#appartenenze
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klimt7 · 1 year ago
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Ogni tanto provo nostalgia
per luoghi verso i quali avverto
uno stranissimo legame affettivo.
Come se vi avessi già vissuto...
Mi sono talmente familiari
che li sento miei.
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klimt7 · 2 years ago
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Da sempre i "non allineati", gli Artisti, gli individui che non seguono il "main stream" imposto dall'informazione ufficiale, si sentono "DIFETTI DI FABBRICAZIONE" rispetto all'omologazione operata da ogni tipo di Potere ed Autorità
Semplicemente perchè sono tra i pochi che utilizzano la propria mente e il proprio cuore per andare incontro alla Vita.
Non per questo, queste persone devono avere una bassa autostima di sè.
È motivo di orgoglio poter ammettere di costruirsi una vita in piena autonomia di giudizio e indipendenza intellettuale.
Per loro, stare nel gregge, comporterebbe l'azzeramento di ogni loro possibile talento naturale, e cancellare ogni qualità individuale, con la rinuncia alla propria evoluzione e crescita come persona.
Sarebbe insomma, spegnere ogni scintilla vitale, e non sentire più la vita come avventura d'ogni giorno e d'ogni istante e questa, come cantava Guccini...
"è una morte un pò peggiore."
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La maggior parte dell’umanità è predisposta alla sottomissione.
Gente inconsapevole, gestita completamente.
Chi ha capito, ha capito, non ha bisogno di consigli.
Chi non ha capito, non capirà mai.
Io non biasimo queste persone perché loro sono strutturati per vivere e basta.
Casa vuol dire vivere e basta?
Mangiare, bere, respirare, partorire, lavorare, guardare la televisione, mangiare la pizza il sabato sera, andare a vedere la partita.
Il loro mondo finisce lì. Non sono in grado di percepire altro.
C’è invece un piccolissimo gruppo di esseri umani che sono “difetti di fabbricazione”: sono sfuggiti al controllo qualità della linea di produzione.
Sono pochi, sono eretici, sono guerrieri.
Carlos Castaneda
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falcemartello · 3 months ago
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Paradosso della bio: più la bio descrive comportamenti positivi, alte capacità intellettive, competenze e appartenenze a gruppi sociali riconosciuti come buoni, più il soggetto sarà un disagiato, ignorantone, sociopatico, sottomesso ad animali di compagnia e con altissime probabilità di dire: "gongorzola".
...
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blacklotus-bloog · 2 months ago
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Ci sono...
... appartenenze mentali che trapassano tutte le barriere terrene e resistono al tempo e alle logiche di tutto il resto.Perché il sesso possiamo scegliere di farlo con chiunque, avere un posto in prima fila nella sfera del pensiero, scambiarsi l’anima è invece un evento interiore rarissimo e prezioso...
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traaforismierotismoeironia · 8 months ago
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Mi piace pensare che i tempi sbagliati non esistano...
Che le cose (gli incontri di vita e non) accadano quando DEVONO accadere.
Con i propri tempi, i propri errori, i propri assurdi conti che non tornano mai.
Mi piace pensare che tutto abbia un senso profondo, a volte confuso,
altre solo in parte svelato,
spesso ignoto.
Mi piace pensare che un qualsiasi "Noi" abbia radici nel cuore, prima ancora che “Io e Te” sappiano...
E che poi, semplicemente, ci si riconosca.
Per fare un po’ di strada insieme.
Per farsi un po’ di bene e un po’ di male.
Per lasciare impronte l’uno nella vita dell’altro.
Perché ognuno di noi è il risultato di ogni anima con cui entra in sintonia di cuore o di pensieri.
Ci si tocca così: fondendo appartenenze.
Come tu che mi tocchi sempre, anche quando non mi tocchi mai.
Letizia Cherubino
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occhietti · 8 months ago
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Mi piace pensare che i tempi sbagliati non esistano... Che le "cose" (gli incontri di vita e non) accadano quando devono accadere. Con i propri tempi, i propri errori, i propri assurdi conti che non tornano mai.
