volta ricostituito, questo presentava la raffigurazione del dio Mitra che uccide il toro. Purtroppo risultavano mancanti le spalle e la testa del dio e altre parti fra cui il muso dell’animale. Nel 1965, il rilievo fu acquisito nelle raccolte del Museo Nazionale Romano dove fu collocato nelle ‘Grandi Aule’ delle Terme di Diocleziano. Accordi culturali istituiti fra la Direzione Generale per le Antichità e la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, nonché il Badisches Landesmuseum di Karlsruhe (Germania), hanno consentito di comprovare l’ipotesi – avanzata da uno studioso già alla fine degli anni ’80 del secolo scorso – secondo cui un frammento lapideo con volto di Mitra, acquisito per donazione dal Museo di Karlsruhe, fosse pertinente al rilievo da Tor Cervara conservato nel Museo delle Terme di Diocleziano. In occasione della mostra sui culti orientali nell’Impero Romano – allestita nel 2013 a Karlsruhe – è stato materialmente possibile ricongiungere le varie parti poiché tutte presenti contemporaneamente nella cittadina tedesca. L’ipotesi di pertinenza era stata verificata da preliminari studi dimensionali e da prove con calchi, nonché definitivamente comprovata con il posizionamento del frammento di Karlsruhe nel contesto del rilievo del Museo delle Terme. Queste complesse operazioni sono state portate felicemente a compimento grazie ad una proficua collaborazione instauratasi fra gli archeologi ed i restauratori della Soprintendenza con i colleghi del Badisches Landesmuseum di Karlsruhe, i quali tutti hanno congiuntamente collaborato con efficace sinergia. Al termine della mostra – a seguito di accordi culturali stipulati fra il Museo di Karlsruhe e la Direzione e la Direzione Generale di Antichità del MiBACT – il grande rilievo, munito di testa di Mitra, ha fatto ritorno nella sede delle Terme di Diocleziano ove è stato esposto permanentemente al pubblico. Foto: roma.corriere.it Click to Post
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Un caso di archeologia urbana
Chi ha detto che, per ritrovare reperti e ricostruire le usanze di una civiltà, bisogna per forza occuparsi degli Hittiti, degli Aztechi o dei Cretesi?
In fondo, anche passare una domenica mattina a rovistare nell'erba intorno a Castel Sant'Angelo si può rivelare un'esperienza storiografica, per non dire archeologica.
Non ci credete?
Allora dai, facciamo insieme un esperimento.
Di recente mi è capitato di prendere parte alla spedizione delle magliette gialle (un'uniforme che nel mio immaginario collettivo richiamava già Legambiente e le sue giornate "Puliamo il mondo"). Ed è stata un'occasione preziosa per ragionare, o a volte per fantasticare, sulle abitudini dei miei concittadini, nonché sui misteri che si consumano nell'oscurità, fra la malva e il grano selvatico, in fondo al vecchio fossato del castello.
La scelta del luogo è stata piuttosto azzeccata, e vi spiego subito perché.
Cominciamo da questa tabella, che ci dice che Castel Sant'Angelo è il terzo monumento più visitato in Italia. Sorpresi, vero? Eppure pensateci: alle agenzie turistiche viene naturale abbinarlo al Vaticano...
Dunque il parco che circonda il castello ha una visibilità internazionale enorme. Tant'è che mentre pulivamo siamo stati intercettati da una radio statunitense, nonché da una coppia di turisti che, credendoci "secchi ambulanti" forniti dal Comune, ci hanno chiesto se potessero buttare direttamente nei nostri sacchi la carta dei loro panini...
Guardate adesso questa panoramica presa da "google earth".
Come vedete, Castel Sant'Angelo (in rosso) è l'unico parco pubblico in un territorio che conta 60.000 abitanti come quello di Prati, Borgo e Trionfale (in verde chiaro).
Non lasciatevi ingannare dalla zona alberata a sinistra: è già rialzata su delle colline (Monte Mario, Balduina, Monte Ciocci) e in buona parte è privata (villa Miani). Gli abitanti "di pianura" devono accontentarsi dei modesti giardini pubblici di Mazzini, Libertà e Monte Santo (anch'essi in rosso) e della piazza Cavour accanto al castello (uno splendido scorcio di Sudamerica nel cuore della capitale, ma non un vero parco).
C'è tutta un'ignara quotidianità, quindi, che si avvolge intorno alle mura del castello e al loro spessore culturale.
Quel complesso architettonico non è solo il luogo della sepoltura di Adriano, della resistenza ai Lanzichenecchi o del salto di Tosca: è un luogo di primi baci, di birre al chiaro di luna e di partite a pallone. Anch’io, quando facevo sega a scuola, a volte andavo lì, armato di qualche libro sul Rinascimento e di tanti (inutili) buoni propositi.
Nonostante il suo duplice valore culturale e civico, però, questo parco è piuttosto sporco nella fascia interna, e versa in un vero e proprio stato di abbandono in più tratti della fascia esterna, proprio quella che cade sotto gli occhi di chi arriva dal Vaticano.
Senza tirare in ballo i problemi strutturali della nettezza urbana a Roma, su cui avrete già letto abbastanza nei giornali di questi giorni, vi propongo di fare questo semplice esercizio: leggete la lista dei reperti che i miei amici ed io abbiamo ritrovato nell'una e nell'altra fascia, e avanzate le vostre ipotesi su come ci siano finiti.
Pronti?
Fascia interna (prevalentemente in ghiaia, con molte panchine e area giochi):
- incarti di cannucce
- cucchiaini di plastica da gelato
- buste di merendine
- buste di patatine
- carte di caramelle
- tappi e bottiglie di plastica
- fazzoletti (specialmente negli angoli più lontani e con vegetazione più folta)
- mozziconi di sigarette
- incarti di gomme da masticare
- cartoni di succhi di frutta
- un giornale del 2013
Che ne dite?
Ora vi aggiorno sulle tesi più in voga tra gli studiosi. La maggior parte della comunità scientifica concorda nel pensare che i cittadini abbiano semplicemente buttato i reperti per terra invece che nel secchio dell'immondizia. Per completezza d'informazione, però, vi devo segnalare anche una tesi revisionista: secondo alcuni esperti, i reperti sarebbero stati trascinati dal vento fuori dai secchi dell'immondizia, dove i cittadini li avevano buttati regolarmente, ma che sarebbero rimasti coi coperchi sollevati per motivi ancora da chiarire.
Bene. Fin qui era facile. Ora passiamo alla parte difficile.
