#archeologa
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Emanuela Musotto, archeologa ed egittologa per passione
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Soffro a causa del mio spirito di collezionista-archeologa. Voglio mettere la bellezza in una scatola con una chiave per aprirla di tanto in tanto e guardarla.
Adélia Prado
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Mi sono appena ricordata che quando ero piccola il mio sogno più grande era diventare archeologa (anche se poi il film della mummia mi aveva traumatizzata ahahah). Mio padre all'epoca mi faceva vedere i documentari sugli Egizi, sui Babilonesi e su tutti gli altri popoli che si studiano a scuola, spesso ne sapevo anche più delle maestre. Ai miei occhi era troppo affascinante l'idea di ritrovare oggetti antichi o scoprire tombe di faraoni vissuti in un'epoca lontanissima dalla mia (non a caso ancor prima di iniziare le elementari stavo sempre a giocare con il secchiello, la sabbia e il passino per vedere cosa si nascondesse in mezzo). All'epoca poi sentii parlare del più grande antico museo egizio dopo il Cairo, quello di Torino e mi promisi che un giorno ci sarei andata.
E niente, mi sono appena ricordata che nel 2022 ho realizzato questa cosa. La me bambina sarebbe stata molto felice di sapere che alla fine ce l'abbiamo fatta.
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ve l'avevo mai detto che la signorina crush archeologa motociclista matta in culo è romagnola e ho realizzato l'altro giorno che ora le penso ogni volta che sento qualcuno avere la parlata delle sue parti. l'amore è irrazionale davvero perché come cazzo fai a innamorarti di un romagnolo
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Lista di libri simili ad Indiana Jones
Quest’anno è uscito il quinto film della saga di Indiana Jones, di cui io sono una grande fan, perciò non potevo esimermi dal proporvi una lista di libri che potrebbero piacere proprio agli ammiratori di Indy.
Anni fa ho cercato a lungo dei romanzi che potessero suscitare in me le stesse emozioni dei film di Indiana Jones, ho letto diversi titoli che promettevano sulla carta lameno trame simili e un simile protagonista, ma la realtà è che in letteratura la sottoscritta non ha mai trovato qualcosa di comparabile alle storie di Indiana.
Però qualcosa che almeno dal lato avventura/trama si avvicinasse c’è, è nei personaggi e nel loro approfondimento che casca l’asino. Molti protagonisti dei libri di letteratura avventurosa non sono particolarmente approfonditi psicologicamente o sono dei super uomini infallibili, ex militari, che devono salvare il mondo ecc... insomma non somigliano ad Indy purtroppo.
Comunque ecco la mia lista dei romanzi d’avventua che a mio avviso almeno in parte sia avvicinano un po’ ai film di Indiana jones:
In primis devo per forza nominare la serie di Allan Quatermain di Henry Rider Haggard a cui George Lucas stesso ha detto di essersi ispirato per la creazione di Indiana Jones. Natuaralmente Allan è molto diverso da Indy ha una mira infallibile, capacità incredibili, le sue storie sono molto sopra le righe, ma l’ambientazione, l’epoca in cui è ambientato, molto dell’atmosfera di Indiana Jones c’è e si sente.
- Le miniere di re Salomone, di Henry Rider Haggard
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trama: Quando Allan Quatermain, famoso cacciatore di elefanti nel Sud Africa coloniale, viene avvicinato da Sir Henry Curtis perché lo aiuti a trovare il suo fratello minore scomparso, Allan è titubante, perché sa che Curtis intende avventurarsi alla ricerca delle "Miniere di Salomone", dove in molti hanno perso la vita. Quatermain alla fine accetta, e seguendo una mappa vecchia di trecento anni si ritrova in una terra sconosciuta, abitata dal popolo di guerrieri Kukuana, guidati dal sanguinario re Twala...
Altra serie stavolta moderna che un poco si avvicina a Indiana Jones per personaggi e trame è anche la serie Nina Wilde di Andy McDermott. Con le dovute differenze. Nina è una donna, sia lei che Eddie Chase sono quasi infallibili e bravissimi in quasi tutto ciò che fanno, le trame a volte più che sfiorano il soprannaturale, e l’approfondimento psicologico dei personaggi specie dei secondari è quello che è. Però una vibe da Indiana secondo me c’è, se la si cerca proprio a fondo. Specie nella parte di archeologia e nelle trame. Nell’ambientazione no purtroppo e manca anche l’ironia dei film.
- Il tesoro di Ercole, di Andy McDermott
(secondo libro di questa serie con protagonista Nina Wilde il primo è In cerca di Atlantide, ma sono tutti leggibili anche singolarmente)
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Trama: Per la giovane archeologa Nina Wilde è l'occasione di una vita. Dai suoi studi su antichi testi ha tratto la convinzione che esista una tomba in cui sono sepolti i resti del leggendario semidio Ercole. Se riuscisse a localizzarla, si tratterebbe del ritrovamento archeologico più importante di tutti i tempi. Insieme a Eddie Chase ? ex SAS ed ex guardia del corpo, ora suo compagno di avventure e di vita ? Nina parte alla ricerca della tomba. Ma è subito chiaro che non è l'unica sulle tracce dei resti di Ercole e delle favolose ricchezze che la tomba potrebbe contenere. E come se non bastasse, Chase deve fare i conti con una figura del suo passato, che rischia di mettere in pericolo non solo la relazione con Nina, ma anche la sua stessa vita. Nina e Chase si trovano ben presto al centro di un'oscura cospirazione, che ha seminato tracce di violenza e corruzione in tutto il mondo: dalla Svizzera a Shanghai, dal Botswana a Londra. Inizia per loro una drammatica fuga che è anche una frenetica ricerca per individuare la tomba di Ercole prima che i suoi segreti cadano nelle mani sbagliate.