Mi piace pensare che tutto abbia un senso profondo, a volte confuso, altre solo in parte svelato, spesso ignoto.
Mi piace pensare che un qualsiasi Noi abbia radici nel cuore, prima ancora che "lo e Te" sappiano... E che poi semplicemente ci si riconosca. Per fare un po' di strada insieme. Per farsi un po' di bene e un po' di male. Per lasciare impronte l'uno nella vita dell'altro.
Perché ognuno di noi è il risultato di ogni anima con cui entra in sintonia di cuore o di pensieri.
Ci si tocca così: fondendo appartenenze.
Come Tu che mi tocchi sempre,
anche quando non mi tocchi mai.
- Letizia Cherubino, Se non t’incontro nei sogni, ti vengo a cercare 
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be-appy-71 · 11 months ago
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I legami mentali sono coinvolgenti, profondi, intriganti. Legami solidi e destinati a durare nel tempo, reciproche appartenenze che si nutrono di complicità ed empatia. Niente a che vedere con quelli basati sulla sola attrazione fisica. Ci fanno amare una persona nella sua completezza: fragilità, imperfezioni e difetti compresi. Perché gli intrighi mentali sono amori che ci invadono testa, cuore, e anima... ♠️🔥
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susieporta · 12 hours ago
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Quarto chakra porta il nome sanscrito di Anahata (pronuncia: anàhata), o chakra del cuore. Cre Verde. È un chakra cardinale, in mezzo ai sette, è il ponte di trasformazione da corpo a spirito, è la sede del prana. È “il centro del perdono”; è la fonte del vero amore e di ogni sentimento; si nutre di affetti e di appartenenze; è connesso alle relazioni personali (compagno/a, marito/moglie, parenti, genitori, figli).
Il chakra è correlato al ritmo del battito del cuore, e qui si può ascoltare anche il ritmo dell’universo. Anahata presiede le funzioni del cuore, del sistema circolatorio del sangue e dell’apparato respiratorio; l’organo di senso è la pelle che ricopre il corpo, gli organi di azione sono le mani.
Anahata è forse il chakra più importante ed, essendo nel mezzo, rappresenta il punto di svolta tra una vita dedicata al soddisfacimento dei desideri terreni e una rivolta al cielo e all’immortalità. Con Anahata si diventa consapevoli di ciò che è reale, non si è più sotto l’influenza di Maya, l’illusione.
Il quarto chakra è rappresentato con dodici petali verdi o azzurri; il suo yantra è una stella a sei punte, sulla più bassa c’è disegnata un’antilope, timida e veloce, in uno stato di perenne meraviglia; al centro della stella si forma un esagono, che inscrive la sillaba YAM, stilizzata.
Meditando su Anahata si ha coscienza dell’amore, della compassione, della gioia; energeticamente si ottiene il potere emotivo; si diventa capaci di amore incondizionato. La verità sacra che si conosce grazie al chakra del cuore è “accettare l’altro per quello che è, senza cercare di cambiarlo”;
l’affermazione per sviluppare Anahata è “sono degno di ricevere amore; merito di…”.E' al centro del petto, nella cassa toracica; è infatti connesso al cuore, ai polmoni, al sistema circolatorio e al timo, la ghiandola che controlla il sistema immunitario (e che quando si ammala, come nell’AIDS, separa l’ammalato da coloro che ama).
Se il chakra è “bloccato” diventiamo esitanti, in preda a rimorsi e panico, in balia delle dualità; interiormente chiusi, rigidi e innaturali, ci è difficile rapportarci con gli altri. Per un armonico funzionamento di Anahata si consiglia una dieta vegetariana a foglie verdi; cantare in un coro; cercare sempre ciò che unisce; cercare di perdonare e perdonarsi; innamorarsi, in ogni senso. (abbiamo paura del rifiuto).
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turuin · 1 year ago
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Mi trovo in difficoltà.