Fascia esterna (erba alta fin sopra le caviglie, 3 tane di animali, poche panchine):
- Blister di farmaci
- Microcircuiti di cellulari
- Confezioni di preservativi
- Un paio di mutande
- Un codice penale
- Un romanzo poliziesco in inglese
- Bottiglie di alcolici e di bevande gassate, sia integre che in frantumi
- Pezzi di un fucile giocattolo
- Un palo di un cartello stradale
- Una padella
- Schegge di legno
- Sacchetti contenenti escrementi
- Mezza sedia di metallo
- Pile. Tante pile. Almeno venti e di marche diverse
- Confezioni di yogurt
- Un caricabatterie
- Un portaocchiali in finta pelle di coccodrillo
- Una guida ai ristoranti di Roma (in italiano)
- Rocchetti di filo per cucire
- Una tovaglia plastificata sporca di terra
- Rasoi usa e getta
- Un flacone di dopobarba
- Piante di fragoline di bosco
Che storia c'è dietro ognuno di questi reperti? Quali sono arrivati prima, e quali dopo? Chi può averceli portati, e per farci cosa? Sono stati solo nascosti, o anche usati tra quelle frasche?
Il fatto che il luogo si presti a bivacchi notturni (c'erano alcuni materiali, ma ben arrangiati e riposti in disparte sotto una coperta) basta a spiegare la quantità di oggetti assurdi seminati lì intorno?
Ma soprattutto...che ci vuole a tagliare l'erba due volte al mese?
Può darsi che rispondere a queste domande sia difficile quanto studiare gli Hittiti. Ma una cosa è sicura: tra l'età del bronzo e l'età della plastica, non sempre quest'ultima risulta la più avanzata...
(La fascia esterna con l’erba tagliata, come la mostra il sito della Sovrintendenza).
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SPRING ATTITUDE FESTIVAL 2017 al Maxi di Roma dal 25 al 27 maggio, con tanti artisti d’avanguardia elettronica
BONZAI - CHASSOL - CLAP CLAP - DRINK TO ME - ELEPHANTIDES - FOREST SWORDS - GQOM OH FEAT. NAN KOLÈ & MAFIA BOYZ - GRISCHA LICHTENBERGER - HUERCO S. - IISO - JENNY HVAL - JON HOPKINS - LADY LESHURR - MAX COOPER - MOSCOMAN - MUTECH - NATHAN FAKE - NITE JEWEL - POWELL - RADIAN - SAILOR & I - ROMARE - STUDIOAIRA - SUUNS - TOMMY GENESIS - YUSSEF KAMAAL - WRONGONYOU
Il più raffinato e innovativo sound contemporaneo unito all’arte digitale, schegge di elettronica che incontrano il pop d’avanguardia, il folk a braccetto con il rap. La primavera di Roma fiorisce di suoni contaminati e sperimentali, nel nome della ricerca internazionale e della qualità artistica. Questa la cifra stilistica dell’VIII edizione di Spring Attitude - Festival internazionale di musica elettronica e cultura contemporanea - che torna nella Capitale dal 25 al 27 maggio forte delle 12.000 presenza dello scorso anno.
Due le location d’eccezione: il prestigioso MAXXI – Museo nazionale delle Arti del XXI secolo firmato da Zaha Hadid, confermato per il terzo anno consecutivo, e il Guido Reni District, prezioso recupero di archeologia industriale e ora spazio votato all’arte e alla creatività.
Un festival che parla di “Primavera” e in primavera si svolge, che parte dall’elettronica e dalla club culture per condurre a un “altrove” dagli esiti inediti ed entusiasmanti con un occhio di riguardo alle nuove forme di arte digitale grazie a SPRING +ON, che incanterà il pubblico con live performance, installazioni interattive ed esperienze percettive di suoni, visioni, spazio. Senza rinunciare alle ormai consuete attività formative dedicate agli adulti, realizzate grazie alla consolidata collaborazione con RUFA – Rome University of Fine Arts, main partner culturale e istituzionale, e per i più piccoli in collaborazione con Fondazione Mondo Digitale e Studio Lord Z.
Spring Attitude 2017 è come il suo simbolo, realizzato ad hoc dallo Studio Lord Z di Roma: “An adventure into the mysterious and psychedelic world of the Still Life”, un viaggio tra forme non svelate provenienti da ogni parte del globo, in apparente contrapposizione ma in effettiva integrazione e ispirazione. Tre giorni dedicati all’esplorazione culturale e creativa, tra nuove realtà e i più solidi protagonisti del panorama internazionale, per una raffinata esperienza artistica e multimediale che da sempre connota il festival.
Anche in questa edizione targata 2017 Spring Attitude porta a Roma icone della scena elettronica contemporanea internazionale. Dall’Inghilterra atterrano infatti Jon Hopkins, uomo di fiducia di Brian Eno e ingegnere del suono per i Coldplay, oggi uno dei producer più celebrati dell’ultimo decennio; e Nathan Fake, fra i più acclamati artisti della scena mondiale, che a Roma presenta il suo ultimo e osannato album Providence. Con loro anche Max Cooper, guida spirituale di un viaggio audio video che svela una musica dalla pelle cibernetica ma dal cuore umano.
Tra i main partner, arriva quest’anno a Spring Attitude Jägermeister che firma il main stage, Nastro Azzurro, e si rafforza il legame con Red Bull Music Academy, dopo le fruttuose collaborazioni delle precedenti edizioni, con un intero palco dedicato all’esplorazione delle infinite traiettorie generate dalla cultura hip hop, dai suoni old school fino ad arrivare al jazz funk e alle nuove tendenze afro.
Fra i protagonisti del RBMA stage, particolare attesa desta il ritorno al Festival di Romare, che nell’edizione 2015 aveva infiammato il pubblico della Capitale con un incredibile set. Altro prezioso ritorno Clap Clap!, importante occasione per ascoltare live il nuovo bellissimo album A thousand skyes, appena uscito e già disco di culto.
Sempre sul palco Red Bull, ma questa volta per la prima volta al Festival, arriva in collaborazione con La Francia in scena il genio della nuova scena musicale francese Christophe Chassol, originario della Martinica, e sacerdote della musica tridimensionale. Il jazz-funk più cosmico è il tratto distintivo del duo Yussef Kamaal, partito dai sobborghi londinesi per diventare con “Black Focus”, il primo disco uscito questo inverno, uno dei gioielli della Brownswood di Gilles Peterson.
Nata in Canada ma adottata da Altanta è Tommy Genesis: tra le varie attività è modella e visual artist, ma soprattutto “fetish rapper” (come lei stessa si autodefinisce) per il suo approccio dissacrante nell’affrontare temi legati a sesso, perversioni e religione.
Dalla California arriva Nite Jewel, con l’ombra del suo synth-pop anni ’80 più nobile e raffinato; i sudafricani GQOM OH feat. Nan Kolè & Mafia Boyz; dall’Inghilterra la regina del rap inglese Lady Leshurr e Forest Swords, che ha rastrellato recensioni entusiastiche da testate come Pitchfork, FACT, The Guardian e che il 5 maggio esce con il nuovo disco Compassion; da Dublino la giovanissima Bonzai.