Da qui in poi nella lista il vibe da Indiana Jones si perde quasi del tutto, ma resta l’avventura e un pizzico di archeologia unita a un pizzico di soprannaturale e a protagonisti che sono quasi superuomini oppure a una pluralità di protagonisti con trame molto corali.
- L’enigma di Alessandro Magno, di Will Adams
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Trama: Daniel Knox è un brillante archeologo di Cambridge esperto di immersioni in fuga da un boss della malavita egiziana. Gaille Bonnard è una giovane studiosa francese di lingua demotica, la scrittura egizia usata anche nella stele di Rosetta. Elena Koloktronis è un'egittologa di fama, distrutta dal dolore per la perdita del marito. Philip Dragoumis è un eccentrico milionario che si crede la reincarnazione di Filippo II, padre del grande Alessandro, ossessionato dall'idea di liberare la Macedonia e il suo popolo dalla dominazione greca. Tutti nascondono un segreto. Tutti hanno una missione da compiere. Tutti cercano la tomba di Alessandro Magno: quel leggendario mausoleo degno di un dio, visitato da re e imperatori, che sembra inghiottito dalla storia. Ma dove sono realmente le spoglie di Alessandro e il suo favoloso corredo funebre? Nella città da lui fondata oppure in Macedonia, nelle tombe reali, accanto al padre? Oppure il suo corpo è stato portato in gran segreto dai suoi uomini più fedeli nell'oasi di Siva, al cospetto dell'oracolo di Ammone, il dio che il re tanto amava? Sullo sfondo del magico Egitto, tra antiche città e metropoli caotiche, esplorazioni negli abissi e inseguimenti nel deserto, un misterioso codice che potrebbe svelare il luogo di sepoltura del grande sovrano macedone innesca una sfida senza esclusione di colpi, dove ognuno ha una meta da raggiungere ed è disposto a tutto pur di raggiungerla.
- Le sei pietre sacre, di Mathew Reilly
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Trama: La Pietra Filosofale - L’Altare di Stonehenge - Le Tavole della Legge - La Pietra Sacrificale dei Maya - La Pietra Veggente di Delfi - Il Bacile di Ramses II - SEI PIETRE SACRE,SEI MISTERI DA RISOLVERE,UN CONTO ALLA ROVESCIA DA FERMARE…Dopo aver ritrovato i sette frammenti della punta d’oro massiccio della Piramide di Giza, Jack West è convinto di potersi godere un meritato riposo in Australia, insieme con Lily, la sua figlia adottiva. Ma, quando un membro del suo team lo contatta per avvertirlo di un pericolo imminente, West capisce subito che superare le Sette Prove è stato soltanto l’inizio: il mondo ha ancora bisogno di lui e dei suoi fidati compagni. Questa volta la missione consiste nell’individuare sei leggendari diamanti – i Pilastri – e incastonarli nelle altrettanto leggendarie Sei Pietre Sacre: soltanto così sarà possibile contrastare un’immensa fonte di energia che finirebbe per distruggere completamente l’umanità. Nel breve arco di nove giorni, il gruppo di West dovrà decifrare l’enigma di Stonehenge e violare le camere segrete delle piramidi, sopravvivere a un inseguimento sulle montagne della Cina e a una tribù cannibale in Congo…Una sfida che viene dal passato. Una calamità inimmaginabile. Un’avventura come solo Matthew Reilly poteva scrivere.
- La nave d'oro, di Marco Buticchi
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Trama: Roma, 68 dopo Cristo. Chi fu davvero Nerone? Era così spietato come lo descrissero gli storici? E quando morì, scomparve lui o invece uno dei sosia che utilizzava nelle più svariate occasioni? Giappone, 1331. Una figura sembra emergere dalle nebbie del mito: è quella di Hito Humarawa, un ex samurai che ha posto la sua spada al servizio di uno spregiudicato mercante veneziano. Favignana, 2001. Durante una serie d'immersioni, l'ammiraglio Grandi rinviene alcuni reperti che sembrano appartenere a un'antica nave d'oro, misteriosamente naufragata con tutti i suoi segreti... È possibile che qualcosa possa unire questi fili così lontani e slegati?
- Amazonia, di James Rollins
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Trama: Un uomo emaciato e coperto di piaghe esce dalla giungla amazzonica e si accascia, morendo poco dopo. Quell'uomo faceva parte di una spedizione scientifica svanita nel nulla. La CIA lo identifica come Gerald Clark, ex agente delle Forze Speciali, la cui carriera era stata stroncata dalla perdita di un braccio durante una missione in Iraq. Adesso, però, Clark ha entrambe le braccia. Per spiegare un evento così sconvolgente, il governo organizza una nuova missione per seguire l'itinerario della prima spedizione che sembra condurre al villaggio di una leggendaria tribù. Ma il cuore della giungla nasconde un segreto inviolabile, che genera paura, follia e... morte.