La parrocchia locale ha "convocato" la famiglia per l'eventuale inizio del catechismo di Aurora, e ho saputo - io lavoravo, non sono andato all'incontro - che loro hanno un piano d'azione diverso dal consueto.
Normalmente, i bimbi seguono il catechismo preparatorio alla prima comunione, poi fanno la prima comunione, poi seguono il catechismo per la cresima e alla fine ricevono anche la cresima.
Questi no: visto che hanno notato un drastico tasso di abbandono dei fedeli tra l'uno e l'altro sacramento, hanno deciso che i bimbi fanno 4 anni di catechismo, alla fine dei quali vengono cresimati e ricevono la loro prima comunione.
Ora, piccolo background: io non sono mai stato un fervente cattolico e di sicuro non ho fatto sette anni di catechismo (mi hanno recuperato con due corsi ultra accelerati di 1 settimana il primo e 3 giorni l'altro) MA, post-cresima, ho suonato nel coro della chiesa di fatto frequentandone tutte le attività per SETTE anni. Quindi un po' d'esperienza sul campo ce l'ho.
Personalmente sono molto perplesso sul percorso proposto, per me non ha senso arrivare al sacramento della confermazione (la cresima) senza avere fatto i giusti passi - e la prima comunione, e la frequentazione "volontaria" da parte dei cresimandi, a indicare il preciso atto di volontà di confermarsi cattolici etc.
Il problema è che la bambina è interessata e vorrebbe frequentare il catechismo, molto probabilmente a causa degli insegnanti di religione della materna e della primaria. Per dire, una delle sue domande sull'argomento è stata "ma se vado in chiesa, Gesù è felice?"
Ora, Aurora è una bimba molto intelligente, razionale e sensibile. Io non riesco - è questa la mia grandissima difficoltà - a spiegarle la religione cattolica e il percorso che si trova davanti senza dirle come la penso in proposito ed affrontare i motivi per i quali me ne sono allontanato. E più penso a questo atteggiamento "di cattura" della parrocchia e più mi convinco che non sia la scelta migliore; ma, devo dire, è una scelta che sta manifestando di voler fare lei.
Ho provato a spiegarle un po' di cose sulle religioni, sul rispetto tra diverse culture e appartenenze, sul fatto che la religione non deve mai essere una tifoseria e che non esiste un dio migliore di un altro (e per alcuni non esiste, e vanno rispettati anche loro) ma devo ammettere che sento dentro di me un grande conflitto.
Un conflitto dovuto al fatto che si, io sono arrivato a determinate conclusioni, e ad abbracciare idealmente qualsiasi religione e appartenenza religiosa, e a ritenere che siano tutte originate da una stessa fonte, e a vivere bene senza dover per forza dare un nome, una storia, un corpus di precetti e tutta la compagnia a una entità di coesione universale che chiamo dio solo per mancanza di altri termini e in cui, alla fine della giornata, credo anche io.
Ma ci sono dovuto arrivare passandoci dal di dentro. E che diritto ho, io, di proiettare la mia esperienza personale su di lei? Non dovrei invece lasciarle fare le sue scelte e, casomai, rispondere alle domande che vorrà farmi? E però, non è giusto - da parte mia - avere perplessità su un percorso che questa parrocchia vuol fare in modo così alternativo e inconsueto per quello che dovrebbe essere un percorso cattolico "tradizionale" ?
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immensoamore · 1 year ago
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Mi piace pensare che i tempi sbagliati non esistano,che le cose accadano quando devono accadere. Con i propri tempi, i propri errori, i propri assurdi conti che non tornano mai.
Mi piace pensare che tutto abbia un senso profondo, a volte confuso, altre solo in parte svelato, spesso ignoto.
Mi piace pensare che un qualsiasi Noi abbia radici nel cuore, prima ancora che “Io e Te” sappiano. E che poi semplicemente ci si riconosca. Per fare un po’ di strada insieme. Per farsi un po’ di bene,per lasciare impronte l’uno nella vita dell’altro.