Kansas City, Missouri, piena bible-belt: non è certo un luogo che ha familiarità con la club culture ma è proprio da lì che arriva Huerco S.; mentre originario di Tel Aviv ma di stanza a Berlino è Moscoman, capace di unire in un sound originale techno, house e new wave con i ritmi del Medio Oriente.
A portare bandiera italiana ci pensano i Drink to me, band capitanata dal piemontese Cosmo, reduce da un tour di sold out in tutta Italia; e Wrongonyou, alias Marco Zitelli, romano, classe 1990. Rivelazione della scena indipendente italiana, ha già diviso il palco con artisti del calibro di Radiohead e Sonic Youth.
Con loro il progetto IISO firmato dai comaschi Luca Tommasoni e Roberto Tagliabue: vera e propria “musica per immagini” che unisce pop, elettronica e scienza del suono, il tutto incastonato in strutture compositive precise e geometriche. Si esibiranno in un cubo semitrasparente ricreato da proiezioni in 3d. Sempre made in Italy e firmato da Sergio Tentella e Daniele Sciolla, il progetto Elephantides. Nato dall’idea di accomunare sonorità elettroniche e acustiche utilizzando sintetizzatori, batteria e oggetti non necessariamente di origine musicale, sono un duo alla costante ricerca di un mondo sonoro che possa accomunare queste realtà, grazie alla loro esperienze nei conservatori, nei club e nei centri Jazz.
Tra i più eleganti digital artist, a bordo di Spring Attitude anche Giuseppe Guariniello, meglio conosciuto con il nome d’arte Mutech. Presenta “Sound of the Spheres”: un ambiente immersivo dove suono e luce alterano la percezione di chi accede.
Dalla Scandinavia arriva lo svedese Sailor &I. e la norvegese Jenny Hval: classe 1980, ha conquistato la stampa internazionale con il suo ultimo lavoro “Blood Bitch”, uscito a settembre. Tra i migliori album del 2016 per il The Indipendent e The Guardian, tra i 20 migliori album per gli americani di Pitchfork, siamo di fronte a un gioiello di avanguardia elettronica e folk sperimentale, per un intenso concept album nel segno del sangue.
Una line up a cui si aggiungono l’inglese Powell, gli austriaci Radian (Howe Gelb tra i tanti compagni illustri) e i canadesi Suuns, progetto nato nel 2007 a Montreal per sperimentare gli incroci fra indie rock sperimentale ed electro.
Per la sezione SPRING +ON, il progetto interdisciplinare diretto da Caterina Tomeo che ruota attorno ai temi della cultura contemporanea, con particolare attenzione per le differenze generazionali legate ai nuovi linguaggi, il 25 maggio al MAXXI arriva Grisha Lichtenberger, sound e installation artist della famosa etichetta tedesca Raster – Noton con una live media performance in cui presenta il nuovo album Spielraum | Allgegenwart | Strahlung. Sempre nel giardino del Museo sarà presentata l’installazione interattiva MODUL.IOR, un cangiante gioco dove l’utente diventa vettore tra proporzioni auree,distribuzioni atomiche e indici di rifrazione, firmata dal gruppo romano AIRA!, che ha curato i visual del Festival fin dalla prima edizione e quest’anno si presenta con un progetto dedicato.
Grande novità di quest’anno, inoltre, il focus sul lavoro degli studenti di RUFA – Rome University of Fine Arts, i cui progetti dedicati alla ricerca sperimentale avanzata saranno presentati nello spazio espositivo RUFA SPACE presso il Pastificio Cerere a San Lorenzo dal 25 al 27 maggio.
La “Sezione Educazione”, diretta da Caterina Tomeo e avviata nel 2016 grazie alla collaborazione con RUFA, torna con quattro workshop che avranno luogo presso Pastificio Cerere di San Lorenzo e Fondazione Mondo Digitale. L’intento è promuovere la conoscenza dell’arte visiva e la sua relazione con i nuovi media, attraverso percorsi educativi per diversi tipi di pubblico. Per gli adulti (creativi, studenti, makers designer) il laboratorio del 20 maggio “Walking from Scores” a cura di Elena Biserna e il Workshop “GIF DA PANICO” del 24 maggio a cura del collettivo milanese Alterazioni Video. Per i più piccoli (6-13 anni) il workshop “Sound Art Through Robotic” del 24 maggio a cura di Fondazione Mondo Digitale, nuovo partner dell’attività formativa del festival e il 27 maggio "KIDZ & LORDZ" a cura di STUDIO LORD Z.
Una line up con cui Spring Attitude si conferma anche nel 2017 come uno dei più importanti eventi internazionali dedicati alla musica elettronica e al pop d‘avanguardia. Una realtà solida che nel corso delle varie edizioni ha ospitato - tra i tanti - artisti del calibro degli Air, Apparat, Four Tet, Disclosure, Siriusmo, Modeselektor.
All’eccellenza della proposta musicale si aggiunge quest’anno anche l’eccellenza del gusto grazie alla partnership con Romeo Chef&Baker, il progetto culinario firmato dalla chef stellata Cristina Bowerman.
SPRING+ON e grande musica anche all’anteprima del festival il 20 maggio all’Ex Dogana di Roma (quartiere San Lorenzo, a partire dalle 23.00) con il tedesco Danilo Plessow aka Motor City Drum Ensemble e le affascinanti sperimentazioni visive dei Nonotak Studio, duo formato dall’illustratrice Noemi Schipfer e l’architetto Takami Nakamoto che si esibiranno nella light and sound performance “Shiro”. A chiudere la preview, i dj-set di Abstraxion e Chrissy, il live elettro-pop di Yombe, iLinx e i padroni di casa S/A Soundsystem.