- Atlantide, di Clive Cussler
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Trama: Antartide, settembre 1858. Alla baleniera Paloverde, prigioniera in una trappola di ghiaccio, rimane l’unica speranza di una fuggevole (e lontana) primavera che le consenta di riprendere la strada di casa. Ma il suo equipaggio scopre ben presto che lo sconfinato deserto bianco nasconde un segreto sconcertante: racchiuso da oltre un secolo in uno scrigno di gelo c’è infatti un magnifico veliero, con a bordo un carico singolare di manufatti, tra cui un inquietante teschio di ossidiana nera... Colorado, marzo 2001. L’epoca della corsa all’oro appartiene ormai alla storia, ma non per l’intraprendente Luis Marquez, che ha fatto la sua fortuna strappando alle miniere abbandonate quei cristalli considerati in passato privi di valore e da cui oggi invece si ricavano preziosissime gemme. Ma un giorno, all’interno della miniera Paradise, Luis si ritrova in una camera dalle pareti perfettamente levigate e ricoperte di segni arcani. E al centro della camera, su un piedistallo, un teschio nero lo fissa come se volesse lanciargli una maledizione... Antartide, aprile 2001. Sono ricerche di routine, quelle che la Polar Storm, agli ordini del comandante Daniel Gillespie, sta svolgendo per conto della NUMA. Nulla di strano, quindi, se Dirk Pitt, direttore dei progetti speciali dell’agenzia, usa la nave oceanografica come base per una delle sue «esplorazioni». Molto più strana, invece, è l’improvvisa apparizione di un sottomarino che attacca la Polar Storm e riesce quasi ad affondarla. E praticamente incredibile è ciò che sostiene Gillespie: quel sottomarino misterioso è un particolare U-Boot nazista, ufficialmente dato per scomparso cinquantasei anni prima, ma, per alcuni storici, giunto fino in Argentina...
Non posso poi non citare in questa lista la serie Amelia Peabody di Elizabeth Peters, che è sì distante dai film di Indiana Jones per epoca (ma non tantissimo), tipo di protagonisti e trame... Qui siamo alla fine dell’Ottocento/primi del novecento, la protagonista è una donna molto emancipata e particolare, le trame sono quasi prettamente gialle più che d’avventura, ma la vibe, l’amore per l’archeologia veramente naturale e sviscerato, l’ironia e anche l’assurdità dei film qui ci sono tutti e in abbondanza.
- La sfida della Mummia (Primo libro della serie)
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Trama: Amelia Peabody riceve una cospicua eredità e può finalmente dedicarsi alle sue grandi passioni: la storia e l'archeologia. Così parte alla volta dell'Egitto, il paese che più la affascina. A Roma, si imbatte in una giovane in disgrazia, Evelyn, che è appena stata abbandonata dall'uomo che amava. Amelia prende a cuore la sorte della ragazza, la porta con sé in Egitto dove incontrano due fratelli archeologi, impegnati negli scavi di alcune tombe egizie. Tra i quattro si instaura subito un burrascoso rapporto di odio e amore, ma il destino sembra obbligarli a incontrarsi. Infatti, dopo essersi separati al Cairo, si ritrovano in un sito archeologico sulle rive del Nilo dove di notte appare la mummia di un sacerdote...
Probabilmente il modo più sicuroper ritrovare nei libri il vero Indiana Jones è leggere i suoi romanzi canonici originali. Infatti nel caso non lo sapeste esistono dei romanzi ufficiali di Indiana Jones, e alcuni di essi, non tutti, sono stati pubblicati anche in Italia, tre dalla Granata Press, tre da Sperling & Kupfer ed uno da Editrice Nord.
Questi 5, riprendono e romanzano le sceneggiature dei film.
I predatori dell'arca perduta (1981), di Campbell Black
Indiana Jones e il tempio maledetto (1984), di James Kahn
Indiana Jones e l'ultima crociata (1989), di Rob MacGregor
Indiana Jones (2008) - volume che raccoglie i primi tre titoli della serie
Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (2008), di James Rollins
Ma questi 3 invece sono storie originali:
Indiana Jones: Pericolo a Delfi (1992) – Scritto da Rob MacGregor
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Trama: Per sedici secoli l'Ordine della Pizia ha atteso il ritorno dell'oracolo del sapere mistico di Delfi. Un terremoto annuncia il suo ritorno, mettendo allo scoperto la terra sotto le rovine. Dorian Belecamus, una seducente professoressa di archeologia, capisce che è possibile fare ben più che scavare nel passato. Ha l'occasione di prendere in mano le redini del futuro del suo paese... diventando l'oracolo di Delfi. E ha trovato l'uomo che l'aiuterà: è impetuoso, è avventato, è schiavo del suo incantesimo. Il suo nome: Indiana Jones...
Indiana Jones: La danza dei giganti (1992) – Scritto da Rob MacGregor
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Trama: Indiana Jones si è insediato sulla cattedra del Dipartimento di Archeologia dell'Università di Londra. Deirdre, la sua più graziosa studentessa, sostiene di avere scoperto, in un rotolo dorato, la prova dell'esistenza di Merlino, il mago del mito e della leggenda. Indy è affascinato dall'ipotesi... e da Deirdre. Altrettanto interessato è Adrian Powell, intenzionato a riportare in auge l'antico ordine dei Druidi, i cui segreti gli spianeranno la strada verso la conquista del mondo. Per prima cosa deve mettere le mani sul rotolo... ed è pronto a uccidere pur di riuscirci.
Indiana Jones: I sette veli (1993) – Scritto da Rob MacGregor
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Trama: Tornato a New York dopo degli scavi, Indiana Jones viene a sapere dei recentemente riscoperti scritti del Colonello Percy Fawcett, che rivelerebbero l’esistenza di una città perduta nella giungla brasiliana abitata da discendenti dei druidi.