Perché ognuno di noi è il risultato di ogni anima con cui entra in sintonia di cuore o di pensieri.
Ci si tocca così: fondendo appartenenze.
Come Tu che mi tocchi sempre anche quando non mi tocchi mai..
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trevlad-sounds · 1 year ago
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Sunday 13 August Mixtape 354 “Sphere Contamination Odyssey”
2023-08-13
Electronic Idm Space Wednesdays, Fridays & Sundays. Support the artists and labels. Don't forget to tip so future shows can bloom.
Salvatore Mercatante-Contamination 00:00
Eden Grey-And Ever 04:18
Absynthie-Steel Locker Acid 07:51
Uomo Meccanico-Appartenenze 12:13
Aboutface-Fibonacci 17:57
The Future Sound Of London-Heat Distortions 26:08
Jarmodular-Cold morning by the emerald lake 28:08
Sophos-A Dark Sphere 33:53
Monochrome Echo-Ghost Notes 38:41
Virgo-Lost In Blue 42:25
The New Emphatic-Amaranth 47:40
Sound Effects Of Death & Horror-Radius 52:08
The Black Dog-Borstal Communications - Album Mix 55:21
Norken-Odyssey 56:25
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klimt7 · 8 months ago
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Dedicato a tutti i Michele Santoro di tutte le età e appartenenze politiche.
Dedicato a quei finti pacifisti con gli occhi bendati, che imperversano sulle televisioni e sui giornali italiani chiedendo, implorando assurdi negoziati. Negoziati per cosa?
Per darla vinta alla Russia??
Io non ci sto.
Io, in direzione ostinata e contraria, a questi intellettuali ipocriti e ideologizzati rispondo con una risata.
Io preferisco vedere i fatti concreti.
Io preferisco guardare cosa stanno facendo tutti i giorni i Russi in Ucraina .
STANNO ANNIENTANDO UNA CULTURA. UNA NAZIONE. UN POPOLO
Radendo al suolo intere città ucraine, fin dai primi giorni della guerra (era il febbraio 2022!), intendono cancellare dalla faccia della terra, un popolo.
Bombardano le chiese ortodosse le biblioteche e mostrano di non avere rispetto per niente e nessuno.
Dimostrano a noi Occidentali cosa accade quando il Nazismo putiniano opera senza freni.
Accadono stragi, torture inumane, crimini di guerra e crimini contro l''Umanità
E ALLORA COSA C'È DA TRATTARE CON QUESTI BARBARI???
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canesenzafissadimora · 7 months ago
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I legami mentali sono coinvolgenti, profondi, intriganti. Legami solidi e destinati a durare nel tempo, reciproche appartenenze che si nutrono di complicità ed empatia. Niente a che vedere con quelli basati sulla sola attrazione fisica. Ci fanno amare una persona nella sua completezza: fragilità, imperfezioni e difetti compresi. Perché gli intrighi mentali sono amori che ci invadono testa, cuore e anima.