PROGRAMMA COMPLETO
25 Maggio - MAXXI
Radian (Austria)
Grischa Lichtenberger (Germania)
Huerco S. (USA)
Jenny Hval (Norvegia)
Max Cooper (Regno Unito)
Moscoman (nato in Israele - vive in Germania)
StudioAira presents MODUL.IOR (Italia)
Mutech performs Sound of the Spheres (Italia)
26 Maggio - Guido Reni District
Jon Hopkins (Regno Unito)
Nathan Fake (Regno Unito)
Suuns (Canada)
IISO (Italia)
Powell (Regno Unito)
Bonzai (Irlanda)
Forest Swords (Regno Unito)
Tommy Genesis (Usa)
Nite Jewel (Usa)
Lady Leshurr (Regno Unito)
27 Maggio - Guido Reni District
Drink To Me (Italia)
Wrongonyou (Italia)
Sailor & I (Svezia)
Chassol (Francia)
Clap Clap (Italia)
GQOM OH feat. Nan Kolè & Mafia Boyz (Sudafrica)
Romare (Regno Unito)
Yussef Kamaal (Regno Unito)
Elephantides (Italia)
PROGRAMMA WORKSHOP (TUTTI GLI EVENTI SONO GRATUITI)
20 MAGGIO
"WALKING FROM SCORES" A CURA DI ELENA BISERNA (necessaria la prenotazione)
Presso RUFA Space - Pastificio Cerere (Via degli Ausoni, 7) dalle ore 18 alle 22
24 MAGGIO
"SOUND ART THROUGH ROBOTIC" (DEDICATO AI BAMBINI) A CURA DI VALENTINO CATRICALÀ E FIAMMETTA CASTAGNI (necessaria la prenotazione)
Presso FONDAZIONE MONDO DIGITALE (Via del Quadraro, 102) dalle ore 9 alle ore 12
"GIF DA PANICO" A CURA DI ALTERAZIONI VIDEO
presso RUFA Space - Pastificio Cerere (Via degli Ausoni, 7) dalle ore 18 alle 22
27 MAGGIO
"KIDZ & LORDZ" (DEDICATO AI BAMBINI) A CURA DI STUDIO LORD Z
Si terrà durante l'evento pomeridiano di Spring Attitude Festival e non richiede una pre-iscrizione.
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ARCHEOSTUDI / Pelle scura, calvizie, antenati anatolici: le ultime scoperte sul genoma di Ötzi, l’Uomo venuto dal ghiaccio
ARCHEOSTUDI / Pelle scura, calvizie, antenati anatolici: le ultime scoperte sul genoma di #Ötzi, l’Uomo venuto dal ghiaccio Articolo completo su Storie & Archeostorie: #archeologia #EuracResearch
Eurac Research/Ivo Corrà Un team di ricerca, utilizzando una tecnologia di sequenziamento avanzata, ha tracciato un quadro più preciso dell’aspetto e delle origini genetiche dell’Uomo venuto dal ghiaccio. Il genoma di Ötzi era già stato decodificato più di dieci anni fa: era la prima volta per una mummia e aveva permesso di capire aspetti importanti del patrimonio genetico della popolazione…
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#archeologia#Ötzi#Cell genomics#Eurac Research#genetica#genoma#In evidenza#Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia#notizie#paleopatologia#Similaun
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L’Italia restituisce alla Repubblica dell’Iraq un prezioso reperto archeologico
L’Italia restituisce alla Repubblica dell’Iraq un prezioso reperto archeologico. Il 13 giugno 2023, alle ore 18:00, in Bologna, Via Manzoni n. 4, presso i Musei Civici d’Arte Antica – Museo Civico Medievale di Bologna, alla presenza del Presidente della Repubblica dell’Iraq, S.E. Abdul Latif Rashid, e del Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura, Vittorio Sgarbi, è stato restituito alla Repubblica dell’Iraq dal Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Bologna, Tenente Colonnello Giuseppe De Gori, e dalla Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, Arch. Francesca Tomba, un mattone, in argilla, con iscrizione cuneiforme, del re assiro Salmanassar III (858-824 a.C.), proveniente dalla Ziggurat (tempio- torre a gradoni) di Nimrud (Iraq), l’antica Kalkhu, a quel tempo capitale dell’Assiri. Presenti alla cerimonia l’Ambasciatore dell’Iraq in Italia, Saywan Barzani, il Prefetto di Bologna, Dott. Attilio Visconti, il Sindaco di Bologna, Matteo Lepore, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Busto Arsizio, Dott.ssa Piera Bossi, il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio, Dott. Massimo De Filippo, e il Comandante Provinciale Carabinieri di Bologna, Col. Rodolfo Santovito. L’importante reperto in argilla e paglia, delle dimensioni di 35,7 x 33,7 x 10,8 cm, che rappresenta una delle poche testimonianze rimaste di quel monumento archeologico completamente raso al suolo nel 2016 dagli uomini dell’ISIS/Daesh, era stato recuperato a Bologna nel mese di marzo del 2018. Il bene, è stato sottoposto ad un esame tecnico, sotto il profilo archeologico-culturale da parte del Prof. Nicolò Marchetti, professore ordinario di Archeologia e Storia dell’arte del Vicino Oriente antico presso il Dipartimento di Storie, Culture, Civiltà dell’Università “Alma Mater Studiorum” di Bologna. I successivi accertamenti, avviati dal Nucleo TPC di Bologna, in collaborazione con la Sezione Cooperazione Internazionale del Comando Tutela Patrimonio Culturale di Roma, hanno permesso di confermare l’autenticità del prezioso reperto. A conclusione delle indagini condotte dai Carabinieri dell’Arte, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arstizio (VA), il Giudice per le Indagini Preliminari dello stesso Tribunale, in virtù della rivendica avanzata dal citato Stato estero, disponeva la restituzione del prezioso e antichissimo “mattone con iscrizione cuneiforme” alla Repubblica dell’Iraq allo scopo di consentire il ritorno del reperto nel Paese di provenienza quale importante testimonianza di un monumento ormai andato perduto. La cerimonia di restituzione è avvenuta presso i locali del suindicato Museo Civico Medioevale, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Gli assiri all’ombra delle Due Torri” visibile, dal 14 giugno al 17 settembre 2023 presso le sale espositive del lapidario del citato complesso museale e promossa da Settore Musei Civici Bologna|Musei Civici d’Arte Antica e King Abdulaziz Chair for Islamic Studies |Alma Mater Studiorum - Università di Bologna Missione Archeologica Iracheno – Italiana a Ninive. Tale riconsegna testimonia l’importanza dei rapporti internazionali tenuti dal Comando Tutela Patrimonio Culturale, d’intesa con le competenti Autorità Giudiziarie e grazie anche al costante coordinamento del Ministero della Cultura italiano, non solo con le Forze di Polizia straniere ma anche con le rappresentanze diplomatiche degli Stati esteri in Italia al fine di rafforzare le procedure necessarie per giungere all’importante risultato della restituzione dei beni culturali al patrimonio dello Stato di provenienza. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il 59° frammento del Mitra Tauroctonos ritorna al Museo Nazionale Romano