Per concludere mi permetto di fare due onorevoli menzioni di due classici della letteratura d’avventura che sono a modo l’oro in vibe con Indiana Jones, non tanto nelle trame o nel loro fattore fantastico, ma nei personaggi e nell’atmosfera:
- Il mondo perduto, di Arthur Conan Doyle
Trama: Il geniale Professor Challenger si trova impegnato in un'impresa ai limiti delle possibilità umane, in compagnia di un altro scienziato, di un giornalista e di un nobile sportsman. Prigionieri in un mondo davvero perduto, un'isola geologica sopravvissuta misteriosamente nel cuore della giungla amazzonica, i protagonisti si imbatteranno in fantastiche avventure tra dinosauri, pterodattili, iguanodonti e uomini scimmia.
- Viaggio al centro della terra, di Jules Verne
Trama: narra la mirabolante spedizione nelle viscere del mondo intrapresa dal professor Otto Lidenbrock, scienziato noto in tutta la Germania, dal nipote Axel e da Hans, la guida che li accompagnerà per l'intera durata dell'avventura. All'origine di tutto quanto, la scoperta da parte dello scienziato di una vecchia pergamena in cui, in linguaggio cifrato, venivano fornite precise indicazioni per raggiungere il centro della Terra attraverso l'entrata posta in un vulcano islandese.
#indiana jones#film#libri avventura#rob macgregor#arthur conan doyle#jules verne#elizabeth peters#clive cussler#marco buticchi#james rollins#mathew reilly#will adams#andy mcdermott#henry rider haggard
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Libri / "ArcheologA, storie di preistoria": dall'esperienza di scavo il racconto di una professione e di un'epoca misconosciuta
Libri / "ArcheologA, storie di preistoria": così l'esperienza di scavo racconta una professione e un'epoca misconosciuta
Redazione Passi autobiografici che diventano spunti per raccontare, con stile divulgativo ma scientificamente inappuntabile, parte della vita di una donna che ha affrontato per molti anni le fatiche fisiche e psicologiche richieste “sul campo” dal mestiere dell’archeologa. E sottolineare le tante peculiarità della ricerca paletnologica, poco conosciute al grande pubblico e spesso offuscate da…
#archeologia#Casa Editrice del Girasole#libri#Monica Piancastelli#Preistoria#scavi#scavi archeologici
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OBJEV: Věstonická venuše je z hornin, ne kostí mamuta
ZAJÍMAVOST - Soška Věstonické venuše není vyrobená z kostí mamuta, ale z úlomků hornin a drobných fosilií. Metodou mikro CT to zjistili vědci z Moravského zemského muzea...
ZAJÍMAVOST – Soška Věstonické venuše není vyrobená z kostí mamuta, ale z úlomků hornin a drobných fosilií. Metodou mikro CT to zjistili vědci z Moravského zemského muzea (MZM), které o tom informovalo na facebooku a webu. V nejstarší keramické sošce na světě nalezli také rozsáhlé pukliny, které zvyšují riziko jejího prasknutí. Věstonickou venuši nalezl v roce 1925 tým archeologa Karla Absolona…
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▶️ TOMB RAIDER: LA SERIE ANIMATA SI MOSTRA IN UN NUOVO VIDEO!
Le inedite avventure della giovane Lara Croft sbarcheranno su Netflix dal 10 ottobre.
Questa nuova produzione dei ragazzi texani di Powerhouse Animation (Castlevania, Blood of Zeus, Seis Manos), è ambientata dopo gli eventi della trilogia di videogiochi reboot targata Crystal Dynamics (Tomb Raider, Rise of the Tomb Raider e Shadow of the Tomb Raider) e prima che la bella archeologa cominciasse a divertirsi chiudendo il maggiordomo nella cella frigorifera della villa 😏
#tomb raider#lara croft#anime#serie tv#netflix#animazione#cartoni animati#videogame#teaser#trailer#sub ita#streaming#Youtube#la leggenda di lara croft
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No non ci conosciamo😅
Ti ho scritto questo pomeriggio.. solitudine.. ricordi 😂
Non so se rientra nella conoscenza
Bello archeologa… difficile immagino come lavoro
Aah avevo qualche dubbio se fossi l’anon di oggi, ma si certo scrivimi pure! Ahah
Non saprei è un sogno che spero un giorno diventi realtà!