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principessa-6 · 2 years ago
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I legami mentali sono coinvolgenti, profondi, intriganti. Legami solidi e destinati a durare nel tempo, reciproche appartenenze che si nutrono di complicità ed empatia. Niente a che vedere con quelli basati sulla sola attrazione fisica. Ci fanno amare una persona nella sua completezza: fragilità, imperfezioni e difetti compresi. Perché gli intrighi mentali sono amori che ci invadono testa, cuore e anima... 🤍 💜 🤍
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gregor-samsung · 2 years ago
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“ Non basta parlare di oligarchie. La scienza politologica di impostazione elitarista ha scavato nel concetto, ha elaborato tipologie, ha studiato nascita, sviluppo, conflitti e morte delle oligarchie. Oggi, questa tematica, almeno nella vulgata, si identifica e si semplifica, anzi si annebbia, parlando di casta. Se ne parla certamente in un senso molto generico. Ma nessuno, credo, immagina che le trasformazioni oligarchiche della democrazia odierna possano spiegarsi ricorrendo alle caste indiane, ai mandarini cinesi o, più vicino a noi, alla società per ceti dell’Antico Regime. Le oligarchie cambiano, si adattano alle condizioni sociali, adottano simboli e metodi conformi alla condizione spirituale del tempo e del luogo, producono cultura legittimante che risponde alle mutevoli aspettative di massa. Di questo occorre occuparsi. Ora, il punto fondamentale da considerare è che ogni sistema castale comporta una stratificazione sociale per piani orizzontali paralleli, sovra- e sotto-ordinati, relativamente più o meno impermeabili. A ciascuno di questi piani corrispondono stili di vita, gusti, culture, letteratura, musica, teatro, talora lingue, abitudini alimentari, leggi particolari. Oggi, nulla di tutto ciò. Le oligarchie odierne, in società di individui sciolti da appartenenze e liberi di fare di sé quel che vogliono e di legarsi a chi vogliono, si costruiscono, si modificano e si distruggono su moti circolari ascendenti e discendenti, dove tutto si confonde. Per comprendere questa differenza, occorre partire da un po’ più lontano, per far luce su una divisione latente che oggi sembra sul punto di diventare conflitto esplicito. È il conflitto tra chi appartiene e chi non appartiene a un qualche ‘giro’ o cerchia di potere. Con questa espressione – il giro – intendo esattamente ciò che si vuole dire quando, di fronte a sconosciuti, dalla storia, dalle competenze e dai meriti incerti, o dai demeriti certi e dalle carriere improbabili, che vengono a occupare posti difficilmente concepibili per loro, ci domandiamo: a che giro appartengono? Una delle grandi divisioni della nostra società è forse proprio questa: tra chi ‘ha giro’, e chi non ce l’ha. Divisione profonda, fatta di carriere, status personali, invidie e risentimenti che avvelenano i rapporti e corrompono i legami sociali, ma che, finché dura, è una vera e propria struttura costituzionale materiale.
Nei ‘giri’ ci si scambia protezione e favori con fedeltà e servizi. Questo scambio ha bisogno di ‘materia’. Occorre disporre di risorse da distribuire come favori, per esempio: danaro facile e impieghi (Cimone e Pericle insegnano), carriere e promozioni, immunità e privilegi. Occorre, dall’altra parte, qualcosa da offrire in restituzione: dal piccolo voto (il voto ‘di scambio’), all’organizzazione di centinaia o migliaia di voti che si controllano per ragioni di corporazione, di corruzione, di criminalità; dalla disponibilità a corrispondere al favore ricevuto con controprestazioni, personali o per interposta persona, oggi soprattutto per sesso interposto. L’asettico ‘giro’ in realtà è una cloaca e questo è il materiale infetto che trasporta. Qual è la forza che lo muove? Poiché la protezione e i favori stanno su e la fedeltà e i servizi giù, dietro le apparenze di allegre comunelle e della combutta innocente, si annidano sopraffazione e violenza. A prima vista, distribuendo favori, può sembrare un sistema benefico per coloro che vi appartengono, una forma di democrazia come potere per il popolo. Ma non è così. Ognuno vede nell’altro solo risorse da sfruttare. Ogni giro di potere è sempre un crogiolo di rivalità, anche feroci, e di gradini, cioè di concorrenti, che