ROMA: IL COMANDO CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE RESTITUISCE AL MUSEO NAZIONALE ROMANO IL 59° FRAMMENTO DEL GRANDE RILIEVO IN MARMO DEL MITRA TAUROCTONOS Oggi, presso le Terme di Diocleziano, il Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, Comandante Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), ha restituito alla Dottoressa Daniela Porro, Direttore del Museo Nazionale Romano, il 59° tassello del grande rilievo in marmo lunense del Mitra tauroctonos, raffigurante la testa del toro e la mano sinistra del dio. l recupero del brano lapideo ha consentito la ricomposizione definitiva dell’importantissimo rilievo marmoreo (opera databile al II-III sec. d. C.), uno dei più significativi e preziosi fra quelli conservati nella sede delle Terme di Diocleziano del Museo Nazionale Romano, nuovo istituto reso autonomo dalla riforma del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT). L’intervento testimonia, ancora una volta, l’eccellenza dell’operato del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e dei tecnici del MiBACT. L’importante recupero, reso possibile grazie all’azione che il TPC svolge, quotidianamente, nella lotta alla dispersione del patrimonio culturale italiano, è stato recentemente effettuato dai militari del Nucleo TPC di Cagliari, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale del Capoluogo sardo, nell’ambito di una più ampia attività d’indagine che ha visto il sequestro anche di altri beni culturali. L’attività è scaturita, nel mese di febbraio di quest’anno, da un controllo amministrativo ad un esercizio antiquariale del cagliaritano, durante il quale i militari del locale Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno notato esposti due frammenti in marmo di verosimile interesse archeologico. I reperti, di cui non sono stati forniti legittimanti dati di provenienza, sono stati quindi sequestrati e posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, dopo accurato esame, ha giudicato i beni autentici, di sicuro interesse archeologico e riconducibili a maestranze altamente qualificate del II-III secolo d.C.. Considerato il pregio dei reperti, i Carabinieri hanno proseguito le indagini effettuando ricerche sul web e nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal TPC, con mirate verifiche delle opere riferibili alla rappresentazione del culto del dio Mitra nel mondo antico romano. Durante tali ricerche, l’attenzione di un militare si è concentrata sull’immagine del grande rilievo esposto alle Terme di Diocleziano in cui appariva, in piena evidenza, l’assenza della parte raffigurante la testa del toro e la mano del dio. Una prima sovrapposizione fotografica di uno dei due reperti sequestrati, che rappresentava lo stesso soggetto del tassello mancante al rilievo delle Terme di Diocleziano, con l’immagine acquisita dal web del bene esposto, ha permesso ai Carabinieri di rilevare numerose e significative attinenze formali e stilistiche tali da far considerare plausibile l’appartenenza del frammento al rilievo. I Carabinieri TPC, quindi, si sono messi in contatto con la direzione del Museo Nazionale Romano e con i Laboratori di Restauro ivi presenti al fine di effettuare gli accertamenti comparativi e di pertinenza. A seguito della consegna del brano marmoreo ai suddetti Laboratori, sono stati compiuti alcuni preventivi riscontri ma, soprattutto, si è potuta compiere la cosiddetta “prova provata”, ovverosia la verifica dell’effettiva pertinenza del frammento con testa di toro al grande rilievo con raffigurazione di Mitra. I risultati hanno comprovato – senza ombra di dubbio – che le parti risultavano compatibili, anzi, perfettamente combacianti. Al termine della pulitura e a seguito dell’assemblaggio e successivo incollaggio del brano recuperato dal TPC con il grande rilievo delle Terme di Diocleziano, si è potuto tecnicamente ricollocare il frammento attinente al fregio con raffigurazione del dio Mitra che uccide il toro esposto nelle sale museali delle Terme. Si tratta del 59° frammento di un manufatto straordinario, sia per la qualità dell’esecuzione sia per le vicende che ne hanno consentito la ricomposizione. L’opera acquisisce così non solo un’ulteriore, intrinseca parte, ma anche un importante elemento di rilevante valore nella raffigurazione poiché, proprio in questo frammento, viene a focalizzarsi l’azione saliente della narrazione mitologica. Oggi, quindi, è con viva soddisfazione che il frammento raffigurante la testa del toro e la mano del dio è tornato a far parte del grande rilievo scoperto oltre cinquant’anni fa, a disposizione del grande pubblico e degli esperti che visitano gli splendidi spazi del Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano. Mentre sono tuttora in corso le indagini finalizzate ad accertare la provenienza dell’altro elemento frammentario sequestrato, la posizione giudiziaria di una persona è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione. Il reperto ricomposto ha un valore di mercato stimato in due milioni di euro. CRONACA DEL RECUPERO PRECEDENTE Nel 1964, a Roma, in località Tor Cervara (sulla Via Tiburtina) – durante un’operazione di bonifica da residuati bellici – furono portati alla luce 57 frammenti di marmo lunense che andavano a comporre un grande rilievo. Una volta ricostituito, questo presentava la raffigurazione del dio Mitra che uccide il toro. Purtroppo risultavano mancanti le spalle e la testa del dio e altre parti fra cui il muso dell’animale. Nel 1965, il rilievo fu acquisito nelle raccolte del Museo Nazionale Romano dove fu collocato nelle ‘Grandi Aule’ delle Terme di Diocleziano. Accordi culturali istituiti fra la Direzione Generale per le Antichità e la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, nonché il Badisches Landesmuseum di Karlsruhe (Germania), hanno consentito di comprovare l’ipotesi – avanzata da uno studioso già alla fine degli anni ’80 del secolo scorso – secondo cui un frammento lapideo con volto di Mitra, acquisito per donazione dal Museo di Karlsruhe, fosse pertinente al rilievo da Tor Cervara conservato nel Museo delle Terme di Diocleziano. In occasione della mostra sui culti orientali nell’Impero Romano – allestita nel 2013 a Karlsruhe – è stato materialmente possibile ricongiungere le varie parti poiché tutte presenti contemporaneamente nella cittadina tedesca. L’ipotesi di pertinenza era stata verificata da preliminari studi dimensionali e da prove con calchi, nonché definitivamente comprovata con il posizionamento del frammento di Karlsruhe nel contesto del rilievo del Museo delle Terme. Queste complesse operazioni sono state portate felicemente a compimento grazie ad una proficua collaborazione instauratasi fra gli archeologi ed i restauratori della Soprintendenza con i colleghi del Badisches Landesmuseum di Karlsruhe, i quali tutti hanno congiuntamente collaborato con efficace sinergia. Al termine della mostra – a seguito di accordi culturali stipulati fra il Museo di Karlsruhe e la Direzione e la Direzione Generale di Antichità del MiBACT – il grande rilievo, munito di testa di Mitra, ha fatto ritorno nella sede delle Terme di Diocleziano ove è stato esposto permanentemente al pubblico. Foto: roma.corriere.it Click to Post
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Il 59° frammento del Mitra Tauroctonos ritorna al Museo Nazionale Romano