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Emanuela Musotto, archeologa ed egittologa per passione
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La Fanciulla degli ori di Laura Marinaro
Tra maledizioni e leggende La Fanciulla degli ori di Laura Marinaro edito da Mursia è un nuovo caso avvincente che si snoda tra Milano e Altamura. Tra luoghi rinomati per il food e il fashion si consumano due omicidi su cui si trova a indagare Caterina Ferrari, giovane archeologa neo assunta. Una maledizione legata a una scoperta archeologica e un serial killer sono gli ingredienti principali del libro che si arricchisce con una intensa esplorazione dell’animo umano e delle sue ombre più oscure… «Sono una giornalista crime e posso garantirvi che spesso la realtà supera di molto la fantasia. Tuttavia scrivere un giallo per me significa dare spazio alla creazione di personaggi sempre nuovi e sorprendenti e potermi dedicare alla descrizione di luoghi a cui sono affezionata, come in questo caso Milano e Altamura». dichiara l’autrice Caterina Ferrari, giovane archeologa neo assunta come ricercatrice nel nuovo Museo delle Scienze Antropologiche di Milano, nipote di Alina Ferrari, ex colonnello dei Carabinieri, si trasferisce temporaneamente ad Altamura per la vendita di una casa di famiglia nel centro storico. Nella cittadina famosa per il pane, Caterina si trova suo malgrado a fare una sensazionale scoperta archeologica, ma anche a dovere «indagare» su due omicidi legati in qualche modo proprio al museo e all’antica maledizione seguita alla scoperta della Fanciulla degli ori. Come di consueto, ringraziamo Laura Marinaro per l’intervista che ci ha permesso di scoprire qualcosa in più sul romanzo e sul suo interessantissimo lavoro. La Fanciulla degli ori di Laura Marinaro Salve Laura, lei è una rinomata giornalista che da tanti anni si occupa di crimini e gialli. Quando si è resa conto che era arrivato il momento di scrivere storie mai accadute e inventate? Cos’è che le ha fatto scattare la scintilla? La scintilla è scattata con la storia che mi ha cercato, la storia di un allerta maremoto a Varigotti del 1971 e di un fumetto, poi sono arrivati i personaggi che mi hanno chiesto di dare loro la vita. Sembra strano, ma scrivere un giallo, un romanzo è questo: creare qualcosa che non esiste ed è completamente diverso da riscrivere una storia vera, un true crime o un articolo ovviamente. Nel suo nuovo giallo non ci sono solo omicidi ma anche leggende e antiche maledizioni. E’ la prima volta che inserisce nei suoi romanzi l’elemento della storia antica? Così tanto antica, sì. Nel primo giallo tornavo indietro di 50 anni raccontando persone e luoghi dell’epoca, questa volta la vera storia della scoperta archeologica relativa alla Tomba della Fanciulla degli ori che esiste nel Museo Archeologico di Altamura è stato lo spunto per “ricamare” sopra molto altro… La Fanciulla degli ori si snoda tra Milano e Altamura. C’è un motivo particolare per cui ha scelto queste due città? Milano è la città che ho scelto a 18 anni per studiare, sono laureata in Lettere in Cattolica, e che amo profondamente, la città che mi ha fatto crescere e realizzare un sogno. Altamura è la città culla, che mi ha dato i natali e i primi 18 spensierati anni di vita. Ne sono ancora legata anche perché ho i miei genitori, mia sorella e tanti amici e parenti là. Secondo lei, perché i crimini attirano le persone, a volte quasi in maniera morbosa? Si è fatta un’idea in tanti anni di attività? Non credo sia morbosa l’attrazione, ma naturale in quanto noi tutti siamo per metà fatti di male (potenziale) e quindi noi tutti vogliamo capire perché la storia apparentemente banale di una persona “normale” può trasformarsi in un delitto. È la “banalità” del male ad attirarci e la consapevolezza spesso latente che tutti possiamo uccidere o essere uccisi. Qual è la parte che le piace di più quando scrive un giallo, quella che le da maggiore soddisfazione? La creazione della storia e la descrizione dei personaggi e dei luoghi. Ovviamente anche il racconto dell’indagine è sempre al centro, così come quello dei delitti. Nel primo caso ho scelto la terza persona, mentre nel secondo mi sono misurato con la prima persona, spero piaccia ai lettori. Read the full article
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"La fanciulla degli ori" di Laura Marinaro: un’indagine da Milano ad Altamura tra delitti e una maledizione millenaria, dal 24 giugno in libreria
"La fanciulla degli ori" di Laura Marinaro: un’indagine da Milano ad Altamura tra delitti e una maledizione millenaria, dal 24 giugno in libreria. In libreria dal 24 giugno il secondo romanzo della poliedrica Laura Marinaro, giornalista di nera e cronaca giudiziaria. Nei suoi romanzi l’Autrice utilizza conoscenze tecniche e investigative – imparate in tanti anni di professione – per rendere la narrazione mozzafiato. La fanciulla degli ori racconta la particolare “indagine” di Caterina Ferrari tra Milano e Altamura, attraverso i luoghi, il cibo e le atmosfere delle due città: una maledizione legata a una scoperta archeologica e un serial killer sono gli ingredienti principali del libro. Dichiara l’Autrice «Sono una giornalista crime e posso garantirvi che spesso la realtà supera di molto la fantasia. Tuttavia scrivere un giallo per me significa dare spazio alla creazione di personaggi sempre nuovi e sorprendenti e potermi dedicare alla descrizione di luoghi a cui sono affezionata, come in questo caso Milano e Altamura». La trama Caterina Ferrari, giovane archeologa neo assunta come ricercatrice nel nuovo Museo delle Scienze Antropologiche di Milano, nipote di Alina Ferrari, ex colonnello dei Carabinieri, si trasferisce temporaneamente ad Altamura per la vendita di una casa di famiglia nel centro storico. Nella cittadina famosa per il pane, Caterina si trova suo malgrado a fare una sensazionale scoperta archeologica, ma anche a dovere «indagare» su due omicidi legati in qualche modo proprio al museo e all’antica maledizione seguita alla scoperta della Fanciulla degli ori. Un romanzo che non è solo un viaggio nel passato, ma anche un’esplorazione dell’animo umano e delle sue ombre più oscure. Prologo. Altamura, dicembre 2023 «Nooo!» Un urlo agghiacciante