devono essere pestati per salire più in alto. Sul gradino più alto e su quello più basso troviamo solo arroganza e solo servilismo. Sui gradi intermedi si è arroganti con i sottoposti e servili con i sovrapposti e mano a mano che si sale o si scende cambia il rapporto tra arroganza e servilismo. Padroni e servi, a tutti i livelli del giro, sono legati da patti, ma patti tra complici. La fedeltà ai patti è alimentata e garantita da favori e minacce, blandizie e intimidazioni e ricatti. Quando nello scambio entrano anche organizzazioni criminali, non è esclusa nemmeno la violenza. Non pochi delitti politici nel nostro violento Paese non si spiegano forse con la rottura del patto o con l’impossibilità sopravvenuta di adempierlo? Dove si alimenta la forza che alimenta i giri? Nella disuguaglianza e nell’illegalità. Essi, i giri, tanto più si diffondono quanto maggiori sono le disuguaglianze sociali e quanto meno le stesse leggi valgono ugualmente per tutti. Tanta più insicurezza e ingiustizia sociale, tanto più richiesta di ‘patronato’; tanto più patronato, tante più concrete violazioni della legge che, in astratto, sarebbe uguale per tutti. La democrazia, mancando uguaglianza e legalità, diventa così una dissimulazione di sistemi di potere gerarchici, basati sullo scambio ineguale di favori tra potenti e impotenti, e sulla generalizzata illegalità a favore di chi appartiene a oligarchie. Una violazione che può essere la semplice, e apparentemente innocente, raccomandazione o diventare associazione a delinquere secondo il codice penale. “
Gustavo Zagrebelsky, La difficile democrazia, (Collana Lezioni e Letture della Facoltà di Scienze politiche “Cesare Alfieri” dell’Università di Firenze), Firenze University Press, 2010. [Corsivi dell’autore]
Nota: Lectio Magistralis inaugurale dell’anno accademico 2009-2010 dell'Università degli Studi di Firenze .
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rosateparole · 1 year ago
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«[...] Prima, sapevamo delle crudeltà tra di loro: tra le diverse popolazioni di lingua slava ma di appartenenze etniche, politiche o religiose, diverse. Sapevamo per esempio della lotta feroce fra i cetnici, sostenitori di re Pietro, e i partigiani di Tito. Lussinpiccolo, nel ‘43, fu occupata dai cetnici, che arrivarono con le loro famiglie. Poco dopo giunsero i partigiani di Tito: presero tutti, compresi donne e bambini, li caricarono sulle barche, li portarono al largo e li annegarono...
Noi sapevamo. Ma pensavamo che tutto questo non ci riguardasse. Churchill, Roosevelt e Stalin ci avevano garantito a suo tempo che ogni popolo avrebbe comunque deciso dei suoi destini; noi eravamo italiani, e tali saremmo potuti rimanere. A tal punto ci avevamo creduto, che io, nel ‘42, se non ricordo male, avevo fatto ristrutturare completamente la nostra casa. E rimasi sbalordito quando uno dei muratori mi disse: “Questa casa, lei se la godrà ancora per poco...”. Quell’uomo era slavo, ed evidentemente sapeva ciò che io non sapevo, che tutti noi ignoravamo...
Arrivò il 1943, e gli slavi iniziarono a reclutare come partigiani, nel nostro esercito allo sbando, sia quanti si dichiaravano comunisti e loro alleati, sia quei poveri soldati che non sapevano dove e con chi andare, e neppure avevano i mezzi per tornare a casa. In quella circostanza si rifornirono anche delle armi che sino ad allora non possedevano.
E arrivò anche il 1945: entrarono in città, a Pola, dove cominciarono col prendere possesso delle caserme, del municipio, degli edifici pubblici, di qualche villa privata. Durò quarantacinque giorni, e poi giunsero gli Alleati: noi credevamo fosse per restituirci a noi stessi; in realtà fu solo per garantirci la possibilità di andarcene, esuli, ma vivi... E noi, di andarcene, lo decidemmo subito dopo l’occupazione e i primissimi momenti di sbalordimento atterrito: decidemmo non appena fummo in grado di capire che per noi non c’era più speranza, che se fossimo rimasti avremmo dovuto vivere nel terrore quotidiano. Perché non fummo noi, a volercene andare; la verità era, ed è, che “loro” non ci volevano su quelle terre, di cui pretendevano di cancellare, insieme alla nostra presenza, anche la storia...».
Anna Maria Mori & Nelida Milani, Bora. Istria, il vento dell’esilio
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