ROMA: IL COMANDO CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE RESTITUISCE AL MUSEO NAZIONALE ROMANO IL 59° FRAMMENTO DEL GRANDE RILIEVO IN MARMO DEL MITRA TAUROCTONOS Oggi, presso le Terme di Diocleziano, il Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, Comandante Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), ha restituito alla Dottoressa Daniela Porro, Direttore del Museo Nazionale Romano, il 59° tassello del grande rilievo in marmo lunense del Mitra tauroctonos, raffigurante la testa del toro e la mano sinistra del dio. l recupero del brano lapideo ha consentito la ricomposizione definitiva dell’importantissimo rilievo marmoreo (opera databile al II-III sec. d. C.), uno dei più significativi e preziosi fra quelli conservati nella sede delle Terme di Diocleziano del Museo Nazionale Romano, nuovo istituto reso autonomo dalla riforma del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT). L’intervento testimonia, ancora una volta, l’eccellenza dell’operato del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e dei tecnici del MiBACT. L’importante recupero, reso possibile grazie all’azione che il TPC svolge, quotidianamente, nella lotta alla dispersione del patrimonio culturale italiano, è stato recentemente effettuato dai militari del Nucleo TPC di Cagliari, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale del Capoluogo sardo, nell’ambito di una più ampia attività d’indagine che ha visto il sequestro anche di altri beni culturali. L’attività è scaturita, nel mese di febbraio di quest’anno, da un controllo amministrativo ad un esercizio antiquariale del cagliaritano, durante il quale i militari del locale Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno notato esposti due frammenti in marmo di verosimile interesse archeologico. I reperti, di cui non sono stati forniti legittimanti dati di provenienza, sono stati quindi sequestrati e posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, dopo accurato esame, ha giudicato i beni autentici, di sicuro interesse archeologico e riconducibili a maestranze altamente qualificate del II-III secolo d.C.. Considerato il pregio dei reperti, i Carabinieri hanno proseguito le indagini effettuando ricerche sul web e nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal TPC, con mirate verifiche delle opere riferibili alla rappresentazione del culto del dio Mitra nel mondo antico romano. Durante tali ricerche, l’attenzione di un militare si è concentrata sull’immagine del grande rilievo esposto alle Terme di Diocleziano in cui appariva, in piena evidenza, l’assenza della parte raffigurante la testa del toro e la mano del dio. Una prima sovrapposizione fotografica di uno dei due reperti sequestrati, che rappresentava lo stesso soggetto del tassello mancante al rilievo delle Terme di Diocleziano, con l’immagine acquisita dal web del bene esposto, ha permesso ai Carabinieri di rilevare numerose e significative attinenze formali e stilistiche tali da far considerare plausibile l’appartenenza del frammento al rilievo. I Carabinieri TPC, quindi, si sono messi in contatto con la direzione del Museo Nazionale Romano e con i Laboratori di Restauro ivi presenti al fine di effettuare gli accertamenti comparativi e di pertinenza. A seguito della consegna del brano marmoreo ai suddetti Laboratori, sono stati compiuti alcuni preventivi riscontri ma, soprattutto, si è potuta compiere la cosiddetta “prova provata”, ovverosia la verifica dell’effettiva pertinenza del frammento con testa di toro al grande rilievo con raffigurazione di Mitra. I risultati hanno comprovato – senza ombra di dubbio – che le parti risultavano compatibili, anzi, perfettamente combacianti. Al termine della pulitura e a seguito dell’assemblaggio e successivo incollaggio del brano recuperato dal TPC con il grande rilievo delle Terme di Diocleziano, si è potuto tecnicamente ricollocare il frammento attinente al fregio con raffigurazione del dio Mitra che uccide il toro esposto nelle sale museali delle Terme. Si tratta del 59° frammento di un manufatto straordinario, sia per la qualità dell’esecuzione sia per le vicende che ne hanno consentito la ricomposizione. L’opera acquisisce così non solo un’ulteriore, intrinseca parte, ma anche un importante elemento di rilevante valore nella raffigurazione poiché, proprio in questo frammento, viene a focalizzarsi l’azione saliente della narrazione mitologica. Oggi, quindi, è con viva soddisfazione che il frammento raffigurante la testa del toro e la mano del dio è tornato a far parte del grande rilievo scoperto oltre cinquant’anni fa, a disposizione del grande pubblico e degli esperti che visitano gli splendidi spazi del Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano. Mentre sono tuttora in corso le indagini finalizzate ad accertare la provenienza dell’altro elemento frammentario sequestrato, la posizione giudiziaria di una persona è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione. Il reperto ricomposto ha un valore di mercato stimato in due milioni di euro. CRONACA DEL RECUPERO PRECEDENTE Nel 1964, a Roma, in località Tor Cervara (sulla Via Tiburtina) – durante un’operazione di bonifica da residuati bellici – furono portati alla luce 57 frammenti di marmo lunense che andavano a comporre un grande rilievo. Una volta ricostituito, questo presentava la raffigurazione del dio Mitra che uccide il toro. Purtroppo risultavano mancanti le spalle e la testa del dio e altre parti fra cui il muso dell’animale. Nel 1965, il rilievo fu acquisito nelle raccolte del Museo Nazionale Romano dove fu collocato nelle ‘Grandi Aule’ delle Terme di Diocleziano. Accordi culturali istituiti fra la Direzione Generale per le Antichità e la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, nonché il Badisches Landesmuseum di Karlsruhe (Germania), hanno consentito di comprovare l’ipotesi – avanzata da uno studioso già alla fine degli anni ’80 del secolo scorso – secondo cui un frammento lapideo con volto di Mitra, acquisito per donazione dal Museo di Karlsruhe, fosse pertinente al rilievo da Tor Cervara conservato nel Museo delle Terme di Diocleziano. In occasione della mostra sui culti orientali nell’Impero Romano – allestita nel 2013 a Karlsruhe – è stato materialmente possibile ricongiungere le varie parti poiché tutte presenti contemporaneamente nella cittadina tedesca. L’ipotesi di pertinenza era stata verificata da preliminari studi dimensionali e da prove con calchi, nonché definitivamente comprovata con il posizionamento del frammento di Karlsruhe nel contesto del rilievo del Museo delle Terme. Queste complesse operazioni sono state portate felicemente a compimento grazie ad una proficua collaborazione instauratasi fra gli archeologi ed i restauratori della Soprintendenza con i colleghi del Badisches Landesmuseum di Karlsruhe, i quali tutti hanno congiuntamente collaborato con efficace sinergia. Al termine della mostra – a seguito di accordi culturali stipulati fra il Museo di Karlsruhe e la Direzione e la Direzione Generale di Antichità del MiBACT – il grande rilievo, munito di testa di Mitra, ha fatto ritorno nella sede delle Terme di Diocleziano ove è stato esposto permanentemente al pubblico. Foto: roma.corriere.it Click to Post
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Il 59° frammento del Mitra Tauroctonos ritorna al Museo Nazionale Romano