squarcia il silenzio della zona limitrofa al Claustro Tradimento, nel pieno centro storico di Altamura. Un urlo animalesco, primordiale. In un primo momento, nessuno scende in strada per vedere cosa possa essere accaduto. Quasi nessuno. Soltanto una donna apre la finestra della sua camera da letto, che si affaccia sulla via. Un istante dopo, risponde a quell’urlo con un altro urlo ferino, altrettanto terribile. Prima di perdere i sensi, dopo aver incontrato per la prima volta nella propria vita l’abisso, l’orrore: sull’asfalto giace esanime, sgozzata, in una pozza scura di sangue, sua figlia Marta. La sua unica figlia. Passanti e residenti, attratti dalle urla, accorrono in strada e avvertono i soccorsi, purtroppo ormai vani. Sul posto arrivano in pochi minuti due pattuglie dei Carabinieri e un’auto della sezione scientifi ca dell’Arma, i Sis, insieme al medico legale. La scena del crimine viene cintata col nastro rosso e bianco con la scritta «Carabinieri». Il giovane maresciallo Luca Caputo, che in città conosce praticamente tutti, si accosta alla madre di Marta e la conforta con banali parole di circostanza. Fa allontanare la donna, accompagnata da un sanitario del 118, e fissa la vittima. La conosceva bene, era una sua coetanea. Marta Lombardo, 33 anni, archeologa nel museo nazionale cittadino L'Autrice Laura Marinaro (Altamura, 1968) è giornalista professionista ed esperta di cronaca nera e giudiziaria. Inviata per il settimanale «Giallo», collabora con Roberta Bruzzone a dirette crime e progetti editoriali, nonché per Radio Libertà scrive e conduce il programma settimanale Gialloradioclub. È scrittrice e organizzatrice di eventi legati al crime e al giallo letterario. Con Mursia ha pubblicato, insieme a Roberta Bruzzone, Yara. Autopsia di un’indagine (2023) e Maremoto a Varigotti (2023). ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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L'amore attraverso il tempo
Il vento soffiava leggermente, sollevando granelli di polvere nel deserto egiziano. Lara, una giovane archeologa dai capelli scuri e occhi penetranti, spazzolava delicatamente la sabbia da un antico manufatto appena scoperto. Era un bracciale dorato, ornato di geroglifici intricati che sembravano brillare di una luce propria. “È incredibile,” mormorò Lara, persa nell’ammirazione. “Potrebbe…
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Individuati a Gubbio nuovi resti archeologici
Individuati a Gubbio nuovi resti archeologici alle spalle del teatro romano. “Pensiamo di essere di fronte a una struttura quadrangolare, interpretata come piazza porticata con un tempio posizionato sul lato meridionale”, dice all’ANSA Ilaria Venanzoni, archeologa e direttrice del teatro. “Attraverso l’utilizzo di magnetometria e georadar – spiega Venanzoni – le indagini hanno svelato nel…
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47) Karaczajowie, Karaczajowie, Karachays, Karachai, (Karaczajo-Bałkar: Къарачайлыла, romanizacja: Qaraçaylıla lub таулула, romanizacja: tawlula, dosł. „Górale”)– jeden z ludów tureckich zamieszkujący autonomiczną republikę Karaczajo-Czerkieską w północnej części Kaukazu, w Federacji Rosyjskiej. Największym skupiskiem Karaczajów jest Karaczajewsk – drugie miasto pod względem liczby mieszkańców (po stolicy republiki – Czerkiesku), będące centrum administracyjnym rejonu karaczajewskiego i siedzibą Państwowego Uniwersytetu Karaczajewo-Czerkieskiego. Naród liczący około 150–160 tys. używa wspólnego z Bałkarami języka. Oba narody są niekiedy traktowane jako jeden. Od początku XIX wieku zamieszkane przez nich ziemie należą do Rosji. W 1943 wszyscy mieszkańcy republiki zostali deportowani z Kaukazu i powrócili dopiero po śmierci Stalina. Tradycyjnymi zajęciami było pasterstwo, rolnictwo i rzemiosło. Wyznają islam sunnicki.
Rdzenna kaukasko-turecka grupa etniczna pochodząca z Północnego Kaukazu. Mieszkają głównie na ziemiach swoich przodków w Republice Karaczajo-Czerkieskiej, rosyjskiej republice na Północnym Kaukazie. Mają wspólne pochodzenie, kulturę i język z Bałkarami. Zdaniem bałkarskiego historyka, etnografa i archeologa Ismaila Miziewa, specjalisty w dziedzinie studiów nad Kaukazem Północnym, teorie dotyczące pochodzenia Karaczajów i sąsiednich Bałkarów należą do „jednego z najtrudniejszych problemów studiów nad Kaukazem” ze względu na fakt, że jest to „lud tureckojęzyczny zamieszkujący najbardziej alpejskie rejony środkowego Kaukazu, żyjący w środowisku języków kaukaskiego i irańskiego (osetyjskiego)”. Wielu naukowców i historyków podejmowało próby zbadania tego zjawiska problemu, ale „złożoność problemu prowadzi do licznych hipotez, często sprzecznych ze sobą”. Doszedł do wniosku, że „Bałkarzy i Karaczajowie należą do najstarszych narodowości Kaukazu. Korzenie ich historii i kultury są ściśle splecione z historią i kulturą wielu ludów kaukaskich, a także licznych narodowości tureckich, od Jakucji po Turcję, od Azerbejdżanu do Tatarstanu, od Kumiku i Nogai po Ałtaj i Hakas”. Profesor Uniwersytetu w Ankarze, Ufuk Tavkul, specjalista ds. Kaukazu, stwierdza, że etnogeneza Karaczajów-Bałkarów i Kumyków jest wewnątrz Kaukazu, a nie poza nim; następnie zwięźle opisuje etnogenezę ludów Kaukazu, w tym Karaczajów i Bałkarów, zatem:
"W pierwszym tysiącleciu przed Chrystusem na Kaukazie żyły różnorodne grupy reprezentujące przodków ludu abchasko-adygejskiego, osetyjskiego i karaczajo-bałkarskiego, które w różnym stopniu przyczyniły się do powstania tych ludów. Od VII w. p.n.e. grupy Kimeryjczyków, Scytów, Sarmatów, Alanów, Hunów, Turków Bułgarskich, Awarów, Chazarów, Peczynegów, Kipczaków itp. najechały na Kaukaz i osiedliły się tam, powodując radykalną zmianę na mapie etnicznej Kaukazu Środkowego. Asymilując miejscową ludność kaukaską o cechach antropologicznych rasy kaukaskiej, która powołała do życia kulturę kobańską epoki brązu, na Środkowym Kaukazie pojawili się Osetyjczycy języka irańskiego oraz tureckojęzyczni Karaczajo-Bałkarzy. Na lud i kulturę osetyjską i karaczajo-bałkarską z pewnością zasadniczy wpływ miało podłoże kaukaskie należące do kultury kobańskiej" (Betrozov 2009: 227) — „O ludziach Karaczajo-Bałkarów: Etnogeneza”, w: Sipos & Tavkul (2015), Pieśni ludowe Karaczajo-Bałkarów, s. 13-15. 44.
Inne badania Boulyginy i in. (2020) pokazuje genetyczne powiązanie Karaczajów z prehistoryczną kulturą Koban. Z niedawnych badań genetycznych wynika, co następuje: „Bałkary i Karaczaje należą do kaukaskiego typu antropologicznego. Według wyników kraniologii, somatologii, odontologii i dermatoglifów rodzime (kaukaskie) pochodzenie Bałkarów i Karaczajów oraz ich pokrewieństwo z przedstawicielami, stwierdzono, że sąsiednie grupy etniczne i niewielka rola komponentu środkowoazjatyckiego w ich etnogenezie”. Państwo Alania powstało przed najazdami mongolskimi i miało swoją stolicę w Maghas, które niektórzy autorzy umiejscawiają w Arkhyz, górach obecnie zamieszkałych przez Karaczajów, podczas gdy inni umieszczają je na terenie dzisiejszej Inguszetii lub Osetii Północnej. W XIV wieku Alania została zniszczona przez Timura, a zdziesiątkowana ludność rozproszyła się w górach. W XIX wieku te tereny przejęła Rosja w czasie rosyjskiego podboju Kaukazu. 20 października 1828 roku miała miejsce bitwa pod Khasauka, w której wojska rosyjskie były pod dowództwem generała Georgy'ego Emanuela. Dzień po bitwie, gdy wojska rosyjskie zbliżały się do aul Kart-Dzhurt, starsi karaczajscy spotkali się z przywódcami rosyjskimi i osiągnięto porozumienie w sprawie włączenia Karaczaju do Imperium Rosyjskiego. Po aneksji samorząd Karaczaju pozostał nienaruszony, w tym jego urzędnicy i sądy. Kontakty z sąsiednimi narodami muzułmańskimi nadal odbywały się w oparciu zarówno o zwyczaje ludowe, jak i prawo szariatu. W Karaczaju żołnierze zostali zabrani z Karachai Amanat, złożyli przysięgę lojalności i przydzielono im broń. W latach 1831–1860 Karaczajowie byli podzieleni. Duża część Karaczajów włączyła się w antyrosyjskie walki prowadzone przez narody północnokaukaskie; podczas gdy inna znaczna część Karaczajów, dzięki zachęcie ze strony Tatarów z Wołgi i Baszkirów, innego tureckiego ludu muzułmańskiego, który od dawna jest lojalny wobec Rosji, dobrowolnie współpracowała z władzami rosyjskimi w wojnie kaukaskiej. W latach 1861–1880 uciekając przed represjami ze strony armii rosyjskiej, część Karaczajów wyemigrowała do Turcji, chociaż główna część Karaczajów nadal pozostaje na współczesnym terytorium. Na początku 1938 roku usunięto wszystkich urzędników Karaczajów, a całym narodem zarządzali funkcjonariusze NKWD, z których żaden nie był Karaczajem. Ponadto aresztowano całą inteligencję, wszystkich urzędników wiejskich i co najmniej 8 000 zwykłych rolników, w tym 875 kobiet. Większość została stracona, ale wielu zesłano do obozów jenieckich na całym Kaukazie. Podczas parady suwerenności i upadku ZSRR 30 listopada 1990 r. KCHAO wycofał się z terytorium Stawropola i stał się Karaczajsko-Czerkieską Socjalistyczną Republiką Radziecką (KChSSR) w ramach RSFSR, co zostało zatwierdzone uchwałą Naczelnego Sądu Administracyjnego Rada RSFSR 3 lipca 1991 r.W latach 1989-1997 karaczajskie ruchy narodowe zwracały się do władz RFSRR z prośbą o przywrócenie Karaczajom odrębnej autonomii. 18 listopada 1990 roku na zjeździe deputowanych karaczajskich wszystkich szczebli ogłoszono Karaczajską Socjalistyczną Republikę Radziecką (od 17 października 1991 – Republikę Karaczajską) w ramach nieuznanej RFSRR przez kierownictwo RFSRR. 28 marca 1992 r. odbyło się referendum, w którym według oficjalnych wyników większość ludności Karaczajo-Czerkiesji sprzeciwiła się podziałowi. Podział nie został zalegalizowany, pozostała jedna Karaczajo-Czerkiesja.