ROMA: IL COMANDO CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE RESTITUISCE AL MUSEO NAZIONALE ROMANO IL 59° FRAMMENTO DEL GRANDE RILIEVO IN MARMO DEL MITRA TAUROCTONOS Oggi, presso le Terme di Diocleziano, il Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, Comandante Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), ha restituito alla Dottoressa Daniela Porro, Direttore del Museo Nazionale Romano, il 59° tassello del grande rilievo in marmo lunense del Mitra tauroctonos, raffigurante la testa del toro e la mano sinistra del dio. l recupero del brano lapideo ha consentito la ricomposizione definitiva dell’importantissimo rilievo marmoreo (opera databile al II-III sec. d. C.), uno dei più significativi e preziosi fra quelli conservati nella sede delle Terme di Diocleziano del Museo Nazionale Romano, nuovo istituto reso autonomo dalla riforma del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT). L’intervento testimonia, ancora una volta, l’eccellenza dell’operato del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e dei tecnici del MiBACT. L’importante recupero, reso possibile grazie all’azione che il TPC svolge, quotidianamente, nella lotta alla dispersione del patrimonio culturale italiano, è stato recentemente effettuato dai militari del Nucleo TPC di Cagliari, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale del Capoluogo sardo, nell’ambito di una più ampia attività d’indagine che ha visto il sequestro anche di altri beni culturali. L’attività è scaturita, nel mese di febbraio di quest’anno, da un controllo amministrativo ad un esercizio antiquariale del cagliaritano, durante il quale i militari del locale Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno notato esposti due frammenti in marmo di verosimile interesse archeologico. I reperti, di cui non sono stati forniti legittimanti dati di provenienza, sono stati quindi sequestrati e posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, dopo accurato esame, ha giudicato i beni autentici, di sicuro interesse archeologico e riconducibili a maestranze altamente qualificate del II-III secolo d.C.. Considerato il pregio dei reperti, i Carabinieri hanno proseguito le indagini effettuando ricerche sul web e nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal TPC, con mirate verifiche delle opere riferibili alla rappresentazione del culto del dio Mitra nel mondo antico romano. Durante tali ricerche, l’attenzione di un militare si è concentrata sull’immagine del grande rilievo esposto alle Terme di Diocleziano in cui appariva, in piena evidenza, l’assenza della parte raffigurante la testa del toro e la mano del dio. Una prima sovrapposizione fotografica di uno dei due reperti sequestrati, che rappresentava lo stesso soggetto del tassello mancante al rilievo delle Terme di Diocleziano, con l’immagine acquisita dal web del bene esposto, ha permesso ai Carabinieri di rilevare numerose e significative attinenze formali e stilistiche tali da far considerare plausibile l’appartenenza del frammento al rilievo. I Carabinieri TPC, quindi, si sono messi in contatto con la direzione del Museo Nazionale Romano e con i Laboratori di Restauro ivi presenti al fine di effettuare gli accertamenti comparativi e di pertinenza. A seguito della consegna del brano marmoreo ai suddetti Laboratori, sono stati compiuti alcuni preventivi riscontri ma, soprattutto, si è potuta compiere la cosiddetta “prova provata”, ovverosia la verifica dell’effettiva pertinenza del frammento con testa di toro al grande rilievo con raffigurazione di Mitra. I risultati hanno comprovato – senza ombra di dubbio – che le parti risultavano compatibili, anzi, perfettamente combacianti. Al termine della pulitura e a seguito dell’assemblaggio e successivo incollaggio del brano recuperato dal TPC con il grande rilievo delle Terme di Diocleziano, si è potuto tecnicamente ricollocare il frammento attinente al fregio con raffigurazione del dio Mitra che uccide il toro esposto nelle sale museali delle Terme. Si tratta del 59° frammento di un manufatto straordinario, sia per la qualità dell’esecuzione sia per le vicende che ne hanno consentito la ricomposizione. L’opera acquisisce così non solo un’ulteriore, intrinseca parte, ma anche un importante elemento di rilevante valore nella raffigurazione poiché, proprio in questo frammento, viene a focalizzarsi l’azione saliente della narrazione mitologica. Oggi, quindi, è con viva soddisfazione che il frammento raffigurante la testa del toro e la mano del dio è tornato a far parte del grande rilievo scoperto oltre cinquant’anni fa, a disposizione del grande pubblico e degli esperti che visitano gli splendidi spazi del Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano. Mentre sono tuttora in corso le indagini finalizzate ad accertare la provenienza dell’altro elemento frammentario sequestrato, la posizione giudiziaria di una persona è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione. Il reperto ricomposto ha un valore di mercato stimato in due milioni di euro. CRONACA DEL RECUPERO PRECEDENTE Nel 1964, a Roma, in località Tor Cervara (sulla Via Tiburtina) – durante un’operazione di bonifica da residuati bellici – furono portati alla luce 57 frammenti di marmo lunense che andavano a comporre un grande rilievo. Una volta ricostituito, questo presentava la raffigurazione del dio Mitra che uccide il toro. Purtroppo risultavano mancanti le spalle e la testa del dio e altre parti fra cui il muso dell’animale. Nel 1965, il rilievo fu acquisito nelle raccolte del Museo Nazionale Romano dove fu collocato nelle ‘Grandi Aule’ delle Terme di Diocleziano. Accordi culturali istituiti fra la Direzione Generale per le Antichità e la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, nonché il Badisches Landesmuseum di Karlsruhe (Germania), hanno consentito di comprovare l’ipotesi – avanzata da uno studioso già alla fine degli anni ’80 del secolo scorso – secondo cui un frammento lapideo con volto di Mitra, acquisito per donazione dal Museo di Karlsruhe, fosse pertinente al rilievo da Tor Cervara conservato nel Museo delle Terme di Diocleziano. In occasione della mostra sui culti orientali nell’Impero Romano – allestita nel 2013 a Karlsruhe – è stato materialmente possibile ricongiungere le varie parti poiché tutte presenti contemporaneamente nella cittadina tedesca. L’ipotesi di pertinenza era stata verificata da preliminari studi dimensionali e da prove con calchi, nonché definitivamente comprovata con il posizionamento del frammento di Karlsruhe nel contesto del rilievo del Museo delle Terme. Queste complesse operazioni sono state portate felicemente a compimento grazie ad una proficua collaborazione instauratasi fra gli archeologi ed i restauratori della Soprintendenza con i colleghi del Badisches Landesmuseum di Karlsruhe, i quali tutti hanno congiuntamente collaborato con efficace sinergia. Al termine della mostra – a seguito di accordi culturali stipulati fra il Museo di Karlsruhe e la Direzione e la Direzione Generale di Antichità del MiBACT – il grande rilievo, munito di testa di Mitra, ha fatto ritorno nella sede delle Terme di Diocleziano ove è stato esposto permanentemente al pubblico. Foto: roma.corriere.it Click to Post
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Il 59° frammento del Mitra Tauroctonos ritorna al Museo Nazionale Romano
ROMA: IL COMANDO CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE RESTITUISCE AL MUSEO NAZIONALE ROMANO IL 59° FRAMMENTO DEL GRANDE RILIEVO IN MARMO DEL MITRA TAUROCTONOS Oggi, presso le Terme di Diocleziano, il Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, Comandante Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), ha restituito alla Dottoressa Daniela Porro, Direttore del Museo Nazionale Romano, il 59° tassello del grande rilievo in marmo lunense del Mitra tauroctonos, raffigurante la testa del toro e la mano sinistra del dio. l recupero del brano lapideo ha consentito la ricomposizione definitiva dell’importantissimo rilievo marmoreo (opera databile al II-III sec. d. C.), uno dei più significativi e preziosi fra quelli conservati nella sede delle Terme di Diocleziano del Museo Nazionale Romano, nuovo istituto reso autonomo dalla riforma del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT). L’intervento testimonia, ancora una volta, l’eccellenza dell’operato del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e dei tecnici del MiBACT. L’importante recupero, reso possibile grazie all’azione che il TPC svolge, quotidianamente, nella lotta alla dispersione del patrimonio culturale italiano, è stato recentemente effettuato dai militari del Nucleo TPC di Cagliari, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale del Capoluogo sardo, nell’ambito di una più ampia attività d’indagine che ha visto il sequestro anche di altri beni culturali. L’attività è scaturita, nel mese di febbraio di quest’anno, da un controllo amministrativo ad un esercizio antiquariale del cagliaritano, durante il quale i militari del locale Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno notato esposti due frammenti in marmo di verosimile interesse archeologico. I reperti, di cui non sono stati forniti legittimanti dati di provenienza, sono stati quindi sequestrati e posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, dopo accurato esame, ha giudicato i beni autentici, di sicuro interesse archeologico e riconducibili a maestranze altamente qualificate del II-III secolo d.C.. Considerato il pregio dei reperti, i Carabinieri hanno proseguito le indagini effettuando ricerche sul web e nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal TPC, con mirate verifiche delle opere riferibili alla rappresentazione del culto del dio Mitra nel mondo antico romano. Durante tali ricerche, l’attenzione di un militare si è concentrata sull’immagine del grande rilievo esposto alle Terme di Diocleziano in cui appariva, in piena evidenza, l’assenza della parte raffigurante la testa del toro e la mano del dio. Una prima sovrapposizione fotografica di uno dei due reperti sequestrati, che rappresentava lo stesso soggetto del tassello mancante al rilievo delle Terme di Diocleziano, con l’immagine acquisita dal web del bene esposto, ha permesso ai Carabinieri di rilevare numerose e significative attinenze formali e stilistiche tali da far considerare plausibile l’appartenenza del frammento al rilievo. I Carabinieri TPC, quindi, si sono messi in contatto con la direzione del Museo Nazionale Romano e con i Laboratori di Restauro ivi presenti al fine di effettuare gli accertamenti comparativi e di pertinenza. A seguito della consegna del brano marmoreo ai suddetti Laboratori, sono stati compiuti alcuni preventivi riscontri ma, soprattutto, si è potuta compiere la cosiddetta “prova provata”, ovverosia la verifica dell’effettiva pertinenza del frammento con testa di toro al grande rilievo con raffigurazione di Mitra. I risultati hanno comprovato – senza ombra di dubbio – che le parti risultavano compatibili, anzi, perfettamente combacianti. Al termine della pulitura e a seguito dell’assemblaggio e successivo incollaggio del brano recuperato dal TPC con il grande rilievo delle Terme di Diocleziano, si è potuto tecnicamente ricollocare il frammento attinente al fregio con raffigurazione del dio Mitra che uccide il toro esposto nelle sale museali delle Terme. Si tratta del 59° frammento di un manufatto straordinario, sia per la qualità dell’esecuzione sia per le vicende che ne hanno consentito la ricomposizione. L’opera acquisisce così non solo un’ulteriore, intrinseca parte, ma anche un importante elemento di rilevante valore nella raffigurazione poiché, proprio in questo frammento, viene a focalizzarsi l’azione saliente della narrazione mitologica. Oggi, quindi, è con viva soddisfazione che il frammento raffigurante la testa del toro e la mano del dio è tornato a far parte del grande rilievo scoperto oltre cinquant’anni fa, a disposizione del grande pubblico e degli esperti che visitano gli splendidi spazi del Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano. Mentre sono tuttora in corso le indagini finalizzate ad accertare la provenienza dell’altro elemento frammentario sequestrato, la posizione giudiziaria di una persona è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione. Il reperto ricomposto ha un valore di mercato stimato in due milioni di euro. CRONACA DEL RECUPERO PRECEDENTE Nel 1964, a Roma, in località Tor Cervara (sulla Via Tiburtina) – durante un’operazione di bonifica da residuati bellici – furono portati alla luce 57 frammenti di marmo lunense che andavano a comporre un grande rilievo. Una volta ricostituito, questo presentava la raffigurazione del dio Mitra che uccide il toro. Purtroppo risultavano mancanti le spalle e la testa del dio e altre parti fra cui il muso dell’animale. Nel 1965, il rilievo fu acquisito nelle raccolte del Museo Nazionale Romano dove fu collocato nelle ‘Grandi Aule’ delle Terme di Diocleziano. Accordi culturali istituiti fra la Direzione Generale per le Antichità e la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, nonché il Badisches Landesmuseum di Karlsruhe (Germania), hanno consentito di comprovare l’ipotesi – avanzata da uno studioso già alla fine degli anni ’80 del secolo scorso – secondo cui un frammento lapideo con volto di Mitra, acquisito per donazione dal Museo di Karlsruhe, fosse pertinente al rilievo da Tor Cervara conservato nel Museo delle Terme di Diocleziano. In occasione della mostra sui culti orientali nell’Impero Romano – allestita nel 2013 a Karlsruhe – è stato materialmente possibile ricongiungere le varie parti poiché tutte presenti contemporaneamente nella cittadina tedesca. L’ipotesi di pertinenza era stata verificata da preliminari studi dimensionali e da prove con calchi, nonché definitivamente comprovata con il posizionamento del frammento di Karlsruhe nel contesto del rilievo del Museo delle Terme. Queste complesse operazioni sono state portate felicemente a compimento grazie ad una proficua collaborazione instauratasi fra gli archeologi ed i restauratori della Soprintendenza con i colleghi del Badisches Landesmuseum di Karlsruhe, i quali tutti hanno congiuntamente collaborato con efficace sinergia. Al termine della mostra – a seguito di accordi culturali stipulati fra il Museo di Karlsruhe e la Direzione e la Direzione Generale di Antichità del MiBACT – il grande rilievo, munito di testa di Mitra, ha fatto ritorno nella sede delle Terme di Diocleziano ove è stato esposto permanentemente al pubblico. Foto: roma.corriere.it Click to Post
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