W 1942 r. Niemcy zezwolili na utworzenie Karaczajskiego Komitetu Narodowego, który miał zarządzać ich „regionem autonomicznym”; Karaczajom pozwolono także na utworzenie własnej policji i brygady, która miała walczyć obok Wehrmachtu. Takie stosunki z nazistowskimi Niemcami zaowocowały odzyskaniem przez Rosjan kontroli nad regionem w listopadzie 1943 r., a Karaczajowie zostali oskarżeni o współpracę z nazistowskimi Niemcami i deportowani. Pierwotnie podczas II wojny światowej, deportacja ograniczała się wyłącznie do członków rodzin zbuntowanych bandytów, później została rozszerzona na całą grupę etniczną Karaczajów. Rząd radziecki nie zgodził się przyznać, że w Armii Czerwonej służyło 20 000 Karaczajów, co znacznie przewyższało liczebność 3000, które według szacunków współpracowały z żołnierzami niemieckimi. Karaczajowie zostali przymusowo deportowani i przesiedleni do Azji Środkowej, głównie do Kazachstanu i Kirgizji. W pierwszych dwóch latach deportacji choroby i głód spowodowały śmierć 35% populacji; z 28 000 dzieci zginęło 78%, czyli prawie 22 000. Wielu Karaczajów wyemigrowało do Turcji po rosyjskiej aneksji narodu karaczajskiego na początku XIX wieku. Karaczajowie zostali również przymusowo wysiedleni do środkowoazjatyckich republik Uzbekistanu, Kazachstanu i Kirgizji podczas kampanii relokacyjnej Józefa Stalina w 1944 r. Od czasów Nikity Chruszczowa w Związku Radzieckim, większość Karaczajów została repatriowana do swojej ojczyzny z Azji Środkowej. Obecnie spore społeczności karaczajskie istnieją w Turcji (w skupieniu w Afyonkarahisar), Uzbekistanie, Stanach Zjednoczonych i Niemczech. Naród karaczajski wraz z Bałkarami zajmuje doliny i podgórze środkowego Kaukazu w dolinach rzek Kubania, Wielkiego Zelenczuka, Malki, Baksanu, Czerka i innych. Karaczajowie są bardzo dumni z symbolu swojego narodu, Elbrusu, najwyższej góry w Europie, o wysokości 5642 metrów.
Podobnie jak inne ludy górzystego Kaukazu, względna izolacja Karaczajów pozwoliła im rozwinąć swoje szczególne praktyki kulturowe, pomimo ogólnego dostosowania się do otaczających grup. Mieszkańcy Karaczajów żyją w społecznościach podzielonych na rodziny i klany (tukumy). Tukum opiera się na pochodzeniu rodziny i istnieje około trzydziestu dwóch tukumów karaczajskich. Do wybitnych tukumów należą:
Abayhan
Aci
Batcha (Batca)
Baychora
Bayrimuk (Bayramuk)
Bostan
Catto (Jatto)
Cosar (Çese)
Duda
Hubey (Hubi)
Karabash
Laypan
Lepshoq
Ozden (Uzden)
Silpagar
Tebu
Teke
Toturkul
Urus.
Karaczaje posługują się językiem karaczajsko-bałkarskim, który wywodzi się z północno-zachodniej gałęzi języków tureckich. Kumykowie mieszkający w północno-wschodnim Dagestanie mówią blisko spokrewnionym językiem, językiem kumyckim. Większość Karaczajów to wyznawcy islamu. Niektórzy Karaczaje zaczęli przyjmować islam w XVII i XVIII wieku w wyniku kontaktu z Nogajami, Tatarami krymskimi i, co najważniejsze, Czerkiesami. Zakon Sufi Qadiriya jest obecny w regionie.
W ciągu ostatnich 600 lat mieszkańcy Karaczajów doświadczyli życia jak winogrono umieszczone w prasie do wina. Będący niegdyś częścią potężnego niegdyś imperium Alanów (nominalnie chrześcijańskiego), przywódca turko-mongolski, najeźdźca Timur, pokonał i siłą nawrócił Karaczajów na islam w XIV wieku. Rosyjscy imperialiści carscy podbili je w XIX wieku, więc lud Karaczajów doskonale zna cierpienie spowodowane porażką z rąk najeźdźców. Podczas II wojny światowej, Niemcy pochłonęli ich w drodze przez Kaukaz. Następnie ponownie podbili je stalinowscy Sowieci. W związku z „akceptacją” przez nich niemieckiego panowania, Stalin następnie w latach 1943–57 deportował Karaczajów – których było wówczas około 80 000 – z ich ojczyzny na Kaukazie do odległych części radzieckiej Azji Środkowej. Mimo że w wyniku przymusowych przesiedleń zginęło 35 procent ludności, wielu Karaczajów wróciło do ojczyzny i rozpoczęło ponowne zaludnianie swoich rodzinnych terenów w rosyjskiej prowincji Karaczajo-Czerkiesja. Karaczaje na rosyjskim Północnym Kaukazie zachowali wiele ze swojego dziedzictwa ze względu na swoją islamską tożsamość kulturową i społeczności zorganizowane przez klany, zwane Tukhum. Zaciekle lojalni wobec Tukhum, Karaczajowie podtrzymali silne tradycje rodzinne i kulturowe, których najlepszym przykładem są wesela, pogrzeby i przesadna gościnność wobec gości. Niemniej jednak pozycja Karaczajów na arenie światowej nie uległa zmianie pomimo wzrostu liczby ludności i zachowania identyfikatorów kulturowych. Z jednej strony kultura karaczajska jest oddana „obowiązkowi”, ale z drugiej strony nękają ją cykle zemsty, korupcji i męskiego pijaństwa. Ich tradycje islamskie reprezentują w dużej mierze dynamikę „pozbawioną łaski”, bez jasnego zrozumienia przebaczającej łaski i bez zamieszkującego w nich Ducha Świętego, który mógłby ożywić. Karaczajowie praktykują islam sunnicki skażony religią ludową.
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